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Autore: Izmargad    25/08/2014    1 recensioni
Spesso il destino gioca strani scherzi o, forse, lui sa cosa è meglio per noi, nonostante la nostra ostinazione a non ascoltarlo.
Due anime che si sono riconosciute e che non possono stare lontane, nonostante i dubbi e le incertezze, le paure e le cazzate che spesso si commettono pensando di fare il meglio per se stessi o, per la persona che si ama.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ed eccomi qui non in ritardo ma...vergognosamente in ritardo!
Io chiedo davvero scusa con tutto il cuore a tutti coloro che leggono questa mia prima storia, nonstante i miei tempi apocalittici di aggiornamento.
Non so davvero come ringraziarvi, cercherò di essere più celere per il prossimo capitolo e, spero vivamente che la mia storia continui a paicervi.
Grazie di cuore a tutti.
 

Capitolo 11

Sei seduta alla tua scrivania da ore ad occuparti di un lavoro che non spetterebbe nemmeno a te ma a quella simpaticona di Sandra, che con la scusa della mostra in comune ti ha scaricato il barile: non hai parole!
Hai mal di testa e  sei di umore alquanto suscettibile, te ne sei accorta dalle tue due ultime risposte alle rispettive telefonate. Dannazione! E non sono ancora le due del pomeriggio!
Apri Itunes dal tuo pc, regoli il volume affinchè sia appena percettibile, in modo da non attirare troppo l’attenzione su quell'angusto spazio che è il tuo ufficio, chiudi gli occhi e fai qualche respiro profondo cercando conforto nella musica.
E la maledetta modalità shuffle ti tradisce!

Sei distesa supina all’ombra di un albero secolare, una leggera brezza soffia rinfrescando l’aria e rendendo ancor più piacevole quel pomeriggio estivo. Con il capo posato sulla borsa, i piedi scalzi posati sul lenzuolo disteso sull’erba, leggi distrattamente mentre la musica esce sommessa dal lettore posto lì accanto e mentre passi lentamente le dita fra i suoi capelli.
Lo senti muovere, distogli lo sguardo dalla pagina che hai davanti per rivolgerlo a lui che ti sorride mentre alza il capo dal tuo ventre, sollevandosi su un gomito per osservarti. Sei confusa, sei sempre confusa quando ti guarda in quel modo, nessuno ti ha mai guardata così!
Lentamente si avvicina, la punta del suo naso accarezza il tuo collo, le tue labbra, mentre bisbiglia le parole della canzone che state ascoltando:

She is sublimation
she is the essence of thee
she is concentrating on
he who is chosen by she

Here I go when I don’t know why
I spin so ceaselessly
could it be he’s taking over me
1

Accarezza le tue labbra con le sue, baciandoti dolcemente e senza fretta, rendendo lentamente il bacio sempre più profondo, appassionato, fino a che per te non esiste altro che lui, che ti ruba il respiro, lui che è l’unica cosa concreta e reale per te ed intorno a te…
...

Ti riscuoti con un lungo brivido da quella visione grazie ad un altro brano e da qualcuno che dall’altra stanza pronuncia il tuo nome. Ancora con la sensazione del suo sapore sulle labbra e dei suoi capelli fra le dita vedi un fattorino che si avvicina alla tua scrivania. Come un automa ritiri la busta che ti porge e ne firmi la ricevuta. Cominci ad aprirla senza nemmeno guardare il mittente e ne estri il contenuto: ci sono delle foto e un foglio bianco.

Cara Cassy, non ho potuto resistere nel mandarti questa piccola anticipazione.
Spero che apprezzerai.
Baci
Erick

Guardi la prima foto: ci sei tu che balli con il tuo maestro di ballo, il tuo vestito da un movimento circolare alla composizione conferendo morbidezza al passo di danza, altrimenti rigido, in cui siete stati immortalati. Qualcosa dentro di te ti da la certezza su chi può aver scattato quella foto, di chi può essere opera; non è solo la particolare armonia dell’insieme a dirtelo ma ciò che rivela di te: sì, stai sorridendo perchè ti stai divertendo, ma in essa traspare anche la tua concentrazione e la lieve tensione che ti pervadono nell'intento di non sbagliare i passi. Incredibile!
Passi oltre, alla seconda foto: in essa comparite tu, Ele e Wolf. Siete seduti al vostro tavolo al lato della pista e state chiacchierando con un paio di altri amici in piedi. Nonostante  siate parzialmente coperti da fantasmi danzanti la sua bellezza d’insieme è innegabile. Osservando meglio scopri che il fulcro della composizione, nonostante non sia il centro perfetto dell’immagine, sei tu, tu e un uomo di spalle che ti tende la mano per invitarti a ballare. Sembra quasi che la luce accarezzi il tuo viso inclinato verso l’alto, la pelle candida del tuo braccio proteso per afferrare la mano dell’uomo… Anche questa è indubbiamente opera sua.
Perché Erick ti sta torturando in questo modo mandandoti foto di Devin di cui il soggetto sei tu? Perché?
E soprattutto, perché scattarti quelle foto, rendendoti il centro di quel mondo incantato, del suo mondo? Perchè, se poi scompare? Sono passati tre giorni dall’inaugurazione e lui non ha fatto nulla, NULLA, nonostante tu ti sia “esposta”. Ed ora questo! Dannazione!
Con un sospiro passi alla terza e rimani impietrita. La foto ritrae voi due in mezzo alla pista, strettamente abbracciati; tu hai il capo posato poco sopra il suo cuore, hai gli occhi chiusi e un sorriso quasi estatico sulle labbra; lui sta sfiorando con le labbra i tuoi capelli con un’espressione… un’espressione rapita e malinconica al tempo stesso. É una foto incredibilmente bella e straziante per il tuo cuore, ti senti come incompleta e tutto il tuo essere anela istantaneamente il suo abbraccio. NO! Basta!
Risolutamente prendi il foglio e quelle foto per rimetterle nella busta quando il tuo cellulare comincia a vibrare: controlli e sullo schermo lampeggia il nome e la smorfia buffa di Mike, così rispondi felice a quel provvidenziale diversivo per i tuoi pensieri:
- Mike, ciao, come stai?
- Cassy, ciao! Io sto bene e tu?
- Uff, acida e di pessimo umore!
- Ah!…
Questo silenzio non ti piace, c’è sotto qualcosa:
- Nessuna battutina? Mike?! Che succede?
- Ecco… Promettimi che non mi mandi a quel paese!
Come volevasi dimostrare:
- Mike?! Sputa il rospo!
- Ok, ok, non ci giro intorno perché sono preoccupato… Si tratta di Devin.
Gelo, un brivido percorre la tua spina dorsale:
- Che succede?
- Ecco, non spaventarti, è che hanno spostato un appuntamento che aveva oggi pomeriggio, hanno provato a chiamarlo diverse volte ma non ha risposto al telefono, così hanno chiamato me.
Cerchi di non far trasparire la preoccupazione dalla tua voce, perché anche se non vorresti sei preoccupata (il lavoro è una cosa molto seria per lui, e questo comportamento è molto strano):
- Non risponde?
- A loro no, sono riuscito a parlarci io poco fa dopo diversi tentativi. Mi ha risposto con voce dall’oltretomba che si stava preparando, ma credo non abbia ben capito che l’orario dell’appuntamento è cambiato. Penso non stia molto bene.
Devin malato… qualcosa di tragico e dolce al tempo stesso.
- Se sta male, è molto probabile non sia presente a se stesso. Dove e a che ora sarebbe stato l’appuntamento in origine?
- Cassy, davvero io…
- Chiudi il becco e dimmi dove devo andare, è per questo che mi hai chiamata no?
Le tue parole sono uscite più acide di quanto avresti voluto ma dover correre da Devin ti mette ansia.
- Sì, in effetti, è che… lo sai che non te lo avrei chiesto altrimenti.
- Mike?! Sto aspettando!

Ed eccoti lì, al freddo, sotto radi fiocchi di neve che aspetti all’indirizzo datoti da Mike la comparsa di Devin. Se lo conosci abbastanza bene sai che proverà a trascinarsi ugualmente al lavoro, anche se sei praticamente certa che non abbia capito che l’appuntamento sia stato spostato.
Un taxi si accosta al marciapiede, ti avvicini, e scorgendolo al suo interno apri la portiera. Due teste si girano verso di te, ignori l’autista e ti concentri sull’uomo che hai davanti: il suo sguardo è indifeso e stupefatto, il suo viso cereo, i suoi occhi luccicanti di febbre e le sue spalle scosse da una tosse cavernosa. Perfetto, è senza ombra di dubbio malato.
Sali in macchina e dai all’autista il tuo indirizzo di casa tra le deboli proteste del moribondo al tuo fianco.
- Cassy, ma…
- Shh, ora fai il bravo bambino!
Non sai perché hai dato il tuo indirizzo e non il suo, forse stai impazzendo! Ti avvicini a lui, gli prendi il viso fra le mani e posi le tue labbra sulla sua fronte per controllargli la temperatura. Lo senti prima irrigidirsi e poi rilassarsi e sospirare al tuo tocco:
- My little witch…you can’t kidnap me, I have to work!
Gli sorridi mentre continui a tenere la tue mani gelide sul suo viso per rinfrescarlo:
- No che non puoi lavorare oggi, hai la febbre così alta da esserti presentato all’orario sbagliato!
- No, non è vero, io…
- Sei in anticipo di quasi due ore sul nuovo orario, come ti aveva detto Mike.
Ti trattieni cercando di non ridere davanti alla sua aria confusa.
- Su, ora dammi il telefono, penso a tutto io! No, non discutere con me, sai che non funziona!
Ti sorride, con uno dei suoi rari sorrisi da ragazzino disarmato, mentre senza più discutere ti porge il telefono.
- As you wish!
Spacciandoti per una sua collaboratrice annulli il suo impegno di lavoro e poi chiami Mike per informarlo di averlo ritrovato e delle sue condizioni.
Sei rannicchiata sulla poltroncina sotto la finestra in camera tua, l’unica fonte di luce è la tua piccola lampada viola e lo osservi, osservi Devin dormire nel tuo letto.
Arrivati a casa lo hai messo a letto, gli hai fatto bere un the caldo e dato le medicine per fargli abbassare la febbre e calmare la tosse. Hai fatto venire Wolf per tenerlo d’occhio e assisterlo il tempo necessario per passare a casa di Mike a recuperare degli indumenti per lui e per fare un po’ di spesa per sfamare il malato capriccioso.
Ed ora sei lì, rannicchiata in un angolo buio ad osservarlo: il viso arrossato dalla febbre, i capelli un po’ incollati sulla fronte per via del sudore, la bocca semiaperta… è indifeso e innocente come un bimbo. Ed ecco la ragione per cui lo hai portato da te, come avresti potuto metterlo a letto in quella casa tutto solo e poi andartene? No, non ce l’avresti fatta, ha bisogno di te, lo hai capito quando lo hai guardato negli occhi su quel taxi.
Però continui a chiederti perché non hai esitato un attimo a metterlo nel tuo letto e non nella stanza degli ospiti. Persino Wolf ti ha guardata con uno strano sorrisino chiedendoti perché ci fosse un uomo nel tuo letto, e alla tua risposta sul fatto che con la febbre così alta c’è bisogno di tenerlo d’occhio e che, nella tua stanza ci fosse direttamente un bagno, ha scosso la testa di certo non convinto! Per la verità, questa risposta non ha convinto nemmeno te, visto che l’altro bagno della casa è di fronte alla stanza degli ospiti.
Lo vedi agitarsi nel sonno, appoggi la tazza ormai vuota sul tavolino da toilette lì accanto e ti alzi avvicinandoti a lui. Con una lieve carezza gli sposti i capelli dalla fronte sudata ma un po’ più fresca: per fortuna la febbre comincia a diminuire. Mentre continui ad accarezzarlo lentamente per calmare il suo incubo e fai per coprirlo meglio con il piumone (non vuoi che prenda freddo proprio ora), il tuo sguardo cade all’interno del suo avambraccio sinistro.
Osservi il suo nuovo tatuaggio: lo avevi notato mentre ballavi con lui ma pensavi di aver visto male. Rappresenta una piccola streghetta sexy seduta su una scopa con tanto di cappello a punta. Indossa un succinto abito nero, corredato di reggicalze, calze a righe bianche e nere e scarpette rosse da vera strega dell’Est. Come se tutto ciò non bastasse, ha capelli scuri, labbra rosse come le scarpe e lineamenti che, seppur stilizzati, ti rassomigliano.
Incredula distogli lo sguardo da quel tatuaggio sconvolgente per posarlo su di lui, cercando di capire il perché, il perché di tutto ciò, cercando di capire cosa passa nella testa di quest’anima nera che ora sembra quasi un angelico bambino addormentato.
Accarezzi lievemente il suo avambraccio mentre lo copri e lui ti sorride nel sonno.
Non sai che pensare, senti le farfalle nello stomaco e non dovresti, lo sai.
Improvvisamente ti sembra di essere tornata indietro di anni, e di essere di nuovo nella tua casa delle bambole in piedi davanti allo stesso letto, il tuo letto ormai vuoto, dopo che lui ti aveva detto addio con un biglietto.

Titubante passi la mano sui suoi vestiti che ormai, dopo una settimana, sono privi del suo odore, tanto che ora freschi di bucato giacciono lì ben ordinati per essere riportati a J.
Ma è tutto inutile e finisci per infilare i suoi jeans e la sua maglietta e, afferrando con le lacrime agli occhi il tuo pupazzo, ti sdrai in preda ad una crisi di pianto. In quel momento qualcuno bussa alla tua porta.
Senza nemmeno riflettere, pensando fosse Elena che, con la scusa di essere esasperata dalle sue coinquiline, fosse venuta a controllarti, la informi:
- É aperto.
Mentre senti la porta aprirsi, cerchi il fazzoletto per soffiarti il naso e asciugarti le lacrime.
Non senti la porta chiudersi e il silenzio ti preoccupa (non è da Ele), così ti volti e sulla soglia c’è lui. Ti guarda sconvolto, sembra spaventato e incredulo.
Ti metti a sedere cercando di nascondere il fazzoletto e il fatto che stavi piangendo mentre lui, senza dire una parola, si avvicina a te e, senza permetterti di alzarti, si inginocchia ai tuoi piedi. Poi, prendendoti il fazzoletto che stringi nel pugno, ti asciuga il naso, che impietosamente ti sta tradendo.
- My little witch, don’t cry, please!
Dannazione, non vuoi che lui ti veda così: fragile, in lacrime e pure con i suoi abiti addosso.
- Io non sto piangendo!
- Sì che stai piangendo. Io non voglio vederti piangere.
Riluttante, cerchi di divincolarti per alzarti in piedi: devi allontanarti da lui, dal suo calore, dalle sue mani, dalla sua gentilezza.
- Perchè sei qui?
Impedendoti di alzarti, abbassa lo sguardo mentre sommessamente pronuncia una parola che probabilmente non ha pronunciato molto spesso:
- Perdonami!
E improvvisamente un vento di gelida ira comincia a soffiare dentro di te, così ti alzi allontanandoti:
- Perdonarti? E per cosa di preciso? Per il fatto che mi hai spaventato da morire non rispondendomi più al telefono? Per avermi spezzato il cuore quando arrivata zuppa a casa vostra ho scoperto che te ne eri andato? Allora, per cosa?
- Per tutto.
Cerca di avvicinarsi, ma tu alzi la mano cercando di mantenerlo a distanza
- Ti prego… non piangere! Io, non voglio farti piangere!
Dannazione le lacrime hanno ricominciato a scorrere senza che tu nemmeno te ne rendessi conto.
- Perchè, perché non vuoi vedermi piangere ora? E prima?
- Neanche prima!
- Perchè Devin? Perchè sei venuto qui? Per le tue cose? Te le…
- Non so perchè, ho combinato un casino, lo so, ma…
E di nuovo la rabbia, inesorabile, cerca di prendere il sopravvento su di te, vorresti scuoterlo e dai voce ai tuoi pensieri stringendo i pugni per impedirti di colpirlo:
- Non lo sai? NON LO SAI? Devin cosa vuoi? perché sei qui ora? Te ne sei andato senza una spiegazione, non hai mai risposto alle mie telefonate, non…
- Perchè ti amo!
Senti delle lacrime scorrerti ancora sul viso, ma ora sei senza parole, impietrita; si avvicina, ti prende il volto fra le mani chinandosi su di te e ti bacia dolcemente, facendo morire ogni tua eventuale protesta.
- My little witch, please don’t cry… forgive me!
E sfiorandoti nuovamente le labbra con le sue sussurra:
- I’m here because I love you so much!
Un lungo brivido ti riscuote da quei ricordi. Devi smetterla di farti del male da sola ma il fatto che lui sia lì nel tuo letto è innegabilmente la prova di quanto lui ti manchi, di quanto ti manca averlo al tuo fianco.
Sospirando giri intorno al letto, ti sfili il maglione e ti infili sotto le coperte, nella tua metà del letto scuotendo il capo e ripetendo a te stessa: “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso! In fin dei conti sei tu che te la stai cercando, mia cara Cassandra!”
Mentre ti metti comoda per cercare di dormire un po’, lui si gira sul fianco sinistro avvicinandosi un po’, cercandoti ma senza osare sfiorarti, come se fosse pienamente cosciente della tua vicinanza.

Note:
1 Lei è sublimazione / lei è la tua essenza/ lei si sta concentrando su di lui / che è scelto da lei
Mi capita di nuovo e non so perché / giro così incessantemente / potrebbe essere che mi stia conquistando…
Patti Smith, Dancing barefoot

Qualche idea per solleticare la vostra fantasia per le foto di Erick e Devin http:// photo Dance.jpg
   
 
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