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Autore: Mika    15/01/2005    10 recensioni
Hermione si si sente persa, e schiacciata dall'ombra di colui che non deve essere nominato. Ma forse un amico riuscirà a farla distrarre almeno per una sera.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dannatissimo Voldemort

(col testo della canzone 'Il mondo è mio' presente nel film Aladdin)

Il mondo è mio.

Le stelle brillavano in tutto il loro splendore, alte nel limpido manto notturno del cielo di Giugno. Il vento soffiava leggero scompigliando leggermente le foglie degli alberi della foresta Proibita. Gli uccelli notturni cantavano, tutto era così tranquillo, così pacifico. Il lago in cui si rispecchiava l’imponente castello di Hogwarts era calmo, e sulla sua superficie si riflettevano la luna le stelle e le luci della scuola. La ragazza seduta vicino al lago, si sistemò i capelli dietro l’orecchio, poi si accoccolò portandosi le ginocchia al petto e circondandosi le gambe con le braccia. Sospirò, appoggiando la testa sulle braccia. Era così bello stare li, sembrava di stare fra due mondi, fra cielo e acqua. La scuola a breve sarebbe finita, ormai gli esami dei G.U.F.O erano finiti. Ma non era questo a impensierire la ragazza, non erano i risultati dei compiti a preoccuparla…A farla star male era il contrasto della realtà con quella meravigliosa sensazione di pace che stava provando in quel momento. Già perché per quanto quella notte e quel paesaggio fossero rasserenanti lei sapeva bene che non erano in pace. La notte della battaglia nella stanza del ministero aveva difatti aperto una nuova guerra. Una guerra che, lo sapeva bene, non poteva portare nulla di buono.

"Hermione?"

La ragazza si voltò sentendosi chiamare. Davanti a lei c’era un ragazzo alto dai capelli rossi e il viso leggermente puntinato di lentiggini. In mano teneva una scopa da volo.

"Ron".

"Che ci fai qui?" chiese il ragazzo

La ragazza alzò le spalle, poi tornò a guardare davanti a sè. Il giovane grifondoro si sedette accanto alla sua amica, posando la scopa accanto a loro.

"e tu Ron che ci fai qui?" chiese improvvisamente Hermione.

"Mah…in realtà ero uscito per farmi un volo sulla scopa, poi ti ho vista e ti ho raggiunta."

"Harry?"

"In camera, credo. Vuole stare da solo."

"Come sta?"

"Herm, questa non è una domanda da te….ti facevo più intelligente. Come vuoi che stia? Prova a immaginarlo, ha perso Sirius" Rispose il ragazzo con tono stranamente serio, tanto che non sembrava lui.

"Quanto sei stupido Ron! Lo so che sta male, intendevo, se sta un po’ meglio."

Ron guardò davanti a sè, e scosse la testa

"sembra uno straccio."

Hermione non rispose. I due ragazzi rimasero per un po’ così, senza dire e fare nulla. Guardando solo il lago. Poi il ragazzo si girò a fissare l’amica, e per la prima volta si accorse che Hermione era una ragazza. Cioè, non che fosse così scemo da non essersene mai accorto prima, solo…non l’aveva capito bene…era diverso. Lui, Harry ed Herm in quei cinque anni erano sempre stati insieme, e lui aveva finito per considerarla quasi un ragazzo. Ora invece alla luce della luna e delle stelle la notava diversa. I lunghi capelli castani le ricadevano sulle spalle ribelli, tenuti indietro soltanto da un sottile cerchietto. L’aria assente le donava quell’aria adulta, che in fondo Hermione aveva sempre avuto. Sembrava quasi…bella. Ron tornò a guardare davanti a sé. Che bello sarebbe stato quella serata senza l’ombra di Voldemort e di una guerra su di loro.

"a cosa pensi Ron?" Chiese improvvisamente la ragazza girandosi a guardarlo

Ron non rispose. Che cosa avrebbe dovuto risponderle? Che stava pensando che per la prima volta dopo quasi cinque anni lui si rendeva conto che era una ragazza? Così si sarebbe infuriata e se ne sarebbe andata.

"a nulla di particolare. E tu Hermione?"

"io? Stavo pensando…che mi piacerebbe uccidere Voldemort."

Ron rimase spiazzato e sbalordito da quella risposta. Poi sorrise leggermente e disse.

"mettiti in fila, Hermione. Mi sa che ci sono altre due o tre personcine che vogliono farlo fuori, tra cui il nostro carissimo Harry."

"oh, Ron, è tutta colpa sua!"

"di cosa Hermione?" chiese forse un po’ stupidamente Ron

"ma di Tutto Ron!" disse lei alzandosi in piedi "Guarda Harry come soffre a causa sua. Ha perso i suoi genitori e Sirius ed è costretto a tornare dai suoi zii. Neville ha perso i suoi genitori…quante persone hanno la vita rovinata a causa sua? Quanti RAGAZZI hanno la vita rovinata, o peggio ancora come nel caso di Cedric Diggory, vengono uccisi da lui, Ron?" Urlò la ragazza lasciando sorpreso il suo amico, ma la sfuriata di Hermione non era ancora finita "La nostra vita è rovinata. Noi siamo solo ragazzi! E non dovremmo preoccuparci di questa guerra, di Voldemort. Dovremmo solo pensare a studiare, a fare i cretini e divertirci. Dovremmo fare un Club…che so io….sulla cantante strega più famosa del momento, o su un giocatore della nazionale di Quidditch, ma di certo Ron, non dovremmo fondare l’Es, per avere qualcuno che ci insegni a difenderci…semplicemente perché non dovremmo difenderci da nessuno…non dovrebbe esserci un pazzo squilibrato con manie di onnipotenza in giro a minacciare la vita di milioni persone…-

Hermione s’interruppe e si spostò fino ad avvicinarsi al suo amico, poggiando la sua testa contro la spalla del ragazzo. Il poveretto rimase sorpreso da quel gesto. Poi lentamente alzò un braccio e circondo le spalle della ragazza.

"Sono stanca Ron, sono stanca di tutto… di Voldemort, di questo mondo schifoso…della gente ipocrita da cui siamo circondati…questo mondo fa schifo"

Dio come la capiva! Lo pensava anche lui. Hermione aveva ragione. La ragazza si alzò lentamente, fissò nuovamente il lago e cercò di asciugarsi le lacrime che solcavano il suo bel viso.

Ron si alzò dopo aver ascoltato l’intera sfuriata della sua amica. Hermione aveva ragione. D’improvviso senti ricrescere dentro di lui la rabbia che lo aveva colto poco prima mentre stava con Harry. Non era vera e propria rabbia ma frustrazione…frustrazione dovuta al senso di impotenza. Non poteva fa nulla per far star meglio il suo migliore amico, così aveva deciso di andare a farsi un giro sulla scopa…e ora davanti allo sfogo di Hermione quel senso d’impotenza lo aveva colto nuovamente, forse di più…e ora anche lui sentiva di voler far fuori Voldemort, di ucciderlo, di liberare il mondo dalla sua fastidiosa presenza. Così Harry ed Hermione sarebbero tornati a sorridere. Purtroppo non poteva. Fosse stato così semplice liberarsi di quel farabutto, se fosse bastata la buona volontà di tutti Colui-che-non-deve-essere-nominato sarebbe morto già da un pezzo…ma non era così, e chissà per quanto altro tempo ancora, non lo sarebbe stato. Ron sospirò rassegnato. Era inutile. Erano ragazzi e non potevano fare nulla per cambiare il destino. Il ragazzo strinse forte i pugni, accorgendosi solo in quel momento che nel rialzarsi aveva preso la scopa. La fissò per qualche istante…poi s’illuminò…non poteva liberare il mondo da Voldemort, non poteva restituire Sirius ad Harry, ma forse poteva fare qualcosa per far star meglio Hermione.

Lentamente il ragazzo si avvicinò alla sua amica, l’aiutò a rialzarsi e le porse un fazzoletto.

"Grazie Ron" mormorò la ragazza asciugandosi gli occhi

"Nulla." poi la prese per un braccio e disse "Dai vieni con me!"

"Do…dove?" chiese un po’ sorpresa la ragazza

Ron le mostro la scopa

"a fare un volo." rispose in fine

"no…non ne ho voglia."

"e dai Herm, solo un giro, ti farà bene."

"non credo proprio. C’è solo una cosa che potrebbe farmi stare bene: voldemort morto."

"okey, dacci un taglio Hermione, ho capito che detesti Voldemort." Ron era talmente nercoso e un po’ arrabbiato che con suo grande sorpresa aveva pronunciato quel nome senza tentennamenti, come invece, faceva di solito. Poi riprese "Ma credi di essere l’unica? Credi che Harry non lo voglia vedere morto? Credi che IO non lo voglia vedere morto? Ma non puoi continuare a fare così, autocommiserarti/ci non servirà a nulla. La daremo solo vinta a quel bastardo. Bisogna reagire."

"E come? Volando su di una scopa? Questo no migliora le cose Ron." disse Hermione stizzita

"Non le peggiora nemmeno. E poi dai, che ti costa provare."

E così dicendo Ron sfoderò un dolcissimo sorriso. Hermione ne rimase…affascinata. Il suo amico era sempre stato un tale disastro, sempre impacciato, e spesso anche indelicato. Aveva sempre dei modi così infantili, e spesso si comportava, e ragionava anche, come un bambino. Invece ora sembrava diverso. Le pareva adulto, quasi maturo. E aveva ragione lui. Fare un giro sulla scopa non avrebbe peggiorato di certo le cose.

"E va bene. Ron, facciamoci un giro…non credo ci sia nulla di male…e anche se ci fosse… al diavolo tutto!"

"Oh ben detto Herm."

Ron montò la sulla scopa, poi si girò verso la ragazza e le fece segno di salire, lasciandole lo spazio affinché anche lei potesse montarla. La ragazza salì sulla Tornado, tirò indietro i suoi capelli e infine circondo con le sue braccia la vita di Ron.

"Tieniti forte, non voglio che tu cada." disse Ron dolcemente

"Non è nelle mie intenzioni cadere" rispose lei mentre appoggiava la testa alle spalle di Ron, mentre quest’ultimo spiccava il volo.

Ron sentiva la stretta di Hermione, la sua testa appoggiata contro la propria schiena. Sorrise, come’ era rigida!

"Hermione, non essere così tesa. Lasciati andare, non sei seduta su un banco a fare un test…stai volando!"

"E allora?" chiese lei un po’ tesa

"Be non si può essere tesi mentre si vola"

"A no, e perché di grazia?" chiese lei mentre alzava la testa dalla schiena del ragazzo. Ronald si voltò, la fissò negli occhi e disse dolcemente:

"Perché il volò è liberta, Hermione!"

Ora vieni con me

verso un mondo d’incanto,
principessa, è tanto
che il tuo cuore aspetta un si.

Ron voleva che lei la ‘ seguisse’ fisicamente, certo, ma anche mentalmente. Voleva distrarre Hermione, portarla dove non c’erano problemi…verso un altro mondo, un mondo dove lei fosse un’altra…oppure il mondo era sempre lo stesso, solo, magari, Lei si sarebbe lasciata andare. Sapeva che la ragazza ne aveva bisogno, bisogno di non essere sempre così saggia e responsabile. Nella vita, a volte, bisognava essere incoscienti. E dentro il suo cuore, Hermione lo sapeva.

Quello che scoprirai
è davvero importante,
il tappeto volante
ci accompagna proprio lì.

‘ Hermione’ pensava Ron ‘ voglio che tu ti lasci andare. Scoprirai cose molto importanti, molto più importanti dell’essere sempre così compita e seria.’ Ron, stava portando Hermione in un’altra ‘dimensione’ a cavallo di un semplice scopa mezza sgangherata.


Il mondo è tuo,
con quelle stelle puoi giocar,
nessuno ti dirà
che non si fa,
è un mondo tuo per sempre.

Il ragazzo andò sempre più veloce, sempre più in alto. A poco a poco la scuola, il lago, e tutto il resto si facevano sempre più piccoli. La notte era così serena che le stelle sembravano a portata di mano. Si aveva l’impressione che bastasse allungare una mano per poterle toccare. Ron sentì Hermione che si lasciava andare ad una leggera risata mentre lui aumentava di velocità e passava accanto a un paio di gufi. Ron voltò la testa e la vide ridente. Illuminata dai chiari raggi lunari era davvero bella. Se solo avesse potuto, Ron le avrebbe regalato il mondo.

"Sembra quasi di toccare le stelle" disse con aria sbarazzina la ragazza.

Ron le sorrise dolcemente.

"Be chissà, forse se andassimo fuori dalla terra si potrebbero davvero toccare"

"Oh, si certo, come no, Ron! E magari ci potrei pure giocare" rispose lei ridendo.

"perché no?" rispose lui con un sorriso.

Hermione scosse la testa divertita.


Il mondo è mio,
è sorprendente accanto a te,

La ragazza rise fra se è se dell’ingenuità del suo amico. Eppure stava bene accanto a lui. Le sembrava che finalmente il mondo fosse bello, fosse…suo, e lei lo stava scoprendo accanto a Ron. Ed era sorprendente, assolutamente favoloso.


se salgo fin lassù
poi guardo giù
che dolce sensazione nasce in me
.

Hermione guardò in alto e respirò profondamente chiudendo gli occhi. Poi li riaprì piano e guardò giù. Che bella sensazione stava provando. Stava bene, meravigliosamente bene.


C’è una sensazione dolce in te.

Ron si girò per l’ennesima volta a guardarla. Il suo viso era sereno. Era rilassata e tranquilla, e lui si scoprì a desiderare che lei fosse sempre felice così. Con quell’espressione da bimba felice dipinta sul viso.


Ogni cosa che ho,
anche quella più bella,
no, non vale la stella
che tra poco toccherò.

La ragazza stava pensando a quanto fosse meraviglioso volare in quel momento. Esseri lì, su di una scopa, fra luna, stelle e uccelli notturni al fianco di Ron. Tutto sembrava perdere di valore di fronte a quel meraviglioso spettacolo, di fronte a quella sensazione di calma e tranquillità che l’aveva pervasa. Non c’era una cosa, una singola cosa al mondo, che valesse quel cielo, quella luna…quelle stelle.

Il mondo è mio,

Harmione sentiva, forse per la prima volta in vita sua, che quel mondo le apparteneva. Era bello il mondo. Non il mondo dominato da Voldemort, ma Quel mondo. Un mondo dove tutto era perfetto, dove tutto era armonia. Dove lei era una semplice ragazzina spensierata.


Apri gli occhi e vedrai,

"Hermione?"

"Si Ron?"

"Guarda."

tra mille diamanti volerò,

La ragazza aprì gli occhi e vide che stavano volando sopra la foresta proibita, alti nel cielo…e c’erano delle Lucciole… o meglio: non erano lucciole, erano degli spiritelli del bosco, una specie di fatine delle favole, tutti circondati da una luce dorata. Fra le stelle, la luna e quegli spiritelli sembrava di stare fra una miriade di diamanti.


la tua notte più bella,

Ron sentì aprirsi il cuore a quella vista di Hermione che rideva fra quegli spiritelli e le stelle. ‘ Questa sarà una notte indimenticabile per me Hermione. E la tua notte più bella, fra le ultime che hai passato, te lo prometto Herm’ pensò dolcemente il giovane fra sè e sè.

con un po’ di follia
e di magia
tra stelle comete volerò,

Alcuni folletti si erano avvicinati alla ragazza, e ora stavano giocando con i suoi capelli, ma senza farle male. Lei rideva e si sentiva pazza. ‘ Devo essere folle, a stare qui, di notte’ pensò ad un tratto la ragazza, ma con sua grande sorpresa scoprì che non gliene importava un granché. C’era uno strano miscuglio di follia e magia in quella notte, e stava bene così. Con un po’ di fantasia Hermione immagino che quei folletti, non fossero folletti, ma una pioggia di stelle cadenti. Il che non era difficile da immaginare dato la scia che lasciavano mentre volavano.

Il mondo è tuo,

Ron si fermo lì, in mezzo a quei folletti, voleva regalare ad Hermione quell’attimo.


un corpo celeste sarò,

"Ron?" sussurrò ad un tratto lei

"Si?"

"Credo che questa non sia la realtà…"


la nostra favola sarà,

"Hai ragione Hermione, non sembra vero quello che stiamo vivendo"

"Già sembra una favola." disse lei

"La nostra favola." Disse lui senza quasi accorgerne.

Hermione arrossì ed annuì timidamente. Poi aggiunse

"E’ come se stessimo sognando."


ma se questo è un bel sogno,
non tornerò mai più,
mai più laggiù,

"Hermione, se questo è davvero un sogno non voglio svegliarmi mai più."

"No, Ron , noi non torneremo mai più laggiù."

Ron sorrise

"che vuoi fare? Volare per sempre? Sarebbe bello, ma un po’ improbabile, no?" rispose lui in tono leggero.

"No, io intendevo un’altra cosa Ron" disse lei facendosi improvvisamente seria

"Cosa?"

"Voglio dire che ora il mondo, mi sembra migliore. Non so, forse sto dicendo una cretinata…ma dopo questi momenti…oh, Ron… riesci a capirmi?"

"Si, credo di si Hermione."

"E’ come se dopo questa notte il monde fosse nuovo."

Ron si fermò a guardarla. Ora ne era pienamente cosciente Hermione le piaceva, da impazzire. La fissò intensamente e disse

"Questo mondo ci appartiene Hermione."

La ragazza lo guardò stupita, ma capiva quello che intendeva…più o meno.

"si è vero Ron. Questo mondo ci appartiene. In fondo non fa poi così schifo. Voldemort, non vincerà."

Ron la guardò per qualche istante

"io non intendevo questo, o meglio…non solo questo, Herm."

Il ragazzo planò nel mezzo di una radura, vicino al villaggio di Hogsmeade. I due scesero dalla scopa e si fissarono per qualche istante. Lei piegò leggermente la testa di lato.

"ah no? E cos’altro intendevi Ron?"

Lui ci mise un po’ a rispondere, poi si chinò e poggiò un leggero bacio sulle sue labbra

"hai capito?" chiese lui arrossendo leggermente

Hermione era un pomodoro, ma era anche felice.

"si, anche tu mi piaci, Ronald Weasley"

I due si baciarono ancora. Poi lei si stacco, lo guardò e sorridendo gli disse

"ritorniamo, ad Hogwarts. Andiamo nel nostro ‘ nuovo mondo’ Ron"

Lui sorrise ed annuì. Rimontarono sulla scopa, felici e ‘ trasformati’

è un mondo che appartiene a noi,

Mentre volavano, il ragazzo si ritrovò a pensare che la ragazza aveva ragione, quel mondo, il mondo che formavano lui ed Hermione, apparteneva a loro, solo a loro. Lì nessun Voldemort di sorta li avrebbe turbati.

soltanto a noi,

per me e per te,
ci aiuterà,
non svanirà,
solo per noi,
solo per noi,
per me e per te.

Anche Hermione la pensava come Ron. Quel mondo apparteneva a loro, solo a loro. E ogni volta che le forze per difenderlo sarebbero venute meno, il ricordo di quella notte li avrebbe aiutati a ritrovare una ragione per lottare.

Fine

  
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