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Autore: Tilo    20/09/2008    8 recensioni
'EVANS!'
Beh...e poi c'era lui. Il magnifico, l'inimitabile, l'irrangiungibile...James Potter.
Se prima si sarebbe lamentata di Piton.. beh, ora quest'ultimo poteva andare a farsi benedire! Insomma, davanti a lei c'era James Potter. Non che gliene fregasse molto...cioè, sì, gliene fregava. Insomma, solo un pochino. Cioè, forse tanto un pochino. Eccheccavolo. 'Qualcosa non va, Evans?' chiese malizioso il Grifondoro dopo aver notato l'imbarazzo della ragazza, che ora lo fissava basita, delle chiazze rosse sulle candide guance. Si passò una mano fra gli scuri capelli, come era solito fare quando si sentiva perfettamente a suo agio, indi continuò:
'Evans, davvero. Inizi a preoccuparmi.'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta
e il vento dell'ovest rideva gentile,
in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti,
mi hai preso per mano portandomi via.

Un giorno di pioggia, d'inoltrato inverno.

Il giorno di Natale era ormai alle porte e, come ogni anno, molti studenti si accingevano a partire, giusto per godersi quelle poche settimane di meritate vacanze.
Hogwarts non era mai stata così bianca e fresca, coperta da uno strato di soffice neve che faceva sembrare quel luogo più freddo di quel che veramente era. Per pochi ragazzi infatti, quella scuola non costituiva solo un edificio qualunque, costruito solo per imparare le arti magiche, no anzi, molti di questi la consideravano la loro vera e propria casa.
Tra queste persone in particolare vi era una certa ragazza, riconoscibile subito dai lunghi e folti capelli di un rosso inconfondibile, ramato, simile al rubino, il corpo esile e slanciato e due occhi grandi, verde smeraldo.
Lily Evans, ormai diciassettenne, non era conosciuta da tutti solo per il fatto di essere una studentessa modello o per essere stata nominata Caposcuola al suo settimo e ultimo anno. No, la Grifondoro era spesso argomento di molti discorsi tra gli studenti, semplicemente per il fatto di essere una bella ragazza, già... Preda di svariati ammiratori delle diverse Case. D'altro canto lei non si riteneva questo granchè e, come aveva fatto comunque per i passati sei anni, si era prefissata di non dare tempo a storielle o appuntamenti vari che l'avrebbero distratta dallo studio.
Seppur fattasi più bella, Lily Evans rimaneva pur sempre Lily Evans, e questo non si poteva mica cambiare!
Ora la strega camminava tranquilla per i lunghi e bui corridoi di Hogwarts, intenta a raggiungere il grande portone di quercia dell'entrata del Castello. Aveva voglia di uscire. Doveva uscire. Fuggire da quelle mura, un istante le sarebbe bastato. Doveva prendersi una boccata d'aria fresca e lasciarsi tutto alle spalle, anche solo per un momento. Se non l'avesse fatto, sarebbe esplosa.
Mentre si accingeva a raggiungere la grande scalinata di pietra, all'ingresso della scuola, incrociò un piccolo gruppo di ragazzi di Serpeverde: tra questi, notò Lily, c'era anche Severus Piton.
<< Mezzosangue.. >> proferì quest'ultimo piano con un mezzo inchino e un ghigno stampato in faccia facendosi udire solamente dalla Grifondoro, ora diventata del colore rosso, se non più scuro, della sciarpa che teneva attorno al collo. Detto questo il Serpeverde, insieme ai suoi compagni, la superarono ridendo percettibilmente.
Non avrebbe potuto sopportarlo ancora, non adesso.
In pochi secondi quindi la bella studentessa era già fuori dal Castello. Correva quasi. Una lacrima le rigava il bel volto candido ma non singhiozzava o altro. Lily Evans era sempre stata una ragazza forte.
Attraversò il prato, completamente ricoperto da candida neve fresca. Fortuna che indossava un grosso cappotto e, anche se in gonna, le calze nere pesanti non facevano passare nessun spiffero di freddo. Teneva le mani sulla sciarpa, per farla aderire di più al collo mentre ora camminava più lentamente verso un punto imprecisato, vicino al lago. Il capo chino, le iridi smeraldine che guardavano in basso le grandi orme lasciate sulla neve.
Pareva non ci fosse nessuno. Sembrava tutto vuoto, nessun rumore strano. Solo qualche brusio a cui lei non dette alcuna importanza, presa com'era dal camminare più lontano possibile.
Con la manica del cappotto si asciugò quel residuo di lacrima rimanente sul suo viso. Tirò su con il naso, sospirando lievemente.
Perchè Severus Piton la detestava? Cosa le aveva fatto?
Oh, sì..certo. Era una mezzosangue. Aveva il sangue sporco. Non era degna di appartenere alla Comunità Magica.
Ma ciò non toglieva che prima di partire per Hogwarts, all'età di unidici anni, lui le aveva promesso che sarebbero stati comunque amici, nonostante la rivalità delle Case che li separavano. Lei, d'altronde, non aveva mai smesso di trattarlo come un amico, anzi, era stato lui... Lui e la sua combriccola di Mangiamorte, così si facevano chiamare.
Forse era per questo che aveva cambiato idea su di lei, così radicalmente, solo perchè non accettava che andasse in giro con quelli che il Serpeverde osava chiamare addirittura ' amici '.
Sì, forse era proprio per questo.
La rossa però non avrebbe mai potuto immaginare che lui sarebbe arrivato a tanto.
<< EVANS! >>
Beh...e poi c'era lui. Il magnifico, l'inimitabile, l'irrangiungibile...James Potter.
Se prima si sarebbe lamentata di Piton.. beh, ora quest'ultimo poteva andare a farsi benedire! Insomma, davanti a lei c'era James Potter. Non che gliene fregasse molto...cioè, sì, gliene fregava. Insomma, solo un pochino. Cioè, forse tanto un pochino. Eccheccavolo.
Gli occhi verdi slittarono dai piedi di lui, ai pantaloni neri che portava, poi si fermarono sulla camicia bianca che, nonostante il freddo, portava praticamente slacciata, le maniche arrotolate e sopra un grigio gilè di lana, per poi soffermarsi un attimo sui corvini capelli perennemente in disordine, fino a posarsi sulle di lui iridi nocciola.
Solo pochi secondi dopo si era resa conto di averlo squadrato per almeno un paio di minuti. Ops.
<< Qualcosa non va, Evans? >> chiese malizioso il Grifondoro dopo aver notato l'imbarazzo della ragazza, che ora lo fissava basita, delle chiazze rosse sulle candide guance. Si passò una mano fra gli scuri capelli, come era solito fare quando si sentiva perfettamente a suo agio, indi continuò:
<< Evans, davvero. Inizi a preoccuparmi. >>
E si stava preoccupando seriamente! Mai - e sottolineo mai - Lily Evans era rimasta senza parole, la mente chissà dove, davanti a James Potter in persona! Che fosse sfuggito qualcosa di importante al ragazzo più ricercato di Hogwarts? Naaa, impossibile.
Eppure... Eppure c'era qualcosa che non andava.


Sempre più bella oggi, la Evans.
Chissà per quale astruso motivo, ora pure lui stava fissando la rossa. Fissare non è proprio la parola giusta. Diciamo che osservava ogni suo movimento, ogni suo più piccolo particolare, dalle guancie rossastre alla mano d'ella che sistemava dietro l'orecchio un ciuffo di capelli, in notevole imbarazzo.
Era perso di lei. Ogni sua cosa, ogni suo fare, lo facevano impazzire.
Ricordava ancora quel lontano primo settembre di sei anni fa quando la vide per la prima volta nell'espresso per Hogwarts. Era rimasto letteralmente ammaliato da quella piccola e ingenua ragazzina, così insicura e timorosa, da non aver mai smesso di pensarla...o beh, precisamente da quasi due anni si era accorto veramente di lei, da quando la sua immagine aveva cominciato a prendere posto ogni giorno nei suoi pensieri da Malandrino. Prima non era esattamente così. Si limitava soltanto a correrle dietro per i corridoi - ovunque - e chiederle constantemente di uscire, tanto per.
Prenderla in giro era uno dei suoi passatempi preferiti.
Comunque, a quanto pare, alla fine questo gli si era ritorto contro: non pensava più alla Evans come ad un trofeo da esporre tra tutti gli altri, no... Ora pensava a lei come qualcosa di vero e concreto. Qualcosa che qualcuno solitamente usava chiamare amore.


<< Sei qui per sparare un'altra delle tue cavolate, Potter? Perchè se è così... >>
<< No, veramente no. >>
Per un attimo Lily si fermò a fissarlo, il sopracciglio inarcato.
Ah no? E che voleva allora?
Arricciò il naso, lo fissò per un altro secondo, giusto per accertarsi che quello fosse realmente James Potter.
<< E allora cosa sei venuto a fare qui, di grazia? >>
James esitò.
<< Veramente... >>
<< Cosa? >>
La strega non l'aveva mai visto così spaesato.
<< Perchè piangevi, prima? >>
A questa domanda, Lily rimase senza parole. Strabuzzò gli occhi per un momento, schiuse le labbra per proferire qualcosa, ma niente le uscì dalla bocca, se non una lieve nuvoletta bianca. Faceva davvero troppo freddo.
Non se lo aspettava da lui. Come aveva fatto a notare quelle piccole lacrime che le rigavano il viso poco fa? Da dove era sbucato? Pensava di essere sola, sola con se stessa. E invece - come sempre - il ragazzo rosso-oro l'aveva stupita, di nuovo. Quel Grifondoro sapeva essere talmente odioso...ma nello stesso tempo sorprendente e schietto, mai niente che lo tirasse indietro o che lo turbasse. E' questo quello che di più ammirava in lui. Quello che più le piaceva di lui.
James ora la stava guardando con un espressione alquanto preoccupata.
<< Ritengo... >>
Sospirò impercettibilmente.
<< Ritengo che non sono affari tuoi, Potter. >>
E detto questo si voltò, rivolgendogli le spalle. Fece un passo avanti, tanto per distanziarsi almeno un pò dal ragazzo.

Quello che odiava di più in lei era non tanto il modo in cui si comportava con lui, era abituato per questo. Quello che gli dava veramente fastidio e quello che lo faceva comunque stare male, era il fatto che lei si teneva tutto dentro. Sempre. Perchè per una volta non poteva confidarsi con qualcuno? Perchè doveva essere sempre così ostile con le persone che, anche se in modo un pò implicito, le offrivano tutto il loro aiuto? Lui era una di quelle. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
Ma questo la rossa non riusciva a capirlo. Certo, James non avrebbe mai creduto che lei si confidasse, o almeno provasse a confidarsi, subito con lui. Però sicuramente ci sperava. Ogni giorno.

Il Malandrino alzò il braccio sinistro e senza nemmeno pensarci su, le afferrò il polso, costringendola a girarsi verso di lui.
<< Perchè sei sempre sulla difensiva...Lily? >>
Il suo nome pronunciato dalla voce d'ei le fece uno strano effetto. Non aveva mai sentito James Potter chiamarla per nome. E non aveva mai sentito nessuno pronunciare quella parola formata da quattro semplici lettere in modo così profondo, dolce. Per prima cosa osservò la mano del mago stringersi sul suo esile polso. Un brivido caldo si scaturì nel suo corpo.
Che cosa le stava succedendo?
Sentì il cuore fremere. Batteva. Batteva forte, come non era mai successo.
Per un primo momento dimenticò le parole proferite dal Cercatore, tanto che aveva un espressione di pura sorpresa stampato in viso.
Dopo aver scosso un attimo il capo, le iridi smeraldine ritornarono a posarsi sul volto di James.
<< Io non lo so...in realtà. >>
E non lo sapeva davvero.
<< Cioè... Non lo faccio apposta. Non me ne accorgo. >>
Sorrise distrattamente, cercando di eliminare quell'ansia che c'era nell'aria.
Ma - strano sì - James Potter non sorrideva affatto. Anzi, era più serio che mai. Si vedeva che questa cosa gli stava realmente a cuore.
Aveva lasciato andare il braccio della Grifondoro.
<< E invece dovresti accorgertene. Così facendo farai soffrire tante persone, anche quelle a cui tieni veramente. >>
Tum.
Un colpo.
Quella frase l'aveva colpita come quando un grosso sasso cade a terra, con un grosso tonfo.
Era veramente così?
Davvero quel suo comportamento, che lei riteneva a dir poco insignificante, avrebbe potuto fare soffrire i suoi amici? I suoi...parenti? Per un attimo le balzò alla mente la sorridente figura di sua sorella maggiore, Petunia. Quel ricordo di loro due insieme che scherzavano, ridevano e si raccontavano ogni segreto. Subito dopo però quell'immagine venne sostituita da un'altra, questa volta più triste. Una Petunia ormai grande che guardava la sorellina più piccola dall'alto dei suoi anni, con un espressione cupa, sgradevole...di odio.
Non avrebbe mai detto che un giorno, quell'espressione, seppur lievemente un pò diversa, la stava assumendo in quel preciso istante il ragazzo che da sei lunghi anni le " faceva la corte ". Quel ragazzo che lei non sopportava, che non poteva vedere. Quel ragazzo che la infastidiva ogni volta che poteva e che si divertiva, anche. Lo stesso ragazzo che da qualche tempo occupava i pensieri della giovane.
Ora, comunque, si limitava a fissare il ragazzo senza proferire nulla. Se la pensava davvero così nulla gli avrebbe potuto far cambiare idea.
Abbassò la testa, delusa.
<< Scusami. >>
Sentì le dita fredde della mancina d'ei posarsi leggermente sul suo mento e spostarlo in su, giusto di qualche centimetro. Adesso il suo sguardo era incatenato a quello del Malandrino. Nessuno dei due accennava a muoversi, spostare gli occhi da un'altra parte.
Scusami.
Non ha niente di cui scusarsi. Niente.

Sono io. Io. Io ho sbagliato. Io sto sbagliando. Io lo faccio soffrire.

<< Se ti scusi, poi... >>
<< Poi? >>
<< Poi... >>
La rossa voltò lo sguardo chissà dove, a lei bastava non incontrare quello del moro.
Attese. Qualche secondo. Qualche minuto. Non lo sa nemmeno lei. Aspettò che il ragazzo parlasse, ma questo non disse nulla. Sospirò.
<< Poi finirò per pensare ogni giorno a te. >>
Le iridi del colore dello smeraldo si soffermarono nuovamente sul bel Grifondoro. Si mordicchiava un labbro, in ansia, nervosa. Non poteva non guardarlo. Era più forte di lei. Lui, d'altro canto, non le aveva tolto gli occhi di dosso e ora la guardava ancora più intensamente di prima. Alla fine parlò.
<< Io lo faccio da anni. >>
Qualcosa di bagnato si posò leggermente sulla candida guancia della strega rosso-oro. Una goccia di pioggia.
Alzò il viso in su. Non si era nemmeno accorta che il cielo si era fatto più scuro, pieno di nuvole grigie, e l'aria più fredda. Stava cominciando a piovere, già. Riabbassò lo sguardo e andò a posarsi su quello di James. Lui, d'altro canto, era rimasto a fissarla imperterrito, con uno strano sorriso sulle labbra. Quel sorriso che lei non aveva mai notato in lui, sempre a cercagli un qualsiasi difetto. Certo, il ragazzo aveva tanti difetti ma...una delle cose che le piaceva di lui era il suo sorriso - il suo vero sorriso.
Le tese una mano continuando a guardarla.
<< Ti va se ci incamminiamo verso il Castello, insieme? >>
Prese la mano del ragazzo e la strinse.
Annuì percettibilmente.
E sorrise.

Adoro il tuo sorriso, Evans.

E in un giorno di pioggia ti rivedrò ancora
e potrò consolare i tuoi occhi bagnati.
In un giorno di pioggia saremo vicini,
balleremo leggeri sull`aria di un Reel.

{ Modena City Ramblers. }

  
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