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Autore: Rainie    24/08/2014    4 recensioni
[ OT6 + TS family; genderswitch; non so nemmeno se il rating è completamente verde lmao chiedo venia ]
Una strana maledizione si abbatte su tutti gli idol dopo aver debuttato, ma i B.A.P non hanno tempo per queste sciocchezze. Quando è la loro volta, è il caos.
«Siamo in uno stato di emergenza,» dichiarò solennemente Himchan, afferrando i bordi del tavolino da caffè che aveva di fronte. Era l’unico, oltre a Jongup, ad avere abbastanza forze per tenere un discorso sensato senza svenire alla vista di Junhong palparsi le sue nuove tette.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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I go ‘Bow wow wow wow’
Words: 6.215
Summary: Una strana maledizione si abbatte su tutti gli idol dopo aver debuttato, ma i B.A.P non hanno tempo per queste sciocchezze. Quando è la loro volta, è il caos.
 
 
 
 
Yongguk non era mai stato il tipo da credere alle voci di corridoio. Era un giovane che preferiva vedere le cose con i suoi occhi anziché sentire pettegolezzi, grazie tante.
La prima volta che gli capitò di sentirne parlare fu nei suoi anni da trainee. Himchan era corso da lui con un’espressione sconvolta, balbettando parole sconnesse fra loro («Hyosung, uomo, uguale, sala») mentre tentava di riprendere il fiato.

Yongguk dovette fare appello a tutte le sue abilità telepatiche (!) per capire che il suo coetaneo gli stava dicendo di aver visto un uomo che assomigliava grottescamente a Hyosung nella sala da prova. Strizzò gli occhi e contorse le labbra, perplesso, mentre Himchan continuava a ripetergli che “non stava scherzando, era vero, ed era stato super raccapricciante vedere Hyosung-uomo”.
«Sei stanco,» gli aveva detto Yongguk, dandogli delle leggere pacche sulla spalla, «probabilmente, è uno nuovo. Tutto questo allenarti ti sta dando alla testa, perché non ti riposi un po’?» Dopodiché se ne andò, lasciando l’altro nel corridoio a balbettare parole incomprensibili, ancora sotto shock.
Altri dei suoi compagni trainee gli avevano detto di aver sentito voci su come gruppi di idol sparissero per un po’ di tempo; chi a uno o due anni dal loro debutto, chi dopo appena pochi mesi. Yongguk aveva solo scrollato le spalle, quando gli dissero che qualcuno aveva visto dei sosia maschili delle Girls Generation girare vicino all’edificio della SM.
Poi ci fu il debutto del suo gruppo, e i B.A.P furono risucchiati da attività a cui partecipare e programmi da filmare. Poche furono le opportunità per poter prestare particolare attenzione agli altri gruppi (a meno che non facessero parte della concorrenza), ma di tanto in tanto, i loro stilisti bisbigliavano a proposito dei NU’EST, che avevano debuttato più o meno nel loro stesso periodo, e del fatto di aver visto una Ren-donna uscire da un supermercato – sempre che Ren possa avere una sosia che somigli più ad una donna di lui. Ancora una volta, Yongguk si dimenticò presto di quelle voci.
Sul serio, chi crederebbe mai che si può cambiare da un sesso all’altro e rimanerci? Roba da matti.

 
Una mattina, qualche giorno dopo la fine delle promozioni del loro ultimo album, l’intero dormitorio dei B.A.P fu percorso dallo strillo perforante di Youngjae. Yongguk balzò nel suo letto, mettendosi immediatamente a sedere, mentre Himchan si lagnava per essere stato svegliato e Jongup si stropicciava gli occhi assonnati.
«Yoo Youngjae,» gemette Daehyun dai letti sopra i loro, con la voce smorzata dalle coperte, «ti uccido se non la smetti nei prossimi cinque secondi!» Ma Youngjae non lo sentì, troppo preso a gridare per chissà che orrore.
Con bassi brontolii, Yongguk decise di alzarsi per dare un’occhiata al loro vocalist. Strascicando i piedi, arrivò alla porta del bagno dove Youngjae era fermo, con le mani che tentavano di coprirsi il petto (sebbene indossasse una t-shirt) e una smorfia mortificata sul viso. Gli diede una pacca sulla spalla e quello smise di strillare, lo guardò, e si rimise a gridare invece «HYUUUUUUUNG!». Yongguk grugnì, indeciso sul da farsi, decidendo infine di mollargli una pacca più forte. Youngjae smise di nuovo, e sembrò che fosse sul punto di piangere.
Non capendo cosa avesse causato il suo grido, Yongguk si affacciò nel bagno, dove il vocalist stava guardando. Dentro ci trovò una figura che stava staccando i palmi delle mani dalle orecchie con esitazione. La prima cosa che notò era che era alta; la seconda era che si trattava di una ragazza.
Yongguk dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà per limitarsi solo ad un grido strozzato, e non ripetere la stessa scenata di Youngjae.
La ragazza sobbalzò, con il seno che ballonzolava lievemente sotto la sottile stoffa della maglietta – oh mio dio una ragazza una ragazza nel dormitorio dei B.A.P codice rosso codice rosso c’è una ragazza codice rosso aiuto
«Hyung,» disse lei (una ragazza che chiama un ragazzo ‘hyung’ oh no codice ancora più rosso), «hyung, sono io, Junhong!»
Yongguk sbatté le palpebre una, due volte. Cominciò a notare dei dettagli – i capelli stropicciati che cascavano sulle spalle, gli occhi grandi e spalancati che assomigliavano così tanto a quelli del maknae, la voce che sembrava la stessa ma poco più sottile e femminile, la maglietta che Junhong usava per dormire. «J-Junhong?» balbettò con esitazione, ancora incredulo.
Junhong-a si illuminò a quell’unica parola e gli rivolse un sorriso da mega watt. «Esatto, esatto! Sono io!» esclamò con entusiasmo. «Oh, meno male, pensavo che non mi avresti creduto; quando l’ho detto a Youngjae hyung ha cominciato a gridare.» Il suddetto gemette mortificato e si attaccò alla maglietta del leader, come se fosse un bimbo sperduto.
Yongguk era ancora confuso e scombussolato, con la mente che nuotava nel vuoto più totale, e sperò che quello fosse tutto un incubo e che presto si sarebbe svegliato. Dopo aver capito di essere ancora nella solida, incredibile realtà, si decise (o, almeno, provò) a ricomporsi. «Junhong, dove… come hai fatto a diventare… così?» riuscì a farfugliare.
Il, la maknae aggrottò le sopracciglia, in uno sguardo concentrato. «Non lo so. Stamattina mi sono svegliato e sono andato in bagno, e mi sono trovato con queste due cose qui.» E prese tra le mani le due masse di grasso sul suo petto che, anche se non erano proprio grandissime, sembravano così morbide e restavano così bene nei suoi palmi.
«Oh. Mio. Dio,» sospirò Youngjae, con gli occhi incollati a Junhong. Yongguk sospirò stancamente all’assoluta ingenuità della maknae.
Giusto in quel momento, Himchan arrivò tempestivamente per controllare la situazione, brontolando rumorosamente. «Si può sapere cosa diavolo ti è preso, Youngjae? Urlare di prima mattina? Devi essere proprio fuori di testa per–»
Si fermò davanti alla porta del bagno. Squadrò Junhong dalla testa ai piedi, poi dai piedi alla testa, sbattendo le palpebre più del solito e strizzando infine gli occhi. Poi realizzò. «Oh.»
«Buongiorno, hyung,» sorrise Junhong impacciatamente, staccando lo sguardo dai tre in imbarazzo e grattandosi la nuca che ora era nascosta dietro una tenda di capelli.
Himchan si voltò lentamente verso Yongguk con un’espressione illeggibile sul volto. Probabilmente, era per metà scioccato e l’altra metà voleva semplicemente gridare aiuto. Gli disse, nel tono più solenne e impotente che Yongguk lo avesse mai sentito usare: «Bbang, qui urge una riunione di famiglia.»

 
Nei dieci minuti successivi, nella quale Jongup prese la situazione meglio di tutti quanti e Daehyun imitò Youngjae con un grido effeminato alla vista di Junhong (non aveva pensato che fosse tanto importante ed era uscito dalla camera con addosso solamente le sue mutande), tutti i membri si riunirono nel salotto, seduti disordinatamente sui divani. Junhong di aggiudicò la poltrona più comoda grazie al suo nuovo status appena acquisito. Non si lamentò di ciò, mentre affondava felicemente il suo corpo nella soffice imbottitura.
«Siamo in uno stato di emergenza,» dichiarò solennemente Himchan, afferrando i bordi del tavolino da caffè che aveva di fronte. Era l’unico, oltre a Jongup, ad avere abbastanza forze per tenere un discorso sensato senza svenire alla vista di Junhong palparsi le sue nuove tette. Yongguk era ancora troppo scioccato per poter ricordare i suoi doveri da leader, e il suo sguardo vagava dal– dalla maknae ai suoi altri membri.
«Hyung, pensala in questo modo: almeno per il momento non abbiamo nessun comeback da preparare,» offrì Jongup. Himchan sospirò con esasperazione.
«Okay, okay, va bene. Con calma. Un passo alla volta.»
«Ho una domanda,» disse Youngjae debolmente, alzando la mano. «Come faremo con manager hyung? E le nostre attività?»
«Anch’io ho una domanda,» imitò Daehyun. «Cosa faremo con Junhong? Non possiamo mica lasciarlo… così. In mezzo a cinque uomini.»
«Io non ho problemi,» disse Jongup con calma, sbattendo innocentemente le palpebre. La vocal line si voltò verso di lui, con un’espressione scandalizzata sul loro viso. «Che problema c’è? È sempre Junhong, solo donna,» spiegò la loro dancing machine, come se fosse la cosa più normale del mondo.
I due si voltarono verso la diretta interessata, che ora stava ispezionando le punte dei suoi capelli con uno sguardo investigatore. «E tu sei d’accordo con questo?!» chiese isterico Youngjae, gli occhi spalancati. Junhong alzò gli occhi su di lui, sbattendo le lunghe ciglia con sorpresa, e scrollò le spalle.
«Calmatevi, voi due,» li richiamò Himchan in tono duro. «Per risponderti, primo, manager hyung lo scoprirà, prima o poi. Secondo, non possiamo lasciare che Junhong esca così, ma non possiamo nemmeno non rispettare i nostri impegni. Dovremo andare senza di lui– voglio dire, lei.»
Himchan gettò un’occhiata a Yongguk al suo fianco, sperando che avesse avuto la decenza di ricomporsi, dal momento che era il leader. Tuttavia, nel momento in cui fecero contatto visivo, il più anziano si alzò e farfugliò qualcosa che doveva essere un «Vado a prendere un bicchiere d’acqua». Gli altri membri lo guardarono sfrecciare in cucina, ipnotizzati da come Yongguk la stava prendendo male.
«Il nostro leader è caduto,» annunciò Himchan a bassa voce. Tutti gli altri fecero un cenno, e ne seguì un minuto di silenzio. Dopodiché, il secondo più anziano riprese in mano la situazione: «Ad ogni modo, dovremmo stilare delle regole per una buona convivenza senza… intoppi.» Lanciò uno sguardo d’avvertimento alla vocal line, e in particolare Youngjae, che stava ora annuendo energicamente.
Jongup prese diligentemente carta e penna, pronto a scrivere. «Regola numero uno,» dettò Himchan, «non girare per il dormitorio mezzi nudi.»
Junhong aggrottò le sopracciglia, facendo una smorfia. «Hyung, vi ho visti nudi più di quanto crediate. Per me non c’è alcun problema se cominciate a spogliarvi–»
«NON GIRARE PER IL DORMITORIO MEZZI NUDI,» ripeté isterico Youngjae. Jongup decise di non aspettare altro tempo per cominciare a scrivere, mentre Junhong guardò per terra e unì le labbra facendo un tenero muso.
«Regola due,» riprese Himchan, evitando il suo sguardo per non cadere nella trappola-aegyo della maknae, ora mille volte più adorabile, «bussare prima di entrare in bagno.»
«Ve l’ho detto, non ce n’è bisogno, sul serio–»
«BUSSARE PRIMA DI ENTRARE IN BAGNO.»
Questo continuò per il seguente quarto d’ora, nel quale Yongguk si decise finalmente di ritornare tra loro con un bicchiere d’acqua in mano, più o meno con i piedi per terra. La lista delle regole fu attaccata in bella vista sul frigorifero con una calamita trovata nei pacchetti delle merendine.
Himchan si buttò esausto sul divano e guardò l’orologio appeso davanti a lui: erano appena le sei e mezza del mattino. Pensò a quell’ora di sonno che aveva perso e si sentì ancora più stanco di prima. Chiuse gli occhi, ma non riusciva più a prendere sonno.
Fu in quel momento che Daehyun, il quale era rimasto sorprendentemente silenzioso per i precedenti minuti, immerso nei suoi pensieri, parlò. Chiamò la maknae, che lo guardò innocentemente da sotto la frangia più lunga del solito. La spostò con un veloce movimento della mano.
«Junhong, sono… vere?» le chiese Daehyun, indicando il suo petto. Junhong spostò lo sguardo sul suo seno e poi di nuovo sul suo hyung.
«A quanto pare,» gli disse. «Quando le prendo nelle mani, sembrano proprio vere.»
«Posso toccarle per verificare?» se ne uscì l’altro senza pensare, e Himchan sbarrò istantaneamente gli occhi, drizzando la schiena e voltandosi verso il vocalist.
«Yah, Jung Daehyun! Cosa credi di fare?!» gli strillò, tirandogli un cuscino in testa, a cui Daehyun rispose con un lamento mortificato. Junhong, finalmente conscia del suo nuovo corpo, arrossì fino a quando le punte delle sue orecchie non diventarono bordeaux.
Un altro silenzio imbarazzato passò per la stanza. Qualche minuto dopo, Junhong sembrò ricordarsi di qualcosa. «Ora che sono una ragazza,» cominciò con esitazione, «dovrò chiamarvi ‘oppa’?»
Yongguk si strozzò nell’acqua che stava bevendo.

 
Il manager Kang la prese meglio di quanto avessero previsto. Era andato al dormitorio per prendere i B.A.P e portarli al primo appuntamento della giornata, e quando vide Junhong-femmina girare in una felpa e pantaloni lunghi da ginnastica (perché Mamma Himchan voleva proteggere l’innocenza della sua figlia appena acquisita dalle grinfie dei suoi fratelli maggiori), aveva semplicemente reagito con un «Era ora, stavo cominciando a preoccuparmi perché non era ancora toccato a voi».
Al cui i membri risposero con qualche bicchiere rovesciato, l’inciampare nei loro stessi piedi e grida accusatorie.
Successivamente, il loro manager, da gran brava persona che era, si offrì di accompagnare Junhong dalle Secret. Anche se era praticamente tre centimetri più bassa di Jongup, Junhong-femmina era molto meno robusta di Junhong-maschio, quindi tutti gli indumenti le stavano troppo larghi. E aveva davvero bisogno di qualche paio di reggiseni e mutandine perché «Le tette sono le cose più dolorose del mondo quando state ballando, hyung, ci ho provato, dovete capirmi».
Quella sera, quando Junhong ritornò al dormitorio con finalmente della biancheria intima e qualche maglietta della sua taglia, il resto dei B.A.P dovette assicurarsi che quella ragazza fosse davvero la loro maknae.
Se di mattina erano stati tutti d’accordo sul fatto che Junhong era una ragazza carina, allora dovettero davvero ricredersi. Perché le Secret erano state fin troppo entusiaste all’idea di una Junhong-femmina, sbizzarrendosi con trucco e abbigliamento, e Junhong era ora in piedi all’entrata con i capelli arricciati in soffici boccoli, gli occhi contornati da una linea perfetta di eye-liner e da lunghe ciglia, le sue curve più accentuate dal vestito che portava e «Wow, Junhong, sei davvero una gran figa» (Daehyun).
Himchan lanciò un’occhiata a Yongguk, e vide che ancora non si era ripreso dallo shock della mattina. Sospirò, e predisse che lo avrebbero aspettato dei giorni davvero molto lunghi.

 
Ma Mamma Himchan ebbe anche qualcos’altro di cui preoccuparsi quando, qualche giorno dopo, si svegliò a pancia in giù e sentì un gran dolore al petto. Così si mise a sedere e si toccò quella zona e «Oh mio dio mi sono cresciute delle tette aiutatemi».
Ci fu un’altra visita alle Secret perché i reggiseni di Sunhwa erano troppo piccoli per lei. Hyosung le diede un paio dei suoi con un gran ghigno sul viso, e Himchan avrebbe voluto sprofondare sottoterra in quel preciso istante. Tuttavia, ci vollero solamente dieci minuti perché le ragazze la convincessero che, a differenza di Junhong che sprizzava innocenza da tutte le parti, lei aveva un corpo da favola ed era sexy da far paura, e Himchan ritornò la super diva che era da uomo in men che non si dica.
Quel pomeriggio, trascinò una Junhong svogliata per Myeongdong a spendere soldi su trucco e capi d’abbigliamento, anche se il manager Kang aveva detto loro che non era una situazione permanente.
«Unnie,» piagnucolò Junhong dopo qualche ora di camminata non-stop, «mi stanno facendo male i piedi. Perché non–»
Himchan si bloccò di colpo in mezzo alla strada, beccandosi alcune occhiatacce dalla gente attorno a loro. Lentamente, molto lentamente, si girò verso Junhong con un’espressione sorpresa, e la più giovane dovette trattenersi dal dirle che sembrava completamente ridicola. «Come mi hai chiamato?» le chiese Himchan, in un filo di voce.
Junhong si sentì presa alla sprovvista. «Uh,» borbottò, «unnie…?»
Himchan sbatté le palpebre un paio di volte, prima di indossare un gran sorriso. «Giusto. ‘Unnie’. Devi chiamarmi così d’ora in poi.»
Si voltò soddisfatta e continuò la sua passeggiata tra le vetrine con i sacchetti che le penzolavano dalle braccia. Junhong avrebbe davvero voluto dirle che l’aveva fatto solo perché erano in pubblico, ma decise di lasciar stare e di non rovinare la sua gloria di essere una ragazza appena trovata.

 
Yongguk non si sorprese più di tanto quando, due giorni più tardi, Daehyun mise piede nella sala e parlò con una voce più acuta del solito. «Credevo che questa situazione avrebbe fatto schifo,» annunciò, attirando l’attenzione di tutti i membri sul suo nuovo corpo, «ma devo ammettere che avere una vagina non è niente male.»
Youngjae quasi si strozzò nella sua tazza a quelle parole, mentre Himchan la guardò con un’espressione impressionata, caffè in mano. «Wow, Daehyun, sei passato dall’essere imbarazzato a guardare Junhong palparsi a guardarti le parti intime femminili senza pudore in una sola settimana. Sono fiero di te.»
Daehyun portava i capelli più corti di Junhong e Himchan, e incorniciavano il suo viso adorabilmente nonostante sapesse sfoggiare anche uno sguardo provocante. Questo, e le sue labbra piene fecero sì che Jongup e Youngjae dovessero scusarsi parecchie volte nei tre giorni successivi perché dovevano andare in bagno, con la presenza di Himchan che non aiutava per niente.
(Yongguk non fu influenzato troppo da tutto ciò solo perché, da buon leader, doveva pensare a delle scuse da rifilare alle BABYs per quanto riguardava l’assenza di tre dei loro membri.)
A Junhong non importava delle loro frequenti incursioni al bagno, e si era divertita invece ad imparare le coreografie di gruppi femminili, riuscendo ad eseguirne perfettamente già tre in soli dieci giorni.
«Stavo pensando,» disse ai suoi due hyung (unnie, più precisamente) un pomeriggio, quando gli uomini di casa erano fuori a tenere a bada le loro fans, «se non riuscissimo a ritornare come prima, potrebbero farci debuttare come una nuova girl group.»
Himchan aveva sul viso una maschera per il suo solito regime di bellezza settimanale che non le permetteva di muovere i muscoli facciali per almeno altri dieci minuti, ma questo non la fermò dall’assottigliare gli occhi alla maknae, in uno sguardo ammonitorio. Farle da portavoce toccò quindi a Daehyun, che era stravaccata sul divano in modo sgraziato. Stava guardando distrattamente un documentario sulle balene, giocherellando con le sue ciocche biondo scuro. «Non dire cose tanto spaventose, andrà a finire che succederà sul serio.»
Junhong guardò i suoi due hyung, unnie, quel che era, facendo il muso con un’espressione pensosa, ma poi scrollò le spalle con indifferenza. Non contemplava particolarmente quell’idea; voleva restare nei B.A.P. Ritornò a studiare la dance version di Pandora delle KARA, della quale aveva deciso di imparare la coreografia approfittando del fatto di poterla ballare con il corpo di una vera ragazza.
Dopo un paio di minuti, Daehyun fece un «Oh» sorpreso e continuò a maneggiare maldestramente i suoi capelli per qualche altro secondo. Himchan e Junhong la guardavano in modo interrogativo.

«Credo di aver capito come si fanno le trecce,» annunciò con un ghigno soddisfatto mostrando loro il suo risultato, sebbene fosse un po’ scialbo.
 
Jongup-femmina aveva le spalle larghe ed un corpo tonificato e in forma. Youngjae fu il primo a notarlo perché ora dormiva tra lui, cioè, lei e Yongguk, dal momento che volevano dare un po’ di privacy alle tre ragazze ed evitare di toccare involontariamente certe parti del corpo durante la notte. Perciò, con Junhong, Daehyun e Himchan sui tre letti superiori, era naturale che fosse il primo ad accorgersi che Jongup si era trasformato in una ragazza, visto che Jongup dormiva a torso nudo (si era completamente dimenticato la lista delle regole attaccata al frigorifero) e Youngjae si era trovato un paio di tette a pochi centimetri dalla faccia.
Inutile dire che il suo strillo fece da sveglia agli altri membri, ancora una volta.
Junhong aveva aperto gli occhi all’istante, impaziente di vedere a chi era toccato questa volta, e si affacciò a testa in giù dal suo letto. «Hai ancora gli addominali, hyung,» disse ghignando a una Jongup assonnata e confusa dopo qualche secondo di ispezione.
Stropicciandosi gli occhi, l’interessata guardò prima il cumulo di coperte sotto cui si era nascosto un Youngjae estremamente imbarazzato, poi il suo addome. I muscoli facevano capolino sulla sua pelle, e Jongup fu impaziente di scoprire se i suoi adorati Cheetos fossero ancora lì. Tirò un sospiro di sollievo quando i suoi bicipiti scolpiti erano al loro posto – molto meno prominenti, ma meglio di niente.
«Credo di avere legittimamente un’erezione femminile,» sussurrò Daehyun con ammirazione, quando si aggiunse a Junhong. Himchan non ebbe la forza di rimproverarlo perché, wow, i muscoli di Jongup erano davvero molto, molto sexy. Ebbe, tuttavia, almeno la decenza di dirle di mettersi una maglietta, dato che anche Yongguk aveva realizzato la situazione, ed ora sembrava sul punto di star soffocando nel suo cuscino, da come forte lo stava premendo contro la faccia.
Con quattro ragazze nel dormitorio, le magliette prese in prestito dalle Secret ora non bastavano più, e di certo non potevano ancora chiederne, perché non sarebbe rimasto più niente a quelle povere (?) ragazze.
Himchan reputò che fosse necessaria un’altra spedizione di shopping. Ma Junhong voleva semplicemente trascinare Jongup in sala prove e ballare con lei la coreografia di Pandora. Daehyun… era rimasta Daehyun, si rifiutava di alzarsi dal divano perché doveva perfezionare le sue doti da parrucchiera appena scoperte (le uniche eccezioni erano per andare al bagno e andare a comprare del cheesecake alla pasticceria di zona).
«D’accordo!» esclamò irritata Mamma Himchan, quando vide che Daehyun e Junhong non facevano che lagnarsi e Jongup non riusciva a smettere di fissarsi allo specchio, affascinata dal suo corpo. «Fate come volete. Vado io a fare compere. Poi non venite a lamentarvi se vi trovate dei vestiti da nonna tra i vostri sacchetti,» e andò a prendere la sua borsa. Daehyun e Junhong si guardarono, ma poi scrollarono le spalle, incuranti.

Tanto sarebbero ritornate maschi. Prima o poi.
 
«Hyung, aiutami,» piagnucolò Youngjae quel pomeriggio, quando lui e Yongguk entrarono nell’edificio della TS per fare rapporto al loro presidente circa la situazione con le ragazze.
Sebbene le quattro avessero tentato di calmare le BABYs attraverso messaggi sui social network, il gruppo aveva ancora il terrore che le fan buttassero giù la porta del loro dormitorio a notte fonda per controllare la situazione. Questo era il motivo per cui erano apparse delle terribili occhiaie sotto gli occhi di Yongguk.
Tale leader sospirò stancamente alle parole del vocalist. «Calmati, Youngjae, le fan non ti uccideranno. Siamo al sicuro.» Yongguk avrebbe voluto aggiungere un “Credo” alla fine della frase, ma poi ci ripensò. Non voleva che Youngjae andasse ancora più nel panico.
«Non è questo il problema,» frignò l’altro. «Non riesco a vivere con quattro ragazze nel dormitorio. Saranno la mia fine. Ieri ho trovato della loro biancheria nei miei vestiti. Ti rendi conto? Scommetto che lo fanno apposta.»
Il che era vero (era stata un’idea di Daehyun), ma Yongguk non lo sapeva. «Non essere ridicolo. I nostri vestiti si mischiavano anche prima che loro diventassero ragazze. Ne stai facendo un dramma più grosso di quel che è,» e proprio in quel momento le porte dell’ascensore si aprirono con il loro solito tintinnio.
Entrando, Youngjae storse il naso. Decise che il suo leader, per poter essere tanto calmo, o si stava godendo quella situazione, oppure era gay da far paura.

 
La più grande crisi mai avuta dai B.A.P fino a quel momento si presentò il giorno dopo.
«STA USCENDO DEL SANGUE DALLA MIA FOTTUTA VAGINA.» Furono queste le testuali parole di Daehyun.
Himchan e Jongup erano corse immediatamente al suo soccorso, seguite da una maknae più eccitata all’idea di vedere una Daehyun sanguinante che preoccupata per il suo hyung– unnie (nessuno seppe mai cosa le stava passando in testa, comunque).
Quando arrivarono, trovarono la loro vocalist, che sembrava sul punto di piangere, seduta sul water. Le sue mutandine sfoggiavano un’orribile macchia rossa. «Non è giusto,» singhiozzò lei, «non sono stata ragazza per nemmeno una settimana. Perché non è capitato a Junhong per prima?» La sopracitata scrollò le spalle, ringraziando per aver evitato quella situazione, perché la macchia di sangue era veramente brutta.
«Bbang e Youngjae, chiamate le esperte,» disse Himchan quando ritornò nella sala da pranzo, dove gli unici uomini rimasti dei B.A.P erano seduti, lasciando la situazione a Jongup e Junhong.
Qualche minuto dopo, le Secret erano state messe in viva voce. «Oh mio dio,» dissero Jieun e Hana col respiro mozzato una volta saputa la situazione. Nel sottofondo, i tre sentivano le grasse risate di Hyosung e Sunhwa farsi spazio nella telefonata.
«Siete la nostra unica speranza,» disse Yongguk, in tono solenne. Dal bagno, si sentì l’acqua della doccia scorrere e Daehyun gridare «STA USCENDO UNA CASCATA DI SANGUE DALLA MIA VAGINA AIUTO».
«Wow. Non pensavo che i gruppi maschili che si trasformavano potessero avere le mestruazioni. Non mi è sembrato che fosse accaduto agli Untouchable oppa,» commentò Hana, stupefatta. La loro leader e maknae risero ancora più forte.
«Uh, penso che vi tocca andare a comprare degli assorbenti,» consigliò Jieun. «Tanti. Magari succede ad un altro di voi.» Himchan fece una smorfia disgustata.
Decisero chi dovesse andare al supermercato per quella missione giocando a carta, forbici, sasso. Yongguk e Youngjae furono esclusi per evitare che qualche loro fan li incontrasse e diffondesse qualche strano, imbarazzante pettegolezzo su di loro. Quattro membri mancanti bastavano e avanzavano, grazie mille.
Himchan esultò quando vinse contro la maknae line, anche se si sentì un po’ in colpa per lasciare andare le due da sole. La sua preoccupazione durò cinque secondi, dopodiché sentì il lamento di Daehyun provenire dal loro bagno.

 
Jongup ispezionò lo scaffale dove erano esposti i prodotti igienici. Al suo fianco, Junhong aveva uno sguardo perplesso, non avendo idea di dove cominciare.
«Hyung,» le sussurrò Junhong, indicando due pacchetti di colore diverso, «che differenza c’è fra quello con le ali e quello senza?»
«Uh, non chiederlo a me,» rispose l’altra. Aveva ora preso un mano un pacco che apparentemente sembrava fosse adatto alle “perdite notturne”. Jongup rabbrividì al pensiero. «Secondo te Daehyun hyung morirà dissanguato durante la notte?»
La maknae sussultò all’idea. «Non… non penso? Se le Secret noona sono riuscite a sopravvivere fino a oggi, anche lui ci riuscirà… credo?»
Un altro silenzio imbarazzato cadde fra le due mentre decidevano se fossero migliori gli assorbenti che catturavano gli odori o quelli che li nascondevano con un profumo. Fortunatamente, nel reparto non c’era nessun’altra persona, così si erano evitate una situazione imbarazzante (perché, anche se avevano l’aspetto di due normali ragazze, dentro erano ancora degli uomini molto, molto virili, che non sapevano neanche lontanamente come funzionavano gli assorbenti).
Poi, Junhong cominciò a tirare frettolosamente il braccio del suo hyung. «Guarda qui,» farfugliò con un tono scandalizzato, indicandole un pacchetto di cartone color fucsia. Una dicitura sulla confezione dettava “assorbenti interni”. «Sembra che le ragazze si mettano queste robe dentro di loro per fermare il sangue. A me suonano come dei piccoli–»
«Ho capito!» la interruppe Jongup, tappandole la bocca con la mano.
Decisero, infine, di comprare un tipo “anatomico, adatto a flussi normali”, uno “lungo con ali” ed uno “ultra con ali, per flussi notturni”. Non avevano la minima idea di cosa volessero dire, ma uno adatto a Daehyun doveva esserci. Presero anche un po’ di snack, come Hana aveva suggerito, anche se non ne capivano il motivo. Meglio fidarsi delle esperte.
Sulla strada del ritorno, Junhong chiese cosa facessero le ragazze quando quegli “assorbenti interni” si perdevano dentro di loro. La dancing machine non seppe cosa risponderle.

 
«Mi sembra di star indossando un pannolino,» dichiarò Daehyun quando uscì dal bagno.
Essendo Yongguk e Youngjae usciti, a casa era rimasta solo la girl line, che si voltò a guardarla al suono della sua voce. Le tre furono accolte dalla vista di Daehyun che entrava in cucina camminando a gambe divaricate. Era una scena a dir poco pessima e imbarazzante.
«Sembri un incrocio tra un granchio e un pinguino,» commentò Himchan, grattandosi il capo. Lo chignon in cui aveva raccolto i capelli era un po’ fastidioso.
Daehyun le gettò un’occhiata tradita. «Almeno non ho delle poppe tanto grosse da far esplodere il reggiseno,» commentò acidamente, e si diresse immediatamente al tavolo, dove la maknae line aveva svuotato il sacchetto pieno di pacchi di patatine comprati al supermercato.
Jongup dovette fermare Himchan dal lanciare alla loro vocalist una ciabatta.

 
Yongguk svenne quando, quella sera, dovette utilizzare il bagno e trovò un assorbente sporco dimenticato da Daehyun.
 
Due giorni più tardi, il bagno rimase invece occupato da Youngjae per più di due ore, facendo sì che una fila di ragazze si formasse davanti alla porta. (Yongguk era esausto e voleva approfittare di quel giorno di riposo per dormire.)
«Youngjae, ti avverto,» lo minacciò Daehyun, battendo la mano sulla porta con forza. «Se non esci da lì nei prossimi dieci secondi, giuro che sanguinerò su tutto quello che ami di più.»
Funzionò, e Youngjae si decise di uscire. I bisogni di Daehyun erano troppo forti per preoccuparsi di com’era diventato il loro vocalist, e sbatté la porta del bagno dietro di lei.
Tra tutte le ragazze, Youngjae era la più minuta. Era persino più bassa di Jongup, i suoi capelli bruni arrivavano appena alle sue spalle, e il suo viso era rotondo, con dei grandi occhioni da cerbiatta. Himchan avrebbe solo voluto pizzicare le sue tenere guanciotte tutto il giorno.
Youngjae tenne il broncio l’intero pomeriggio, chiedendosi come una cosa del genere fosse lontanamente possibile.
«Non essere così, hyung,» le disse Jongup, tentando di essere rassicurante, «dopo un po’, non è poi così male.»
Daehyun parlò dalla poltrona vicina. «Tranne quando sei nel mio stato, perché in questo momento essere una ragazza fa davvero schifo,» disse, senza alzare lo sguardo dal suo smartphone. Si beccò una fulminata da Youngjae, ma lei la ignorò completamente. «Piuttosto, non c’è qualcos’altro da mangiare? Ho fame.»
Himchan aggrottò le sopracciglia. «Hai finito tutti i pacchetti di patatine che avevamo praticamente da solo. Finirai per ingrassare!»
Da sotto le sue lunghe ciglia, Daehyun le gettò con uno sguardo torvo. Schioccò la lingua minacciosamente e si alzò divano. «D’accordo! Io sono qui a soffrire le pene dell’inferno e voi non fate niente per aiutarmi. Gran bei compagni che siete.» E si diresse verso la loro camera battendo i piedi ed emanando irritazione da tutti i pori sotto gli occhi degli altri membri, le quali erano estremamente perplesse dalla situazione.
Yongguk, che stava entrando nella sala, per poco non si scontrò con lei. Si spalmò sulla parete del corridoio mentre Daehyun passava, e quando sentì la porta sbattere, si affacciò nella stanza e guardò le ragazze in modo interrogativo. «Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?»
Himchan guardò il suo coetaneo, sconcertata. «Non ne ho idea, giuro,» disse, alzando le mani. Per una volta, tutti i membri furono d’accordo con la loro Mamma.
Junhong riprese a giocare alla sua PSP, borbottando un, «Femmine».

 
Francamente, Yongguk non aveva idea di come era riuscito a sopravvivere fino a quel momento. Non sapeva se trovare più spaventoso il fatto che si stavano trasformando tutti in ragazze uno ad uno, o che il manager Kang parlasse di questo fenomeno con gli altri manager, senza invece aver detto niente a loro fino a praticamente due settimane fa.
Fuori dall’edificio della TS, quando una fan gli chiese se gli altri membri fossero stati rapiti per caso dagli alieni, lui non seppe cosa risponderle (anche perché, teoricamente, i B.A.P stessi erano degli alieni). Avrebbe davvero voluto dirle che erano a casa, al sicuro, che mangiavano almeno tre pasti al giorno ed erano freschi come delle rose. Erano solo delle donne, ma aveva giurato segretezza alla compagnia – il che non serviva molto, perché Himchan gli aveva detto che i fanboard di qualsiasi gruppo straripavano di messaggi che speculavano su questo fenomeno strambo.
Ogni sera, quando tornava a casa, si sentiva completamente stremato. Si trovava sotto i piedi milioni di lunghi capelli, il bagno veniva occupato per più tempo del solito (la sua prima posizione da più anziano era ormai inutile), e si era ritrovato a dormire sul divano perché, da gentiluomo che era, aveva lasciato la camera alle ragazze.
Non era che Yongguk fosse irritato da tutto ciò, davvero, ma avrebbe solo voluto che tutto ritornasse alla normalità al più presto.

 
La mattina di sabato, Yongguk si svegliò con una strana sensazione, perché gli sembrava di star osservando i suoi dintorni da un punto di vista diverso – più basso. Rimase per qualche momento seduto sul divano, tentando di svegliare la sua mente annebbiata dal sonno.
In quel momento, sentì la porta del bagno aprirsi e sulla soglia del salotto apparve Youngjae, che aveva un gran bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.
La ragazza sussultò alla vista di Yongguk già sveglio e seduto. «Oh, buongiorno hyung. Non credevo che–» Si fermò a metà frase quando realizzò che il loro leader era ora una ragazza oh. Mio. Dio.
Youngjae vide di sfuggita un capezzolo di Yongguk-femmina dal momento che indossava solo una canottiera, e corse via all’istante, gridando «MI SCUSO CON IL MONDO INTERO» come la ragazzina imbarazzata che era. Dalla loro camera provennero i grugniti delle altre ragazze, disturbate di nuovo dalla loro vocalist-sveglia.
Ci volle qualche secondo prima che anche Yongguk si accorgesse che il suo petto sembrava più pesante del solito. Quando finalmente si guardò, tirò un sospiro di sollievo. «Finalmente, credevo che questo giorno non arrivasse più,» si disse, alzando gli occhi al cielo.

 
Le ragazze avevano preso l’abitudine di tenere sfilate di moda dopo la mezzanotte, e per questo, dopo essere state svegliate da Youngjae, erano ritornate a dormire senza neanche preoccuparsi di dare un’occhiata alla loro nuova leader (meno robusta di Jongup, ma alta e magra, e la sua voce profonda e il sorriso-gengive erano rimasti). Per questo, si erano alzate praticamente venti minuti prima di mezzogiorno, e ora erano riunite attorno al tavolo da pranzo.
«Io continuo a ripetere che ci faranno debuttare come una nuova girl group,» disse Junhong, mentre aspettavano che Mamma Himchan servisse il cibo. «Andiamo, una leader che è anche rapper, compositrice e paroliera non si trova tutti i giorni.»
«Mi oppongo,» disse Youngjae in tono inflessibile. «Voglio solo che questa tortura finisca il più presto possibile, prima che qui dentro qualcuno muoia dissanguato.»
«Guardatela dal lato positivo, almeno stiamo avendo una vacanza gratis,» le incoraggiò Daehyun, mangiucchiando una mela. Himchan l’aveva messa sotto una dieta forzata perché tutti gli snack che aveva ingerito i giorni precedenti erano davvero un no-no.
«E possiamo uscire senza essere riconosciuti,» aggiunse Jongup, felice di poter andare alla sala prove della TS senza essere costantemente seguito dalle fangirls (Jongup amava le loro fan, sul serio, ma certe volte si sentiva costantemente osservato, persino quando era al sicuro nel loro dormitorio).
Yongguk sospirò stancamente. «Lusingato dalle tue parole, Junhong, ma vorrei davvero che tutto ritornasse come prima. Non mi sento a mio agio… così.»
Youngjae lo ringraziò, perché aveva finalmente trovato qualcuno che condivideva i suoi stessi pensieri.

 
Tutti i loro impegni per la settimana successiva furono cancellati, anche se Yongguk aveva detto loro che la TS aveva intenzione di programmare un altro comeback. Così le B.A.P erano rimaste con niente da fare al loro dormitorio.
Jongup aveva notato che la voce di Yongguk assomigliava paurosamente a quella di Amber, così passarono tutto il giorno ad ascoltare l’intera discografia delle f(x), e Junhong, Jongup e Himchan tentarono persino di imparare le coreografie di Electric Shock e Hot Summer. Successivamente, fu la volta delle Girls Generation, SISTAR, After School e 4MINUTE, perché come avrebbero passato il tempo, altrimenti?
Si scoprì poi con un torneo a braccio di ferro che Junhong era la seconda più forte (perché aveva deciso di sfruttare il suo aegyo pur di vincere, ma non aveva funzionato con Jongup). Dopodiché, Daehyun, che aveva guardato infiniti tutorial su Youtube, si offrì di acconciare i capelli a tutte le ragazze, meno Yongguk che aveva i capelli corti. Altre sfilate furono tenute anche in pieno giorno, e tutte si divertirono a far diventare la loro leader una top model per un giorno.
Decisero di cantare tutte le loro canzoni con le loro nuove voci. Poi, Youngjae, che aveva cominciato finalmente a divertirsi genuinamente, propose di fare una gara di comporre testi sulla base creata da Yongguk pochi giorni prima. La coppia che vinse fu Daehyun-Jongup, che cantò sulle gengive di Yongguk e Hyosung, grazie al voto del manager Kang che era andato al loro dormitorio per controllare che fossero ancora tutte vive e vegete. Le ragazze lo pregarono perché non dicesse niente alla leader dell’altro gruppo.
In qualche modo, riuscirono a sopravvivere per quella settimana, mentre il loro fandom se la passava diversamente. Ma loro non potevano farci davvero niente.

 
La situazione ritornò alla normalità dopo un altro paio di giorni di reggiseni scambiati e cumuli di lunghi capelli sul pavimento.
Youngjae fu infinitamente felice di sapere che non aveva più le tette e che Youngjae junior era ritornato al suo posto. Junhong un po’ meno, perché non avrebbe più avuto alcuna scusa per continuare ad imparare coreografie femminili (ma continuò a farlo di nascosto comunque). La TS fu più che lieta di sapere che il loro gruppo più popolare era ritornato in pista, e per dimostrare la loro gratitudine, li riempirono immediatamente di impegni. Non che si lamentassero, erano davvero, davvero felici di poter dimostrare che erano gli stessi uomini virili di prima.
I B.A.P ringraziarono tutte le BABYs per essersi preoccupate ed averli aspettati fino a quel momento. Dopo aver restituito ciò che avevano preso in prestito dalle Secret, non sapendo cosa fare del resto, decisero di impacchettare tutti i vestiti femminili che avevano acquistato e di nasconderli nell’angolo più remoto del ripostiglio del dormitorio. Giurarono di non parlare più dell’accaduto per il resto delle loro vite.

 
Mesi più tardi, mentre andavano a far pratica per il loro comeback, i B.A.P videro il manager delle 15& passare al loro fianco a passi svelti, con un’espressione corrucciata.
Quando chiesero al loro coreografo se sapesse cosa stava succedendo, lui disse che le due ragazze stavano avendo dei certi problemi d’identità.
I sei annuirono in silenzio, dispiaciuti per loro.

 
 
 
 
 
 
A/N: sono 100% trasgry e quindi, invece di scrivere i saggi da brava studentessa che sono (?), scrivo fanfiction inutili. Ho capito che, se non pubblico storie per un anno, la mia immaginazione si fa più viva e ne sforno 100000000000 in una sola volta. È solo che ho troppi feels per la TS family e per genderswitch!B.A.P, quindi sopportatemi. (Sto anche pensando di scrivere qualche storia member-centered aiut il kpop mi sta rovinando la vita)
Sul serio, c’è questo concept tra i fanwriter inglesi in cui, in una volta nella carriera dei nostri beniamini, questi si trasformano in ragazze lmao. Tra l’altro, ho letto letteralmente solo due fanfiction di genderswitch!B.A.P, quindi ho deciso di crearne un’altra io. Se dovessi scegliere delle canzoni che vanno bene con questa trama, sarebbero ‘Female President’ delle Girl’s Day e ‘Hot Summer’ delle f(x). Amo quelle canzoni sob
Sul serio, è la storia più inutile che abbia mai scritto. Mi scuso per aver scritto di Youngjae in questo modo MA ERA DAVVERO DIVERTENTE L'IDEA OKAY GRAZIE
Il bias che fa la mamma è il miglior bias sob Y U SO PERF STRONGCHAN

Rainie
   
 
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