Film > The Big Four
Segui la storia  |       
Autore: _Lullaby99_    27/08/2014    7 recensioni
Raccolta di One shot a tema variabile che vedrà i nostri eroi alle prese con vari AU ( ma anche no xD ).
La prima cosuccia che riesco a pubblicare in questo sito, non mi aspetto gran che, ma tentar non nuoce. ^.*
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Capelli solari e Frecce stregate
AU: CampHalfBlood!AU
Personaggi: Jack Frost, Hiccup, Merida, Rapunzel, Vari ed Eventuali
Parings: Nessuno
Rating: Verde
N.A.: Ed eccomi qui, a postare un'altra piccola One Shot da aggiungere alla raccolta! =3 Non vedevo l'ora di postare un bel CampHalfBlood!AU da brava Semidea la quale sono. xD Per chi non avesse letto la magnifica saga del nostro zio Rick, ovvero Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo ( e la sua magnifica saga di continua, che sto amando più della prima *-*, Eroi dell'Olimpo ) ecco una piccola spiegazione! ^^ =3 
- Cosa sono i semidei ( o mezzosangue )? Come dice la parola stessa, sono per metà figli di comuni mortali e per metà figli di una divinità ( nel caso di questa One Shot, una greca xD ^.* )
- Cos'è il Campo Mezzosangue? Il Campo Mezzosangue è una specie di campo estivo ( anche se chiamarlo così è riduttivo! >.< ), l'unico posto in cui i semidei sono al sicuro. 
- Al sicuro da cosa? Beh, se esistono le divinità dell'Olimpo, esistono anche le creature mitologiche di cui si parla nei poemi greci, no? Minotauri, manticore, ciclopi e chi ne ha più ne metta, che sono... assatanati di carne semidivina ( ? ). Ecco da cosa vengono protetti. 

Spero di essere stata abbastanza esaustiva ( ne dubito ), anche perché a spiegarvi il resto ci penserà il nostro Jack nella One Shot xD
Buona Lettura e ci vediamo nelle Note di fine Capitolo! ^.* 



Il profumo delle fragole inebriava il suo naso lentigginoso, distraendolo completamente da ciò che Filottete gli stava spiegando in quel preciso instante. 
-    Mi stai a sentire, ragazzo?! – chiese irritato l’uomo capra, richiamandolo all’attenzione
Come poteva riuscire a prestare ascolto alle parole del satiro con tutto quello di bello e di affascinante che accadeva attorno a lui? Alla sua sinistra c’era un uomo per metà cavallo che insegnava a tirare con l’arco in un prato lì vicino, di fronte a lui dei ragazzi della sua età erano intenti a scalare una parete per l’arrampicata alquanto inusuale, provvista di una cascata di lava incandescente, mentre alla sua destra vi erano un mucchio di satiri assorti nel suonare una musica così melodiosa da stimolare le piante vicine a germogliare. Quelli sembrano pacifici a differenza del satiro che era toccato a lui come guida. 
-    Quindi... io sono un semidio, giusto? –
-    Così sembra. – sbuffò di rimando il satiro
-    E tu quindi sei ... un satiro. –  
Filottete storse gli occhi, esausto. Hiccup pensò che per lo scorbutico satiro doveva essere difficile introdurre il Campo ad ogni nuovo arrivato. Non voleva complicargli ulteriormente la vita, ma aveva bisogno di fare un punto della situazione, di sentirsi ripetere le cose due volte per comprendere al meglio quella che da oggi in poi sarebbe stata la sua realtà. 
-    Perspicace ... – rispose sarcastico - Filottete, ma preferisco Fil. E non sono un semplice satiro, bensì IL satiro! Direttore delle attività del campo, mio caro. – continuò mentre gonfiava il petto d’orgoglio
-    Ehi Fil, smettila di annoiare il nuovo arrivato! – una voce maschile interruppe prepotentemente il discorso dell’uomo capra.
Hiccup si guardò intorno, confuso e spaventato, fino a quando non capì da dove proveniva quella voce. Un ragazzo dai capelli chiarissimi, tendenti al bianco, e dagli occhi più furbi di quelli di una volpe si era piazzato davanti al satiro, visibilmente arrabbiato per la sua intrusione.
-    Frost, visto che ti piace tanto scherzare, fa fare tu un giro del campo al nuovo arrivato! – ribatté Fil, in un certo senso sollevato dall’aver trovato qualcuno a cui scaricare quello stancante incarico
-    No, no, no, sai che ho da fare! – cercò di salvarsi il ragazzo – E non sono la persona adatta! - 
-    Mi spiace, avresti dovuto pensarci due volte prima di provocare il sottoscritto! – concluse soddisfatto Filottete mentre si dirigeva verso la Casa Grande, bloccando tutte le possibili giustificazioni che il ragazzo avrebbe potuto usare. 
-    Oh beh, devo farlo per forza... – l’albino si portò le mani alla fronte – Piacere, sono Jack, figlio di Ermes. – cominciò poi porgendo la mano al nuovo arrivato
-    Io sono Hiccup ... figlio di chi ancora non so. – rispose lui, alquanto dispiaciuto di non sapere ancora chi fosse il suo famigerato genitore divino
-    Aspettare il riconoscimento è una vera rogna ... ma può essere anche divertente, dipende dai punti di vista. Sai, mio padre, oltre ad essere il messaggero degli dei, è anche il protettore dei viandanti ... perciò la mia casa accetta tutti i ragazzi senza riconoscimento. – 
Hiccup fu sollevato dall’udire quelle parole. Questo significava che non sarebbe rimasto da solo a dormire in mezzo ai prati del Campo aspettando che qualcuno lo riconoscesse.  Avrebbe avuto un luogo in cui stare, grazie agli dei. 
-    Adesso, andiamo alla casa numero undici, così che tu possa sistemare un po’ le tue cose. – continuò notando lo zaino che il lentigginoso portava con se.
Camminarono per un po’ fino ad arrivare nel bosco vicino al lago, là dove erano disposte le dodici case di cui sia Jack che Filottete avevano parlato. Hiccup notò che alcune di queste erano vuote mentre altre erano affollatissime. ' Al Campo ci devono essere dei seri problemi di organizzazione ', pensò sarcastico.
-    Ogni casa corrisponde ad una delle principali divinità dell’Olimpo, se è questo che ti stai chiedendo. – spiegò Jack, capendo perfettamente come si potesse sentire confuso un nuovo arrivato – Noi semidei veniamo assegnati ad una di queste case in base al nostro genitore divino. - 
Hiccup annuì e, senza che se fosse accorto, erano già giunti di fronte alla casa di Ermes, colma di ragazzi di tutte le età e stature. 
-    E a me è capitata una grossa rogna, come ben vedi. Mio padre doveva essere proprio Ermes ... – 
-    Tutti i semidei interminati come me finiscono qui? – intuì il moro 
-    Esatto. Alcuni ci rimango per poco, altri ... per molto, molto tempo. E poi ci siamo noi, i veri figli di Ermes, costretti a condividere. – 
In quell’istante, Hiccup sperò vivamente di non essere un figlio del messaggero degli dei. Ermes non era male, assolutamente, ma ritrovarsi in una casa stracolma di gente non era il massimo a cui aspirava. Mai un momento per se stessi, sempre perennemente in compagnia di centinaia di ragazzi.  
-    Tranquillo, ci rimarrai per poco!  Almeno lo spero per te. – l’albino pronunciò l’ultima parte a bassa voce, come se fosse una preghiera.
Dopo quell’esclamazione di Jack, Hiccup deglutì a vuoto, preoccupato, per poi seguire il figlio di Ermes  nell’accampamento numero undici. 
Una marea di semidei tentava di crearsi un proprio spazio nell’accampamento, spingendosi e reclamando il proprio territorio, mentre Jack, noncurante, cercava di farsi spazio tra la folla, trascinando Hiccup con se. Era uno spazio decisamente troppo piccolo per ospitare tutta quella gente. 
Poi, i due giunsero davanti ad un’amaca disposta in un angolo. Era piuttosto precaria, per niente accomodante, ma era sempre meglio di niente.
-    È un po’ malandata, ma dovrebbe andare bene. È il massimo che abbiamo qui alla casa undici ... –
-    Non importa, davvero, va bene così. – accennò un sorriso Hiccup, sentendosi già come se fosse a casa propria.
Per la prima volta non si sentiva a disagio in mezzo a quella gente. Erano tutti molto accoglienti e nessuno lo prendeva in giro con nomignoli come “ lo strano “ o “ l’asociale “. Di tutti i campi, scuole pubbliche ed istituti privati che aveva visitato, quello era di sicuro il migliore. 
Mentre il nuovo arrivato si stava avvicinando all’amaca che da quel giorno fino al suo riconoscimento gli avrebbe fatto da letto,  avvertì un forte crampo provenire dalla sua gamba sinistra. Soffocò un gemito, sperando che Jack non lo notasse, ma il figlio di Ermes era più attento di quanto pensasse.
-    Tutto ok? – chiese quest’ultimo mentre guardava pensieroso la gamba del ragazzo
-    Oh si, tutto apposto. –
La sua corsa contro il tempo per giungere al Campo Mezzosangue doveva avergli provocato qualche problema muscolare alla gamba. Non era un ragazzo allenato e aveva corso fin troppo quella mattina per scampare dalla furia di un mostro mitologico. 
-    Non si direbbe. Sistema la tua roba in modo che i miei fratelli non te la rubino e andiamo alla casa sette. –

**

Hiccup non sapeva se preoccuparsi o meno. Le visite mediche non gli erano mai andate a genio e in quel momento si sentiva ancora più a disagio dato che sapeva con certezza che la sua gamba non aveva nulla di grave.
-    Davvero Jack, non ce n’è bisogno! –
-    Perché soffrire quando possiamo rimediare al dolore con dei capelli magici, scusa! – 
-    Capelli magici? –
L’albino non rispose, come se non volesse rovinargli la sorpresa. 
La casa sette di cui il ragazzo parlava non era molto lontana dalla undici perciò ci arrivarono nel giro di qualche minuto. 
Era molto diversa dall’edificio in cui era stato prima. Era molto luminosa, così tanto che sembrava fatta d’oro. C’erano tanti ragazzi, ma non troppi, e nell’aria si respirava un’atmosfera di pace. Una ragazza suonava la lira, e, quello strumento, fece intuire ad Hiccup la divinità a cui quella casa era dedicata. 
-    Apollo? –
-    Esatto! Sai, sei una buona recluta dopo tutto! – rispose sorridendo Jack mentre si faceva strada tra i figli del dio delle arti – Non capisco il motivo per cui quel satiro di Fil ti ha scaricato a me. –
Quello che a Hiccup sfuggiva invece era la ragione della loro visita alla casa di Apollo. I suoi dubbi però stavano per lasciare posto allo stupore. Una ragazza dai lunghi capelli biondi spuntò davanti a loro, facendolo sobbalzare dallo spavento. Jack al contrario era rimasto impassibile e la sua bocca aveva assunto un sorriso diverso da quelli che riservava agli altri ragazzi del Campo. 
-    Ciao Jack! Hai portato un nuovo arrivato!  – esclamò contenta la biondina mentre porgeva la mano ad Hiccup – Io mi chiamo Rapunzel e avrai intuito che mio padre è Apollo. –
Il ragazzo annuì, leggermente sconcertato dalla lunga cascata di capelli biondi che partivano dalla testa della ragazza e finivano in un punto impreciso della stanza non a portata della vista di Hiccup. 
-    Hiccup, indeterminato. – si limitò a rispondere, cercando di non fissare troppo i capelli  di Rapunzel
-    L’ho portato qui per la sua gamba. Sai com’è, arrivare al Campo Mezzosangue non è un gioco da ragazzi ed è già tanto che sia arrivato intero. – 
-    Risolvo tutto io! Hiccup, siediti qui. – continuò la figlia di Apollo indicando un cuscino sul pavimento.
Hiccup si sedette sul cuscino lilla e si preparò a ... qualunque cosa la biondina stesse per fare.
Quest’ultima agguantò i suoi chilometrici capelli e li avvolse attorno alla gamba sinistra del ragazzo. Poi, sotto gli occhi stupiti dell’ultimo citato, cominciò a cantare una melodiosa canzone.
-    Fiore, dammi ascolto 
Se risplenderai 
Con i tuoi poteri 
Tu mi proteggerai 
Con la tua magia 
Tu mi aiuterai 
E non dirmi che 
Per me è tardi ormai 
E' tardi ormai –
I capelli le si illuminarono ad ogni strofa, trasmettendo ad Hiccup un calore piacevole, benefico, che avvolse tutta la gamba sinistra. Quando la ragazza smise di cantare, gli sorrise, soddisfatta.
-    Ora starai meglio! – esclamò contenta mentre liberava la gamba del ragazzo dai capelli
-    Come ... cosa ...? – cercò di chiedere ma era ancora troppo scioccato per riuscire a proferire qualcosa di veramente sensato
-    Punzie fa questo effetto a tutti, all’inizio. – rispose l’albino che aveva osservato la scena, per nulla spaventato dalla dote della ragazza.
Doveva esserci abituato perché quello che era successo non era nulla di scientificamente plausibile agli occhi di Hiccup.
-    È il dono di mio padre. Apollo, oltre che ad essere il dio delle arti, della poesia e del sole, lo è anche della medicina. –
Nonostante il tono risoluto usato da Rapunzel nel spiegargli l’avvenimento, Hiccup continuava a fissare incredulo la fonte di quel calore benefico. Era stato un attimo ed ogni male, sia fisico che mentale, era magicamente sparito. 
Se suo padre fosse stato Apollo, non si sarebbe lamentato. Gli piaceva quella casa, anche se con la musica e le poesie non se l’era mai cavata, e la stessa cosa valeva per la medicina. No, anche se lo voleva, sapeva di non  essere parte della progenie del dio del sole. 
-    Hai mostrato ad Hiccup il laghetto delle canoe? – ruppe il silenzio la biondina cercando di distogliere l’attenzione del nuovo arrivato dai suoi capelli magici – E alla stalla dei pegasi? Oh, avrai visto sicuramente l’arena, l’anfiteatro e il campo da pallavolo! –
-    In realtà ... siamo stati solo alla casa undici per ora. E ovviamente alla casa sette... – rispose l’albino mentre si rendeva conto di aver saltato tutti quei luoghi, parti importanti del Campo.
-    Non te la cavi molto bene come guida turistica, Jack. – continuò di rimando Rapunzel, ridendo – Allora rimediamo subito, no? –

**

Rapunzel era simpatica ed Hiccup pensò di non essere l’unico a pensarla così. Anche se lo nascondeva, si vedeva da lontano un miglio che Jack era cotto di lei. L’unica che sembrava non accorgersene però era appunto l’interessata che continuava ad illustrare ad Hiccup i luoghi del Campo che stavano visitando, associandoli ad aneddoti divertenti, come quella volta in cui alla mensa Jack aveva, “ accidentalmente “, rovesciato un po’ di acqua sul satiro Fil. 
-    È stato epico! – commentò l’autore dello scherzo – Ti sei perso una gran bella cosa! –
-    Tranquillo, avrà sicuramente modo di assistere ad altri tuoi scherzi! – 
-    Da quello che sono riuscito a capire... sei un maestro degli scherzi. – 
-    È mio dovere far divertire la massa. – rispose il ragazzo assumendo un’aria da gradasso - E, a proposito di far vedere al nuovo arrivato quello che so fare, sembra che si stia presentando proprio l’occasione giusta. –
Erano davanti al poligono di tiro con l’arco. Gli uomini per metà cavalli che Rapunzel aveva chiamato centauri si erano concessi una pausa. Mentre questi riposavano, una ragazza dalla folta chioma rossa si stava posizionando nella zona di tiro mentre un’altra ragazza la osservava, appuntando qualcosa su un taccuino.
-    No, non di nuovo, Jack ... sai come è fatta! – rimproverò l’albino Rapunzel mentre Hiccup era più confuso che mai
-    Che cosa...? –
-    Sta a vedere, amico. – 
La ragazza, con fare convinto, posizionò la freccia nell’arco e la scoccò dopo qualche minuto. Con suo estremo stupore, la freccia mancò il bersaglio. Hiccup la vide abbastanza tranquilla, perciò non capì il perché della preoccupazione di Rapunzel. 
-    Adesso esplode ... – sussurrò la biondina mentre si nascondeva dietro di lui, proteggendosi da un’eventuale reazione della rossa
-    La calma prima della tempesta. – commentò Jack mentre, a differenza di Rapunzel, si preparava a godersi lo spettacolo.
Poco dopo la videro trarre un respiro profondo. Poggiò l’arco a terra e, ad un tratto, cominciò a tirare calci alla faretra urlando arrabbiata:
-    FROST!!! –
Il citato rideva come un matto mentre Rapunzel si faceva sempre più piccola dietro le spalle di un Hiccup intento a coprirsi le orecchie per salvaguardare i timpani da eventuali danni permanenti.
Una furia rossa si avvicinava a loro, sbuffando come un toro imbizzarrito, mentre Jack si ricomponeva, cercando di risultare il più serio possibile. 
-    Sei stato tu! Quelle frecce puzzano di sortilegio! – esclamò la rossa dopo aver afferrato l’albino per la maglietta arancione del Campo 
-    Ti sbagli, noi figli di Ermes non sappiamo fare quelle cose. I figli di Apollo, loro sanno farle. – obiettò l’imputato mentre alzava le mani in segno di resa
-    Rapunzel, l’hai aiutato! – l’obbiettivo della rossa cambiò – Non ci posso credere! – 
La stretta con cui Rapunzel aveva avvinghiato Hiccup si faceva sempre più forte, tanto che il ragazzo sentì di dover intervenire.
-    Io non so come ti chiami, ma ... è solo uno scherzo, non è nulla di che. –
-    NULLA DI CHE?! – i suoi occhi acqua marina infuocati di rabbia si andarono a posare sul nuovo arrivato – E tu chi saresti?! Anzi, domanda migliore, chi ti credi di essere per difendere... Frost! – 
-    Mi chiamo Hiccup ... sono arrivato stamattina al Campo. – 
-    Questo spiega tutto. –
La ragazza sembrò calmarsi dopo quella frase e questo fece allentare anche la stretta della biondina sulle spalle di Hiccup. 
-    Mi chiamo Merida e mio padre è Ares, il dio della guerra. –
-    Anche questo spiega molte cose... – sussurrò tra se e se, sarcastico
-    Che cosa hai detto?! – chiese irritata mentre i suoi occhi si riaccendevano di odio
-    Nulla, nulla! – si salvò all’ultimo il ragazzo
-    E comunque, tu non conosci bene Frost, non puoi difenderlo. E soprattutto, non conosci me! Quella freccia sarebbe dovuta andare a segno, avevo fatto una scommessa con Belle! – lo sguardo si spostò verso l’albino – Come sempre, hai rovinato ogni mio piano. Adesso infilzerò tutte queste frecce stregate nel tuo pancreas! – 
-    Merida, calmati! – la fermò la biondina - Con Belle risolvo io, è una figlia di Atena, è intelligente, e poi conosce Jack, quindi accetterà di rifare la scommessa. Per quanto riguarda le frecce ... si, le ho stregate io ma Jack mi aveva detto che era per una buona causa! –
La rossa sbuffò mentre si sedeva sull’erba. Hiccup pensò che scene di questo genere dovevano accadere ogni giorno quando un figlio di Ermes burlone come Jack ed una figlia di Ares permalosa come Merida si scontravano ma, alla fine, ci avrebbe fatto l’abitudine. Non sapere chi fosse il suo genitore divino era stressante anche se, in un certo senso, l’attesa non sarebbe stata poi così terribile se l’avesse passata con quei tre ragazzi. Ed un’altra cosa Hiccup sapeva con certezza: lui di sicuro non era un figlio del dio della guerra. 


N.A. ( di Fine Capitolo xD ): Dovevo fare delle note finali stavolta perché, per non spoilerarvi la One Shot,  ho dovuto tacere ad inizio capitolo. xD Allora, Filottete non potevo non inserirlo in questo contesto, è un satiro! E poi lui ha sempre addestrato eroi perciò lo vedevo perfetto a sostituire Chirone in questa versione Disney/Non del Campo Mezzosangue.
Jack è un figlio di Ermes perché è un burlone e beh, non potevo inserirlo da Borea in quanto, chi ha letto la saga avrà capito, il tutto si ambienta prima della promessa che Percy fa fare agli Dei alla fine de Lo scontro finale
Rapunzel andava di diritto da inserire nella progenie di Apollo in quanto praticamente perfetta rappresentante del dio del Sole! ^^
Merida - la nostra " cara " e " dolce "  Merida - io l'ho sempre vista come un'agguerita figlia di Ares, che ci posso fare. xD 
Per quanto riguarda il nostro Hic, è rimasto tutto in sospeso ( perché su di lui sono stata indecisa tra due divinità ^^" ), ma ho fatto intendere che sta cercando suo padre quindi molti di voi avranno intuito! ^.*
Poi la comparsa che ho fatto fare a Belle come figlia di Atena... su di lei non ho avuto dubbi
Insomma, ci tengo tanto a questa One Shot perché vi intruduce alla long che sto preparando. La sto scrivendo da qualche settimana, sono arrivata al Capitolo 3, ma sto avendo problemi con il Prologo ( colpa della profezia, faccio pena come Oracolo di Delfi! >.< ). Quando risolverò questi problemucci, credo di postarla, ma tutto dipende da come reagirete alla One Shot xD ^^"
Quindi, le recensioni sono ASPETTATISSIME stavolta, voglio sul serio sapere cosa ne pensate! 
Prima di lasciarvi ( tra poco le note diventeranno più lunghe della One Shot >.< ) volevo dedicare questo mio lavoretto ( oltre che a tutti coloro che leggono ) anche  alla mia madre divina ( nonché migliore amica <3 ) Slvre99 . Ti voglio bene cucciola, anche se partirai e non potrai leggerla per ora ='( <3
E adesso basta tediarvi, vi sarete addormentati.
Alla prossima ( Che sia la long o la nuova one shot ) =3

 
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Big Four / Vai alla pagina dell'autore: _Lullaby99_