Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Simpaleo    24/08/2014    3 recensioni
Dopo 15 anni di prigionia Hans Westergaard riesce ad evadere dal carcere di massima sicurezza in cui era rinchiuso, ormai adulto è disposto a tutto per rifarsi una vita, ma per un brutto scherzo del destino si ritroverà nuovamente ad Arendelle, ad affrontare la Regina Elsa, ormai divenuta una donna forte e capace di controllare completamente la sua magia. Hans dovrà giocare al meglio le sue carte per restare in vita, questa volta non dovrà commettere alcun errore.
[Helsa; Hans x Elsa]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Come neve al sole

Capitolo 6

Elsa sospirò all’ennesima battuta di Hans, strinse la lettera di Re Joseph tra le mani e si fece forza, aveva pensato a lungo su quello che avrebbe dovuto fare e anche se il cuore le diceva che la sua decisione era sbagliata, la mente le ricordava che lei era la Regina e che aveva dei doveri da compiere.
- Dovrei lasciarti così – Rispose seria in volto, le manette velocemente divennero ghiacciate tanto da bruciargli i polsi, in poco tempo il ferro divenne fragile come il vetro e con un colpo secco l'uomo riuscì a spezzarle. Appena fu liberato Elsa gli mostrò la lettera – Dobbiamo parlare -
Hans capì appena vide il timbro della famiglia Westergaard che qualcosa non andava. La Regina gli porse la lettera e Hans la aprì velocemente, l’ansia iniziò ad impadronirsi di lui, ma più andava avanti nella lettura e più quell’ansia diventava angoscia.


Vostra Maestà Reale Regina Elsa I di Arendelle, sono costernato dall’improvvisa e inaspettata evasione del traditore Hans Westergaard dalla prigione di Fort Heat. Per quanto possa esservi grato per aver provveduto alla punizione di tale individuo, mi sento in dovere di informarvi che durante l’evasione si è macchiato per l’assassinio di uomo. In osservanza di ciò, sono costretto a chiedervi di far pervenire il traditore e assassino nelle terre delle Isole del Sud per provvedere personalmente alla sua giusta punizione tramite decapitazione.

Re Joseph V delle Isole del Sud



Hans finì di leggere la lettera con affanno: - Non puoi mandarmi nelle Isole del Sud! – Disse stringendo il foglio di carta con disperazione.
- Hai ucciso un uomo – Constatò la donna senza far trapelare alcuna emozione – Pensavo che tu fossi cambiato – Non era una domanda, ne un'accusa, Elsa constatò semplicemente il suo errore di valutazione
Hans la guardò negli occhi senza proferire parola. Quel silenzio fece infuriare Elsa, era il momento di parlare, il momento delle spiegazioni e invece lui se ne stava zitto nella penombra come se la cosa non lo riguardasse.
- Sei veramente un mostro – Lo accusò con disprezzo sapendo di ferirlo.
Hans con quella parola, mostro, si riprese: - La disperazione ti porta a fare cose che non vorresti e tu lo sai bene Elsa, lo sai perché lo hai provato sulla tua stessa pelle. Non sei nella posizione di accusarmi per quello che ho fatto, tu sei come me! Anche tu sei un mostro! – Uno schiaffo lo colpì sul volto lasciandogli una platina ghiacciata sulla guancia.
- Non osare paragonarmi più a te! Partirai per le Isole del Sud domani all’alba – Sentenziò.
- È una condanna a morte! – Urlò.
- È quello che si meritano gli assassini e traditori come te -
- Allora uccidimi ora – Rispose con rancore Hans – Uccidimi, dammi il colpo di grazia e finiamola una volta e per tutte, non perdiamo altro tempo –  Disse avanzando verso di lei rabbioso.
- Non sfidarmi, non ci provare! – Disse Elsa tremando dalla rabbia – Non sono io quella che ha sbagliato! -
- Ma tu a differenza mia hai avuto una seconda possibilità, ed è stato grazie a me -
Non siate il mostro che tutti temono” Ancora quelle parole rimbombarono nella mente della donna dandole il tormento.
- L’altro giorno ti ho detto che solo la morte potrà fermarmi da ciò che desidero e adesso ci sono ad un passo - Disse fermandosi ad un palmo dalla donna – È giunta l’ora di prendere una decisione Elsa, uccidimi… uccidimi oppure sii mia! Ma sta sicura che né io, né tu usciremo da questa stanza senza aver preso una decisione –
Elsa sgranò gli occhi – Pensi sul serio che io non sia capace ad ucciderti? O che sia talmente disperata da… – Si interruppe stringendo i pugni. Vedendo l’uomo farsi sempre più vicino fece un passo indietro per prendere le distanze, ma in tutta risposta Hans continuò ad avvicinarsi a lei. Un passo indietro, uno in avanti.
- Scappa – Si ordinò la donna. Altri passi – Esci immediatamente da questa stanza – Ma il suo corpo non le diede ascolto. Fece un ultimo passo prima di toccare il muro con la schiena e si ritrovò sovrastata dalla figura dell’uomo che velocemente le bloccò ogni via di fuga. Avrebbe potuto in qualsiasi momento allontanarlo con la sua magia, svincolarsi con la propria forza, ma non le fece.
Saette ghiacciate iniziarono a comparire sui muri della stanza e l’aria farsi più rarefatta. Hans si abbassò lentamente verso Elsa e le lasciò un lungo e delicato bacio sulla spalla scoperta, in un attimo tutto il rancore della Regina svanì facendo spazio al piacere e facendole piegare istintivamente la testa di lato per facilitargli il lavoro. Elsa stava perdendo il controllo di se stessa e in tutta risposta Hans colse l’occasione e con una lentezza infinita iniziò a lasciargli tanti baci ravvicinati salendo prima sul collo per poi arrivare all’orecchio, il respiro di Elsa divenne sempre più affannato. L’uomo le prese il lobo tra le labbra e iniziò a torturarlo, il corpo della bionda si mosse di sua volontà verso l’uomo facendo aderire perfettamente i loro bacini. Elsa iniziò a sentire caldo e a sudare. Hans la cinse il corpo con un braccio e le lasciò l’orecchio.
- Ammettilo, anche tu mi desideri – Le sussurrò mentre faceva scorrere l’altra mano lungo la schiena della donna.
- Io ti odio – Riuscì a rispondere la donna affannata. Hans le lasciò un bacio delicato sulla guancia.
– Dillo che mi vuoi – Disse l’uomo con voce tremante, poi la baciò all’angolo della bocca.
- Ti detesto –
Fu Elsa ad impadronirsi per prima delle labbra dell’uomo, non fu un bacio delicato come gli altri, ma carico di passione, di desiderio, di rancore. Si aggrappò al suo collo e lo baciò come se le labbra dell’uomo fossero ossigeno mancato per troppo tempo. Hans per evitare di farle del male appoggiò le mani sul muro mentre le loro lingue iniziarono una lotta per il predominio, senza però trovare alcun vincitore. Spasmi di piacere colsero entrambi facendo si che il bacio diventasse intenso e passionale. Al tocco di Elsa, sulla pelle dell’uomo si crearono filamenti di ghiaccio che iniziarono a prendere le forme più disparate, solo quando il bruciore provocato dal freddo divenne troppo forte Hans le prese le mani e le bloccò al muro e continuò a baciarla senza mai fermarsi
Si separarono solo quando l’ossigeno venne a mancare completamente ad entrambi. Hans le lasciò le mani e con il respiro affaticato prima incrociò il suo sguardo con quello della donna, anch’essa in evidente affanno, vedendo le labbra gonfie e rosse della donna ebbe l’istinto di rituffarsi tra di esse, ma venne fermato dalle braccia di Elsa che lo tennero a debita distanza.
- È sbagliato – Disse tremando facendo forza contro il petto dell'uomo.
Hans fece per rispondere, ma la porta bussò e li interruppe, Elsa si appoggiò al muro per evitare che le gambe cedessero sotto il suo peso mentre Hans guardò la porta della camera e fu in quel momento che l’uomo si accorse che una tempesta di neve sembrava essersi scatenata all’interno di quella stanza, ogni cosa nella stanza era stata ghiacciata e che minuscoli frammenti di neve volteggiavano nell’aria. Ribussarono alla porta con maggiore decisione.
- Penso dovresti rispondere se non vuoi che le guardie irrompano in camera – Disse il più dolcemente possibile, Elsa ancora affannata finalmente si riprese e andò ad aprire la porta giusto quel poco per vedere chi fosse il suo interlocutore con lo scopo di non mostrare l’interno della stanza e il suo stato evidentemente sconvolto.
- Vostra Maestà, perdonate il disturbo, ma è urgente – Disse l’uomo – Sono venuto a comunicarvi che Vostra Altezza Reale, la Principessa Anna e il Principe Kristoff sono tornati dal viaggio e vi stanno aspettando nella sala del trono – Elsa entrò nel panico e chiuse di colpo la porta in faccia al servitore. Non si aspettava che i due sarebbero tornati proprio quel giorno, proprio in quel momento! Alzò lo sguardo e vide Hans con le mani nei capelli appoggiato alla parete dove fino a poco fa si trovavano entrambi e senza dire nulla si girò e uscì velocemente dalla stanza per poi ritirarsi nelle sue stanze.
Entrò nel bagno della sua camera da letto, si guardò a lungo nello specchio cercando di realizzare cosa era accaduto, ma i capelli scombinati, le labbra arrossate e gli occhi lucidi erano un chiaro segno. Prese la tinozza con l’acqua e si sciacquò la faccia per riprendersi, cercando di non pensare ad Hans, ai suoi baci, alle sue mani…
- Che cosa ho fatto?! – Si chiese disperata guardandosi allo specchio e cercando di calmarsi, cosa difficile dal momento che il suo cuore non aveva alcuna intenzione di placarsi.
Si aggiustò alla meglio i capelli, prese un bel respiro e andò nella sala del trono. Più tardi avrebbe fatto i conti con se stessa, ora doveva incontrare sua sorella.

Ad attenderla c’erano i due coniugi che stavano parlando con la piccola Principessa Istrid. Appena Elsa entrò nella sala Anna le corse incontro abbracciandola affettuosamente.
- Appena ho saputo sono subito tornata – Disse la sorella minore a bassa voce per non far sentire la conversazione alla figlia.
- Piccola che ne dici se andiamo in giardino a giocare? – Propose Kristoff a sua figlia capendo la necessità delle due reali di rimanere da sole. La dodicenne fece cenno di si con la testa e uscì volentieri con il padre.
- Anna non c’era bisogno di tornare così presto, ti ho scritto di non preoccuparti, ho tutto sotto controllo – Mentì, non c’era nulla che lei avesse sotto controllo in quel momento.
- Come potevo rimanere lontano da casa sapendo che lui è qui? Non mi fido di lui, che ne sai se non ha qualcosa in mente? – Disse con voce stridula – E se ti avesse fatto del male mentre io non c’ero? -
Elsa si sentì meschina, ignobile, sporca, indegna dell’amore smisurato della sorella, le stava mentendo, la stava imbrogliando, le aveva giurato che non ci sarebbero stati più segreti tra loro, niente più porte chiuse, niente più bugie, come poteva farle una cosa del genere? Si avvicinò ad Anna e la strinse forte tra le sue braccia.
- Anna, devo dirti una cosa… -







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AVVISO: Domani partirò per le vacanze, quindi non so quando riuscirò a collegarmi per aggiornare, cercherò comunque di rispondere alle vostre domande e in qualche modo appena mi sarà possibile aggiungerò il capitolo 7.
  
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