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Autore: Inmichaelarms    26/08/2014    3 recensioni
Hayley ha paura del pericolo, del buio, del rumore. Cose che per Luke sono all'ordine del giorno.
Lui è pronto a rischiare, pronto per vincere un gioco che non ha regole.
La storia NON è mia, l’autrice mi ha dato il permesso di pubblicarla, la storia è originaria di watt-pad: http://www.wattpad.com/story/13607023-disconnect-luke-hemmings l’autrice è: http://www.wattpad.com/user/inashtonsarms
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Drifted.
Le prese la mano prima di adagiarla contro l’armadietto blu, gli occhi chiari la guardarono e quelli di Hayley si chiusero quando sentì le sue labbra piene. Poté sentire i sussulti tra la gente che li circondava, i loro respiri fermi mentre osservavano quella scena. In silenzio.
Strinse la camicia a quadri del ragazzo quando lo sentì allontanarsi leggermente.
-Ci vediamo dopo in cortile.-
Disse sussurrando prima di sfiorarle la guancia con la punta del naso. Lei annuì prima di sentire la pelle d’oca salire sulle braccia quando il biondo si allontanò, inondandola di un freddo strano. Abbassò la testa quando si accorse di tutte le persone che la stavano guardando.
Stringendo il libro consumato di matematica si avviò alla sua classe.
Appena si sedette al suo banco, vuoto per l’assenza di Ryan, sentì subito una risata dietro di lei.
-Hei, Cohen!-
Alzò lo sguardo verso il ragazzo che si stava avvicinando al suo banco, i capelli mori erano tirati su da del gel mentre gli occhi verdi si illuminarono di malizia. Rise.
Hayley poté vedere il viso di Crystal sopprimere una risata mentre il ragazzo moro avanzò ancora fino a sedersi sulla sedia di fianco a quella della ragazza spaventata. William.
Le abbassò lo sguardo verso il suo libro giocando con un angolo di esso.
-E’ maleducato non guardare in faccia chi ti parla, lo sai? Piccola Cohen.-
Ricevette una botta sulla testa mentre il ragazzo moro premette le mani sul banco alzandosi per poi piegarsi su di lei con un’altezza sovrastante.
-Stupida.-
Sputò prima di dare il ‘buongiorno’ al professore appena entrato. Lasciò il banco vicino a quello di Hayley colpendola sula spalla.
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Si appoggiò alle mattonelle fredde del bagno e gemette i contrasto al calore che stava provocando.
-Devi andartene.-
Riuscì a dire spostando la testa bionda da davanti, Crystal fece un verso in disapprovazione cercando di ritornare contro il petto del ragazzo.
-Lo so che lo vuoi Luke.- sussurrò contro il su collo – Hayley sarà anche carina, ma non soddisfa i tuoi bisogni.-
Il biondo sospirò e andò fuori di testa quando sentì la sua cintura tintinnare.
Abbassò lo sguardo su quella testa bionda liscia come la seta. Due occhi scuri saettarono su di lui mentre la ragazza chiuse la porta facendola scattare. Quel suono così comune adesso sembrava così proibito. Sapeva di sbagliare, sapeva che avrebbe immaginato che gli occhi della ragazza davanti a lui sarebbero diventati da scuri ad azzurri e sapeva che le guancie le si sarebbero riempite di leggere lentiggini, indefinite. Le mani che lo avrebbero toccato si sarebbero trasformate in piccole, fini e fredde.
Si guardò il petto e l’ancora che luccicava gli sembrò ancora più pesante, come una nave alla deriva, stava affogando. Come un Titanic portato giù da un’ancora, pesane come un amore mancato.
E tutti i motivi per cui doveva uscire da quel bagno si annullarono quando la ragazza si aprì la camicia azzurra, lui non poté far altro che chiudere gli occhi e attirarla a se baciandola con foga.
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Metteva velocemente un piede davanti all’altro mentre, ogni tanto, si guardava indietro per vedere se tra le gente c’era il ragazzo moro. Le si chiuse la trachea quando se lo ritrovò ad un centimetro da l viso.
-Piccola, dove scappi?-
Sussultò quando William la strinse per un braccio, lei cercò di avvicinarsi al corridoio opposto. C’era troppa gente.
-Lasciami stare.- sibilò stanca.
Lei cercò di avvicinarsi al bagno mentre il ragazzo dagli occhi verdi rideva divertito.
-Perché? Mi sto divertendo così tanto.-
-Smettila.- Sputò –Fammi andare in bagno!-
Urlò cercando una scusa, almeno li avrebbe potuto chiudersi dentro e sedersi su una tavoletta sporca fino alla fine della giornata. Vide il ragazzo guardare un punto oltre le sue spalle e sorridere soddisfatto, gli occhi chiari si illuminarono e si abbassò di poco per raggiungere l’orecchio di Hayley.
Lei tremò quando lo sentì dire:
-Ok, vai pure se vuoi.-
Avrebbe dovuto capirlo dal tono di voce, lentamente si girò sentendo le mani di William accompagnarla per tutta la rotazione. Fissò la porta dei bagni maschili mentre un ragazzo biondo e spettinato la attraversò, aveva le mani contro al petto e lo sguardo su di esso cercando di chiudere un bottone.
Alzò lo sguardo e Hayley poté vedere stupore, tristezza e malinconia nei suoi occhi. Poco dopo, il biondo fu affiancato da una ragazza, dallo stesso colore di capelli. Aveva le gote arrossate mentre il suo petto si alzava e si abbassava velocemente.
Hayley li guardò poi chiuse gli occhi.
Si sentì come una nave alla deriva.
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-Basta.-
Dissi posando la penna sul tavolo.
-Perché?- chiese lei innocentemente, come se avesse già raccontato questa storia altre volte in vita sua. Ma sapevo di essere la prima a scrivere su di le.
-Non devi raccontarmi tutto per forza, questo pezzo posso anche inventarlo, non è un problema.-
Risposi dandole un sorriso sincero.
Lei mi guardò attenta, cambiò posizione sulla sedia prima di unire le mani davanti alla sua bocca sottile.
-Ti sei mai innamorata?-
La sua domanda mi spiazzò. Restai zitta qualche minuto guardando la cucina che si reggeva intorno a me, l’odore di The era meno percettibile degli altri giorni.
-Si, cioè, credo di si.- gesticolai confusa. Lei sorrise.
-E cos’hai sentito?-
Presi la biro e me la passai contro il labbro inferiore, potei sentire la plastica masticata contro il labbro screpolato dal freddo.
-L’ho sentito dopo, penso.- chiusi gli occhi – Dopo che era finito tutto, quando pensi a quello che è stato e ti accorgi che quel dolore che credevi una cosa era amore.-
Hayley sorrise ai miei occhi persi.
-Quando è troppo tardi.- commentò al posto mio.
Annuii sovrappensiero.
Mi alzai sorridendo, facendo attenzione a non far strusciare le game di legno contro il pavimento.
-Così mi sentivo, come se fossi arrivata tardi, in ritardo al mio appuntamento con la sorte.- mi bloccò – Vorrei che lo scrivessi.-
Annuii.
-Ora vado, ci vediamo domani.- dissi salutandola mentre chiudevo la porta dietro di me.
Percorsi il vialetto mentre mi stringevo nel mio cappotto.
-Hei!-
Sobbalzai in un urlo, mi portai una mano sul petto guardando il ragazzo seduto sul marciapiede.
-Dio mio!- sospirai –Mi hai spaventata!-
Lo vidi ridere prima di alzarsi e mostrarsi in tutta la sua bellezza. I lampioni di Londra non facevano che risaltare la sua pelle pallida e la sua altezza sovrastante.
-Ma che coincidenza.-
Sospirò prima di raggiungermi.
-Già,- risi – eri seduto proprio sul marciapiede davanti alla casa dove sapevi sarei stata. Penso sia il destino.-
Dissi sarcasticamente iniziando a camminare.
Sentì i passi di Tristan seguirmi e arricciò il naso prima di mettersi le mani nelle tasche dei jeans stretti.
-Beccato.- sussurrò.
Sorrisi.
-Allora,- si guardò intorno soffermandosi su qualche vetrina – cosa fai per vivere?-
La sua domanda mi fece fermare, alzai un sopracciglio.
-Perché ti interessa?-
-Perché non dovrebbe?-
Sorrise quando mi vide arrendermi e alzare le spalle.
-Scrivo, te?-
Alzò il mento in modo altezzoso prima di essere buttato giù da un’anziana signora che lo accusò di averla colpita. “Non l’ho vista!” le disse veloce cercando di recuperare lo spazio tra di noi. Risi.
-Lo trovi divertente?- mi chiese. Annuì facendogli segno di andare avanti.
-Beh non volevo dirtelo così,- disse sospirando – ma stai parlando con la quasi più famosa pop-star di questa città.-
Inizia a ridere rumorosamente mettendomi una mano davanti alle labbra.
-Si, diciamo che dopo i One Direction sono il più famoso qui.-
Commentò facendo strizzare le labbra tra di loro. Ridacchiai alla sua battuta.
-Quindi canti?- chiesi.
-Si, in piccoli locali, ma ci sto lavorando e mi piace quello che faccio. Te invece?? Cosa scrivi?-
-Storie.- risposi, ridacchiò.
-Come ‘storie’? Non è un po’ banale?-
-Banali? Le storie? La bellezza delle storie è che sono ovunque, in ogni angolo del mondo, basta saperle ascoltare e spesso sono lì dove non ti saresti mai aspettato di trovarle. Hanno bisogno di essere raccontate, ma quando abbiamo trovato la nostra storia vorremmo non finisse mai. Staremo svegli anche tutta la notte soltanto per conoscerne un pezzo in più. Ma non è orse questo che fa una grande storia? Entrarci dentro, diventare parte di noi e accompagnarci. Per tutta la vita.-
Feci un piccolo sorriso e mi voltai verso Tristan, mi sfiorò il braccio e subito sentii le mie guancie infuocarsi.
-Mi hai fatto cambiare idea, sono belle le storie se le racconti tu.-
Gli tirai una pazza sulla spalla e la sua risata cristallina risuonò tra i corpi delle persone intorno a noi.
-Quindi è questo che stai facendo per la Signora Cohen?-
Chiese. Annuii.
-Ha una bella storia, e io voglio raccontarla.-
-Sono curioso,- sussurrò – potresti raccontarmela davanti ad un caffè o comunque in un posto dove non rischio di essere investito o dove una vecchietta non può aggredirmi. Scegli tu.-
Scossi la testa divertita.
-Sei così sfacciato.-
Commentai, lui alzò le spalle sorridendo.
-E’ un si?- chiese fermandosi.
-Si.- risposi.
 
I’M BACK
SCUSATEMI DAVVERO PER IL RITARDO MA E’ ESTATE ANCHE PER ME, HO PRATICATO SPORT ESTREMO: LETTO-DIVANO-FRIGORIFERO-NUTELLA.
AGGIORNERO’ AL PIÙ PRESTO J
  
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