Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: cartoonkeeper8    26/08/2014    6 recensioni
Universo 2012
Abbiamo visto le tartarughe alle prese con tutti i nemici possibili e immaginabili. Ma che succederebbe se il vero nemico... fosse dentro di loro? Se ognuno di loro trovasse la chiave del proprio mondo di mostri? Preparatevi ad affrontare momenti esilaranti seguiti immediatamente da attimi strappa-lacrime... Buona lettura!
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
~~*Angolo autrice*
Peppepepepe! *trombette e palloncini ovunque* Lo so che state festeggiando, finalmente questa.. questa... COSA è finita! Io invece sono un pò triste, perchè lottare per scrivere un capitolo al giorno era diventata la mia ragione di vita... sigh :C Scherzo, cosa direste se vi dicessi di dire di aver detto... *le si ingarbuglia la lingua* Vabbè, vorrei scrivere un sequel! Ok? NO I POMODORI NO! *scappa via* Comunque, da dietro le quinte, non smetterò di ringraziare LisaBelle_99, Blackrose18, CatWarrior, piwi, LaraPink777, Leader96, Chicca15, Conn e Dragone_97. Grazie davvero, avete illuminato d'immenso le mie giornate avete reso vivo il mio lavoro! Spero davvero che questa ff vi sia piaciuta, mi scuso per evntuali errori o per la mia scrittura da cani, ma è la mia prima ff! Comunque, vi lascio all'ultimo capitolo, e Buon Natale a tutti!
 


- Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo?
Leonardo, Donatello e Raffaello, prima distesi scompostamente sul divano, si alzarono di scatto, mantenendo però lo sguardo basso. Poi Leonardo alzò gli occhi sul Sensei, pronto come al solito a prendersi tutta la responsabilità dell’accaduto: aveva lasciato i suoi fratelli soli! Chissà cosa sarebbe potuto succedergli! E cosa sarebbe successo a lui se quella ragazza strana dal triste passato non fosse venuta a cercarlo… ma prima di poter proferire una sola parola, il maestro arricciò le mani sull’impugnatura del bastone.
- Sto aspettando, Michelangelo.
Tutti gli sguardi si spostarono sul piccolo di famiglia, che si sentiva molto a disagio, non sapendo cosa rispondere. Dire la verità e mettere nei guai i fratelli o mentire e rischiare di prenderle da Splinter? Dramma.
- Ehm… posso?
Lo sguardo di Splinter si spostò su quella sconosciuta, in piedi vicino al suo divano, che si torturava i capelli, visibilmente a disagio. Il maestro assentì con la testa, dandole la parola.
- Prima di tutto volevo scusarmi per essere entrata qui, in casa vostra, senza chiedere il permesso, e giuro che non parlerò a nessuno di voi e della vostra tana. Ma prima di andarmene volevo spiegare cosa è successo. Semplicemente i vostri tre figli – spiegò Alazne, indicando gli interessati – si sono trovati nei guai, e Michelangelo da bravo fratello qual è, è corso fuori a salvarli, con l’aiuto di April. Io mi sono imbattuta in lui per caso, mentre facevo il mio… ehm… lavoro. Poi conosciuto Raffaello, e devo dire che mi ha molto colpito… in tutti i sensi – disse lei ridendo, mentre Raph stringeva i pugni, vergognandosi come un ladro – e dopo una lotta contro dei robot vestiti da mosche, ho aiutato Mickey a riportare i fratelli a casa. Ora sono tutti qui in salvo, a casa, e tutto si è risolto per il meglio.
- Uhm… - il maestro sembrava pensieroso – quindi non è successo niente di grave? Non hanno fatto niente di sbagliato?
- Ecco… diciamo che se lo avessero fatto, ora avrebbero di sicuro capito la lezione. – rispose la mutante, mentre i tre interessati annuivano concitatamente.
- Capisco… in tal caso non c’è niente di cui preoccuparsi. Ma volevo comunque dirvi qualcosa. Sappiate che qualsiasi cosa dovesse succedere, voi resterete sempre i miei figli, sempre e comunque, e che vi vorrò sempre bene.
Le tartarughe sgranarono gli occhi, non capendo il perché di quel discorso.
- Se qualcuno di voi si sentisse troppo oberato dalle sue responsabilità, potrebbe venire a parlarne con me, e se si sentisse in colpa per qualcosa, non dovrebbe esitare nel discuterne con suo padre, che dissiperebbe ogni dubbio.
Leonardo abbassò di nuovo il capo, sorridendo mestamente.
- Se uno di voi dovesse sentirsi frustrato per qualcosa che non può avere, dovrebbe cercare nuovi modi per ottenerlo, e non arrendersi subito. Combattere per il proprio amore, questo è davvero importante, e non smettere mai di lottare.
A Donatello si erano imporporate le guance, mentre April sorrideva con una mano davanti alla bocca.
- E infine, voi non dovete dimostrare niente a nessuno, ricordatevelo sempre. Non dovete fare ciò che non vi va solo per non essere giudicati negativamente dagli altri.
Raffaello si sentiva frustrato. Lui che pensava sempre con la sua testa, si era lasciato trasportare dalla rabbia di essere considerato un codardo. Mentre si era solo dimostrato stupido.
- Detto questo, figli miei, non dovete dirmi niente?
- … Sensei. – Raph alzò la testa, e si avvicinò a Splinter, che lo guardava con aria severa – abbiamo fatto una grandissima cazzata.
Contrariamente a quanto si aspettava Raph, il maestro sorrise.
- Lo so, ma il fatto che tu lo abbia ammesso ti fa onore, figlio mio. Certo, un po’ in ritardo, ma l’hai fatto. Venite qui.
Le tartarughe si avvicinarono a Splinter, che li sorprese con un abbraccio, a cui non si sottrassero di certo!
- Ma Sensei – chiese Leonardo, con la faccia stretta al petto del padre, come quando era piccolo – come facevi a sapere che…
- Cosa credete, che abbia le orecchie foderate di formaggio? – scherzò il maestro – Vi ho sentiti dalla mia stanza, ma ho voluto che sistemaste la faccenda da soli, prima di farvi la ramanzina. E a quanto pare, come ha detto la nostra giovane ospite, avete imparato la lezione.
- Si Sensei!
Poi tutti si voltarono verso Alazne, che in disparte fissava quella scena commovente con un sorriso triste sul viso. Lei si voltò e si incamminò verso l’uscita.
- Aspetta! – gridò Michelangelo, rincorrendola e fermandola per un braccio. Ma perse la presa, e tutto ciò che gli rimase in mano fu il guanto nero, mentre il braccio ossuto di Alazne si mostrò in tutto il suo spettrale pallore. La ragazza si affrettò a nascondere il braccio incrociandolo con l’altro sul petto, mentre il suo sorriso si trasformò in una smorfia di spavento.
- Posso sapere il nome di chi ha aiutato il mio figlio più giovane? – chiese dolcemente il maestro, per metterla a suo agio.
- … Alazne. Mi perdoni, sono una maleducata, ma non volevo essere di impiccio e me ne stavo…
- Non sei assolutamente di disturbo, se mio figlio si è fidato di te tanto da portarti qui, devi essere una brava ragazza.
- Una brava mutante vorrai dire, Sensei! – spiegò eccitato Mickey, sventolando il guanto come fosse una sciarpa da stadio. Poi lo restituì alla ragazza, ma non le diede il tempo di infilarselo di nuovo che si aggrappò al suo braccio, usando il suo sguardo implorante.
- Ti prego, voglio presentarti al Sensei!
La ragazza, sorridendo per l’espressione e i gesti infantili dell’arancione, si lasciò docilmente trascinare fino a trovarsi di fronte al maestro.
- Sensei, questa è Alazne. Alazne, questo è Sensei, o Splinter, o Hamato Yoshi.
- E’ un grande onore conoscerla. – disse lei, chinando la testa in segno di rispetto. Splinter sorrise, mettendole una mano sotto il mento per farle alzare la testa.
- Puoi chiamarmi semplicemente Sensei, dandomi del tu. Posso chiederti quanti anni hai?
- Quindici, Sensei.
- Allora hai la stessa età dei miei figli. Posso chiamarti bambina? Probabilmente avrai già qualcuno che ti chiama così, non vorrei..
- C’era, Sensei, ma ora quello persona crede che io sia morta, non so neanche se sia ancora in vita sinceramente… proprio per questo mi farebbe piacere essere chiamata di nuovo così.
- Sappi, Alazne, che se lo desideri, qui da noi ci sarà sempre posto per te.
La ragazza chinò la testa, per non mostrare la lacrima che stava per sfuggire al suo controllo. Poi rialzò la testa, sorridendo.
- Lo terrò a mente, Sensei. Ora però devo andare, ho una missione da compiere. Ma sarò felice di venirvi a trovare.
- A presto, bambina.
La ragazza chinò di nuovo la testa, in segno di saluto, poi abbracciò April e schioccò un bacio sulla guancia di Michelangelo. Poi, salutando con la mano le altre tartarughe corse via felice, certa che li avrebbe incontrati presto. Splinter sorridendo si allontanò verso la sua camera, mentre le tartarughe gironzolavano per il salone, ancora scosse per ciò che era accaduto in quelle ore.
Leo si avvicinò a Mickey, che aveva acceso la televisione e stava guardando il telegiornale.
- Mickey… posso sedermi?
- Certo! – rispose il fratellino, facendogli posto sul divano.
- Ehm… la ragazza…
- Alazne?
- Si, mi ha detto che l’avevi mandata tu a cercarmi. Che eri preoccupato.
- Già. Strano, vero?
- Volevo solo dirti… grazie. Per esserti preso cura di noi, ribaltando la situazione. Avrei dovuto essere io ad occuparmi di voi, ma sono stato io a cominciare tutto a quanto pare. Mi dispiace.
- Non devi scusarti Leo. Capita a tutti di sbagliare, no? Anche a te che sei il leader. E non devi rimproverarti per questo. – lo rincuorò Mickey, strusciandoglisi contro dolcemente. – Qualsiasi cosa accada, tu sarai sempre il mio fratellone.
Leonardo sorrise, abbracciandolo. Già, non sarebbe cambiato niente.
April stava guardando intenerita quella scena commovente, quando si sentì picchiettare sulla spalla. Si girò, e si trovò davanti Donatello.
- Ehm… ciao April!
- Ciao Donnie! Come ti senti?
- Un po’ confuso…ma a posto. Non ricordo molto di ciò che è successo prima.
- Ah… - April era un po’ delusa. Ma forse era meglio così, probabilmente si sarebbe vergognato per una settimana, sapendo cosa le aveva detto e fatto vedere.
- Senti… volevo chiederti una cosa…
- Dimmi Donnie.
- Ecco… non è che… magari… tiandrebbedivenireamangiareunapizzaconme? – disse la tartaruga, parlando velocemente per vincere la timidezza, chiudendo poi gli occhi come in attesa di uno schiaffo. La ragazza sorrise.
- Certo che mi va!
- Si! Cioè, volevo dire, va bene, cioè volevo dire, se proprio non hai niente da fare, cioè…. – Donatello stava annaspando, come al solito avrebbe rovinato tutto! – vabbè, fa niente, lascia stare. – sorrise invece, mettendo in mostra lo spazietto tra i denti. Poi le offrì il braccio. – Andiamo?
- Ma Donnie, tra poco è mattina!
- Mai fatta colazione con la pizza?
- No!
- Neanche io, deve essere un’esperienza interessante!
April sorrise, uscendo dalla tana a braccetto con lui.
- Sei sicuro di non ricordare niente di quando eri sotto effetto della torta?
- Assolutamente si!
Chissà perché quel tono scherzoso non la convinceva. Ma che importava?


Raffaello era seduto per terra, osservando i suoi Sai. Erano più puliti del solito, luccicavano quasi!
- Li ha puliti lei! Vedessi con quanta cura li ha lucidati…
- Cosa stai dicendo Mickey? Lei chi?
- Come lei chi? Alazne, no? Hai presente, la mutante di prima?
- Si si, ho capito! E perché si è presa questo disturbo?
- Perché li aveva usati prima e quindi…
- Cosa ha fatto? – Raph era più sconvolto che arrabbiato, ma Michelangelo si allontanò di un passo per sicurezza.
- Dopo che sei svenuto ci hanno attaccati i robot ninja di Shredder, e lei era disarmata così ha “preso in prestito” i tuoi Sai, e ha distrutto quei pezzi di metallo in una manciata di secondi!
- Davvero? – Raffaello era a bocca aperta, ma riprese subito il suo tono corrucciato – doveva comunque chiedermi il permesso.
- L’ha fatto, ma eri incosciente!
- Si, ma…
- Ragazzi! – Leonardo interruppe il loro battibecco – non ci stiamo dimenticando qualcosa?
- Uhm… non so…
In quel momento, mentre ancora Michelangelo rifletteva, si sentì un rumore di passi strascicati all’ingresso, e dopo un po’ comparve…
- CASEY!
- Grazie tante Raph! Mi hai mollato in quel vicolo, me la sono dovuta fare tutta a piedi con questo vestito addosso!
- Sei tu che hai voluto vestirti da donna!
- Infatti non mi lamentavo dell’idea, dico solo che QUESTO vestito in particolare è scomodo. I pantacollant stringono troppo sul pacco.
- Comunque, devo dire che stavolta darti retta è stata la peggiore delle idee. – lo rimbeccò Raph, incrociando le braccia. – Ho colpito una ragazza innocente!
- Davvero? Ma non deve essere grave, se me lo stai dicendo con questo tono.
- Non c’entra se è grave o no, il problema è che avrei potuto fare del male a Michelangelo se non ci fosse stata quella ragazza, o avrei potuto fare del male a qualcun altro!
- Figlio mio – intervenne Splinter, uscito dalla sua stanza sentendo le urla del rosso. – Casey ha sbagliato senza dubbio, ma tu potevi pensare con la tua testa. Fai bene ad ammonirlo, potevate davvero fare guai stasera, ma non devi prendertela con gli altri se ti senti in colpa. – Splinter mise una mano sulla spalla di suo figlio, che abbassò colpevole la testa. Poi, osservandolo, sorrise. – Vedo però che stasera hai fatto conquiste figlio mio!
- Cosa vuoi dire, Sensei? – Raph era perplesso, di cosa stava parlando il maestro?
- Secondo me parla di questo! – disse Mickey, staccandogli dal guscio il post it che aveva visto quando l’aveva colpito sulla testa con i nunchaku.
- “Chiamami”?!? – lesse stupefatto Raph, poi girò il foglio e sbiancò – “Bob”?!?!
- Veramente io parlavo di questo – disse pacato il maestro, toccando il collo di Raffaello, dove capeggiava prepotentemente un’ ecchimosi rossastra dalla forma rotonda.
- Che cos… UN SUCCHIOTTO? – la voce di Raffaello era terrorizzata, sembrava quasi avesse visto uno scarafaggio! Probabilmente gli avrebbe fatto meno impressione.
- NOOOO! NON CI CREDO!! – Michelangelo si stava scompisciando dalle risate, rotolando a terra, ma appena vide Raph avvicinarsi minacciosamente si rialzò e cominciò a correre, senza smettere di ridere.
- In effetti, credo di aver esagerato…
La voce di Casey Jones bloccò Raph, partito già a caccia dell’arancione. Si girò lentamente, con la stessa espressione di Jack Nicholson in “Shining”:
- Cosa stai farneticando?
- Diciamo che… forse… mi sono lasciato trascinare dagli eventi… ero fatto Raph!
- Casey…
- Non so neanche io perché l’ho fatto!
- Casey!
- E poi… eri così carino vestito da cameriera!
- CASEY! – ruggì Raffaello, come sottofondo le risate di Mickey, tornato sui suoi passi quando si era accorto di non essere più seguito. Poi mentre la risata del fratello contagiava anche gli altri, Raph cominciò a rincorrere il ragazzo, che impreparato corse via gridando come una ragazzina spaventata.
- SE TI PRENDO SEI MORTO, CASEY JONES!


FINE… ?

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: cartoonkeeper8