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Autore: PandoraEvans_888    26/08/2014    0 recensioni
E se i semidei, una volta tanto, non fossero costretti a combattere nessuno? Se potessero finalmente vivere la loro vita, pur essendo mezzosangue? Sono sempre loro, ma con una vita normale, almeno apparentemente.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
 
 
 
 
-Ricordatemi perché siamo qui. – disse Leo per l’ennesima volta, facendo saltare i nervi a tutti.
-Per aiutare un amico, mi pare ovvio. – ribatté Annabeth, stizzita – e ora non rompere, sto cercando di concentrarmi. –
-Amico? – chiese Leo, ignorando l’ultima parte.
-Si, amico – lo riprese Percy.
-E da quando? –
-Leo! – esclamò Hazel, indignata – non scherzare! –
-Ehi, quella era la mia mano! Stai attento, Frank! – urlò Piper, dal fondo.
-Io non ho fatto niente! È stata Annabeth! – si difese, inutilmente, il figlio di Marte – io sono davanti a te! –
-Davanti dove? – chiese Piper.
-In questo stramaledetto posto! – borbottò Percy, sottovoce – chi è stato a portarci qui? – chiese, esasperato.
-Jason! – esclamarono tutti insieme, sbuffando.
-E io che centro? – disse innocente Jason – ahi! Annabeth! Stai attenta! –
La figlia di Atena era andata a sbattere contro Jason, che iniziò a lamentarsi.
Stavano avanzando in fila indiana in un tubo dei condotti dell’aria condizionata e i sette non sapevano né quando sarebbe finita né dove li avrebbe portati.
-Annabeth, spostati a destra, io non vedo niente! – disse Percy.
-Non c’è molto da vedere, Testa d’Alghe – lo rimbrottò Annabeth – e ora cammina e zitto. –
-Striscia, vorresti dire – disse Leo, ridacchiando.
In testa a tutti c’era Jason che, apparentemente sicuro, stava strisciando verso la luce che, a quanto pare, solo lui era in grado di vedere. Dietro di lui stava Annabeth, che nel frattempo cercava di capire quanto mancasse alla fine. Dopo di lei veniva Percy, che non vedeva l’ora di uscire da lì, seguito da un’Hazel sempre più impaurita e un Frank che pestava i piedi a chiunque. Aveva cercato di trasformarsi in un topo per avanzare meglio, ma lo sguardo ammonitore di Annabeth lo aveva frenato. Già in precedenza le trasformazioni di Frank non erano andate a buon fine, e con tutta l’ansia e la pressione, sicuramente Frank avrebbe finito per diventare un elefante, e la cosa non era consigliabile.
In fondo c’erano Piper e Leo, che chiudeva la fila, canticchiando sottovoce e tentando di incendiarsi una mano.
-Leo! Fermo con quel fuoco! – lo rimproverò Piper, davanti a lui – vedo cosa stai cercando di fare! –
-Voglio solo fare un po’ di luce, tutto qui. – si difese il figlio di Efesto. – non si vede un accidente, qua dentro. –
-Jason, quanto manca? – chiese Percy – sono stufo di camminare qua. –
-Magari riuscissimo a camminare – borbottò Frank, sempre più impacciato.
-Su, andrà tutto bene, Frank – lo incoraggiò Hazel davanti a lui.
-E se creassi un fiume, così potremmo scorrere più facilmente? – propose Percy dopo un po’.
-Neanche per sogno, Testa d’Alghe. –
-Rischieresti di affogarci tutti. – disse Jason, socchiudendo gli occhi.
-Se avete delle idee migliori, basta dirlo – borbottò il figlio di Poseidone – volevo solo dare una mano. –
-Le tue idee sono penose, Percy – disse Annabeth, categorica.
-Meglio di quelle di Jason, sicuramente. –
-Non mettere in mezzo anche me, adesso – intervenne Jason.
Restarono in silenzio per un po’, avanzando a fatica, stretti come sardine. Ogni tanto Percy proponeva di nuovo le sue idee, che venivano puntualmente rifiutate da Annabeth. Intanto Leo continuava a incendiarsi, rischiando di far venire a Piper un attacco isterico.
-Basta, Leo! –
-Ok, ok. Ho capito. –
 A un certo punto Jason si fermò di botto e tutti gli andarono addosso.
      -     Jason! Avverti, la prossima volta! – esclamò Annabeth, massaggiandosi il naso.
      -     Ehi, dov’è l’incidente? – chiese Leo, tentando di vedere oltre Piper.
      -     Potevi anche dire che ti stavi per fermare, Jason, sai – disse Piper, mentre controllava che non avesse nulla di rotto.
Infatti aveva sbattuto contro Frank e la cosa poteva significare parecchie cose.
-Scusate, ragazzi, ma penso che siamo arrivati – si scusò Jason.
-Era ora! – esclamò Leo, dal fondo.
-Arrivati dove? – chiese cauto Percy, mentre Hazel annuiva convinta.
-Alla grata. –
-Grata? – chiese Piper – dove ci hai trascinati? –
-Da Nico, ovviamente – sbuffò Jason – dove pensavi che vi avrei portati? –
-Al Tartaro, per quanto ne so – ribatté la figlia di Afrodite.
-E come hai fatto? – chiese invece Annabeth.
-Ho seguito la luce, ovviamente. –
-Ehm… Jason? Io smetterei di prendere certe cose, sai. Non fanno bene al tuo cervello – iniziò Leo, ridendo sotto i baffi.
Jason non gli rispose nemmeno, mentre Annabeth scuoteva la testa, rassegnata, e Percy ridacchiava con lui. Intanto Jason si posizionò sopra la grata e la tastò con le mani, alla ricerca di un qualche meccanismo di apertura.
-Qualcuno ha una torcia? – chiese ai suoi amici.
-Certo, ne porto sempre una con me, soprattutto quando non so dove vado – sbuffò Piper, alzando gli occhi al cielo, che non si vedeva, in realtà.
-Perché avere una torcia quando puoi avere la Torcia Umana? – disse allegro Leo – fate spazio ragazzi, arriva il salvatore della patria. –
Arrancò dal fondo della fila, spintonando un po’ tutti, che si lamentarono a voce alta, e finalmente affiancò Jason.
-Ok, fai luce, Leo. – ordinò Jason.
-Agli ordini, signore. –
Non dovette neanche chiudere gli occhi che una piccola fiammella illuminò debolmente la sua mano destra.
Leo sorrise – Desidera più luce, signore? – disse sogghignando.
Il figlio di Giove lo ignorò tranquillamente e ricominciò a cercare l’apertura.
-Non sarebbe più semplice romperla? – disse Percy, dopo che Jason non ebbe avuto successo.
-E con cosa? – chiese Annabeth – una spranga? Ops, non ce l’abbiamo. Qualcuno ci ha trascinati qui senza dirci niente fino all’ultimo. – concluse, fulminando Jason con lo sguardo.
-Ragazzi, mi dispiace, seriamente. Ma sapevo che alcuni di voi non avrebbero accettato, se vi avessi detto cosa dovevamo fare. –
-E cosa dobbiamo fare? – chiese Percy – sappiamo che dobbiamo aiutare Nico, ma non pensavo che Nico si nascondesse nei condotti dell’aria di un edificio abbandonato. –
-È un po’ complicato. – tergiversò Jason.
-Illuminaci – ribatté la figlia di Atena.
-Se riusciamo ad aprire la grata, lo capirete da soli. –
-Possiamo usare la mia idea del fiume! – disse Percy.
-E perché mai? – iniziò Annabeth, poi continuò, dopo averci pensato un po’ – aspetta. Ho capito. Non è una brutta idea, Testa d’Alghe. – disse meravigliata.
-Vedo che hai un’alta opinione della mia intelligenza – borbottò Percy – ti ricordo che ho sconfitto parecchi mostri. –
-Per quelli non c’è bisogno d’intelligenza, basta attaccare e non farsi uccidere. –
-Basta attaccare…? Ma cos – iniziò Percy, offeso.
-Ragazzi, calma. – intervenne Hazel, pacifica come sempre. – dobbiamo aiutare Nico, no? –
-Giusto, Hazel. – disse Annabeth – bene, concentrati, Testa d’Alghe, vogliamo un bel fiume in piena. –
Percy la guardò male, ma non disse niente. Chiuse gli occhi cercando di sentire e controllare tutta l’acqua nei dintorni. Ultimamente i suoi poteri erano aumentati, tant’è che il suo raggio di azione si era triplicato. Percepì una cisterna d’acqua a qualche chilometro e serrò gli occhi per la concentrazione.
Dopo qualche minuto Piper disse – Sento il rumore dell’acqua. Bravo Percy! –
Il figlio di Poseidone sorrise ma non disse nulla, concentrato com’era. Tese la mano destra e disse – Ragazzi, io mi sposterei, se fossi in voi. –
I suoi amici obbedirono all’istante, nessuno voleva diventare un pulcino in quel condotto. Un po’ arrancando e un po’ strisciando arrivarono fino a un condotto laterale e lì attesero.
Rimase solo Percy, tranquillo perché l’acqua non lo avrebbe bagnato a meno che non lo avesse voluto lui, che si mise seduto e aprì gli occhi.
-Arriva – disse soltanto.
Infatti qualche secondo dopo un fiume in piena invase il condotto, tuffandosi dappertutto.
Il fiume poi si concentrò sulla grata e in un attimo quella si spalancò.
Percy, soddisfatto, chiuse la mano e l’acqua inondò la stanza sottostante, libera da costrizioni.
-Beh? Che ve ne pare? –
-Non male – si complimentò Jason – ma io lo avrei fatto in meno tempo. –
-Certo, rosica, rosica – lo provocò sorridendo il figlio di Poseidone.
-Chi è che rosica? –
-Ragazzi. – intervenne Piper – non fate i bambini. –
-Vogliamo andare? – disse invece Annabeth avviandosi.
-Prima le signore. – disse Percy con un braccio teso, sorridendo. 




Angolo dell'autrice
Rieccomi qua! Dopo due meritate settimane di vacanza (come se fregasse a qualcuno) torno con un nuovo capitolo.
Che dire? Spero che vi sia piaciuto e che mi lasciate una recensione, anche piccola :) giusto per sapere che ne pensate.
Alla prossima!
  
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