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Autore: luciadom    19/09/2008    13 recensioni
Dopo tante battaglie, tanto dolore, tante sofferenze, ora poteva pensare solo al suo futuro con lei, un futuro che in parte già conosceva, ma che voleva comunque assaporare e vivere intensamente... Se lei gli avesse detto una parola, una sola importante parola, sarebbe stato l'uomo più felice.
Ciao a tutte! Eccomi con la mia seconda fanfic! Spero vi piaccia!
ATTENZIONE! REVISIONE IN CORSO...!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ami/Taiki, Haruka/Michiru, Mamoru/Usagi, Rei/Yuichiro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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- Questa storia fa parte della serie 'Sailor Moon's Destiny'
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Non lasciarmi amore mio

Non lasciarmi amore mio!

 

Il primo a riprendersi dallo shock, seppur a fatica, fu Marzio.

Ilenia e Sam erano rimasti immobili, senza muovere un muscolo.

La loro unica reazione fu un pianto immediato e irrefrenabile, ma non erano riusciti fare altro, non erano riusciti a correrle incontro.

Erano lì, sul ciglio della strada, a guardarla priva di sensi sull’asfalto, straziata, in una pozza di sangue. Sembrava un angelo caduto.

Marzio, col cuore in gola, corse da lei,ma non la toccò.

Era un medico, e sapeva che in quei casi non bisogna toccare gli infortunati per evitare ulteriori traumi.

Prese il cellulare dalla tasca e avvertì l’ospedale, chiedendo di far arrivare subito un’ambulanza, poi, riprese a guardarla, con gli occhi pieni di lacrime, tremante, con l’animo straziato.

Poi, si rivolse a Sam e disse:

-Chiama a casa, devi avvertire anche vostro padre, ci raggiungerà in ospedale.

Ho chiamato l’ospedale, dove lavoro io come specializzando, l’ospedale centrale.-

Sam, ancora shockato, prese coraggio e con il suo cellulare, chiamò a casa.

Nel frattempo, stavano arrivando i soccorsi. Grazie al cielo erano stati rapidi.

 

…Tu tu…

 

…Tu tu…

 

…Tu tu…

 

-Si pronto? Casa Tsukino- disse una voce leggermente seccata all’altro capo del telefono.

-Pronto papà?- disse Sam con la voce rotta dal pianto

-Sam, perché quella voce?-

-Papà… Bunny, ha avuto un incidente. Un’auto ad alta velocità l’ha investita eh..-

-Cosa? Dove siete?- disse subito l’uomo agitato e con il cuore nello stomaco.

-I soccorsi sono appena arrivati. Raggiungici all’ospedale centrale, io, la mamma e Marzio andiamo con l’ambulanza… Fa presto, i paramedici dicono che si tratta di un codice rosso!-

-Arrivo subito!-

Attaccò la cornetta.

Lo sguardo fisso nel vuoto, senza espressione. Le mani tremanti, un pianto improvviso.

L’uomo cadde in ginocchio, inerme.

La sua bambina era stata investita, ed era grave.

Stupido! Era solo colpa sua. Se solo si sarebbe comportato civilmente non sarebbe successo niente.

Anche se non fosse stato d’accordo con le nozze di sua figlia, avrebbe potuto cercare un punto d’incontro con lei, e invece no.

Distrutto dal dolore, si alzò, prese le chiavi dell’auto e corse verso il garage.

 

Intanto all’ospedale…

 

-Presto! Sospetto trauma cranico. Il braccio sinistro e la gamba sinistra potrebbero essere fratturati. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo verificare se vi sono emorragie interne presto!-

Il medico che era arrivato con l’ambulanza, spingeva la brandina nei corridoi con tutta la forza che aveva in corpo.

Ilenia, Sam e Marzio gli correvano dietro.

Tutti stavano vivendo il loro incubo peggiore:

Ilenia amava sua figlia, la sua bambina. Teneva troppo a lei, non poteva perderla, non così. Lei aveva sempre saputo, ma aveva taciuto con tutti.

Ilenia aveva sempre saputo la vera identità di sua figlia, aveva sempre saputo che la sua bambina era Sailor Moon, la coraggiosa ragazza che vestendo alla marinara proteggeva Tokyo e la Terra dal male.

Era sua madre, e una mamma certe cose le capisce.

Tutte quelle assenze da casa, anche agli orari più strani, la tristezza e la preoccupazione di Bunny durante i  periodi più duri per le Sailors…

E poi Bunny aveva l’abitudine di parlare nel sonno…

Tante volte la sua bambina aveva rischiato la vita per salvare la Terra, ma aveva sempre vinto…

Anche ora non poteva morire, non poteva lasciarli.

Sam. Lui e Bunny litigavano di continuo, ma si volevano un gran bene.

Bunny per lui era un punto di riferimento, una guida.

E’ vero, era pasticciona, imbranata, non era una cima a scuola…

Ma era sempre piena di vita, generosa, dolce, pronta ad aprire il suo cuore a tutti, sempre, e sempre pronta a non perdere mai la speranza, nemmeno nei momenti più bui.

Marzio. Che dire su di lui? L’amava tantissimo, più della sua stessa vita.

Lei erra tutto. Era come l’aria per lui.

Era diventata la sua famiglia, l’aveva amato senza riserve.

E’ vero, all’inizio non facevano che litigare, ma poi… Come avrebbe fatto senza di lei?

Sarebbe morto anche lui, ma non avrebbe vissuto senza la sua Serenity.

Era scritto, era il loro destino, il loro era amore eterno…

 

Quando portarono Bunny in sala operatoria chiamò Amy. Le raccontò tutto e le chiese di avvertire tutte le altre.

Non avrebbe retto. Non sarebbe riuscito a ripetere la stessa cosa a tutte le ragazze e rivivere quegli attimi, l’incidente, lei, inerme sull’asfalto, in un lago di sangue…

Si sedette su di una panchina, calò il capo e ricominciò a piangere.

Aveva la testa tra le mani, i gomiti poggiati sulle cosce…

In quel mentre arrivò il Signor Tsukino.

Gli occhi arrossati, il fiatone… Anche lui era disperato, come tutti.

L’attesa era estenuante.

Ad una ad una arrivarono anche tutte le ragazze.

Tutte erano in pena per lei, tutte dovevano già aver pianto tanto, anche  Heles.

Lei stessa disse:

-Chi è stato? Chi l’ha investita e non ha avuto neanche il buon senso di fermarsi?-

Diede un pugno nella parete, quasi a trovare in quel modo le risposte che aspettava.

-Venendo qui, in auto, avevo la radio accesa. Ero già in giro con Ottavia, e il radiogiornale ha detto che in una gioielleria non lontana dal luogo dell’incidente di Bunny c’è stato un furto. I ladri sono fuggiti con la refurtiva con un auto ad alta velocità. Il sistema d’allarme del negozio è scattato subito e i ladri sono scappati subito, portando con loro quel po’ che sono riusciti a prendere… Chi ha investito Bunny correva veloce e non si è fermato…Potrebbero essere le stesse persone- disse Sidya con voce strozzata.

-Forse, ma ora dobbiamo pensare solo a Bunny- disse Marta in lacrime.

-Sono io il principale responsabile. E’ colpa mia. Io e Bunny abbiamo avuto una discussione a cena, lei indignata, si è alzata da tavola ed è scappata in strada e….-

Non riuscì a terminare la frase, ricominciò a piangere, dandosi dello stupido.

Quando era arrivato in ospedale, e aveva visto Marzio in quello stato, con la camicia sporca di sangue, segno che aveva cercato di soccorrere Bunny, la testa tra le mani, in lacrime, l’immagine del dolore, aveva capito quanto quel ragazzo amasse sua figlia.

 

-No, non è colpa sua. Forse io e Bunny siamo stati troppo precipitosi, non dovevamo parlarle così del nostro matrimonio. Ci sono state senz’altro reazioni sbagliate ma lei non ha nessuna colpa, Signor Tsukino. E’ colpa di quel maledetto automobilista! Ora non possiamo incolparci l’uno con l’altro, dobbiamo solo pregare per lei!- disse Marzio, distrutto dal dolore, indicando le porte della sala operatoria.

Non appena il giovane ebbe finito di pronunciare queste parole, le porte si aprirono, e uscì il medico di turno quella notte, che aveva operato Bunny.

 

Marzio, riconoscendolo, vi si piombò contro

-Dottor Tanaka, allora come sta?-

-Marzio? La paziente è una tua parente?- chiese l’uomo riconoscendo il suo specializzando.

-E’ la mia fidanzata. Loro sono i suoi genitori, e poi ci sono suo fratello e le sue amiche…Allora come sta? Si riprenderà? La prego, mi dica che non l’ho persa, la scongiuro!-

 

Marzio, ormai in preda alla disperazione, aveva afferrato le spalle del collega scuotendolo con forza. Questi, gli disse:

 

-Non l’avete ancora persa. Ascolta Marzio, ascoltatemi tutti. La Signorina Tsukino ha riportato molteplici fratture alla gamba e al braccio sinistri. Ha avuto un emorragia interna, e abbiamo dovuto asportare la milza. Ma purtroppo ha perso troppo sangue e ha un grande edema cerebrale. Mi dispiace ma, durante l’intervento è entrate in coma.-

 

Nel cuore dei presenti calò il gelo. I genitori di Bunny e Sam si unirono in un triste abbraccio.

Avevano dimenticato quanto accaduto poche ore prima, non aveva importanza adesso.

Bunny stava lottando tra la vita e la morte e il colpevolizzarsi a vicenda non l’aiutava affatto.

Tutti erano in preda alla disperazione, anche Heles, aveva gettato via la sua maschera di durezza, lasciando trasparire tutta la sua preoccupazione.

 

-Mi spiace avervi dato questo dispiacere, ma questa è la diagnosi. State vicino alla paziente. Parlatele, fatele ascoltare qualcosa a lei familiare, ha bisogno di stimoli.-

-Dov’è? Possiamo vederla?- Disse Marzio al suo collega.

-Camera 113, ma potrete entrare solo uno alla volta, mi raccomando.-

-Si…-

 

Tutti si avviarono verso la camera, prima di avvicinarsi alla porta, iniziarono a chiedersi l’un l’altro, chi sarebbe entrato per primo…

 

-Io, vi prego. Anche solo 5 minuti e poi farò entrare voi tanto starò qui stanotte, ma vi prego, fate entrare prima me…-

Fu la supplica di un padre dal cuore a pezzi.

Ottenuto il consenso di tutti, entrò in camera, e la vide.

Lei, sempre piena di vita, lei, che sprizzava sempre felicità da tutti i pori, ora era lì, in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte.

-Piccola mia, che ti ho fatto? Se non avessi reagito così alla storia del tuo matrimonio, forse ora saremmo ancora a casa, a festeggiare… Non lasciarci Bunny. Sei troppo importante per tutti noi. Io, tua madre e Sam, ti vogliamo un bene dell’anima.

Anche tutte le tue amiche tengono molto a te, sono tutte li fuori… E anche Marzio.

Che idiota che sono stato! Quel ragazzo ti ama tantissimo. Se lo si guarda adesso che sei in queste condizioni, nei suoi occhi si legge solo dolore e preoccupazione.

Non potrei chiedere di meglio per te, è l’uomo che meglio di chiunque altro saprà prendersi cura di te. Resisti Bunny. Lotta con tutta te stessa contro il tunnel del coma. Non lasciarci bambina mia… Ti prego!-

L’uomo scoppiò a piangere, di nuovo. Il rischio di perdere un figlio, è un dolore troppo straziante… Si alzò ed uscì, facendo cenno col capo alla prossima persona che sarebbe potuta, o meglio, dovuta entrare: Marzio.

Nessuno obbiettò. Le ragazze in particolare, che sapevano quale legame univa Marzio e Bunny, optarono che era giusto se per il momento, dentro ci sarebbe stato lui.

 

Marzio entrò, e alla vista della sua amata, in quel letto, pallida, inerme, gli si spezzò il cuore, le si avvicinò, si sedette vicino al letto, e le prese la mano, era gelida…

 

Quante cose che avrebbe voluto dirle, ma in quel momento riusciva a pensare solo ad una preghiera, una supplica:

 

-Non lasciarmi amore mio!-

 

 

Ciao!

Che ne dite di questo aggiornamento lampo?

Due capitoli in un giorno!

Troppo melodrammatico anche questo? Spero di non avervi deluso.

 

Ringrazio tutte le persone che leggono la mia storia!

Grazie! Vi voglio bene tutte!

Un bacio

 

Luciadom

   
 
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