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Autore: Angelauri    27/08/2014    12 recensioni
A Miami è una splendida giornata estiva. Fa molto caldo e il team Austin e Ally si deve riunire. Il programma sarebbe quello di andare in spiaggia dopo aver discusso del nuovo video di Austin. Ma purtroppo succede qualcosa di inaspettato che trasformerà una bella giornata di sole e divertimento in un incubo per Austin, Ally, Trish e Dez. Come reagiranno i nostri protagonisti?
Dal testo:
"Pensai che al mondo ci sono diversi tipi di persone.
I simili, che vivono cercandosi a vicenda.
Gli opposti, che si attraggono come calamite.
Le anime gemelle, che si trovano sempre, anche se lontane.
E, infine, le persone come me ed Ally, che si cercano, si attraggono e si trovano nello stesso momento. Che sono simili, ma che sono anche agli opposti.
Quelle persone che sono complementari, fondamentali, indispensabili l'uno per l'altra.
Che da sole sono forti, ma che insieme sono indistruttibili, eccezionali.
E non importava se Ally non mi amava come l'amavo io, perché noi due eravamo quell'ultimo genere di persone.
Ci appartenevamo e nessuno avrebbe mai potuto cambiare questo."
Spero di avervi incuriosito e che leggiate questa mia prima fanfiction :-D
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ally Dawson, Austin Moon, Dez, Trish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Festa a sorpresa

Ally


Dopodiché aprii le porte ed accesi la luce.

- SORPRESAAAA !!! - gridarono non so quante persone, sbucando fuori da ogni angolo del negozio.

Io e mio padre facemmo un salto all'indietro per lo spavento. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere...
Il Sonic Boom era stato decorato a festa : cosparsi qua e là c'erano gruppi di palloncini rossi, arancioni e gialli, legati tra loro da fiocchetti bianchi; sulla parete vicino alle scale c'era un cartellone azzurro chiaro con scritto in blu a caratteri giganti “TI VOGLIAMO BENE ALLY!”; gli strumenti erano stati spostati verso le altre pareti per lasciare spazio ad un grande tavolo in legno ricco di bevande e leccornie di tutti i tipi (il cartello “Vietato mangiare in negozio” non c'era più da nessuna parte), sistemato accanto al bancone.

Ero rimasta a bocca aperta, con gli occhi spalancati.

- M-a ma co-sa... - non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase, perché tutta la gente mi venne incontro per abbracciarmi e sussurrarmi parole di conforto come “Sono contento\a che tu stia bene!” o “Non sai come ero in pensiero per te!”.

C'erano Dallas, Kira, Elliot, dei negozianti del centro commerciale, Nelson, praticamente tutti i miei compagni di classe... C'erano tutti i miei amici e ne ero felice, ma non capivo cosa stesse succedendo. Mio padre era anche più sconvolto di me!
Dopo un paio di minuti, qualcuno accese uno stereo e la maggior parte delle persone si disperse per la sala per andare a mangiare o a ballare.
Mi guardai intorno e vidi Austin (con in mano un bouquet), Trish e Dez che mi si stavano avvicinando. Sui loro volti c'erano sorrisi complici ed espressioni orgogliose ed entusiaste. Il che poteva significare una sola cosa...

- Siete stati voi? - chiesi sorridendo.

- Sorpresa! - ripeté Trish abbracciandomi - Ti piace? -

- Tantissimo... - le risposi con gli occhi lucidi, dopo che si staccò.

- Su Ally non piangere, o scoppierò anche io in lacrime! - esclamò Dez asciugandosi una lacrimuccia.

Tutti lo guardammo con espressione del tipo “Ma che stai dicendo?!”

- Non fissatemi così! - borbottò - Lo sapete che sono sensibile! -

Cominciammo tutti a ridere.

- Questi sono per te. - disse Austin porgendomi un meraviglioso mazzo di rose e gigli.

- Sono bellissimi! Grazie mille, sono i miei fiori preferiti... - lo ringraziai mentre una lacrimuccia di gioia mi scendeva sulla guancia.

Lui mi si avvicinò ulteriormente, fino ad essere a pochi centimetri da me, e delicatamente mi asciugò la guancia, con un veloce gesto della mano. Intanto, mi guardava con quei suoi bellissimi occhi ed io non potevo fare a meno che perdermi in quel suo sguardo sicuro e rassicurante, che mi faceva battere il cuore all'impazzata. Le gambe cominciarono a tremare leggermente, mentre il mondo attorno a noi scompariva lentamente. Perché mi sentivo sempre così quando ero con lui?

- Ecco, ora mi fate davvero commuovere! - esclamò Dez, per poi andare a prendere dei fazzoletti.

Ritornai alla realtà e, con un leggero calore che mi pizzicava le guance, voltai la testa da un'altra parte.

- Beh... ehm... Grazie ancora. - balbettai sorridendo.

Austin mi abbracciò, cercando di non schiacciare i fiori, e avvicinò la sua bocca al mio orecchio.

- Dei fiori bellissimi per una ragazza ancora più bella. - sussurrò.

Arrossii ancora di più, ma ricambiai quel gesto così dolce e mi lasciai stringere dalle sue braccia forti e sempre pronte a sorreggermi.
Dopo qualche secondo sentii mio padre tossire, per schiarirsi la gola o, più probabilmente, per attirare la nostra attenzione. D'istinto ci sciogliemmo dall'abbraccio, senza però smettere di sorriderci.

- Posso sapere che sta succedendo? - chiese papà.

- Non si preoccupi signor Dawson, dopo puliremo tutto noi! - rispose Trish sorridendo.

- Okay... - commentò alzando gli occhi al cielo, anche se si poteva notare un sorriso sotto quella sua espressione un po' scocciata

- Allora io ritorno a casa. Qui sono di troppo... - continuò guardando prima Austin, poi me ed infine tutte le altre persone - Mi raccomando Ally, non stancarti troppo. Io ti aspetto a casa. -

- Non preoccuparti papà. - dissi.

Mi diede un leggero bacio sulla guancia e se ne andò via.
Ecco il mio papà : un po' imbranato ma premuroso, che mi lascia vivere e sbagliare, ma che è sempre e comunque pronto ad aiutarmi quando ho bisogno di lui.

- Allora, andiamo a divertirci? - domandò Dez, che intanto aveva finito di commuoversi.

- Certo. - risposi sorridendo, dopo aver posato i fiori in in un vaso pieno d'acqua.
 

Austin

Ally, quel pomeriggio, era semplicemente favolosa. La sua espressione sorpresa, quando eravamo usciti tutti dai nostri nascondigli, era stata impagabile : non l'avevo mai vista così felice.
Avevamo cominciato a chiacchierare e a stuzzicare qualche popcorn e qualche nocciolina, mentre Dez e Trish si scatenavano insieme agli altri “sulla pista da ballo” improvvisata al centro della sala.
La musica sovrastava praticamente tutto il resto e quindi, per parlare tra noi, dovevamo quasi urlare.
Volevo chiederle perché non dormisse più la notte, ma ogni volta che accennavo all'ospedale o al giorno precedente lei cambiava discorso. Infondo quella era una festa in suo onore, così decisi di non pensarci più e di divertirmi soltanto.
Verso le cinque e un quarto Trish mi si avvicinò e, dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua, mi prese in disparte.

- È tutto pronto! Quando vuoi, puoi andare a cantare. - mi comunicò quasi urlando.

- Va bene! - risposi col suo stesso tono di voce.

Intanto Ally ci guardava da lontano per cercare di capire cosa stessimo confabulando. Ma poi, vidi Dallas che le si avvicinava, che le chiedeva qualcosa e lei che gli annuiva in risposta. Lui la prese per mano e la portò al centro della stanza, dove entrambi cominciarono a ballare (al loro modo).
Sentii una forte rabbia avvamparmi dentro e la mia espressione diventò subito più dura.

- Tutto okay, Austin? - mi domandò Trish sorridendo.

- Sì... - mentii.

Non era per niente tutto okay.

- Allora perché fulmini Dallas con lo sguardo? - mi stuzzicò lei, facendomi istintivamente voltare la testa da un'altra parte - Non sarai mica geloso? -

- Nooo. - esclamai scuotendo la testa più volte.

In realtà sapevo che Trish aveva perfettamente ragione.

- Se lo dici tu... - commentò lei. Si vedeva lontano un miglio che non mi credeva.

- Vado a cantare. - ribattei deciso.

Quello era l'unico modo per separare Ally e Dallas.
Così, salii sulle scale che portavano alla sala della musica e che sarebbero state il mio palco improvvisato. Dez, appostato alla fine delle scale con le sue attrezzature, mi passò il microfono e spense la musica. Tutte le persone nel negozio si voltarono verso di me, inclusi Ally e Dallas che smisero di ballare (cosa che mi rese subito più felice).

- Ciao a tutti e grazie di essere qui! - dissi al microfono - Io sono Austin Moon e vorrei dedicare questa canzone alla mia partner e migliore amica Ally. -

Tutti gli invitati applaudirono ed esultarono contenti.

- Lo so che questi giorni non sono stati una passeggiata... - continuai rivolgendomi direttamente ad Ally, che intanto mi guardava commossa - Ma noi siamo tutti qui per te e sappi che ti vogliamo tanto bene. -

Lei mi sorrise dolcemente ed io ricambiai il gesto. Poi feci un cenno della testa a Dez, che fece partire la base; pochi secondi dopo le prime note di “Better Together” cominciarono a diffondersi attraverso le casse nel Sonic Boom.
Io cominciai a cantare, senza mai spostare lo sguardo da Ally.

- Uh-huh oh oh, Uh-huh oh oh oh
Sometimes, I get in my own way
I need someone to say
"Hey, what are you thinking?"
Your words, they’re always just in time
Just like a perfect rhyme
Like, you’re not even tryin
g
Like pieces of a puzzle
Without each other,
We’re in trouble, trouble
Hey, I will always stay
By your side forever
‘Cause we’re better together
Hey, there’s no other way
We’ll make it through whatever
‘Cause we’re better together
Uh-who-o-o-oh Uh-who-o-o-oh. -

Scesi le scale e, facendomi strada tra la gente, raggiunsi e salii sopra il bancone, con lo sguardo sempre incatenato in quello di Ally.

- Remind me when I'm losing touch,
When I'm a little much,
Pull, me back to reality,
You,
keep my feet on the ground,
Cause when your not around, I feel I am floating
Like pieces of a puzzle,
without each other,
we're in trouble, trouble

Hey, I will always stay
By your side forever
‘Cause we’re better together
Hey, there’s no other way
We’ll make it through whatever
‘Cause we’re better together -

Saltai giù dal bancone, senza però smettere di cantare, e mi diressi dalla persona che mi rendeva migliore quando stavamo insieme, dalla persona a cui tenevo di più al mondo. Io ed Ally eravamo ormai uno davanti all'altro e lei mi guardava con in volto il suo adorabile sorriso, che mi faceva letteralmente impazzire.

- Like the waves need the sand to crash on
Like the sun needs a world to shine on
You’re the bright side of every day
Me without you just isn’t the same!

It's not the same...
Better, oh better,
Oh, we're better together -

La presi per mano e le feci fare qualche giravolta, facendola ridere. Tutti gli altri, intanto, cantavano con me e ci guardavano sorridendo.

- Hey, I will always stay (stay)
By your side forever (ever)
‘Cause we’re better together
Hey, there’s no other way
We’ll make it through whatever

Cause we’re better together. -

Sempre tenendola per mano, la portai con me sulle scale e terminai la canzone, senza smettere di guardarla nemmeno per un nanosecondo.

- Hey, I will always stay
By your side forever
‘Cause we’re better together
Hey, there’s no other way
We’ll make it through whatever

Cause we’re better together

Uh-huh oh oh, Uh-huh oh oh oh. " -

La canzone finì, tutti gli invitati e le altre persone (che erano appena arrivate sentendo la musica) applaudirono ed Ally mi abbracciò. Le sue mani si congiungevano dietro il mio collo, mentre le mie si stringevano intorno alla sua vita. Poggiai la testa sul suo collo, con il viso tra i suoi capelli, e il suo profumo mi inebriò, come se mi trovassi in un giardino pieno di rose.

- Grazie Austin. - mi sussurrò dolcemente.

- Non potrei mai farcela senza di te. - bisbigliai a mia volta.

Ci staccammo dall'abbraccio, ci sorridemmo e, mano nella mano, raggiungemmo Trish e Dez, che intanto stavano mangiando delle patatine.

- Wow Austin! Sei stato bravissimo. - si complimentò Trish.

- Sì, amico! Sei stato davvero Rock & Roooll!!! - esultò Dez.

- Grazie, ma non avrei potuto cantare senza il vostro aiuto. - mi giustificai.

- E io, senza di voi, non sarei così felice adesso! - aggiunse Ally.

- Aaaw! - esclamò Dez - Abbraccio di gruppo! -

Così ci abbracciammo e il pomeriggio continuò tra risate, musica e divertimento.
 

Ally

Mi stavo divertendo tantissimo, non riuscivo ancora a credere che i miei amici mi avessero organizzato una sorpresa così bella. Non pensavo neanche più ai miei incubi.
Ad un certo punto la musica cambiò e cominciarono a sentirsi le note di un lento.

- Mi concedi questo ballo? - chiese una voce dolce alle mie spalle.

Mi voltai e mi ritrovai davanti due bellissimi occhi castani e un sorriso irresistibile.

- Certo. Ma lo sai che non so ballare molto bene... - risposi abbassando il tono della voce.

- Non importa, basta che segui i miei passi. - mi rassicurò Austin.

Poi mi prese per mano e mi portò al centro della sala. Tutte le coppie danzavano, guardandosi negli occhi con sguardi innamorati e sorrisi imbambolati, come se non gli importasse niente del resto. Ed anche io volevo vivere quell'incanto, proprio come loro.
Austin mise le sue braccia forti e possenti attorno ai miei fianchi, mentre io incrociai le mie intorno al suo collo. I nostri visi erano a meno di una decina di centimetri l'uno dall'altro, così come le nostre labbra.

Io ero insicura e goffa di solito, troppo bassa, troppo magra... Ma tra le sue braccia, non avrei voluto essere in nessun altro modo, perché lui (solo lui) mi faceva sentire a mio agio, bella e sicura di me. Cominciò a fare qualche passo ed io lo seguii, poi tutto venne da sé; pochi secondi dopo sembravamo una di quelle dolci coppiette che ballavano nel negozio, che ormai erano come svanite. C'eravamo solo io, lui e quella musica così dolce e romantica. Danzavamo guardandoci negli occhi e sorridendoci, muovendoci lentamente intorno a un punto impreciso, in completa sincronia sulle note di “A Thousand Years” (di Christina Perri).
Non so perché ma, improvvisamente, la distanza che ci separava sembrò essere sbagliata, ingiusta ed io volevo solamente eliminarla. Ma non potevo, anche se i nostri corpi erano perfettamente incastrabili e complementari tra loro.
I miei occhi erano continuamente ed inspiegabilmente attratti da quelli di Austin. Non sarei mai riuscita a sostenere quel suo sguardo così carico di emozioni in un'altra qualsiasi situazione; ma in quel momento, in quel posto, con lui, tutto mi sembrava possibile.
Purtroppo la canzone finì e, con lei, anche l'incanto terminò. Cominciò a risuonare musica pop nel negozio e presto tutte le coppie si sciolsero, inclusi noi, per lasciar posto anche alle altre persone sulla "pista da ballo".
Ci fermammo ed ebbi la sensazione che anche Austin volesse annullare le distanze tra i nostri visi. Ma io abbassai il volto, leggermente rossa in viso. Non avevo idea di che cosa mi fosse preso, ma non sapevo che altro fare.

- Sei stata eccezionale. - mi sussurrò lui.

Leggermente alzai lo sguardo e lo vidi sorridere, anche se potevo intravedere una leggera delusione nei suoi occhi. Intanto gli altri ci ballavano intorno, ridendo e scherzando.

- Grazie... - dissi sorridendo a mia volta.

Lui mi prese di nuovo per mano e insieme ci allontanammo verso il buffet.
Erano già le sei. Di lì a poco le persone avrebbero cominciato ad andarsene.

In quel momento Trish e Dez stavano salutando e ringraziando alcuni dei negozianti che stavano per tornare ai loro negozi.

- Vado a prendere le mie cose al piano di sopra. - comunicai ad Austin.

- Vuoi che vengo con te? - mi chiese lui gentilmente.

- No, non ti preoccupare. -

Ci sorridemmo, poi mi avviai su per le scale e raggiunsi la sala della musica. Appena varcai la porta, una marea di ricordi mi inondò la mente. Di quante avventure e giornate era stata spettatrice questa stanza! Era una parte fondamentale dei miei ricordi e della mia vita...
Il mio telefono era ancora sulla poltroncina vicino al pianoforte, proprio dove l'avevo lasciato prima di svenire. Lo presi e lo misi dentro la borsa, che era appesa all'attaccapanni. Lì dentro c'era anche il mio diario : era da un bel po' che non lo aggiornavo e che non ci scrivevo più canzoni.

- Ciao Ally. - esclamò qualcuno alle mie spalle, facendomi sobbalzare.

Di scatto, mi girai : era solo Elliot.

- Tutto bene? - mi chiese.

- Sì, è solo che pensavo di essere sola. - risposi con una risatina nervosa.

Era da un po' che non vedevo più Elliot : eravamo rimasti amici, è vero, ma non era più lo stesso quando chiacchieravamo o scherzavamo tra di noi. É questo il brutto di quando nasce qualcosa tra due amici : non sai mai se potrete tornare ad essere spontanei come prima... Ed era esattamente quello che volevo evitare con Austin.

- Senti... Mi chiedevo se ti andasse di uscire con me, domani mattina... - disse un po' titubante.

Ci pensai un po' su : cosa avrei dovuto dirgli? Era forse un appuntamento?

- Come amici, intendo. - continuò lui.

Lo guardai negli occhi. Non sembrava che stesse mentendo e poi, non sarebbe stato tanto male stare tra amici come al campo estivo. Magari quella sarebbe stata la volta buona per chiarirsi...

- Va bene. - risposi sorridendo.

- Fantastico! - esultò - Allora ti passo a prendere verso le dieci, okay? -

Annuii e lui, dopo avermi salutato, se ne tornò a casa. Mi sembrava di aver fatto la cosa migliore, ma se così non fosse stato?
Pensierosa, presi la borsa e tornai lentamente al piano di sotto : se ne erano andati già in molti. Austin era vicino alla porta, a fare degli autografi a qualche fan; Trish, invece, se ne stava in piedi dietro il bancone, a chiacchierare con Dez e Kira su non so che cosa. La mia migliore amica era sempre in grado di darmi consigli efficienti, così, mi avvicinai al gruppetto.

- Trish, posso parlarti? -

- Certo! - disse per poi rivolgersi agli altri due - Torno subito. -

Ci allontanammo, fino a raggiungere il “reparto chitarre acustiche” vicino alla porta del negozio.

- Dimmi tutto. - mi incoraggiò lei, dato che non avevo ancora cominciato a parlare.

Ma non mi era così facile in mezzo a così tanta gente pronta ad origliare. Già, perché nel centro commerciale, le notizie ed i pettegolezzi viaggiavano più veloci del vento.

- Ecco, Elliot mi ha chiesto di uscire poco fa... - iniziai, quando fui sicura che nessuno stesse ascoltando - Come amici, ovvio... -

L'espressione di Trish era piuttosto complicata da decifrare.

- E tu cosa gli hai risposto? - mi chiese.

- Ho accettato... - dissi dopo una breve pausa.

- Ah... - commentò Trish, facendomi venire ancora più dubbi.

“Ah” non era esattamente un commento positivo, ma neanche così negativo.

- Io pensavo che così avremo una possibilità di tornare amici come prima, capisci? - mi giustificai - Non potevo dirgli di no senza spiegargli il perché... Infondo, che motivo avrei avuto per declinare l'invito? E poi lui è anche venuto alla festa, è stato gentile, e... -

Stavo parlando a raffica, senza nemmeno prendere fiato : una cosa altamente sconsigliabile per chi ha avuto da poco un'insufficienza respiratoria e soffre di asma.
Trish notò che non stavo tanto bene e mi fece sedere su una sedia lì vicino.

- Stai bene? - domandò preoccupata.

Nessun altro ci aveva notato, o almeno così credevo.

- Sì... - risposi lentamente - È solo, che... Beh... Secondo te cosa avrei dovuto fare? -

Lei mi scrutò attentamente, come se cercasse di trovare una risposta adatta che non peggiorasse lo stato confusionario in cui mi trovavo.

- Sinceramente, io pensavo che Elliot fosse già partito per non so dove, non l'ho nemmeno invitato io. Credo che sia stato quel genio di Dez a farlo... - cominciò - Comunque, secondo me non hai sbagliato ad accettare, però... -

- Però cosa? - la incitai a continuare.

- Sei sicura che sia solo un'uscita tra amici? -

- Sì... Almeno credo. Perché me lo chiedi? - dissi allarmata.

- Perché Elliot ti ha guardata per tutta la serata, e non solo lui. - rispose lentamente, guardando prima verso Dallas (che stava chiacchierando con una mia compagna di classe) e poi in direzione di Austin.

- Eh? - non ci stavo capendo più niente.

- Lasciamo stare... - si spazientì - Se sei sicura che sia la cosa più giusta da fare e pensi che così la situazione tra voi migliorerà, io ti appoggio. Ma non posso dirti cosa fare, la vita è la tua. -

Annuii distrattamente. Il problema era proprio quello : io ero una persona costantemente e irrimediabilmente insicura, ero l'eterna indecisa. E, in quel momento, Trish non era decisamente d'aiuto. La guardai sconsolata e lei mi fece un sorriso buffo.

- Perché ridi? - borbottai alzando sempre di più la voce - Sai, non mi stai dando una mano! Sei sempre pronta ad intrometterti nelle mie relazioni personali, anche quando non vorrei. Ma adesso che ho bisogno che tu lo faccia, inspiegabilmente ti tiri indietro?! -

- Hei! - esclamò lei fingendosi offesa - Non sono così impicciona! -

La guardai con un'espressione che diceva chiaramente “Ne sei sicura?” e scoppiammo a ridere.
Trish mi abbracciò, per poi ritrarsi velocemente.

- Non è che non ti voglio dare dei consigli... - mi spiegò - Ma so troppe cose di questa storia e non posso essere oggettiva. -

La guardai, ero visibilmente confusa.

- Ma di cosa stai parlando? - chiesi.

Lei fece un cenno della testa in direzione di Austin, che era pochi passi dietro di lei. Ci stava fissando, ma appena notò che lo stavo guardando anche io, si voltò di scatto. Un terribile senso di rimorso mi avvolse il cuore : e se avesse sentito tutto? Spostai lo sguardo in direzione del soffitto, con il respiro non più regolare. Non capivo perché, ma non volevo che lui sapesse dell'uscita con Elliot...

- Ally? Tutto okay? - mi richiamò Trish.

Feci cenno di sì con la testa, cercando di auto-convincermi che sarebbe andato tutto per il verso giusto.

- Che cosa mi stai nascondendo? - le domandai.

- Niente! Perché me lo chiedi? - disse lei velocemente.

- Curiosità... -

Lei mi sorrise nervosamente, per poi tornare a chiacchierare con Kira e azzittire in continuazione Dez. Austin intanto si stava avvicinando a me e sentii il cuore cominciare a martellarmi nel petto.

- Vuoi che ti accompagni a casa? - mi chiese con un leggero sorriso, mentre nei suoi occhi aleggiava un velo di amara tristezza.

Mi guardai intorno : se ne erano andati quasi tutti.

- Non ti preoccupare, poi lo chiudiamo noi il negozio. - continuò.

- Va bene. - accettai con un sorriso nervoso.

Lui mi porse la mano e mi aiutò ad alzarmi. Dopo che ebbi salutato e ringraziato ancora una volta Dez e Trish, ci incamminammo verso casa mia.
 

Austin

La casa di Ally distava circa dieci minuti dal Sonic Boom e, ormai, conoscevo il percorso a memoria. Una leggera brezza rinfrescava Miami quella sera, facendo muovere ripetutamente le foglie degli alberi. Si poteva avvistare qualche piccola nuvola grigia in lontananza, ma faceva ancora piuttosto caldo.
Io e Ally camminavamo uno accanto all'altra, a pochi centimetri di distanza. Restammo per la maggior parte del tempo in silenzio, lasciando che il fruscio del vento e il rumore delle macchine per strada facessero da colonna sonora a quella nostra camminata. Avrei tanto voluto tenerla per mano, ma non potevo far finta di non aver sentito la sua conversazione con Trish. Non è che stessi proprio origliando, ma loro due erano a pochi metri da me e parlavano anche ad alta voce!

Guardai Ally, che camminava silenziosamente con in mano la sua borsa : i suoi fluenti capelli dalle punte dorate svolazzavano leggermente, mossi da quel fresco venticello estivo, mentre i suoi occhi sfuggenti e magnetici fissavano senza emozione il marciapiede di mattonelle grigie. Si mordeva leggermente il labbro.

- C'è qualcosa che non va? - le sussurrai.

- No... È tutto a posto... - disse lei sorridendo, ma senza guardarmi negli occhi.

- Non sembrerebbe. - commentai.

- Sono solo un po' stanca e sovrappensiero. - aggiunse a bassa voce.

- A cosa pensi? - chiesi leggermente preoccupato.

- Non lo so neanche io... - rispose posando lo sguardo da tutte le parti tranne che su di me.

Passò ancora qualche minuto di assordante silenzio. Non sopportavo tutta quella distanza tra noi, mi faceva stare solo peggio... Anche se, in realtà, non sapevo neanche cosa mi turbasse di preciso, provavo come un mix di tristezza, rabbia, delusione e forse anche gelosia.
Intanto, il sole si comportava come un bambino piccolo che si rifiuta di andare a dormire : infatti splendeva ancora nel cielo, nonostante dovesse già essere sul punto di tramontare, e solo in quel momento cominciava a nascondersi dietro il profilo dei palazzi più alti.

- Posso chiederti una cosa, Ally? - dissi ricordandomi di una cosa.

Lei annuii pensierosa, guardando la sua casa, che si trovava ormai a pochi metri da noi.

- Perché non riesci più a dormire? - domandai lentamente.

Lei si immobilizzò inspiegabilmente, facendomi fermare di conseguenza, e si girò verso di me. Il suo sguardo era impaurito e terribilmente triste.

- Io... Io non... - balbettò dopo qualche secondo.

- A me puoi dire tutto, Ally. - la rincuorai.

Mi guardava, ma era come se non riuscisse più a parlare.

- Io non posso... Non ci riesco. - riuscì a dire con un filo di voce.

- Perché? Cos'è che ti terrorizza così tanto? - le chiesi dolcemente.

Una lacrima amara le rigò una guancia e, d'istinto, l'abbracciai. Lei, con il viso affondato nel mio collo, cominciò a piangere, mentre veniva scossa da dei singhiozzi irregolari.
Non sapevo cosa fare, cosa dire... Ero solo tremendamente preoccupato per lei : la situazione era peggiore del previsto.

Poi, improvvisamente, Ally si staccò dall'abbraccio e ricominciò a camminare velocemente verso casa, mentre io la seguivo.

- Ti prego Ally, parlami di cosa ti preoccupa così tanto! Posso aiutarti... - le dissi rincorrendola.

- No, non puoi! - ribatté lei - Per favore, non insistere. -

- Ma... -

Era troppo tardi, eravamo già alla porta di casa sua. Con le mani che le tremavano, Ally cercò disperatamente le chiavi di casa nella borsa, per poter entrare.
Io intanto non ci capivo più niente. Infondo, io volevo solo aiutarla... Perché mi trattava così? Sentii una rabbia improvvisa assalirmi dentro, mentre lei infilava e girava le chiavi nella serratura.

- Spero che tu ti diverta insieme ad Elliot, domani. - esclamai cercando di mantenere la voce calma.

Lei si voltò con sguardo interrogativo, ancora più triste di prima ed io mi pentii profondamente di quello che avevo appena detto.

- Come fai a saperlo? - chiese appena percettibilmente.

- Io... Niente, lascia perdere... Torno ad aiutare Trish e Dez. - dissi fissando il vuoto.

Mi girai e cominciai ad allontanarmi velocemente verso il Sonic Boom.

- Austin! - sentii gridare da Ally in lontananza.

Ma io non tornai indietro... Anzi, accelerai il passo e ripercorsi a ritroso tutta la strada percorsa, mentre uno stato di profonda confusione mi offuscava la mente.
 

Ally

Entrai in casa, piangendo. Mio padre non c'era né in cucina né in giardino, ma mi aveva lasciato un biglietto sul tavolo, in salotto :

Ciao Ally, ho ricevuto un messaggio da tua mamma, in cui mi spiegava che oggi non ti ha potuto chiamare a causa del maltempo lì, in Africa. Ha promesso che ti telefonerà appena può.
Io vado in camera mia a riposare, se hai bisogno d'aiuto mi trovi lì.
Spero che tu ti sia divertita. Ti voglio bene.

Papà.

Gli lasciai a mia volta una breve risposta, in cui dicevo che andavo a dormire anche io perché ero sfinita.
Ed era vero, ero stanchissima : tutta l'adrenalina che avevo avuto in corpo fino a qualche minuto prima se ne era andata, lasciando posto a un'inesorabile spossatezza. Strascinando i piedi, salii le scale e mi diressi in bagno. Lentamente mi feci una doccia rinvigorente e indossai una camicia da notte azzurra con i bordi ricamati neri, che mi arrivava fino alle ginocchia. Camminai silenziosamente in camera mia, chiusi la porta a chiave e mi nascosi sotto le fresche coperte arancioni del mio comodo letto. Anche se faceva caldo, mi coprii fino a sopra la testa.

Avevo un disperato bisogno di pensare. Ero profondamente combattuta : da una parte credevo di aver fatto la cosa giusta con Elliot, infondo anche la nostra amicizia meritava una seconda possibilità; dall'altra parte però c'era Austin, che aveva ascoltato tutta la mia conversazione con Trish e che mi aveva chiesto delle notti insonni, ed ero davvero triste per averlo trattato in quel modo...
Le lacrime cominciarono a scendere calde sulle mie guance, senza riuscire a fermarsi.
Non avevo la più pallida idea su cosa fare : se fossi uscita con Elliot, avrei fatto soffrire in qualche modo Austin e senza neanche sapere il perché, dato che lui non mi avevo spiegato la causa della sua “rabbia”; ma se avessi declinato l'invito, avrei recato una delusione a Elliot, che era stato così gentile quel pomeriggio... In entrambi i casi, qualcuno avrebbe sofferto a causa mia.
E poi c'era anche la storia degli incubi : cosa avrei dovuto fare? Raccontare tutto o tacere?
Non avevo mai parlato di questo a nessuno, nemmeno alla mia famiglia o a Trish. Speravo che, tenendomi tutto dentro, il problema si sarebbe risolto da solo, senza complicazioni... Ma ovviamente mi sbagliavo.
Sentii le palpebre appesantirsi e le forze abbandonarmi definitivamente. Dovevo dormire, anche se preferivo rimanere sveglia anziché sognare di nuovo la “foresta delle figure arboree”. Ma, ancora una volta, il mio corpo decise da solo e mi abbandonò al sonno.
Ero confusa, triste, arrabbiata, ma niente di tutto ciò aveva rilevanza nei miei incubi : lì, c'era posto solo per la paura.
 

Angolo Autrice

Buon pomeriggio a tutti! Come state?
Eccomi di nuovo qui, con il settimo capitolo della storia... Spero che vi piaccia :-) !

Come potete notare questo capitolo è leggermente più lungo degli altri, perché ho voluto scrivere la canzone “Better Together” per intero (dato che mi piace tanto ed ha un bel significato).
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno messo questa storia tra le seguite e\o le preferite e anche tutti quelli che leggono e\o recensiscono la mia storia :-D !!! Non sarebbe lo stesso, senza di voi :-) .
Se avete qualche critica o consiglio o volete dirmi cosa ne pensate, potete scrivermelo via recensione, se vi va.
Vi mando un bacione e un abbraccio.
Ciao ♥ !
 

   
 
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