Capitolo 1: Il
viaggio
“Io continuo a dire che ci
siamo perse... Era il sentiero ad est, non quello a metà via!” Sbuffò Charon
adirata, incrociando le mani al petto e guardando malamente Ecrisia, affianco a
lei.
“Fantastico...adesso siamo
disperse nella foresta.”
“Beh, anche prima eravamo
nella foresta, perciò non prendertela con me...” Disse la strega abbandonando
le mani sui fianchi e guardandosi intorno con aria investigatrice.
“Si, con l'unica differenza
che prima sotto i piedi avevamo un sentiero, ora invece non vedo nulla...”
Ecrisia si avvicinò a
Charon pestando i piedi.
“E questo che diamine è
secondo te?” Guardandola con aria spavalda pestò con maggior forza il piede
destro per terra. La maga la guardò stralunata allontanandosi di qualche passo.
“Quello è un formicaio,
tonta di una strega!”
Ecrisia prese a correre
avanti e indietro cercando di togliersi i vari nemici attaccati alle gambe.
“Argh!!formiche, formiche!!!!” Urlò, giusto prima di andare a sbattere contro
un albero.
“Se avessi continuato a
dare retta a te e alla tua infallibile bacchetta magica saremmo già in un altro
mondo da un bel pezzo.” Sbottò Charon incamminandosi verso nord.
“Senti cocorita di una maga, potevi dirigere tu la spedizione, dato
che hanno chiamato prima te dall'alto.” La strega indicò il cielo con un
sorriso ironico dipinto in faccia.
“Hanno chiamato entrambe
perché siamo le migliori!” Fece lei sistemandosi il vestito e proseguendo
sculettando, poi si girò nuovamente. “Ecrisia, ciò non toglie che dobbiamo
arrivare al tempio Mentolato entro la prossima luna piena, che sarà tra due
giorni, per cui non possiamo fare le buffone in giro per il rea...” Si bloccò
di scatto vedendo l'amica divorare un panino ai funghi. “Ecrisia!” la chiamò
urlando a squarcia gola, facendo allontanare tutti gli animali nelle
circostanze.
“Dimmi!?”
“Che diavolo stai facendo
lì seduta?O.o*”
“Mi riposo, non lo vedi? E’
da tre giorni che girovaghiamo senza senso, posso godermi almeno un minuto di
pace?” Guardando Charon con aria stralunata addentò il panino.
“Aspetta un
secondo...alzati da quella roccia.”
Ecrisia fece per alzarsi, e
mettendo via il panino brontolò contro la maga. “Cosa vedi questa volta?
Un'altra premonizione? Un cavallo con due popò? Uno dei pannolini dei burattini
di Putrash firmati Dementi&Gioiosi?” Fece con tono stanco e ironico.
“No. La pietra su cui eri
seduta non è una pietra qualsiasi.” Accucciandosi indicò il segno blu sulla
roccia “Vedi questo? Dev'essere uno di quei segnali che indicano la vicinanza
di un sentiero, o addirittura della strada principale!” Sfiorò la pietra
levigata, sfavillando un sorriso accecante.
Ecrisia si abbassò
poggiando i gomiti sulle ginocchia ed osservò la pietra. Quando si rese conto
di cosa fosse il segno blu dipinto sulla roccia, deglutendo a fatica si rivolse
all'amica. “Charon… Ti consiglio di non toccarla più, quello non è un segnale
qualsiasi…”
“Ah no? Non seguo pi...”
La maga non fece tempo a
finire la frase, che una voragine si aprì sotto i loro piedi facendole
precipitare in un tunnel oscuro.
Scivolarono e rotolarono,
procurandosi graffi e lividi, e perdendo così la cognizione del tempo; vennero
poi "sputate" fuori dal tunnel naturale finendo entrambe sopra una
massa spugnosa di color verde/marrone.
Charon, ancora frastornata si
stropicciò gli occhi, per poi aprirli; sgranò lo sguardo clinando il capo verso
il gabbiano che le si trovava in fronte con aria perplessa. L'animale rimase li
a fissarla per qualche istante, per poi lanciare un urlo e volare via verso il
tramonto.
Ora di fronte a lei si
stendeva il mare, illuminato dagli ultimi raggi di sole che preannunciavano il
crepuscolo notturno.
Volse il capo verso sud e
con aria sconvolta fissò quello che pareva essere il porto principale del
regno.
“Ben svegliata.” Fece
Ecrisia piazzandolesi davanti.
“Ma...cosa..” Charon si
massaggiò la fronte. La caduta le aveva fatto venire mal di testa.
“Cosa ti avevo detto?...Non
toccare, non fidarti delle rocce...e tu no...” Sventolando l'indice coronato da
una ghirlanda di alghe davanti agli occhi verdi dell’amica.
“Oh santissimi, ma siamo
completamente dalla parte opposta del tempio…” Sospirò lei, coprendosi il volto
con le mani colme di alghe.
“Suvvia, non è poi così
grave, magari al porto troveremo un asino che ci porti, visto che tu ti rifiuti
di salire sulla mia adorata scopa!”
“Nh...Dove siamo?” Fece
mentre cercava di scrollarsi le varie alghe di dosso.
“Sopra una massa di
alghe...dato che ne siamo piene.” La strega si alzò, e sculettando in faccia a
Charon fece per allontanarsi.
“Ecri, hai un riccio di
mare impiantato sul popò.”
“E così questa è Zeon..”
Chiese cercando con lo sguardo Ecrisia, che malgrado il dolore cercava di
togliersi il riccio dal di dietro; dopo esserci riuscita si sistemò il grande
cappello nero a punta, guardando le navi nel porto.
“Beh, se siamo in un porto,
e c'è una grande città con le navi... Non può essere che Zeon, dato che tutte
le altre città portuali sono state conquistate dai pirati.” Pronunciò quelle
ultime parole con un filo di emozione.
Charon la fissò per poi
volgere lo sguardo alla sua destra, e lanciando un urlo soffocato tentò di
aggrapparsi al braccio della strega. “Per tutte le spugne di mare..” Cadde a
terra, trascinata per i piedi da un oggetto non identificato.
Alzò lo sguardo verso la
nave che le si stagliava di fronte, poi la sua visuale venne intercettata da un
pirata che la fissava con aria divertita.
“Senti... Potresti slegare
la mia corda dal tuo piede?” Disse il giovane tenendo la cima ed indicando nel
frattempo il piede di Charon. Lei lo fissò sbigottita.
“Allora non sono l'unica ad
essersi impigliata in qualcosa.” Sbottò Ecrisia cercando di togliersi il riccio
che le si era nuovamente appiccicato addosso, portando poi lo sguardo sulla
nave con occhi lucidi.
“Questa meraviglia è tua?”
“No...” Rispose lui.
“Quella.. è mia...” Fece poi indicando qualcosa affianco alla nave. La strega
osservò meglio in direzione del dito del ragazzo.
“Ma…quella è una
zattera!!O.o” Gridò Charon mentre si slegava la corda dal piede. Quando fu
libera di camminare si avvicinò alla catapecchia galleggiante parcheggiata al
fianco delle grande nave pirata.
“Permettetemi di
presentarmi, bellezze.” Fece il giovane balzando giù dalla nave e sprofondando
sotto le alghe. Le due lo guardarono sparire sotto di loro perplesse. “Ecco la
fine di chi vuole fare il fighetto” Protestò Ecrisia con tono ironico.
“Su dai, tiralo fuori, il
nostro compito è aiutare.”
Quindi la strega estrasse
la bacchetta facendola tintinnare, e tirando fuori il pirata dalle alghe lo
tenne sospeso in aria. “Non sembri una persona per bene!” Fece Charon
guardandolo malamente, mentre gli si avvicinava sistemandosi i lunghi capelli
blu.
“Nemmeno voi lo sembrate,
donzelle...E mettetemi giù, strega.”
“Lo farò non appena avrò
finito il mio interrogatorio.” Rispose l’interessata.
“Ehm…Ecri, hai di nuovo il
riccio attaccato alle chiappe.” Fece Charon indicando il di dietro dell'amica.
“Oddei..” Ecrisia lasciò
cadere il pirata nuovamente nella massa spugnosa, staccò il piccolo animaletto
di forza, e se lo mise sul palmo della mano, guardandolo malvagiamente. “Ehi
tu, mostriciattolo, non vorrai mica provocare una strega potentissima??” Lo
fissò inarcando le sopracciglia e puntandogli due dita in fronte.
“Com'è carino! Possiamo
tenerlo?Eh?” Fece poi, guardando Charon con gli occhi sbrilluccicosi.
“D'accordo” Annuì la maga,
osservando il piccolino con un’espressione dolce. “Basta che non lo trasformi
in capra...” Mentre diceva le ultime parole, venne presa ai fianchi dal giovane
che la guardò con aria maliziosa.
“Mi aiutate a rubare quella
barca?”
Charon si allontanò di
scatto, ricadendo sulle alghe. “Devi essere impazzito! Forza, andiamocene
Ecrisia..”
Quest'ultima la seguì
sistemandosi il riccio in testa e rimettendosi poi il cappello nero, al che
puntò la bacchetta sulle alghe.
“Mucchio d'alghe sparisci
tra le palme!”
D'un tratto i tre si
trovarono in mezzo ad un gregge di pecore che ruminavano palme nane.
“Credo di aver sbagliato
qualcosa..”
“Ci risiamo…”
Charon si fece spazio tra
le pecore che tentavano di mangiarle il vestito, lo sollevò di poco ed aumentò
il passo. Al suo fianco, in preda ad un attacco di sbadigli, Ecrisia si voltò
verso il pirata che le seguiva silenziosamente. Lui ricambiò lo sguardo, poi
affrettò il passo e si fermò di fronte alle due, bloccandogli la strada.
“Facciamo un patto!”
“Che cosa volete ancora..?”
Charon lo fissò, sfinita.
“Dunque, il mio nome è
Crexo Speck, e sono un pirata!Ho bisogno del vostro aiuto per rubare quella
nave, che un tempo era mia.”
Ecrisia lo guardò
perplessa, trattenendo a stento una risata “Speck? Pancetta?°ç° Un
momento...pensavo che i pirati fossero persone rudi, capaci di tutto e di
grande intelletto, un po’ rozzi e amanti del bere... Ma in realtà non sapete
nemmeno rubare una nave?”
Sul trio calò il silenzio
profondo, mentre un alito di vento si faceva spazio lungo le fronde che
limitavano il sentiero. In lontananza, i versi di qualche animale annunciarono
il calar della sera.
“Comunque....” Continuò
Crexo. “Io aiuterò voi, se voi aiuterete me.”
“Chi insinua che
necessitiamo del vostro aiuto?” Proferì Charon, guardandolo con aria superiore.
La strega ed il pirata
scoppiarono in una fragorosa risata.
“Ma ci hai viste, Charon?
Siamo in viaggio da quattro turbolentissimi giorni, e non siamo ancora arrivate
a destinazione! Tra l'altro tu hai alghe ovunque, il tuo vestito è stato per
metà divorato da quella capra laggiù che continua a ruminarlo, ed io ho un
riccio tra i capelli che oramai non vuole più lasciarmi!”
“Se magari non avessi
sbagliato strada...” Disse la maga con un tono spaventosamente tranquillo.
“Ebbene, io vi scorterò a
destinazione e voi mi aiuterete con la barca.” Con aria spavalda, Crexo prese
le mani delle due, e le sfiorò con un bacio. “Conosco ogni luogo del regno,
sarete in ottime mani.”
Le due ritrassero le mani,
e guardandosi negli occhi fecero spallucce. “Siamo sicuri che la barca è tua?”
Interdì la strega guardandolo dubbiosa.
“Chiedetelo in giro se
volete.”
“D'accordo” Fece Charon
sbuffando, poi puntò l’indice sul naso del pirata. “Ma non farti strane idee,
bello, siamo una maga e una strega, perciò mantieni il patto se non vuoi finire
male.”
“Certo dolcezza” Tese poi
una mano verso di lei, che la afferrò in segno che il patto era sancito.
Una maga, una strega e un
pirata s’incamminavano così verso Zeon, mentre anche gli ultimi spiragli di
luce cominciavano a spegnersi, ed il rumore delle onde che si infrangevano
sulla baia diventava quasi impercettibile.
Era ormai tarda sera, ed i
tre, dopo essersi rifocillati e rinfrescati, si diedero appuntamento alla
taverna del Rummycot del porto: un luogo frequentato da pirati e mercanti di
vario ceto, che nella pausa tra un viaggio e l’altro trascorrevano le loro
serate di fronte ad un boccale di birra, a raccontare le loro vicissitudini a
chiunque fosse disposto ad ascoltarli.
Una tipica locanda
costruita dagli antichi avi, mattone per mattone, trave per trave; al bancone
in un vaso di terracotta erano poste inutilmente delle rose appassite che un tempo
dovevano essere state bianche, probabilmente per dare maggior raffinatezza al
luogo. Le finestre tonde coronate di qui in là da corde, quasi a far ricordare
le coperte delle navi, davano alla banchina del porto avvolta ormai dalla bruma
della notte.
Nell'aria aleggiavano fumo
e odori di ogni tipo, dall'odore di cibo e unto all'insopportabile esalazione
di alcool che ognuno dei presenti aveva in corpo.
Il vociare degli astanti si
sentiva fin dall'esterno.
La vecchia porta si aprì
cigolando, e nell'aria si sparse un effimero odore di muschio bianco.
Charon entrò nella taverna,
sostando qualche istante sulla soglia ed increspando le labbra in una smorfia
abbassò il cappuccio del mantello color sabbia, quindi richiuse la porta dietro
di se, ed incedette lentamente fra i vari tavoli con le sue movenze alquanto
particolari (provocatorie e da civetta O.O).
Raggiunse il tavolo di
Crexo, che seduto accanto ad una finestra fissava con aria svogliata il
bicchiere di fronte a lui.
“Ecrisia? Non è venuta?”
Gli chiese la maga, mentre prendeva posto sullo sgabello affianco al suo.
Il pirata senza alzare lo
sguardo indicò il molo. “E’ andata alla nave; sta facendo un
incantesimo...Credo.” Sollevò il bicchiere, bevendo un paio di sorsi del
liquido giallastro che conteneva, poi portò lo sguardo sulla ragazza.
“Faresti bene a contenerti
riguardo al modo di vestire…” Disse, osservando i presenti nella taverna. “Qui
non sono abituati a vedere bellezze del genere.” Charon si guardò intorno con
aria perplessa, notando che ogni brusio era improvvisamente cessato, e tutti i
presenti la stavano squadrando dall'alto al basso con aria bramosa.
“Per tutte le straocette
fiammeggianti...” Si sistemò meglio il mantello.
“Non c'è nulla da guardare,
gente!” Fece il pirata tirandola verso di se, e portandole un braccio alle
spalle. “La signorina è già impegnata.” Si udì un brusio di voci mentre i
presenti osservavano il giovane con un’aria poco rassicurante, poi ognuno tornò
al suo bicchiere e alle sue chiacchiere.
Crexo prese la bottiglia
sul tavolo, versando da bere nel bicchiere della ragazza.
“Bevete, vi rinvigorirà.”
Le intimò con un sorriso disarmante.
“Che cos'è?” Fece lei,
afferrando il bicchiere tra le mani, e lasciandosi sfuggire una smorfia di
disgusto a causa dell’odore emanato dalla bevanda. “E’ repellente...”
“E’ una grappa particolare,
fatta con gli estratti di un'alga che si trova solo da queste parti.” Disse
lui, non smettendo di sorridere.
“No, no, ne ho abbastanza
di alghe per oggi...” Charon fece per allontanare il boccale riposandolo sul
tavolo, ma fu fermata dalla mano del suo vicino.
“Bevi, ti aiuterà ad
alleviare la stanchezza che si accumulerà lungo la strada.”
“Mph...” La ragazza bevve
il contenuto del calice tutto d'un sorso.
“E’ buona!” Fece
sorridendo. Poi osservò la bottiglia, la prese e se ne versò un altro
bicchiere.
Il tempo passava, e le
bottiglie si facevano numerose sul tavolo dei due.
“Dobbiamo raggiungere il
tempio Mentolato, subito!!” Urlò la maga, battendo i pugni sul tavolo.
“Ci arriv...” La bocca di
Crexo fu tappata dalla mano di Charon, che salì sulla sedia. “Putrash potrebbe
essere ovunque!” Urlò lei, indicando tutti i presenti che la fissavano
sconvolti. Con estrema velocità il pirata si alzò mettendosi la maga sulle
spalle. “Scusate signori, la ragazza ha bevuto un po’ troppo... Se non vi
dispiace, ora togliamo il disturbo...”
“Lasciami subito, Putrash
è...” Crexo le tappò la bocca con un tappo di sughero, impedendole di finire la
frase.
“Putrash??” Fece un pirata
seduto al tavolo di fronte al banco.
“Non preoccupatevi, è
pazza...” Disse lui avviandosi verso la porta.
“Lasciami!” Urlò Charon,
che aveva sputato il tappo facendolo rimbalzare sulla testa di un povero
malcapitato.
“Non è pazza, è una maga!Ci
ucciderà tutti, ha detto che Putrash tornerà!! Prendeteli!!”Urlò un vecchio
marinaio, che alzatosi in piedi li guardava con aria perfida. Al tuonare di
quella vecchia e catarrosa voce tutti i presenti nel loco si alzarono, certi
spezzarono sedie prendendone le gambe e brandendole come armi, altri presero le
corde attorno alle finestre procedendo verso i due.
“Quella è una maga, attenti
a non incrociare il suo sguardo..” Bisbigliò uno degli uomini.
“Vi consiglio di non
avvicinarvi, o...” Crexo fece una pausa, notando che Charon stava cantando in
preda all'effetto della grappa. “O questa maga... Vi lancerà una maledizione
contro!”
All'unisono la banda di
rozzi indietreggiò d'un passo, ognuno divenne bianco pallido in volto quando
d'un tratto la porta della taverna si spalancò, e sulla soglia apparse una
figura oscura. In seguito un soffio di vento spense tutte le candele nel luogo,
lasciando ogni cosa nell'oscurità più profonda.Un improvviso e rimbombante
tuono ruppe il silenzio, un fulmine squarciò il cielo illuminando per un
istante l’interno della catapecchia, al che la figura sulla soglia avanzò
facendo indietreggiare tutti i presenti.
“Ma che diavolo succede?”
Chiese Ecrisia guardandosi intorno. “Ehi, voi due che ci fate qui? E questa
gentaglia bavosa che vuole?”
Crexo, cercando di farsi
strada nel buio, si diresse a passi svelti verso l’uscio, tenendo ancora Charon
sulle spalle.
“E’ sorto un problema…”
La strega lo guardò
ebetamente. “Ehm...Si, lo so, il temporale..colpa mia...mi piace
l'atmosfera....comunque sia, ora la nave è protetta da un incantesimo...C'è
solo qualche scimmia urlatrice nella stiva...e qualche muflone nella cabina del
capitano...”
“Cosa? No, non centrano le
scimmie… Qui ci vogliono uccidere!!”
“Quei babbei lì?” Indicò un
punto imprecisato nel buio.
“Come diamine li vedi?”
“Ho la vista di un gatto,
sono una strega io, signorino...Non una combina disastri con un cappello nero.”
“Avrei obbiettato per la
seconda!” Replicò Charon che scalciava a vuoto.
“Charon, faresti meglio a
stare zitta viste le tue condizioni...”
“Sono due
streghe!!Prendetele!!” L'urlo del vecchio maleodorante di prima proruppe nel
buio, incitando la rozza banda all’inseguimento dei tre, che, usciti dalla
taverna, si ritrovarono a calpestare mattoni sconnessi misti a fanghiglia nella
notte buia e tempestosa delle vie del porto.
Ecrisia si fermò per un
istante, cercando di focalizzare la strada.
“Dunque, io sono venuta da
quella parte... Non, forse era quella... Mh, forse dovrei seguire gli urli delle
scimmie?”
Charon si portò una mano
alla bocca, trattenendo una risata. “Phh…Ha detto scimmie!”
“Questa qui è andata...”
Poco distanti da loro,
riecheggiavano le voci della folla che si stava pian piano avvicinando.
Crexo si voltò appena per
vedere la porta del Rummycot spalancarsi, ed il brigante che capeggiava
l’armata puntare un dito verso di loro, mentre con l’altra mano sfoggiava
un’asta d’acciaio che doveva aver recuperato da qualche parte nella locanda.
“Direi che non sono venuti
a portarci i regali di Natale.” Fece il pirata coprendosi la fronte con la mano
libera. “Con questa pioggia non si vede niente…”
“..Sì, è quella la strada
giusta!” Urlò Ecrisia soddisfatta, puntando l’indice al viottolo alla sua
destra.
“Spero che tu abbia
ragione... Lo spero per noi.” Presero così a correre nella direzione indicata
dalla strega, sotto la pioggia che si riversava incessantemente sui tetti delle
vecchie case che bordeggiavano la via e sul selciato davanti ai loro piedi.
Proseguirono senza sosta
fino ad un incrocio, con la banda che li seguiva ad una decina di metri.
“E adesso?” Domandò Crexo,
respirando affannosamente a causa del dolce peso che portava sulle spalle.
“...Di là!” Svoltarono a
sinistra, continuando a correre, ormai completamente fradici fin sotto ai
vestiti.
Per un istante ebbero
l’impressione che le voci si stessero allontanando. E probabilmente in
quell’istante era stato così, ma... non sarebbe durato a lungo.
Erano in un vicolo cieco.
“Fantastico... Il tuo senso
dell’orientamento è pari a quello di un elefante, combina disastri dai capelli
viola.”
Fece rivolto alla strega,
che stava fissando stupita la parete che le si stagliava di fronte, come per
chiedersi se fosse reale o meno.
“Ehi, non eri mica tu
quello che conosceva alla perfezione tutte le strade del regno?” Replicò lei,
sistemandosi il cappello che si stava afflosciando a causa della pioggia.
“E come faccio a vederci
con questa pioggia??”
Charon in tutta risposta si
mise a canticchiare allegramente.
“Nella vecchia fattoriaa,
ia ia ohh...”
Lo “splash” prodotto dai
passi pesanti sul pavimento bagnato si faceva sempre più forte, ed il
rimbombare delle voci sempre più vicino.
“Che facciamo adesso? Noi
siamo soltanto in tre, mentre loro saranno si e no una trentina!”
“Con chi credi di parlare,
ragazzino? Io sono una strega! Posso liberarmi di tutti quegli straccioni lì in
un dondolio di straocetta!”
“Strao..cosa?”
“Siete nostri...” Fece una
voce roca alle loro spalle. I due si voltarono, mentre venivano accerchiati dal
mucchio.
“Dovrete passare sul mio
cappello!” Rinfacciò loro Ecrisia, sfoderando la bacchetta.
Crexo mise a terra Charon,
infagottata nel lungo mantello che le arrivava fino ai piedi.
“Ora stai qui buona mentre
ci occupiamo di questi rompiscatole, ok?”
Lei annuì. “Oookei...”
Poi il pirata si scostò il
mantello, ed estrasse qualcosa dalla cinta. Un coltello lungo poco più di una
spanna, ma ben affilato. Piccolo ma efficace.
Alcuni uomini avanzarono a
passi incerti verso di loro, o meglio, verso di lui, il quale sembrava tenere
in mano l’arma meno pericolosa.
“Prendeteli.” Era la voce
del vecchio che capeggiava la banda, che si faceva strada tra i suoi uomini per
assistere alla scena.
“Accomodatevi pure...” Li
incitò il pirata, e loro fecero come ordinato.
Ecrisia gli si piazzò
davanti, battendolo sul tempo. Crexo fece un passo avanti, ma lei girò il capo
di lato facendo un debole cenno che stava a significare che aveva la situazione
sotto controllo.
“Ah-ha...” Fece muovendo
contemporaneamente la testa e la bacchetta a destra e a sinistra in segno di
dissenso. “Da qui non si passa...”
“Togliti di mezzo, donna!”
Urlò uno degli uomini. La sua voce riecheggiò sorda nel vicolo, disturbata
solamente dal rumore della pioggia.
La strega fece ruotare
lievemente la bacchetta davanti a sé.
Il brigante non fece in
tempo a fare un altro passo che si ritrovò a mezz’aria. Emise un grido
strozzato, mentre Ecrisia faceva un passo in avanti e lui veniva scaraventato
all’indietro addosso ai suoi compagni, facendone cadere buona parte a terra.
“Strega...!” Mugugnò
qualcuno da dietro. Un’altra decina di uomini sfoderò le armi e si fece avanti.
“Chi è il prossimo?”
Ecrisia armeggiò nuovamente con la bacchetta. Qualcuno dei briganti si bloccò,
spaventato. “Ora vi trasformo tutti in capre...”
La piccola asticina di
legno emise qualcosa di molto simile a una scintilla. La strega la guardò, poi
la scosse violentemente.
“Eh no, non puoi
abbandonarmi proprio adesso...!” Protestò, non badando al brigante armato di
ascia che le si stava pericolosamente avvicinando.
“Muori...!!” Gridò lui,
fiondandosi sulla strega. Crexo intercettò il colpo, bloccandogli il braccio.
“Che succede?” Fece,
voltandosi verso Ecrisia che continuava ad agitare la bacchetta su e giù.
“Piccolo inconveniente...Succede
quando uso troppo la magia in una giornata...E quell’incantesimo che ho fatto
alla nave, beh, quello mi ha portato via un sacco di energie... Ma non fa
niente, ho altre risorse!”
“Sarebbero?” Chiese il
pirata, non distogliendo l’attenzione dagli uomini che tentavano di farlo
fuori.
Ecrisia frugò nelle tasche
del vestito nero, schivando una sediata lanciatagli da un ometto basso e
paffuto, e ne estrasse una boccetta contenente uno strano liquido viola. A
vederla da vicino, sembrava la boccetta di un profumo.
“Vuoi tentare di ammaliarli
con un profumo ai frutti di bosco??”
“Sta a vedere...” La strega
sollevò il tappo della boccetta e vi soffiò sopra, lasciando che il suo
contenuto si disperdesse nell’aria. Si formò una sottile nuvola di fumo
violaceo, e gli uomini che li circondavano caddero a terra, privi di sensi.
“Che roba è?” Domando
Crexo, scostandosi dal brigante che poco prima lo attaccava, ed ora stava
stramazzando al suolo.
“Pozione soporifera.”
Rispose la strega sfoggiando un sorriso.
Lo scroscio della pioggia
si espandeva regolarmente lungo le mura del viottolo, sempre più assordante.
“Mi sono stancato dei
vostri giochetti...” La voce roca del vecchio pirata si levò da in mezzo al
gruppo. Alcuni scagnozzi si spostarono per lasciarlo passare. “Uccideteli!”
Ordinò agli uomini rimasti,
compresi quelli che si erano rialzati, riportandoli comunque sulla ventina, un
numero di gran lunga superiore ai due.
In più, ora non avevano un
granché di armi con cui contrattaccare, il che li rendeva doppiamente
svantaggiati.
“Forza...” Sibilò Crexo
mentre il mucchio gli veniva incontro come fosse una cosa sola.
La pioggia si faceva sempre
più violenta, ed i lampi provocati dal temporale illuminavano ad intermittenza
i vicoli del porto.
Un fulmine squarciò il
cielo color pece disperdendosi nella pioggia.
Passi.
La mandria arrestò
momentaneamente la sua corsa.
Qualcosa alle spalle del
pirata aveva attirato la loro attenzione. Qualcosa che, almeno temporaneamente,
li aveva fermati.
“Mi avete stancato...”
Crexo si voltò, al suono di
quella voce così fredda e familiare.
Un paio di occhi verdi
balenò nell’ombra del cappuccio di un lungo mantello color sabbia.
Gli ci volle qualche
istante per realizzare... Con la scusa della battaglia, se n’era quasi dimenticato.
La ragazza che poco prima
giaceva addormentata accanto al muro del viottolo, ora stava in piedi di fronte
a lui, e con un aria tutt’altro che di ben svegliata.
Charon gli lanciò
un’occhiata gelida mentre gli passava di fianco, avanzando poi qualche altro
passo verso la banda che la fissava attonita.
Ecrisia rivolse ai
malcapitati un sorrisetto divertito.
“Non dovevate farla
svegliare!”
Quando la maga si fermò di
nuovo a pochi metri da loro, il muro che bloccava il vicolo sprofondò
rovinosamente nel terreno sottostante, provocando una lieve scossa.
Uno strato di polvere e
macerie si levò nell’aria.
Quando si disperse, di
fronte a loro non rimaneva che un muretto di mezzo metro, facilmente
scavalcabile.
E ciò significava...
“Via libera!” Fece Ecrisia saltellando.
“Ho idea che non sia ancora
finita...” Crexo non si era mosso di un millimetro, a differenza del vecchio
pirata che si stava facendo strada lungo i suoi scagnozzi imbambolati,
dirigendosi verso i tre con fare minaccioso.
Al suo passaggio, alcuni
uomini si rianimarono, o almeno, si spostarono del tanto necessario a non
essere scaraventati faccia a terra dal loro capo.
“Muovetevi, razza di
idioti!!” Grugnì alquanto disgustato, mentre si faceva spazio a forza di
spintoni.
Si avvicinò lentamente a Charon,
fermandolesi di fronte. Raccolse poi il catarro e sputò di gran forza sul
terreno già ricolmo d’acqua.
“Ora te la vedrai con me,
bambolina...”
“Con piacere.” Rispose lei,
atona.
Poi si voltò verso i suoi
compagni, tornando ad un espressione vagamente più umana.
“Quando sentite il tuono,
salite sul muretto.”
I due si guardarono
stupiti, cercando di cogliere il senso della frase.
“Ok...”
“Stai vaneggiando,
ragazzina?!” Ululò il pirata, brandendo la fedele ascia e scagliandosi contro
l’interessata con tutta la rabbia che aveva in corpo.
L’acqua piovana che
ricopriva il selciato ondeggiò lievemente.
Gli astanti guardarono
preoccupati il liquido sotto i loro piedi allontanarsi per formare una colonna
d’acqua attorno al vecchio, impossibilitandolo a proseguire oltre.
“Che diavolo succede?!”
Sbraitò sbigottito e infuriato allo stesso tempo. “E voi cosa fate lì impalati,
uccidetela!!”
Agli ordini del boss gli
uomini si rimisero in sesto, ed afferrando saldamente le proprie armi
avanzarono in direzione della maga. Il rumore di ferri che battevano si fece
luogo tra lo scroscio della pioggia.
Poi lo sentirono.
Un altro tuono, esattamente
come aveva previsto Charon.
“Pronta?” Fece Crexo
tendendo la mano a Ecrisia, che si sistemò per bene il cappello a punta, prima
di afferrarla. La strega si voltò ad osservare un’ultima volta la situazione,
prima di fare ciò che le aveva detto l’amica.
“Spero che tu sappia quello
che stai facendo, Chary!” Gridò mentre si alzava il vestito, in procinto di
salire sul muretto.
“Lo so...” Sussurrò lei,
mentre attorno le balenava una luce di color giallo intenso.
“Il fulmine...” Borbottò
uno degli uomini con lo sguardo rivolto al cielo.
“Sta cambiando direzione!”
“Co..che diamine…” Il
vecchio non ebbe il tempo di ponderare la frase, che un abbacinante raggio di
luce gli si proiettò davanti e riempì il vicolo.
Ecrisia si coprì gli occhi
con un braccio. Nonostante in quel momento non vedesse a pochi metri da lei,
sentiva distintamente le urla dei banditi.
Urla strazianti.
Quando la sua visuale fu di
nuovo libera, poté vedere la banda di pirati stramazzare unimamente al suolo.
Qualche scintilla
lampeggiava ancora qua e là sul lenzuolo d’acqua.
“Complimenti bambolina!”
Urlò Crexo levando un pugno al cielo. “Ottima idea!Con tutta quest’acqua devono
aver preso proprio una bella scossa!”
“Li hai stesi!” Fece la
strega battendo il 5 al compagno.
Charon non ebbe la minima
reazione. Continuò a fissare il vecchio capo della banda, mentre raccoglieva le
sue poche forze per alzarsi in piedi.
“Mostri!” Fece,
ricambiandola con uno sguardo colmo d’ira, e guardando poi i due compagni
dietro di lei.
“Questa volta vi è andata
bene... Ma la prossima volta non ci saranno né stupidi profumi né tuoni, o
qualunque altra insulsa stregoneria!! Vedrete solo sangue... il vostro.”
“Se lo dici tu...”
Ridacchiò di tutta risposta Crexo, mentre scendeva dal muretto avvicinandosi
alla ragazza.
“Raduna la tua marmaglia di
dilettanti e vattene, prima che cambiamo idea...” Fece Ecrisia sventolando la
fedele bacchetta, che lanciò un paio di scintille, segno che aveva ripreso a
funzionare.
Ormai, al vecchio non
rimaneva altro che accettare il suo consiglio.
“Sono...stanca..” Bisbigliò
Charon. E lo era davvero. Le gambe non la reggevano più in piedi.
Ecrisia e Crexo la tennero
per le braccia, evitando che cadesse a terra.
In quel momento, il gruppo
era già lontano.
“Ehi, tutto ok, piccola?”
Domandò il pirata, dopo averli visti sparire definitivamente dietro l’angolo.
“Buona..notte...” Fece lei,
prima di crollargli addormentata tra le braccia.
“Sarà meglio lasciarla
dormire per un po’...” Disse Ecrisia, tranquillizzando il compagno visibilmente
preoccupato. Poi continuò, sorridendo. “Ancora disponibile a scortarci fino al
tempio?”
“Ovviamente, cherie.” Detto
ciò si mise Charon in spalla.
“Allora che aspettiamo?
Forza, la notte è giovane!”
Così, s’incamminarono lungo
il viottolo semidistrutto, verso una strada che, almeno stavolta... Si sperava
fosse quella giusta.
Salve a tutti!Eccoci con la nostra prima storia seria!OòO In questo primo capitolo forse non si è capito un granchè della trama, ma serviva più che altro come presentazione dei personaggi principali…^-^
All’inizio avevamo progettato di inserire un prologo, ma siccome un prologo decente è difficile da scrivere, abbiamo deciso di narrare le vicende antecedenti a questo viaggio, e il suo scopo, nel secondo capitolo, all’arrivo al Tempio. Ah, due piccole note:
- La frasetta nel commento sono le ultime due strofe di una filastrocca che sarà fondamentale nel corso della fic. ._.
- Crexo si pronuncia Creso, e Charon non si legge “Sharon” ma bensì con la ch.XD Questo perché tutti quelli che hanno letto finora hanno cannato le pronunce. x°
Bon, non so che altro dire... Spero che questo capitoletto (mica tanto etto ._.) vi sia piaciuto!Vi saremmo molto grate se lasciaste qualche recensioncina!*ò* Gracias! *Le autrici*