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Autore: Malinconica    28/08/2014    1 recensioni
Ecco un' altra ff a buon fine per Erik e Christine. Avrete ormai capito che adoro questa coppia e che voglio a tuti i costi farli stare insieme. Spero vi piaccia. Lasciate qualche commento per farmi sapere cosa ne pensate;)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christine Daaé, Erik/Il fantasma, Raoul De Chagny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erik era appena tornato nella Dimora sul lago. Aveva liberato il suo amico Daroga, ma aveva invece imprigonato il Visconte De Chagny nei sotterranei. Sarebbe servito da ostaggio se Christine ci avesse ripensato e non avrebbe più voluto sposarlo. Aprì la porta e si ritrovò davanti la sua sposa. Era pallida, il suo corpo esile sembrava quasi scheletrico e non faceva nessun movimento, era immobile, con lo sguardo piantato nel suo. Ebbe quasi timore che fosse diventata una morta vivente anche lei. Anche se ormai era sua moglie, c' era qualcosa che gli impediva di avvicinarsi a lei, ma poi ci fu un segno, d' incoraggiamento quasi: un debole sorriso sulle labbra di lei. Non era un sorriso di gioia, era.... di affetto? Si avvicinò titubante, con l' intero corpo scosso da brividi e tremori di emozione e le prese il volto fra le mani. Delicatamente le accarezzò le guance e gli zigomi e le asciugò le lacrime. Poi spostò le mani tra i folti capelli di lei, beandosi di quella sensazione paradisiaca che gli offrivano le ciocche vellutate dei suoi capelli quando gli accarezzavano le dita e, lentamente, avvicinò l' orribile volto a quella della fanciulla. Lei non ne fu spaventata, anzi continuò a guardarlo negli occhi con naturalezza, come se fose una persona normale e non un mostro che l' aveva costretta a sposarlo con terribili minacce. Erik, commosso, posò piano le labbra sulla fronte di lei e vi rimase per lunghi secondi. Quel contatto, prima appena accennato, crebbe d' intensità e la bocca fredda e scarna di Erik si ritrovò completamente premuta su quella fronte limpida e pura. Sentendo che lei si lasciava baciare senza opporre resistenza e senza respingerlo, delle lacrime gli salirono agli occhi e, con la testa che gli girava forte per tutte quelle emozioni, cadde in ginocchio e, per trovare conforto, abbracciò i piedi di lei. Nascose il viso deforme nell' orlo della gonna cercando di soffocare lacrime e singhiozzi e cercando rifugio e conforto in lei, ma fu allora che accadde qualcosa di più incredibile: sentì delle lacrime cadergli sulla testa e alzò lo sguardo: Christine stava piangendo. All' inizio ebbe paura che quel pianto fosse dovuto al bacio di prima, forse da lei indesiderato, ma poi la candida mano della ragazza prese quella di lui e la strinse, come a cercare di donargli un pò del suo calore e udì: "Povero, sfortunato Erik!". Quel pianto era per lui! Quelle dolci lacrime che gli cadevano addosso erano per lui! Era meravigliato, ma anche stupito: come faceva a non odiarlo dopo tutto quello che le aveva fatto? Anche se aveva acconsentito a diventare sua moglie, non sarebbe mai stata sua, il suo cuore sarebbe appartenuto a quel giovane che era venuta a salvarla. In quel momento comprese qual' era la cosa giusta da fare: prese l' anello d' oro che già una volta le aveva regalato, e glielo mise al dito, come aveva fatto giorni prima, solo che questa volta era sicuro di star facendo qualcosa che avrebbe davvero reso felice la sua amata. Con le lacrime che gli solcavano le guance scavate e il cuore a pezzi, comunicò alla sua adorata dea che avrebbe potuto sposare il Visconte, perchè sapeva che lui non aveva il suo amore, nè lo avrebbe mai avuto, l' avrebbe solo resa infelice, prigioniera in un matrimonio forzato, per di più come sposo un mostro. Christine rimase a guardarlo sorpesa, quasi come se non credesse alle sue parole, ma poi Erik si alzò e, uscendo, ritornò poco dopo con Raoul, informando anche lui della sua decisione. Si abbracciarono sotto gli occhi tristi del tanto temuto Fantasma, che si tratteneva a stento dallo gettarsi ai piedi della fanciulla per supplicarla di rimanere con lui. Christine gli rivolse uno sguardo dolce, che trasmetteva tutta la sua gratitudine, poi si staccò da Raoul e si mise a metà strada tra i due uomini, indietreggiando verso il muro per poterli vedere bene entrambi. Erik aveva la testa bassa e non osava guardarla, Raoul invece la guardava con soddisfazione e le sorrideva felice. La ragazza iniziò a parlare, e vide Erik alzare il capo per prestarle attenzione: "Io...." iniziò titubante, poi prese un profondo respiro e continuò un pò più sicura "Io sono sempre stata contesa tra voi due, obbligata a sopportare le vostre richieste di fidanzamento e le vostre profferte d' amore, ma adesso vogio essere io a scegliere: ne ho il diritto, è la mia vita, non potete essere voi a decidere per me!". La guardarono entrambi confusa. Il Visconte azzardò: "Che stai dicendo Christine? Forza andiamocene!" E fece per avvicinarsi a lei, ma la ragazza si allontanò da lui con uno scatto. "No! Non hai sentito? Voglio essere io a scegliere tra voi due!" "Ma non c' è niente da scegliere, quel mostro ti ha laciata andare! Andiamocene! Andiamo via di qui!". Erik aveva assistito a tutta la scena senza muoversi o dire parola. Si limitava a guardare Christine. Quel damerino aveva ragione: non c' era più niente da scegliere, lui l' aveva lasciata andare, adesso poteva sposare Raoul, perchè insisteva tanto a dire di voler scegliere fra loro due. Lei si avvicinò al Visconte: "Raoul...". Aveva scelto lui, come già si aspettava, ma allora perchè aveva deciso di farlo soffrire ancora di più facendolo assistere a quella scena, non che avesse davvero creduto di aver ancora una speranza, ma faceva male comunque. Li vide avvicinarsi, ma stavolta, invece di abbracciarsi, Christine gli prese gli avambracci e continuò: " Mi dispiace ma... credo...voglio stare con Erik...in questi ultimi minuti ho capito di amare lui." E infatti si staccò dal giovane ancora confuso per avvicinarsi a quella figura che era rimasta in silenzio nell' ombra, con il cuore che gemeva di dolore. Ma prima di poterlo sfiorare, sentì lo spericolato ragazzo afferrarla per un braccio e spingerla da parte, facendola cadere rovinosamente a terra, ma lui non se ne curò e si fece per gettarsi addosso ad Erik per colpirlo, con tutto l' intento di fargli il più male possibile. Ma forse fu il destino, o degli angeli custodi che aveva avvertito la potenza dell' amore fra quella giovane e bella fanciulla e quella mesta e tetra creaura, a fare in modo che il colpo del Visconte non andò mai a segno. Infatti il giovane incosciente, era ancora troppo debole dalle torture della Camera dei Supplizi per mantenersi in equilibrio quando la suola delle scarpe, bagnata dall' acqua che aveva azionato lo scorpione per allagare i barili di polvere da sparo, lo fece scivolare all' indietro, facendogli battere irrimediabilmente la nuca. Christine urlò di terrore e orrore quando vide del sangue uscire dalla testa del giovane ed espandersi in una pozza sul tappeto pregiato. Erik corse da lei e le prese la testa, conducendola con una mano nell' incavo tra il collo e la spalla, per non farle vedere quella scena, troppo raccapricciante per una fanciulla il cui animo era candido e puro. La sentiva tremare e la strinse forte, affondando il volto tra i capelli di lei. Piansero in silenzio, lei per lutto, lui per la felicità della scelta di Christine. Dopo interminabili minuto, la giovane si divincolò piano dall' abbraccio protettivo, ed Erik la lasciò andare. La ragazza alzò lo sguardo supplicante e gli disse: "andiamocene via di qui per sempre, ti prego!". Lui annuì in silenzio e si alzarono in piedi. Christine prese per mano il suo sposo e, conducendolo nella camera da letto del Fantasma, prese lo spartito "Don Giovanni Trionfante" e, sempre tenendolo per mano, corsero via da quel posto maledetto. Erik si lasciò guidare da lei e solo quando furono fuori dal teatro, all' aria aperta, lui le chiese il motivo che l' aveva spinta a portare con sè la sua opera. Lei lo guardò e disse semplicemente: "non l' hai realmente conclusa! Non è la morte il finale, ma l' amore!"
  
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