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Autore: _Skyline_    27/08/2014    0 recensioni
" Dylan non lasciare la mia mano!"
Fu l'ultima cosa che riuscì a dirgli prima di vederlo cadere, prima di buttarmi nel vuoto per cercare di salvarlo. Prima di scoprire qual'è la mia vera natura.
Ciao a tutti, questa è l'ennesima storia che scrivo su l'ennesimo attore per cui ho una cotta ahah, questa fan fiction presenterà il nostro amato Dylan O'Brien nelle vesti di un adolescente con poteri sovrannaturali, rinchiuso in un campus per persone speciali, li incontra Chloe, una ragazza apparentemente senza poteri, ma lui vede qualcosa in lei, per cui valga la pena lottare.
Un insieme di: Percy Jackson e gli dei dell'olimpo, Teen Wolf e Fallen, spero vi piaccia :) Aspetto con ansia vostre recensioni.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CHLOE'S POV

Il cielo stava raggiungendo il crepuscolo, sebbene non mi piaccia svegliarmi presto la mattina dovetti per forza accettare l'ordine di Dylan e dunque uscire dalla scuola alle prime ore del mattino, quando l'alba stava ancora sorgendo, così da riuscire ad oltrepassare il confine senza essere visti. È pazzo, non sono pronta a questo. Non sono preparata ad affrontare il mondo esterno, è una sfida più grande di noi. Io mi fido dell'astuzia di Dylan ma questo non basterà in scontri corpo a corpo, non basterà per sopravvivere. Ed io...non sono lontanamente preparata fisicamente per poter utilizzare i miei domini. Avrei solo voluto che i miei professori me ne avessero parlato prima, ma la paura li ha accecati, hanno preferito rinchiudermi piuttosto di rischiare. Non è giusto che io abbia dovuto nascondermi per tutti questi anni perché loro erano totalmente terrorizzati all'idea di crescere un pericolo umano, quando chiaramente il vero pericolo non sono io. Tutti gli altri studenti del campo sono molto più malvagi, assetati di sangue, si divertono delle disgrazie altrui e si credono superiori a chiunque per le abilità speciali che possiedono. Sanno correre veloce, hanno la super forza, la vista infuocata e cos'altro? Una volta usciti da quel luogo cosa faranno? Giocheranno a fare i supereroi o verranno sfruttati dai potenti dello stato per lavorare? Insomma, un braccio di Matt avrebbe lasciato a casa in vacaza decine di uomini, tutto il suo corpo avrebbe fruttato all'azienda tanto di quel risparmio e denaro che lo avrebbero imprigionato e utilizzato come un asino. A quel pensiero rabbrividì, non potevo permettere di essere scoperta, nessuno doveva sapere di cosa sono capace, almeno finché non sarei riuscita a perfezionare almeno una delle mie tecniche. Ora dovevamo solamente crearci una nostra identità e raggiungere il Polo Sud. Dylan dice di aver trovato un'anziana dominatrice dell'acqua in quel posto sperduto, non so come abbia fatto, forse è grazie ai suoi poteri ma spero di raggiungerla in fretta in modo da riuscire ad apprendere questa capacità.

Eravamo in cammino da un paio d'ore e avevamo raggiunto un imbarcazione abbandonata, almeno credo, con quella avremmo lasciato New York e saremo partiti. Riluttante su ciò che ci aspetterà comunque speravo di riuscire ad allenarmi. Prima di arrivare la vorrei almeno essere in grado di saper muovere un po' d'acqua. In meno di un mese raggiungeremmo il luogo previsto.

 

Dylan stava nello studio della nave a studiare alcune mappe e a rintracciare altri dominatori, io stavo sulla stiva a lasciare che l'innebriante profumo di mare mi penetrasse nelle ossa, non era un odore poi così piacevole, per via della salsedine che ti si appiccica sulla pelle ma mi dava un senso di libertà che dentro quella scuola, nascosta dalla città, non riusciva a darmi. Chiusi gli occhi cercando di innescare dentro di me quella scintilla che riusciva a far entrare l'acqua nelle mie vene, come se dei fili invisibili di una marionetta fossero legati in qualche modo all'acqua, e le mie dita riuscissero a muoverle. Non so spiegare come io ci riesca, mi basta pensare a ciò che voglio e quasi per magia sento un legame con questo elemento che me lo fa padroneggiare.

Lasciai che i miei pensieri di dissolvessero nell'aria quando una voce profonda mi rimbombò nel cranio facendomi sussultare. "Trova te stessa Chloe" disse questa voce, "Essere l'Avatar non è facile e ti ricopre di responsabilità, ma come tuo predecessore ti aiuterò nella guida spirituale del tuo cammino." e in un attimo quella voce maschile sparì dalla mia testa, sembrava che qualcuno stesse sussurrando dentro al mio orecchio ma no, la voce era nella mia mente, ed era dell'ultimo Avatar, le sue parole mi avevano confusa ma era incoraggiante sapere che mi avebbe aiutata. Scossi la testa riaprendo gli occhi, nemmeno mi ero accorta di essere caduta a terra, quella voce mi aveva come portata in un'altra dimensione, e forse è così. Parlare con lo spirito di un defunto non dev'essere qualcosa di così normale. In ogni modo, il legame che si è andato a formare ha creato in me quella forza e sicurezza dei miei poteri da farmi apprendere a pieno chi sono. Io sono l'Avatar.

Chiusi nuovamente gli occhi e mi lasciai trasportare dalla soave e rilassante melodia delle onde, portai le mani di fronte a me verso il mare e cominciai a fare lenti e coordinati movimenti, leggeri come l'aria, sembrava una danza, ma allo stesso tempo una battaglia, era tutto naturale l'unica cosa che sentivo era l'acqua che si legava al mio corpo accarezzandolo in un dolce abbraccio. Aprì gli occhi lasciando che il colore verde dei miei occhi si mischiasse con l'azzurro delle onde, ora la vedevo, una palla d'acqua era sospesa in aria, di fronte a me, lasciai le mie braccia libere di muoversi e in un secondo la scagliai all'orrizzonte come una frusta.

Sorrisi soddisfatta sentendo questo nuovo potere crescere dentro di me rendendomi invincibile. Mi sentivo potente più che mai, sapevo che potevo nutrirmi dell'energia di questi elementi. Sentì battere delle mani alle mie spalle, mi girai incatenando i miei occhi a quelli di Dylan. - Brava, davvero molto brava. - disse mettendosi le mani in tasca e avvicinandosi a me, stava masticando uno stuzzicadenti quando lo sputò a terra. - Che ne dici, riusciresti a spingere questa barca malandata con l'acqua? - appoggiò i gomiti sulla ringhiera in legno che costeggiava la stiva guardando il mare sorridendo, riuscivo a vedere l'azzurro dell'acqua riflettersi nei suoi occhi scontrandosi col suo castano. Sorrisi anche io, - Potrei provarci. - andammo sulla punta della nave, riportai le mani di fronte a me e desiderai di spingere l'acqua in modo da poter far andare più veloce l'imbarcazione, mi bastò desiderarlo e dare forza alle mani perché ciò accadesse. La nave prese a viaggiare sull'acqua a una velocità inconcepibile quasi caddi a terra per la spinta ma Dylan mi strinse i fianchi appoggiando forte il suo petto sul mio tenendomi ferma, rabbrividì a quel contatto. - Se vai avanti così ragiungeremmo la meta tra meno di due giorni. - ammise portando le labbra vicino al mio orecchio e sussurrando. Altri brividi. - Lo spero ma non posso stare così molto a lungo. - le braccia erano indolenzite e sentivo che stavano per mollare, avevamo fatto pochi chilometri e la barca sembrava potesse spiccare il volo da come la base strisciava sull'acqua. Poi, caddi indietro sopraffatta dalla potenza dei miei stessi poteri, persi l'equilibrio e caddi a terra sopra Dylan, ancora mi stringeva i fianchi, i suoi occhi mi stavano leggendo dentro, il mio cuore scalpitava, le mie guance arrossate. Se non mi scostavo subito la situazione poteva avanzare, e ormai ero troppo impegnata a scoprire me stessa per concentrarmi su questo. E comunque non sarebbe successo io, io non gli piaccio, in un certo senso è stato costretto a venirmi dietro, e poi è meglio non rischiare, dobbiamo essere una squadra.

Il sole stava calando, e in cielo comparivano le prime stelle e la luna si faceva alta illuminando il paesaggio, rifletteva sulle calme onde del mare riempiendomi di beatitudine, e soprattutto di forza. Durante il pomeriggio ho studiato con Dylan sulle vecchie tribù dell'acqua. C'era un epoca, mille anni fa, dove tutto il mondo era popolato interamente da dominatori e non. Vivevano tutti pacificamente, comandati dall'Avatar, ma un giorno, l'Avatar scomparve, e la pace terminò. Il popolo del fuoco decise di sottomettere tutti gli altri domini affinché il fuoco potesse essere l'unico e il più forte, questa battaglia durò cento anni, poi arrivò il mio predecessore, un monaco dominatore dell'aria, era un ragazzino all'epoca, ma grazie al mondo degli spiriti riuscì a vincere la battaglia. Ora tutti i dominatori si sono evoluti dando al mondo nuove specie di super eroi, ma il presidente ha cercato in tutti i modi di sopprimerli costringendoci a nasconderci. Ora, è il mio turno di riportare la pace.

Stavo nella mia stanza rannicchiata sotto al leggero tessuro bianco, il cuscino era scomodo e anche il materasso duro, ma non era quello a tenermi sveglia. Non riuscivo a prendere sonno, i pensieri stavano affollando la mia mente. Stava succedendo tutto in così poco tempo.

  • Chloe! Chloe svegliati! - sentì Dylan bussare alla mia porta con voce allarmata, solo allora mi accorsi che fuori tempestava e le onde si stavano praticamente mangiando l'imbarcazione. Uscì dalla stanza dirigendomi con Dylan sulla stiva, era tutta bagnata e le onde sembravano volessero mandarla giù a tutti i costi. - Che facciamo? - domando spaventata, quelle onde erano totalmente fuori dalla mia portata, non sarei mai riuscita a domarle. - Perchè non provi..- non lo feci terminare, sapevo cosa voleva, ma questo andava oltre le mie capacità. " Ce la puoi fare!" di nuovo quella voce fece irruzione nella mia mente, mi piegai portandomi le mani alle orecchie cercando di bloccarla, "Ti guido io" sembrava non volere smettere, faceva male, ma dovevo ascoltarla. "Mettiti al centro e apri le braccia." così feci, una volta in posizione aspettai solamente un altro ordine. Il cuore pulsava, lo sentivo chiaramente facendomi mancare il fiato. La pioggia che mi bagnava i capelli, le onde che s'infrangevano sul ponte, gonfie e minacciose, il mare non era più calmo, era spaventosamente arrabbiato. "Ora, spingi l'acqua lontana da te, apriti un varco, io ti aiuterò." poi la voce scomparve, affievolita, al suo posto c'era solo il rumore del temporale. Chiusi gli occhi concentrando tutte le mie energie sulle mani, pensai intensamente a cosa volevo che l'acqua facesse e dopo un po avvenne. Le onde lentamente si allontanarono di qualche centimetro dalla barca, ma non era sufficiente per evitare che l'imbarcazione andasse distrutta.

Vidi di fronte a me l'immagine sbiadita di un uomo anziano messo nella mia stessa posizione, aiutarmi a spingere l'acqua lontana dalla barca, lo vidi mentre una luminescenza oplaescente lo circondava, poi capì, ero entrata in contatto con lui, ora il mondo degli spiriti e il nostro si erano fusi, e stavano coesistento pacificamente, io ero il loro prezioso tesoro, non potevano permettere la mia morte. Dal momento della sua apparizione mi sentivo più forte e invicibile e a quel punto riuscì ad aprire gli occhi. Enormi onde si estendevano in altezza per quasi dieci metri, lontane almeno la stessa distanza dall'imbarcazione, ora avevamo un passaggio, potevamo raggiungere il polo sud tranquillamente, in fondo si trattava solamente di resistere. Dopo pochi minuti sentivo le braccia deboli, i muscoli tesi bruciavano dallo sforzo e anche i polpacci non erano da meno, ma non potevo mollare. Lanciai un grido per liberarmi, per far uscire tutta la rabbia che avevo in corpo. La pioggia batteva frenetica sulla mia cute, bagnandomi e scompigliandomi i lunghi capelli biondi, non ce la facevo più, sentivo che tutte le mie forze si stavano esaurendo. Sentì delle braccia muscolose avvolgersi attorno a me abbracciandomi da dietro. Era Dylan, anche lui inzuppato fradicio mi stava trasmettendo tutta la sua forza, il cuore iniziò a battermi più forte e una scarica di adrenalina mi fece fremere le gambe, il mio predecessore era scomparso, ora era dentro di me.

- Dylan non ce la faccio più. - dissi gridando per sovrasstare le grida della tempesta. - Non mollare! - mi strinse più forte premendo il suo petto sulla mia schiena, potevo sentire il suo cuore e il calore della sua energia attraversarmi il corpo, poi piano piano, la pioggia cominciò a cessare, diventando lentamente solo un piccolo sgocciolamento da rubinetto difettato. Il cielo era ancora scuro, ma almeno il vento cessò e costantemente le onde iniziarono a dissiparsi, ad abbassarsi, fino a calmarsi del tutto. Portai le braccia lungo i fianchi barcollando ma prima che potessi cadere Dylan mi prese, sollevandomi in braccio. - Sono stata brava? - chiesi sorridendogli, i miei occhi erano stanchi e tutto il corpo indolenzito, anche la mia voce risuonava esausta. - Bravissima piccola. - rispose lasciandomi un bacio sulla fronte bagnata. A quel punto chiusi gli occhi, perdendo i sensi e lasciando che il buio mi avvolgesse. 

Note dell'autrice
Ciao a tutti, eccomi qui a pubblicare il capitolo all'una di notte. Ci ho messo parecchie ore a scriverlo e probabilmente ci saranno errori di distrazione, spero non molti. Fatemi sapere cosa ne pensate e tanti auguri al mio idolo Dylan.

   
 
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