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Autore: Nenia357    24/08/2014    4 recensioni
Dean/human!Impala
"Ma dovevi proprio rimettere quei dannatissimi Lego giù per la mia bocchetta dell'aria? Stavo per soffocare, cazzo! Nel bel mezzo di un parcheggio, alle 3 di notte! Sarei potuta MORIRE!" urlò lei, improvvisamente di nuovo arrabbiata, tirando fuori da una tasca una manciata di mattoncini Lego e tirandoglieli dietro.
"LEGO GIU' PER LA TUA BOCCHETTA DELL'ARIA? SEI COMPLETAMENTE FUORI DI TESTA?"
"Dio, non capisco come fai ad essere ancora vivo. SONO IO LA TUA CAZZO DI IMPALA!"
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Dean Winchester, Impala, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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capitolo 6

Sam mise in moto l'auto e imboccò la strada per il motel con la massima tranquillità, ma Dean era irrequieto. Guidare era l'unica cosa che lo calmava, e suo fratello aveva deciso di impedirglielo. Stava benone, ci voleva ben più di un impatto con un muro per metterlo fuori gioco! Non che importasse, visto che tanto non poteva guidare la sua Impala... Non sarebbe stata la stessa cosa. Sbuffò per la frustrazione, e Sam lo ignorò deliberatamente. 

Ben presto la povera anima in pena ebbe la conferma che il sedile del passeggero non offriva nessun tipo di distrazione, e non riuscì ad impedirsi di lasciar vagare i propri pensieri. Inizialmente rimuginò un poco sui suoi sospetti su Perry, ma questi lasciarono il posto a decine di altri dubbi più inquietanti e impellenti. Non ne poteva più, la confusione nella sua testa era così forte da non riuscire più a seguire il filo dei propri pensieri; se non ne avesse parlato con qualcuno alle svelte sarebbe uscito di testa, quindi si schiarì la voce per attirare l'attenzione di Sam ed annunciò: "Dobbiamo parlare."

Sam accostò l'anonima auto sul ciglio della strada. Stava aspettando che suo fratello ricominciasse a insistere sui suoi assurdi sospetti sul ragazzino e la sua amichetta dal momento in cui erano partiti, solo sperava non insistesse già da subito. Girò il torso verso di lui, appoggiando la schiena sulla portiera, e intrecciò le mani sopra il ventre. Tutto nella sua postura comunicava cosa ne pensava senza nemmeno il bisogno di dire una parola. "Allora?” lo esortò impaziente.

“Il tizio aveva macchie simile a quella di Jean.” sparò Dean senza preamboli.

“Cosa?!" Non era assolutamente quello che si aspettava di sentirsi dire, e Sam scattò sull'attenti: raddrizzò la schiena e disgiunse le mani, poggiandole ai suoi lati, sul sedile, improvvisamente all'erta. "Il ragazzo o il mostro?”

"Il mostro."

Sam socchiuse appena gli occhi e corrugò la fronte “Beh, é plausibile che siano stati originati- No, ma, aspetta: macchie? Al plurale?”

"Si, aveva un braccio pieno di scarabocchi. Aveva dei simboli ben chiari, non era una macchia informe come quella di Jean."

"Strano. Ma come fanno allora ad essere simili?"

"Hai visto la sua schiena: non è una semplice macchia, no? Avevano lo stesso identico colore, la stessa... consistenza. Non può essere una coincidenza."

"Okay... Riusciresti a disegnare i simboli che hai visto? Potrei fare una ricerca e veder se ci possono essere d'aiuto."

"Vediamo..." Dean tirò fuori dal portaoggetti dell'auto una penna ed un bloc notes e cominciò a scribacchiare quello che ricordava.

"Anche se in realtà mi preoccupa di più Crowley al momento" aggiunse pensieroso Sam.

"Quel figlio di puttana..." borbottio Dean mentre continuava a tracciare scarabocchi sul foglio "C'era odore di zolfo già quando siamo arrivati, chissà per quanto tempo è rimasto invisibile a spiarci..."

“Oh merda, non ci avevo pensato... No, però io mi riferivo a quello che ha detto prima di filarsela, che ha sistemato i casini di qualcun altro… Pensi che intendesse un suo subalterno?”

“Ah, ha detto così? Beh, sì, è probabile. Dubito che il re degli Inferi abbia un burattinaio, o che condivida i suoi giocattoli con altri bambini, quindi dev'essere stata una dei suoi soldatini ad aver sbagliato qualcosa. Chissà che cosa poi..."

"Beh, quel... coso era poco più che una bestia, puro istinto. Credo che non sia difficile immaginare perché lo considerava un incidente di percorso..." Sam fece una pausa, sapendo già come Dean avrebbe reagito a ciò che stava per dire. Magari non l'avrebbe accettato, ma era una realtà che avrebbero potuto dover affrontare che lo volessero oppure no, quindi prese un respiro profondo e suggerì nervosamente "Magari quello è... lo... stadio finale della macchia."

"No, non credo... Ecco fatto!" Dean gli mollò il notes sulle gambe e cerco di sviare leggermente il discorso. "Pensi che Jean e signor Raggio di Sole siano entrambi opera sua?"

Sam si grattò la nuca "No, no... Dio, spero di no! Non lo so. Ma ha detto che ci saremmo rivisti molto presto, quindi bisogna considerare l'ipotesi."

"Cosa?!" Dean improvvisamente allarmato.

"Sì, non l'hai sentito?"

"No che non l'ho sentito! Figlio di puttana! Che altro ha detto?"  Dean si strinse le tempie tra pollice e indice della mano destra. "Maledizione." Prese blocco e penna dalle ginocchia di Sam e li buttò nel vano da cui li aveva presi richiudendolo con forza. "Cosa aspetti? Riparti!!!"

"Dean," esordì Sam rassicurante riaccendendo il motore e tornando in carreggiata. " Non abbiamo idea di cosa possa essere o non essere quella creatura, non sappiamo ancora se è legata a Jean, e non sappiamo cosa voglia da noi Crowley. Sono solo congetture. Calmati"

"Calmati? Come cazzo faccio a calmarmi?! Probabilmente vuole rapire anche lei!"

"E'... possibile" concesse Sam a malincuore.

"Figlio di puttana!" Esclamò di nuovo Dean, colpendosi col pugno la coscia per enfatizzare.

"Io dico che dovremmo evocarlo." Si arrischiò a proporre il più giovane.

"Cosa? E dire che pensavo di essere io quello che ha sbattuto la testa..."

“So che è rischioso Dean, però Crowley sa qualcosa di questa faccenda di cui noi siamo all'oscuro. Perché non evocarlo in una trappola per demoni e-”

“No! Sam, è di Crowley che stiamo parlando, saprà sempre qualcosa che non sappiamo. E’ furbo ed è già un passo avanti a noi, ce lo ritroveremo fin troppo presto tra i piedi, e quando succederà potrebbe fare a Jean lo stesso servizietto che ha fatto a quell'affare. Bloccarla, rapirla, o peggio. L'ultima cosa che ci serve facilitargli le cose e servirgli Jean su un piatto d'argento, grazie tante. 
Io dico di guadagnare tempo. Proteggere la stanza. Cambiare motel vorrebbe dire esporsi e dare al bastardo la possibilità di prendersela con lei nel tragitto fino alla nuova sistemazione. Dobbiamo controllare che Jean sia al sicuro, e addestrarla a difendersi in caso di attacco."

“Sei davvero sicuro? Voglio dire, io adoro Jean e voglio che sia protetta, lo sai, ma se davvero ci sono dei demoni dietro tutto questo potrebbe non essere una buona idea darle delle armi. Quel simbolo, chi ci garantisce che non sia un qualche tipo di contatto con lui?"

"No, Sam. So dove stai andando a parare e no, Jean non passerà al lato oscuro, non sotto il mio naso.”

"Ma non sappiamo che tipo di magia la anima, c'è la possibilità che sia demoniaca!"

“Ma ti stai ascoltando? Non voglio sentire un’altra parola, okay?

"No, non hai capito, non sto dicendo che Jean deve per forza diventare malvagia, ma quell'affare potrebbe agire come una cimice, Crowley potrebbe stare ascoltando le nostre conversazioni. O magari potrebbe essere un comando a distanza  e Jean potrebbe diventare un fantoccio nelle mani di Crowley. Non pensi-“

"Penso tante cose Sam. Penso che il tuo taglio di capelli sia orribile e totalmente inadatto ad un cacciatore. Penso che il mondo non apprezzi abbastanza il valore delle ragazze facili, e che dovrebbe premiarle per il servizio reso alla comunità. 
Ma sapere? So che Jean è parte della famiglia. So che nessuno di noi tre lascerà che Crowley le faccia qualsiasi cosa ha in mente di farle, e so per certo che lei in questo momento è a casa da sola, e non è affatto nella sua forma migliore. Quindi perché non la smetti di produrre inquinamento acustico, chiudi la bocca e premi quel dannato acceleratore così possiamo assicurarci che stia bene?"

Sam annuì ed obbedì senza fiatare, agitandosi nel sedile per il senso di colpa mentre la lancetta del tachimetro saliva. In effetti forse infranse qualche limite, perché arrivarono al motel in un battibaleno. 

"Senti, non raccontiamo nulla a Jean per ora"

"Segreti, Dean?"  disse Sam, fermandosi a metà delle strette scale che portavano alla loro stanza per guardarlo mentre gli parlava. "Sai che non portano mai a niente di buono..."

"Lo so, ma, diavolo, è viva da appena due giorni! Non voglio che si preoccupi di Crowley, o di farci del male, o che si senta in colpa per qualcosa che non dipende da lei se non è strettamente necessario."

"Preoccuparsi di farci del male? Vedi? Anche tu pensi che ci sia la possibilità che perda il controllo!" esclamò quasi esaltato il più giovane.

Dean fece una smorfia, ma poi ammise "E va bene, c'è anche questa possibilità, okay? Allora, abbiamo un accordo?"

Sam lo fissò intensamente, riflettendo ma poi alla fine capitolò. "Sí, okay. Tra l'altro nel caso Jean fosse davvero opera di Crowley" Sam notò che il fratello stava tornando sul piede di guerra e si affrettò ad aggiungere "il che sono sicuro non é assolutamente il caso, ma se lo fosse tutte le informazioni che le diamo arriverebbero direttamente ai cattivi."

"Ottima osservazione. Ti piace un po' troppo avere ragione ma a volte non sei così male, fratellino. Quindi acqua in bocca."

"Ma solo a condizione che prendiamo tutte le precauzioni possibili. Se le cose dovessero diventare pericolose, la prima cosa che faremo è informarla sulla situazione. Sapere o non sapere certe cose può essere vitale, può darle degli strumenti con cui difendersi!"

"Okay, okay. Ho promesso, e io mantengo le promesse. Sapere è potere, blah blah blah"

Sam lo guardò stranito "Bacon?"

"Eh?! Cosa?"

"Quello che hai appena detto, 'Sapere è potere,' è una frase di- ...non importa."

"Sammy, l'unico bacon che conosco è quello che si mette negli hamburger."

Sam fece una delle sue bitchface e gli diede una gomitata mentre Dean girava la chiave nella toppa della porta della loro stanza. 

La scena che li accolse paralizzò entrambi.

“So- so cosa sembra, ma non ho fatto nulla, lo giuro. Diciamo solo che è... successo!”

Jane era sconvolta e molto molto bagnata. La stanza odorava di fumo, e lei era in piedi di fianco alle finestre con un vaso da fiori in mano e l'espressione di un cervo colpito dai fari di un'auto. Le tende, o almeno quello che ne rimaneva, erano fradice; una delle due era completamente carbonizzata, l’altra era solo bruciacchiata, ma erano comunque entrambe da buttare.

“Le tende hanno preso fuoco ed è solo successo?!”

“Andiamo, dicci cosa hai fatto, prometto che non ci arrabbieremo” la incitò con fare rassicurante Sam.

“Ma è la verità! Stavo guardando fuori dalla finestra, ero preoccupata e stavo pensando a voi" Jean si interruppe di botto, improvvisamente imbarazzata, ma dopo un momento riprese. "S- stavo pensando che se vi fosse mai successo qualcosa io… avrei dato la caccia a quel figlio di puttana che aveva osato farvi del male e l’avrei fatto a pezzi, e immagino di essermi... infiammata un po’ troppo perché hanno preso fuoco anche le tende.” terminò con un filo di voce.

Il cervello di Dean cercò di assimilare le nuove informazione in maniera razionale. “Tipo... hai preso un accendino e ti sei messa a giocherellarci perché eri nervosa e-“

“No, tipo che mi sono uscite delle dannatissime fiamme dalle mani!” esclamò Jean esasperata.

“Cosa?!” Dissero Sam e Dean all’unisono.

“Sì, lo so. Avevo una mano stretta intorno ad una tenda, ho sentito un calore improvviso alle mani e l'istante dopo la tenda sembrava il falò di un campeggio! Tra la stanza che ha cominciato ad andare a fuoco e lo spavento per averlo provocato io ho quasi fatto un infarto."

"Riusciresti a rifarlo a comando?" si informò interessato Dean.

"Non lo so... forse? Scusa, ero troppo impegnata a giocare al pompiere per domandarmi queste cose." rispose sarcastica.

“Ma l'hai gestita per il meglio, è questo quello che importa...” cercò di rassicurarla Sam.

"Sì, beh, ho dato fuoco alla stanza l'ho allagata... Non lo definirei gestire per il meglio"

Sam non riuscì a trattenere una risatina. 

"Che c'è di tanto divertente?"

"So che ieri avevo detto che ero preoccupato potessi dar fuoco al motel, ma non intendevo sul serio."

"Stai zitto" ribattè lei, punta sul vivo. Poi portò una mano alla fronte facendo una piccola smorfia di dolore.

Dean lo notò e subito indagò "Ancora tanto male?"

"Un po', ma va già molto meglio dopo la pastiglia" rispose con un sorriso carico di gratitudine rivolto al più alto dei due. "Ad ogni modo come è andata la caccia?"

"Male. Ci è scappato."

"Cavoli!"

"Sí, lo so. Colpa di Crowley." La informò Sam.

"Crowley?!?"

“Già." 

Dean decise di tagliar corto con le spiegazioni prima che scappassero informazioni scomode e cambiò discorso. "Beh, questo" fece un gesto ad indicare le tende e Jean "cambia tutto. Sam, puoi cercare un nuovo appartamento? Se già prima rischiavamo che il proprietario ci facesse il culo perché dormivamo in tre in una stanza da due, ora che abbiamo provato a fare le sue tende al barbecue è meglio andarsene alle svelte. Siamo fortunati che non sia partito l'allarme antincendio."

"Certo. Qui si stava stretti... magari possiamo prendere una stanza un poco più grande? Un monolocale forse?"

"Prendi anche una villa con piscina se vuoi, l'importante è proteggerlo. Puoi disegnare i soliti simboli anche da solo, giusto?” 

"Ehm, sicuro... Ma pensavo avessimo detto che era più sicuro non muoverci." C'era mancato un pelo che dicesse 'non muovere Jean.'

"Sì,è vero, ma devo comunque portare Jean fuori, quindi conviene farlo subito e non attirare l'attenzione su di noi. Bellezza, mettiti qualcosa di asciutto che usciamo."

“Dove andiamo?” chiese perplessa, spostandosi una ciocca di capelli bagnati dal viso.

“Vuoi o non vuoi unirti a noi la prossima volta che usciremo per investigare? Devo insegnarti come difenderti! E poi ora che potresti essere la nuova Torcia Umana voglio che mi mostri i tuoi poteri, capire se puoi controllarli.”

"Dean, veramente volevo dare un'occhiata alla macchia..." si intromise Sam.

"Lo puoi fare dopo no?"

Sam annuì, ma sembrò parecchio contrariato. Aveva capito cosa stava facendo il fratello e lo trovava scorretto. E imprudente. Stava nascondendo la testa sotto la sabbia, voleva tenere Jean all'oscuro su tutta la linea, e Sam non poteva controbattere dicendo che era preoccupato per la macchia, o per i nuovi poteri, perché aveva promesso. Questo era uno di quei momenti in cui odiava Dean.

"Andiamo, piantala con quel muso. Cosa vuoi che cambi farlo adesso o tra un'ora? Almeno se la controlli a pranzo adesso puoi fare un po' di ricerche e capire cosa diavolo sta succedendo invece di brancolare nel buio. Non sappiamo nemmeno di che cosa dobbiamo preoccuparci."

Anche se detto da uno che 5 minuti prima stava sclerando doveva ammetterlo: Dean aveva la capacità di argomentare efficacemente a suo favore ogni tipo di cazzata. Ma del resto era ovvio che non capisse perché Sam era così restio a lasciarlo da solo con Jean fintantoché gli tenevano nascosto che Jean si era sentita male dopo averlo toccato quella mattina. Che macello. Sam sospettava ci fosse di mezzo solo una cotta, e che Jean stesse facendo conoscenza col magico mondo degli ormoni (a che livelli di assurdità era arrivata la sua vita se Sam poteva dire di stare assistendo all'auto in cui era cresciuto che si innamorava di suo fratello?!?). Ma non poteva esserne certo, magari il problema era un'altro... Fanculo, un'ora erano solo 60 miseri minuti, no? Poteva aspettare... credeva.

Jean raccattò le sue cose e cercò di prepararsi in fretta: era eccitatissima alla prospettiva di poter finalmente prendere parte all'azione, e dimenticò tutte le domande che avrebbe voluto fare ai due fratelli qualche secondo prima. Sam gli lanciò un'occhiataccia, ma Dean  lo ignorò palesemente, rivolgendosi alla ragazza sfoggiando un sorrisetto da manuale. "Non mi dire, ora dai persino fuoco alle tende... Sapevo che eri caliente, ma non pensavo così tanto!"

"Oh, Dean" rispose lei con voce suadente mentre chiudeva la zip dello stivale."Sono tutta un fuoco!" Si voltò e fece l'occhiolino a Sam, un gran sorriso a dimostrare che stava scherzando.

“Cavoli Jean ti ci metti anche tu?” Sam lanciò un’occhiataccia ad entrambi.

Dean lo guardò divertito. "Andiamo, lo so che in fondo anche tu ci trovi esilaranti."

"In fondo. Molto in fondo. Così in fondo che non le trovo divertenti e basta"

Dean sbuffò. "Sei sempre così teso!"

“Dai, Sammy, non scaldarti troppo.” Saltò su Jean.

“Voi due avete passato troppo tempo insieme!” Replicò Sam rassegnato, scuotendo la testa.

Dean, notando che Jean era ormai pronta, troncò la conversazione con un semplice "Ciao Samantha. Rilassati un poco" 

Jean lo seguì a ruota. “Altrimenti arriverai al punto di ebollizione!” con la testa che sbucava da dietro la porta, sporse un braccio per mandargli un bacio e la chiuse alle sue spalle.

Sam in due falcate la riaprì e cacciò la testa fuori per urlargli “La stai rovinando!”

Dean, già a metà delle scale, si limitò ad alzare una mano ed agitarla in segno di saluto.

 


Non appena si furono posizionati intorno al tavolo ed ebbero distribuito il pranzo Sam colse l'occasione per togliersi lo sfizio di fare la domanda che si teneva dentro da... beh, finché i due erano stati fuori non aveva potuto evitare di controllare l'orologio ogni mezzo minuto, e durante quei 73 minuti una delle cose su cui più aveva rimuginato era stata... "Non pensi che portare una ragazza con l'emicrania a sparare possa essere stata un po'una cazzata?"

Dean, che stava mangiando le sue patate fritte, incassò la critica senza batter ciglio e rispose imperturbabile "Non sono poi così idiota." Si mise in bocca una patatina. "Ho rubato un paio di cuffie antirumore mentre andavamo lì."

"Dean!" Lo sgridò Sam.

"Cosa c'è? Il negozio era chiuso... Stavo facendo l'adulto responsabile!" ribatté alzando leggermente la testa e indicando sé stesso un paio di volte, il sacchetto ancora in mano. "Era una questione di vita o di morte". 

Jean roteò gli occhi pensando che fosse una battuta, ma Sam a quanto pafe la prese sul serio perché sembrò visibilmente a disagio. Dean notò la reazione del fratello; quel gigante era probabilmente la persona peggiore del mondo a mantenere i segreti... meglio far finta di nulla: si ficcò un'altra manciata di patate in bocca e continuò col suo discorso "...Ed avevo ragione, nell'ultima mezz'oretta è riuscita anche a sparare. Prima... nah, neanche con le cuffie. Ma non è che abbiamo sprecato la mattinata eh: le ho insegnato un po' di difesa personale, e ora controlla bene i poteri! Guarda cosa ha scoperto di poter fare!" Dean si chinò a prendere una candela dal borsone delle armi ai suoi piedi e allungo il braccio dritto davanti a sé. "Vai baby." Le disse con un occhiolino.

Jane, che era seduta dalla parte opposta del tavolo, fissò intensamente la candela per vari secondi senza che succedesse alcunché e rinunciò.

"Dean, ancora non credo di saper padroneggiare bene i poteri a distanza..."

"Prima ci sei riuscita, so che puoi rifarlo!" La incoraggiò lui. Jean incontrò il suo sguardo fiducioso e non se la sentí di togliergli quel sorriso. Sembrava cosí soddisfatto di sè, così... sereno. Erano mesi, se non anni, che Dean non si rilassava così. Per una volta non era sulla difensiva, non cercava di ripararsi da un gancio emotivo che sapeva sarebbe arrivato da un momento all'altro. Sembrava di riavere davanti il Dean pre-inferno, e l'ultima cosa che voleva era cancellargli dal viso quel bellissimo sorriso.

Jean annuì, prese un respiro profondo e tornò a fissare intensamente lo stoppino. Tutto il suo corpo sembrava teso nello sforzo mentale, ma al tempo stesso era completamente immobile; sembrava aver raggiunto una concentrazione assoluta.

"Così baby, so che-"

"Dean, puoi evitare?" sbottò stizzita. Jean spostò lo sguardo oltre la candela, su Dean, solo per una frazione di secondo, ma bastò quell'istante di distrazione: la sua magia decise di funzionare proprio in quel momento, e i suoi occhi per un istante brillarono di un rosso intenso mentre una piccola fiamma divampava nel punto su cui lei aveva posato gli occhi.

D'istinto Jane s'alzò in piedi e corse verso Dean, ma Sam fu più veloce ed ebbe la prontezza di riflessi di afferrare la propria birra e lanciargliela addosso, bagnandoli entrambi.

Dean deglutí una boccata di birra e strizzò gli occhi. Jean percorse i pochi passi che le rimanevano fiondandosi su di lui per poi afferrargli il viso con una mano, forzandolo a guardarla e piazzando il proprio viso a pochi centimetri dal suo. Controllò i danni: Dean aveva una piccola ustione dove prima c'era il suo sopracciglio destro, ma stava bene. Lo lasciò andare, rimettendosi eretta.

Lui la osservò allarmato chiudere gli occhi e chinare la testa in avanti; i capelli umidi di birra le caddero davanti il viso nascondendolo, il torace le si alzava ed abbasava visibilmente con ogni profondo respiro che si sforzava di prendere.

"...J- Jean?"

Il suono dello schiaffo che lei gli tirò echeggiò nell'appartamento semivuoto. Jean alzò la testa e lo guardò glaciale attraverso la cortina di capelli. "Quante volte ti ho detto di non distarmi oggi?" sputò fuori infuriata. "Avresti potuto perdere un occhio! Saresti potuto morire!"

"Mi spiace, io-"

Jean appoggiò le mani sulle sue gambe e si chinò per arrivare a guardarlo dritto in faccia. Di nuovo, posizionò il proprio viso ad appena due centimetri dal suo e gli sibilo contro "Non farlo mai più, o se non ti ammazzi da solo ti uccido io." Dopodiché tornò a sedersi dal suo lato del tavolino. Sulle gambe di Dean rimasero delle impronte scure in corrispondenza di dove lei aveva appoggiato le mani. Dean le fissò per vari secondi, notando come si alzasse un filo di fumo da entrambe. Quando si riprese aprì la bocca per controbattere, ma  prima di dire alcunché cambiò idea e la richiuse, prendendo un'altra patatina (inzuppata di birra) dal proprio sacchetto.

Sam, compiaciuto come non mai, stava usando ogni briciola del proprio autocontrollo per non ridere (per quanto godesse a vedere qualcuno mettere in riga Dean, sospettava che una sua risata avrebbe potuto scatenare la furia di Jean e lui non ci teneva proprio a fare da capro espiatorio per quel idiota di suo fratello). Si schiarì la gola, e con un sorrisetto si sporse verso il tavolo a rubare la birra di Dean, che non diede segno di essersene accorto.

Dopo qualche minuto di silenzio carico di tensione però, quando la preoccupazione che Jean  si fosse spaventata troppo prese il posto della soddisfazione, Sam decise di tastare il terreno.

"Allora, Jean-"

"Ho bisogno di esercitarmi ancora." Lo interruppe Jean risoluta. "...Puoi portarmi tu, se vuoi." Aggiunse seria volgendo lo sguardo verso Dean. Lui si limitò a fissarla ed annuire.

"Scusa. Sam, dicevi?" Riprese Jean con un sorriso, e fu come se qualcuno avesse riacceso il riscaldamento; ora che la questione era stata lasciata alle spalle l'atmosfera si fece improvvisamente svariate tonnellate più leggera.

"Sì, come va la testa?"

"Sono come nuova. Ho la carrozzeria dura" Per enfatizzare, si colpì un paio di volte la testa con le nocche.

Sam le lanciò un breve sorriso, ma tornò subito a punzecchiare con la forchetta la propria insalata. "Non so se sia stata una buona idea giocare con i suoi poteri in questa maniera Dean. Non sappiamo neanche da cosa scaturiscano. Tu come ti senti bene quando li usi?"

Jean rifletté un momento e rispose "Sento un gran calore fluirmi in corpo, ma niente di strano."

"Controlliamo la macchia" disse di getto Dean rompendo il suo silenzio.

Sam si accigliò "Prima di portarla a fare pratica non hai voluto sapere e adesso non puoi aspettare che finiamo il pranzo?"

"Si, esatto."

"Ragazzi, io sono proprio qui davanti a voi. Vi dispiace dirmi perché insistere così tanto?" Jean li scrutò, gli occhi due fessure come quelli di un gatto. "Stamattina avete scoperto qualcosa che non volete dirmi, vero?"

Dean era già pronto ad improvvisare qualche scusa, ma l'espressione colpevole di Sam era troppo evidente per essere ignorata.

"Sam, vi conosco da prima che nasceste. Esigo sapere cosa sta succedendo."

"Jean-"

"No, niente scuse Dean. Altrimenti non vi lascerò controllare un bel niente."

Dean vide la determinazione nei suoi occhi. Non stava bluffando. Avrebbe solo voluto proteggerla dal mondo un altro po'. Wow, questa era sdolcinata.
"Pigna in culo." La apostrofò roco prima di cominciare a raccontare a grandi linee cosa era successo loro quella mattina.

Sam sembrava molto più sollevato ora che stavano di nuovo giocando a carte scoperte (appena avesse avuto l'occasione avrebbe detto a Dean di cosa era successo a colazione, e avrebbe così avuto finalmente la coscienza a posto). I due fratelli si alternarono nel raccontarle della creatura, dello strano ragazzo, di Crowley. Sam roteò gli occhi esasperato mentre lasciava finire la storia a Dean, che ovviamente raccontò la sua versione dei fatti.

"...e quindi l'abbiamo pedinato fino a casa."

Sam cercò di fare la persona obiettiva "Solo perché non é sclerato quando gli abbiamo detto che il sovrannaturale esiste."

"Per forza non è sclerato." Si lamentò Dean "E' già sovrannaturale abbastanza che una figa del genere stia con un nerd-" 

"Dean!" Jean era pronta a mollargli un pugno su un braccio prima ancora che finisse la frase, ma quando Dean girò la testa di scatto così velocemente che il suo collo produsse un forte 'click' il suo braccio si congelò a mezz'aria. Lui la stava fissando frastornato con l'espressione di uno che aveva appena visto la Madonna, e Jean inizialmente non capì ma poi fu colpita anche lei dalla forza della rivelazione improvvisa e sgranò gli occhi.

Sam non ci capiva più nulla: cosa si stava perdendo?

"Dean, ma che diavolo-?"

"Ecco dove l'avevo già visto!!!" Esclamò Dean incredulo. Sembrava

"Dove?"

"All'Ama-con," rispose Jean al suo posto, ancora sconvolta. "Ho regalato a questo imbecille un livido sulla coscia per aver fatto la stessa identica battuta quando abbiamo sbattuto scontro una coppia di cosplayer." 

"Livido che è sempre più viola..." si lamentò il biondo.

"Beh, te lo meriti!"

Dean era troppo preso dalla conversazione per continuare a discutere di buone maniere "Ma la ragazza era diversa, sono sicuro!" Diede a Sam una pacca. "Vedi che avevo ragione? Che nerd al mondo riesce a mettersi con due top model diverse in due giorni, eh?"

Sam scosse la testa e fece un sorrisetto di scherno. "Non so, avrà altre doti... La sua personalità? Il suo portafoglio?"

"Non dire cazzate. Sembra la persona più fastidiosa di questo mondo, quando alla convention Jean è andata addosso alla sua ragazza per sbaglio lui ne ha fatto una questione di stato. E hai visto casa sua? Di certo non è impaccato di soldi, non abbastanza da giustificare una cosa del genere."

"Okay, Dean. Okay." Concordò scettico Sam.

Dean si accorse che lo stava assecondando solo per farlo stare zitto e controbatté risentito "Tu credi pure a quello che vuoi, io stasera vado a perquisire casa sua"

"É un'ottima idea" commentò la ragazza.

I due fratelli si voltano contemporaneamente verso la rossa. Sam gemette "Jean no, non anche tu!"

"Ehi! Per quanto sia stupido pensare che il problema sia che la sua ragazza è troppo bella-" Jean si guadagnò un'occhiataccia di Dean, che assunse un'espressione corrucciata e incrociò le braccia davanti al petto "-non è normale che non abbia battuto ciglio davanti alla morte di un poliziotto. Voglio dire, quante probabilità c'erano che spuntasse fuori in quel vicolo? E anche se fosse stato un caso, perché non scappare subito quando ha sentito strani rumori, o quando ha visto la pistola? E se invece che capitare lì per caso quello fosse il posto dove voleva essere? Dicevate che aveva un libro, magari stava cercando il mostro proprio come voi."

"Almeno è meno campata per aria della teoria di Dean..."

Questo provocò un doppio "Ehi!" Da entrambi i suoi interlocutori.

"Non è campata per aria Sam." La difese Dean. "Il ragazzo non era tipo da fare il paladino della giustizia, si vedeva che era un cacasotto. Eppure è rimasto anziché correre. Ma soprattutto: appena l'ha visto il mostro l'ha attaccato, perché? Mi aveva in pugno, letteralmente. Perché non finirmi prima di passare a lui, che era il suo avversario più debole?"

"Non lo so Dean, non sembrava essere in grado di ragionare con lucidità. Forse semplicemente ha attaccato il bersaglio cui gli è capitato di prestare attenzione in quel momen- Jean!!!"

Jean non batté ciglio e continuò indisturbata a fare ciò che stava facendo: aveva preso dalla sacca una pistola, ne aveva estratto un paio di proiettili carichi di sale grosso e Sam l'aveva beccata (non che si stesse esattamente nascondendo) a far leva sul bordo del tavolo per aprirli.

"Che c'è? Alle mie patatine manca sale."

Dean scoppiò a ridere senza ritegno e si guadagnò un'occhiataccia dal fratello mentre continuava a parlarle. "Potevi prenderlo dalle scorte..."

Dean però intervenne prima di Jean "Esaurite, sorry! Oggi le ho mostrato come caricare i proiettili e le abbiamo finite." Dean rivolse a Sam uno dei suo sorrisi più sfrontati: non era minimamente dispiaciuto, e lo stava implicitamente informando che sarebbe toccato a Sam ricordarsi di comprarlo. Come sempre.

Jean nel frattempo era riuscita (lasciando evidenti segni sul tavolo) ad aprire le cartucce, e dopo averle svuotate stava ora schiacciando i granelli col calcio della pistola. Dean continuava a ridersela sotto i baffi all'espressione di puro affronto di Sam.

Il resto del pranzo continuò in tranquillità. Dean riuscì addirittura a partecipare alla conversazione senza fare battute offensive su nessuno. Il suo sopracciglio bruciato però non gli donava proprio.






Okay, volevo sistemare i capitoli già pubblicati e scriverne 4 o 5 prima di pubblicare altro perché ho riguardato quello che ho scritto (specialmente il primo) e sembrano scritti da un bambino di 4° elementare. Sgrammaticati e con problemi di trama stupidissimi, cosa che volevo evitare di ripetere, ma il problema è che sono la persona più disorganizzata di questo mondo e che ho la soglia di attenzione di un criceto, quindi ho sistemato il primo e... vi lascio questo nuovo capitolo. Portate pazienza, sono un casino, ma se continuo a sistemarlo e rimango bloccata al capitolo 7. Buona lettura! Prometto che lo riguarderò più avanti quando avrò la mente un po’ più lucida ed obiettiva (con tutte le cose brutte che ci sono in questo mondo non vi meritate anche fanfiction scritte coi piedi). E grazie mille a tutti per i graditissimi commenti :)



  
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