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Autore: Si_Punxx    27/08/2014    0 recensioni
Si avvicinó alla pensilina e si sedette. Questo era Billie Joe Armstrong. Un ragazzo timido, chiuso, senza amici, che si era appena trasferito in una casa piú piccola di quella dove abitava prima, perché dopo la morte di suo padre, sua madre non poteva piú permettersi una casa grande come la prima. Era stato sempre considerato meno di nulla, asociale, uno "scarto della societá", per i suoi gusti "diversi" in fatto di musica, di vestire, di pensare, di sognare. E cosí, un povero ragazzino appena sedicienne, aveva giá ricevuto almeno la metà della merda che il mondo poteva sputargli addosso. Si era costruito un mondo tutto suo, barricato da alti muri, un mondo fatto di musica, di canzoni, di libri, di studio e di solitudine.
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Bilile Joe assunse le famose cinquanta sfumature di rosso, e le sue pupille si illuminarono. -Io…- poi guardò gli occhi del ragazzo davanti a lui… Gli stessi che aveva visto il primo giorno di scuola, quando lo aveva accidentalmente preso in pieno… Gli stessi occhi che aveva fissato ad ogni lezione di musica… Gli stessi che lo avevano visto sorridere, e poi piangere, e poi sorridere di nuovo… Gli stessi occhi che lo avevano salvato.
Genere: Erotico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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-Cap. 38
 
---Dieci anni dopo…---
 
Billie Joe aprì gli occhi, ancora assonnato. Spense la sveglia che stava suonando e affondò la nuca nel cuscino. Dopo qualche minuto riguardò l’orario, erano le 7:15 di mattina. Si alzò e si diresse in cucina, dove era sicuro di trovare Mike. –Buongiorno- disse il biondo, sorridendo. Billie sbadigliò e rispose un “buongiorno” stonato. Baciò il suo fidanzato, che gli porse una tazza di caffelatte appena preparata, fumante e invitante. –Allora, i programmi di oggi?- chiese Mike, anche se già sapeva cosa avrebbe risposto l’altro. –Devo arrivare un po’ prima in sala professori, stiamo organizzando la gita per le seconde- rispose il moro, sistemandosi i capelli. E già, perché dopo aver finito la scuola, si era laureato, e adesso lavorava come professore di musica alla Pinole High School, proprio come lo era Mike. Lo era, perché adesso il biondo lavorava come preside della più importante scuola di musica di Oakland, cosa che lo teneva molto impegnato. –E Lei, rettore Pritchard?- lo prese in giro Billie. –Io devo accogliere le visite dei futuri studenti… Un lavoraccio, ma è bello vedere che c’è ancora qualcuno dedito alla musica e all’arte- rispose, bevendo un sorso del suo caffè. I due si guardarono per qualche istante. Nonostante gli anni passati insieme, Mike rimaneva sempre il solito giovane, bello e sexy professore che gli aveva rubato il cuore, pensò Billie. I segni dell’età si scorgevano appena sul suo viso con i lineamenti decisi e la pelle di un colorito intenso. Al contrario di lui, che aveva la pelle chiara, e sembrava non voler invecchiare mai. –Sei meraviglioso, come ogni mattina di questi ultimi dieci anni insieme- disse Mike, accarezzandogli i capelli. Fece combaciare le loro bocce, in un bacio con il retrogusto di caffè e tanto amore. –Quand’è che devi occuparti di Nixon?- chiese il biondo. Billie lo guardò spaesato, per poi portarsi una mano sulla fronte, come se si fosse dimenticato qualcosa. –Hai ragione, il figlio di Aber… Sta sera- rispose, guardando il calendario. –Bè, divertitevi, io tornerò verso le otto… Sai, devo rimanere fino a tardi per sistemare alcune cose- disse Mike, accarezzandogli la guancia. –Ma io non so come fare da solo!- esclamò il moro, preoccupato. -È  la prima volta che mi chiede di prendermi cura di lui, aiuto… Quel bambino è una peste- mormorò. –Hahahaha dai, non esagerare, sono sicuro che te la caverai… Farai pratica- rise Mike. –A proposito di bambini… Il piccolo Joey?- chiese Billie. –Ieri ho parlato con Frank, tutte le pratiche sono sistemate. A breve saremo genitori- rispose fiero il biondo. Gli occhi dell’altro brillarono di emozione, e baciò entusiasta il fidanzato. –Finalmente… Non vedo l’ora!- disse, guardandolo negli occhi. Quando erano stati in orfanotrofio, Billie aveva notato questo bambino così piccolo, di appena due anni, che stava in piedi a fatica. Quando si era avvicinato a lui, il piccolo si era messo a giocare con i suoi capelli, e poi, cercando di parlare aveva detto –Hey… Oh… Hey… Oh- cercando probabilmente di dire qualcosa di sensato. –Mike, ha parlato! Ha detto Hey Oh! È lui, Mike… me lo sento- aveva esclamato il moro, con in braccio il bambino, ancora intento ad attorcigliargli i capelli ribelli. Aveva la pelle chiara e i lineamenti dolci, con i capelli castani e gli occhi marroni. Avevano passato del tempo con lui, avevano potuto portarlo a casa per un giorno, e il piccolo sembrava aver trovato tutto ciò di suo gradimento. Poi Billie se lo era messo in braccio e aveva preso la chitarra, mettendosela davanti. –Un giorno ti insegnerò a suonarla- gli aveva detto. Il piccolo aveva afferrato le corde e le aveva pizzicate, battendo le mani ogni volta che emettevano un suono. -È proprio lui, non ci sono dubbi- aveva detto Mike, prendendolo in braccio e facendogli il solletico. Era stato uno dei giorni più belli della loro vita. E tra poco avrebbe vissuto con loro, proprio come una famiglia… Una famiglia felice. –E per il matrimonio?- chiese ancora Billie. –Eh, una cosa per volta… Anche quelle pratiche sono sistemate, dobbiamo solo andare in tribunale a firmare, e saremo finalmente sposati- disse Mike, posando la tazza del caffè ormai vuota, nel lavandino. Billie ricordò il giorno di due anni prima, quando il biondo gli aveva chiesto di sposarlo. Era estate, e loro due erano andati a prendere una granita, in spiaggia, al chiaro di luna. Poi Billie si era messo a correre, e Mike ad inseguirlo, e chissà come erano finiti sotto al pontile, lontano da tutto e da tutti. Billie amava quel posto, per lui rappresentava la tranquillità, lì trovava l’ispirazione necessaria. Mike lo aveva preso in braccio e lo aveva baciato, finendo contro il muretto alle loro spalle. Avevano continuato così per qualche minuto, finché il biondo non si era staccato e gli aveva preso le mani. –Billie, ormai stiamo insieme da molto, e io ti amo ogni giorno di più… Più passa il tempo e più diventi bello, il tempo con te sembra un dono venuto da chissà dove…- aveva detto. E poi si era inginocchiato e, sempre tenendo la sua mano, aveva pronunciato la fatidica frase –Billie Joe Armstrong… Vuoi sposarmi?- Gli occhi del moro si erano velati di lacrime di gioia ed emozione. Lo aveva tirato su e lo aveva abbracciato. –Si! Si Mike, lo voglio!- aveva esclamato, con voce rotta dal pianto. Anche quello rientrava nella cerchia dei giorni più belli della loro vita passata insieme. Billie baciò Mike e si diresse verso il bagno. –Vado a prepararmi- annunciò, chiudendo la porta. Si spogliò e aprì l’acqua della doccia, entrandoci dentro. L’acqua scorreva calda sul suo corpo, avvolgendolo con una piccola nube di condensa. Nonostante fosse Marzo, fuori faceva ancora freddino, e il moro preferiva coccolarsi con il bagnoschiuma al sandalo orientale e con l’acqua calda. Uscì dalla doccia, si asciugò i capelli con una passata di asciugamano e poi si diresse in camera da letto, per vestirsi. Dietro di lui sbucò Mike, che gli accarezzò la schiena. –Ma come profumiamo…- bisbigliò, annusandogli il collo, per poi baciarlo tutto. Billie chinò il capo per facilitargli il lavoro, poi si girò e incollò le labbra alle sue, spingendolo sul letto. –Ma non dovevi arrivare in sala professori in anticipo?- gli chiese il biondo, divertito. –Non si lamenterà nessuno se tardo qualche minuto… Il fatto che io abbia molto lavoro, non vuol dire che io non possa dedicarmi al mio fidanzato quanto merita- rispose Billie, con voce rauca. Sapeva che avrebbe avuto una giornata impegnativa, quindi perché non rilassarsi un po’?
 
 
---Quella sera…---
 
Mike infilò la chiave nella toppa e la girò. La serratura fece il solito scatto e la porta si aprì. Davanti a lui si presentò il più totale caos: fogli scarabocchiati buttati a terra, pastelli colorati sparsi ovunque, regoli disseminati a terra, nemmeno fossero le briciole di pane lasciate da Pollicino per ritrovare la strada di casa. Posò la valigetta del lavoro sul tavolo e si guardò in torno, grattandosi la testa. E ora? Iniziò a raccogliere quello che poteva, posando tutto sul tavolo. Raccolse la chitarra di Billie dal pavimento e la posò al suo posto. Notò anche che alcuni vinili erano in disordine. Sistemò il giradischi, poi rimise gli LP nelle loro custodie e li rimise nella libreria. Si spostò di qualche centimetro e per poco non inciampò su una pallina di gomma, lasciata anch’essa sul pavimento. La raccolse e la posò sul mobile davanti a lui. Poi si avvicinò al divano e vide una delle scene più dolci e buffe che aveva mai visto. Steso sul divano c’era Billie che dormiva, e davanti a lui c’era il piccolo Nixon, sprofondato nel sonno più profondo, che stringeva la mono del moro. Mike si avvicinò al fidanzato e gli carezzò la testa. –Mike… Sei tu…- disse Billie, assonnato. –Si, sono tornato… Ma non mi avevi detto che a casa nostra era arrivato il circo- rise il biondo. L’altro si liberò dalla stretta del bimbo e lo adagiò meglio, sistemandogli un cuscino sotto la testa. Poi si alzò e si diresse in cucina. –Ti avevo detto che era una peste… Non sai quanto tempo ci ho messo per farlo addormentare- disse, sbuffando. Un grande sorriso si fece strada sul viso di Mike, che si avvicinò a lui e lo baciò. –Tu ridi, mica ci sei stato tu a casa con noi, mentre qual diavoletto correva per casa con la mia chitarra in mano, e io dietro a lui, sperando che non la facesse cadere- si lamentò Billie. –Esagerato- rise Mike. –Tra poco passa Aber a prenderlo… Oggi era il suo primo anniversario di matrimonio ed è andata a cena con Jack- disse il moro, bevendo un po’ di latte direttamente dal cartone. –Mi sembra giusto- osservò il biondo. Poi abbracciò il fidanzato e lo strinse forte a se. –Tra poco toccherà pure a noi… Ed avrai una piccola peste girovagare per casa ventiquattro ore su ventiquattro… Facci l’abitudine- sorrise Mike. Billie lo guardò, sprofondando nei suoi occhi azzurri. Aveva il potere di dire sempre la cosa giusta, al momento giusto. –Non vedo l’ora…- ripose sincero, prima di baciarlo di nuovo.
 
-The End-
 
-Angolo dell’autrice
 
Wonder Frikets ragazzi e ragazze, bestioline rare… Ebbene si, siamo giunti alla fine di questa storia. Però, dato che vorrei dirvi un paio di cosette, vi prego di leggere anche il prossimo capitolo, dove scriverò qualcosa in prima persona… Per favore, per me è importante che lo leggiate, mi fareste davvero piacere.
Rage & Love
Sia 
  
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