Keira lo sa.
Zayn vuole sempre e solo una cosa da lei.
Un messaggio, una chiamata, o magari si presenta direttamente alla sua porta, senza chiedere se disturba, se c'è qualcuno in casa oltre a lei, se è stanca.
Zayn non pensa mai, agisce e basta.
È come un predatore, segue l'istinto.
Vuole una cosa e la ottiene, punto.
E Keira forse è la vittima, con il suo fare arrendevole –ma solo con lui – e il suo accontentarlo ogni volta.
Zayn non le parlerà mai della sua famiglia, non le parlerà mai di come gli piaccia disegnare, non le parlerà mai di Harry con i capelli da cavernicolo e di Liam che sta iniziando una relazione seria dopo tante sofferenze.
 –Tu sei pazzo, Liam. Quando verrai alla mia porta l'unica cosa che ti dirò sarà 'te l'avevo detto ' , poi ti lascerò sullo stipite a piangere tutte le tue lacrime e tornerò a dormire-
Zayn non dirà mai queste cose a Keira, probabilmente sicuramente non c'è bisogno di lei nel suo mondo.
E le va bene così.
In fondo, si usano reciprocamente solo per piacere.
Solo per sesso.
-Nessuna condizione. Io sono libero di vedere altre persone così come lo sei tu- le ha detto mentre le toglieva la maglietta con urgenza, la prima volta.
Keira lo sa.
Non è l'unica a cui Zayn si rivolge, non è l'unica amichetta, non è l'unica con cui gioca, non è unica.
Forse non è abbastanza per lui.
A volte sente quasi il profumo delle altre donne sulle magliette che indossa.
Zayn non fa nulla per nasconderlo, non gli importa più di tanto.
Meglio così, anzi.
È una specie di avvertimento.
Non illuderti di essere speciale, perché ti spezzerò il cuore e ci passerò sopra.
Così funziona con lui.
Porta Keira in luoghi di cui lei ignora l'esistenza, ma è bendata in tutta quella bellezza e non riuscirà mai a vedere cosa c'è davvero.
Sono solo quattro i sensi che le è permesso usare.
Udito.
Il fruscio dei vestiti che cadono a terra, quelli che vengono lacerati, i respiri pesanti e quelli spezzati.
Gusto.
Il sapore delle sue labbra, della sua pelle calda dove lascia brevi baci.
Tatto.
Il profilo del viso, perfetto, la linea dell'addome, i muscoli delle braccia e le dita affusolate che stringono i suoi capelli.
Olfatto.
Il suo profumo. Profumo di Zayn. La sua essenza nuda e tale.
La vista no.
Zayn non le permette mai di vedere oltre.
Oltre la facciata da stronzo, oltre i modi bruschi e oltre tutti i muri che si è costruito tanto bene che non ricorda più com'era prima che ci fossero.
Ma il dolore è ancora lì, e questo basta a tenerseli stretti, i suoi muri.
Keira forse è come le altre ragazze che lui usa, ma non somiglia a nessuna di loro.
Lei è uno scricciolo, non ha una nemmeno una terza di seno ed è alquanto scialba con i suoi capelli sfibrati, le doppie punte e gli occhi incorniciati da evidenti carenze di sonno.
Piccola, fragile.
Però, da quando ha conosciuto Zayn, ha imparato ad amare gli occhi che reputava insignificanti.
La sua iride è simile a quella screziata di Zayn, anche se ovviamente non gliel'ha mai fatto notare.
Ha qualcosa di lui semplicemente guardando i propri occhi allo specchio, sente quasi di avere il diritto di stargli accanto.
Le altre ragazze sono molto più belle di lei, più grandi, più sicure….semplicemente più.
Zayn lo sa.
Si chiede perché l'abbia scelta.
Nel primo bacio di ogni volta si fa questa domanda.
Keira non lo sa.
Nemmeno Zayn lo sa.
Forse è per il viso innocente, si dice accarezzando le guance arrossate.
Forse è per la pelle liscia, si dice mentre strofina la testa sul suo addome.
Forse è per come pronuncia il suo nome, si dice quando la sente chiamarlo.
Non lo sa.
E si dimentica presto la domanda, perché Keira lo guarda dritto negli occhi e crea una crepa nel suo bel muro.
Lei è lì, distesa nel letto sfatto, le palpebre chiuse e il respiro regolare.
Preferisce fingere di dormire che vederlo andarsene.
Lui non dorme mai con lei.
Lui non dorme mai con nessuna.
Mentre si riveste, la fissa e quasi –quasi- gli viene voglia di stringerla a sé.
Ma prende il cellulare, lo infila in tasca e se ne va, senza far rumore.
Keira apre gli occhi, fissa il soffitto per un tempo indefinibile, poi si alza e si mette sotto il getto della doccia, come per voler eliminare le prove della sua vergogna.
Dovrebbe davvero chiudere la loro….come chiamarla? La loro relazione, ma non riesce mai ad affrontare il discorso.
Non è nemmeno sicura di volerlo.
Nessuno l'accarezza e la fa sentire bene come fa lui.
C'è qualcosa di ipnotizzante nel modo in cui la guarda, sembra che la desideri, sembra che la voglia spogliare solo con gli occhi.
Sembra.
Si chiede come faccia Zayn ad andare con tutte e non sentirsi in colpa.
Lei, l'unica volta in cui ha provato a farlo con un altro, è scoppiata in lacrime al secondo bacio.
Zayn lo sa che è l'unico.
Lo sa che per lei non ci sono altri ragazzi, e non sa se essere soddisfatto o no della cosa.
Da una parte è contento di averla tutta per sé, di poter dire che solo lui ha il potere di farle perdere il controllo, ma dall'altra si chiede se questo non la stia consumando dentro.
Alla fine, Zayn rimane il solito egoista e non gli importa, anche se dovrebbe.
Si difende dicendosi che lei è libera di decidere, è grande abbastanza per sapere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per se stessa.
Anche se è chiaro ad entrambi che è sbagliato.
E Zayn non lo ammetterà mai, ma spera sempre che Keira continui a sbagliare.
Per lui, solo per lui.
Una volta, mentre si stava rivestendo e lei si avvolgeva le coperte attorno al corpo, gli aveva mormorato: «Sai, secondo studi scientifici, il cuore è un organo di senso che funziona come un centro di elaborazione: lo rende capace di imparare, ricordare, e decidere indipendentemente dal cervello.»
Pausa.
Silenzio.
 «Quand'è stata l'ultima volta che gli hai permesso di farlo, Zayn?»
È rimasto a fissarla mentre qualcosa si incrinava pericolosamente dentro di lui, cadeva con un tonfo sordo e andava in mille schegge nel sangue.
Sono rimasti occhi negli occhi per qualche secondo, per cinque minuti o più, chi lo sa.
Lei si è alzata, ha lasciato che le coperte le scivolassero addosso e gli si è mostrata senza vergogna. Si è avvicinata e ha appoggiato la sua mano sulla sua guancia.
«Rimani qui. Voglio prendermi cura di te»
Zayn ha sentito qualcosa all'altezza del petto sciogliersi.
Come il ghiaccio esposto al sole. Ha sentito ogni singola goccia infrangersi nel suo corpo e per una frazione di secondo si è chiesto come sarebbe stato.
Dormire vicino ad un corpo caldo, magari lui che racchiude lei con le sue braccia, che la stringe al petto, il respiro sul collo e il profumo in testa.
Svegliarsi il mattino dopo con i capelli spettinati, le gambe intrecciate e lei come prima immagine di un nuovo giorno.
Sarebbe dovuto essere bello.
«Stronzate»
Ha infilato il cellulare in tasca –come sempre –e se ne è andato così, senza aggiungere altro.
Il silenzio diceva 'mi dispiace'.
Dalle lenzuola aggrovigliate e dalle emozioni in subbuglio ha capito che non è lei a non essere abbastanza.
È Zayn che non riesce ad essere abbastanza, né per lei, né per se stesso.
Keira lo sa.
Zayn lo sa.





Saaaalve :)
Questa os è stata buttata giù in due giorni e, nonostante non mi entusiasmi molto, ho deciso di pubblicarla lo stesso.
Un po' ispirata a I'm not the only one di Sam Smith (l'ho scoperto da poco e ho fatto un bel giretto nel suo repertorio).
Non ho altro da dire, se volete lasciare un parere o una critica costruttiva, siete i benvenuti :)
Un bacio,
Ele