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Autore: merako    26/08/2014    2 recensioni
Come faccio ad abituarmi all'idea che non ti vedrò mai più? Non avrò mai più la possibilità di vederti sorridere, non avrò mai più la possibilità di averti al mio fianco in battaglia, non avrò mai più il tuo sostegno in quello che faccio – più ci penso più credo che continuare senza di te adesso sia inutile.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petra, Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uffa… ogni volta sempre la stessa storia: è mezzanotte, in mattinata  abbiamo una spedizione fuori dalle mura e non riesco a dormire.

Come al solito non so cosa fare e mi metto a gironzolare per i corridoi aspettando che finalmente mi venga sonno. Ma a quanto pare non sono l'unico ad essere sveglio.

Chi c'è in cucina a quest'ora di notte che fa tutto questo chiasso? 

Già, che domande, me lo potevo aspettare: Hanji e Petra che non perdono l'occasione di stare un po’ sole a chiacchierare, almeno domani resteranno zitte e si concentreranno solo su quello che devono fare… ma… forse dovrei smettere di fare commenti su di loro, ed essere contento del fatto che siano così tranquille, questa potrebbe essere la loro ultima chiacchierata… ma che sciocchezza vado dicendo… mi serve un caffè, magari mi tranquillizzo pure io. Apro la porta e le ragazze saltano in aria, gli ho fatto prendere un bello spavento. 

Che scena buffa… non si aspettavano minimamente che io fossi lì ad "origliare" i loro patetici discorsi.

«Petra, potresti portarmi una tazza di caffè nella mia stanza?»

«Sì, subito caporale»

Chiudo la porta e me ne vado. Dopo sette minuti e ventitré secondi precisi arrivi te con la tazza di caffè in mano e io sono qui alla finestra a prendere un po’ d’aria: scommetto che ti sei domandata perché lo stessi facendo… mi vedi poche volte sprecare del tempo in una cosa così insensata. Poggi la tazza sulla scrivania e mi vieni accanto, io sto zitto e fermo.

«Che bella nottata, le stelle si vedono molto bene» mi dici.

«E’ un buon segno, vuol dire che la mattinata non sarà nuvolosa, e non ci saranno problemi per la missione… beh… almeno per quanto riguarda il tempo» quando ho finito di parlare, abbassi la testa.

«Come fa ha non avere paura?» che razza di domanda è mai questa?!

«Chi ti ha detto che non ho paura?!» ti rispondo con un tono quasi severo.

«Mi scusi caporale non volevo importunarla con le mie domande»

«Comunque, la paura fa solo del casino: offusca gli occhi e la mente, a quel punto si hanno due nemici da combattere, non si sa più su cosa bisogna concentrarsi e si fanno solo errori, uno dopo l’altro, alla fine si muore e basta, quindi vedi di stendere un po’ i nervi, perché qui quella che ha paura sei tu, mi sembri molto preoccupata»

«Si, ha ragione, è che in questa spedizione morirà molta gente, e ci sono molti più cadetti del solito, e sono ancora dei ragazzi, e… non potremo fare molto per aiutarli, molti di loro non torneranno indietro»

«Petra non è la prima volta che vedi morire delle persone, che siano cadetti o soldati esperti ne sono morti tanti, e tanti altri ne moriranno» ti giri verso di me, non ti ho mai vista così triste ed impaurita, la cosa strana è che in mezzo a tutto questo c'è tanta convinzione e forza d'animo da parte tua.

«Levi, promettimi che non ti succederà niente» ecco, questo non me lo aspettavo. Sei molto più preoccupata di quanto pensassi, questo comportamento non è da te: per prima cosa mi hai chiamato Levi, ho sempre pensato che non avresti mai detto il mio nome, e poi cosa è che ti fa stare così male? Perché proprio in questa spedizione, che cosa ha di diverso? Ne hai già combattute tante. Ti vedo delle lacrime nel tuo occhio. Sei sempre stata forte, non hai mai fatto notare a nessuno di aver paura, in battaglia dai sempre un grande aiuto alla legione, ma oggi c'è qualcosa di diverso. Mi avvicino, ti appoggio le mani sulle spalle: voglio parlarti, vorrei tranquillizzarti un po’.

«Petra, domani non succederà niente, né a te né a me, promesso.» ti stanno scendendo le lacrime sul viso, mi guardi dritta negli occhi poi ti avvicina a me e mi baci. Ora sì che sono sorpreso, rimango ad occhi aperti, come potevo aspettarmi una cosa del genere?!però mi piace, è un momento bellissimo, ora sono convinto che anche tu provi qualcosa per me; non che io prima provassi qualcosa per te, ma ho sempre saputo che la nostra era più di un’amicizia, ma non sapevo quanto di più… ora lo so. Continuiamo a baciarci, ma dopo un po’ le nostre labbra si staccano lentamente. Cerchi di allontanarti dopo che ti sei resa conto di quello che è appena successo.

«Oh caspita… caporale mi perdoni, non so cosa mi è pre–>> non ti lascio finire la frase, ti prendo per mano e ti riporto vicino a me, voglio finire quello hai iniziato. Questa volta sei tu ha rimanere sorpresa ad occhi aperti. Le nostre labbra tornano ad incontrarsi, ci sto davvero benissimo con te, vorrei che momenti come questi non finissero mai, ma ci si ferma, siamo soldati e teoricamente non possiamo stare insieme, ma adesso le regole non m'interessano più. Ti abbraccio, ti stringo forte a me. Riesco a sentire il tuo profumo, quello dei tuoi capelli, quello della tua pelle, ed è bellissimo; poi ti dico all’orecchio «Petra,ti fidi di me?!»

«Certo che mi fido di lei capitano» piangi e sento le tue lacrime scendere non solo sulla tua guancia, ma anche sulla mia.

«Allora ti prometto che difenderò te e tutti gli altri»

Ora sono sicuro di quello che dico, ma domani lo sarò ancora? Credo di essere fin troppo ambizioso. Ho sempre messo in primo piano la mia squadra, sono la mia famiglia. Non hanno mai avuto bisogno che io li aiutassi seriamente ma ora il mio dovere di proteggerli diventa sempre più forte, non posso assolutamente permettere che succeda qualcosa a loro o a te… ma non posso farmi prendere dal sentimentalismo. Prima di tutto sono un soldato, ho un dovere verso la mia squadra, ma anche verso tutti gli altri soldati che rischiano la vita; combatterò come sempre e spero che non ci siano problemi. Mi separo da te e ti accarezzo la guancia, e tu prendi la mia mano tra le tue, è così bello vederti sorridere, di certo più che vederti piangere. Ci avviciniamo e torniamo a baciarci, non ho mai vissuto momenti così piacevoli, averti qui al mio fianco, nella mia squadra è la cosa più bella che mi sia successa. Siamo rimasti insieme fino a notte fonda, poi sei tornata nella tua camera per evitare che ci vedessero insieme, io sono rimasto sveglio a rigirarmi nel letto per tutta la notte, continuavo a pensare a cose strane: al peggio.

Eccoci, il momento è arrivato: siamo fuori dalle mura, la spedizione è cominciata e si sente la tensione di tutti nell’aria. Noi due ci guardiamo negli occhi, ci scambiamo uno sguardo dolce, ma consapevole di quello che sta per accadere, ma in fin dei conti ti vedo più rilassata e di questo sono contento.

                                                                                        

 

***

 

 

Non ci posso credere, Gunther, non è possibile – non dovevo lasciarvi soli a combattere. Ma la mia pena non finisce con lui, vedo il corpo di Erd tagliato di netto, anche se non penso che ciò che resta di lui si possa definire corpo. Non riesco a stare qui a guardare, sono arrabbiato di essere arrivato tardi per poterli aiutare, ma giusto in tempo per vedere i cadaveri delle persone che sono sempre state al mio fianco, non mi devo allontanare molto per vedere un'altra scena che avrei tanto voluto evitare: Auruo, se ne è andato pure lui. Non ho neanche il tempo di pensare, ancora meno di prepararmi al peggio che pochi metri dopo il cadavere di Auruo vedo il tuo. Mi fermo proprio sul ramo di quell’albero, proprio dove ci sei te… Petra. Sei qui, davanti a me, con la schiena curva e ovunque intorno c'è del sangue, lo sguardo perso nel vuoto, un’ espressione nostalgica, gli occhi aperti che puntano verso l’alto, quegli occhi dolci come il miele che ogni giorno mi tenevano compagnia, quando avevo bisogno di te c'eri sempre: non solo perché sono il tuo caporale, ma perché siamo amici e molto di più. Ma adesso è tutto finito, a te serviva il mio aiuto ma io non c’ero, non sono riuscito a salvarti, a proteggerti; tu e tutti gli altri siete morti e io non ho fatto niente per impedirlo – che capitano che sono, non sono neanche riuscito a veder morire la mia famiglia, la mia squadra; ho infranto la promessa che ti ho fatto; ti fidavi di me, eppure… Non riesco a vederti in questo modo, voglio piangere, ma non so nemmeno se mi ricordo come si fa, è passato troppo tempo dall'ultima volta. Ora sto di nuovo male, ho perso tutto, era la tua presenza a rendere più sopportabili i miei impegni come capitano, mi bastava averti accanto per stare bene, ma ora te ne sei andata e non tornerai mai più. Ora hai il viso rivolto verso l’alto, sembra che me lo stai facendo apposta, così posso vedere bene il sangue che copre il tuo viso.

Che cosa c'è in cielo di così importante? Cos'è che continui a guardare? I tuoi occhi stanno cercando il posto dove si trova la tua anima, l'unico posto dove Petra Ral è ancora viva: il cielo. 

Come faccio ad abituarmi all'idea che non ti vedrò mai più? Non avrò mai più la possibilità di vederti sorridere, non avrò mai più la possibilità di averti al mio fianco in battaglia, non avrò mai più il tuo sostegno in quello che faccio, più ci penso più credo che continuare senza di te adesso sia inutile. Io sto male adesso, ma anche tu ora stai soffrendo, lo so, sei un libro aperto per me; anche da morta riesco a vedere tutti i tuoi pensieri: so che vuoi la vita, la felicità, un cuore che batte e poter ridere ancora, ma sopratutto vuoi tornare indietro, a poche ore prima di tutto questo, vuoi tornare a quando noi due eravamo nella stanza e ci stavamo baciando, vuoi concentrarti solo su questi momenti: i ricordi della sera prima.

 

 

  
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