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Autore: NonTrovoUnNome22    25/08/2014    2 recensioni
Durante lo scontro più sanguinoso e decisivo che la Galassia abbia mai conosciuto una squadra di soldati si distinse per le proprie capacità e il proprio coraggio.
Queste sono le cronache del loro operato durante la guerra contro i Razziatori.
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In N7 Chronicles sarà raccontata la storia di una squadra N7 parallela a quella della Normandy durante gli eventi di Mass Effect 3, coinvolgendo molti dei personaggi secondari e delle comparse della trilogia e dando spazio ad alcuni degli avvenimenti importanti per il lore avvenuti offscreen che faranno da sfondo a una trama orizzontale completamente originale. Spero apprezzerete. :)
Genere: Azione, Dark, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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La vita è imprevedibile.
Un attimo prima ti ritrovi a riparare tubi per un avamposto sperduto di un’organizzazione misteriosa, e quello dopo ti ritrovi in questo stato.
Sono … morto?
No: posso ancora sentire quella merda gelatinosa addosso, e non vedo luci bianche e cori angelici, ma solo un freddo grigiore quando va bene.
Quando va male comincio a vedere morti ammazzati e tattiche operative con armi strane. Chi diavolo può voler usare delle fruste in battaglia nel 2186?!

Non posso muovermi, tuttavia sento che qualcosa è cambiato.
Mi sento potente. Una sensazione nuova, per un tecnico insignificante come me.
Che cosa mi hanno fatto? Perché proprio io?
Al diavolo, la cosa passerà in secondo piano quando uscirò di qui: se mi hanno dato dei poteri, se ne pentiranno.

Sanctum - 4/5/2185 - ore 23:54
Nella stanza quasi buia si erano radunati silenziosamente più di venti persone.
-Cosa vogliamo fare John? Se andiamo avanti così ci uccideranno tutti o peggio: ci costringeranno all'integrazione! Penso abbiano già capito le nostre intenzioni: è il momento di agire!- disse sottovoce uno degli uomini visibilmente agitato.
-Non ci lasceranno andare via senza opporre resistenza, questo è certo. Sono tutti soldati addestrati, non avremmo speranze in uno scontro diretto. La nostra unica speranza è svegliare lui!- rispose John indicando la grande capsula dall'altro lato del locale.
-Stai scherzando?! Cosa ti fa pensare che dopo tutto ciò che gli abbiamo fatto ci aiuterà?- chiese scioccato l'interlocutore.
-Perchè sotto quell'armatura c'è ancora un uomo che può capire cosa è giusto.- disse pensieroso l'altro.

Sanctuary – 3/5/2186
L’Ammiraglio Mikhailovich era nel suo alloggio: al posto di dormire, aiutato da una tazza di caffè, esaminava i dati raccolti da Shepard su Sanctum e stava elaborando una strategia d’attacco efficace quando qualcuno suonò alla sua porta. Era Meyer.
Peter lo fece accomodare sullo sgabello di fianco al suo.
Aveva riconvertito il suo piano bar a scrivania, riempiendo il ripaino di fogli e datapad.
-Meyer …. è una sorpresa vederti qui, come va la riabilitazione?-
-Posso riprendere a combattere Ammiraglio, basta che prenda una pasticca di antidolorifico e spalmi qualche pomata nel punto giusto …. – disse sorridendo il Distruttore.
-Cosa ti porta da me?-
-La Furia e la Valchiria. Ho esaminato i rapporti della missione su Rio: si sono sacrificate per salvare me e un altro soldato di nome Ellen Ray. Entrambe sono biotiche eccezionali, ho un debito verso di loro e devo saldarlo: voglio andare a cercarle.- spiegò il Distruttore.
-Questo è fuori discussione, il sistema Sol è interdetto a chiunque a causa della forte presenza dei Razziatori e al momento abbiamo altre priorità.- disse risoluto Peter.
Il Distruttore incassò il colpo: se lo aspettava, e si era già preparato de,lle argomentazioni convincenti.
-Lo scopo di questa milizia è quello di combattere i Razziatori, lo so. Ma che senso ha eliminare il nemico se non ci sarà più una Terra da salvare? Non dovrebbe far parte delle nostre “priorità”?- chiese.
-Cosa intendi dire?- chiese incuriosito Mikhailovich.
-Dovremmo cercare di supportare la resistenza terrestre in qualche modo Ammiraglio, e un’N7 in più ci farebbe comodo no? Ci pensi, Mikhailovich, e mi dica se ho ragione.-
Bombardamento riuscito con successo: nave colpita. Ora Meyer doveva solo aspettare che affondasse.
Uscì dalla stanza, lasciando all’Ammiraglio il tempo di riflettere su quanto detto.

Sanctuary (orbita di Sanctum) - 5/5/2186
Gli N7 e i soldati di alto rango vennero convocati nella sala tattica.
-Formeremo tre squadre. Penetrerete nella base da tre punti di accesso diversi: abbiamo motivo di credere che la parte esplorata dalla squadra della Normandy fosse solo la punta dell’iceberg, quindi il vostro compito è quello di esplorare il resto della struttura raccogliendo più dati possibili sulle tecnologie brevettate in quella base.
Cercate qualunque informazione sul terrorista ricercato Nikolaj Orelov: è lui che ha condotto l’attacco alla Cittadella e il consiglio vuole la sua testa servita su un piatto d’argento.-
L'Ammiraglio osservò l'equipaggio.
-Paladino, tu andrai con i biotici dell'Alleanza e le Asari formando la squadra Delta, Distruttore: la tua squadra Kilo sarà formata dai tecnologici e dagli Spettri mentre all'Ombra ho assegnato gli armigeri Turian e il reparto hacking.-
-Abbiamo un reparto hacking?- chiese l'Ombra di getto.
-Cal e Eliza.- rispose seccamente Mikhailovich.
"Magnifico" pensò sarcastica Kara.
-Il compito delle prime due squadre sarà quello di fare tabula rasa della presenza nemica creando un diversivo, mentre la squadra dell’Ombra, da ora in poi "Foxtrot", accederà al database centrale e recupererà i dati con l’ausilio del Volus e dell’IA.- finì di spiegare l'Ammiraglio.
-Avete tutti i vostri compiti signori: il fallimento non è un'opzione.-
Terminato il briefing dell’Ammiraglio la sala tattica si svuotò.

Un’ora dopo le tre navette arrivarono tutte nella base d’artiglieria Ghiacciaio. 
Una volta a terra le tre quadre si divisero, e andarono ognuna in una delle tre diverse porte che consentiva l’accesso al resto dell’avamposto di Cerberus.
Eliza si collegò ad un terminale e sbloccò le tre porte.

La squadra Foxtrot fece irruzione dalla porta situata nel piano superiore della parte più interrata della base.
-Non abbiamo i propulsori degli agenti di Cerberus, potrebbe essere un problema.- disse l’Ombra esaminando la squadra.
-Non per noi- esclamò il Fantasma spiccando il volo e aggrappandosi al bordo del primo piano. Rapidamente si arrampicò. 
-Perfetto, formate una scaletta- ordinò Kara.
Il Sabotatore si inginocchiò e mise le mani in modo da poter aiutare i compagni a spiccare un salto abbastanza alto da poter afferrare la mano di Monus e salire.
Dopo qualche minuto tutta la squadra era salita, ad eccezione di Eliza e del Sabotatore.
-Grazie, ma sarei troppo pesante per voi- disse l’IA prendendo la rincorsa e spiccando un balzo che la sollevò fino a raggiungere il parapetto del piano superiore.
Una volta aggrappata con entrambe le mani, si dondolò e con una capriola all’indietro atterrò in piedi sul pavimento del primo piano. A quel punto il Sabotatore salì come aveva fatto Iktor prima di lui.

La squadra preparò le armi, e si divise in due gruppi che si misero attaccati al muretto di fianco alla porta.
-Il regolamento dell’Alleanza impone di tentare una strategia diplomatica con il nemico prima di fare fuoco- fece notare Eliza.
-Sono terroristi indottrinati: l’ordine è di abbatterli a vista, non accetteranno la tua diplomazia!- esclamò l’Ombra.
-Lascia che ti mostri il potere persuasivo di questa piattaforma.- disse l’IA.
-D’accordo, ma se ti farai distruggere è un problema tuo. Squadra, lasciate avanzare per prima l'IA- disse l’Ombra in modo sbrigativo.

La porta si aprì: all’interno dell’ampio laboratorio c’erano diversi soldati di Cerberus e qualche scienziato armato di pistole di vario genere.
Il resto della squadra rimase dietro ai lati della porta, mandando la piattaforma mobile di Eliza in avanscoperta.
L’IA entrò camminando con calma, lasciandosi prendere di mira da tutti i soldati nella stanza, che la circondarono.
-Siete ricercati come terroristi nello spazio della Cittadella, arrendetevi pacificamente e verrete condotti in un istituto correttivo che vi consentirà di… -
-UCCIDETELA- ordinò uno dei soldati.
Cominciarono a crivellare la piattaforma di colpi, l’Ombra distolse lo sguardo dai numerosi flash prodotti dal fuoco dei fucili. Quando tornò a guardare nel laboratorio si aspettava di vedere la piattaforma gravemente danneggiata, invece vide un'Eliza ferma e perfettamente funzionante attendere la fine della scarica di proiettili.
Quando i caricatori si scaricarono, i soldati osservarono stupefatti la piattaforma ancora integra.

\Trattative fallite: avvio procedure di ostilità.

Un pezzo della schiena della piattaforma, corrispondente alle scapole, si staccò, rimanendo collegato tramite un sottile braccio meccanico.
Il pezzo si posizionò sopra le spalle della piattaforma: era una torretta.
La piattaforma impugnò le sue due mitragliatrici Hurricane e cominciò a sterminare tutta la resistenza nemica sparando in totale da tre armi diverse.
-Ma che… hai ucciso tutti in meno di dieci secondi!!!- esclamò l’Ombra entrando nella stanza –una dannata minigun non era nel progetto delle unità di infiltrazione dell’Alleanza!!!-
-Ho rinunciato ai sistemi di occultamento per poter inserire una torretta che utilizzasse ancora il vecchio sistema di raffreddamento graduale senza clip termiche, in modo da poter contare sempre su un’arma carica- disse Eliza –in ogni caso, le capacità persuasive della piattaforma sono state verificate-
-Poco ma sicuro.- disse l’Ombra sorridendo.

Nel frattempo le altre due squadre si stavano facendo largo nella base con la forza.
La squadra Kilo arrivò in una piccola stanza con una vetrata, che dava su un’altra stanza molto più grande situata sotto di loro.
Presero un ascensore, e videro ciò che c’era in quell’enorme magazzino.
La stanza era molto grande, e all’interno erano disposti in modo regolare delle capsule di stasi criogenica, simili a grossi cilindri di vetro trasparenti. All’interno delle capsule si potevano vedere degli uomini in armatura, con un casco di vetro arancione che gli copriva il viso.
Percorsero la stanza per il lungo, arrivando a un terminale.
-Che cos’è questo posto?- chiese il Distruttore al soldato che stava esaminando il computer.
-Questo è il progetto Phoenix, consiste nella creazione di una nuova unità di fanteria di Cerberus chiamata Dragoon. Ci sono altre quattro stanze come questa nell'edificio, e questa è solo una delle tre strutture in cui si porta avanti il progetto.- rispose il soldato.
-Perché la gente è dentro quelle grosse vasche?- chiese ancora Meyer.
-Stanno completando il processo di integrazione con la rete di Cerberus, ormai è troppo tardi per loro: sono già stati indottrinati … -
-Allora facciamogli un favore e poniamo fine alle loro sofferenze …. se spariamo ai vetri moriranno istantaneamente? Il computer dice dove sono gli altri due complessi?-
-Negativo, questo terminale non ha un livello di accesso così alto … e potrei avere un’altra brutta notizia: il vetro che compone le capsule è molto spesso a causa della forte differenza termica che deve sopportare, non abbiamo abbastanza potenza di fuoco per causare perdite significative- disse il caposquadra dell’Alleanza.
-Allora abbiamo trovato un altro compito da dare a Ivanova e ai suoi hacker- esclamò il Distruttore –nel frattempo, troviamo il modo di fare più danni possibili.-

-Una riserva di soldati sotto ghiaccio?- disse l’Ombra quando il Distruttore la contattò – Kal cerca di ucciderli disattivando le capsule, Eliza copia il contenuto del database della base sui nostri server: voglio sapere cosa sperimentano qui, dove sono le altre basi del Progetto Phoenix e tutte le informazioni possibili sul generale Orelov, voi altri coprite gli ingressi- ordinò a tutta la squadra –Delta, nulla da segnalare dalle vostre parti?-

-No: procede tutto come programma, siamo penetrati all’interno dell’ala occidentale del laboratorio e stiamo annientando il nemico- rispose il Paladino.
Avevano ucciso molti squadroni di Cerberus, ma quello era principalmente un laboratorio di ricerca e non era difeso come altre basi.
-Ah, dì agli hacker di disattivare l’autodistruzione della base, vorrei evitare altre fughe spettacolari come quella di Noveria- disse Boris via radio all’Ombra. 
La squadra entrò in una nuova area simile a una catena di montaggio in cui si producevano armature, completamente deserta.
La porta sull’altro lato della stanza si aprì e ne uscì correndo un uomo disarmato, inseguito da numerosi Centurioni, che si fermarono sulla soglia.
Prima che gli N7 potessero fare nulla, presero la mira e spararono all’uomo, colpendolo, poi notando il Paladino e la sua squadra batterono in ritirata sigillando la porta dietro di loro.
Boris raggiunse velocemente l’uomo ferito e gli somministrò del medi-gel -Dovete aiutarci, ci stanno distruggendo … - disse con il suo ultimo respiro.
-Squadra, diamoci una mossa, voglio capire che sta succedendo qui- ordinò il Paladino con più irritazione di quanta avrebbe voluto far trasparire.
Velocemente sbloccarono la porta e inseguirono i soldati di Cerberus.
Dopo un paio di corridoi spuntarono in una stanza di decontaminazione adiacente ad un laboratorio in cui stava avvenendo una sparatoria.
La porta del laboratorio era bloccata, e non c’era modo di aprirla: potevano solo essere spettatori dello scontro tra una squadra di scienziati di Cerberus disertori e le truppe armate.
I banchi da lavoro e i computer del laboratorio venivano usati come coperture da entrambi gli schieramenti.
-Voglio questo vetro sfondato, ORA!- ordinò il Paladino ai suoi compagni.

Make it rain to rinse me out.
In the cold, i die.
In the spring, i sprout.
 Fury oh Fury - Nico Vega

Ad un tratto una capsula di stasi in fondo alla stanza si aprì, e ne uscì fuori un uomo in armatura che si fece largo tra i civili. Il casco che gli copriva il viso era di vetro arancione, mentre sulle spalle e sul petto aveva i simboli di Cerberus.
Dalla retroguardia cominciò a correre verso le truppe nemiche, scavalcando i vari banconi che trovava sul percorso.
Si accovacciò dietro a una copertura che nel lato opposto ospitava già un soldato di Cerberus in cerca di riparo. L’uomo si espose, afferrò il soldato per il casco e lo trascinò oltre la copertura per potergli assestare un potente pugno biotico nel collo, spezzandoglielo.
Poi scavalcò il bancone e fece una cosa che Boris di certo non si aspettava.
Dalle sue mani spuntarono due fruste biotiche, che fece roteare e schiantare a terra, provocando un gran trambusto tra le fila di Cerberus.
Dopo essersi rapidamente guardato intorno e aver notato la squadra del Paladino nella stanza di decontaminazione, con una frusta afferrò un nemico che si trovava vicino all’uscita del laboratorio e lo scaraventò violentemente su una delle vetrate che impedivano al Paladino di entrare e agli scienziati di uscire.
Il vetro si crepò e si macchiò del sangue del soldato che l’uomo gli aveva spappolato contro.
Con una detonazione biotica le Asari sfondarono il vetro semi-distrutto, a quel punto l’uomo urlò ai civili –FORZA ANDATEVENE!!!!!-
Mentre l’uomo con le fruste seminava il panico tra le truppe ostili gli scienziati lentamente uscirono dalla stanza con l’aiuto della squadra Delta.
Quando la squadra entrò nel laboratorio uccise gli ultimi soldati di Cerberus rimasti, poi puntò le armi sull’uomo in armatura.
-Toglietemi quelle armi dalla faccia, TOGLIETEMI SUBITO QUELLE CAZZO DI ARMI DALLA FACCIA!!!!- urlò.
Era in una crisi di panico: lo si poteva vedere dai movimenti sconnessi che faceva mentre camminava avanti e indietro per la stanza.
-Che cosa ho fatto???? Come ho ucciso quelle persone????- chiese sconvolto al Paladino.
-Giù le armi, ma tenetevi pronti- disse sottovoce Boris al resto della squadra –Va tutto bene, parliamone, con calma …. – disse diplomaticamente l'N7 all’uomo.
-Chi siete voi?- chiese freneticamente.
-Siamo amici, non ti preoccupare … vi abbiamo aiutati prima con quei soldati di Cerberus. Non vi vogliamo fare male, spiegaci come siete finiti in questa stanza a sparare … - disse Boris.
-Io … non lo so … io sono solo un tecnico, stavo riparando un guasto ai livelli inferiori quando qualcuno mi ha colpito in testa … mi sono svegliato in quella capsula laggiù, i tizi che stavano lavorando su di me erano ostaggi dei soldati.
Quando ho aperto gli occhi gli uomini in armatura hanno cominciato a sparare su quelli senza. Qualcuno ha aperto la capsula …. oddio io non ho mai ucciso nessuno, ma quando mi hanno liberato sapevo perfettamente cosa fare e come farlo …. poi siete arrivati voi.-
-Come ti chiami?- chiese Boris.
-Jeremy Ortis signore- rispose
-Ok Jeremy, vai con gli altri scienziati all’entrata della base: abbiamo ripulito tutto fino a qui non dovreste incontrare resistenza, teniamoci in contatto radio- disse il Paladino.
Appena l’uomo uscì dalla camera di decontaminazione per unirsi agli altri fuggitivi Boris contattò la Sanctuary ordinando altre navette per l’evacuazione dei civili.

 

-Qui squadra Foxtrot, abbiamo scaricato il database della base e siamo pronti ad attivare l’autodistruzione se ce né fosse bisogno- disse l’Ombra alla radio.
-Non farlo Kara: abbiamo incontrato dei fuggitivi, c’è una ribellione in atto in questa base. Abbiamo anche incontrato un uomo in armatura che inconsapevolmente ha ucciso quasi venti soldati di Cerberus, gli ho ordinato di aspettare le navette che ho richiesto all’area di atterraggio- disse il Paladino.
-Uomini in armatura? Questo posto ne è pieno: il computer dice che hanno terminato il processo di integrazione, quindi sono indottrinati!!!- esclamò il Distruttore.
-Questo era diverso, non era insieme agli altri Phoenix e di certo non era indottrinato da Cerberus. Quando lo imbarcheremo sulla Sanctuary lo metteremo in quarantena per osservarlo meglio.- rispose Boris.
-In ogni caso la nostra squadra qui ha finito, possiamo coprire la ritirata dei fuggitivi se torniamo indietro…- disse l’Ombra.
-Noi dobbiamo ancora finire di esplorare il settore assegnato: voglio andare fino in fondo e scoprire se ci sono altri ostaggi nella base.- esclamò il Distruttore.
-Dobbiamo anche assicurarci che Cerberus non stia conducendo altri esperimenti pericolosi.- disse il Paladino.
-Ok, noi torniamo all’area d’attracco e organizziamo la fuga dei civili- disse Kara, poi aggiunse –quando arriveranno sulla nave li metteremo tutti in quarantena, per assicurarci che nessuno di loro sia stato indottrinato-

Fregata da combattimento Scorpion - .5/5/2186
-Generale, è arrivata una richiesta di soccorso da un nostro avamposto: gli N7 hanno attaccato la nostra base su Sanctum- disse un ufficiale a Orelov.
-Se sono gli N7 meglio non rischiare: attiva subito l’autodistruzione in remoto, seppelliamo quei bastardi!!!- ordinò il Nikolaj.
-Impossibile, hanno infettato il sistema e disinnescato le cariche demolitrici- rispose il sottoposto.
-Uhm ….. Sanctum è quello schifo di pianeta in cui viene portato avanti il progetto Phoenix?- chiese Orelov
-Si signore-
-Allora apri tutte le gabbie e libera tutti i soggetti, cerca anche di chiudere quante più porte possibili. Vogliono visitare i nostri laboratori eh? Bene, accontatiamoli.- disse il Generale di Cerberus sorridendo tra se e se.

All’improvviso il Distruttore sentì un fragore metallico, si voltò indietro, verso la grossa stanza in cui erano stoccati i Phoenix.
In pochi attimi realizzò che si stavano svegliando.
Centinaia di soldati corazzati dotati di poteri spaventosi stavano per piomabre addosso a lui e alla sua squadra.
-DOBBIAMO ANDARCENE, I SOLDATI IN STASI SI STANNO SVEGLIANDO!!!- urlò alla radio.
-Noi siamo quasi arrivati alle navette, vi teniamo libera la strada- disse Kara con sicurezza.
-Dannazione Meyer cosa hai toccato? Beh, l’avete sentito uomini? RITIRATA!- ordinò Mikhailovich alle sue truppe.
-Non possiamo tornare da dove siamo venuti!- disse il secondo in comando a Erik.
-Hai ragione: Kara ci serve una via di fuga alternativa, hai le planimetrie della base?- chiese Meyer alla radio.
L'Ombra si girò a guardare Eliza, attendendo soluzioni.
-Posso guidarvi nell’area d’attracco da qui: ho ancora il controllo parziale dei sistemi dell’avamposto e posso tracciare il percorso ottimale per raggiungere le navette senza scontrarvi direttamente con l’orda di nemici.- disse l’IA.
Rapidamente Eliza aprì alcune porte e ne sigillò altre, incanalando sia la squadra Kilo che la sqaudra Delta nel grande salone principale.
Nonostante gli N7 stessero riuscendo a contrastare l'esercito di Dragoon da cui erano braccati la porta che conduceva all’area d’attracco era stata chiusa da un tecnico della Scorpion.
-Apri subitoquesta porta IA- ordinò il Paladino.
-La porta è bloccata, rilevo un accesso in remoto- disse Eliza.
Seguendo la conversazione, a Kara venne subito in mente il piccolo hacker Volus che si erano portati dietro e che, per agevolare l'evacuazione dei civili, era già tornato sulla Sanctuary con una navetta. 
-Sanctuary mi sentite? Fate rintracciare a Cal l’hacker che sta controllando la porta che divide la sala principale dall’hangar- disse l’Ombra alla radio agli ufficiali della corazzata.
Il soffitto della stanza crollò, e cominciarono a calarsi altri soldati di Cerberus.
Le due squadre li stavano respingendo a fatica, impiegando tutto il loro arsenale bellico, biotico e tecnologico.
-Fate qualcosa, non resisteremo per molto!- urlò il distruttore.

Improvvisamente dalla porta sul lato opposto a quello degli N7 entrò uno sciame cercatore elettrico modificato da Cerberus. Qualcuno commise l’errore di sparargli, facendo infuriare e ingrandire lo sciame che avanzava contro la squadra.
-Bypass sistemi di controllo, apertura d’emergenza- annunciò Eliza.
La porta si aprì, la squadra uscì alla velocità della luce e poi si richiuse.
-Dobbiamo salire sulla navetta, presto sfonderanno la porta!!!- disse l’Ombra.
-Aspettate. Bypass sistema di ventilazione. E’ possibile togliere l’ossigeno alla stanza uccidendo i suoi occupanti, procedo?- chiese l’IA agli N7
-Procedi.- tuonò il Distruttore

/Simulazione incendio nella sala principale.
/Procedure di sicurezza avviate.

Gli N7 potevano udire chiaramente il rumore dei soggetti del Progetto Phoenix che soffocavano nell’altra stanza: le procedure di emergenza in caso di incendio infatti consistevano nel sigillare la stanza e aspirarne l’ossigeno.
Dopo qualche minuto non si udiva più alcun suono, quindi Eliza riattivò il sistema di ventilazione e aprì la porta.
Lo spettacolo che si presentava davanti ai tre soldati N7 rimasti a terra era raggelante.
Centinaia di corpi erano accasciati a terra: erano morti tutti.
-Questo sarà un duro colpo per Cerberus- disse soddisfatta l’Ombra.
-Non mi sembra un buona ragione per fare festa Kara, sono morte delle persone.- esclamò il Paladino.
-Erano indottrinate Boris, non potevamo fare più niente per loro.- rispose Kara sorpresa della reazione ostile del compagno.
-Forse hai ragione, ma ciò non toglie che le abbiamo uccise noi- disse amareggiato Boris salendo sulla navetta con la sua squadra.
-Ma che ha?- chiese l’Ombra al Distruttore quasi sottovoce.
-Alcuni di noi si abituano a vedere i cadaveri dei loro nemici, altri no- disse Erik –purtroppo noi due apparteniamo alla prima categoria … - aggiunse.

Qualche ora, e molti esami medici dopo, Erik era da solo, nella sua cabina.
Stava esaminando i suoi appunti sull’accademia di Rio: il rimorso di aver abbandonato i suoi uomini, pur senza volerlo, si stava facendo sempre più pressante e voleva trovare qualche argomentazione convincente per far organizzare all’Ammiraglio una missione sulla Terra.
Tra i vari dati notò delle coordinate radio: erano le trasmissioni d’emergenza dell’Accademia.
-Eliza, riesci a trovare il modo di connettermi a queste coordinate radio?- chiese all’IA della nave.
-Le boe di comunicazione del sistema solare sono state distrutte, non saprei come fare- gli rispose Eliza.
-Usa il tuo hardware su plutone, dovresti riuscire ad agganciare questo segnale, anche se debolmente-
-Posso provarci.- disse la sintetica.

\Amplificazione raggio di trasmissione.
\Isolamento coordinate 37b92e.
\Coordinate trovate: connessione in corso …

-Il messaggio viene trasmesso su tutte le onde medie- annunciò Eliza.
Il Distruttore sussultò: si sentiva un messaggio confuso e ripetuto.
-Puoi ripulire l’audio?- chiese.

\Applicazione filtri sonori in corso …

La voce era di una donna: una voce a lui familiare.
-Sono Samantha Quinn, capo della resistenza dell’Accademia N7. Se c’è qualcuno là fuori: ci serve aiuto! Per ora riusciamo a resistere, ma abbiamo bisogno di rifornimenti, fate presto.-

[Nota dell'autore: spero di non avervi annoiato troppo con questo capitolo, in ogni caso mi farebbe tanto tanto piacere se lasciaste una recensione: qualcuno che ha seguito fin qui la storia c'è, e mi piacerebbe tantissimo sapere cosa ne pensate :D ]

   
 
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