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Autore: fanniex    25/08/2014    3 recensioni
... -Perché? Come sarebbe uno come Jared?-
Sbuffai ignorando completamente in che modo avrei potuto rispondere a quella domanda. Contemporaneamente però, sul palco, Jay era salito in bilico su una cassa, tendendo le braccia verso l'alto fino all'inverosimile. La sua maglietta sgualcita si era alzata talmente tanto da mostrare quasi per intero gli addominali perfetti e l'eccitante bordo della biancheria intima. Ovviamente tutte le altre ragazze presenti erano prossime all'infarto. ... [ da cap. 6 ]
Esplorazione della psiche di una donna, all'apparenza normale, che ha avuto la sciagurata idea di imbarcarsi con un Leto in uno dei viaggi più traumatizzanti della vita: la famiglia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1: VUOI ANDARE IN UN POSTO DOVE NON SEI MAI STATA? … ALLORA PROVA IN CUCINA!!

 

 

 

-Sei nervosa, amore?-

 

Osservo la mia bimba con un'ondata di orgoglio straripante nelle vene mentre le allaccio per bene le stringhe fluorescenti delle scarpe da ginnastica. Anche se sembra impossibile, diventa ogni giorno più bella e la parte più sincera di me non fa fatica ad ammettere che, grazie al cielo, ha preso tutto da suo padre. I lineamenti angelici del viso. I capelli, morbidi e lucenti come cioccolato fuso appena temperato. Gli occhi grandi e color del cielo e, proprio come il cielo, vividi e volubili.

Io le ho trasmesso unicamente le guanciotte, belle tonde da bambina, adornate da un paio di graziose fossette, e le labbra un po' più piene e a cuoricino.

Mi incanto ogni volta che mi soffermo a guardarla. Emana una luce così unica ed irresistibile.

 

-No, Mami!-  Mi risponde subito lei, con decisione.

 

Anche nel caratterino è tutta il papà, disgraziatamente! Adorabile per carità, ma caparbia e indipendente. Pure troppo per uno scricciolo di soli otto anni.

Come adesso ad esempio. Lo vedo che è turbata per qualcosa ma non lo ammetterebbe mai. Nemmeno con me.

 

-Lo sai che a me non puoi dire le bugie!-  Insisto, poiché vista la sua indole, sono abituata a doverle cavare le cose di bocca.

 

Talvolta vinco, il più delle volte no. Stavolta ho fortuna. La mia piccola sbuffa con noncuranza, stringendosi nelle spalle rassegnata.

 

-Tu pensi che farà in tempo?-

 

Infatti, come prevedevo, è dispiaciuta che suo padre non sia ancora arrivato. Questo è un giorno davvero importante per lei e sono certa che sarebbe molto più tranquilla, e felice, se fosse presente anche lui. Anche se costretto in un angolo in disparte per non farsi notare troppo.

Le sistemo inutilmente i bottoncini della camicetta a scacchi, già perfettamente abbottonati e le accarezzo un po' la testolina, fingendo di acconciarle meglio i codini. Detesta profondamente le smancerie in pubblico.

 

-Non ti preoccupare, tesoro! Vedrai che sarà qui prestissimo.-

 

-Prestissimissimo?-  Mi domanda, sgrammaticando di proposito per enfatizzare il concetto.

 

E i suoi occhioni trasparenti sgranati e quasi imploranti tradiscono per un attimo la sua infantile innocenza.

 

-Prestissimissimo!-  Confermo commossa.  -Lo ha promesso, no?-

 

Lei però inarca un sopracciglio, dubbiosa.

 

-Mah! … Tu dici sempre che non ti fidi delle promesse di Papi!-

 

Lo dico sempre? Sì, è probabile. Ma perché non mi taglio la lingua? Me lo domando spesso.

È vero che suo padre non brilli proprio per affidabilità. Ha costantemente bisogno di qualcuno che gli ricordi gli impegni, anche centinaia di volte al giorno. Per alcune cose ha la classica memoria da pesce rosso. Nel senso che gli rimangono in testa non più di cinque secondi prima di svanire nel nulla. Ho imparato da un pezzo a fare i conti con questo lato della sua personalità. D'altra parte, è un artista e un uomo super impegnato. Nonché un maschio. È risaputo che loro vivano perennemente su un altro pianeta.

 

-Sì, è vero, lo dico sempre! … Ma non se si tratta di te, tesoro. Dimmi, ti ha mai delusa?-

 

La mia piccola mi fissa per un attimo come se stesse davvero frugando nel suo pur breve bagaglio di ricordi, poi scuote la testa sorridendo.

 

-Visto! … Vedrai che non lo farà neanche questa volta! … Ora, tornando alle cose importanti, sei sicura di avere tutto sotto controllo?-

 

Finalmente più tranquilla, alza entrambi i pollici in segno affermativo.

 

-Ingredienti … procedimento … tempi … presentazione … ?-

 

Annuisce ad ogni mia parola con un cenno del capo deciso.

Finché un ragazzone dello staff, con cuffie, walkie talkie e cartellina d'ordinanza, ci si avvicina.

 

-La numero 254?-  Chiede con estrema cortesia.

 

-Sì! Sono io!-  Gli risponde la vocetta della mia piccola.

 

Mostrandogli risoluta il badge adesivo con il numero attaccato sull'angolo destro della sua camicetta.

 

-Benissimo! Tra cinque minuti tocca a te. In bocca al lupo, piccola!-

 

Gentile il tipo. È più che evidente quanto in questo posto siano abituati a lavorare con i bambini e la cosa mi solleva enormemente. Non credo che mi arrischierei mai a mettere mia figlia in una situazione del genere se non fossi del tutto convinta della loro serietà. Anche se,a suo modo, è abituata fin dalla nascita a dover convivere con la popolarità, io e il padre abbiamo fatto sempre di tutto e di più per garantirle un'esistenza il più normale possibile.

È il fatto che probabilmente comparirà in televisione che continua a non piacermi un granché. Cucinare però è la sua più grande passione, sin da che era ancora piccolissima. E posso affermare senza timore di smentita che è un piccolo prodigio, lo dico senza nessun tipo di presunzione materna.

È proprio fenomenale, considerando la sua giovanissima età!

Perciò l'occasione di poter partecipare a questo show culinario per bambini era troppo ghiotta per lei per rinunciarci. Lei ce lo ha chiesto e ne è estremamente convinta. Non abbiamo avuto cuore di negarglielo.

 

-Pronta?-  Le chiedo sedendomi al suo fianco, nell'attesa che la vengano a chiamare per il test di prova.

 

-Pronta! Con la tua ricetta non posso fallire, mamma.-

 

Ma non è un amore glassato di zucchero, la mia piccola?

 

Il ragazzone torna a prenderla solo qualche minuto più tardi per accompagnarla nello studio che hanno allestito come una cucina professionale a misura di bambino. Immagino che il mio tesoro sarà eccitatissima all'idea di poter cucinare in uno spazio così, con ogni genere di strumenti a sua disposizione. Di solito a casa è obbligata a chiedere aiuto a me o quando capita a suo padre, e la cosa non le piace per niente.

È uno spirito fiero da che è nata, straconvinta di sapere quello che fa in ogni momento per cui dover dipendere da qualcun altro, anche per cucinare semplicemente dei biscotti, le scoccia parecchio.

Finalmente è arrivato il suo momento e io la seguo da lontano posizionandomi in un angolo buio, dietro le telecamere, e la osservo mentre si prepara con cura mettendo in ordine ingredienti e attrezzi sulla postazione che le hanno assegnato.

 

-Ciao, piccola!-  La saluta affabilmente uno dei tre giudici dello show, seduti ad un tavolo allestito alla meglio davanti alla cucina.

 

L'uomo ha una faccia paffutella e un'espressione simpatica. Si nota subito che è un tipo che ha famigliarità con la buona cucina. Non seguo assiduamente la televisione ma mi pare di ricordare di averlo senz'altro già visto in qualche altro programma.

 

-Perché non cominci dicendoci come ti chiami? Quanti anni hai e da dove vieni?-

 

La mia bimba finisce di posare sul bancone l'ultimo pezzo con tutta calma e si schiarisce la voce rialzando il capo con disinvoltura.

 

-Dunque. Mi chiamo Alice. Ho otto anni e sono di Los Angeles. Perciò non ho fatto tanta strada per venire qui!-  Risponde con estrema determinazione.

 

Facendo inesorabilmente sorridere i tre adulti di fronte a lei.

 

-Mi sembri una signorina con le idee molto chiare!-  Aggiunge uno degli altri giudici, l'unica donna. Una bella ragazza che avrà pressapoco la mia età, anche lei dall'aspetto abbastanza florido.

 

-Sì! La mamma me lo dice sempre!-  Sorrido anche io istintivamente.

 

Nello stesso istante percepisco la sensazione di due braccia cingermi la vita. E benché la loro consistenza, il calore, il profumo mi siano fin troppo famigliari, socchiudo gli occhi, trattenendo a stento un fremito di piacere.

 

-Lo so … sono in ritardo!-  Sussurra la voce dietro di me.

 

-Che scusa hai questa volta?-

 

I rimproveri diretti non hanno molto effetto su di lui, ormai lo so per esperienza. Ma non mi sembra nemmeno il caso di fargliela passare liscia ogni volta. Dopotutto si tratta pur sempre di nostra figlia.

 

-Quel grandissimo imbecille di tuo cognato si è un chiuso una mano in un cassetto! Ho dovuto portarlo al pronto soccorso.-

 

Mi volto verso di lui con uno scatto e anche se l'irritazione dovuta al suo ritardo non è scomparsa del tutto non resisto alla tentazione di baciarlo non appena metto a fuoco il suo viso.

Eh già! Purtroppo, se Alice è la luce positiva della mia vita, lui è senza dubbio la mia kryptonite. Non posso sottrarmi alla forza distruttiva che esercita su di me, povera e inutile umana ancora non assuefatta alla sua costante presenza, dopo oltre dieci anni.

 

-Sta bene? È tutto okay?-   Gli domando l'attimo seguente, interrompendo il nostro bacio, leggermente preoccupata. Con le mani d'altra parte mio cognato ci lavora. Nessun doppio senso, giuro!

 

Lui sbuffa, mugolando sulle mie labbra contrariato per quella brusca interruzione.  -Tranquilla, niente di rotto! … Altrimenti sai che casino! … Non hai idea di come frignava, però. Si è calmato soltanto quando è arrivata mamma. … Alle volte è davvero un bambinone!-

 

-Senti, senti! Ha parlato l'uomo maturo!-  Replico caustica.

 

Lo amo da morire ma penso di avere molti meno problemi nell'allevare Alice di quanti non ne abbia nel gestire i suoi capricci, che ovviamente lui considera puramente guizzi di genio.

Per tutta risposta però, si avvicina di più al mio orecchio mordicchiandomi il lobo, piano piano. In modo estremamente sensuale. Troppo sensuale per i miei standard, trovandoci in un luogo pubblico.

 

-Lo sai che ti amo, vero?-

 

Mmm … la sua voce … mi irrita che sia tuttora in grado di stordirmi ad un tale livello, soprattutto quando la modula in questo modo. Roca e sospirata.

Che stronzo! Non è giusto che mi faccia lo stesso effetto che fa alle sue ragazzine.

Cazzo, io sarei sua moglie!

Beh, più o meno. Non siamo legalmente sposati, ma è uno stupido dettaglio. Praticamente è come se lo fossimo.

 

-Sei convinto che ti basterà questo per farti perdonare?-

 

Cerco di recuperare una briciola del mio amor proprio, ma il suddetto stronzo reagisce corrucciando il labbro inferiore e mettendosi a guaire come un cucciolo appena abbandonato in autostrada.

 

-Cosa dicevi prima? Allora, chi sarebbe il bambino?-

 

Gli scompiglio i capelli tirandogli forte alcune ciocche pur sapendo quanto il gesto gli dia fastidio e mi rigiro verso nostra figlia, ormai completamente immersa nella preparazione del suo piatto.

 

-Quindi? Sono perdonato?-

 

Mi avvolge nuovamente tra le sue braccia, abbassandosi per appoggiare il mento sulla mia spalla.

 

-Io potrei anche farlo … ma te la dovrai vedere comunque con Alice. Aveva un musetto così avvilito prima … da stringere il cuore.-

 

-No problem! La nostra bambina è pazza del suo papà.-

 

Non ha nemmeno finito di dirlo che scorgo mia figlia alzare la testa verso di noi. E, accortasi finalmente della presenza di suo padre, si ferma un attimo per salutarlo con la manina e regalargli uno dei suoi luminosi sorrisi.

 

-Visto, che ti dicevo? La mia Ali mi adora!-

 

-Egocentrico e montato!-  Lo apostrofo bruscamente.

 

Ma quando fanno così hanno il potere di farmi esasperare. Insieme sono estremamente pericolosi per la mia autorità, si spalleggiano a vicenda e ovviamente il più delle volte ignorano completamente ogni cosa che dico. La coppia perfetta, in poche parole!

E poi è innegabilmente vero che Alice penda dalle labbra di suo padre. È una femmina, d'altra parte, e lui ha sempre avuto un ascendente pazzesco sulle donne, di qualunque età, estrazione, religione e anche se legate da vincoli di parentela con lui. Sua madre e sua nonna per prime lo hanno viziato e coccolato fino all'inverosimile e credo in parte sia dovuta a questo la sua convinzione di poter fare di tutto.

Comunque, Alice sarà anche la sua nemesi e la cosa, subdolamente, mi rincuora. La ama alla follia e inconsciamente non vorrebbe mai separarsi da lei. È già terrorizzato soltanto all'idea che un giorno, ancora lontano, questo succederà, e noi stiamo tirando su una ragazzina troppo indipendente per pensare che, per quanto ci voglia bene, ci rimarrà legata per sempre. Inoltre, e questo esclusivamente per colpa dei geni paterni, diventerà una donna troppo bella per passare inosservata. Presto un altro uomo prenderà il posto di Papi nel suo cuore. Questa cosa, sotto sotto, lo sta già distruggendo.

 

-Che cosa sta cucinando?-  Mi chiede, ignorando volutamente il mio insulto di poco prima.

 

-Gnudi alla Norma!-  Esclamo tutta soddisfatta, lieta anche io di cambiare discorso.

 

È una mia ricetta. No, non che l'abbia esattamente inventata io. Più propriamente l'originale è un cavallo di battaglia della cucina di mia madre, ma io e Alice l'abbiamo rielaborata e cucinata insieme già parecchie volte. Sprigiona profumi intensi e mediterranei, sapori freschi ma decisi. È un piatto sostanzioso ed equilibrato che raramente ha disatteso il palato di qualcuno.

 

-Santo Cielo! Ma non poteva provare con qualcosa di meno complicato per iniziare?-  Afferma l'unico essere vivente che è stato capace di far bruciare persino una confezione di pop-corn con il microonde!

 

In cucina lui è un vero e proprio pericolo pubblico. È lo zimbello di chiunque conosca questo suo aspetto, e purtroppo per lui, è una cosa che ha fatto il giro del mondo. Eh sì che s'impegna tanto, poverino! Ma non è per niente portato. D'altronde, non gli può riuscire tutto bene e di doti ne ha già ricevute a sufficienza da Madre Natura.

 

-Non c'è niente di complicato! È un piatto che sa eseguire alla perfezione. … E poi lo sai anche tu che a nostra figlia le cose semplici non sono mai piaciute. Chissà da chi avrà preso, poi?-

 

Ridacchia, ancora adagiato sulla mia spalla.  -Da te?-

 

Scuoto la testa meravigliandomi di quanto quest'uomo possa regredire a vista d'occhio, mentalmente parlando. Di tanto in tanto si chiama persino Benjamin Button da solo! Mi sa che fra un po' mi toccherà iscriverlo alla stessa classe di Alice.

 

-Allora, Alice!-   Interviene uno dei giudici. Un tizio alto e dall'aspetto molto serio, che finora era rimasto un po' in disparte e che intuisco trattarsi del vero e proprio chef dello show.  -Parlaci del tuo piatto. È piuttosto originale ma mi sembra che tu te la stia cavando molto bene!-

 

Nascosti in quell'angolo, mio marito ed io gongoliamo di soddisfazione.

 

-È una ricetta italiana rivisitata. Me l'ha insegnata la mia mamma.-

 

Alice gli risponde a tono, senza perdere il ritmo del lavoro ma interloquendo con i giudici quasi come una professionista. Lo so che ha solo otto anni ma si esprime e si comporta come una bambina di dieci, undici anni. Minimo.

 

-Sono simili a degli gnocchi di ricotta, conditi con una salsa di pomodoro fresco, basilico e tocchetti di melanzane. E un'abbondante grattugiata di ricotta salata.-

 

La giudice donna si avvicina al bancone di lavoro e annusa il profumino delizioso che sale dalla padella dove Alice sta già cuocendo la salsa. Dall'espressione sembra gradire.

 

-Mmmm! L'odore è davvero invitante!-  Commenta infatti quasi estasiata.  -Come hai detto che si chiamano questi gnocchi?-

 

-Gnudi!-  Risponde prontamente la nostra bimba.  -Cioè nudi. Si chiamano così perché non hanno la copertura di pasta. In realtà più che a degli gnocchi veri e propri assomigliano al ripieno dei ravioli di magro. … Vedi?-

 

E le mostra il recipiente dove ha appena finito di amalgamare la ricotta fresca, pecorino grattugiato, un accenno di basilico tritato e qualche dadino sminuzzato di melanzana.

 

-A questo aggiungo farina, sale e pepe, e poi con il cucchiaio lascio cadere un po' di impasto nell'acqua bollente … ed è fatta!-

 

Mi giro di nuovo verso di lui guardandolo con aria di sfida.

 

-Visto! Per Ali è una cazzata! … Meno male che non ha ereditato la tua abilità ai fornelli.-

 

Lui mi risponde con una smorfia sprezzante.   -Aah, aah, aah! … Ma lo sai che fai proprio morire dal ridere?-

 

Suscettibile come pochi!

 

-Dicci un po', Alice! È la tua mamma che ti ha insegnato a cucinare?-  Chiede ancora l'altro giudice, il primo che si è presentato.

 

-Sì! Lei è bravissima!-

 

E il cuore mi si allarga di gioia.

 

-Anche la nonna lo è. Ma quello è scontato dato che è italiana.-

 

Già! Mia madre.

Le capacità culinarie sono una delle peculiarità italiane che mi ha passato. Oltre ad una marea di difetti caratteriali.

 

-E per fortuna a casa cucina sempre mamma!-

 

I tre giudici sorridono e mi accorgo immediatamente quanto siano conquistati dalla spontaneità e dalla destrezza di Alice. Come lo è chiunque la conosca. Ha carisma da vendere. Esattamente come l'uomo che mi sta stringendo in questo momento.

 

-Perché per fortuna?-

 

-Perché papà invece è un vero disastro! Innanzitutto è vegano!-  Esclama, storcendo il naso in una buffa smorfia.  -Quindi per lui niente carne o latticini o cose così. Solo un mare di soia. … E poi è rischioso farlo entrare in cucina. Io e mamma stiamo prendendo lezioni di pronto soccorso e anti-incendio per sicurezza …-

 

Scoppiamo a ridere fragorosamente. Tutti. Tranne, ovviamente, il diretto interessato.

 

-Esagerata!-  Singhiozza il giudice, tentando di soffocare le risate.

 

-Ma è vero! …-  Continua Alice, invece tutta seria.  -… Una volta ha lasciato una delle sue zuppe disgustose sul fuoco talmente a lungo che mamma ha dovuto tenere la porta e le finestre della cucina aperte per una settimana. E poi abbiamo dovuto rimbiancare lo stesso per levare l'odore. Era da svenire! E poi fa bruciare qualsiasi cosa. Avete presente l'amico di Harry Potter? Quello che fa esplodere di tutto? …. Ecco, papà è uguale!-

 

Altra risata generale. Accarezzo istintivamente il braccio dell'uomo al mio fianco, stringendolo ancora di più contro di me.

 

-Brava, prendimi pure per il culo!-  Mi sussurra con intenzioni tutt'altro che pacifiche.  -Vedrai se non te la farò pagare cara stanotte!-

 

Non gli rispondo nemmeno. È troppo divertente! E poi ho sempre trovato irresistibili i suoi modi notturni per farmela pagare.

 

-Perciò, cucini sempre con la tua mamma e con tua nonna?-

 

La giudice donna prosegue quella specie di amichevole interrogatorio, senza dubbio finalizzato a conoscere meglio Alice e il suo potenziale in cucina e sullo schermo.

 

-No! Solo con mamma.-   La mia piccola risponde ad ogni domanda, rimanendo sempre concentrata su quello che sta facendo. In questo momento sta rosolando i tocchetti di melanzana in padella, con un filo di olio extravergine d'oliva.  -La mamma della mamma non vive in America perciò non la vedo molto spesso. Nonna Connie, la mamma di papà, vive qui a Los Angeles, invece. Ma neanche lei sa cucinare molto bene!-

 

-Ecco! Questo magari sarebbe meglio non dirlo a tua madre.-  Bisbiglio alle mie spalle e lo sento annuire.

 

-E ogni tanto cucino anche con lo zio Tomo!-

 

Ahi! La locomotiva Alice sta sbandando e rischia il deragliamento! Eh sì che mi ero raccomandata con lei di non fare troppi nomi. Deve essere presa dall'eccitazione del momento.

 

-Lui è un pasticcere formidabile. … Mi insegna sempre a fare dei dolci buonissimi.-

 

Mi volto per l'ennesima volta. E lo guardo con un pizzico d'ansia che sta cominciando a divorarmi.

 

-Se continua di questo passo fra un po' si metterà a cantare l'intero albero genealogico della famiglia sulle note di una vostra canzone. Falle cenno di contenersi, ti prego! A te darà retta.-

 

Lui mi guarda di rimando, sorridendomi tranquillo. E mi risponde con un dolcissimo bacio sul naso.

 

-Non preoccuparti, amore! … Vedrai che non ci avrà fatto caso nessuno. Alice non ha detto niente di troppo compromettente. Sa benissimo quello che fa. Lo ha deciso lei, giusto?-

 

Giusto! È stata lei la prima a suggerire di iscriverla alla competizione con il mio cognome e non con quello del padre, decisamente troppo riconoscibile per passare inosservato. E la nostra bambina voleva mettersi in luce unicamente per le sue doti culinarie. Non per la notorietà del suo cognome.

 

Per “Little Chef of America” vuole essere solo Alice.

E non Alice Leto.

L'adorata progenie di quell'incantatore di Jared Leto.

 

***

 

Sicuramente nella mia verbosissima introduzione ho dimenticato di sottolineare che il titolo
di ogni capitolo è una citazione, più o meno fedele oppure più o meno rielaborata di un film
famoso. Sono solo allusioni e non hanno intenti didascalici, ma spero che risultino comunque
attinenti e comprensibili. In caso contrario, siete liberissime di farmelo notare.
Per quanto riguarda questo primo capitolo, la frase è tratta da : Quei Bravi Ragazzi, capolavoro
assoluto di Martin Scorsese.
E ringrazio i partecipanti al MovieQuiz Forum che mi hanno aiutata con i loro preziosi
suggerimenti cinefili. <3
Dunque, altre considerazioni inutili: 
-la piccola Alice chiama abitualmente i genitori Mami e Papi. 
Personalmente a me non piace, fa tanto famiglia anni '50, ma anche scervellandomi 
non sono riuscita a trovare una traduzione affine x Mommy and Daddy, che invece trovo 
equilibratamente vezzosi e adorabili. Se avete qualche idea, fatevi avanti. Sono sempre in 
tempo a correggere.
-per quanto riguarda lo show, forse l'avrete capito, mi sono ispirata a Junior Masterchef, nella 
versione australiana, da cui ho preso in prestito anche i giudici. Quei bambini erano strepitosi, 
facevano paura e Ali me la immagino bene come una di loro. 
-gli gnudi sono un piatto toscano meraviglioso. Non so se esistano davvero alla Norma, 
ma non mi stupirei. Io ad ogni modo li ho fatti e non sono venuti male!
-l'amico di Harry Potter citato è ovviamente Seamus Finnigan.

 

 

NOTE FINALI: Sicuramente nella mia verbosissima introduzione ho dimenticato di sottolineare che il titolo di ogni capitolo sarà una citazione, più o meno fedele oppure più o meno rielaborata di un film famoso. Sono solo allusioni e non hanno intenti didascalici, ma spero che risultino comunque attinenti e comprensibili. In caso contrario, siete liberissime di farmelo notare.

Per quanto riguarda questo primo capitolo, la frase è tratta da : Quei Bravi Ragazzi, capolavoro assoluto di Martin Scorsese. E ringrazio i partecipanti al MovieQuiz Forum che mi hanno aiutata con i loro preziosisuggerimenti cinefili. <3

Dunque, altre considerazioni inutili: 

-la piccola Alice chiama abitualmente i genitori Mami e Papi. Personalmente a me non piace, fa tanto famiglia anni '50, ma anche scervellandomi non sono riuscita a trovare una traduzione affine x Mommy and Daddy, che invece trovo equilibratamente vezzosi e adorabili. Se avete qualche idea, fatevi avanti. Sono sempre in tempo a correggere.

-per quanto riguarda lo show, forse l'avrete capito, mi sono ispirata a Junior Masterchef, nella versione australiana, da cui ho preso in prestito anche i giudici. Quei bambini erano strepitosi, facevano paura e Ali me la immagino bene come una di loro. 

-gli gnudi sono un piatto toscano meraviglioso. Non so se esistano davvero alla Norma, ma non mi stupirei. Io ad ogni modo li ho fatti e non sono venuti male!

-l'amico di Harry Potter citato è ovviamente Seamus Finnigan.

 

E' tutto. Alla prossima.

 

   
 
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