Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Di Lo St    27/08/2014    1 recensioni
Breve storia, un tipico "missing moment" da COLS tra Sebastian, o Jonathan, e Clary. Lui la vuole, l'ha sempre voluta, e nonostante i suoi piani a volte non riesce a trattenersi del tutto, e poi l'idea di corrompere l'animo ancora innocente di sua sorella minore è così allettante...
Dal testo: «Hai detto che Clary non regge l’alcool?» chiese, più a se stesso che all’altro. Interessante.
Genere: Dark, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Incest, Non-con, Threesome
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Di nuovo salve! Vorrei scusarmi per averci messo così tanto tempo, ma il fatto è che sono appena tornata in patria dopo aver fatto un anno di liceo all'estero e mi sono ritrovata con un sacco di cose da fare... ma di questo a voi non frega niente. In ogni caso volevano essere delle scuse.
Grazie a coloro che hanno recensito e a quelli che mi hanno incitato a continuare, è importante per me :)
Riguardo al capitolo... nel caso rimaniate un po' confusi in un primo momento, da qui finchè non dirò il contrario, il punto di vista sarà di Clary.
Buona lettura


La mano di Clary era avvolta da quella di suo fratello in una stretta delicata ma decisa mentre lui la trascinava in mezzo alla massa di corpi in movimento all’interno del locale. Questo posto non assomigliava affatto a quello freddo e dall’arredamento inquietante in cui erano stati tutti e tre insieme a Praga, era più moderno, le pareti lisce dipinte con strisce di vernice nera e rossa alternate, dei giovani barman in gilet servivano cocktail da dietro un bancone di vetro mentre dietro di loro decine di bottiglie di alcolici di ogni genere sfilavano su dei ripiani illuminati da luce blu elettrica. Sembrava così… mondano. Certo, a parte per i gruppi di quelli che erano evidentemente nascosti che si dimenavano al centro della sala mischiandosi ai pochi umani ignari e sudati. Per non parlare dell’enorme runa dipinta con vernice bianca fosforescente esattamente sulla parete della sala opposta rispetto all’entrata in modo da colpire gli occhi dei nuovi arrivati non appena mettevano piede nella sala, parlando loro di leggerezza e spensieratezza. Solo a guardarla, a Clary girava la testa.
Avrebbe fatto volentieri a meno di unirsi a questa farsa dell’uscita tra fratelli felici, perché è questo che era, una farsa. Lei stava fingendo di dargli una possibilità, e probabilmente lui lo sospettava alla grande, il che rendeva questo loro rapporto che stavano tirando avanti nient’altro che un piccolo teatro personale in cui ognuno di loro recitava la sua parte, fingendo di credere davvero che l’altro fosse il povero fesso. Una situazione intricata quanto illogica se vista dall’esterno.
Nonostante questo, quando il fratello le aveva proposto, o meglio, quando le aveva comunicato la sua decisione di portarla fuori, lei non aveva rifiutato non solo perché lui non gliene aveva dato la possibilità, ma anche perché non ce n’era un vero motivo. Si era unita a Jace e Sebastian al preciso scopo di ricavare delle informazioni, e non le avrebbe ottenute standosene seduta in salotto. Così, da brava sorella minore ubbidiente, si era diretta all’armadio della madre per cercare di combinare un paio di indumenti in modo da ottenere un look appropriato all’epoca, alla sua età e a una discoteca. Impresa ardua. Infine aveva optato per dei pantaloncini di pelle beige sopra delle collant e gli stivali, insieme a una camicetta viola scuro, il tutto sormontato da una giacchetta di pelle nera, e così conciata era scesa al piano di sotto per trovare suo fratello appoggiato alla parete, accanto a una porta che prima non c’era, lo sguardo già puntato su di lei. Indossava dei jeans e una camicia nera con i primi bottoni aperti sul collo, lasciando intravedere i muscoli scolpiti del petto.
L’aveva seguito lungo diverse strade trafficate e altre deserte senza aprire bocca, in un silenzio interrotto solo ogni tanto da lui che le indicava alcuni edifici e le dava una breve spiegazione storica. Sembrava ci provasse un certo gusto a farlo, ma non come se volesse mettersi in mostra, ma più come se gli piacesse l’idea di istruirla, come un vero fratello maggiore.
Ora si stavano facendo strada tra una coppia di licantropi in atteggiamenti intimi alquanto feroci e un trio di fate dai capelli verde chiaro intrecciati con margherite che al passaggio di Sebastian alzarono lo sguardo verso di lui con malizia. Sbucarono insieme davanti al bancone del bar, e lì lui le lasciò la mano.
«Cosa vuoi da bere?» le chiese quasi urlando, cercando di superare il frastuono della musica mista alle risate e alle grida altrui.
«Ehm… un vodka orange» non aveva mai amato la birra, e se doveva reggere la tensione di una serata con Sebastian, era meglio andarci pesante. Inoltre non voleva passare per la bambina che in discoteca si prendeva una coca cola.
Lui sorrise e si voltò per ordinare. Clary intanto fece vagare lo sguardo sopra alla folla. Nessun nephilim era in vista, per quanto in quel caos di corpi e luci stroboscopiche non potesse esserne certa. Si sentiva strana a dover essere sollevata nel non trovare altri Shadowhunters nelle vicinanze, ma doveva ricordarsi che lei non era una spia del conclave, anzi probabilmente il consiglio, una volta scoperta la sua “fuga” con il fratello, l’avrebbe dichiarata una traditrice e una nemica allo stesso livello di Sebastian e di Jace. No, lei era una spia di se stessa, era per se stessa e per la sua famiglia che era in missione. O meglio, per una parte della sua famiglia, contro l’altra parte. Che disastro.
«Ecco qui» disse Sebastian facendole scivolare vicino un bicchiere pieno di un liquido arancione e cubetti di ghiaccio dal quale usciva una cannuccia nera. Clary si riscosse dai sui pensieri e afferrò il cocktail bevendone subito un lungo sorso. Con la coda dell’occhio vide che suo fratello stava bevendo la stessa cosa.
«Allora» iniziò lei dopo un momento, «anche qui ti conoscono tutti?».
«Veramente è solo la seconda volta che ci vengo, ma questo posto non è un’esclusiva del mondo invisibile» rispose lui prima di finire in tre lunghe sorsate il suo cocktail. Lei lo imitò, anche se un po’ più lentamente.
«E… perché siamo qui?» chiese ancora lei, esitante. Lui fece spallucce, e per qualche motivo le sembrò quasi nervoso.
«Te l’ho detto, volevo portare a ballare la mia sorellina» e sfoderò un sorrisetto da lupo. Di fronte all’espressione dubbiosa di Clary fece un sospiro e scosse la testa, «senti, quando ho detto che volevo una sorella dicevo sul serio. Ne ho sempre voluta una. Saremmo dovuti crescere insieme noi due, ora sto solo cercando di recuperare il tempo perso per colpa dei nostri genitori. Avevi detto che mi avresti dato una possibilità…» c’era una leggerissima nota accusatoria nel suo tono di voce. Stava forse cercando di farla sentire in colpa? La guardò da sotto le lunghe ciglia, in attesa.
«Io… si, infatti. Ci sto provando» disse lei mordendosi il labbro, mentendo per metà. Rimase un momento a osservarlo giocherellare con la cannuccia e i cubetti di ghiaccio nel bicchiere. «Hai appena detto che hai sempre voluto una sorella?».
Lui sorrise, un sorriso che per una volta però sembrava sincero, spontaneo, «si, una sorella minore. Immaginavo che le avrei insegnato come sfuggire alle punizioni di Valentine e che insieme ci saremmo intrufolati nella tenuta Wayland per tormentare Jace. Non è andata così…».  No, pensò Clary, siamo io e Jace contro di te. Per un istante, solo per un istante, quel pensiero le sembrò sbagliato. Non sarebbe dovuta andare così, due fratelli dovrebbero essere alleati, sempre. Doveva essergli pesata parecchio la sua relazione con Jace se quello era davvero ciò che desiderava da una sorella minore. Per un momento riuscì a farla sentire una pessima sorella, ma poi si ricordò tutto ciò che c’era dietro, tutto ciò che lui era e che aveva fatto e il momento passò. Ma nonostante questo non riuscì a trattenersi dal fargli la domanda successiva.
«Sei deluso?»
Lui si voltò di nuovo verso di lei, stupito «No!» si schiarì la gola «assolutamente no», poi aprì la bocca come per aggiungere qualcosa, ma non lo fece.
«Oh» riuscì solo a dire lei, sentendosi stranamente sollevata.
«Ne vuoi un altro?» chiese improvvisamente Sebastian indicando il bicchiere vuoto. Lei annuì e lui chiamò il barman per ordinare altri due drink.

OK, magari questo capitolo non era proprio il massimo, ammettiamolo, ma vi prometto che dal prossimo inizia la parte interessante, davvero! Cercherò di pubblicare il nuovo capitolo a velocità supersonica.
D.L.S

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Di Lo St