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Autore: Lauretta Koizumi Reid    25/08/2014    1 recensioni
C’è qualcosa che mi fa impazzire più del freddo. Più dei topi o dell’oscurità, più delle urla e dei pianti di Peeta, delle botte e delle domande delle guardie e dei carcerieri. Ed è una semplice domanda: perché sono viva? Perché non mi uccidono e basta? Non servo a nessuno, sanno che non collaborerò, non hanno nulla per farmi davvero del male. Sono un fantoccio rotto e inutile in una cella. Ma forse è questa la mia punizione... la vita. Nonostante tutto.
Johanna Mason, Distretto 7. Prigioniera di Capitol City per un tempo che ella non può contare. In un luogo terrificante. Che forse, però, si può immaginare.
Genere: Dark, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Johanna Mason, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Osservo quella figura scura dinnanzi a me: è un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati ad hoc, occhi scuri, lieve accenno di barba e pancia prominente da chi ha sempre avuto abbastanza da mangiare. Divisa da Pacificatore, ma dev’essere qualcosa di diverso, perché non è completamente bianca. Mani pelose da lupo che reggono in mano uno straccio. Anzi, no. Non è uno straccio. E’ qualcos’altro.
Me lo allunga tra le sbarre e il solo contatto mi fa gemere di piacere. Qualunque cosa sia, è caldo. Me lo avvolgo intorno alle spalle che cominciano subito a rilassarsi.

- Se lo apri bene, te lo puoi infilare. E’ un vestito, Johanna.
Senza pensarci due volte, tolgo quel poco di maglietta sbrindellata che a stento mi copriva e tolgo anche i pantaloncini. Per fortuna le mutande si sono conservate perfettamente. Me lo infilo dalla testa. E’ una sorta di camice da ospedale azzurrino, solo più lungo e con le maniche fino al gomito.
Guardo l’uomo e colgo un sorriso soddisfatto che indugia sulle curve sciupate che una volta erano il mio seno, sulle cosce deturpate che una volta potevano dirsi forti. E ritorno quella di sempre.
- Grazie per il vestito. Mi sarà molto utile andare a morire vestita come si deve, no?
Quello mi guarda, finalmente, negli occhi.
- Perché pensi che devi morire?
Allargo le braccia.
- Perché questa è la fine che spetta a me e a Peeta, no, cinico idiota!? Potevo fare anche io il lavoro sporco, ma non me l’avete permesso! Cosa c’è, avete paura di dover ripulire il sangue da terra che mi schizzava dalle arterie? Ma non credo lo facciate voi, giusto? Avrete pure un senza-voce che potrà farlo, no?
- Johanna, Johanna… - l’uomo scuote la testa.

Rimaniamo in silenzio. Decido di andarmene.
- Tanto morirò lo stesso – aggiungo dandogli le spalle – che siate voi, o il cibo che mi attaccherà l’intestino, o il freddo, morirò. Ma se pensi di negoziare un camice con le informazioni che volete, vi sbagliate. Addio.
- Non vogliamo più nessuna informazione, Johanna. Le torture sono finite.

Mio malgrado, mi giro.
Ottenuta la mia attenzione, lui continua.

- Ma sì. Katniss Everdeen, e i suoi alleati fidati, sono al Distretto 13. Abbiamo deciso di attaccarli domani. Ci voleva solo il tempo di elaborare l’arma giusta, un potente detonatore che non avrà effetti ambientali ma scenderà abbastanza in profondità da ucciderne parecchi. Non vinceranno questa guerra, Johanna. Mi dispiace solo che tu abbia subito tante torture per niente.

Furiosa, mi scaglio contro le sbarre della cella.
- LA PAGHERETE! NON CI RIUSCIRETE! MORIRETE TUTTI, DAL PRIMO ALL’ULTIMO! Voi non sapete chi state sfidando! Siete solo dei maledetti bastardi!
Continuo ad urlare come una pazza, ma il viso dell’uomo resta impassibile, anzi, quasi tranquillo, dico di più, quasi soddisfatto. I suoi occhi da pesce lesso non mi abbandonano.
- Tranquilla, Johanna. Quando sarà tutto finito, sarai libera. Garantisco io per te.
- Perché, chi cazzo sei tu?
- Un Capo Pacificatore ha il suo bel potere, qui. Starai a Capitol City e ci starai benissimo.
- Be’, io preferisco morire!
- Non te lo lascerò fare – risponde lui.
- SI PUO’ SAPERE PERCHE’?
Sul volto dell’uomo si deposita un sorriso.

- Perché tu sei il mio Vincitore preferito.
 

Il senso di quelle parole non mi arriva subito. Ma quando capisco quello che vuole dire, sono senza fiato per il disgusto e l’incredulità.

- Sì, Johanna. Sono stato io a impedirti di suicidarti. Io a dire di fermare le torture. Non ho potuto intervenire prima, perché ero in viaggio nei Distretti. Per questo non hai mai avuto del cibo decente. Ma tranquilla, i responsabili l’hanno pagata. Quando ho ricevuto la notizia che eri qui in cella, e che cercavano di estrapolarti informazioni, sono corso qui, dalla mia Johanna Mason del Distretto 7. La ragazza più bella e coraggiosa e sfrontata che abbia mai visto. Quando ti guardavo in televisione… - si passa la lingua sulle labbra e io rabbrividisco.
- Tu non hai informazioni che ora ci possano essere utili. Fosse per me, saresti libera ora. Ma capisci, non posso permettermi certi comportamenti, ne va della mia carriera e della mia testa, soprattutto nei confronti del nostro Presidente. Posso però impedirti di morire.
Sono allibita. Esterrefatta. Incredula. Tutto potevo aspettarmi, tranne questo.

Un urlo dall’altra parte del muro mi sveglia dal torpore in cui ero precipitata. Peeta.
- Cosa sta succedendo a Peeta?
L’uomo scuote la testa.
- Mi dispiace, amore mio, ma questa non è proprio una cosa che posso dirti. Ordini ancora più in alto. Del Presidente, appunto.
- No. – sussurro con la voce più dura che riesco a fare – voglio sapere adesso cosa gli sta succedendo. ORA!
- Johanna, non chiedermi cose che non posso fare. Vuoi del cibo? Un’altra coperta?
- NO! Voglio sapere cos’ha Peeta! Perché prima era così aggressivo? Perché la sua voce è cambiata? Perché sembra impazzito? – rievoco la sua voce mentre pronunciava il nome di Katniss e ricomincio a tremare.

Lui fa per andarsene. Mi gioco il tutto per tutto.
- Sono disposta a fare qualsiasi cosa, se me lo dici.
Lui si avvicina.
-  Va bene – afferma con un sorriso. 







Il prossimo capitolo sarà l'ultimo!!! Stay tuned!!!
E anche se è appena giunta a conclusione, passate per la storia di usagainst_theworld http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1898741&i=1 

 
  
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