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Autore: Yomigami    19/09/2008    2 recensioni
Un uomo che non sa da dove arriva, ma che calca le terre del mondo che ritiene suo, da ormai mille anni... E' la mia prima fanfic fantasy, spero di aver scritto bene questo primo capitolo, vi raccomando, commentate pure, i suggerimenti e pareri personali sono ben accetti ^^
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il rumore della città non gli era mai piaciuto così tanto, dalla finestra da cui era affacciato aveva una completa visuale dell’arteria principale del centro abitato. Le persone formavano letteralmente un fiume che si disperdeva in ogni direzione. Era una bella vista, che a Arael scaldava il cuore, lui che le città le aveva viste sorgere e cadere.

La guerra non era ancora arrivata qui, infatti nell’aria si respirava ancora profumo di pace, e Arael sperava che non arrivasse mai. Nonostante questa fosse l’ennesima nazione per cui combatteva, questa città gli piaceva particolarmente. Skata, così si chiamava la città, situata nella nazione di Alea era soprannominata la capitale della magia, dato che il suo utilizzo era esteso a moltissime cose: pompe dell’acqua, forni, illuminazione, e molto altro ancora. Forse solo i Wyndil avevano una conoscenza maggiore degli Aleani sulle applicazioni magiche.

“Tenente, dobbiamo andare”

L’idillio era durato fin troppo, era il momento di tornare alla realtà

“Arrivo soldato, dammi il tempo di raccogliere il mio equipaggiamento”

Essere convocato dal consiglio di guerra non era una grande notizia, dato che quando eri chiamato, era per la corte marziale, ma Arael non aveva partecipato a nessuno scontro fino ad adesso, quindi si chiedeva il perché di quella chiamata.

Il palazzo della repubblica, chiamato anche il “palazzo del sole” a causa dei suoi cristalli che riflettevano i raggi del sole durante il giorno, era a poche centinaia di metri dalla locanda in cui aveva dormito quella notte.

Nel viaggio verso il palazzo Arael non potè fare a meno di notare le espressioni della gente. Sapevano che la loro nazione era in guerra, ma nonostante questo avevano visi sorridenti, senza nessun ombra di preoccupazione. Alea senza dubbio era la nazione umana più potente del continente, ma Arael sapeva che anche i forti cadevano…

Ma anche con questo pensiero nella testa, Arael non perse il sorriso. La sua preoccupazione principale, non era per il popolo, egli era cosciente che il nemico non sarebbe mai arrivato fin qua,

i suoi pensieri erano per i giovani soldati.

“Dimmi Riven, sei preoccupato?” Chiese Arael al giovane soldato che lo accompagnava

“Oh no signore, è lei quello che il consiglio ha convocato” Rispose con un sorriso il ragazzo

Arael sorrise, dando una pacca sulla spalla del giovane

“Non intendevo il consiglio, ma la guerra”

“Un po’ di paura la ho, ma credo nella forza del nostro esercito, e poi sono fiero di combattere per la mia nazione, signore” Disse pieno d’orgoglio il soldato

Eccone un altro, pensò tristemente Arael, un’altra giovane vita pronta a buttarsi inconsciamente tra le braccia della guerra. Le sue orecchie avevano sentito migliaia di risposte come quella, ma ogni volta non riusciva a non provare una punta di tristezza.

“E poi signore, con le vostre unità non abbiamo nulla da temere”

Quest’ultima frase colse Arael di sorpresa. Quindi l’esercito regolare faceva così tanto affidamento sulle unità di cui lui faceva parte?

“Infatti” Rispose Arael con un sorriso, ci mancava solo che gli dicesse che anche loro erano fallibili

A un certo punto dovettero fermarsi a causa di quello che sembrava una specie di corteo

“Non ne possiamo più di questa guerra! Ogni giorno dai campi di battaglia tornano innumerevoli salme…” Pacifisti. Probabilmente era la voce di colui che teneva il raduno.

“Signore, ho sentito di aggressioni a soldati da parte dei pacifisti, che si sono verificate in questi giorni…” Disse preoccupato Riven

“Lo so,tagliamo da questa parte” Rispose Arael, dirigendosi verso una stradina secondaria, ma mentre la imboccava ebbe un flash improvviso: nella sua mente si formarono delle immagini strane,

persone con lunghi abiti, riunite come quelle del raduno, che urlavano qualcosa contro un altro gruppo di persone anch’esse in abiti lunghi. Erano tutti vestiti di bianco, come le alte torri dietro di loro. E così come era venuta, quella visione svanì, facendo tornare Arael alla realtà.

“Signor Tenente, va tutto bene?” Chiese preoccupato Riven

“Si, non ti preoccupare. Adesso andiamo che siamo in ritardo”

I due ci misero pochi minuti nel percorrere la stradina, e uscendone si ritrovarano proprio davanti al palazzo della repubblica.

“Eccoci, ma, signore, come faceva a sapere di questa strada secondaria?” Chiese il ragazzo

“E’ una lunga storia, potrei dire millenaria… Adesso entriamo, forza”

Arael si incamminò verso la scalinata del palazzo, seguito da un Riven confuso dall’ultima frase del tenente.

“Lei deve essere il Tenente Arael Kostas, e il suo accompagnatore, il Soldato Scelto Riven Igos, esatto?”

“Si esatto” Rispose Arael

“Molto bene, seguitemi. Il consiglio degli strateghi vi aspetta”


  
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