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Autore: Defiance    26/08/2014    5 recensioni
Regina ha nuovamente perso il suo amore e decide di vendicarsi di Emma, ripagandola esattamente con la stessa moneta.
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[CaptainSwan]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Sorpresa, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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David e Tremotino, che erano stati avvisati da Emma non appena ebbe sentito l'urlo di Belle, raggiunsero il negozio proprio quando la bionda ne stava uscendo.
Sembrava scossa e aveva l'aria di una persona alla quale era appena crollato il mondo addosso.
"Ehi, che succede?" le domandò il padre, ma lei si limitò ad indicare l'edificio e a correre via verso il suo appartamento.
A Charming quella reazione suonò sospetta e non gli piacque per niente, tuttavia dovette riconoscere che sulla scala delle priorità, vedere cosa diavolo stesse accadendo fosse al primo posto.
Fece irruzione nel negozio, seguito immediatamente dal signor Gold e rimase immobile a fissare la scena, palesemente confuso.
Hook e una donna dai lunghi capelli neri si fissavano a diversi metri di distanza; lei aveva un pugnale puntato alla gola di Belle, mentre il pirata, con cautela, le parlava, cercando di convincerla ad abbandonare le sue intenzioni.
"Milah?"
La voce di Rumple suonò stridula e palesemente sconvolta.
"La lasci andare" ordinò David, puntando la pistola contro la donna.
Quella rise.
"Siamo tornati alle vecchie abitudini, Tremotino? Ti fai difendere da qualcun altro?" 
Una lampo di rabbia attraversò i suoi occhi e il rombo di un'esplosione riecheggiò per tutta la città: aveva fatto crollare delle travi, che erano finite precisamente sul capo della sconosciuta, liberando la coniuge e riabbracciandola.
"Come vedi non ne ho bisogno" sibilò, stringendo ancora più forte la moglie contro di sè.
"Deve venire con me in centrale" intervenne David, ammanettando la 'criminale' e aiutandola a rialzarsi.
"Killian, aiutami" lo supplicò lei, ma l'uomo rimase fermo a boccheggiare, ancora sospeso su un filo tra sogno e realtà.
"Killian!"
Urlò ripetutamente il suo nome, finchè il frastuono dell'auto che veniva messa in moto non coprì le grida.
"Che cosa hai fatto?" ruggì  il signor Gold, afferrando Hook per il colletto della giacca e sbattendolo contro la parete.
"Tremotino!" strillò Belle, quasi a fargli notare quanto stesse esagerando, ma lui non diede il minimo segno di averla sentita.
"Che tu ci creda o no, non ho fatto niente"
Rumple lo lasciò andare, riconoscendo nei suoi occhi lo sguardo di qualcuno davvero confuso e sconvolto.
Non era possibile riportare qualcuno in vita, lui lo sapeva bene; nel suo caso era stata un'eccezione, era il Signore Oscuro, ma lei era una donna comune e questo non sarebbe dovuto accadere.
Quando Killian uscì dall'edificio, Tremotino si trovò costretto a raccontare tutta la storia di Milah alla moglie, la quale non la prese esattamente bene, ma alla fine riconobbe il cambiamento che l'uomo aveva fatto e promise che lo avrebbe aiutato a trovare una soluzione.
"Non so cos'abbia fatto, per meritarti" sussurrò lui, spostandole una ciocca di capelli dal volto.
"Mi hai fatto capire che anche il più temibile dei cattivi può scegliere di agire per il bene. E questo basta" rispose la donna, stampandogli un dolce bacio sulle labbra.


Emma sbattè la porta della sua camera e si lasciò andare ad urla liberatorie.
Cominciò a tirar via le lenzuola dal suo letto con violenza, strappandole persino in alcuni punti e inciampando quando quelle le si ingarbugliarono tra i piedi.
Cadde per terra e scoppiò a piangere, stringendo il tessuto ancora impregnato del profumo di Hook contro il volto.
Sapeva di non doversi lasciare andare con lui, sapeva che avrebbe sofferto di nuovo, ma alla fine non era riuscita a resistergli e aveva ceduto; aveva pensato che, oltre ad aver trovato la sua casa, avesse trovato il suo Vero Amore, quello di cui sua madre parlava tanto, ma forse non esisteva nulla del genere per lei... forse Emma Swan era semplicemente destinata a salvare gli altri e la loro felicità, senza avere la possibilità di costruirsi la propria.
Forse non esisteva il Vero Amore per le principesse cresciute fuori dalla Foresta Incantata.


Killian si diresse alla stazione di polizia, ma non vi entrò.
Aspettò per ore che Emma vi uscisse, tuttavia non lo fece mai; voleva parlarle, però l'unica persona che varcò quella soglia fu David.
"Non è venuta" gli aveva detto e lui se n'era andato via, ignorando le altre domande che il vice sceriffo gli aveva rivolto.
Quello che si stava facendo strada dentro di lui, era un turbinio di emozioni, un vortice dal quale non sapeva se sarebbe uscito vivo.
Da un lato, c'era la donna che aveva avuto anche troppo facilmente, che lo aveva fatto innamorare col tempo e che aveva cercato di vendicare per anni.
Dall'altro, c'era la donna che aveva lottato per avere, quella che lo aveva strappato dall'oblio e lo aveva fatto di nuovo sentire vivo, quella con la quale nulla era mai dato per scontato e che lo sfidava in continuazione; quella di cui si era innamorato subito e che aveva scacciato via Hook e riportato a galla Killian Jones.
Non era preparato a gestire una situazione del genere, come non lo era Emma quando Bealfire era ritornato nella sua vita... ma le cose erano diverse all'epoca; il loro rapporto non era evoluto in quel modo.
Nonostante stesse vagando senza meta, senza riflettere su dove stesse o non stesse andando, riconobbe immediatamente la strada dov'era finito: era il quartiere dove abitava Emma.
Il suo maggiolino aveva il bagagliaio aperto e, ad un tratto, spuntò anche il volto della Salvatrice, che sbattè lo sportello e si precipitò in auto.
Killian si mosse istintivamente, entrando dall'altro lato.
"Vai da qualche parte?" chiese, incrociando le braccia e scrutandola con un sopracciglio sollevato.
Emma chiuse gli occhi.
"Ho delle faccende da risolvere a New York, prima di trasferirmi definitavemente qui"
"Adesso chi è che mente?" la mise alle strette immediatamente, non era di certo dell'umore adatto per reggere i loro vecchi 'giochini'.
"Cosa ci fai qui, Hook?"
Hook. Detto da lei suonava quasi un insulto, dopo aver sentito la dolce melodia che produceva quando lo chiamava con il suo vero nome.
"Che domande fai, Emma? Dove dovrei essere, dopo quello..."
"Non credo che abbia più alcuna importanza. Sappiamo entrambi come andrà a finire questa storia, per cui non ha senso parlarne" lo interruppe lei, scendendo dall'auto e appoggiandosi allo sportello.
Respirò profondamente, le mancava l'aria e doveva assolutamente calmarsi.
"No, io non lo so, Swan. Sei tu che hai deciso come deve andare a finire e stai scappando, perchè è quello che fai sempre. Vuoi solo evitare di affrontare la situazione" tuonò l'uomo, parandosi davanti a lei, probabilmente per assicurarsi che non andasse via.
Emma abbozzò un flebile sorriso triste e sosprò.
"Non c'è nulla da affrontare. Basta vedere cos'è successo a Robin e Regina quando Marion è tornata"
"Io non sono Robin, Emma. Sono qui con te, non con Milah e non riesco a trovare una singola ragione per cui debba essere altrove" sussurrò lui, alzandole delicatamente il viso.
E lo pensava davvero: aveva lasciato andare Milah, il suo ricordo e il suo amore per lei quando aveva conosciuto lei... non poteva tornare indietro.
E nemmeno voleva farlo.
Gli occhi della donna erano lucidi e delle silenziose lacrime le stavano rigando le guance. Non si era accorto che stesse piangendo, i capelli le avevano coperto interamente il viso.
"No... ti prego, non..."
Non posso perdere di nuovo qualcuno che amo, gli avrebbe voluto dire, avrebbe voluto lasciarsi circondare dalle sue braccia e affondare il capo nell'incavo del suo collo... invece si ritrasse dal suo tocco e si girò dal lato opposto. 
Non riusciva a reggere il suo sguardo, aveva paura che se solo avesse incontrato le sue iridi azzurre ci avrebbe visto il vuoto anzichè l'intensità con cui l'aveva sempre guardata.
"David mi ha detto di farti sapere che devi passare dalla centrale, domani" lo informò, poi riprese la sua valigia ed entrò in casa.

Killian non aveva chiuso occhio quella notte.
Continuava a pensare ad Emma, ai suoi occhioni tristi, alla notte più bella della sua vita, l'unica che avessero passato insieme, e a quanto era stato bello svegliarsi e ritrovarsela accanto.
Le aveva praticamente detto che, qualsiasi cosa fosse successa, lui avrebbe sempre scelto lei... eppure si era richiusa in sè stessa e lo aveva spinto via, di nuovo.
Sapeva esattamente cosa stesse provando la donna, lui stesso ci era passato quando Neal era ritornato e conosceva alla perfezione quella sensazione di paura mista a gelosia che attanaglia in quei casi. 
Anche se il pensiero della Swan gelosa di lui lo fece sorridere leggermente. 
Prima o poi lo avrebbe ammesso.
La centrale era aperta, ma quando vi entrò scoprì che l'unica persona presente era Milah, rinchiusa in una delle celle dell'edificio.
"Killian" lo accolse lei, sorridendo.
"Ciao, Milah"





Angolo Dell'Autrice
Ciao!
Sono stata veloce, eh?
Ecco che le prime conseguenze del
ritorno di Milah cominciano a farsi vedere.
Cosa pensate della reazione Emma? E di
Hook?
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto,
Bell :)


  
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