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Autore: Luna Spenta    27/08/2014    1 recensioni
Brittany ha solo 17 anni quando la sua vita cambia radicalmente: trovarsi all'improvviso catapultati in una nuova città, dovendo cancellare tutto il proprio passato pur di proteggere le persone che si amano, può essere un'esperienza scioccante ma allo stesso tempo ricca di sorprese. Una nuova vita, una nuova storia, un nuovo amore. Ma il passato tende a ripresentarsi in tutta la sua irruenza... Si può davvero costruire il domani cancellando tutto quello che si è vissuto ieri?
DAL TRENTESIMO CAPITOLO:
In quella doccia c'era il suo profumo, il profumo di tutte le volte che mi aveva insaponato la schiena, che mi aveva sfiorata, toccata, baciata, morsa in quella stessa cabina.
Quante volte avevamo fatto l'amore lì? Quando sarebbe successo di nuovo? E soprattutto... sarebbe successo o no?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Subito dopo che Emanuele fu andato via, notai che il led del mio cellulare stava lampeggiando.
C'era un sms di Alessio.
"SONO STATO BENISSIMO, PECCATO PER IL TEMPISMO DI TUA MADRE! CREDO DI ADORARTI <3 SOGNI D'ORO. SOGNA ME."
Mi resi conto di non accogliere quel messaggio come probabilmente avrei dovuto, ma non volevo ammettere neanche a me stessa quello che mi stava capitando. 
La verità era che Emanuele si era insinuato nei miei pensieri, e stava lentamente spingendo Alessio in un angolino piccolo e buio della mia mente. 
Sapevo, però, che era una cosa che non potevo assolutamente permettere.
Alessio era la mia ancora di salvezza dopo lo tsunami, mentre Emanuele somigliava ad una nuova e violenta ondata. Non potevo affrontare anche lui, soprattutto non dopo aver scoperto che il mio primo amore era un vigliacco corrotto e meschino, che avrebbe venduto il mio corpo ad uomini senza scrupoli che avevano approfittato della donna più importante della mia vita.
Ripensare a quello che mia madre aveva dovuto sopportare mi provocò una fitta lancinante allo stomaco. Da quando eravamo arrivati a Milano, il rapporto tra me e lei si era molto raffreddato. Con un tacito accordo non avevamo ancora mai parlato di cosa era successo a Las Vegas e del perché eravamo scappate. Credo che fosse il nostro modo per non ferirci a vicenda, ma tutti quei segreti ci stavano allontanando e sarebbe stato ancora più difficile ora che ero a conoscenza di tutto ma dovevo fingere il contrario.
Mi strinsi sotto il piumone e riguardai l'sms di Alessio. Sorrisi tra me e me, felice di potermi aggrappare alla mia ancora dagli occhi color miele.
"SONO STATA BENE ANCH'IO. AVREMO ALTRE OCCASIONI, MAMMA NON è SEMPRE COSì PUNTUALE! IO HO LA CERTEZZA DI ADORARTI :) VADO A SOGNARTI, BACIO"
Gli avevo scritto una piccola bugia, ma non potevo saperlo neanch'io. Non stavo andando a sognare lui... Non si può scegliere chi si sogna.
Mi addormentai cullata dal profumo di quello che stava diventando il poliziotto che più di tutti amavo e odiavo al mondo. Ok, non conoscevo molti poliziotti in realtà, ma sono sicura che se ne avessi conosciuti altri mille, nessuno mi avrebbe provocato le stesse reazioni che mi provocava Emanuele. Finii col sognare lui, e quasi mi arrabbiai con me stessa perché non era decisamente nei piani. 
Intanto si avvicinavano i miei tanto attesi diciotto anni. 
La mamma e Bill erano super eccitati, molto più di me, e si stavano dando un gran da fare per organizzarmi una super festa di compleanno. 
Io in realtà avrei preferito ignorare quel giorno e lasciarlo passare come un qualunque mercoledì dell'anno. 
C'erano indubbiamente dei vantaggi nel diventare maggiorenni: votare, guidare, bere... ma un tempo avevo dei progetti sul mio diciottesimo compleanno,  e quei progetti includevano Linda, Jessica e Adam. 
Le nuove amicizie che avevo a Milano erano indubbiamente importanti per me, soprattutto in un periodo della mia vita così complicato, ma nessuna delle persone con cui avrei festeggiato conosceva davvero chi ero, e questo spesso mi faceva sentire molto sola.
Ogni volta che si parlava di me e del mio passato, mi toccava raccontare bugie su bugie.
Anche il solo fatto che su tutti i biglietti di auguri che avrei ricevuto non ci sarebbe stato il mio vero nome, mi provava che era tutta una gran pagliacciata. Milano era finta. Quella vita non esisteva. 
Passai il mio compleanno sdraiata sul mio letto a tormentarmi per queste tristi verità a cui non riuscivo a non pensare. Mi alzai solo quando fu ora di prepararmi per la festa.
Per l'occasione mamma mi aveva comprato un elegante tubino blu elettrico, con sandali argento e pochette in tinta e aveva insistito anche perché mi facessi sistemare i capelli e il trucco da una sua amica che sarebbe arrivata poco prima del party.
Alla fine, quando mi guardai allo specchio, mi venne voglia di di abbracciarla per avermi convinta. Una cascata di onde castane mi scivolava sulle spalle, le labbra piene erano tinte di un rosa tenue e luminoso mentre gli occhi erano truccati di un grigio intenso e sfumato.
Mi sentivo davvero bella, e questo quasi mi commosse.
Sentii mia mamma abbracciarmi da dietro, e appoggiare la sua testa alla mia spalla. Vidi i suoi occhi riflessi nello specchio: erano lucidi come i miei.
-Brit, sei incantevole-
-Credo di sapere a chi assomiglio- 
Mi voltai per abbracciarla forte.
-Mamma io volevo dirti che... sono felice che tu abbia fatto tutto questo per me. La festa, il vestito, i capelli, il trucco, e... anche il trasloco, lo so che era per proteggermi. Voglio che tu sappia che l'ho capito-
Per tutta risposta lei mi strinse più forte singhiozzando, ed io dovetti fare uno sforzo immane per non rovinare il trucco.
Tutto sommato la serata fu divertente, nonostante non ci fossero tutti quelli che avrei voluto lì con me: non c'era Linda, non c'era Jessica, e non c'era Emanuele.
Per essere pagato per proteggermi, da dopo la sera in cui mi aveva detto di Adam, era piuttosto assente. Lo notarono anche le mie amiche.
-Bill non è venuto?-
-Aveva da fare- mi affrettai a dire, cercando di non mostrarmi troppo dispiaciuta, anche per non ferire Alessio, che invece si stava sforzando di farmi passare il compleanno più bello del secolo. 
-Niky, sei veramente bella stasera- mi sussurrò all'orecchio mentre ballavamo un lento.
-Solo stasera?- finsi di accigliarmi, lui rise.
-Lo sei sempre, ma stasera, hai veramente superato te stessa... però...-
-Però?-
-Voglio aiutarti ad essere ancora più bella. Me lo permetti?-
E senza aspettare la mia risposta, tirò fuori dalla tasca una piccola scatoletta blu. 
-Non ti ho ancora dato il tuo regalo-
Aprii la scatoletta con le lacrime agli occhi e ne tirai fuori una splendida catenina in argento con un ciondolo blu a forma di delfino.
-Che meraviglia!- esclamai, per poi buttare le braccia al collo di Alessio.
Gli vidi brillare una strana luce negli occhi: era felice di avermi fatta felice. Ed io fui a mia volta ancora più felice di essere la causa della sua felicità.
Lasciai che mi mettesse la collana e continuammo a ballare.
Quando tornai a casa, notai che sulla finestra della mia stanza c'era un mazzo di rose rosse.
In un primo momento pensai fosse un altro regalo di Alessio, ma poi lessi il biglietto che le accompagnava.
"IL BLU TI DONA, RAGAZZINA. BUON COMPLEANNO BRIT. PS GUARDA BENE LE ROSE"
Sbirciando tra i petali, notai un'altra catenina d'argento... gli uomini non hanno affatto fantasia! 
La tirai fuori dalle rose e presi tra le mani il ciondolo: una riproduzione perfetta, anch'essa in argento, di una fische, di quelle che si usano nei casinò. Mi ricordò casa, la mia Las Vegas, la mia vita. 
Finalmente qualcuno si preoccupava di fare un regalo Brit, la teenager appassionata di poker scappata da Las Vegas per i casini di sua madre, e non a Niky, la noiosa americana arrivata dall'altrettanto noiosa Greenville.
  
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