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Autore: Frallosa    26/08/2014    2 recensioni
Lily e James sono alle prese con il loro primo litigio di coppia. Di cosa si tratta? Come riusciranno a risolvere? Leggete per scoprirlo :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Remus Lupin | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Buonasera a tutti! :)
Come state? Io sto passando un periodo un po' strano, e non riesco a definire come mi sento.
E' da tanto che non scrivo, ma oggi mi sono abbandonata alla visione di video su James e Lily, cosa che mi ha reso più sensibile del solito nei confronti di questa coppia. E niente, senza se e senza ma, mi sono ritrovata con un foglio di Word aperto e ho iniziato a buttar giù qualcosa. Spero che la mia visione del primo litigio da coppia dei nostri Jily vi piaccia, fatemi sapere se vi va :)







 
Spinner’s End, 30 Dicembre 1977.



In quella fredda sera di fine Dicembre, casa Evans era in festa. Poco importava che fuori ci fosse una tempesta che infuriava, in casa il calore e l’allegria familiare erano accentuati ancor di più dalle festività.

La famiglia Evans era solita riunirsi in quella casa all’inizio di Spinner’s End ogni anno per tre giorni di fila: a cena per la vigilia dell’ultimo dell’anno, la sera del cenone e per il pranzo del primo giorno dell’anno. Era una sorta di tradizione, che nulla negli anni aveva potuto interrompere. Da che si erano sposati, Harry e Albert Evans avevano sancito il patto che li portava a trascorrere ogni Vigilia, Natale e Santo Stefano dal fratello maggiore e le successive tre festività dal minore.

Harry, il fratello maggiore, e sua moglie Sally non avevano figli, motivo che li spingeva ad amare le nipoti Petunia e Lily alla stregua di figlie.

Quell’anno, Petunia aveva invitato a cena Vernon Dursley, suo fidanzato dall’estate precedente, per presentarlo alla famiglia. D’altra parte c’era però Lily il cui umore era particolarmente tetro. A poco erano serviti gli scherzi dello zio Harry e le coccole della zia Sally: Lily era così triste che persino Petunia, complice la vicinanza di Vernon, s’era astenuta dal punzecchiarla.



Il giorno prima che i corsi ad Hogwarts s’interrompessero per lasciar spazio alle festività natalizie, Lily e James avevano litigato furiosamente. Erano insieme da poco più di un mese, ma James era così certo del sentimento che provava per lei che aveva dato per scontato che la ragazza avrebbe acconsentito a trascorrere le festività con lui, in modo da poter conoscere i suoi genitori, Dorea e Charlus Potter, che da almeno due Natali erano costretti ad ascoltare il figlio tessere le lodi di Lily Evans. Era stato un brutto colpo scoprire che in realtà Lily non aveva alcuna intenzione di fargli visita per Natale in quanto riteneva prematuro fare la conoscenza ufficiale dei suoi genitori. Di lì era scaturito un litigio le cui dimensioni erano state talmente grandi che testimone ne era stato non solo tutto il dormitorio di Grifondoro, ma anche l’intera Hogwarts. Nelle ore successive, niente e nessuno era riuscito a scalfire la testardaggine di Lily o l’orgoglio di James: nessuno dei due aveva fatto il primo passo, Lily troppo arrabbiata perché James aveva preso una decisione senza consultarla e James offeso dal rifiuto deciso della ragazza. Non si erano più visti prima di lasciare Hogwarts; si erano accuratamente evitati sull’Espresso e non si erano neanche salutati una volta raggiunta King’s Cross.



Dieci giorni erano passati da quella litigata, e pur non volendolo ammettere, ogni gufo che vedeva planare sul davanzale della sua finestra, sperava fosse da parte di James. Puntualmente però, la sua speranza si spegneva quando riconosceva la grafia di Remus o quella di Alice. Quest’ultima, era la sua portatrice di notizie: essendo la sua famiglia molto amica dei Potter, aveva trascorso più di un giorno di quelle vacanze a casa loro. Secondo il suo parere, James sembrava oltremodo malinconico e dispiaciuto. Questo però a Lily non bastava. Se era così dispiaciuto, perché non le aveva inviato neanche due righe per sapere come stesse?

La cena cominciò in orario come sempre. Se c’era una cosa che Victoria Evans non concepiva era il ritardo. In qualsiasi cosa, bisognava essere puntuali, per rispetto dell’altro o di una qualche tradizione. Vernon cercò più volte di farsi bello agli occhi dei fratelli Evans, descrivendo le proprie aspettative sull’azienda a conduzione familiare in cui suo padre era solito vendere trapani. Petunia ascoltava ammaliata, mentre la mamma e la zia Sally si lanciavano sguardi preoccupati a causa dell’umore di Lily. Non sapevano bene cosa la rendesse così malinconica, ma dalle sue ultime lettere provenienti da Hogwarts avevano capito che nelle ultime settimane qualcosa nella sua vita era cambiato. In meglio.

Ad un tratto, qualcuno bussò all’ingresso e Victoria, da brava padrona di casa, andò ad aprire. Tornò poco dopo, seguita da un ragazzo dall’aria vagamente bagnata.

“Remus, che ci fai qui?” chiese Lily, sorpresa di vedere l’amico nella sua sala da pranzo a quell’ora tarda.

“La domanda più appropriata sarebbe: perché stai grondando acqua sul tappeto da trecento sterline di mia moglie?” domandò con una nota di allegria Albert Evans.

“Oh, mi scusi signore, provvedo subito a riparare il danno.” E così dicendo, tirò fuori la bacchetta e mormorò un incantesimo che in breve rese il tappeto asciutto e pulito com’era prima che ci poggiasse i piedi. Tutti i presenti, Lily esclusa, lo guardavano incuriositi. Sapevano delle capacità, o stranezze, della più piccola delle sorelle Evans, ma vedere uno sconosciuto far magie con tanta naturalezza, non era cosa da tutti i giorni.

Remus Lupin si accorse di aver attirato troppo l’attenzione, e arrossì, imbarazzato. Poi mormorò: “Ehm, Lily, avrei bisogno di parlarti, puoi raggiungermi nell’ingresso?” La ragazza annuì, e Remus fece un passo fuori dalla camera, poi, ricordatosi delle buone maniere, salutò educatamente:

“Scusate per l’interruzione e buona serata.”

Lily lo raggiunse a pochi passi dalla porta, giusto in tempo perché lui potesse farle la più scontata delle domande:

“Come stai?”

“Come vuoi che stia? Mi vedi. Sono triste perché vorrei vedere o quantomeno sentire il mio ragazzo, e lo so che è dannatamente adolescenziale fare un’affermazione del genere, ma è così. E so anche che fino a qualche mese fa, dire una cosa del genere mi avrebbe aperto le porte del reparto di psichiatria del San Mungo, ma è così. Mi manca James Potter e io sono dannatamente logorroica.”

Remus la guardò a lungo, poi sospirò e disse:

“Lily, lui sta esattamente come te. Ha solo troppa paura per dirtelo. Ha paura di tante cose, prima fra tutte la paura di essere rifiutato. Teme che tu ti sia pentita di queste settimane con lui e pensa che al ritorno ad Hogwarts tornerai ad urlargli contro come facevi prima del vostro avvicinamento.”

Lo sguardo di Lily si addolcì. Pensava che James fosse arrabbiato con lei, a causa della sua testardaggine nel voler mantenere le sue posizioni.

“Remus, che devo fare?” mormorò, in cerca di conforto.

Per un lungo minuto, l’amico stette in silenzio, poi parlò: “Ci penso io. Tra ventiquattr’ore voi teste calde vi sarete chiarite e io verrò soprannominato da Sirius Black ‘Cupido dei Grifondoro’.” Detto questo le sorrise e si smaterializzò.



Per tutto il giorno seguente, Lily ebbe l’ansia. E se Remus non fosse riuscito a trovare una soluzione? Cosa ne sarebbe stato di lei e James? Entrambi erano troppo testardi e orgogliosi per farsi avanti per primi.

Gli stessi ospiti della sera precedente arrivarono poco prima di cena, ad esclusione di Vernon che avrebbe partecipato ad una cena con la sua famiglia a cui Petunia non era stata invitata, cosa che la rendeva particolarmente insofferente.

Alle nove in punto, si misero a tavola, ma poco prima di finire la prima delle innumerevoli portate, il campanello suonò.

“Cos’hanno tutti per presentarsi all’ora di cena?” domandò lo zio Harry con tono serafico.

I commensali si guardarono, cercando di capire se qualcuno di loro si aspettasse una visita. Lily s’impose di restare seduta e Victoria, ancora una volta, si alzò per andare ad aprire.

Meno di un minuto dopo, un nuovo ragazzo si affacciò alla sala da pranzo. Il cuore di Lily perse un battito mentre quei grandi occhi color nocciola trovavano i suoi. Si guardarono a lungo, come se fossero soli, sotto gli sguardi attenti e silenziosi dei presenti. Quegli sguardi furono forse in grado di comunicare tutto ciò che i due Grifondoro non avevano il coraggio di esprimere a parole. Lily si alzò, si avvicinò e gli tese la mano. Lui le sorrise, con uno di quei sorrisi che erano capaci di farle tornare il buonumore anche nei giorni più bui.

Incoraggiata, Lily si voltò verso la tavola e con risolutezza, disse:

“Mamma, papà, zii, Petunia, vi presento il mio ragazzo, James Potter.”

James non fiatò, e come lui anche gli altri restarono in silenzio per un lungo momento. Poi, lo zio Harry afferrò con sarcasmo: “Però Lily, devi essere una delle ragazze più belle nella tua scuola, se puoi permetterti di cambiare fidanzato ogni sera!”

Tutti, persino Petunia, si lasciarono andare alle risate, tranne James, che poveretto, si accigliò, mentre tentava di capire cosa ci fosse da ridere. Lily lo notò e gli baciò una guancia.

“Ti amo.” Era la prima volta che lei lo diceva.

Non c’è mondo migliore per concludere l’anno!” pensò James, sorridendo felice, mentre Lily si lasciava andare, poggiandogli la testa sulla spalla.
  
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