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Autore: A lexie s    23/08/2014    5 recensioni
Se Emma e Killian non fossero caduti nel portale? Se non fossero tornati indietro nel tempo? Quanto tempo ci avrebbe messo Emma per capire i suoi sentimenti?
Dal primo capitolo: Il coraggio era quello che serviva, il coraggio di continuare a vivere, a lottare, ad amare ancora, nonostante i fallimenti ed il dolore.
Entrambi chiedevano amore, ma nessuno dei due lo sapeva o sapeva riceverlo, perché quando si passa troppo tempo a convincersi di star bene da soli, poi si finisce per crederci.
(CaptainSwan)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TROUBLE

And I never meant to cause you trouble,
I never meant to do you wrong.
 
Viaggiare attraverso i portali era sempre un’esperienza scombussolante. La forza d’attrazione non faceva altro che spingere verso il basso e non si poteva fare nulla, se non farsi trascinare sempre più a fondo.
L’atterraggio fu piuttosto morbido però, nessun impatto con il terreno duro o roccioso, bensì con una montagna di morbida e candida neve.

<< Tutto bene? >> Chiese Killian, alzandosi e porgendo una mano ad Emma per aiutarla.

<< Si – rispose la donna - poteva davvero andarci peggio >> chiarì, scrollandosi i pantaloni.

Si guardarono un po’ intorno, tutto era bianco e candido, tipico paesaggio invernale. Le poche case erano ricoperte di neve, così come gli alberi e le strade. Poco lontano da loro, vi era una piccola baita di montagna, un cartello indicava che era un negozietto di souvenir e di articoli invernali.

<< Fa piuttosto freddo. >> Boccheggiò Emma, sfregandosi le braccia con le mani, non riusciva nemmeno a parlare. L’aria che usciva dalla sua bocca si condensava rapidamente formando una sorta di fumo. I denti cominciarono a sbattere tra loro velocemente, senza che fosse in grado di controllarli.

<< Lo so, tesoro. Vieni qui che ti riscaldo io. >> Replicò, facendole l’occhiolino e avvicinandosi.

<< Non è il momento, Killian. >> Lo scostò. Rise vedendo l’espressione dell’uomo e lo sorpassò avviandosi verso il negozio.

Quando entrarono, poterono notare che questo era abbastanza spoglio. Non era fornito adeguatamente e le poche cose erano distribuite in maniera sconnessa in vari angoli, senza che vi fosse una collocazione precisa. Nell’ala destra, vi era un grande bancone e dietro questo, un uomo corpulento, con folti capelli che gli ricadevano sul viso in maniera disordinata e un’aria piuttosto burbera.

<< Posso aiutarvi? >> Chiese l’uomo alzandosi. Era anche molto più alto di quanto si aspettassero e il suo abbigliamento era tipicamente invernale, viste le temperature che vi erano da quelle parti.

<< Il mio abbigliamento non è adeguato a questo clima, vorrei qualcosa di più pesante. >> Rispose Emma, avviandosi verso i pochi indumenti disponibili che l’uomo le aveva indicato. Killian la seguì, il suo cappotto di pelle riusciva a proteggerlo piuttosto bene dal freddo, ma magari avrebbe potuto indossare qualcosa sul capo.

<< Metti questo >> disse la bionda, voltandosi e ficcandogli un cappellino di lana fino quasi a coprirgli gli occhi.

<< Ti sta bene! >> Affermò poi, facendogli un piccolo risvolto ai bordi, per permettergli di recuperare l’uso della vista.

<< Come tutto del resto >> rispose lui con un sorriso sghembo e provocatorio.

Emma scelse un cappotto pesante, un cappellino di lana e un paio di stivali da montagna. Portò tutto alla cassa ed estrasse un biglietto da 20 dollari.

<< Amore, quelli non ti serviranno qui. >> Le sussurrò Killian all’orecchio, prendendo qualche moneta e porgendola all’uomo.

<< Okay, adesso non ci resta che cercare Anna! >> Affermò Emma, indossando gli indumenti appena comprati, si sistemò il risvolto del cappotto decisamente qualche taglia più grande della sua e si coprì il meglio possibile.

<< Anna? La principessa? >> Chiese una voce alle loro spalle.

Si voltarono e videro un ragazzone alto e muscoloso, questo cominciò a scrollarsi la neve dai capelli biondi  mentre attendeva una loro riposta.

<< Si. >> Rispose Emma, un po’ interdetta.

<< A che proposito? >> Domandò allora il biondino.

<< Elsa >> disse Killian semplicemente.

<< Oh – il ragazzo soppesò per un attimo la questione, come se fosse combattuto su qualcosa – vi aiuterò io! >> Sentenziò alla fine, porgendogli la mano e presentandosi. Si chiamava Kristoff.

<< Killian Jones, e lei è la mia..Mmm lei è Emma Swan – Proruppe l’uomo, stranamente imbarazzato, non sapeva nemmeno lui stesso come definirla, ma di certo non era il momento adatto per pensarci. - Dimmi Kristoff.. Perché lo faresti? >> Lo interrogò infine, stringendogli la mano in modo vigoroso.

<< E’ una storia lunga da spiegare, ma se conoscete Elsa sono certo che ne siate a conoscenza, almeno in parte. >>  Disse alla fine, facendo vagare lo sguardo dal viso di Emma a quello di Killian.

<< Non sono sicura di sapere cosa intendi.. >>

<< Beh, Elsa è la sorella di Anna. Da quando è andata via, tutto è rimasto congelato, ed Anna ha provato tanto a cercarla. Io stesso ho provato ad aiutarla nell’impresa, ma questa si è rivelata fallimentare. >> Spiegò Kristoff brevemente, facendo movimenti concitati con le braccia per rendere più dinamica la storia.

Emma annuì, incrociando le braccia al petto, stessa postura che stava mantenendo Killian, mentre ascoltavano le parole del ragazzo.

<< Sappiamo dove si trova Elsa! >> Esclamarono entrambi all’unisono.

<< Dove? >> Chiese spaesato il biondo.

<< Dove non dovrebbe. A Storybrooke. >> Concluse Killian.

Kristoff li guardo spaesato, non aveva mai sentito di un luogo con un nome simile. Aggrottò le folte sopracciglia e si tolse il berretto per grattarsi il capo, come se stesse ancora una volta valutando le parole di quei tizi strambi.

<< Lo faccio per Anna – sussurrò a se stesso, in maniera appena udibile. –  Okay, andiamo. >> Decretò alla fine, incamminandosi fuori dal piccolo negozio.

Loro lo seguirono fuori, ma non erano di certo preparati al loro mezzo di trasporto. Una grossa slitta con un’unica renna.

<< Una slitta? Mi sento come babbo natale. >> Disse Emma, inclinando il capo di lato e guardando Killian di sottecchi.

<< Amore, la prossima volta ci portiamo anche il tuo maggiolino giallo, che dici? >> Chiese quello, ridendo fragorosamente,  guadagnandosi una gomitata e uno “stupido” da parte di lei.

Cominciarono così il loro viaggio, Emma ammise interiormente che la slitta non era male, poteva osservare tutto il paesaggio scivolarle a fianco e sparire dietro le sue spalle. Non era facile riuscire a mantenersi in equilibrio, ma anche in questo era facilitata dalle braccia forti di Killian che la sorreggevano. Poteva sembrare una situazione quasi romantica, se i suoi pensieri non fossero rivolti ad Elsa e alla sua felicità costantemente minacciata.
Pian piano, gli alberi si diradarono per far spazio a quella che poteva essere definita una piccola cittadina. Qualche casa sparsa, una piccola piazza con una fontana al centro e un grande castello di fronte a loro.

<< Beh, piuttosto impegnativo >> sottolineò Emma, indicando quell’ammasso di mattoni affiancato da due grandi torri.

<< Si, direi di si. >> Concluse Killian scendendo dalla slitta e aiutandola a fare lo stesso.

<< Anna è una mia amica, vi porto subito da lei. >> Disse Kristoff arrossendo simultaneamente.

<< Amica eh.. >> gracchiò Killian, fingendo un colpo di tosse e suscitando la risata di Emma.

Il ragazzo si grattò la nuca, tipico gesto che faceva quando era imbarazzato o stava riflettendo, ma non disse nulla. Supero i due e si avviò verso il castello, parlò con una delle guardie per chiedere udienza, quella lo conosceva bene e non fece alcun tipo di problema.
 
Nel frattempo a Storybrooke..
<< Non possiamo permettere che gli abitanti corrano rischi. >> Disse David avvicinandosi alla moglie cingendole la vita con un braccio come per proteggerla. Loro erano al sicuro all’interno della loro casa per via dell’incantesimo di protezione, ma questo non valeva per gli altri.

<< Ci penso io, ho delle pozioni al negozio con cui ognuno potrà proteggere la propria casa. >> Gold rassicurò il resto della compagnia e si avviò con Belle al suo seguito per raggiungere il negozio e distribuire le varie pozioni agli abitanti.
 
 
Regno di Arendelle..
<< Ciao Kristoff - lo salutò Hans, promesso sposo di Anna, con aria di sufficienza. – Non ti sembra di venire un po’ troppo spesso? >> Domandò sfacciatamente, sottolineando la cotta del ragazzo che solo Anna sembrava non aver notato.

<< Non è per me >> rispose quello, incamminandosi e facendo cenno ad Emma e Killian di seguirlo.

In quel momento, Anna scese le scale. La sua postura era aggraziata e per niente austera, le sue trecce rosse dondolavano in base ai suoi movimenti e lei sembrava piuttosto rilassata, benché il suo sguardo tradisse una certa tristezza.

<< Oh, Kristoff, è un piacere vederti! Chi sono i tuoi amici? >> Domandò avvicinandosi e porgendogli cordialmente la mano.

<< Loro sono Killian ed Emma, hanno bisogno del tuo aiuto e tu potresti gradire il loro. >> Disse rispondendo alla domanda e incuriosendo la rossa.

<< Ditemi allora, come posso aiutarvi? >>

I ragazzi che fino ad allora erano rimasti ammutoliti di fronte alla scena che avevano davanti, finalmente presero parola e cominciarono a parlare con Anna.

<< Abbiamo un problema, tu sembri l’unica in grado di poterlo risolvere. >> Sottolineò Killian, serio in volto e piuttosto preoccupato, aveva davvero bisogno che la ragazza accettasse. Non vedeva l’ora di poter risolvere e chiarire la questione, per lasciarsela finalmente alle spalle.

<< A che proposito? >> Chiese la ragazza, preoccupata dalla voce grave che l’uomo di fronte a lei aveva usato.

<< Elsa! >> Prese parola Emma. Nella sala calò un improvviso silenzio, Anna era rimasta turbata e sorpresa dalla notizia.

Loro sapevano dove fosse sua sorella, e lei che l’aveva cercata per anni non l’aveva mai trovata. Difatti, da quando Elsa mancava tutto era rimasto immutato, un profondo inverno regnava ad Arendelle, ma non era solo quello, non era solo la città ad essere rimasta immutata e congelata, ma anche le persone.
Era come se il tempo si fosse fermato, nessuno invecchiava e nessuno poteva abbandonare la città, un po’ com’era successo a Storybrooke prima che la maledizione fosse spezzata.

<< Spiegatemi meglio.. >> Chiese Anna, con voce tremolante e portandosi una mano al petto. Kristoff si avvicinò istintivamente per sorreggerla ma venne presto stroncato.

<< Stalle lontano! >> Affermò Hans avvicinandosi e stringendo la ragazza. Era rimasto anche lui bloccato ad Arendelle, senza possibilità di poter tornare a casa. Il suo piano di sposare la ragazza solo per diventare re era miseramente fallito, perché Anna gli aveva comunicato che finché la sorella non fosse tornata, lei non si sarebbe sposata, ma il ritorno di Elsa significava niente corona, perché era lei l’erede al trono. Si trovava dunque in una situazione di stallo che gli dava, però, il beneficio di continuare ad approfittare dell’ospitalità della ragazza. Anche se, negli anni aveva notato un cambiamento, lei non lo amava. Si era innamorata di quell’essere inutile, di quel Kristoff, ma era troppo incline a mantenere le sue promesse per respingerlo.

Però se non poteva avere la corona era inutile sposarla, lui non era minimamente innamorato, voleva solo sfruttare la situazione a suo vantaggio.
Anna ascoltò la storia raccontata dai due forestieri, non sapeva il motivo, ma si fidava di quei ragazzi. Poteva scorgere la sincerità nei loro occhi e poi ogni possibilità di ritrovare sua sorella era ben accetta. Lei l’amava così tanto e la sua lontananza le aveva procurato una sofferenza così grande che era diventata insostenibile ormai.

<< Io non volevo, davvero, Anna. Non sapevo nemmeno che Milah avesse fatto una cosa simile, sono sinceramente dispiaciuto, devi credermi. Sono consapevole di averla fatta soffrire, seppure non fosse mia intenzione, ma adesso lei minaccia me e le persone che amo. Ho bisogno del tuo aiuto, devi farla rinsavire e portarla a casa, dove potrà costruirsi una vita e un futuro felice. >> Concluse Killian, sinceramente amareggiato.

Anna non era arrabbiata con lui, le dispiaceva quello che era successo alla sorella, ma non poteva fargliene una colpa. Elsa non le aveva nemmeno mai parlato di lui, era scappata dal castello e da quel momento non l’aveva più rivista. Aveva provato a cercarla, voleva che affrontassero insieme il dolore per la perdita dei genitori e la situazione difficile che Elsa stava vivendo per gestire i suoi poteri, ma quella l’aveva esclusa.

<< Adesso riesce a controllare il suo potere? >> Chiese poi, stupita.

<< Si, ma lo usa solo per ferire. >> Disse Emma, abbassando lo sguardo, le dispiaceva per quella simpatica ragazza e per tutto quello che aveva dovuto affrontare da sola. Le ricordava un po’ se stessa, a dire il vero.

<< Dobbiamo fermarla, andiamo! >> Affermò Anna, alla fine del racconto, non voleva perdere altro tempo.

<< No, Anna, non andare. Io non voglio che Elsa ritorni. >> Proruppe Hans improvvisamente.

<< Che stai dicendo? >> Chiese spaesata la ragazza.

<< Andiamo, se lei non torna, sposandoci potremmo governare insieme il regno. >> Sottolineò, avvicinandosi e poggiandole una mano sul fianco.

<< Io non voglio governare, voglio mia sorella! >> Disse quella, scostandolo bruscamente.

<< Sei sempre così. Una ragazzina senza ambizione! Non ti permetterò di andare e rovinare i miei piani, ho cercato di convincerti a sposarmi per tutti questi anni e adesso non sarà stato tutto inutile. >> Gridò con rabbia, estraendo la spada e sollevandola.

<< Amico, posa quell’affare, che stai facendo? >> Urlò Kristoff, avvicinandosi rapidamente.

<< Ferma qui. >> Sussurro Killian ad Emma, prima di lanciarsi in un combattimento con il principino. Nel frattempo giunsero anche le guardie e la situazione si placò velocemente. Insomma, non era stata una delle mosse più intelligenti che Hans potesse fare, ma questo stava vedendo svanire tutti i suoi sogni malvagi.

<< Rinchiudetelo. – Ordinò Anna. – Quando Elsa tornerà e sbloccherà la città, verrai esiliato. >> Concluse amareggiata, rivolgendosi a quello che era stato il suo promesso sposo.

<< Principino, mai combattere contro un pirata. >> Sentenziò Killian, tornando al suo posto accanto ad Emma.

<< Ti sei fatto male! >> Esclamò la bionda, sfiorandogli la mano.

<< Solo un taglietto, amore. >> Replicò lui, per rassicurarla e le sfiorò le labbra con un bacio. Era la prima volta che si lasciavano andare davanti a qualcun altro, ma Killian sentiva di farlo in quel momento ed Emma lo lasciò fare, vista l’esperienza che avevano appena vissuto.

<< Adesso possiamo andare. >> Disse Anna, dopo aver dato le ultime istruzioni alle guardie.

<< Vengo con voi! >> Kristoff era deciso a seguirla anche in quella folle avventura. Anna non disse nulla, ma il suo sorriso parlava chiaramente da solo. Le era grata per tutto quello che aveva fatto e continuava a fare per lei.

<< Ma come possiamo lasciare la città? Nessuno può farlo. >> Chiese la rossa, rivolgendosi a Killian.

<< Con questo >> rispose lui, estraendo un fagiolo da un piccolo sacchetto di pelle nera.

<< Un fagiolo? >> Domandò scettico Kristoff.

<< Vedrai le sue capacità >> concluse Emma. Poi il fagiolo fu gettato sul pavimento di marmo e un grande portale si aprì ai loro piedi.

<< Dobbiamo buttarci dentro >> urlò Killian, per sovrastare il rumore provocato dal portale. Afferrò la mano di Emma e si lanciarono dentro. La stessa cosa fece Kristoff con Anna.

Così vennero nuovamente catapultati a Storybrooke.

Angolo autrice:
Ecco il nuovo capitolo, mi scuso per eventuali errori che sicuramente ci saranno, ma non ci vedo più oggi e non riesco a rileggere. Questo capitolo è un po' più lungo perché descrive anche la situazione che vi è ad Arendelle, spero non sia risultato noioso, ma dovevo dare una spiegazione per far coincidere gli eventi.
Un ringraziamento come sempre a chi legge, commenta o aggiunge nelle varie sezioni.
Un bacio :*
 
 
 
  
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