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Autore: LiliumInterSpina    19/09/2008    3 recensioni
Questo brano è un tentativo di esprimere ciò che qualcosa, diverso da ogni altro "qualcosa" che conosciamo, può provare. I suoi sentimenti sono diversi da quelli umani, o forse fin troppo simili ai nostri.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che troverete scritto in queste righe può essere considerato folle oppure fin troppo reale….a voi la scelta. Il desiderio più grande di chi scrive è sapere di aver suscitato un emozione in chi legge.
Odio o amore non ha importanza…purchè non sia indifferenza.
Se ciò è accaduto, se un’emozione è nata, vi prego….. fatemelo sapere. E non abbiate timore di criticare poiché come qualcuno mi ha detto una volta…”L’elogio più grande non vale una critica costruttiva”.
Grazie.


The last Kiss


Voi mi chiedete chi io sia.
Forse la domanda non è corretta, dovreste chiedere cosa sono.
O forse è il tempo a non essere adatto.
Io non sono.
Io sono stato.
Io sarò sempre.
Eppure non sono mai, perché quando l’uomo percepisce la mia presenza e avverte il mio tocco, il presente è già passato e l’uomo stesso non esiste più….non è più.
È qualcosa di difficilmente comprensibile per la mente umana così incline a lascarsi travolgere dall’attimo e ad illudersi che nulla esista aldilà di quello.
Beata ignoranza.
La leggo nei vostri occhi mista a stupore e paura quando, giunto il momento previsto, le nostre strade si incrociano. E allora ecco affiorare alle vostre labbra quella domanda. La stessa domanda da anni, secoli, millenni…da un’eternità.

“CHI SEI?”

Non ho sostanza né consistenza.
Non ho forma né apparenza.
Ma quando i vostri occhi sono pronti a cogliere la mia esistenza, assumo forma sostanza consistenza e apparenza. Vi appaio come voi immaginate che io sia. Mi assegnate le forme che più temete o paradossalmente quelle che più amate. Ed è ironico pensare che la domanda che mi ponete è in realtà retorica.
Voi capite chi sono nel momento stesso in cui lo chiedete.
Uno tra i  nomi che mi avete assegnato affiora alle vostre labbra ma vi rifiutate di pronunciarlo restando ancorati a quella razionalità chè è vanto della razza umana e che vi vieta di credere che io esista.
Stolti.
Non vi arrendete nemmeno dinnanzi all’evidenza e rendete più difficile il mio compito.
È giunto il momento. Non esistono proroghe. Non esistono eccezioni.
È tempo di andare.
Guardatemi. Sentitemi. Toccatemi.
E allora ecco fuoriuscire quel nome…uno tra i tanti.

“TU SEI…. LA MORTE”.

Si. Lo sono.
Sono la Morte.
Sono il Tristo Mietitore.
Sono il Cacciatore d’anime.
Sono l’Angelo nero.
Sono la Signora con la falce.
Sono il Traghettatore.
Sono la Fine.
Sono il Principio.
Sono le due facce della stessa medaglia…Io sono la Morte..Io sono la Vita.
Per metà un angelo dalle candide ali, per l’altra un demone dagli occhi di ghiaccio.
Sono ogni cosa che voi dite che io sia e molto molto di più.
Sono maledetto dall’uomo poiché segno la fine del tempo che gli è stato concesso per una vita mortale e condannato a portare sulle spalle il peso del vostro insensato odio.
Mi sento maledire ogni volta che la vostra ora giunge e  persino quando siete voi stessi a corrermi incontro a braccia spalancate invocando il mio arrivo, il mio tocco, il mio bacio.
Maledite me quando un’auto impazzita sfreccia a tutta velocità su una strada bagnata e termina la sua corsa portando nuove anime tra le mie braccia.
Maledite me quando impugnate le spade, imbracciate i fucili, lanciate le bombe e vi uccidete l’un l’altro.
Maledite me quando affogate la vostra vita in una bottiglia o la sepellite tra sostanze chimiche.
Maledite me, maledite la sorte, maledite il fato e assolvete voi stessi.
Illusi, bugiardi…ingrati.
Accorro da voi perché questo è il mio compito, mi nutro del dolore umano perché questa è la mia eterna condanna.
Vengo a reclamare ciò che vi è stato dato in prestito e che alla fine dei vostri giorni dovete rendere.
Vivo di morte perché per questo sono stato generato.
Entro dentro di voi come il più dolce tra gli amanti e generoso vi offro il mio più intimo abbraccio.
Libero le vostre anime dalle restrizioni del corpo senza distinzioni o giudizi.
Vi accompagno paziente e imparziale verso il vostro nuovo cammino e vi resto accanto sin quando mi è concesso.
Reco conforto, sollievo e giustizia a quanti mi seguono e dono equilibrio al mondo umano.

E nell’ultima vostra ora, immobile e silenzioso accanto a voi, attendo che siate pronti a varcare i confini della vostra limitata conoscenza e mi accingo a risquotere il compenso spettante al mio macabro lavoro.
Mi chino su di voi, accarezzo il vostro volto, rubo l’ultimo sguardo dei vostri occhi e leggero come un soffio di vento bevo l’ultimo alito di vita dalle vostre labbra.
È un bacio dolce.
È il mio eterno primo bacio.
È il vostro ultimo bacio.


    
  
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