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Autore: Mushrooms fairy    24/08/2014    0 recensioni
“Baciata dagli Dei” era uno dei numerosi appellativi con cui la definì Fai durante la loro conversazione, Alya era capace di vedere il mondo con occhi diversi e di interpretare la Natura e i suoi cambiamenti, di comunicare senza l'uso delle parole. Tutto questo era assurdo –Comunicare senza le parole? Come può essere possibile?!-
Dove andiamo senza amore? Ciò che è il carburante più potente della storia?
Una storia che ho scritto tempo fa e che, seppure semplice e breve, mi fa commuovere sempre (sarà perché l'ho scritta io..).
Un omaggio dal passato al vero amore e alla dura realtà della vita che spesso ci rema contro.
Spero vi piaccia. :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta, al di là dell’Universo, una galassia formata da più di mille pianeti, ognuno dei quali ospitava un mestiere. Il pianeta più ricco e popolato era quello dei Commercialisti: l’abilità nel parlare e nel guadagnare rendeva i suoi abitanti fonte di ammirazione per gli altri pianeti, parte di una cultura fondata interamente sul denaro e sul lavoro. Il più importante, nonché giovane membro era Liam. La sua bravura negli affari era tale che gli bastava una parola per convincere il suo interlocutore a firmare un contratto. Per lui viaggiare per affari era all’ordine del giorno, poiché si spostava di pianeta in pianeta per concludere contratti importanti con varie società. Durante uno dei suoi viaggi, mentre solo nella cabina era intento a riguardare il contratto, la sua nave venne colta da una pioggia di meteoriti, che lo portò fuori rotta. Tentare la guida senza il pilota automatico fu inutile e lo schianto... inevitabile. Sopravvissuto per miracolo e uscito dalla cabina di pilotaggio, decise di tentare di mettersi in contatto con il suo pianeta per trovare qualcuno che potesse venire a recuperarlo. Non aveva certo tempo da perdere. Fu tutto inutile. Il raggio coperto dal segnale del suo apparecchio portatile non era sufficiente e la linea era pressoché inesistente. A malincuore decise di addentrarsi nella foresta alla ricerca della città più vicina. Camminò per ore e ore, alla ricerca di una città, un paese, una locanda... ma niente. Sembrava un pianeta deserto. Più si addentrava nella foresta più questa diventava intricata e fitta. Preso dallo sconforto e senza più speranze a cui aggrapparsi per continuare a camminare si accasciò al suolo. Era stufo e stanco, i vestiti erano sporchi e sudati. Gli occhi, abituati al grigio e tetro scenario del suo mondo, erano affaticati e annebbiati dalla troppa luce, stavano per chiudersi.  In quel momento sentì un fruscio. Di colpo aprì gli occhi temendo di trovarsi faccia a faccia con un qualche tipo di animale selvatico, ma non fu così. Pelle chiara e candida, color latte, capelli corti e verde chiaro, occhi grandi e curiosi che lo scrutavano a due centimetri dal naso. Una bambina. Una bellissima bambina. Indossava un abitino corto e bianco, con le spalline sottili che si annodavano in due fiocchetti sulle spalle. Alla gamba portava una piccola giarrettiera in pizzo bianco e al collo aveva una collana simile e attillata. Era scalza. Liam incantato dalla sua presenza, quasi angelica, subito si allontanò imbarazzato, non essendo abituato ad una tale confidenza nei confronti di qualcuno che lo aveva appena trovato disteso per terra. –Chissà che cosa starà pensando di me!!- subito si chiese, ma poi una domanda ancora più terrificante si insinuò nella sua mente –mi avrà riconosciuto...?-. Perdere la sua dignità così... era imperdonabile. Subito si alzo ben dritto, notando che la bambina era in realtà una sua coetanea e che era stata la piccola statura ad ingannarlo. disse subito con tono cordiale, che però non ricevette risposta. Leggermente confuso provò a ripetere la domanda, allora la giovane si mise a danzare con aria serena e leggiadra. Più confuso di prima disse . La ragazza ripeté gli stessi movimenti, enfatizzandoli. Vedendo il suo viso diventare sempre più assente e confuso decise di prenderlo per mano. Aveva la pelle soffice e delicata, come nessuna donna del pianeta di Liam. La cosa lo sorprese parecchio –Come è possibile? Come fa ad avere mani simili lavorando?- . Camminarono per una buona mezzora, così Liam ebbe il tempo di ammirare ciò che fino a quel momento i suoi occhi avevano fuggito: lo spettacolo che gli si presentava davanti era innaturale: alberi alti più di un grattacielo, vegetazione rigogliosa e brillante, aria fresca e pura. Ovunque posasse gli occhi non vedeva altro che verde e colore, fiori e farfalle. Tutto era circondato da calma e persino la luce che brillava in quel pianeta era diversa, più calda e viva. Era tutto così insolito e strano, molto diverso dal suo pianeta. Fermatasi improvvisamente la giovane ripeté i movimenti compiuti in risposta alla prima domanda, indicando in mezzo alla foresta uno spiazzo di erba verde nel quale sorgeva un piccolo villaggio. La speranza riapparve negli occhi del ragazzo che subito fece per incamminarsi. Compiuti ormai cinque passi verso la salvezza si girò per ringraziare la giovane, ma lei era già sparita. Dubbioso sull’ andare a cercarla o meno decise di dirigersi verso la città –Se si è diretta nella foresta, vuol dire che sa dove sta andando.. giusto?- si disse per giustificare la sua scelta egoistica. Arrivato alla cittadina notò qualcosa di estremamente insolito, che la distanza gli aveva mascherato: le case erano in paglia e bambù, la gente vestiva con abiti morbidi e chiari, con toni che andavano dal marrone al verde, dal blu al bianco. Tutto era l’opposto di quello che si era immaginato: la gente non sembrava per niente di fretta e stressata e non vi era nessuno che indossasse un abito elegante o da lavoro o che girasse con appresso una ventiquattrore. Stordito chiese al primo passante dove fosse una cabina telefonica. Questo  con aria assente chiese al ragazzo che cosa fosse. Indignato da tanta ignoranza Liam si limitò a sorridere, cercando di nascondere la smorfia che gli si era dipinta sul volto. In quel momento una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione. Era una giovane alta e con la pelle abbronzata, vestita di un abito lungo e di flanella color marrone, legato alla cintura con una corda. Questa dopo averlo osservato bene gli chiese da quale mondo provenisse e come fosse finito qui. Mentre rispondeva all’ interrogatorio si accorse che Fai, la giovane, lo aveva riconosciuto. In seguito scoprì che lei era l’unica a conoscere la sua lingua poiché si occupava dei rapporti extramondiali. Fu lei a rivelargli che il pianeta si cui si trovava era il pianeta delle Arti. Liam ne aveva già sentito parlare: un pianeta sottosviluppato, nel quale solo l’1 % della popolazione era in grado di parlare una qualsiasi lingua. Lo sconforto lo prevalse. Non avrebbe mai trovato un telefono qui. Vedendolo preoccupato Fai gli chiese se ci fosse qualche problema, così Liam le spiegò della pioggia di meteoriti e dello schianto nei pressi della foresta e di come fosse arrivato qui. La giovane sgranò gli occhi sorpresa e gli spiegò che la ragazza incontrata poco prima era in realtà la figura più importante del pianeta. Il suo alter ego in tutto e per tutto. In quel momento ella fece il suo ingresso nella città e tutti cominciarono a danzarle intorno accogliendola con gioia e invitandola a ballare. Fai si unì alle danze e quando queste furono terminate e lei fu ritornata dal giovane, gli spiegò che Alya, la giovane bianco latte, era considerata una divinità, non solo per il fatto che riuscisse totalmente a fare a mento della parola per comunicare con tutti, ma anche perché lei sentiva voci che nessuno era in grado di percepire. “Baciata dagli Dei” era uno dei numerosi appellativi con cui la definì Fai durante la loro conversazione, Alya era capace di vedere il mondo con occhi diversi e di interpretare la Natura e i suoi cambiamenti, di comunicare senza l'uso delle parole. Tutto questo era assurdo –Comunicare senza le parole? Come può essere possibile?!- pensava incredulo. Vedendolo più confuso di quando lo aveva incontrato decise di offrigli una stanza nella locanda che gestiva, per permettergli di riposarsi e recuperare energie. La mattina dopo Liam si sveglio più riposato del solito: il cuscino e il materasso morbido, insieme alle calde coperte, lo avevano avvolto e guidato dolcemente verso il sonno, facendolo addormentare quasi subito. A casa sua non era mai stato così semplice prendere sonno. Ma risveglio a parte la mattina non fu così piacevole come avrebbe voluto. Dopo essersi vestito con un abito di cotone marrone chiaro adornato da una cintura di flanella verde scoprì che sul pianeta non vi erano telefoni o mezzi per comunicare e che l’unico modo era aspettare tre mesi, quando il suo pianeta e quello su cui si trovava sarebbero stati abbastanza vicini da permettere al suo apparecchio mobile di telefonare. Sconfortato da quella notizia decise e ormai consapevole che quella era l’unica scelta possibile, decise di imparare di più sul pianeta, nel caso un giorno si sarebbe trovato a contrattare con uno del luogo. Chiese a Fai dove potesse trovare qualcuno che gli insegnasse la lingua del corpo e lei gli rispose che l’unica in grado era Alya. Essendo completamente diverso dal resto della gente nessuno lo avrebbe aiutato, poiché a nessuno andava a genio istruire uno stupido che non faceva altro che muovere la bocca, così Liam si ritrovò a vagare nuovamente per la fitta foresta alla ricerca della ragazza. Quando ormai si era definitivamente perso tra le fronde degli alberi sentì una musica, bassa ma limpida, provenire da dietro un intricato campo di vegetazione. Più la musica cresceva più una calda luce lo illuminava, dando un colore diverso a quello che lo circondava. Uscito finalmente vide Alya, intenta in una armoniosa e delicata danza sul pelo dell’acqua di un piccolo laghetto, circondato da pietre tonde e bianche e da un bellissimo ciliegio in fiore. In quel luogo l’aria era diversa. Tutto era diverso. Che fosse per la danza di Alya? Questo non lo sapeva. Rapito dai suoi movimenti ipnotici si avvicinò la laghetto, quasi circondato da un sortilegio, per ammirarla meglio. Era la prima volta che si accorgeva di quanto fosse veramente bella. I capelli oscillavano lentamente a ritmo dei suoi giri e saltelli, il vestito bianco, prima considerato misero, ora acquistava il colore dei fiori del ciliegio, dei riflessi dell’acqua, delle piante, del cielo e della luce. Era come un quadro. Tutto era un dipinto in movimento. Restò a fissarla fino a che la musica non cessò e lei accostò il piede sollevato a quello che aveva compiuto une piroetta da quattro giri perfetta. Non servirono parole. restarono a fissarsi per attimi che sembrarono eterni. Nei loro occhi, che si erano già incontrati prima, sta volta si poteva scorgere il loro riflesso. Il resto dei tre mesi di attesa furono un andirivieni tra la locanda e il magico laghetto dove la dolce Alya aspettava il suo Liam e gli insegnava molte cose sul suo mondo. Scoprì che nessuno lavorava e che la gente trascorreva la maggior parte del tempo facendo quello che desiderava, come ballare, dipingere e  intrecciare ghirlande. Alya gli insegnò che le parole non erano necessarie per comprendersi. Uno sguardo, un accenno, una posa... tutto aveva un proprio significato. Imparò la cultura del luogo e che tutto, secondo questo popolo, apparteneva a qualcosa di più grande di qualsiasi essere umano e che bisognava usarlo senza approfittarne. La stagione delle piogge era simbolo di buon auspicio per le madri in dolce attesa e l’inverno, per quanto freddo potesse essere, era rigeneratore della vita, poiché dopo di lui arriva sempre la primavera. Più i giorni passavano più i due ragazzi si legavano. Liam non avrebbe più voluto lasciarla, ma imparò presto che come lui era vincolato al suo mondo lei lo era al suo. Era considerata simbolo di purezza e di vita, nessuno era in grado di esprimersi come lei, nessuno era perfetto quanto lei. –E’ solo un’analfabeta che non sa parlare e passa tutto il giorno a ballare- avrebbe pensato il vecchio Liam, ma quello nuovo, che la conosceva, che capiva i suoi gesti, le sue espressioni, che si era innamorato di lei... non avrebbe mai voluto lasciarla, ma i giorni scorrevano inesorabili. Lui sapeva che il giorno della sua partenza sarebbe presto arrivato e che quel giorno avrebbe dovuto compiere una scelta molto difficile: lasciare Alya o il suo pianeta natio, la sua patria. Quel giorno arrivò molto prima di quanto avrebbe sperato. Lasciarla sarebbe stato durissimo, ma sapeva di non poter abbandonare la sua patria. Che fine avrebbe fatto tutta la gente che lo seguiva e lo ammirava? Come sarebbe finito il suo mondo? 
Quella fu la scelta più difficile che avrebbe mai preso, in entrambi i casi. Mentre si annodava la sua vecchia cravatta color grigio spento si accorse che quella cravatta che fino a qualche mese fa lo rendeva sicuro ora lo opprimeva. I vestiti da lavoro lo stringevano e provocavano in lui un impulso di strapparseli di dosso. Sapeva che sarebbe andato in contro ad un inferno, ma non aveva scelta. Quel giorno fu quello in cui avrebbe abbandonato il paradiso per tornare a vivere all’inferno. Decise di non salutare Alya, tutto ciò sarebbe stato troppo duro e doloroso, ma proprio mentre stava per salire sulla nave la intravide tra le fronde. Il viso era rigato dalle lacrime e gli occhi che prima brillavano di verde ora erano spenti e privi di vita, il suo vestito non brillava più come quando danzava libera sul lago, ora era solo un misero straccio bianco e la sua bocca che prima sorrideva gioiosa ora era piegata in un sorriso, non di felicità, ma di tristezza e comprensione. A quella vista sentì scorrergli le lacrime sul viso. Entrambi sapevano che nessuno dei due poteva seguire l’altro, le loro vite erano destinate ad essere separate, poiché nessuno dei due avrebbe abbandonato la proprio patria. Ma proprio per questa decisione reciproca entrambi capirono quanto profondo fosse il loro amore, che avrebbe vinto le distanze e le sofferenze della solitudine. Anche se lontani entrambi sapevano che sarebbero stati nei pensieri dell’altro e che le loro anime sarebbero state legate per l’eternità. Con questa consapevolezza Liam salì sulla nave senza distaccare lo sguardo dai bellissimi occhi verdi, ormai vitrei, della sua amata, poiché una parte importante di lei se ne stava andando. La nave partì e lui non fece più ritorno sul pianeta delle Arti, le loro vite ripresero a scorrere come avevano sempre fatto e nessuno degli abitanti, sia del pianeta della Arti che dei Commercialisti, notò la differenza. Per loro erano sempre gli stessi idoli da venerare e imitare. Ma loro due sapevano che qualcosa era cambiato. Il loro incontro, seppure breve in confronto alla durata di una vita, li aveva resi completi, nonostante la distanza. Questo era sufficiente per andare avanti.
   
 
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