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Autore: hiphipcosty    27/08/2014    2 recensioni
Piccola follia dedicata ad un Jacob che fugge, nell'ultimo disperato tentativo di ricerca della felicità
"... E così assaporando ogni giorno accanto a lei, come un compagno fedele, ti eri illuso di qualcosa, dicevi di aver visto la nascita di una scintilla nei suoi occhi. Ti eri imposto di vedere un suo amore nei tuoi confronti, frutto solo della tua fantasia. Stupido, sciocco, lupo. Perché dicevi questo? Ma non darti la colpa, lupo, non è tua. L’imprinting offusca la mente, la vista e tutti gli altri sensi; ti impedisce di vedere correttamente lungo la tua strada. Questa purtroppo è piena di buche e rovi, nei quali è facile inciampare e cadere e tu, ammettiamolo, sei sempre stato molto goffo.
E’ stato questo istinto la tua condanna, la tua croce che sempre porterai sulle spalle."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Il lupo

                                                         Il lupo

                                                                            


Eccoti lì, seduto su una panchina della stazione di Forks, sotto un piccolo lampione che emana luce opaca. Il fioco chiarore che si riflette sul tuo viso, risalta la tua carnagione scura, dandoti un’aria tetra. Sei solo, la valigia di fronte a te, in una notte d’inverno fredda e buia. Nonostante i cinque gradi che segna l’indicatore accanto a te, sfoggi la tua solita maglietta a maniche corte.             
Una forte nausea ti colpisce allo stomaco e un senso di soffocamento riaffiora dalla gola. Hai  voglia di scappare, alzarti da quella panchina, correre aldilà dei monti; senti il bisogno di farlo, perché la paura del cambiamento che seguirà la tua decisione, ti spaventa troppo.    
Scappare, ma dove andare? Ormai non hai più casa, o almeno non la sai riconoscere. Tua madre diceva sempre che la casa è dove ti senti protetto, in pace con te stesso. Ma se un giorno quella sensazione non la provi più? Se continui a cercare quella pace tanto desiderata, ma lei scappa, si allontana sempre da te, cosa fai?                                                                                                                                                                                 
Ed è per questo, d’altronde, che hai il biglietto in mano, che ti trovi stasera davanti a dei binari deserti, in attesa del tuo treno. Ti rigiri in mano il pezzo di carta, lisciandolo tra l’indice ed il pollice che esercitano pressione tra di loro. Biglietto di sola andata da Forks verso … il luogo più lontano possibile. Dove nessuno ti può trovare, dove nessuno può sentirti o rintracciarti.                                                                                                                                            
 
La valigia rossa davanti a te sta immobile, appoggiata alla panca. Al suo interno, lo sai solo tu, non c’è niente. L’hai portata perché ti hanno insegnato che per viaggiare si usa fare così: portarsi una sacca dietro, con qualche vestito e qualche oggetto più caro. Ma dato che le persone non si possono inscatolarle e portarle via, tu non hai niente di speciale qui, solo troppi ricordi impressi nella tua mente, che mai si cancelleranno.                                
Senti un trillo nella tua tasca destra, così tiri fuori il cellulare per sapere ciò che ti è arrivato.



Arrivo tra qualche minuto, aspettami.



Aspettami
. Lei non sa quanto tu l’abbia aspettata nella tua vita. Quanto tu abbia atteso la sua nascita, la sua maturità e la capacità di poter scegliere tra te e qualcos’altro. Hai avuto pazienza, vivendo accanto a lei ogni momento, non perdendoti neanche un suo pianto, una sua risata, un sorriso, una lacrima. Quando aveva bisogno di qualcuno tu eri sempre il primo che le porgeva una spalla, che le dava un opinione. L’hai vista crescere come una donna che cura la sua rosa; la semina, la annaffia e le da tutto l’amore che può, finché il fiore, da un giorno ad un altro sboccia, divenendo una rosa meravigliosa.                                                                                                         
Così hai fatto tu,  Jacob, accettando con fatica di essere per lei alcune volte un padre, altre un fratello, altre ancore un semplice ma, certamente il più speciale, amico. E così assaporando ogni giorno accanto a lei, come un compagno fedele, ti eri illuso di qualcosa, dicevi di aver visto la nascita di una scintilla nei suoi occhi. Ti eri imposto di vedere un suo amore nei tuoi confronti, frutto solo della tua fantasia. Stupido, sciocco, lupo. Perché dicevi questo? Ma non darti la colpa, lupo, non è tua. L’imprinting offusca la mente, la vista e tutti gli altri sensi; ti impedisce di vedere correttamente lungo la tua strada. Questa purtroppo è piena di buche  e rovi, nei quali è facile inciampare e cadere e tu, ammettiamolo, sei sempre stato molto goffo.                                     
E’ stato questo istinto la tua condanna, la tua croce che sempre porterai sulle spalle.                                                 


E ancora di più ti illudevi di essere parte della famiglia sua, i Cullen. Pensavi che forse da una parte ci fosse posto anche per te, che con il tempo quel disagio iniziale si sarebbe appiattito, fino a scomparire.                                        
“ Tu non sei un di loro e non lo saprai mai.” Sputò verso di te Embril, quella volta. Te la ricordi? Il tuo migliore amico che ti dà del traditore e di pazzo perché stai a casa dei visi pallidi. Embril aveva ragione, Jake, non saresti mai potuto essere uno dei Cullen. Loro sono vampiri, tu sei un licantropo: fatti per essere nemici, questa è la legge, anzi natura. Ma non hai dato ascolto alle parole delle persone tue più care, continuando a tapparti occhi e orecchie, come fanno i bambini più infantili. Ma, ripeto, questo è colpa dell’imprinting, del tuo essere lupo. E allora, seduto su quella panchina arrugginita, ti chiedi il perché di questo tuo destino. Così è stato voluto, Jake, devi smetterla di lottare, di soffrire e di piangere: ormai le scelte sono state già fatte.                                                                                

Pensare che è tutto per lei. La tua esistenza è dedicata a lei, si completa con la tua Renesmee. Ma allora perché scappi, lupo? Sai che questa lontananza ti distruggerebbe l’anima. Ma sei convinto che sia più sopportabile la separazione che la sconfitta, la perdita di lei, vedendola con un altro, forse con il suo Luke. Oh, sì, ricordi benissimo il giorno in cui te ne parlò il tuo amore. Ti prese la mano e ti condusse al vostro solito posto, nella radura accanto al boschetto. Adorate stare lì, da soli, uno accanto all’altro; è il vostro angolo, il vostro rifugio segreto. Ma non fu in quel luogo, il posto in cui decise di dirtelo. No, fu qualche ramo più accanto, fu lontano da lì. Come ricordi che Nessie era silenziosa, probabilmente si tratteneva –forse per impedire al padre di leggere i suoi pensieri-, ma la scintilla che era comparsa nei suoi occhi castani non passava inosservata.

Mi sono innamorata, Jake e io gli piaccio.
Ti sorrideva, era al settimo cielo. Disse che tu eri la prima persona a cui lo diceva e che era fondamentale per lei che tu lo sapessi. Rimanesti lì, davanti a lei per qualche secondo, ascoltando con attenzione la sua storia, i suoi occhi che brillavano d’amore. Lei non sapeva, però, che mentre parlava, qualcosa si muoveva e si spezzava nel petto del lupo: il suo cuore. Nel prato, tra gli alberi, nel cielo si sentì un rumore lieve ma delicato, simile ad uno spostamento del vento o una caduta di una foglia. Il cuore del lupo si era spaccato. Fu percosso da una crepa, poi si ghiacciò e cadde come tanti petali leggeri di una rosa, pezzo per pezzo, lembo per lembo.                                                                                                    


L’ho portato qui, al nostro rifugio, e per tutto il tempo, credimi, il mio cuore ha martellato nel mio petto.
Lo aveva condotto nel vostro nido, lupo. Il luogo dove amavate passare il tempo assieme; il vostro riparo così tanto speciale. Ora, proprio lì, su quell’erba umida lei e Luke avevano consumato il loro amore. Quella terra su cui sedevi tu, Jacob, era impregnata dell’odore di L e Renesmee e sempre lo sarebbe stato. Cercavi di immaginare, rivivendo i momenti grazie alle parole della tua bambina, ma la tua testa ti impediva di ragionare. Il tuo petto sanguinava, concependo le immagini del tuo amore abbracciato ad un altro. Le loro labbra unite, le loro mani che si staccavano per poi rintrecciarsi. Continuavi a ripetere che questa era la cosa giusta per Renesmee, che lei aveva bisogno nient’altro che normalità. E Luke la rappresentava in modo perfetto.                                  



-Io lo amo, Jake.                                                                                                                                                    
-Lo so piccola, lo so.

 
Tu però continuasti a stare vicino  a lei, a ferirti  e  a graffiarti, fino a vedere il sangue rosso della tua pelle fuoriuscire da essa. Speravi e chiedevi un suo cambiamento di scelta e di opinione verso Luke, solo questo. Avresti odiato vederla soffrire per una separazione tra lei e L, ma se questa avesse comportato l’unione sua e di Renesmee, saresti stato felice. Capivi che era una cosa terribilmente egoistica, ma tu cercavi solo la felicità, come continui a farlo ora. E’ troppo chiedere ciò? No, lupo, non lo è. D’altronde sai che non potresti e vorresti vivere per il resto della sua esistenza come un fratello o semplicemente un amico. Alcuni ci riescono, ma tu no, forse hai mantenuto ancora un briciolo di amor proprio. Il tuo dolore si accentuerebbe ancor di più, Jake, e non vuoi morire vedendola tra le braccia di un altro, non lo sopporteresti proprio.
Così ieri, attorno all’ultimo fuoco della tribù dei Queliute, hai preso la tua scelta, silenziosamente. Un viaggio. Un viaggio senza ritorno, il primo ed ultimo che compirai. Un viaggio per cosa? Non lo sai neanche tu, ma ora, in questo momento, il lupo sente la voglia di scappare da tutto e da tutti. Che senso ha vivere ancora qui?  Ormai non ci incastri niente in questa vita: il puzzle di Renesmee –così sei convinto tu- si completa anche senza il tuo tassello.                     

Il rumore dello sfregamento delle ruote sulle rotaie ti fa alzare gli occhi. Il treno si avvicina lentamente alla sua fermata deserta. Fissi l’ora sul display del cellulare e pensi che ormai la tua Renesmee non riuscirà più ad arrivare per salutarti. Doveva finire così, forse è meglio che vada in questo modo: senza addii, senza saluti troppo tristi. Ognuno sulla propria strada, lontani l’uno dall’altro; pensi che a lei non sarà così poi tanto difficile dimenticarti. Ti chiedi, anzi, anche perché le hai permesso di venire, ormai non ha niente più senso.         
Ti alzi in piedi, dritto sulla schiena, ora che il vagone davanti a te si ferma pesantemente ed apre le sue porte. Cammini lentamente, senza volere, sperando in una sorpresa all’ultimo momento, ma questa tarda ad arrivare. Ti fermi di fronte alle porte automatiche tenendo stretto in pugno il trolley.



-Jake!



Il rumore dei suoi tacchi rimbombano nella sala della stazione silenziosa. Il suono melodioso della sua voce ti fa drizzare immediatamente e i tuoi occhi iniziano a cercarla. Eccola là che corre verso te, un po’ affannata, con l’immancabile sorriso aperto sul suo volto meraviglioso. Vorresti che non lo facesse, ma il tuo cuore esulta, i tuoi occhi iniziano a brillare. Corre verso di te, i lunghi capelli castani le cadono sulle spalle; il sangue caldo nelle sue vene colora di rosso le gote. Renesmee ti si avvicina e ti butta le braccia al collo, mentre tu annusi il suo odore fresco, ricordandoti che questa –ad insaputa della ragazza- sarà l’ultima volta che la vedrai. La stringi, i corpi uno aderente all’altro, e cerchi di imprimere ogni suo minimo particolare, che tanto ti mancherà.



-Scusa, ma c’era così tanto traffico che neanche ti immagini.


Si stacca da te, sistemandosi meglio il giacchetto sulle spalle.                                                                           


-Sono contenta che tu sia riuscita a venire. Il treno sta per partire.



Lanci un’occhiata al mezzo pesante ed improvvisamente l’entusiasmo sul suo volto lascia spazio alla paura di lasciarti andare. Nei suoi occhi, infatti, compare un ombra cupa, preoccupata, come se avesse appurato solo ora che facevi sul serio quando le avevi comunicato di partire. Ti guarda per qualche secondo chiedendoti per l’ennesima volta quale sia la meta del tuo viaggio. Tu lasci cadere la domanda, restando sul vago, ottenendo sempre il suo disappunto. Passate gli ultimi minuti del vostro incontro l’uno davanti all’altro, lei facendo domande su questo pellegrinaggio misterioso, tu dando delle risposte vaghe. Inizia a parlare e non smette più; fortunatamente non nomina Luke.

La fissi, ammaliato, scrutando ogni sua piega sul viso, ogni suo movimento delle labbra, delle mani, degli occhi. Cerchi di nascondere la tua tristezza e la tua ansia, ripetendoti che stai facendo la cosa giusta, che è necessario per smettere di soffrire. Ma non ne sei sicuro neanche te, lupo, di questa tua teoria. Ti sembra così illogica ma, al momento, è la via più veloce per la fuga.
 
Sembra essere giunto l’ultimo atto, Jake, quello che cambierà le sorti della tua storia, per sempre. Siete uno davanti all’altro, davanti alla porta. La tua valigia è già sul vagone; tieni un piede sopra il treno e l’altro ancora appoggiato a terra, come a indicare la tua indecisione. Lei sta parlandoti di qualcosa, ma tu non  l’ascolti. Continui a ripeterti che ciò che fai è giusto, più lontano stai da lei, più sopportabile sarà il tuo amore impossibile.                                      
Per un attimo la guardi. Le scruti il volto, gli occhi castani spendenti, le labbra rosse carnose, la pelle bianca, su cui tante volte avresti desiderato posare dei baci. Le guardi le mani che si muovono velocemente, i capelli posati distrattamente sulle spalle. Lei non sai quanto la ami, lei non sa quanto vorresti portarla con te, cosa e quanto lei rappresenti per te. E così, convinto di guardarla per l’ultima volta, ti balena in mente un’idea. Il tuo cuore sussulta, un suono acuto inizia a molestarti le orecchie.                                                                                              
L’ami, ma lei ... Ma amare lei significa pugnalarti, spegnerti con le tue stesse mani. Tu non sai cosa sia peggio, ma solo l’idea di vedere crescere i figli di un altro ti fa impazzire, anche se non glielo confesseresti mai.


Lei smette di parlare improvvisamente e ne segue un silenzio profondo. Così decidi tu di concludere l’ultima scena: le prendi il volto caldo tra le mani decise, chiudi gli occhi –come se non volessi vedere la sua reazione- e sfiori le sue labbra morbide. Avvicini il tuo corpo al suo, dimenticandoti per un secondo tutto il resto del mondo. Cerchi la scintilla, il contatto che dovrebbe provare lei in quel momento, come stai provando te. Ma ti rendi conto dopo qualche istante che le sue labbra non sembrano aderire perfettamente; queste non seguono le tue, pare quasi che ti ostacolino e ti blocchino. Assomiglia ad una sinfonia, dove gli strumenti non sono accordati tra di loro e questi, se pur bellissimi, non riusciranno mai ad produrre una musica buona per il pubblico. Ad un tratto lei, poi, ti posa una mano sul petto, delicatamente. Stringi le palpebre, ricacciando le lacrime sorte, come se ti rifiutassi di aprirle. Vi separate lentamente e tu così puoi osservare la sua espressione. I suoi occhi sono disorientati, sembrano non capire cosa sia successo in quei secondi. Renesmee ha paura di te, Jake. Perché?


Fai un passo indietro, spaventato, mettendoti una mano tra i capelli e tirandoteli indietro. Che diamine hai fatto? Hai reagito d’istinto, perché il lupo agisce senza pensarci. Ma tu chi sei, allora? Un uomo od un lupo? Sospeso ed in bilico su un filo sottilissimo. Come si può distinguere se le emozioni tue sono animali o del vecchio Jake? Viene in ballo anche l’amore verso la tua Renesmee: sentimento di un umano o di un lupo?                                                                             
Continui a fissarla mentre mille emozioni ti mettono in subbuglio la mente. Forse stai aspettando qualcosa, una sua reazione, ma ancora lei ti scruta immobile, terribilmente confusa, attendendo la stessa cosa da te, probabilmente. Così questa era l’ultima tua possibilità, lupo.

 Sei stato sconfitto, si ritorna dalla caccia: stavolta non con la zampa lesa, bensì con il cuore letteralmente spezzato.

-Jake …

Tu chini il capo e facendolo lanci un’occhiata al braccialetto al polso che le hai regalato alla sua nascita.            
Afferri la valigia con una mano, sconfitto ed entri nel treno. Non ti volti, non c’è bisogno: non senti alcun passo dietro di te. ad un tratto, però, quando ti giri, la sua espressione cambia: da confusa diviene consapevole, poi sofferente e sconcertata. Si avvicina a te con uno scatto, come se avesse compreso tutto solo in quel momento. Ha capito: ora, nella sua testa, il puzzle sparpagliato, si è velocemente ricomposto. La tua piccola ha capito il perché del bacio, delle attenzioni del suo Jake fin dalla nascita, quel bagliore nei suoi occhi e quel segreto che le avevano nascosto da subito. Renesmee ha inteso tutto e tu non riesci a trattenere un mezzo sorriso, accorgendoti di quanto è intelligente la tua Nessie.                                                                   

-Aspetta!- ti urla, saltando con un piede gli scalini che conducono sul vagone. –Dove vai?                                       
Anche se la domanda te l’aveva già posta numerose volte questa, a differenza delle altre, l’ha fatta consapevole di ciò che significa il biglietto che tieni in mano.


-Non lo so.


Le porte del treno si chiudono, il veicolo parte, lasciando la tua Renesmee da sola, gli occhi bagnati di lacrime, lo sguardo perso su te
.

 
E così –forse- si conclude, lupo, la tua storia d’amore. Nessuna di queste –anche quelle a buon fine- infatti, finisce mai con un saluto felice o un bacio, come accade nei film. Finiscono come viene e va la vita, cioè in un attimo, senza porre le domande: “Perché? E’ giusto? Sbagliato?”. No, la tua storia d’amore, come la vita, finisce senza seguire un vero filo logico, senza badare alla tua sofferenza e alla tua dannatissima ricerca di felicità, lupo.                                              



.

Spero abbiate apprezzato, fatemi sapere cosa ne pensate!
-.

  
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