Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Here    25/08/2014    1 recensioni
Forse sono le cose più fragili ad essere destinate a rompersi con il passare del tempo.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
GRIDA rimbobavano nella mia testa e stavano per farla esplodere. Nulla di nuovo nella mia vita, scrittore a tempo libero alla disperata ricerca di un’idea per il mio primo romanzo. Immaginate la scenetta: un ventenne che ha già perso la voglia di vivere quando in realtà ha tutta la vita davanti agli occhi, seduto sul divano di casa sua, e dinnanzi a lui, quella che presto diventerà la sua ex ragazza, appena tornata da una delle ennesime sbornie del sabato sera. Ha gli occhi lucidi per il pianto, i lunghi capelli neri spettinati e parte della gonna strappata; sta urlando contro quello che presto diventerà il suo ex ragazzo, accusandolo di quanto sia inutile e indecente a letto, ma che dato che ha voglia di scopare dopo si divertiranno lo stesso. Ma io non avevo più voglia di divertirmi e non avevo più orecchie per quelle stronzate. Pensavo ad un modo per evadere da quella gabbia, dalla donna che avevo conosciuto due anni prima a quella dannata festa di laurea a cui non sarei mai dovuto andare. L’alcol era stato sempre un problema nella nostra relazione. Io non ero mai stato contro gli alcolici, ma non ne potevo più di vedere Emily tornare sbronza il sabato sera dalle uscite con le amiche mentre io me ne restavo a casa da solo a scrivere(o almeno ci provavo). Così un giorno le dissi che se non avesse smesso me ne sarei andato e non ci saremmo mai sposati. Grossa bugia, ero troppo debole per lasciare l’unica persona che mi era vicino e tornare alla vita solitaria di un tempo(anche se ora che ci penso, stare con Emily equivaleva comunque a sentirsi soli). Ma non è questo il punto. Il punto è che lei promise solennemente che avrebbe smesso. Altra grossa stronzata. Forse sapevo che non sarebbe stato così, ma la amavo. Cavolo, se la amavo. Così andammo avanti e le promesse andarono a puttane una settimana dopo. Una settimana dopo si tornò alla vita di un tempo. Una settimana dopo si tornò alle solite giornate passate ascoltando Emily che mi criticava perché non riuscivo a scrivere neanche una storia decente e perché la mia esistenza era inutile. Una settimana dopo si tornò ai sabati sera trascorsi da solo aspettando il suo ritorno, per poi ascoltarla urlare frasi senza senso finchè non crollava. Avevo anche iniziato a pensare che si scopasse qualcun altro alle feste a cui era solita andare, ma in fondo speravo che quella storia malsana finisse. Ma era proprio quello il bello della mia vita: la mia vita non è stata altro che un insieme di promesse e speranze infrante. Da due anni, la mia vita era diventata un continuo chiedersi ‘perché?’. Perchè ho lasciato andare la ragazza che c’era stata prima di Emily, che credevo fosse l’amore della mia vita, perché stavo per sposare Emily, perché era andato tutto a puttane, perché non ero ancora riuscito a scrivere un romanzo e perché, per l’amor di Dio, non me n’ero ancora andato di casa? Se Emily mi avesse fatto sentire anche solo un quarto di come mi aveva fatto sentire Claire l’estate di due anni prima, forse le cose sarebbero andate bene. O forse no. Forse non c’era nessuno come Claire.
La conobbi due anni prima in una vacanza a Sydney. A quei tempi mi sarei definito un ragazzo normale: non ero un asociale, né sociopatico, non soffrivo di disturbi psichici o fisici, non fumavo e non ero un drogato o un alcolizzato, non ero tra i più belli della mia scuola ma neanche tra i più brutti, ed ero abbastanza simpatico da avere persino degli amici, seppur molto diversi da me. Alla nostra età molti avevano trovato già una ragazza con cui passare un po’ di tempo, per poi passare alla successiva e così via. Non amando questa prospettiva, non mi ero mai impegnato a trovarmi una ragazza, e a dire la verità non avevo neanche fretta. Aspettavo, facendo qualche esperienza di tanto in tanto, mentre gli altri non facevano altro che parlare di quanto fosse stata fantastica l’ultima volta con la propria compagna. Durante quelle conversazioni ricche di dettagli io ero l’unico a restare zitto e ad ascoltare, tanto che iniziarono a preoccuparsi, pensando anche che me la facessi con un gay del terzo anno. Fu allora che Ben iniziò ad organizzare un estate a casa dei suoi zii, che in quei mesi sarebbero stati fuori e gli avrebbero lasciato l’enorme casa libera. Ben ci teneva personalmente che io andassi, diceva che sarebbe stata LA vacanza, e che sicuramente avrei fatto delle nuove amicizie e perché no, magari avrei potuto trovare qualcuno di interessante. E Dio benedica Ben e i suoi zii per avergli lasciato la casa per tre mesi. Tutti i ricordi che ho di quell’estate sono riguardo a lei.
Mentre Emily continuava ad urlare frasi senza senso, pensavo alla prima volta che vidi Claire. Quella sera Ben aveva organizzato una festa aperta a tutti a casa sua, e qualche sua amica si era portata dietro Claire. Ricordo lei alla finestra e il suo sguardo fuori mentre fumava la sua sigaretta. Ricordo la sua aria dannatamente sexy, e il mio sguardo addormentato in mezzo a una massa di fattoni ubriachi rivolto solo verso di lei. Non ricordo esattamente cosa pensai, ricordo solo che io, che non avevo mai rivolto per primo la parola ad una ragazza, desideravo uscire da quella realtà malsana con lei. Ma ehi, questa è una storia d’amore! E che ci crediate o no, poco dopo eravamo fuori di lì a guardare le stelle su una spiaggia e…
La voce di Emily continuava a rimbombare: «Mi stai ascoltando, Sam? ».
Si puttana, ti sto ascoltando.
Tutto quello che avrei dovuto fare era
«te l’ho mai detto che certe volte fai schifo a letto? »
andarmene da quell’inferno e
«ma davvero tante volte »
quando lo avrei fatto mi sarei recato a
«altre volte penso che tu ce l’abbia troppo piccolo…e poi dovresti lavartelo più spesso, perché non usiamo uno di quei preservativi al gusto di frutta, mi piace molto alla bana… »
Oh, al diavolo! Era impossibile pensare in quella situazione. E così, stufo di ascoltare critiche sul mio pene (che avrei comunque tenuto a mente per il futuro) mi alzai dal divano, mi avvicinai alla porta e la aprì. E in quel momento credo di aver avuto da Emily tutta l’attenzione che avrei dovuto ricevere in quegli ultimi due anni.
«Dove stai andando Sam? » chiese quasi balbettando Emily.
In tutta risposta mi sfilai dal dito l’anello che mi avevo regalato il nostro primo anniversario(a volte riusciva a dimostrare un po’ d’affetto) e lo lasciai cadere sul pavimento, tenendo lo sguardo fisso negli occhi di quella che da circa quattro secondi e mezzo era diventata la mia ex ragazza. Il tininnio dell’anello sul pavimento fu per Emily come un improvviso ceffone, che la riportava alla realtà. In quegli attimi di silenzio, contemplando la figura della donna che avevo davanti, ebbi modo di pensare:’È questa la donna che ho amato? Oh mio Dio Claire, ma perché ti ho lasciata andare?’. Il silenzio fu rotto dal balbettio confuso di Emily: «Cosa stai facendo Sam? Non mi starai mica lasciando? ».
«Si. E mi pento di starlo facendo solo adesso. ».
Emily cominciò a ridere sguaiatamente. Okay, forse non si era del tutto ripresa, ma non riusciva a credere che la stessi lasciando. Non dopo che quella storia era durata per anni. Non era abituata alle prese di posizione da parte mia. Ma forse, sono proprio le cose fragili a essere destinate a rompersi con il passare del tempo. «T-Tu non puoi lasciarmi! Tu d-dipendi da me, appartieni a questo posto! Ascolta, ora saliamo su, ci sdraiamo sul letto e…».
«No, adesso mi ascolti tu puttana! » Fu quasi come una liberazione. Mi accorsi solo in quel momento di quanto avrei desiderato dirlo molto tempo prima. Nell’ascoltare quelle parole, il sangue si gelò nelle vene di Emily. Io continuai, senza alzare troppo la voce per non farsi sentire dal vicinato: «Hai criticato il mio pene per troppo tempo e ora ti aspetti che venga a letto con te? Sono stato legato a te per troppo tempo facendomi trattare come un burattino e ora ti aspetti che resti? Non dipendo da te, non più ormai. E, restando in tema, a letto fai schifo. Ogni volta che venivo con te era solo perché pensavo a Claire! Ogni volta che lo facevamo pensavo a lei, lo faccio da sempre ormai e…».
Nell’udire il nome ‘Claire’, Emily dimenticò tutto il resto: «Claire? Quella stupida troia…».
«Sciacquati quel buco di cesso che chiami bocca prima di parlare di Claire in questo modo! ».
«…non avrebbe potuto darti quello che ti ho dato io! ».
«Infatti mi avrebbe dato molto di più».
 E con questa frase, molto fieramente, lasciai per sempre Emily, varcai per l’ultima volta l’ingresso di quella prigione e me ne andai via verso il viale di casa nostra senza darle modo di rispondere. Cominciai a camminare sempre più velocemente, fino a correre mentre nella mia testa c’era un solo pensiero:’LIBERO!’.
Le grida di Emily sembravano appartenere già ad un’altra vita alla fine del viale.
«Torna qui Sam! Non sei niente senza di me! ».
Ho sempre pensato che le nostre vite siano un’intricata rete di binari di treni che portano chissà dove. Partiamo da una stazione, dove possiamo aspettare il treno che preferiamo da uno dei binari. Ma non sempre il treno che aspettiamo passa in orario, a volte siamo costretti ad aspettarlo, magari per mesi, o per anni. E se sei abbastanza coraggioso puoi intraprendere il cammino lungo quel binario a piedi, invece di aspettare che qualcuno arrivi a portarti via da quel posto. Una volta che hai intrapreso il tuo viaggio, quel binario ti appartiene, è la tua strada. Non sai dove ti condurrà, perché la vita è imprevedibile, ma puoi sempre cambiarlo se ti va.  Se la strada ti sembra troppo tortuosa o difficile puoi camminare verso un binario più semplice e tranquillo. Questi di solito sono quelli più affollati, ma spesso sono anche quelli che finiscono prima in un precipizio. Ti può capitare di incontrare altre persone coraggiose che come te hanno smesso di aspettare il treno. Puoi incontrare qualcuno che si è perso e dargli una mano a ritrovare la strada, o qualcuno che si unisca a te durante il viaggio. Ma una volta che ti allontani troppo da una strada per spostarti su un’altra, per qualche strano motivo è sempre più difficile tornare a quella precedente. In quel momento, quando ho lasciato Emily, non avevo una strada da percorrere. Le mie poche certezze si erano sgretolate, come se d’un tratto mi fosse crollato il suolo sotto i piedi. Era il momento di cercare di risalire e di tornare al binario in cui la mia vita e quella di Claire si erano incontrate.
Mentre pensavo a tutto ciò, cominciai a ridere al pensiero di essermi finalmente liberato di quella strega. Risi sempre più forte, senza timore di svegliare qualcuno nelle case vicine. Perché ero innamorato. E quando sei innamorato non pensi più al resto del mondo. La mia risata si interruppe bruscamente quando, arrivato all’incrocio alla fine del viale, realizzai di non aver preso con me neanche un paio di vestiti per il viaggio e che la batteria del mio telefono era andata. In tasca avevo solo il portafoglio con la mia carta di credito e un sacco di sogni che mi avrebbero accompagnato per un lungo viaggio.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Here