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Autore: Tomminariddle    25/08/2014    4 recensioni
Lella è una ragazza di diciassette anni. Si sente imperfetta soprattutto vicino alle sue amiche che vede sempre perfette. È cotta di un ragazzo, che non sa dei suoi sentimenti nonostante molte volte lei abbia cercato di farglielo capire e che perciò la vede solo come un’amica, ha delle amiche piuttosto esaurite, un migliore amico a volte stupido che la fa arrabbiare non poche volte e tanta gente da conoscere. Chissà che magari un incontro le faccia capire che forse non tutto è perfetto.
Storia revisionata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Se il buon giorno si vede dal mattino...

Anno nuovo, vita nuova. Avrei dimenticato Jack, avrei trovato il mio principe azzurro, avrei finito la scuola con ottimi voti...
Sì certo ma chi volevo prendere in giro? Non avrei mai dimenticato Jack nemmeno a volerlo nonostante tutta la mia convinzione, non avrei mai trovato qualcuno che mi sopportasse. E la scuola? Di lì a pochi giorni sarebbe riiniziata e forse sarebbe stata l’unica cosa parzialmente realizzabile. Forse.
 
Avevo passato bene gli ultimi giorni di vacanze, ma purtroppo dovevo tornare a scuola.
La sera precedente ero andata a letto presto per riposarmi bene ma tuttavia non ero riuscita ad addormentarmi in tempi civili e mi ero assopita solo verso mezzanotte.
La mattina mi svegliai innervosita dall’irritante suono della sveglia.
Avevo di nuovo dimenticato di cambiare musica. Avrei ucciso quello stupido gallo un giorno o l’altro. Anche se era solo un’antipatica suoneria del telefono.
Più infastidita del solito mi lavai, mi vestii, feci colazione e mi diressi a prendere il bus.
Alla fermata tirai fuori il mio diario dallo zaino e guardai le materie previste per la giornata. Due ore di italiano, educazione fisica, matematica, inglese e tedesco. Bene, era decisamente una giornataccia.
In più quel pomeriggio era previsto il consiglio di classe.
Perché ero stata così masochista da propormi come rappresentante di classe?
Era una cosa che mi chiedevo spesso senza mai riuscire a darmi una risposta logica.
Tristemente non potevo più ritirarmi. Per fortuna che c’era Laila come seconda rappresentante e non sarei rimasta sola.
Salii sul pullman appena arrivato, timbrai il biglietto e mi sedetti in un posto libero. Strano, c’era poca gente. Solitamente era pienissimo e non riuscivo a sedermi. Presi le cuffie dal mio zaino e accesi l’mp3. Partì ’Bad day’. Adoravo quella canzone. Mi misi a canticchiarla con la testa appoggiata al finestrino mentre guardavo il paesaggio scorrere. Fui interrotta da una signora che mi chiese se poteva sedersi lì. Annuii spostando il mio zaino dal sedile accanto, chiedendomi come mai, visto tutto il posto che c’era su quel pullman, si voleva sedere proprio accanto a me. Gente strana.
Finalmente - si fa per dire - arrivai alla mia fermata e mi avviai verso la scuola. Aspettai che arrivassero i miei compagni e che suonasse la campanella e poi salii in classe.
Notai che non c’era Laila, ma sperai che sarebbe arrivata dopo, quindi mi sedetti al mio banco e iniziai quella lunga giornata.
La prima cosa che fece la prof d’italiano fu gridare, irritandomi ulteriormente e peggiorandomi l’umore di quella giornata, contro chi non aveva finito un esercizio dato per compito.
Arrivò l’intervallo e di Laila ancora nessuna traccia. Decisi di mandarle un messaggio.
Circa cinque minuti dopo mi arrivò la sua risposta. Era ammalata. Mi avrebbe lasciato da sola con i professori quel pomeriggio. Sì, quella era decisamente una giornata da dimenticare.
Per aumentare la mia allegria alla quinta ora, durante matematica, arrivò un ragazzo, che non avevo mai visto prima, a chiedere chi fossero i rappresentanti. Alzai svogliatamente la mano, e appena mi vide il ragazzo mi disse che quel pomeriggio, se potevo, ci sarebbe stata l’assemblea dei rappresentanti alle tre.
Ma bene, che bella notizia, quel pomeriggio sarei dovuta rimanere in quel orribile posto tre ore in più del dovuto, completamente sola.
Era decisamente una pessima giornata.
Finalmente suonò l’ultima campanella. Appena uscii, vidi Albert fermo vicino al cancello che mi aspettava. Non mi salutò nemmeno e mi disse semplicemente: << Vedo dalla tua faccia che hai avuto una bella giornata. >>
<< Bellissima! >> risposi sarcastica << Stanotte ho dormito pochissimo, mi sono svegliata con la peggior suoneria che esiste, tra un’ora ho assemblea dei rappresentanti e alle cinque quella con i professori e, visto che l’altra rappresentante non c’è, sono praticamente sola! >>
Mi fissò un attimo, pensando probabilmente se parlare o meno e poi esordì: << No, dai che non sei sola. Jack è rappresentante d’istituto. Puoi stare lì con lui. >>
Lo fissai a metà tra il “ora lo ammazzo” e il “sono troppo affamata non ho voglia di controbattere”.
Optai per una via di mezzo << Sì, certo, mi presento davanti a lui e gli dico “Ehi, scusa se ti disturbo, ma sai, l’altra rappresentante è assente, e io non ho uno straccio di altro amico, non è che posso stare qui con te?” >>
<< Perché no? Potrebbe essere un’idea. >> fu la sua brillante risposta.
Lo guardai ripensando che avrei dovuto scegliere l’omicidio, ma visto che poi sarei stata sola sbottai semplicemente << Andiamo a mangiare che sto morendo di fame! Ah, e visto che rompi mi paghi pure il pranzo. >>
Scoppiò a ridere facendomi la linguaccia e borbottando qualcosa sulle mie scelte sbagliate, a cui non diedi peso.
Ci avviammo al bar lì vicino e ordinammo.
Optammo per due tranci di pizza, uno a testa, e una bottiglietta d’acqua.
Stavamo pranzando tranquillamente quando sentii una voce, che riconobbi subito, che ci salutava.
<< Ciao Jack. Allora, come va? >>
Guardai male il mio amico che mi sorrise divertito, poi mi girai e salutai con un gesto della mano Jack. Era dall’ultimo dell’anno che non lo vedevo e non lo sentivo. Non aveva nemmeno risposto al mio messaggio d’auguri!
Ero fermamente convinta di volerlo dimenticare e anche se non ci riuscivo molto bene, dovevo provarci. Altrimenti avrei continuato a soffrire. E per quanto stupida potessi essere, sapevo che soffrire a causa sua non era bello.
Sorrise ad entrambi prima di rispondere: << Non mi posso lamentare. Eccetto l’assemblea di oggi pomeriggio non abbiamo in programma molto da fare a scuola, almeno per ora. E tu? Ho saputo che esci con una ragazza. Sono veramente contento per te. >>
“Ma perché doveva sempre essere così bello?” pensai prima di sentire un calcio e una piccola risatina trattenuta provenire dall’altra parte del tavolo. Bene, mi ero già incantata a fissarlo. Fortuna che lui era girato e non se n’era accorto. Fulminai Al e lui, per evitare di scoppiare a ridere, si girò verso Jack e gli rispose: << Ah, grazie Jack. Sì, sapevo dell’assemblea perché ne stavo parlando proprio ora con Lella. Sai, oggi è da sola...poverina! >>
Al sentire quelle parole l’acqua che stavo bevendo mi andò di traverso e guardai male Al. Quel ragazzo voleva decisamente incorrere in una morte molto dolorosa per mano mia.
Non riuscii nemmeno a tirare un calcio ad Al che Jack iniziò a dire: << Oh sei da sola? Allora perché non ti unisci a noi? Dai vieni! >>
Tentai di rifiutare ma alla fine dovetti cedere.
Provai a cercare dei lati positivi e alla fine mi venne in mente che c’era John. Potevo sempre parlare con lui. Speravo.


Alle tre precise, puntuali come un orologio svizzero, i rappresentanti diedero il via all’assemblea.
I primi argomenti furono l’assemblea di istituto che avremmo dovuto fare a breve e i vari problemi.
Non prestai molta attenzione a quegli argomenti, ma mi riattivai quando sentii qualcuno annunciare un’idea. Un ballo scolastico. No, un momento. Un ballo scolastico? Nella nostra scuola? Perché? Non c’era appena stata la festa di fine anno? Volevano fare pure un ballo?
Smisi di pensare quando il tizio alla mia destra, di cui ignoravo il nome, alzandosi in piedi mi diede una gomitata nelle costole facendomi male. Lo fulminai mentre mi massaggiavo il punto dolorante ma lui mi ignorò completamente e iniziò a fare domande riguardo al ballo. Ascoltai abbastanza disinteressata e riuscii a capire solo che il ballo si sarebbe svolto per Carnevale e che volendo ci si poteva mascherare.


Stavamo ancora discutendo quando guardando l’orologio mi accorsi che erano le sedici e cinquantasette. Scattai subito in piedi e velocemente spiegai che avevo assemblea con i professori e corsi via.
Non feci in tempo a girare l’angolo che sbattei contro qualcuno.
Aprii bocca per prendere a male parole quello che mi era sbattuto contro, quando vidi due magnifici occhi.
Chiusi la bocca e poi alzai una mano per salutare John.
Restò fermo un attimo e poi sorridendomi mi salutò. Iniziò poi a farmi domande a caso su argomenti disparati e sorridendo continuavo a rispondere.
In un momento di silenzio guardai l’orologio e mi accorsi che erano le cinque e un quarto.
Merda, ero in ritardo!
Alzai lo sguardo verso John e velocemente gli dissi che dovevo andare.
Poi corsi di nuovo via, senza sbattere contro nessuno fortunatamente.
Arrivai davanti all’aula col fiatone e timidamente bussai.
Entrando tutti i professori si voltarono a fissarmi e provai a giustificare il mio ritardo con l’altra assemblea.
Non sembrarono molto convinti ma fecero finta di niente così mi sedetti accanto al prof di religione e “ascoltai” il resto dell’assemblea.
                                                                                     
Arrivata a casa mi sdraiai sul letto, esausta e iniziai a pensare.
Non mi ero fermata quando me l’aveva chiesto Jack ma quando era stato John a fermarmi, anche se sapevo che avrei fatto tardi, cosa inaccettabile per me, mi ero fermata. Perché? Spesso ero veramente strana. Nemmeno io mi capivo.
Lentamente mi alzai dal letto e andai a fare i compiti, almeno quelli mi avrebbero aiutato a non pensare. Forse.





Angolo autrice:
Salve!
Allora, ho deciso di pubblicare tre capitoli questa sera, forse perché mi sentivo in colpa per il tempo che avevo fatto passare dall'ultimo aggiornamento...
Scuatemi....a mia discolpa ho superato il blocco che avevo preso e quindi dovrei riuscire ad aggiornare un po' più regolarmente..spero, se no siete autorizzati a venire sotto casa mia e picchiarmi..scherzo, la violenza non si usa mai.
Comunque bando alle ciancie e ciancio alle bande, vi è piaciuto questo capitolo?
Spero di sì, fatemi sapere tutto, cosa ne pensate in bene o in male, se ci sono errori o sviste e qualunque altra cosa.
Al prossimo capitolo,
Baci,
Tommina

 
  
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