Resti lì a guardare. Non hai la forza di muoverti ed avvicinarti. Ti trema tutto, le gambe potrebbero cedere in qualunque momento, ma piano piano continui ad andare avanti perché in realtà non senti nemmeno cosa prova il tuo corpo. Ti fanno male le mani e le braccia perché il cuore si sta fermando e non riesce più a circolare il sangue eppure le protendi ugualmente verso di lui, vuoi toccarlo, vuoi assicurarti di non essere in un sogno. Ti gira la testa, non pensi coerentemente. Nel momento in cui sei al suo fianco lo tocchi ancora tremante, senti il suo calore, lo guardi e sembra stia dormendo, pronto a svegliarsi da un momento all'altro. Lo chiami, lo scuoti.
Ma non succede niente.
 
Ti senti ancora più confuso, guardi e non credi ai tuoi occhi, non credi alla tua testa. Non credi possibile una vita senza di lui, ti è sembrato così scontato averlo sempre al tuo fianco che è sempre più assurdo immaginare che non ci sia più. Non hai avuto nemmeno il tempo per abituarti all'idea e adesso ci devi convivere. Ti chiedi perché e non riesci a darti una risposta. Pensi che non ha più importanza ormai chiederselo, nessuna risposta, niente lo riporterà da te, eppure continui a farti la stessa domanda. É difficile rassegnarsi, per alcuni è impossibile, è inconcepibile smettere di sperare. Desideri persino litigarci, andrebbe bene anche solo essere chiamati per nome, in quel modo tutto suo di farlo, desideri vederlo in lontananza. Pensi a tutte le cose che avreste dovuto fare assieme, a tutte le cose di cui avevate tanto ancora da discutere. Con il passare del tempo ti manca qualunque cosa di lui, ogni piccola cosa.
 
E nel momento in cui vedi la barca allontanarsi sull'acqua, al solo pensiero di doverla bruciare, ti senti morire anche tu. Non potrai mai più vederlo, mai più toccarlo, mai più sentire la sua voce o guardare la sua camminata: da quel momento in poi il suo corpo non esiste più. Sapere che parte della sua anima è dentro di te non ti consola nemmeno. La barca si allontana. E già ti manca. E nemmeno sai che quel che provi in quel momento lo saggerai tutta la vita. Non se ne andrà, non sparirà.
 
È questo quel che provi quando tuo padre muore davanti ai tuoi occhi.
È questo quel che ho provato io, nella mia testa.
 
Il cuore è un'altra storia.











N.d.A.
E' così banale.
Questa fanfiction è fottutamente banale.
Perdere un padre non è esprimibile in 406 parole. E' molto di più, troppo. Parole per spiegarlo almeno un minimo non esistono.
Ma avevo bisogno di scriverla e sfogarmi. Vi chiedo scusa anticipatamente.
Ringrazio Kyoya che mi ha fatto da beta-reader e mi manda sempre un sacco di abbracci.
Giù