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Autore: ciaoioamoglionedirection    28/08/2014    1 recensioni
Non avevo mai provato nulla di cosi forte, cosi sincero, cosi speciale.
Sentivo il sangue scorrere veloce nelle mie vene, sentivo il mio cuore impazzire d'amore, di desiderio mentre mi baciava.
Il suo tocco era come una medicina per me, sapeva tirarmi su di morale quando ne avevo bisogno.
Il suo tocco mi faceva sentire protetto tra le sue braccia, ma anche libero.
Libero di poter amare, libero di poter gridare al mondo quanto amavo quel ragazzo che aveva rubato il mio cuore, libero di poter provare un amore che nessuno adesso poteva piu' distruggere.
Stavo realizzando che senza di lui mi sarei perso, stavo iniziando a capire che la mia vita era nelle sue mani e che nessuno gliel'avrebbe strappata.
"Non ti lascero' mai " sussurro' al mio orecchio.
"Non ti azzardare piu' a dubitare del mio amore" lo minacciai stringendolo a me.
"Non lo faro' mai piu' " mi rassicuro' indietreggiando.
"Allora baciami e dimentichiamo tutto"
Dimenticare sarebbe stata l'opzione perfetta.
La migliore sarebbe stata scappare da tutto questo ma sarebbe stato da codardi, e noi non eravamo codardi, eravamo solo innamorati.
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Non erano più così frequenti le rapine in questo quartiere." disse Connie, mentre metteva a posto le tazzine sul ripiano. "Quando la crisi si fa sentire è difficile fermare dei padri di famiglia il cui unico scopo è riuscire a dar da mangiare ai propri figli" dissi io, in un certo senso capendo quei padri di famiglia che in un periodo difficile avrebbero fatto qualsiasi cosa, anche rubare. Comunque io non lo avrei mai fatto. Dopo la rapina al supermercato di qualche giorno prima, nel quartiere c'erano state altre cinque rapine, in banche e farmacie. Jim era sempre più convinto che io non sarei riuscito a stare qualche minuto a terra e aspettare che i tizi in maschera scappassero via senza farmi notare con i miei modi quasi bruschi o chiamando la polizia. Diceva che sarei dovuto rimanere a casa o almeno non entrare in negozi o banche fino a che le autorità non avessero messo un punto a questa situazione. Capivo che lui si preoccupasse, cosa che facevo anche io con lui, ma il frigorifero non si sarebbe riempito da solo. Secondo lui, l'evento di qualche giorno prima mi aveva sconvolto, ma non era così. A proposito della rapina a cui avevo assistito, negli ultimi giorni la mia mente non riusciva a distaccarsi dal pensiero di quel ragazzo del supermercato. Quel Dustin, anche se io ero abbastanza sicuro che si chiamasse Jim. Non capivo perché nonostante fosse palese che fosse Jim, lui continuasse a nasconderlo, come se io non potessi accorgermene. Volevo sapere a tutti i costi qualcosa di più e, dato che il giorno in cui ci conoscemmo, quando me ne andai, lo vidi rientrare nel supermercato pensai che probabilmente lavorava lì. Non credo proprio che volesse continuare a fare la spesa dopo aver assistito a un tale evento. Credo che anche il negozio avrebbe chiuso per un pò, ma non ne ero sicurissimo. Comunque io andavo abitualmente al supermercato del quartiere e non mi era ancora capitato di vederlo.

Nel pomeriggio Jim venne da me e ci coccolammo davanti un film, anche se casa mia non era il massimo dell'accoglienza. Jim se ne andò dopo aver guardato insieme il tramonto dal giardino di casa mia. Era una bella sensazione sdraiarsi con lui e guardare il sole scendere e riposarsi dietro la collina, ma mi mancava qualcosa, forse fremevo solo dalla voglia di scoprire se quel Dustin fosse solo una copia ben fatta del Jim di cui credevo di essermi dimenticato.

Sapevo che Jim non mi avrebbe permesso di andare allo stesso supermercato dove credeva che mi fossi traumatizzato, quindi aspettai che si allontanasse. Avevo cercato di dirgli che non era stata un'esperienza traumatica, era stato soltanto strano. Dopo qualche minuto mi avviai e non mi curai neanche del fatto che probabilmente Jim stesse ancora nel sentiero per uscire dal labirinto che era quella specie di bosco dove si nascondeva la mia casetta davanti una collinetta. Una descrizione troppo da cartone animato, almeno nell'immaginazione della persona a cui l'avrei descritto si sarebbe creato un bell'ambente e perché no, anche una casa da invidiare. Sarebbero tutti molto delusi se li portassi a vedere casa mia. Anche io rimasi deluso appena tornai alla realtà e con la coda dell'occhio guardai verso la collina.

Per strada non incontrai Jim. Era bello respirare un pò d'aria tipica delle serate fresche, stranamente la nebbia era scomparsa del tutto. Arrivai al supermercato e cercai di mettermi a posto i capelli, la camicia, insomma volevo rendermi presentabile. Era sbagliato volersi presentare bene davanti ad un tuo ex quando hai un nuovo ragazzo con il suo stesso nome? Troppo. Che avessi scelto proprio un altro Jim doveva pur significare qualcosa.

Lo vidi. Aveva una polo verde, proprio come la cassiera, quindi come avevo immaginato lavorava lì. 'Per fortuna' pensai. Lui alzò gli occhi e mi vide, io gli sorrisi e sollevai la mano destra per salutarlo. Presi una bottiglia di latte dal frigorifero, non guardai neanche la scadenza tanto non mi serviva, era solo un pretesto per andare alla cassa e parlare un attimo con lui. Aspettai il mio turno, mentre lui ogni tanto guardava la fila per cercare il mio sguardo. "Hey" mi salutò quando mi posizionai davanti a lui. "Quindi lavori qui" dissi io. "Si, non è il massimo ma... uno e settanta" disse porgendomi la bottiglia e una busta. Gli diedi i soldi e presi lo scontrino. "Capisco" in effetti lo capivo dato che avevo anche io un lavoro che non era il massimo. In realtà era appena appena il minimo. "Hey, Sarah, mi prendo un secondo di pausa, è urgente, sostituiscimi" disse ad una commessa. Mi fece segno di uscire fuori insieme a lui. Era bello che qualcuno si prendesse tanto disturbo per poter parlare con me, soprattutto se quel qualcuno somigliava terribilmente a Jim. "Allora, come ti chiami?" dissi io ad un tratto. "Dustin Duckerman, tu?" "Michael Penniman" risposi. "Finiscono entrambi per 'man', curioso." "Non ci avevo pensato" sorrisi. Comunque io continuavo a trovare particolari nel suo viso e nei suoi modi di fare che potevano appartenere solo a Jim. "Sei simpatico" continuai "raccontami di te" "Vediamo, mi hanno detto che sono fidanzato con una ragazza, che lavoro qui e non saprei cosa dirti, in realtà non ricordo" confessò lui. "In che senso?" dissi io sbalordito. "Ho perso la memoria, tutto quello che so me lo hanno raccontato i miei genitori e la mia ragazza, ma non mi hanno detto molto. Ero in coma e mi sono svegliato circa un mese fa. Incidente stradale." "Mi dispiace, voglio farti solo una domanda.Come si chiamano i tuoi genitori? E come fai ad essere sicuro che ti stiano dicendo la verità?" domandai io troppo ansioso di sapere le risposte. "Sono due." non avevo capito, ci fù una pausa in cui rimasi in totale silenzio. "Le domande. Avevi detto 'solo una domanda' tu stesso" mi fece sorridere. "Comunque, i miei genitori si chiamano George e Mary, non credo avrebbero ragione di mentirmi. E poi su cosa, se mi hanno detto così poco di me?" rispose lui perplesso. "Appunto. Non ti sembra strano che ti abbiano raccontato così poco?" dissi, cercando di capire. Per quanto la storia fosse al minimo della credibilità ero abbastanza sicuro che i suoi genitori non si chiamassero in quel modo. Sua madre era morta quando lui era molto piccolo, non ricordava molto di lei ma aveva una sua foto e gli sembrava di conoscerla anche se, per quanto cercasse di ricordarla, non credeva di conoscerla per davvero. Era tipo una cosa spirituale, sapeva di conoscerla ma in realtà nessun ricordo lo portava a lei. Suo padre si era sempre occupato di lui a quanto mi aveva detto qualche anno prima, quando mi raccontava ancora della sua vita. E comunque il suo nome non era George, ma Derek e sua madre si chiamava Margaret.

Mi accorsi che mentre io pensavo a tutto ciò, anche lui stava pensando a qualcosa. "Non saprei. Su, raccontami di te.." disse infine. Lo vedevo un pò perplesso, come se con le mie affermazioni si fosse reso conto che qualcosa non quadrasse. Speravo solo che avrebbe voluto scoprire di più su se stesso. "Ho una vita abbastanza monotona. Ho rotto con un tizio, storia lunga, sono andato quasi in depressione ma dopo due anni ho trovato un'altra persona fantastica con lo stesso nome del mio ex." per uscire da quell'argomento per un pò continuai a parlare di me. "Mi piace scrivere canzoni" terminai. Solo in quel momento mi resi conto di quanto la mia vita fosse vuota. "Io adoro ascoltare canzoni invece." disse lui. Forse voleva che lo invitassi da me per fargli ascoltare qualche mia canzone? "Beh, io sarei onorato di dare un concerto privato." Se cercare di essere presentabile per un ragazzo era ingiusto verso Jim, invitarlo a casa mia per una serenata programmata era ancora più ingiusto. Non volevo ferire Jim. E se si fosse presentato a casa mia proprio quando avrei invitato l'altro Jim? "Avevo chiesto un secondo, devo tornare dentro, a presto" disse lui. "Aspetta, per il concerto privato ti lascio il mio indirizzo e il mio numero di cellulare, passa quando vuoi e non aspettarti una villa" scherzai mentre gli scrivevo tutto su un foglietto di carta che avevo in tasca. Gli restituii la penna e lo guardai mentre rientrava. Io felice come un quindicenne alla sua prima cotta, tornai a casa saltellando e pensando a lui e a quando ci saremmo di nuovo incontrati. Forse era sbagliato, avrei sofferto di nuovo sicuramente e avrei fatto soffrire il mio nuovo ragazzo, ma in quel momento non riuscivo a pensare a nient'altro.

**SPAZIO AUTRICE** Bene, inizio col dire grazie per le recensioni, siete davvero fantastici. Mi fa piacere che vi piaccia la mia storia, ovviamente se non mi state prendendo in giro ._. Comunque continuate a recensire e non dimenticate di dire anche qualcosa di negativo nel caso lo trovaste. Con questo non voglio dire che è difficile trovarlo o che mi stia vantando, aiuto. Voglio solo chiedervi di essere sinceri Questa volta non commento il capitolo lo lascio fare a voi, lol. Grazie ancora, a presto xx

  
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