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Autore: _Angel_Blue_    25/08/2014    16 recensioni
E se i draconiani fossero dei normalissimi adolescenti senza nessun potere che hanno una vita come qualsiasi altro giovane della loro età? Se anche i loro nemici fossero degli esseri umani? Cosa succederebbe?
Sofia era una ragazza normale, le piaceva leggere libri, stava sempre chiusa in casa dove George, con pazienza infinita, le faceva da professore. Forse non aveva degli amici ma perlomeno la sua vita era tranquilla e non doveva pensare ai veri problemi della gioventù.
Poi tutto cambiò, così repentinamente che non ebbe neanche il tempo di protestare o evitare il continuo susseguirsi di catastrofi. Tutto si capovolse e si ritrova di fronte ad una realtà molto più dura da accettare, costretta a dover frequentare una vera scuola per “socializzare” con gli altri.
Con addosso un uniforme orribile, un carattere burbero e sgarbato, il prof decise di iscriverla nell'istituzione Dragoni, dall'apparenza normale quando qui è tutto tranne che ordinario. E tra una lezione con insegnanti impossibili, tra un bacio qua e là, tra segretarie troppo rigide, pettegolezzi e party notturni, Sofia scopre un mondo del tutto nuovo, un mondo che ha sempre voluto evitare, che cambierà la sua vita in una una frenetica corsa verso l'adolescenza.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Fabio, Nidhoggr, Nuovo personaggio, Sofia
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'An Impossible Love'
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La passione non nasce dietro
a questi cazzo di pc,
guardatela negli occhi la gente,
negli occhi!”

-Fabri Fibra

Capitolo 18

Sofia

Passarono altre settimane, ormai avevamo lasciato alle spalle anche Novembre ed eravamo in pieno Dicembre. Del mio diario non c'era ancora nessuna traccia e il solo pensiero mi lasciava nervosa. Continuavo a sostenere con furore che erano i viverniani a tenerlo, ma la mia teoria iniziava a perdere senso, il mio istinto non la credeva nello stesso modo e per qualche strana ragione, percepivo che non erano loro a possederlo. Ma era impossibile, no? Se non erano loro ad avere la mia agenda, chi altro poteva essere? Perciò, al momento, davo la colpa a Nidhoggr e i suoi lecca piedi. L'autunno, con il suo freddo leggermente accennato, con il raggiungimento delle foglie rosse e gialle degli alberi e con il vento piacevole, iniziò lentamente a dileguarsi, sparendo verso l'orizzonte mentre giungeva l'inverno con tutta la sua prepotenza, con piogge impreviste, con le strade ghiacciate durante la mattina e le giornate corte. Non solo il mio diario aveva deciso di dissolversi dal nulla, ma anche Lung, che per quanto gli scrivessi messaggi, lo chiamassi o tentavo mettermi in contatto con lui, l'impresa risultava impossibile. Non sapevo come interpretare tale comportamento da lui, non era da Lung ignorare le persone ed ero preoccupata, forse fin troppo. In quei giorni chiesi in giro, come un'anima in pena, se qualcuno lo avesse lontanamente sentito, parlato o visto, ma ogni volta la risposta era un no, nessuno sapeva cosa gli fosse capitato e l'angoscia saliva. Lidja la prendeva con più leggerezza e cercava di tirarmi su di morale dicendo “Sicuramente sta benone e si ritrova beatamente seduto su una sdraia nelle Hawaii mentre noi qui ci facciamo il culo preparando la recita”. Era inutile dirle che sicuramente non era così, ma il suo ottimismo sembrava contagiarmi, così cercai di non farci una tragedia, ripetendomi fino allo sfinimento che stesse sul serio bene.
In questo caso, l'argomento tabù erano Fabio, Matilde e Maurizio. Uno peggiore dell'altro, avevo la sensazione che il loro scopo nella vita fosse complicarmi la mia superflua esistenza. Non serviva uno esperto in psicologia umana per capire che Miss Impertinenza mi odiasse con tutta se stessa, che volesse uccidermi e che pensasse costantemente un modo per farmi fuori definitivamente, quel suo sguardo minaccioso intriso di rabbia mi faceva intimorire e mentirei se dicessi di non provare neanche un briciolo di paura. Stava tramando qualcosa di grosso e ormai stavo vivendo con il terrore di vederla pugnalarmi nel petto con un coltello. Maurizio era insopportabile, non lo tolleravo più di tanto. Era così... appiccicoso, sempre pronto a infortunarmi, farmi qualche domanda privata, era un molestatore. Cercavo inutilmente di continuare con la mia vita scolastica per il conto mio ma quando superava il limite lo guardavo in cagnesco mentre lo mandavo a quel paese senza troppi giri di parole. Andavo dritta al punto senza perdermi in troppe chiacchiere. Mauro poteva anche essere un ragazzo affascinante e molto incantatore, ma con la sottoscritta, se non altro riusciva a irritarmi come pochi ne erano capaci, ormai odiavo quel suo sorriso subdolo che tanto disprezzavo. Perché doveva provarci con me? Insomma, nella scuola c'erano così tante ragazze sensuali e disponibili, in poche parole single e disposte ad apprezzare ogni suo corteggiamento, ma io non ero in vena di sopportarlo. Mentre Fabio... Sembrava preoccupato, lo vidi sempre in soprappensiero, una ruga appena abbozzata nell'angolo dell'occhio era ben visibile ogni qualvolta che stava sulle nuvole ed avevo il timore che gli stesse succedendo qualcosa. Lui cercò inutilmente di tranquillizzarmi. I draconiani, inizialmente scettici e accondiscenti ad accettarlo come Eltanin, riuscirono ad acquisire un po' di fiducia quando notarono il repentino cambio in Fabio, rimaneva scontroso, sarcastico, antipatico, punzecchiava le persone con battutine poco appropriate ma aveva l'abilità di rianimare gli altri, le sue idee erano formidabili, rimasi sorpresa quando notai che dopotutto era un buon leader, forse meglio di me, con le mie incertezze e con la costante paura di sbagliare e deludere gli altri. Fabio ovviamente non si poneva questi problemi, l'unica cosa a differenziarci era la nostra faccia tosta di sfidare Nidhoggr, messo da quel punto di vista, avevo più coraggio di sfidare la Grande Viverna, ero impulsiva e poco m'importava se offendevo il capo dei viverniani, Szilard era più rispettoso e non avrebbe mai fatto qualcosa che avrebbe potuto provocare Nidhoggr. Ovviamente non sbagliava a essere così diligente con il nostro nemico, infatti, nonostante le apparenze sembravano dire l'opposto, era più maturo di me. Avevo così tante cose da imparare e avevo un vita di fronte per scoprire tutti i misteri dell'esistenza. Come mi aveva detto mesi prima Alma, eravamo degli adolescenti, non c'era nulla di male se di tanto in tanto volessimo rompere le regole, divertirci e ribellarci. Eravamo nel bel mezzo dello sviluppo, dovevano ancora fiorire del tutto e nel frattempo, potevamo illuderci di poter fare qualsiasi cosa. Perciò, potevo sognare (per il momento) di avere la forza di sconfiggere per sempre la Grande Viverna. Un'impresa difficile se non irrealizzabile. Fortunatamente in quei giorni Nidhoggr non aveva nessuna intenzione di infastidirmi e miracolosamente, mi lasciò in santa pace per le restanti settimane. Le vacanze natalizie si avvicinavano troppo velocemente, con una rapidità incontenibile, ed ero troppo frustrata con quelle dannatissime prove pomeridiane, la recitazione era dietro all'angolo, mancavano solo due giorni per mettere finalmente in atto il lavoro preparato da tutti noi.
Matilde riuscì a farmi rosicare facendomi vedere qualche volta la parte del bacio, Fabio non poteva cedere a qualcun'altro il suo ruolo e doveva entrare bene nella parte di mr. Darcy se non voleva finire in qualche guaio con il preside che non era per niente permissivo. Tuttavia quella scena la provarono poche volte, avevo supplicato a Fabio affinché non ripetesse nel giorno della recita ciò che aveva fatto la prima volta: scendere dal palcoscenico e baciarmi davanti a tutti, non glielo avrei mai perdonato, le voci potevano diffondersi immediatamente e giungere alle orecchie di Lung, dovevo lasciarlo con dignità e non avrei permesso che venisse a sapere da altri che lo avevo spudoratamente tradito con Fabio, mi avrebbe odiata a vita. Ma in quei giorni ero troppo soddisfatta del nostro lavoro, ero sicura che i draconiani avrebbero vinto, si erano impegnati sodo in tutte quelle ore di prove, tutti erano in grado di interpretare il proprio personaggio alla perfezione ed ero orgogliosa dei draghi. I custodi mi aiutarono affinché non fossi solo io ad assumere tutti gli impegni, Karl e Chloe lavorarono nell'aula artistica dove riuscirono a creare i vari scenari, i disegni erano perfetti. Lidja ed Ewan si erano occupati dei travestimenti e il trucco, così riuscimmo a sistemare il tutto in tempo. Ci eravamo organizzati bene e finimmo in tempo i preparatori. Non vedevamo l'ora di goderci le vacanze. Ripensandoci bene, mi accorsi con tristezza che nell'ultimo periodo non avevo passato molto tempo con George e Thomas, il professore era sempre occupato, troppo preso con il lavoro, Thomas stava a casa da solo, facendo le pulizie domestiche e io rimanevo a scuola fino a sera, con i provini e le preparazioni. Volevo passare un po' di tempo in famiglia con George e Thomas, sentivo la loro mancanza e dovevamo recuperare il tempo preso.
-Bene, credo che per ora possiamo finire- dissi a voce alta. I ragazzi mi sorrisero prima di disperdersi dietro le quinte e scendere dal palcoscenico. Si, siamo pronti per Venerdì, pensai allegra. Mi scappò un sospiro di sollievo e Lidja, che era seduta accanto a me, mi colpii con giocosità un braccio. Nel suo sguardo non mi sfuggì tutta la contentezza che sembrava divorarla, spruzzava gioia e come me, era felice del risultato. Tra lei ed Ewan le cose filavano bene, la miglior coppia del mese, nonostante fossero troppo sdolcinati, ormai temevo di avere un diabete perché secondo i miei criteri di coppia, erano troppo zuccherosi. Era impossibile separarli, quando incrociavi la loro strada potevi pur star certo di trovarli insieme mentre si tenevano per mano e si baciavano, abbracciavano o si chiamavo “Amore”, “Dolcezza”, “Piccola” o cose simili. Il solo ricordo mi nauseava e un po' divertita, facevo una smorfia per infastidirli. E quando Lidja mi vedeva, mi lanciava uno sguardo allietato. “Prima o poi anche tu proverai quella necessità di essere affettuosa con il tuo amato e sarai la personificazione della dolcezza, ma con Fabio Szilard, dubito che riuscirete a essere adorabili come noi, tra voi ci sarà sempre una guerra dove non vincerà mai nessuno”. A malincuore, dovevo ammettere che aveva ragione, ma continuavo a pensare che non c'era bisogno di essere così... espansivi, amorosi o teneri. Inoltre, perché dobbiamo mostrare la nostra intimità davanti agli altri, baciandoci con un pubblico dagli occhi indiscreti, ad abbracciarci o dirci parole imbarazzanti, quando quei momenti dovrebbero essere solo nostri, con nessun'altro da fare spettatore? Ero convinta che nel nostro mondo dovevamo solo esserci noi, erano istanti che apparteneva a noi, anche un semplice bacio, perché poi il ricordo sarebbe stato solo nostro, pur breve. Okay, ovviamente qualche gesto d'affetto innanzi agli altri potevamo farlo, ma neanche esagerare come se volessimo spogliarci lì seduta stante e fare chissà che cosa... Anche la parsimonia era da prendere in considerazione. Ma dato che io e Fabio non eravamo ancora una coppia, dovevamo stare attenti ed era una mia obbligazione mettere un freno ai miei ormoni. Cercai di spiegarglielo a Lidja, ma aveva scrollato le spalle con delusione. “Anche quando sarete una coppia ufficiale, non riuscirete mai a essere così uniti, anche con Lung tendi ad essere un po'... fredda, distaccata, quasi impassibile dall'affetto che lui prova per te... E siccome Fabio è quasi come te, non mostra i suoi sentimenti davanti agli altri, sarete un disastro di fidanzati”. Ed era qui a sbagliare, potevamo anche essere testardi, ottusi, chiusi e molto altro, ma Szilard nascondeva un lato delicato e dolce. Sotto le occhiate critiche degli altri potevamo anche essere una coppia incompatibile, un disastro, ma nel nostro angolo di spazio, noi eravamo perfetti nelle nostre carenze.
-Penso che lasceremmo tutti a bocca aperta- commentò Lidja vicino al mio orecchio.
Sorrisi ed annuii con risolutezza. -Faremmo il culo ai viverniani- dissi con noncuranza e lei scoppiò a ridere.
Quando riprese il controllo di se stessa, mi guardò pensierosa. -Mi chiedo cosa si saranno inventati...- mormorò preoccupata. -Conoscendo Nidhoggr, qualcosa di grosso e molto all'antica...-
Alzai un dito e lei si azzittì all'istante. -Non mi interessa, lo scopriremmo Venerdì... Nutro qualche speranza con la nostra recita e voglio che i draconiani vincano, abbiamo lavorato molto duro per realizzare tutto questo...-
Lidja fu subito d'accordo. Salutammo alcuni ragazzi mentre ci dirigevamo fuori al cortile, dove mi aspettava George con il taxi. Ewan non era riuscito a venire nelle ultime prove di quel pomeriggio, Karl stava architettando qualche strano meccanismo per la recita e Chloe stava facendo da babysitter. Quest'ultima mi aveva rivelato qualche settimana prima che aveva iniziato a fare da babysitter in giro, volevo guadagnare dei soldi per comprarsi un nuovo cellulare e nei pomeriggi quasi sempre era occupata, facendo da mamma a dei bambini. Non sapevo come faceva a essere così paziente e tollerare dei piccoli demoni instancabili.
-Senti... Sofia- interruppe Lidja il mio filo di pensieri. Mi voltai a guardarla e inclinai leggermente la testa, aspettando che proseguisse. -Ti andrebbe di festeggiare Capodanno con noi?-
-Noi chi?- chiesi mentre il mio sopracciglio s'inarcava.
Lei si grattò la testa e iniziò a mordersi il labbro, con disagio -Tutti i draconiani- rispose di colpo.
Come c'era da aspettarselo, sgranai gli occhi, sorpresa. -Stai scherzando? Quante persone saremmo? Duecento? E dove staremmo?- la bombardai di domande con voce ironica, facendola riscuotere. Sorrise in segno di scuse e con un braccio, mi avvolse le spalle. -Dai, sarà divertente, la festa sarà nella casa di un certo draconiano che ora ho dimenticato il nome...- Mi fece l'occhiolino mentre mi guardava con viso innocente, conoscevo bene quello sguardo, mi stava pregando affinché accettassi l'invito.
Borbottai qualcosa ma alla fine sorrisi, esasperata. -Okay, ma prima devo chiederglielo al prof, non posso assicurarti nulla!-
-Sapevo che non avresti detto di no!- con slanciò mi abbracciò. Così era Lidja, un po' infantile ma l'adoravo, era sempre pronta a sostenermi e non c'era nessun muro a ostacolare la nostra amicizia.
-Ma non ho detto neanche di sì...- le feci notare con voce divertita.
-Nah, sono sicura che verrai... Ora devo andare, ci vediamo domani!- mi diede un bacio fugace nella guancia e io ricambiai, frettolosa. Ci sorridemmo un'ultima volta e ci separammo, andando per strade diverse. Andai nel punto in cui George mi aspettava sempre con il taxi, ma non lo trovai. Era in ritardo... Non succedeva sempre, ma perlomeno poteva avermi avvisato. La temperatura era sotto zero e temevo di morire congelata. Con un brivido, mi aggiustai la sciarpa verde che indossavo nel collo, coprendomi bocca e viso. Faceva troppo freddo e se il clima continuava con quel passo, a Roma ci sarebbe stata neve da tutte le parti, nonostante succedesse una volta ogni venti anni. Iniziai a camminare, pur di mantenermi calda, facevo dieci passi e mi voltavo, ripetendo di nuovo l'azione. Sembravo appena uscita dal manicomio, ma non scherzavo quando dicevo che rischiavo di diventare un ghiacciolo umano. Sbuffai e imprecai contro George, ero tentata di tornarmene a piedi. Rimuginando, iniziai a mordermi il labbro con distrazione.
-Sono tentato di mordertelo io, quel labbro- mormorò con malizia una voce familiare.
Presa alla sprovvista, sussultai mentre il cuore perdeva qualche battito. Guardai ostile Fabio, che era appiattito sotto la penombra di un albero. Non indossava l'uniforme della scuola. Aveva dei jeans scuri che gli scendevano morbidi sulla vita e un maglione grigio. -Idiota, ho appena perso dieci anni di vita- borbottai.
Lui mi guardò beffardo, trovava uno spasso mettermi a disagio. Mentre lo guardavo in cagnesco, mi avvicinai ad una panchina dove mi sedetti con malagrazia. -Le prove si sono appena concluse, che ci fai qui?- chiesi a bruciapelo.
-Nulla, ero in giro e ti ho visto qui sola, inoltre, dovevo incontrarmi con una persona che a quanto pare, non è venuta- rispose evasivo. Si strinse nelle spalle, con indifferenza. Perché avevo la inconsueta sensazione che si stesse allontanando da me? Nella mia mente tornò a galla la notte di settimane prima, quando Fabio era entrato nella mia stanza senza autorizzazione dove mi aveva sussurrato “Mi dispiace”... Non ero ancora sicura se fosse stato lui a dirmelo, forse era stato un sogno, forse faceva tutto parte della mia perversa immaginazione, forse era frutto di una allucinazione... Ma qualcosa stava andando storto con Fabio, c'erano occasioni in cui cercava di evitarmi, altre in cui mi prendeva improvvisamente dalle spalle e mi baciava, come se cercasse qualche certezza, temesse di vedermi sparire. Quei suoi repentini cambiamenti d'umore mi lasciavano stordita, come se volesse allontanarsi da me ma qualcosa lo impedisse di farlo. Ovviamente, erano tutte mie paranoie, magari stavo esagerando e mi stavo facendo prendere dall'ansia inutilmente, ma non riuscivo a togliermi quel peso da addosso, come se Fabio mi stesse nascondendo qualcosa di grosso. -Chi era la persona con cui dovevi incontrarti?- domandai di punto in bianco.
-Nessuno- Mi guardò con la coda nell'occhio e non aggiunse nient'altro. Io, esasperata, stanca e delusa, mi presi la testa tra le mani. -Cosa c'è che non va con te?- sussurrai più che altro a me stessa. 
-Cosa intendi dire?- 
Alzai di scatto la testa, con un velo di tristezza negli occhi. -Non ti capisco, Fabio! Una notte ti piombi a casa mia, dicendo di amarmi, mi baci e sembri il ragazzo più dolce del mondo, il giorno dopo m'ignori, sei evasivo e distante, non rispondi alle mie domande e non riesci neanche a guardarmi negli occhi, poi t'infili nella mia stanza, mi abbracci e spuff, a scuola m'ignori di nuovo... ma più tardi mi baci davanti alla tua ex e, ovviamente, ritorni a essere sfuggente, discosto e freddo! Provo ad aiutarti, cerco di comprendere cosa ti sta succedendo, ma tu non fai nulla! Vuoi una pausa? Vuoi che chiudiamo qui? Devi solo dirlo, magari hai capito di non provare nulla o non sei capace di mantenere una relazione con qualcuno- Come una molla, mi misi in piedi e lo fissai duramente. Mi riscossi quando percepii qualcosa di umido scendere dall'occhio e finire nelle labbra. No, non potevo piangere davanti Fabio. Con rabbia, mi asciugai l'unica lacrima che mi era scappata. Szilard era immobile, il viso cereo e impassibile. Bastò vederlo così imperturbabile per farmi scattare. -Sai che ti dico? Lascia perdere tutto! Tanto le vacanze iniziano la prossima settimana, avrai del tempo per riflettere, poi mi dirai cosa vuoi farne di me!-
Mi voltai, dando le spalle a Slizard quando notai un taxi avvicinarsi verso di noi. Finalmente, pensai. L'auto si parò vicino a me e uddii come si abbassava un finestrino. Da dietro fece capolino la testa di George, sembrava spaesato ma un luminoso sorriso apparve sulle sue labbra. -Scusa per il ritardo, Sofia- mormorò dispiaciuto il prof. Inclinai la testa e feci spallucce. -Non preoccuparti, sicuramente sei stato occupato-
Con coraggio disarmante, lanciai un'occhiata all'albero dove si trovava Fabio. Stava ancora lì, nella sua espressione non potei captare nulla. Lui mi fece un segno con la testa e mi rivolse un sorriso forzato. -Ho bisogno di tempo, devo risolvere alcuni problemi poi sarà tutto come quella prima notte-
Rabbrividendo, sospirai con stanchezza prima di salutarlo con un cenno della mano ed entrare nel taxi. Qualcosa di brutto doveva succedere, lo sentivo e dubitavo che la nostra relazione potesse ritornare come prima.

***

Matilde

Matilde era soddisfatta. Finalmente era arrivato il giorno della recita e, per quanto le costasse ammetterlo, Sofia Schfalen si era impegnata molto per far sì che tutto fosse perfetto fino ai minimi dettagli. Inizialmente si era stabilito che i giudici sarebbero stati lei e Mauro insieme al preside e i professori, ma dato che era la protagonista dell'opera dei draconiani, solo suo fratello avrebbe votato la miglior interpretazione. Inoltre, era estasiata giacché avrebbe baciato il suo Fabio davanti a tutta la scuola, avrebbe marcato il suo territorio, suo e di nessun'altro. Tanto meno di quella Sofia. Ma, il suo istinto femminile era riuscito a cogliere qualcosa: la relazione tra i due draconiani stava andando per il verso sbagliato. Conosceva abbastanza bene Szilard per poter affermare che in quelle ultime settimane sembrava evitare Sofia. Il motivo le sfuggiva, ma sapere che c'era una possibile rottura tra quei due la estasiava. Stava andando tutto per il verso giusto. Tuttavia, era curiosa di sapere cosa era successo tra la coppia quasi inesistente per il collegio. Nessuno, a parte lei e i due custodi, era a conoscenza della relazione secreta che c'era tra Szilard e Schfalen. Infatti, Matilde pensava che era meglio così e ora poteva facilmente ricattare Sofia siccome era venuta a sapere che lei, in realtà, era la preziosa fidanzata di Lung. Tutte le opportunità si erano presentate davanti a lei su in piatto d'argento, ora doveva afferrarsi a esse se voleva che Fabio ritornasse da lei. Quel giorno la scuola Dragoni era in fermento, tutti gli alunni erano occupati in qualche affare ed era un caos, i preparativi della recita erano quasi completi e i ragazzi si stavano assicurando che tutto filasse secondo i piani.
-Signorina Dragoni, deve andare all'aula 13, verrà truccata da Lidja e indosserà il suo vestito.- le disse con voce flebile una ragazza bionda, dagli occhi azzurri e cristallini. Matilde sorrise e annuii allegra. -Okay, sarò lì tra poco...- mormorò.
Era da un mese che sognava quel momento. Negli ultimi saggi generali, aveva dovuto baciare Fabio davanti a Sofia, e pregustò ogni secondo sopratutto quando vide la draconiana fare delle smorfie contrariate e lanciarle occhiatacce intimidatorie. Ovviamente, essendo semplicemente la presidentessa dei Draconiani, non poteva negare il ruolo di Elizabeth a lei, che era nipote del fondatore dell'istituto. E, anche Fabio si ritrovava nella stessa posizione, non poteva rinunciare la sua parte ed era un burattino nelle sue mani, così come lei lo era stata anni addietro. Il karma esisteva e ora era lei ad avere il controllo su di lui. Certe volte si chiedeva con amarezza: “Perché lo sto facendo?”. Ma non riusciva a trovare una risposta razionale e concreta. Forse era amore ma... Dopo tutto quello che Szilard le aveva fatto, era ancora innamorata di lui? Non lo sapeva. Forse possessione, voleva dominarlo, non voleva vederlo con delle ragazze, non voleva osservarlo mentre si divertiva con altre, ignorando e dimenticando ciò che lui le aveva fatto. Forse non voleva vedersi sconfitta, guardare come una ragazza era riuscita a far innamorare il suo Fabio con facilità estrema, come se fosse la cosa più naturale del mondo, qualcosa che lei non era mai riuscita ad ottenere. Oppure, la sua unica intenzione era evitare che Fabio fosse felice con una ragazza.

Ormai erano passati mesi da quando Fabio aveva rotto la relazione con lei, nonostante ciò, Matilde era stata irremovibile, non voleva accettarlo, per lui aveva cambiato in tutto, il suo carattere, il suo aspetto e persino il suo modo di pensare. E ora? Szilard pareva non far caso a quei dettagli, evidenti a tutti tranne che a lui e come se fosse stata una semplice spazzatura, l'aveva buttata dopo averla sfruttata, usata, ferita e altro ancora. Non ne voleva più sapere di lei, non sembrava udire il pianto del suo cuore, a come cadeva a pezzi, a come si dimenava con rabbia e frustrazione, non percepiva la sua tristezza, la sua solitudine, la sua disperazione. Poi la notizia arrivò alle sue orecchie, come un sussurro incomprensibile.
-Cosa hai fatto!?- urlò contro suo fratello.
Mauro semplicemente scrollò le spalle, con indifferenza, senza mai togliere lo sguardo sul libro che stava leggendo. -Devi cambiare vita, aria, quello stronzo di Szilard ti ha rovinato e non permetterò che tu cada così in basso, che faccia la vita impossibile a tutte quelle puttanelle che lo perseguitano perciò ho chiesto a nostro padre di trasferirci a Londra con i nostri zii, dove passeremmo qualche anno, il tempo che tu possa rimetterti e dimenticarlo-
Le lacrime scesero prepotentemente dai suoi occhi, le bagnarono le guance e giunsero pigre fino al mento. -Non puoi averlo fato...- sussurrò con voce piccola.
-Si, posso- controbatté lui.
-Ma io lo amo!- replicò.
Lo schiaffò che le arrivò la riscosse fino alle viscere. Mauro si era alzato e gli occhi erano iniettati di sangue dalla rabbia. -Non essere stupida, Matilde! Lui non ti ha mai amata! Gli sei servita solo como giocattolo sessuale!-
E quelle parole la colpirono come un pugnale dritto al petto, fu molto più doloroso dello schiaffo e con le lacrime agli occhi, alzò il mento. -Nell'amore devi lottare, se non lotti, perdi e a vincere saranno coloro che si sono sforzati veramente-
Mauro la guardò con tristezza. -Ma è anche vero che nell'amore ci deve essere attaccamento, affetto e deve avvenire da entrambi, non da uno solo-
Matilde non replicò perché sapeva che aveva ragione.

-Sorellina, sei bellissima- disse con un sorriso sincero e spontaneo Mauro. Matilde arrossì appena. Lidja aveva finito di truccarla ed era riuscita ad indossare il suo costume grazie a Chloe. Ammise a se stessa che stava bene, le piaceva e si guardò allo specchio a lungo. I capelli erano tenuti in una crocchia ordinata, il trucco leggero servì a risaltare gli occhi nocciola, le labbra rosee e i zigomi alti. Il vestito, stretto nella vita, evidenziavano le curve e c'era una scollatura appena accennata nel petto. C'era un tempo in cui odiava il suo corpo, lo trovava ridicolo e privo di femminilità. Con il trascorrere degli anni era riuscita ad apprezzarlo e scoprì quanto fosse facile controllare un ragazzo con delle forme come le sue. Non era più insicura come prima, non era debole e neanche timorosa. Era diventata determinata, decisa e quasi imbattibile. Mauro, prima di uscire dall'aula 13, l'abbracciò con calore. Suo fratello era sempre stato protettivo nei suoi confronti, vedeva in lei una sua priorità, qualcuno di cui doveva prendersi cura e le voleva bene. Lui c'era stato in tutto, era stato molto più presente nella sua vita di quanto lo fossero stati i suoi genitori. Perciò Matilde gli era molto grata, suo fratello sapeva essere davvero dolce nonostante quello sguardo sempre indifferente e quasi beffardo.
-Studenti dell'istituzione Dragoni, recatevi tutti nella sala teatro, le recite inizieranno tra meno di mezz'ora, grazie per la vostra attenzione- risuonò nei parlanti la voce fredda di Giovanna. Matilde, in preda all'eccitazione, si diresse di corsa al bagno, inconsapevole che c'era un ombra a seguirla.
Aprì la porta con il piede e corse davanti allo specchio. Il bagno era vuoto, non c'era anima viva oltre lei, ma ignorò il fatto di essere sola. L'odore di detersivi intriso di plastica bruciata e sigarette entrò nelle sue narici, fece una smorfia disgustata mentre tratteneva a stento la nausea. Dovevano pulire meglio i bagni... pensò con avvilimento. Iniziò a sistemarsi i capelli e tirando fuori una borsetta rossa, migliorò il trucco di Lidja già perfetto di per sé. Ma lei voleva essere impeccabile, voleva abbagliare Fabio e ingelosire Sofia, che paragonata a lei, non valeva neanche un centesimo. Era immersa nei suoi pensieri, tanto da non rendersi conto che dopotutto non era sola, che un'ombra la stava osservando con aria irritata.
-A cosa serve sistemarsi in quel modo, stai bene così- mormorò seccato Fabio.
Matilde si fece scappare un urlò e sussultando, le cadde dalla mano il fondotinta che finì a terra dove di frantumò in mille pezzi. -F-f-fabio!- balbettò timorosa.
Lui la guardò freddo e distaccato. Dopotutto in quei anni era rimasto lo stesso Fabio di sempre, aveva ancora quell'espressione priva di sentimenti che l'attirava come una calamita. Notò con soddisfazione che stava indossando il costume di Mr. Darcy e gli stava a pennello. Era così attraente. I pantaloni scuri facevano discordanza con la camicia bianca e un po' larga. Sopra, aveva una giacca nera e larga, i suoi capelli neri e ricci sembravano essersi fusi con il tessuto dell'indumento. Rimase incantata nell'osservare i suoi occhi neri e scuri. Vederlo lì, in piedi con noncuranza mentre la fissava duramente, la lasciò senza respiro. Scuotendo la testa, cercò di tirare fuori un po' del suo coraggio. -Che stai facendo nel bagno delle ragazze?- domandò con un filo di voce.
-Dovevo parlarti- rispose evasivo. Il cuore di Matilde fece qualche capriola. Lui... voleva parlare con lei? Quel giorno stava andando nei migliori dei modi. Sorridendo con malizia, si diresse verso il draconiano. -Hai deciso di lasciare quella tua sgualdrina per me?-
Fabio la guardò sdegnato e un lampo di rabbia passò nei suoi occhi. -Perché fai tutto questo?- sibilò indignato.
Matilde l'osservò con rancore. -Sei tu a volerlo! Se lasci quella Schfalen lei potrà vivere felice con Lung e io non le farò nulla-
-Sai...- la interruppe lui. -Non credevo che fossi così stupida, tra me e te non ci sarà mai nulla, ciò che è successo nel passato deve rimanere nel passato, non puoi pretendere che io sia tuo solo perché sei tu a volerlo, ti conosco, Dragoni, la recita non serve solo a far ingelosire Sofia, ma a segnare il tuo territorio, un territorio che in realtà non è mai stato tuo...-
Lei deglutì a fatica sentendo quelle parole. -Non puoi esserne certo...- mormorò, all'improvviso si trovava a disagio. Era quello l'effetto che le provocava Fabio: insicurezza, timore, imbarazzo. Odiava quei sentimenti contrastanti che cercavano a tutti i costi di uscire. Doveva essere forte. Doveva rimanere con i piedi a terra.
-Perché dico tutto questo?- continuò lui, ignorandola completamente. -Perché anche io voglio fare altrettanto, oggi, nella recita, davanti a tutti- disse
-Cosa significa...? 
Un ghigno agghiacciante apparve nel suo splendido viso e d'istinto, Matilde si allontanò da lui di qualche passo. Avrebbe voluto scappare, ma Fabio bloccava l'uscita con tutto il suo incanto. Cosa vuole farmi? Pensò con un brivido. -Significa che Sofia prenderà il tuo ruolo-
Per un attimo soltanto sperò aver sentito male. -Cosa!? Non puoi farlo! Lei non conosce i dialoghi e sarebbe un disastro! Vuoi mandare all'aria il lavoro che la tua amata ha fatto?-
-Oh, è qui che sbagli, lei sarà perfetta perché sarà lei a farlo- ribatté Fabio. Matilde lo vide come alzava un braccio e controllava l'ora. -Devo andare, la recita inizierà tra poco e credo che abbiamo parlato a sufficienza e ormai non c'è nessuno nei corridoi che possa venire a salvarti-
Lei comprese troppo tardi quali erano le intenzioni di Fabio. Vidi come la figura alta e slanciata del draconiano si voltava e usciva dal bagno, chiudendola dentro a chiave. Le sue capacità motorie iniziarono a funzionare troppo lentamente. Corse verso la porta e tirò con tutte le sue forze la maniglia, che non si abbassò di un solo centimetro. -SLIZARD!- urlò. -Tirami fuori di qui!-
-Sofia è troppo preziosa per me e lo dimostrerò adesso nel teatro, addio Matilde e divertiti- disse dietro la porta Fabio. La ragazza udii come i suoi passi felpati si allontanavano e solo quando si assicurò che ormai non era più nelle vicinanze, imprecò a voce alta. Imprecò contro Schfalen, perché era tutta colpa sua e l'avrebbe pagata, lei teneva ancora il suo diario e avrebbe trovato il modo di vendicarsi di quella Thuban.

***

Sofia

-Cosa diavolo significa che Matilde non verrà!- sbottai sull'orlo di una crisi isterica. -Mi ha rotto le palle per un mese intero con quel fottuto ruolo di Elizabeth e ora quella stronza non si presenta? Ma è impazzita!? Tra quindici minuti dobbiamo entrare in scena, per tutti i Dragoni di questo fottuto pianeta!- Iniziai a camminare avanti e indietro come un animale in gabbia. Temevo di morire d'infarto, mi ero impegnata così tanto per far sì che tutto fosse perfetto e ora quella cretina non si presentava e spariva di punto in bianco, lasciandomi nelle mani tutte le responsabilità! Tra l'altro, la ragazza che doveva prendere il suo posto nel caso di un inconveniente, si era ammalata e perciò mi trovavo con un piede nella fossa. Fanculo, fanculo, fanculo! Ero nella merda fino al collo e anche io, come Matilde, volevo scappare e non ritornare mai più in quel collegio da pazzi. Imprecai una e due volte a voce alta, riscuotendo tutti i draconiani che mi osservavano con timore. Mi avvicinai al telone che copriva il palcoscenico e con una mano, cercai di osservare cosa c'era dietro. Centinaia di padri seduti aspettavano con ansia l'inizio della recita, più in alto, c'erano i giudici che stavano parlottando tra loro e riconobbi Mauro, che guardava la scena con aria annoiata. La sala di teatro era un'immensa area, aveva una lunghezza pari a quella di un concerto e l'altezza era di quasi dieci metri. Osservai l'ora dal mio cellulare e quasi rischio di svenire. Mancavano ormai dieci minuti! Mi voltai e guardai con aria sconsolata i draconiani. -Siamo fottuti- mormorai. -Se non troviamo un sostituto, beh, possiamo dire di aver già perso- Lanciai uno sguardo infuriato a Fabio. Era stato Szilard a dire che Matilde non sarebbe venuta, non l'aveva trovata e secondo lui, se ne era ritornata a casa siccome aveva cambiato improvvisamente di idea e non voleva più la parte principale dell'opera. Ovviamente, non gli credetti, non conoscevo molto bene Matilde ma sapevo che non si sarebbe mai tirata indietro, era determinata e non avrebbe rinunciato per nulla al mondo il ruolo di Elizabeth pur di far vedere al mondo intero quanto lei e Fabio fossero la coppia perfetta. Perciò, ero quasi sicura che Szilard c'entrasse qualcosa nella sua sparizione, e fui sempre più convinta che fosse stata colpa sua quando notai la sua espressione soddisfatta e divertita. Quel bastardo!
-Sofia dovrebbe prendere il suo posto, è sempre stata presente nei provini quindi sa cosa deve dire e fare Elizabeth...- disse Fabio incurante delle mie occhiatacce.
-Fabio ha ragione!- trillò Lidja. -E poi hai un memoria strabiliante, perciò saresti perfetta nel ruolo di Liz!-
Scossi la testa, ero scura in volto e volevo distruggere il palcoscenico. -Spero che questo sia uno scherzo!- biascicai seccata. -Non ho fatto nessun saggio, non ho provato nulla quindi sarà un totale disastro!- cercai di convincerli io. 
Karl, che era rimasto in silenzio, si fece avanti. -Andiamo per votazione...- disse.
-Cosa!? No, no, no...-
Lui m'ignorò. -Alzino le mani chi vuole Sofia come Elizabeth, per evitare di mandare a rotoli la recita e perdere questa gara con i Viverniani-
Non ci fu neanche bisogno di contarle. Tutte le braccia si alzarono e io maledii Matilde.
No, non potevo farlo.
Non era la recita a preoccuparmi.
Era il bacio.
Qualcuno lassù doveva odiarmi davvero molto.
Proprio ora che tra me e Fabio le cose iniziavano ad andare male.


Note dell'Autrice:

Okay, da me in questo preciso momento sono le 22:30 e sono esausta, voglio solo dormire e dimenticare che domani, Lunedì, ho due verifiche, una montagna di compiti che non ho ancora fatto e un'interrogazione. Vivere dall'altra parte del mondo è frustrante. E pensare che la prossima settimana iniziano gli esami del terzo parziale, quindi sarò ancora più occupata di prima.
Comunque, se non fossi stata così stanca, il capitolo sarebbe stato più chiaro, più interessante e più lungo e non l'avrei diviso in due parti, appena scriverò il capitolo 19, unirò i due “frammenti”, dovete scusarmi ma ultimamente sto dormendo davvero poco e non ho tempo neanche per mangiare. Voglio anche chiedere perdono per il ritardo, dovete credermi quando vi dico che ho provato a scrivere e ad aggiornare in tempo, ma non ci sono riuscita, troppi impegni scolastici e credo che tra non molto mi troveranno morta sul letto. xD
Beh, spero che perlomeno abbiate gradito il colpo di scena :')
Un grazie a quelle dieci persone che hanno recensito il precedente capitolo: lucy herondale 02percy_sofia_il mio mondo, _Teodora_Priscilla_Corvoneromescheeacerrywomansupertitti2002Drachenunique_1Dchiara_centini. Un grazie particolare a _Teodora_, ho amato le tue recensioni e la copertina che hai fatto per questa fanfiction, giuro che mi hai fatto sorridere e piangere dalla felicità, a percy_sofia_il mio mondochiara_centini e Drachen, che mi seguono fin dall'inizio e a cerrywoman che si è presa il disturbo di recensire anche le altre mie storie, grazie, grazie, grazie.
Ovviamente, grazie a quelle 45 anime che hanno messo questa fic tra le preferite, ogni volta che leggo i vostri nomi mi commuovo.
Vi prometto che appena trovi un po' di tempo libero, risponderò individualmente le vostre recensioni, risponderò ogni vostra domanda e ricambierò il favore, seguendo e recensendo le vostre storie. Ve lo devo.
Per ultimo, grazie a quelle persone che mi hanno contattato su Whatsapp e Facebook, che si sono congratulate con me per via della storia, non merito tutto questo. A quelle che mi seguono su Twitter, +GoogleWattpad ho così tante persone da ringraziare!
Si... mi sto dimenticando di qualcos'altro... GRAZIE A QUEI 9'883 LETTORI SILENZIOSI.
Okay, credo di aver detto tutto,
un bacio e alla prossima,

marty_598

P.S. Vi ricordo che per sapere gli aggiornamenti vi basta controllare il mio profilo EFP

P.P.S. Volevo condividere con voi l'immagine fatta da Teodora, io la trovo semplicemente stupenda

   
 
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