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Autore: cin75    25/08/2014    11 recensioni
Dean sta per essere salvato e in questo viaggio verso la salvezza capirà chi era diventato, chi è, chi dovrà tornare ad essere. Capirà quello che stava per perdere. Chi stava per perdere.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Dean Post Mortem!!!'
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Quando sento Crowley alle mie spalle, non riesco a non sentire anche il timore che ha di me, di quello che sono diventato. Come non potrebbe!!?
Da quello che si mormora in giro, sembra che io sia anche più potente di lui grazie al marchio e alla Lama.
Rimango tranquillamente a sorseggiare il mio costosissimo whisky d’annata, rilassato nella mia poltrona di pelle, della mia suite di lusso, del mio albergo 5 stelle, dove, da giorni vengo servito e riverito. Tutto grazie a quello che so e che posso fare adesso.
Dico al demone ciò che voglio e quando lui tenta solo di farmi ragionare, nemmeno lo tocco. Mi basta pensare di fargli del male per spezzargli il respiro e costringerlo a piegarsi ai miei voleri.
Se voglio che questa mia nuova esistenza fatta di puro godimento e priva di ogni rimorso o senso di colpa, continui, devo sbarazzarmi del mio caro fratellino.
 
Il mio caro Sam deve diventare “storia”.
 
Devo ucciderlo, perché a quanto pare, lui e il suo dannatissimo legame di sangue con me, è l’unica cosa che mi rende ancora vulnerabile. E io non voglio più essere vulnerabile.
Perciò, caro Sammy, questa volta farò ciò che vuoi: lascerò che tu passi a miglior vita. Anzi, ti darò una mano!!
Crowley acconsente ad accontentarmi, ma quel grandissimo bastardo ha il tradimento nel sangue, come io ho l’Inferno nel mio.
 
 
Qualche giorno dopo il nostro incontro, mi ritrovò faccia a faccia con Sam, ma non gli do’ tempo di reagire e lo atterrò con un pugno che quasi gli stacca la testa. Lui cade lontano da me, piomba rovinosamente su delle cataste di legno e lo sento gemere dal dolore. Godo di quei suoi lamenti dolorosi, anche perché coprono le fitte che l’anima di quel moccioso mi provoca dentro il petto.
Oddio, quanto odio questa sensazione di debolezza. Stupida debolezza umana!!
 
Quando riprende i sensi, gli spiego cosa sta per accadergli e il perché, e lui, all’inizio sembra volermi fronteggiare e poi quasi mi spinge a concludere il più velocemente possibile.
Sono qui. Legato. Incapace di difendermi. Affonda la lama e metti fine a tutto. Metti fine a me e a te!”, mi grida addosso e anche se sento dentro di me una stramaledetta voglia di tagliargli la gola e farlo tacere, qualcosa continua a frenare il mio braccio alzato.
Ma quell’incertezza nel colpirlo, mi fa commettere il mio primo errore da demone.
Ciao, Dean!!” e poi vedo più buio del buio che mi ha mutato in quello che sono adesso.
 
Mi ritrovo legato ad un lurido tavolo di legno. Le cinghie che mi tengono stretto sono segnate da quegli stramaledetti simboli anti demone. Potrei liberarmi se non fossero così tanti e se sopra di me non ci fosse disegnata un enorme trappola del diavolo con tutti i sacri crismi.
Uno dei miei carcerieri si avvicina a me , lentamente.
“Castiel!! Dimmi, angioletto. Le tue ali funzionano di nuovo?, e la tua grazia?, ha cominciato a lampeggiare rosso??!” lo provoco sorridendo alla sua faccia offesa. Ma subito dopo interviene il mio “amato fratellino” e quel grandissimo figlio di puttana di Crowley, che soddisfatto come uno che sta per vincere la guerra, mi spiega quello che hanno intenzione di farmi.
“…Il nostro Sammy ti imbottirà di così tanta acqua santa che potrai fare concorrenza al Gange. E quando ti avremo “spezzato”, ti infilzeremo con la tua cara mascella d’asino fin quando non ritornerai di nuovo oltre l’arcobaleno…Poi, reciteremo la poesia di Pasqua e tu ritornerai tra i vivi, come, e questa è la parte noiosa della cosa……come il caro buon vecchio Dean Winchester!” ed è così maledettamente convinto di ciò che stà dicendo che quasi temo sappiano quello che fanno. Sento la rabbia che mi brucia dentro e mi convinco che non ce la faranno, che non possono, che io sono il nuovo Inferno.
Stupidi!!!, penso. Sono davvero convinti di potermi salvare con una formuletta vecchia come il mondo ?!?
Ma non faccio in tempo a dirgli ciò che ho intenzione di fargli appena mi sarò liberato che quel piccolo bastardo di Sam mi infilza con una fottutissima siringa piena di acqua santa. Un bruciore devastante mi invade il petto e tutto il resto. È talmente forte e doloroso quello che sento che ho l’impressione di star per scoppiare. Ora, so cosa provavano quegli stupidi demoni quando li estorcevamo le informazioni.

Fa’ male!! Cazzo, se fa male!! Ma non voglio dargli alcuna soddisfazione!

Mi infurio. Impreco contro l’angelo del Paradiso, impreco contro colui che dovrebbe farmi da guida.
Impreco e bestemmio contro Sam. Quello che lo lega a me. Contro quello stesso sangue che ci scorre nelle vene. Il dannato legame che continua a tenerci uniti.
Ma sono forte e quell’unica dose, anche se mi ha spezzato il fiato, non può farmi altro. E vado avanti così ad inveire contro di loro, a ridere di ciò che vogliono fare, a provocarli, dicendo, che anche in quella maniera non otterranno niente.
A godere del fatto che forse loro se ne stanno rendendo conto e anche dopo che, ora dopo ora, Sam continua a “drogarmi” di acqua santa, sembra che davvero io abbia vinto.
Sembra!!
Però, poi….Dannazione!!
Dopo l’ennesima iniezione sento che qualcosa comincia a sgretolarsi dentro di me, comincia a creparsi e mi infurio quando capisco che basterà poco perché tutto vada in frantumi. Sono passate quasi dieci ore e le crepe che sento farsi strada nel mio corpo si fanno sempre più insistenti e arrivano nel posto più nascosto dentro di me.
Quel posto che avrei dovuto ripulire dalla presenza di Sam.
Ora, invece, quel mio unico punto debole è completamente esposto ai miei carcerieri.
Il mio caro fratello, mi inietta l’ultima dose, ma sono così stanco di tremare e fremere e il mio corpo si ribella e ignora i miei comandi di reagire, che quasi non mi muovo quando mi infila di nuovo l’ago nel collo.
 
Hanno vinto!!
Mi stanno piegando!
Mi hanno spezzato!
 
Ma stranamente non sento la furia che dovrei sentire per questa mia sconfitta. Non vedo, per quanto le lacrime che mi offuscano la vista mi permettono di vedere, il buio in cui vivevo fino a qualche ora prima.
Capisco e comprendo ciò che stanno facendo. Perché lo stanno facendo, almeno due di loro.
Ora c’è una strana luminosità intorno a me. Intorno a loro…... Intorno a Sam.
 
Sammy!!!!
 
Quasi come risvegliato da un brutto sogno, punto gli occhi su di lui.
E lo vedo di nuovo per quello che è. Mio fratello.
La persona più importante che esista al mondo. Vedo la sua stanchezza, la sua frustrazione, la sua paura.
Mio Dio!!!, il mio Sammy. Volevo uccidere davvero mio fratello?? Volevo davvero spezzare quel legame per cui ho lottato per una vita intera ??!! Ero davvero diventato un tale orrore!!??
 
Dio!! aiutami!!, ti prego!! Dammi la forza di fargli capire che deve andare avanti e portare a termine il rito oppure…oppure lascia che mi uccida, una volta per tutte.
Dai pace a me e a lui, una volta per tutte!!
 
Li sento che discutono e facendo ricorso a tutte le mie forze, quelle poche che mi sono rimaste, lo chiamo e lui mi guarda e sembra riconoscermi. Sembra riconoscere me , suo fratello. Non il mostro che sono diventato e da cui tenta di salvarmi.
Non ci pensa due volte ad avvicinarsi a me. Ed è strano perché ha sul viso quella sua solita faccia da bambino colpevole, mentre sono il mostro. Io.
So che cosa gli sta passando per la testa. Sono così poche le cose che non so di lui!!!
Fallo, Sammy!!....non ti preoccupare…io…lo so che ….non  vuoi…”, gli dico. Ma la mia voce è quasi un sussurro e parlo a stento, sono sofferente ancora dagli effetti di tutta quell’acqua santa che mi circola in corpo. Lui mi vede fare talmente tanta fatica per parlargli, che quasi fatica con me. Che quasi prende a respirare come io respiro.
Lo rassicuro, gli do coraggio. Gli dico che so perché lo sta facendo e quando vedo che ancora ha paura di farmi del male, lo supplico.
“Ti prego, salvami!!”
L’ho convinto. Dio ti ringrazio!!
Lo vedo che si tira su, senza mai lasciarmi la mano. Sprona Crowley e Castiel ad andare avanti e concludere tutto, perché vuole salvarmi.
Sono così fiero di quel suo: “Salviamo mio fratello!”, che me lo stampo nella testa e decido che sarà l’ultima cosa che voglio sentire prima che la Lama mi trapassi il cuore.
Ma un attimo prima che Sam trovi il coraggio di uccidermi, succede qualcosa che proprio non mi aspetto e che mai avrei avuto il coraggio di chiedere come desiderio.
“Papà!?...Bobby!?” , li vedo, lì, accanto a Castiel. Stò sognando? Sono visioni? Stò delirando ?!
No!!
Bobby mi chiama “idiota!” come al suo solito, con il suo solito accento e la sua solita inflessione rassegnata.
E papà?!, lui addirittura mi accarezza la fronte sudata. Mi consola, mi rassicura e mi dice che tutto andrà per il meglio.
Sposto lo sguardo, solo per un secondo su Sam e capisco che sono solo io a vederli. Deve essere così!, infondo, si dice che in punto di morte, le persone della tua famiglia vengono ad accoglierti e ad accompagnarti nell’ultimo viaggio che farai!!
Forse è per questo che li vedo!, così mi faccio coraggio e li guardo ancora e guardo ancora lui, mio padre, provando un immensa vergogna.
Papà…papà…come puoi amarmi ancora dopo quello che sono diventato??, dopo quello che ho fatto??!!, penso e lui sembra leggermi dentro, perché continua ad accarezzarmi la fronte e a sorridermi e stranamente non è deluso di me, ma è orgoglioso, come quando lo era quel dannato giorno in ospedale prima che Azazel me lo portasse via per sempre. Orgoglioso come lo era quella notte nel cimitero quando mi accarezzò un ultima volta. Con la stessa premura e dolcezza con cui lo sta facendo adesso.
Gli sorrido anche io, quasi impercettibilmente e chiudo gli occhi, costringendomi a non aprirli più, perché non voglio capire se è vero che loro siano lì davvero. Non voglio vedere loro che guardano Sam infilzarmi con quel dannato pugnale.
 
Un secondo, poi il dolore arriva, violento, immenso, devastante in tutto il corpo. Sento la mia pelle che si lacera, il denso calore del sangue che mi cola addosso, il mio cuore che si spacca in due, le mie ossa che si spezzano. Ma stringo i denti e gli occhi. Contraggo le mani ancora legate e mi obbligo a non gridare. Se qualcosa dovesse andare male, non voglio che Sammy ricordi le mie urla di dolore. Anche se so che le ricorderebbe comunque.
Tutto quello che provo sembra esplodere insieme al dolore.
Tutta la collera che sentivo sembra svanire insieme alla mia capacità di respirare.
Ogni sentimento di rabbia lo sento sopraffatto di nuovo da quello che ero prima: Dean Winchester. Figlio amato di John e Mary. Fratello orgoglioso di Sam. Amico fedele e leale di Castiel e Bobby e di tutte quelle straordinarie e coraggiose persone che hanno fatto parte della mia vita.

Sono i miei ultimi pensieri.
Sembrano il mio epitaffio.
Sono parte del mio respiro. Il mio ultimo respiro.

Cosa è successo dopo, non lo so, perché sono morto!
 
Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come l'abisso da un estremo all'altro,
Ringrazio qualunque divinità esista
Per la mia anima invincibile.”
 
Quando riapro gli occhi, mi accorgo di essere diverso. So di essere diverso.
Sento di essere vivo come un umano deve esserlo.
Ma non so per quale motivo nella mia testa continua a ronzarmi quella poesia che nemmeno ricordavo di ricordare. Forse vidi il film o forse la lessi da qualche parte o forse….forse è solo quello che mi è successo.
Mi guardo un po’ attorno e spalanco gli occhi dalla sorpresa e anche un po’ dalla paura.

Crowley!!

È fermo sul ciglio della porta della stanza. Nella penombra. Nascosto dalla luce che ha alle spalle e il buio della mia camera. Quasi d’istinto mi controllo il braccio destro. Il marchio non c’è. Allora che cosa vuole ancora il Re dell’Inferno da me!?
“Tranquillo!!…sei di nuovo il fastidioso scoiattolo che eri prima!!” sembra rassicurarmi,  a modo suo, del mio essere di nuovo umano.
Mi tirò su e mi siedo sul bordo del letto perché sento che la testa mi gira e le gambe stanche come se avessi corso la maratona di NY, ma cerco di stare su dritto per non mostrargli troppa debolezza. Infondo non so perché sia qui, con me. Di nuovo!
“Se aspetti che ti dica “grazie”, Crowley, gelerà l’Inferno!!” gli dico con la mia solita strafottenza. “Tu mi hai messo in quel casino e tu..!!” lo rimproverò duramente mostrandogli il braccio ormai scevro dal marchio di Caino.
“Sì, sì…e io dovevo tirartene fuori!!” mi risponde lui quasi canzonatorio. “Sembra che anche distanti, tu e l’Alce, abbiate gli stessi pensieri!!”
Che diavolo avrà voluto dire??!
Lo guardo, però. Sembra strano. Arrendevole. Remissivo. Quasi triste. Ed è strano, soprattutto per me, affibbiargli questo tipo di aggettivi. Che il sangue di Sam lo abbia mutato in un modo che lui nemmeno si aspettava? Che ciò che di buono c’è in Sam, è stato per lui talmente forte che non ne può più fare a meno?
So, ne sono certo, che non vuole essere umano. Ce lo ha gridato tante volte, ma che il danno sia fatto ormai!?
“Non è cambiato nulla, Crowley. Io: cacciatore. Tu: preda!” gli dico lasciando da parte questi miei pensieri assurdi su una possibile conversione all’umanità del demone che ho davanti.
Lui mi guarda, quasi ferito da questa affermazione e sembra aver preso coscienza che davvero non è cambiato nulla. O meglio: che ciò che solo sembrava essere cambiato, è ritornato al suo posto.
“Come ai bei vecchi tempi!” si costringe a rispondermi con un sorrisetto ironico. “Lo so. Se mi trovi, mi uccidi!!”
“Perciò, vedi di non farti trovare!”, gli dico senza pensarci.
Non so perché gliel’ho detto. Forse dentro di me, so, che se un giorno la sorte, mi metterà di fronte a Crowley, potrei esitare? Forse, dentro di me, so, che nella baita di Rufus, anche lui mi ha salvato la vita? Forse, dentro di me, so, che se Crowley fosse stato il Crowley di un anno fa, ora sarei un uomo morto?
Forse, gliel’ho detto, perché questo è l’unico modo che ho saputo trovare per ringraziarlo?
Non lo so. Non lo voglio sapere, anche perché un attimo dopo il mio velato avvertimento, con il suo solito e odioso schiocco, mi sparisce davanti agli occhi.
 
Vorrei dormire ancora, ma ho una maledetta voglia di sfottere Castiel, di riabbracciare mio fratello. Così mi costringo a mettermi in piedi e prendo il corridoio nord del bunker. Ormai è una abitudine. Da quando tutto andò a rotoli con Sam, io il nord, lui quello sud. Solo per evitare di incontrarci o solo vederci. Se non fosse per lavoro.
Che dire!! Separati in casa!
Vado nella grande sala, credendo di trovarli lì, ma non ci sono o meglio c’è solo Castiel che tra l’altro sembra stia per andarsene.
Sono mesi che non ci vediamo e tu te ne vai senza nemmeno salutarmi!!?”, lo chiamo e sorrido a lui che mi sorride vedendomi in piedi.
Sapevo che ce l’avresti fatta!!”, mi dice felice e soddisfatto senza mai perdere quel suo aplomb, che a volte è quasi odioso.
Ci abbracciamo, ma sento che la sua stretta non è forte come dovrebbe essere. È debole e quasi si sforza di stringermi per non farmelo notare. Quando ci separiamo cercò Sam con lo sguardo e lui mi dice che Sam è venuto a controllarmi e che gli prenderà un colpo quando non mi troverà nella mia stanza.
Lo guardo, o meglio, lo osservo ed è evidente che è stremato, ma devo chiederglielo. Non posso lasciar correre una cosa del genere.
Tu…tu non eri solo…durante il rito…in quella baita, vero?!”
Castiel annuisce e io inspiro così profondamente che mi fischia il naso.
Non so sicuro di quello che ho provato. Paura di un loro giudizio. Felicità per averli potuti rivedere. Tristezza che tutto sia durato così poco e che sia accaduto per una cosa del genere.
“Ma come …” chiedo anche se nemmeno la finisco la frase.
“In qualche maniera loro sapevano ciò che ti era successo, e non sarebbero bastati tutti gli angeli del Paradiso per impedirgli di provare a salvarti. Conosci Bobby e conosci tuo padre meglio di chiunque altro!!” mi spiega anche se in effetti non è che mi dice molto. Ma mi basta. Me lo faccio bastare. Ce ne sarà di tempo per fargli sputare fuori tutto.
Stò per chiedergli come sta, quando come una furia Sammy piomba nella stanza, pronto ad uscire. Non mi vede, anche perché sono alle sue spalle e lui si rivolge direttamente a Castiel.
Blatera qualcosa su di me, che sono sparito come la prima volta, che deve sbrigarsi e che questa volta non mi perderà. Castiel prova a chiamarlo per arrestare quella sua fuga e deve chiamarlo addirittura “Samuel”, perché il mio isterico fratellino gli dia ascolto.
Sam si blocca a quel richiamo. Io sorrido.

Ciao, Sammy!!” è la prima cosa che mi viene dal cuore. “Ciao, fratellino!”

Sam si gira verso di me. Ha lo sguardo apprensivo, mi guarda dall’alto in basso, quasi come se mi stesse facendo i raggi X. Pensavo che a quel punto un abbraccio ci sarebbe stato bene, invece timoroso mi chiede se sto bene.
“Beh!! Per uno che è morto, ancora, sì, sto bene, fratellino!” provò a ironizzare sulle mie ormai innumerevoli morti.
Ma lui non sembra esserne convinto. Devo davvero avergliene fatta passare una di troppo questa volta. Forse per il caro, nobile e coraggioso Sam Winchester, vedere suo fratello maggiore diventare un cavaliere dell’Inferno, deve essere stato davvero troppo. Gli occhi cerchiati dalla stanchezza, il viso smagrito che risalta ancora di più quella sua innaturale altezza, mi fanno tenerezza e mi intenerisce ancora di più la domanda che mi fa, un attimo dopo.
Sei tu?!”. Capisco a cosa si riferisce e non ho bisogno di molte parole per rassicurarlo.
Si, Sammy. Sono io!” gli dico mostrandogli il braccio e sorridendo alla luce che gli vedo accendersi sul viso quando vede nessun segno demoniaco sul mio braccio.

Ci mettiamo un secondo ad abbracciarci. Lo sento stringersi forte a me e circondarmi la schiena completamente con le sua braccia chilometriche e io, anche se mi sento debole, faccio di tutto per ricambiare la sua forza. So che lo fa perché ha avuto paura di perdermi, e per me è lo stesso.
Si aggrappa a me perché ha avuto timore di non poter mettere le cose in chiaro tra noi, dopo Gadreel e tutto il resto. So che mi stringe perché vuole che ciò che ci lega ritorni ad essere quel legame che tutti temono.
E lo voglio anche io. Con tutto me stesso.

Stavo per perdere la mia umanità. E per un po’ so che è stato così e ne dovrò affrontare tutte le conseguenze. Perduto nel buio dell’Inferno in cui il marchio mi aveva relegato, stavo per diventare ciò che ho sempre odiato e contro cui ho sempre combattuto.

Ho rischiato di perdere mio fratello. Ho rischiato di ucciderlo. Ho rischiato di dissacrare tutto ciò che di….potente, c’era e c’è tra noi e che ci rende e ci mantiene umani.
Come avrei potuto mai perdonarmi una cosa del genere? Uno sbaglio del genere?

Mi stringo a lui e gli metto le mani sulle spalle come a volerlo consolare, proteggere, difendere. Perché è questo che sono tornato ad essere: un fratello maggiore.
E questo è ciò che un fratello maggiore deve fare. Questo è quello che ho sempre fatto nella mia vita. Questo è quello che voglio tornare a fare.
Che Sammy si incazzi o meno!!
Se ne farà una ragione.

Sono fatto così. Io sono Dean Winchester.
Di nuovo.
 

N.d.A: Ok! Anche questa è fatta e la serie è conclusa e spero che vi piaccia. Che sia un si o un no, ogni recensione sarà comunque ben accetta.  Le parti in corsivo sono i riferimenti alle altre storie. Per chi ha seguito la serie, le conosce, per chi no, se vi va potete andare a spulciare nella mia pagina.
La poesia che Dean ha in mente è “Invictus”. Per chi la conosce sa quanto sia bella. Per chi volesse conoscerla, potete ascoltarla qui:
http://www.youtube.com/watch?v=p7vjlG3w8VA
dalla bellissima voce di R. Mori, doppiatore di Sir Morgan Freeman.
Buona lettura e buon ascolto!!
:) :)
   
 
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