“…io te lo avevo detto, ma tu no! tu sei quello che ‘può’! …si, che PUÒ mandare due chojin a morire!!!”
“si sono stupidamente lasciati provocare. Perfino Bjørn, pace all’anima sua…suo padre sarà distrutto” sospirò il marchese “quantomeno ho la certezza che premerà perché Caesar venga definitivamente ucciso, una volta che sarà stato sconfitto”.
Raramente Howard Lancaster perdeva la propria freddezza mista ad una sottile -ma nemmeno tanto- crudeltà. Ed in quel caso specifico questo aspetto del suo carattere, e le parole che disse, furono autentiche stilettate per Robin Mask…
Perché per quanto potesse essere folle, e spietato, e… tante altre cose, Caesar era sempre suo figlio. E sapendo quanto era pericoloso, se lui avesse voluto liberarsene lo avrebbe fatto quando non era ancora così forte; invece si era limitato ad esiliarlo, quindi voleva dire che tutto sommato c’era una piccola -stupida- parte di lui che continuava a sperare in un miracoloso cambiamento del figlio primogenito.
Quindi sentire Howard parlare della futura pena di morte per Caesar non gli piacque affatto, pur sapendo che probabilmente sarebbe stata la cosa migliore per tutti quanti. “sentimi bene, bastardo: tu non manderai a morte mio figlio!”
“io no. Il padre di Bjørn, che attualmente è Governatore di un pianeta come dovresti sapere, sicuramente si. E sappi che userò ogni mezzo che possiedo per far si che quell’uomo ottenga la vendetta che merita” disse freddo Howard “e che dunque Caesar muoia con un’iniezione letale ‘difettosa’ che lo faccia agonizzare per ore, invece che per pochi minuti!”
“tu non farai niente del genere, o sarò io ad ammazzare te! Mi hai capito?!”
“non vedo come, Robin” replicò asciutto l’altro “e adesso bisogna solo sperare che gli altri chojin non commettano gli stessi errori di Turbinsky, che perlomeno ha qualche possibilità di salvarsi in quanto cyborg, e Bjørn. È l’unico lato positivo dello scontro appena avvenuto: gli altri hanno avuto la possibilità di imparare qualcosa”.
Robin lo guardò allibito, e quasi spaventato. “due chojin sono appena morti e tu la prendi così?! Bjørn poi era un tuo allievo!”
“prenderla diversamente non lo riporterebbe indietro. Piangeremo in seguito i nostri caduti, ma adesso non è il momento; meglio concentrarsi su chi è ancora in vita”.
Parlava con Robin, ma era un discorso che stava facendo anche a se stesso per prepararsi spiritualmente, pur sempre nella speranza che Michael non facesse la stessa fine del norvegese. Perché non sarebbe dispiaciuto soltanto a lui, ma anche Hammy sarebbe stata distrutta dalla cosa, e lei a parer suo non meritava una cosa del genere, veder morire suo marito. L’avrebbe segnata vita natural durante.
E forse avrebbe anche potuto fare qualche sciocchezza come tentare di raggiungerlo.
A tal proposito, comunque, proprio in quel momento i due succitati Michael ed Emerald stavano avendo una specie di discussione con uno degli allievi di Caesar. Quello che l’aveva giurata a Michael, ovviamente.
“…non contare di riuscire ad uccidermi!”
Tenne per sé il ‘finirai all’inferno con tua moglie’ , magari perché lo spettacolo dato poco prima da Caesar Mask aveva impressionato un po’ anche lui.
“tu piuttosto, non contare di sopravvivere a questa giornata”.
Fu lì che Emerald si intromise. “senti…coso. Non so come ti chiami. Guarda che se anche uccidi mio marito questo non servirà a riportare indietro tua moglie. Servirà solo a far soffrire qualcuno che non c’entra niente, ovvero io”.
“neppure io e lei c’entravamo niente in quella guerra, eppure è finita com’è finita” replicò l’altro in un tono che era tra la rabbia ed una specie di ‘stanchezza’ “perché dovrei pensare al tuo dolore? Cosa vuoi che mi importi del tuo dolore, ragazza? Non mi importa di te abbastanza da ucciderti, e non mi importa neppure della tua sofferenza. E non avviare un discorso del tipo ‘se lo fai diventerai come lui se non peggio’, perché con me non funzione. Io le darò la giusta vendetta. È una decisione che ho preso da tempo, non sarà una ragazzina insolente e viziata a farmela cambiare”.
Michael stava per ribattere, ma Hammy lo precedette. “e allora senti questa: non pensi che a tua moglie farebbe schifo quel che sei diventato?!”
Da sotto il cappuccio si avvertì un ringhio. “per gentile concessione di tuo marito, io cosa mia moglie potrebbe o non potrebbe pensare e dire non avrò mai modo di saperlo!” si avvicinò di scatto ai due, e nonostante Emerald non riuscisse a vedere i suoi occhi “sentiva” che stava guardando proprio lei “e tu, tu, che stai insieme ad un mostro del genere…! Come puoi, sapendo cosa ha fatto? Come puoi accettarlo? …questo ti rende colpevole quasi quanto lui. Oppure semplicemente una sciocca che non si rende conto di quel che ha davanti agli occhi e nel proprio letto!”
“little piece of shit, il mio matrimonio con Emerald non ti riguarda, e sta’contento, che forse oggi raggiungerai tua moglie all’inferno!”
No, stavolta non lo aveva tenuto per sé.
L’allievo di Caesar Mask strinse i pugni e fece per aggredirlo con un ringhio bestiale. Ma poi si ricordò che Caesar gli aveva detto di aspettare il momento giusto, ed evidentemente non era ancora arrivato, o il suo maestro gli avrebbe dato il via libera.
“la pagherai cara. Cara in un modo che neanche di immagini!”
……
 
Ceasar era sul ring,fissava il cielo,dove un enorme nave da trasporto stava preparando l’atterraggio,sorrise,:
“Tho,guarda chi è arrivata l’allegra famigliola del norvegese”
Howard pareva soddisfatto
“Sembra che il torneo si chiuda qua,eh Caesar?”
“Solo un fastidioso,ma divertente contrattempo”
La nave si posò a terra,e da essa uscirono un notevole quantitativo di soldati armati,e un uomo molto simile a Bijorn sulla quarantina
“Chi è Caesar Mask!”
“Sono io!”
“Seguici senza fare storie e risparmieremo i tuoi allievi!”
la minaccia non subì l’effetto desiderato,perché il primogenito dei Mask scoppiò a ridere
“Hai poco da ridere,sei condannato a morte,sei solo un criminale,non un chojin!”
a quella affermazione uno degli alievi scattò in piedi
“Asbjørn,proprio tu rivolgi questi insulti,tuo cugino è morto sul ring da guerriero,come tutti i nostri rivali,ma come quelli come te,quanti morti hanno sulla coscienza?Penso fin troppi.”
Poi rivolse le sue parole hai soldati
“E voi per che motivo lo seguite,pensate che lui farebbe lo stesso per i vostri parenti?NO ovviamente.Mollate le armi e andatevene non vi verrà fatto alcun male,ma tu re bastardo,sali su questo ring e affronta il tuo destino,se davvero ne ha il coraggio!”
“Non dategli ascolto è un folle!”il cugino di Bjorn cercò tenere a se i suoi soldati che,però diedero ascolto alle parole dell’alievo di Caesar lanciando in terra le armi
“Ci siamo stufati di servire le tue cause,ora basta”
Caesar guardò soddisfatto Howard,capì che era infastidito,ma in cambio ricevette solo della fredda indifferenza
“Come sai il mio nome?” Commentò il governatore non che parente stretto di Bjorn
“TU comandavi lo squadrone di Michael Connors,ben sette anni fa,ora io non so dove sia si rifugiato in questo momento il tuo sottoposto,e ora come ora non posso ucciderlo,ma su di te non ho vincoli,ho scoperto tutto,sei stato tu a indicargli “una casa in cui viveva una donna bellissima e sola”,hai cercato di punire il rifiuto della persona sbagliata,io ho convinto il mio maestro ad invitare quell’imbecille di tuo cugino e a ucciderlo!ma non devi preoccuparti fra poco lo raggiungerai!”
“Arthas,sei ancora vivo,pensavo…”
“no,non mi sono ucciso dopo la morte della mia amata Jaina,non lo farò prima di aver eliminato tutti i colpevoli e ora se vuoi vendicare tuo cugino sali su questo ring,prendi pure la tua pistola”
“Questo è tutto imbecille,per quanto sia forte contro una pistola non può nulla”Commentò sardonicamente Hammy che nel frattempo era arrivata sul posto.
Asbjørn afferò l’arma e salì sul ring sorridendo,l’alievo ancora incappucciato;si indicò col dito la fronte
“mira bene,ti do una sola possibilità”
“Se volevi morire bastava chiedere”sparò verso la fronte del suo avversario,la maggioranza dei presenti si coprì gli occhi,fiammetta urlò e si strinse talmente forte a collo di Mars quasi da spezzargli il collo,la scena tuttavia,una volta riaperti fu del tutto diversa da ciò che si aspettavano,la nera tunica era per terra con un buco nel cappuccio e dietro al governatore vi era un uomo da capelli lunghi bianchi e splendenti come la neve,con uno splendido volto ma danneggiato dalle troppe lacrime,un viso talmente triste,che chiunque avrebbe dubitato che fosse “un cattivo”.
Asbjørn provò a girarsi,ma con un scatto felino  Arthas gli afferò il polso e glielo spezzò,in seguito prese la sua testa fra le mani.
“Come è possibile?!”
Ceasar scoppiò a ridere in maniera compulsiva
“Sei proprio stupido,una volta che si conosce la traiettoria schivare un proiettile per dei veri chojin è fin troppo facile,Arthas uccidilo pure!”
“Hai fatto morire la mia amata solo perché mio rifiutai di far parte della tua arma!”
“no!ti prego non uccidermi,perdonami!”
“Vuoi il perdono?”
“S-sì”
“ALLORA VALLO A CHIDERE A JAINA!”
Le mani scattarono,un violento e sordo rumore,Asbjørn cadde a terra.
Arthas fissò Michael,che nel frattempo era giunto convinto di assistere alla morte di Ceasar e i suoi alievi e invece si era trovato davanti tutt’altro,in una maniera tanto tremenda,da fargli gelare il sangue nelle vene.


scusate il ritardo ma per entrambi gli scrittori è un periodo in cui si ha da fare altro e non sia ha tempo per scrivere,la ff verrà interrontta per un breve periodo,chiediamo scusa