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Autore: Choi Yume    26/08/2014    6 recensioni
KyouTen con accenni di KyouRan| triste a tratti comica| OOC per sicurezza|
La sua vita faceva schifo,niente che andasse bene e tutto per colpa sua solo per colpa sua. Doveva ancora imparare che la vita è un susseguirsi continuo di buio e luce e che non si può mai sapere quando inizia una e finisce l'altra.
(la descrizione e il titolo fanno schifo se vi ho incuriosito sono dentro)
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Matsukaze Tenma, Tsurugi Kyousuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'La storia di...'
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Un fratello paralitico unicamente per colpa sua,genitori del tutto assenti ed anche per questo lui si sentiva in colpa.La sua vita era un casino dietro l’altro e di certo  nessuno si sarebbe sorpreso se si fosse infilato un ago nel braccio.
E allora perchè deluderli?  Si chiese Kyousuke mentre si inettava il contenuto della siringa direttamente nel braccio sinistro.
Aveva iniziato a drogarsi qualche anno prima di solito si limitava a fumare o a sniffare qualcosa di leggero finchè i pensieri sulla sua merdosa vita diventavano lontani e ovattati quasi non gli sembravano suoi,quasi quella non gli sembrava la sua vita ed era per questo che lo faceva. Si lasciava galleggiare in un mondo dove lui era lì,era vivo,ma non gli sembrava così orribile esserlo.
Stavolta però aveva deciso di osare,provare qualcosa di più forte perchè niente di quello che aveva già provato gli sembrava abbastanza dopo una giornata del genere.


“Come va la riabilitazione?” chiese tirando su con il naso.
Quel tic ,si diceva, forse era dovuto a quello che aveva tirato su con quel naso negli anni precendenti.
“Non bene, le sue gambe non reagiscono come dovrebbero,non più ormai”.
Kyousuke stinse i pugni nelle tasche “Che significa?”.
“Che probabilmente non si può fare più di così” disse il medico chiudendo gli occhi “Forse il danno è permanente capisci ora Kyousuke?”.
Gli sembrava che il suolo sotto i suoi piedi volesse riusucchiarlo fino a farlo sparire. Yuuichi non avrebbe più camminato e tutto per colpa sua,solo per colpa sua.
 
Gli venne da ridere mentre pensava che quella non era la notizia peggiore della giornata.
 
Era tornato a casa verso le 19:00; subito dopo il lavoro,più che per mettere qualcosa sotto i denti che per mancanza di casa. Non c’era nessunno,ma questo non lo sorprendeva non c’era mai nessuno.
Posò le chiavi sul tavolino dell’ingresso e si diresse in cucina lì,però, notò qualcosa che non andava.
Sull’isola con il ripiano il marmo c’era un foglio era scritto con la calligrafia elegante e precisa di sua madre;lo prese e iniziò a leggere mentre cercava distrattamente qualcosa nel frigo

Caro Kyousuke.
Mi dispiace lasciarti così con solo una lettera,ma stamattina ho sentito il medico,so che tu sicuramente già sai cosa mi ha detto quindi non mi dilungerò in dettagli inutili,ma andrò dritta al punto della faccenda.
So che la cosa più importante per una madre dovrebbero essere i suoi figli e anche se io non l’ho mai dimostrato come avrei dovuto le cose più importanti per me siete sempre state tu e Yuuichi...poi però è accaduto quel terribile incidente in cui tuo fratello ha perso l’uso delle gambe. Niente è stato più lo stesso da allora,nè io,nè tu,nè tuo padre siamo stati più gli stessi e lo sappiamo bene.
So che tu pensi che tuo padre ti abbia sempre incolpato almeno quanto tu incolpi te stesso e mi piange il cuore a dirti adesso che non ti sbagli,mi dispiace Kyousuke,io ho provato ad amarti lo stesso,ma c’è qualcosa dentro di me che si è rotto,non sono mai stata una buona madre e per questo mi dispiace,ma ora ho deciso che è arrivata per me l’ora di cambiare,ma spero che tu comprenda che devo farlo lontano da qui.
Forse un giorno quando sarò pronta ci rivedremo.
Addio
Mamma.


Il foglio scivolò dalle mani di Kyousuke così come la bottiglia di latte che teneva nell’altra mano. Praticamente sua madre gli aveva sbattuto in faccia la sua colpa e poi l’aveva lasciato da solo,lui avrebbe voluto urlare,stappare quella lettera e piangere,ma non lo fece,si limitò a posare la lettera dove l’aveva trovata e uscire di nuovo di casa.
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La testa gli faceva male e tutto intorno a lui era sfocato,gli occhi erano incollatti e la bocca era secca.
Faticò qualche istante a capire dove fosse quando una voce squillante gli arrivò alle orecchie come un trillo.
“Sei sveglio finalmente”.
Kyousuke mise a fuoco il ragazzo che gli aveva appena rivolto la parola,aveva i capelli castani acconciati in modo strano sembrava che avesse dei vortici tra di essi,gli occhi erano tra il grigio e l’azzurro e aveva un enorme sorriso sul volto.
Cosa avrà mai da sorridere questo qui? Si chiese Tsurugi mettendosi seduto.
“Io sono Matsukaze Tenma,ti ho trovato qualche giorno fa mentre portavo a passeggio il mio cane,eri svenuto e ti ho portato in ospedale. Mi hanno detto che era overdose,non sapevano quando ti saresti svegliato” disse il ragazzo con i vortici tra i capelli con il solito sorriso sulle labbra.
Kyousuke dal canto suo continuava a fissarlo senza spiccicare parola.
Che strano ragazzo. Pensò continuando a fissarlo.
“Hanno anche detto che sei salvo per miracolo...oh ora che ci penso credo sia il caso che chiami un infermiera”disse per poi uscire dalla stanza.
Si è decisamente strano.
Il ragazzo tornò con uno stuolo di medici pronti a fargli migliaia di test come se fosse una cavia da laboratorio.
Ad un certo punto un medico gli disse una frase che lo sorprese “Non abbiamo chiamato la polizia perchè quel ragazzo ha insistito tanto dicendo che non sei tipo da queste cose,ritieniti fortunato in ogni senso”non seppe decifrare il suo tono,ma non gli sembrò dolce,anzi non lo era per niente.
 
Tenma aspettò in disparte che finissero di visitarlo,era curioso di sapere se stava bene,l’aveva fatto preoccupare parecchio quel ragazzo con i capelli blu.
“Sasuke su dai sbrigati,fa freddo non mi va di stare qui a congelarmi” disse strattonando il guinzaglio del grosso cane che si portava dietro come un peso morto.
Il cane sembrò recepire il messaggio iniziando a camminare contro voglia,sembrava quasi che gli stesse facendo un favore. “Finalmente ti sei deciso a darti una mossa”. Ma anche stavolta il cane sembrò recepire il messaggio e si fermò di nuovo indispettito.
Tenma gemette lagnosamente “Che ho fatto di male per avere un cane così pigro”.
Il cane iniziò a ringhiare nella sua direzione...si era offeso. Quel cane era un fenomeno,a volte anche lo stesso Tenma pensava che fosse più sveglio il cane che lui.
“Ok,ok mi dispiace” disse accarezzandogli la testa.
Fu allora che lo notò,lì disteso tra due cassonetti,molto pallido,il respiro appena accennato e il sudore freddo che gli imperlava la fronte. Tenma si spaventò ma questo non lo fermo dall’afferrare il callulare e chiamare subito un’ambulanza.


Certo non pensava che fosse un ragazzo che aveva avuto un overdose,ma Aki glielo diceva spesso era troppo ingenuo.
“Da quanto tempo sono qui dentro” disse Kyousuke quando i medici si allontanarono.
“Ti ho portato qui tre giorni fa”.
“Merda” sibilò a denti stretti mentre scostava le coperte dal suo corpo.
“Ehy fermo” disse bloccandolo sul letto.
“Io ho un dannato lavoro,che avrò quasi sicuramente perso per stare qui,sai non tutti hanno una bella famiglia”disse carico d’odio,era consapevole del fatto che quello strano ragazzo gli avesse salvato la vita e che per questo gli sarebbe dovuto essere grato,ma infondo lui voleva morire altrimenti non avrebbe mai fatto una sciocchezza simile.
“I miei genitori ignorano completamente la mia esistenza,non lamentarti” disse improvvisamente scuro quel ragazzo che sembrava emanare luce.
Kyousuke smise di dimenarsi nel tentativo di scappare e lo fissò.Solo in quel momento vide nei suoi occhi la stessa ombra che avevano i suoi,l’ombra di chi ha compreso troppo presto che la vita non è una favola,eppure sembrava così allegro,gli era difficile credere che anche lui fosse stato preso a calci dalla vita.
Chissà che segreto nasconde questo strano ragazzo. Si chiese scrutandogli gli occhi.
“Grazie per avermi salvato comunque” borbottò piano mentre arrossiva per un motivo a lui ignoto.
Il ragazzo si illuminò di nuovo “L’ho fatto volentieri...”
“Tsurugi,Tsurugi Kyousuke”.
                                                                                     ********************
Tenma sembrava aver tirato Kyousuke fuori dall’abisso in cui stava affondando,non saprebbe dire con certezza come ha fatto ma è entrato nel suo guscio nel periodo in cui era stato in ospedale,l’aveva fatto persino ridere cosa che Kyousuke non faceva da tanto tempo e che gli sembrava impossibile ricominciare a fare.

Kyousuke gli raccontò la sua storia una sera,dopo che Tenma con la sua proverbiale dolcezza aveva convinto l’infermiera a farlo restare oltre l’orario di visita.


Tenma non parlò,si limitò a guardarlo e poi gli asciugò le lacrime sulle guance con il pollice.
“Ma ora non sei più solo come prima,ora ci sono io” disse per poi stringerlo tra le braccia.
Kyousuke in quel momento si sentì una strana sensazione attaccata alla pelle,quella strana sensazione di benessere e felicità di quando si trova il proprio posto nel mondo. Perchè potrebbe giurarlo il suo posto nel mondo era accanto a Tenma.
“Sai anche io ero solo come te un tempo” disse poi osservando le stelle. “I miei genitori sono sempre stati troppo impegnati con il lavoro per occuparsi di me,mi hanno mandato persino da mia zia pur di non avermi tra i piedi” sospirò guardando appena Kyousuke che invece aveva lo sguardo puntato dritto su di lui sorpreso da quella rivelazione “Mi sono sentito solo e nel posto sbagliato per anni,poi ho conosciuto quelli che oggi sono i miei amici e mi sono sentito meno solo” Tenma spostò lo sguardo sul suo interlocutore “Loro non si fermano alle apperenze,appena esci te li faccio conoscere ok?” disse per poi sorridergli.
E sempre a Tenma doveva il ritrovato rapporto con suo fratello,gli veniva da ridere al solo pensiero.
“Tenma apri questa dannatissima porta adesso e giuro che la tua morte sarà il più veloce possibile”sbraitò tirando calci alla porta della sua stanza.
“Non finchè non avrete chiarito” urlò l’altro dall’altro capo della porta.
Tsurugi avrebbe voluto urlare i peggiori insulti,era corso come una furia in camera sua,aveva lanciato dentro suo fratello come se fosse una palla da bowling e li aveva chiusi dentro. Che poi dove diavolo aveva trovato le chiavi della sua stanza d’ospedale non lo capirà mai.
“Tenma ti ha anche solo sfiorato l’idea che questa fottuttissima stanza serva a qualcun’ altro dato che oggi è il mio ultimo cazzo di giorno qua dentro?” sbraitò ancora.
“Aspetteranno un po’ infondo non dura un eternità un abbraccio no?”.
Già la faceva facile lui,non era il suo di fratello che aveva le gambe paralizzate per colpa sua. “Tenma ti odio sappilo” sbuffò.
“Ti voglio bene anche io Tsurugi”.
Il ragazzo trattenne un sorriso e si voltò verso il fratello abbassando la testa.
“Mi dispiace” aveva detto mordendosi l’interno della guancia.
“Ti ho detto mille volte che non è colpa tu Kyousuke”gli disse il fratello sorridendogli con il suo solito fare comprensivo.
“Si che lo è.Se io non mi fossi arrampicato su quello stramaledetto albero...tu...tu non dovresti camminare su una sedia a rotelle”.
Il fratello gli sorrise e gli fece un cenno con la mano per dirgli di abbassarsi alla sua altezza.
“Tu credi nel destino Kyousuke?”. Il ragazzo non capì quella domanda e si limitò a guardarlo confuso. “Era semplicemente destino il mio,non mi importa se dovrò camminare per sempre così,l’importante è che il mio fratellino stia bene” disse passandogli una mano tra i lunghi capelli che portava sciolti da quando era stato ricoverato in ospedale.
“Ma Yuuichi...”.
“Ti voglio bene fratellino”.
Kyousuke lo strinse tra le braccia e per un secondo si chiese se anche il fratello stava percependo quella sensazione che lo aveva invaso quando aveva abbracciato Tenma,chissà se era lui il suo posto nel mondo.

Anche se a pensarci Kyousuke doveva tante cose a Tenma:

Un tetto sulla testa,

“Io non sono pronto a tornare a casa mia Tenma,lì ci sono troppi orribili ricordi e io...ho paura” disse a fatica. Per lui non era mai stato facile ammettere i propri sentimenti,figuriamoci esternarli,ma si fidava di Tenma,avevano la stessa ombra nell’anima quei due.
“NO PROBLEMA” aveva urlato facendo voltare tutti i passanti nella sua direzione. “Vieni a vivere da me,mi farebbe comodo un coinquilino,soprattutto per le pulizie...sai io sono una frana in quelle”disse grattandosi timidamente la nuca.
“E cosa ti fa pensare che io invece sia la casalinga provetta?” disse alzando il sopracciglio.
“Semplice, perchè peggio di me non c’è nessuno” disse per poi sorridere a trentadue denti.
 
Un lavoro,
 
“Io sono Kirino Ranmaru” disse uno strano ragazzo dai capelli rosa che gli sfioravano le spalle mentre gli tendeva la mano.
“Tsurugi Kyousuke” disse freddo.
“Non preoccuparti Kirino sembra uno snob di prima categoria,ma in realtà è un tenerone e fa dell’ottimo caffè” disse Tenma posando i gomiti sulle spalle dell’amico dai capelli blu che però non fu affatto felice della sua intromissione e se lo scrollò malamente dalle spalle.
“AHIA Kyousuke sei un orco” disse massaggiandosi il sedere.
“E tu sei un fottuto rompicoglioni”.
Kirino non potè trattenersi dal ridere davanti a quella scenetta,erano davvero buffi quei due insieme.
Kyousuke sbuffò tornando a rivolgere la propria attenzione al rosa. “Stavamo dicendo?” chiese scostandosi i capelli blu dalle spalle.
“Che io ho appena aperto un cafe in centro e mi servirebbe un aiuto e da quello che mi ha detto Tenma tu te la cavi con le macchine da caffè” disse con una mezza risatina.
Le pupille gli si dilatarono facendogli assumere il tipico aspetto dei bambini in giorno di Natale. “Dici davvero?”.
“Certo” disse portandosi le mani sui fianchi “Tutto per gli amici”.
“Grazie davvero” disse facendo un mezzo inchino.
Kirino lo riportò alla postura eretta e gli mise le mani sulle spalle “Mi fido di te Tsurugi”.
 
Degli amici,
 
“Ran...Ran” disse il ragazzo dai capelli blu provando a risvegliare il suo capo da quello stato di trans.
“Si. Ci sono” disse quando ormai Kyousuke aveva pronunciato il quinto Ran.
“Dicevo che bisogna fare l’ordinazione delle miscele di caffè” disse con un ghigno.
Il rosa lo guardò male ormai conosceva quel ghigno,aveva imparato ad interpretarli dopo circa tre mesi e ora che ne erano passati quasi otto Ranmaru aveva imparato a considerarlo il suo migliore amico e a riconoscere almeno cinque dei suoi inifniti ghigni.
Il blu posò il gomiti sul bancone guardando nella stessa direzione dove stava guardando il suo capo “Sentiamo chi è il ragazzo che ha attirato l’attenzione del grande Kirino Ranmaru”.
Il ragazzo per tutta risposta avvampò fino alle punte dei capelli “CHE? NESSUNO E POI IO NON SONO ASSOLUTAMENTE GAY. CHI CAZZO TI HA DETTO CHE IO SONO GAY?”.
“Ran...” disse pacato il ragazzo con la testa accoccolata in una mano.
“COSA?”.
“stai urlando e ti stanno fissando tutti” disse con un altro ghigno diverso dal precedente.
Kirino si guardò attorno per poi scivolare dietro il bancone carico di imbarazzo,più di ogni altra volta in vita sua,eppure di figure di merda ne aveva fatte.
Si portò le ginocchia al petto cercando di far sparire la testa tra di esse,avrebbe voluto essere risucchiato da un buco nero all’istante.
Kyousuke si sedette accanto a lui “Guarda che a me non da fastidio,insomma l’omofobia l’ho sempre considereta una cazzate e poi magari potrei darti una mano,siamo amici noi due no?” Ovviamente il blu si trattenne dal dire che lui in prima persona era gay,era vero erano amici,ma a lui continuava a non piacere l’idea di condividere più informazione del necessario con gli altri.
Kirino alzò la testa in direzione del ragazzo,i suoi occhi azzurri erano pieni di lacrime. Non si era mai sentito così idiota in tutta la sua vita.
“Ehy non piangere Ran...ti prego” disse mentre le sue gote si imporporavano,non era abituato ad affrontare crisi isteriche...al massimo aveva affrontato quelle di Tenma che si presentavano quando il castano si accorgeva che in casa era finita la cioccolata,ma di certo non crisi isteriche amorose.
Kirino non gli disse chi era si limitò ad abbracciarlo “Sono un caso perso Kyousuke mi innamoro sempre della persona sbagliata,mi sento un idiota e mi odio a morte per questo”.
Kyousuke lo abbracciò a sua volta sussurrandogli piano “Non sei un idiota Ran,anzi sei la persona più intelligente che io abbia mai conosciuto,se non ti ricambia l’unico idiota tra i due è lui”.
Solo mesi dopo Kyousuke scoprì che la cotta segreta di Ranmaru era Shindou Takuto,un riccone che se ne andava sempre in giro con la sua fidanzata,una certa Akane, appesa al braccio come se fosse un ancora.
 
Ed infine la cosa più importante che gli aveva dato Tenma era senza dubbio l’amore.
 
Le giornate di piogga erano le più dure da affrontare al cafe,tutti si rifugiavano nei locali e per restarci più a lungo possibile ordinavano l’impossibile e per quanto a Kirino facesse piacere che ci fossero così tanti clienti lui desiderava solo tornare a casa e farsi una lunga doccia calda e una bella dormita.
“Per fortuna che è finita” disse tra sé e sé mentre infilava le chiavi di casa nella serratura. “SONO A CASA” urlò entrando nell’appartamento che condivideva ancora con Tenma nonostante nei mesi aveva provato varie volte la voglia di ucciderlo per svariati motivi che andavano dal fatto che non fosse in grado di cucinarsi nemmeno un uovo da solo senza incendiare casa al fatto che puntualmente in ogni stanza in cui passava più di un ora sembrava ci fosse passato l’uragano.
“In cucina c’è la cena” disse atono il coinquilino dal salone.
“Ok” disse il ragazzo senza badare troppo al tono del convivente.
“Hai ordinato Indiano?” chiese andando nel salone con la confezione del ristorante tra le mani.
 Trovò lì Tenma sul divano rannichiato in posizione fetale.
“Tenma ti senti bene?”chiese preoccupato,ma non ottenne risposte da parte del castano. “Tenma...” disse accavacciandosi davanti al suo viso “Ti senti bene?” chiese passandogli una mano tra i capelli.
“Non mi toccare” aveva detto lui freddo,così freddo da far paura a Kyousuke.
“Cos’hai?”aveva chiesto con apprensione.
“Potevi dirmelo che tu e Kirino state insieme non ti caccio mica sai?” disse mettendosi seduto con le gambe incrociatte.
“Che cazzo...?” sospirò alzando un sopracciglio in un espressione confusa.
“É la quarta sera di fila che torni alle dieci,non sono stupido Tsurugi”.
In quel momento il blu avrebbe voluto fare più cose contemporaneamente e queste comprendevano: l’ignorarlo e andarsene finalmente a dormire,il riempirlo di botte, l’insultarlo,lo scoppiare a ridere e il dirgli che si era effettivamente uno stupido,ma alla fine non fece nessuna di queste,semplicemente ghignò. “Non sarai geloso neh Tenma?”.
E ovviamente Kyousuke si aspettava che il castano gli avrebbe lanciato un cuscino,che fosse arrossito,che avrebbe cominciato a negare balbettando come l’idiota che era,ma di certo non si aspettava  quella reazione. “Si sono maledettamente geloso ok? Tu sei mio dannazione” disse alzandosi facendo sbattere i piedi sul pavimento.
Tsurugi dal canto suo sorpreso come non lo era mai stato da quando viveva con Tenma si era come bloccato limitandosi a sbattere le palpebre ogni tanto,poi però quando le labbra del più giovane si posarono sulle sue gli occhi li chiuse godendosi le sensazioni che stava provando e che erano così contrastanti.
“Io ti amo Kyousuke”.
Ci mise qualche secondo ad assimilare quelle parole poi scosse la testa e ghignò ancora prima di fiondarsi sulle labbra dell’amato con così tanta violenza che caddero entrambi sul tappeto del salone. Come aveva solo potuto pensare Tenma che lui amasse qualcun’altro,perchè fanculo Tsurugi amava Tenma da mesi ormai,ma lui non sapeva ammettere i suoi sentimenti,almeno non finchè non ci sbatteva il naso contro.
“Non credevo che ricambiassi” disse il castano accoccolandosi contro il petto nudo del maggiore.
“Non credevo che tu fossi gay” controbattè il blu stringendoselo contro.
Tenma sorrise “Sai una cosa non importa quello che credevamo ora siamo qui” disse facendo intrecciare le sue gambe con quelle di Kyousuke.
“Ti amo anche io Tenma” ammise finalmente il blu.
“Non c’era bisogno che lo dicessi,lo avevo già capito” disse con il sorriso stampato sul volto mentre chiudeva gli occhi.
Kyousuke sorrise,si sentiva vivo,felice,completo; ora si che avrebbe potuto giurarlo,il suo posto era accanto a Tenma
 
Ma la vita ha sempre il brutto vizio di darti le cose poinonappena si accorge che sei felice te le toglie di botto come per dirti “ehy non provare più ad esserlo completamente che poi hai visto cosa posso farti”.
 
“Tenma sono a casa” aveva urlato come era ormai abitudine fare da quattro anni a quella parte,solo che stavolta non ottenne il solito bacio accompagnato da un “Finalmente sei tornato”,no quella volta ottenne solo il silenzio,un silenzio che non era più abituato a sentire. “Tenma,dove sei?” chiese entrando in ogni stanza.
Lo trovò nella loro camera steso sul pavimento,era pallido e freddo esattamente come lui aveva trovato Kyousuke quasi sei anni prima.
Il blu chiamò l’ambulanza che lo portò in ospedale,purtroppo stavolta non ci furono miracoli. Un aneurisma, gli dissero. Non è raro non accorgersene, l’avevano compatito.Può capitare a tutti,avevano minizzato. Mi dispiace,avevano mentito. È in un posto migliore,lo avevano illuso. Ti ama ancora da lassù,ci aveva creduto.
                                                                                              ********************
 
Cinque tulipani rossi lasciati sulla tomba di Matsukaze Tenma,i suoi fiori preferiti,uno per ogni anno da cui era andato via.
“Kyousuke sei sicuro di non voler rimanere solo?” gli chiese Ranmaru posandogli una mano su una spalla.
“Ran perchè muoiono sempre le persone migliori?” chiese al compagno.
Erano ormai cinque anni che si poneva quella domanda senza trovare una risposta,perchè lui un essere inutile era stato miracolato mentre uno come Tenma che avrebbe sicuramente fatto più bene di lui era morto?
Il vento scompigliò i lunghi capelli rosa di Kirino mentre il blu continuava a guardarlo alla ricerca di una risposta; il rosa si chinò accanto a lui accarezzando con le dita i petali di un tulipano “Kyousuke sei mai stato in un giardino fiorito? Sai di quelli pieni di fiori fantastici.”Il ragazzo annuì senza capire dove Ranmaru volesse arrivare “E ovviamente avrai raccolto quei fiori no?”Tsurugi annuì ancora una volta confuso,proprio non capiva dove volesse andare a parare “Quali hai raccolto prima? quelli belli,colorati e profumati o quelli brutti,smorti e senza profumo?” Kyousuke annuì stavolta aveva capito.
Accarezzò un ultima volta con le punte delle dita le lettere incise sulla lapide della persona che nonostante tutto avrebbe amato per sempre “Andiamo a casa” disse prendendo la mano di Kirino diretti verso la casa che condividevano da circa un anno con la loro solita tacita promessa che anche se non era mai stata detta davanti a lui Ranmaru conosceva anche se faceva finta di ignorarla.La promessa dell’amore eterno.


[angolo dell'autrice che prova per la terza volta a pubblicare sta merda]
Se sei arrivato qui meriti:un biscotto,un milione di euro e la beatificazione...io posso darti solo il biscotto.
Ok ok so che vi state chiedendo chi è questa tipa che osa pubblicare schifezze del genere...bhe piacere Chloe (ma vah) e questa è la mia prima ff in questo fandom (capitan ovvio). In realtà è natu tutto da un sogno che si è trasformato in un idea che si è strasformato in questo e so che vorreste uccidermi ora,ma EHY vi ho dato un biscotto,abbiate pietà.
  
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