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Autore: VeroDowney    27/08/2014    9 recensioni
Hope fa un provino per un film, convinta dall'amica Daphne, non sa però che questo le cambierà davvero la vita, in meglio e in peggio, gioirà e soffrirà e alla fine di questo percorsa sarà una persona completamente nuova, una persona migliore. Un processo simile lo subirà anche Robert che si comporta come un playboy, nonostante abbia una famiglia, dovrà però tornare sui suoi passi quando dopo aver incontrato Hope e vittima di eventi inaspettati, sarà spinto a guardarsi dentro e a capire che tipo di persona l'hanno fatto diventare la fama e i soldi.
Nella storia è presente Vicky Ellis, protagonista della fanfiction “The lesson is: someone can hurt you, but it does not mean that everyone is like him”. Inoltre sono presenti Jennifer Lawrence, Zach Galifianakis, Brett Davern e Jon Favreau. Avranno un piccolo cameo anche Jude Law e Gwyneth Paltrow.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 11- Una cura



-Hope non posso vederti così, ci dobbiamo divertire stasera- sorride.
-Ma lui è..-
-E' andato via, lo so! Allora facciamo così adesso ti porto da lui così vediamo se è tutto a posto-

Faccio un gran sorriso, è davvero un buon amico, salutiamo in fretta gli altri e saltiamo sul primo taxi disponibile.
Una sorta di tenaglia sta stritolando il mio stomaco, non sono tranquilla e non riesco ad esserlo, quella chiamata mi è sembrata davvero strana e l'espressione che si è dipinta sul volto di Robert non diceva sicuramente che si trattava di qualcosa di buono, cosa che voleva farmi credere, forse anche per non farmi agitare troppo.
Voglio stare vicino a lui in questo momento, sia perché so quanto sia difficile per un padre crescere un figlio da solo, sia perché dopo stasera tutto cambierà, ci amiamo e non abbiamo più paura di dirlo.

Imbocchiamo la via in cui è situata la casa di Robert, non è la tipica via residenziale in cui i marciapiedi sono puntellati di alti alberi con grandi chiome che a qualsiasi ora del giorno danno riparo dal sole, qui siamo a LA e gli alberi più diffusi sono, ovviamente, le palme che circondano la casa di Robert come a fare da guardiani della stessa.

-Eccolo lì, sembra che qualcuno ti stia aspettando- esclama Zach.

Mi sporgo dalla sua parte dell'auto per avere una chiara visuale ma non appena riesco a vedere Robert mi si gela il cuore, dietro di lui esce Gwyneth dalla porta di casa, fasciata da un abito bianco, che lascia scoperte le sue chilometriche gambe e da poco spazio all'immaginazione dato quanto attillato sia quell'indumento.

Robert fa un cenno al taxi e riesco a scorgere il suo volto, è corrucciato, non saprei bene come descriverlo, è contrito, non l'ho mai visto così, sembra fuori controllo e non fatico a capire quale sia la motivazione.

E' arrabbiato perché l'ho scoperto oppure è arrabbiato perché lei è lì?

Scarto decisamente la prima ipotesi, non sapeva che stavamo venendo qui, dato il buio della notte sono sicura che non sia riuscito a scorgere chi ci fosse all'interno del taxi a cui ha fatto segno.
Non mi resta che scoprire che cosa sia successo.
Zach dice al tassista di attenderci sa che qui, davanti a casa Downey, c'è qualcuno di troppo, resta solo da capire se siamo noi a dovercene andare o se sia la Paltrow.

-..dio- sento la voce di Robert pronunciare ma non capisco se sia un'esclamazione oppure un finale di una qualche parola.
Non riesco a pensare.
-Ci vediamo presto- dice la Paltrow e bacia Robert mentre mi fissa negli occhi.

Mi sta sfidando ma io non accetterò il suo guanto di sfida.
Robert sa come sono davvero e sa com'è lei, non mi metterò a combattere come due galli in un pollaio.
Ne varrebbe la pena? Sì, ma proprio non ce la faccio.

Dov'è finita tutta la tua forza Hope?
Dov'è finita la tua sfacciataggine?

Ho abbandonato tutto il mio lato combattivo, quando ho accettato di amare, quando ho accettato di farmi amare.
Voi vi starete chiedendo cosa c'entra l'amore con il perdere una parte di sé stessi, lasciatemi dire che c'entra eccome, il dolore che sento nel capire che Robert stasera ha mentito sulla chiamata, ha mentito per correre a casa da lei, mi fa troppo male, è un colpo forte alla bocca dello stomaco uno di quelli che se avessi avuto la difesa alta non avrei mai ricevuto.
La mia difesa è bassa ormai e incassare questo colpo senza conseguenze sarebbe stato impossibile.
Mi sento come su un ring, in due mi hanno colpito: Robert e la Paltrow.

Non mi resta che mantenere la mia dignità, quella poca che mi è rimasta.
Devo giocare d'astuzia, se non cadrò nelle provocazioni di questa donna, lei forse deciderà di lasciarmi in pace. Quello sarà il momento giusto per colpire. Non adesso.

-Hope- grida Robert quasi correndo verso di me.
Cos'è questo? Pentimento? Rimorso?

La mia forza ritorna in questo momento, mi giro e rientro nel taxi chiudendo la porta dietro di me.
Ho ascoltato il mio cervello, il mio cuore è rimasto su quel vialetto, ai piedi di Robert in frantumi.

Sento Zach parlare, è lui l'arbitro di questo incontro, l'unico ad essere dalla mia parte.
-Lasciala andare adesso- dice, poi si rivolge verso Gwyneth e continua -Tu sei veramente una stronza-

Le lacrime iniziano a scendere prepotenti lungo il mio volto, mi giro dalla parte opposta a quella della casa dando le spalle alla scena.
Devo essere forte.
Non devo piangere.
Reagisci.
Reagisci.

-Tu stanotte stai da me- sento dire a Zach mentre mi accoglie tra le sue braccia, baciandomi la testa e dando indicazioni al tassista.

Le lacrime, la stanchezza e quel senso di impotenza mi avvolgono e scivolo in uno stato quasi catatonico.

Quando mi riprendo siamo davanti ad una casa, penso sia quella di Zach, anche se non posso credere ai miei occhi. -Galifianakis perché hai una casa rosa?- dico divertita, abbandonando per un attimo il senso di impotenza che la fa da padrone dentro di me.
-Beh diciamo che..-
-Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento- dico seria.
-Quale momento?-
-Quello del tuo coming out-
-Brutta impertinente come osi?-
Mi abbraccia e io lo lascio fare.
-E’ la casa di mia madre, sto qui da lei per qualche tempo perché la mia villa è in ristrutturazione-
Scoppio a ridere ma le mie risa presto si trasformano in lacrime e sussulti.

Entriamo in casa e per la prima volta nella mia vita non mi perdo ad osservare ogni particolare di quello che mi circonda, non riesco a vedere nulla se non Robert.
Sono ancora sull’uscio della porta, la brezza del mare mi raggiunge alle spalle e sembra invitarmi ad entrare. Con sguardo fisso nel vuoto assecondo il suo invito e poi non riesco a dire altro che
-Mi ha mentito-
-Lo so, ma l'ha fatto per il tuo bene alla fine-
-Non si mente ad una persona, se la ami davvero- ribatto convinta.
-La paura di perdere qualcuno a cui tieni ti fa fare anche questo-
-Non riesco davvero a concepire questo concetto, so che è difficile fare o dire qualcosa che sai che ferirà chi ami, ma è sempre meglio che fare perdere la fiducia di quella persona nei tuoi confronti- prendo un lungo respiro -Io lo amo, ma non mi fido di lui, non mi fido perché non mi ha mai parlato del loro rapporto, di quello che c'è stato o di quello che c'è ma soprattutto vorrei capire cos'ha fatto lei per fare allontanare Susan-
-Susan?- mi chiede sorpreso.
-Non ne sai nulla? Pensavo che tu sapessi qualcosa- sono sincera.
-No Hope davvero, so che si erano allontanati per un qualche motivo ma lui non me ne ha mai parlato, dopo tutto non siamo mai stati migliori amici, abbiamo legato di più negli ultimi mesi, anche grazie a te- sorride.
Lo abbraccio.
-Sei davvero un amico lo sai? Senza di te non so proprio come avrei fatto a sopravvivere in questo ambiente di pazzi- sorrido.
-Eh lo so, siamo strani ma se ci apri il cuore come hai fatto tu ti diamo tanto-

Ma di chi stiamo parlando adesso? Di lui? Di me? Di Robert? Ho le idee confuse.

-Mi sto rammollendo grazie a voi-
-Ti stai innamorando per la prima volta- mi bacia sulla fronte ed io mi lascio abbracciare.


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E’ andata via senza neanche darmi il tempo di spiegare.
Se mi avesse dato quel tempo cosa le avrei detto? Probabilmente sarebbe uscita dalla mia bocca la patetica frase “Non è come sembra” che più che una frase per tranquillizzare, suona tanto come un’ammissione di colpa.

Sono stato un stupito, dovevo portarla con me, dovevo mostrarle che non avevo nulla da nascondere, ed è così ma non sapevo che cosa avesse in mente Gwyneth e avevo paura che per il nostro rapporto si rovinasse la mia relazione con Hope.

-Bene vedo che la tua ragazza ha preso la decisione migliore, andarsene per fare spazio a noi due. Forse ha capito che sono io quella giusta per t..-
-Hope è una ragazza intelligente. Sicuramente ha capito che sei la persona giusta per..- faccio una pausa giusto per osserva l’espressione di vittoria che si è già dipinta sul suo volto e poi riprendo -Sei la persona giusta per crearmi problemi-

Ma è ancora qui? Non sono stato abbastanza chiaro quando ho detto che se ne doveva andare? Bene allora ribadisco il concetto.
-Vattene-

Torno sui miei passi e chiudo la porta alle mie spalle. Non mi aspettavo proprio che sarebbe andata a finire così questa serata.

Mi dirigo verso la stanza di Exton e con piacere noto che si è già addormentato, gli rimbocco le coperte e mi siedo accanto a lui, iniziando ad accarezzarlo e a dargli qualche bacio. Mi rendo conto che non ho sonno, nonostante sia ormai notte fonda, così prendo il cellulare e anche se le mie dita tremano schiaccio sul numero che ho imparato a conoscere in questi mesi.
-Ti prego rispondi- sussurro dando voce ai miei pensieri.

Segreteria.
Riprovo una, due…dieci volte.
Segreteria.

Decido di tentare un’altra via. Digito il numero dell’hotel di Hope, se non vuole parlare con me voglio almeno sapere che sta bene e che è rientrata in albergo.
Finalmente qualcuno risponde, fortunatamente la reception è aperta 24h su 24.

“Salve sono Robert Downey Jr, volevo sapere se la signorina Hope D’angelo è rientrata, dovrei passare a portarle una cosa” mento.
“Un attimo che controllo”

Qualche secondo che sembra un’eternità.

“Mi dispiace signor Downey, non mi risulta nessun login per la camera della signorina D’Angelo”
“La ringrazio”

Mentre chiudo la chiamata, mi passa davanti agli occhi la scena di Hope che va via con …ma certo Zach! Lui saprà sicuramente dov’è Hope.
Uno squillo.
Due.
-Robert?- mi risponde finalmente.
-Zach è con te? Come sta? Io..-
-Si è con me, dirti che sta bene sarebbe mentire. Ha pianto tutto il tempo e si è addormentata così, non ha sentito le tue chiamate ma penso che sarebbe meglio lasciarle un po’ di tempo adesso- mi dice calmo ma poi all’improvviso il suo tono si trasforma -Dio, Robert ma che ti è saltato in mente?-
-Te lo giuro Zach, io l’ho cacciata via, non so cosa le sia preso-
-Ma cosa voleva da te?-
-Mi ha detto che ha lasciato Chris per me, che io e lei insieme saremmo la coppia più invidiata di Hollywood e soprattutto che io non posso stare con Hope e che tutto questo lo sta facendo per il mio bene-
-Ma quella è completamente pazza Rob! Adesso dov’è?-
-Non lo so appena ve ne siete andati le ho ribadito di andarsene e sono tornato in casa-
-Bene è già qualcosa, domani mattina parlerò con Hope, ti chiamo appena so qualcosa. Tu stai calmo e riposati, non combinare altri guai Rob!-
-Grazie Zach-
-Mi dovrete pagare una parcella, ormai sono diventato il vostro terapista di coppia-
Scoppio a ridere e per un momento penso che andrà tutto bene e che presto potrò riabbracciare la mia Hope.


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La luce mi colpisce duro quando apro gli occhi e devo ammettere che per un momento ho un attimo di smarrimento fino a quando non vedo il rosa.
Non pensate che io sia in preda ad una sorta di delirio ma è proprio questo che vedo rosa, rosa ovunque, di tutte le tonalità, roba da far impallidire Barbie in persona.
Zach è un tipo particolare dovevo aspettarmi che i suoi genitori non fossero da meno.

-Come ti senti?- mi raggiunge una voce squillante.
-Intontita, non lo so devo rimettere insieme i pezzi-
-Hai tutto il tempo che vorrai per farlo ma..-

Si ferma quando capisce che non lo sto ascoltando, ho in mano il mio cellulare e ho una dannata paura di accenderlo.
Paura di cosa vi starete chiedendo, beh ho paura di non trovare una sua chiamata o un suo messaggio, questo significherebbe che ha deciso di stare con lei; se trovassi chiamate o messaggi invece, avrei paura perché non so davvero cosa fare.

-Accendilo-
-Sai già cosa troverò non è vero? Ci hai parlato?-
-So in parte cosa troverai e sì mi ha chiamato per sapere se eri con me e se stavi bene-

Decido di accenderlo, in fondo non posso scappare da questa situazione per sempre.

10 chiamate, un messaggio vocale in segreteria.

Guardo Zach e lui capisce che voglio rimanere sola.
Non appena lo vedo uscire schiaccio il tasto che fa partire il messaggio registrato

“Sono Robert, vorrei tanto sentire la tua voce e chiederti come stai, in realtà vorrei solo vederti e stringerti tra le mie braccia. So che ho sbagliato, sono uno stronzo, ma se sapessi la verità ..se mi lasciassi spiegare..forse capiresti perché l’ho fatto.”

Cala il silenzio per qualche secondo ed inizio a pensare che il messaggio sia finito così.
Sento le lacrime riempirmi gli occhi ma riesco a trattenerle.
Ci sono cose più gravi al mondo per stare male giusto?

“Hope io sono qui, non ti chiamerò più, ti aspetto.”

Sento la voce di Exton in sottofondo chiamare il suo “papi” e poi ancora una volta la sua
“Ti amo”

Il messaggio questa volta è davvero finito. Lo riascolto un infinità di volte, mentre non riesco più a trattenere le lacrime.
Accendo il computer per controllare la mail settimanale che Jon manda a tutti per pianificare la settimana così saprò quanto tempo ho prima di rivederlo.
Un’altra mail attira però la mia attenzione.
“Quello che volevi sapere”
Mittente: sconosciuto.

Si possono fare mail con mittente sconosciuto? Oddio questa non la sapevo proprio.

Meglio tornare seri non è il momento per scherzare. Decido di aprirla anche se so già che non sarà nulla di buono. Scarico gli allegati e poi li apro quello che vedo mi sconcerta:








Sembrano baci ma spero proprio che non lo siano, quello che mi sconcerta è il loro tipo di rapporto, si vede quanto sono legati, si vede che quando si guardano c’è qualcosa in più.

-Hope tutto bene?-
Non rispondo e giro il computer verso Zach che viene rapito subito da quelle immagini. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivata anche a te una mail come questa
-Anche a me?-
-Si era arrivata anche a Susan una mail del genere- fa un attimo di pausa e capisce di essersi tradito, mi aveva detto che non sapeva nulla riguardo a Susan -Scusami se non te l’ho detto ma spettava a Robert fallo, so che voleva parlartene per chiarire il suo rapporto con Gwyneth ma non c’è stato abbastanza tempo-
-Capisco, hai fatto la scelta giusta, sei anche amico di Robert ed era giusto che me ne parlasse lui ma queste immagini non so proprio come interpretarle si vede che lui e lei..-
-Lei, Hope, non Robert. Robert si comporta così con tutti, lo sai meglio di me, gioca e scherza ed è sempre molto affettuoso gli piace il contatto fisico. Gwyneth non è così invece lo fa solo con lui, con gli altri sta sempre sulle sue, non da mai troppa corda insomma fa un po’ la snob-
-Stai cercando di difenderlo o è quello che pensi davvero?-
-Lo penso davvero, è una persona speciale e tu lo sei per lui, non lasciare che una stronza rovini tutto-
-Ci penserò Zach, non riesco ancora a fidarmi completamente di lui-
-E allora parlate- mi dice risoluto.
-Non ora, lascio passare qualche giorno e poi ci vedremo sul set, quando lo vedrò capirò che cosa provo adesso per lui-

Abbassa lo sguardo e si vede che è triste, forse quando ha parlato con Robert gli ha promesso che mi avrebbe fatto ragionare, sanno che sono una persona orgogliosa, sanno che ci vuole tempo perché cambi idea e soprattutto sanno che nessuno mi può convincere di una qualcosa, devo arrivare da sola alla mia decisione.

-Adesso vado Zach- lo abbraccio e continuo -Grazie per l’ospitalità e perché mi sopporti sempre-
-Cosa farei senza la storia Downey-D’angelo?-

Sorridiamo e il clima sembra essersi disteso, anche se quella mail mi ha lasciato l’amaro in bocca voglio proprio scoprire chi è il mittente e sono pronta a giurare che coincide con quello della mail indirizzata a Susan.

Il suono del clacson del taxi che ha chiamato Zach, ci avvisa che è il momento di separarci.
-Ti chiamo appena mi sono schiarita un po’ le idee, ho in mente un piano e ho bisogno di te-
-Si signora sono al suo servizio come sempre!- sorride -Ti accompagno al taxi-

Non appena Zach apre il cancellone che da sulla strada veniamo investiti da una cascata di flash e per un momento penso proprio di aver perso la vista accecata da quella luce.
Riesco a mettere a fuoco e avrei proprio preferito non vedere né sentire quello che mi stava circodando.
Paparazzi.

Non ci voleva proprio, non ho voglia di parlare con nessuno tantomeno con questi sconosciuti impiccioni.
Zach mi fa strada verso il taxi e prima che riesca ad arrivare alla portiera della macchina iniziano le domande insistenti ed io inizio a rispondere, ma solo mentalmente.

-Hope cos’è successo con Robert?-
Non sono affari tuoi.

-Hope la tua storia con Robert è finita e ti consoli con Zach?-
Ma che cavolo? A questo adesso gli rispondo sul serio.

-Hope come mai non vai da tuo padre che sta male?-
C-cosa? Mio padre? Cosa ne sanno loro di mio padre?
La risposta è semplice: hanno iniziato a scavare nella mia vita privata e sono arrivati fino a lui.
Robert mi aveva avvisato che non sarebbe stato facile.

Riesco finalmente ad aprire lo sportello e ad entrare nel taxi mentre faccio un cenno con la mano a Zach.
Compongo in fretta il numero sulla mia tastiera e faccio partire la chiamata

“Ciao Hope”
“Chris come sta papà?”
“Sta molto male”
Una fitta al petto e le lacrime inizia a tornare prepotenti.
“Perché non mi hai chiamato?”
“Papà non voleva distrarti dal tuo lavoro, ma come lo hai saputo?”
“Paparazzi”
“Oh capisco, sono state qui qualche giorno fa delle persone che volevano intervistarlo, è probabile che abbia chiesto in paese e qualcuno gli abbia detto che papà è in queste condizioni”
“Cos’ha?”
“Il suo cuore Hope”

Voi non lo sapete, come potreste? In fondo non vi ho mai parlato di mio padre. Ha una malformazione congenita al cuore, ha subito varie operazioni con lo scopo di ritardare l’intervento maggiore a cui avrebbe dovuto sottoporsi in caso estremo.
Non si è sottoposto prima a questa operazione per un unico fattore: i soldi.
In Italia non c’è nessuno in grado di svolgere questa delicata operazione, soprattutto non ci sono i nano-macchinari necessari, questi si trovano negli USA e si sa in America si paga per qualsiasi operazione e per quella che serviva a mio padre il conto era molto salato: centinaia di migliaia di dollari.
Ovviamente noi non disponevamo di una tale somma così sia io che mio fratello ci siamo laureati nella speranza di trovare un lavoro, ben retribuito.
Quando sono partita per Londra avevo perso di vista questo mio obiettivo, per il semplice fatto che i dottori ci avevano assicurato che dopo l’ultima operazione mio padre avrebbe potuto stare tranquillo per almeno 20 anni.
Invece eccoci qui, io ho poco più di 10 mila euro da parte, per il film mi pagheranno a fine riprese, non posso aspettare così tanto, il cuore di mio padre non può.
C'è solo una cosa che posso fare adesso..



One week later

Non ho perso tempo da quella chiamata, ho fatto la valigia dopo aver avvisato Jon che mi ha rassicurato che non ci sarebbero stati problemi dato che questa settimana la produzione si sarebbe spostata a NY, io avrei recuperato le mie scene una volta rientrata sul set.
Sono tornata nella mia Toscana, i campi erano ricoperti da un sottile strato di neve, calpestato da i miei cani che correvano incuranti del freddo nei campi intorno alla villetta di mio padre. Dal comignolo usciva una grande colonna di fumo bianco, nonostante la tecnologia ci avesse raggiunto anche qui, mio padre rimaneva fedele al suo camino e alle sue stufe a legna disseminate per ogni piano della casa, guardando il fuoco avevi già la sensazione di sentire il tepore che questo trasmetteva e venivi pervaso dalla sensazione di essere a casa.
Mio padre riposava a letto, la tv accesa a basso volume riempiva la stanza con i suoi suoni. Io e mio fratello ci davamo il cambio, in modo tale che mio padre non rimanesse mai solo. Nel frattempo ci eravamo mobilitati per chiedere svariati prestiti per riuscire a coprire l’operazione di mio padre. La situazione era facile e il mio ritorno di certo non era stato uno dei più felici della storia.

-Hope piccola mia, devi tornare in America adesso hai un bel lavoro, non stare qui ad accudire un povero vecchio, devi fare la tua vita-
-Papà smettila, e poi non dire cavolate non sei mica vecchio hai solo 55 anni e dopo l’operazione non sarai neanche più malato-
-Dove li troviamo i soldi per l’operazione?-
-Non ti preoccupare, ho qualcosa da parte ed io e Chris stiamo chiedendo dei prestiti vedrai che non faranno storie a concederceli- mento.

Le banche e le finanziarie stavano facendo problemi eccome, la cifra era troppo alta e né io né mio fratello potevamo dargli la certezza economica che ci chiedevano.
Non sapevo proprio che fare davvero.
Zach si era proposto di darmi una mano, ma ovviamente avevo rifiutato, non avrei mai accettato un prestito da lui, non poteva fare anche questo per me.

E Robert? Vi starete chiedendo. Beh la verità è che ci ho pensato a lui, ci penso sempre, mi manca e vorrei tanto vederlo e chiarire tutta la situazione ma tutte le volte che penso di chiamarlo torno sui miei passi, sarei un egoista a farlo, devo pensare prima a mio padre adesso.

Sono passati un paio di giorni da quella chiacchierata con mio padre ed anche oggi ho ricevuto una risposta negativa da una banca.
Il morale è a terra.
Dopo aver fatto un po’ di spesa, torno a casa e dentro di me iniziano a farsi spazio pensieri negativi, non ce la faremo a racimolare i soldi che ci servono.
Mio fratello è uscito, così decido di preparare il pranzo caldo data la giornata a dir poco gelida.

La neve ha incominciato di nuovo a scendere leggera e silenziosa ed io mi ritrovo a pensare che guardarla non è mai stato così rilassante. Ho sempre odiato la neve non fa che creare traffico nelle città, ma qui, in mezzo al nulla, riesce a creare uno scenario da fiaba, mentre mi perdo ad osservare il paesaggio fuori dalla finestra sento mio padre chiamarmi a gran voce, spaventata mi precipito in camera sua
-Papà stai male?-
Lo vedo sorride, come non lo vedevo da anni.
-Sto bene, oggi è venuta a trovarmi una persona-
-Chi?-
-La conoscevo solo di vista ma oggi è venuto a farmi visita e mi ha offerto il suo aiuto- fa una pausa e io continuo a non capire -Hope potrò operarmi-
-Cosa? Ti ha offerto dei soldi e tu hai accettato?- dico sotto shock.
-Non mi ha offerto dei soldi mi ha offerto di farmi vedere dal suo medico, ha un’assicurazione sanitaria che copre questo tipo di spese e sarebbe grato di aiutarmi e poi ha detto che tu l’hai aiutato più di una volta e adesso tocca a lui ricambiare-

Non riesco a capire, in paese non ho contatti con nessuno da anni ormai, tanto meno mi ricordo di aver aiutato cos' tanto qualcuno.

-Dovrebbe tornare tra poco è andato a prendere le sue cose nell’hotel in cui sta-

Vedendo mio padre così felice, non riesco a dirgli che forse ha sbagliato ad accettare l’aiuto di una persona che non è di famiglia, tutti vogliono sempre in cambio qualcosa.
-Va bene papà quando sarà qui ne parleremo bene insieme adesso riposa sarai stanco-
-Ma che stanco sono contentissimo, ho voglia di correre-

Correre? Va beh lasciamo che si goda questo momento, una cosa così non gli capitava da anni.

Torno in cucina e spengo la tv, voglio che i miei pensieri riempiano questa stanza.
In fondo sono felice, forse c’è davvero una soluzione a tutto questo.
Mentre mi accingo a tagliare le verdure sento il rumore di un auto, sarà mio fratello, chissà se lui sa qualcosa del benefattore misterioso.

Apro la porta e le parole mi si fermano in gola.
Ci guardiamo per qualche secondo.



Qualche istante che permette al mio cuore di scavalcare il mio cervello e di dare forza alle mie gambe, corro verso di lui incurante del freddo e di tutto il resto.
Mi stringe a sé e le lacrime iniziano a scendermi, sono lacrime di felicità questa volta.
Mi stacco da lui, come se fossi ritornata in me.

-Ti prego perdonami- dice abbassando lo sguardo.

Io l’ho già perdonato, ho parlato varie volte con Zach che a sua volta aveva parlato con Robert, mi ha detto quando ci stava male per quello che era successo, voleva parlarmi, voleva spiegarmi, gli aveva detto che era disposto a venire fino qui solo per vedermi anche se lo avrei cacciato via.
Non avevo considerato la possibilità che lo facesse seriamente ed invece eccolo qui.
L’ho perdonato è vero, ma voglio comunque delle spiegazione, faccio lo stesso fatica a fidarmi di lui, ci vorrà del tempo perché tornino come prima le cose.

-Ti amo-

Questo suo gesto vale più di mille spiegazioni.



Note dell’autrice:
Eccomi qui! Mi scuso per non aver pubblicato prima ma essendo stata all’estero non ho proprio avuto il tempo materiale per farlo! Spero che le vostre vacanze siano andate bene!
Ma passiamo al capitolo, tutti aspettavamo di capire che cosa fosse successo tra Gwyneth e Susan e finalmente oggi avrete capito, in parte, i fatti.
Il rapporto di Robert e Gwyneth nella realtà, in certe situazioni, sembra non essere poi così chiaro e diciamo che su questa cosa ho costruito questa storia, perché diciamolo: non ditemi che non avete mai pensato che tra quei due ci fosse qualcosa di più di una sola amicizia:p? Detto questo nel prossimo capitolo vedremo se Robert riuscirà finalmente a spiegare a Hope cos’è successo ma soprattutto vedremo se Hope riuscirà a scoprire chi è il mittente delle mail;)! Vi ringrazio come sempre e vi aspetto nelle recensioni!
Il capitolo è dedicato a tutte/i coloro che mi stanno seguendo e recensendo, siete fanatastici:)
Settimana prossima pubblicherò ancora Mercoledì causa sessione esami;)!
A presto:)  
   
 
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