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Autore: Bad Bionda Bana    28/08/2014    1 recensioni
Al mondo esistono moltissimo leggende, delle più svariate origini. Il più delle volte raccontano di creature diverse dagli umani. La domanda ora è: che siano semplici invenzioni di persone che volevano spaventare i propri figli nel caso avessero fatto i capricci, o una certa punta di verità c'è?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cheondung, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più i giorni passavano e meno riuscivo a distrarre i mie pensieri da quell'unico punto fisso nella mia testa. Cosa avevo visto? Stavo diventando pazzo? Mi capitò ancora di vedere quella luce così distante da me, sempre o di notte o poco prima dell'alba. Provai a documentarmi un po' durante il tempo libero, cercando informazioni su internet, ma le uniche cosa che riuscivo a trovare erano relative ad alieni e rapimenti vari. Di quello ne ero più che sicuro, ciò che avevo visto non era di certo un'astronave aliena. Era qualcosa di più fuori dal normale, sembrava avere vita propria quella luce che vedevo, ondeggiava leggera come un petalo che cade dal proprio fiore, ed era leggera, proprio come la luce che emana la luna. Non c'era altro da fare se non avvicinarsi a quella luce misteriosa, naturalmente senza farsi scoprire dai ragazzi, mi avrebbero preso prima per matto e poi avrebbero riso di me fino alla mia morte. Solo ad uno di loro accennai qualcosa, a Seungho, era l'unico capace di prendermi sul serio su certe cose, anche se omisi del tutto ciò che ultimamente vedevo parecchie notti. Mi sarei dovuto preparare, anche se non avevo la minima idea di come fare o cosa sarebbe potuto accadere, in ogni caso la curiosità era troppa per lasciar scorrere, e poi quella strana sensazione non se ne era ancora andata, sicuramente aveva a che fare con tutto ciò.
Sopraffatto da tutti i miei pensieri salii sul tetto per allontanarmi dagli occhi dei miei compagni, soprattutto per evitare domande su cosa mi stesse succedendo, visto che nemmeno io ne ero a conoscenza. Quel giorno avevamo cenato presto, e quando mi ritrovai all'esterno il sole stava tramontando, un'atmosfera dolce e cupa allo stesso momento mi stava avvolgendo. Indossai le cuffie e, appoggiato alla ringhiera, mi persi a guardare il sole dare il suo ultimo saluto e lasciare il cielo alla luna, pronta a risplendere insieme alle sue stelle. Senza accorgermene chiusi gli occhi rimanendo in piedi ad ascoltare la musica, la fresca brezza della sera mi accarezzava il viso con una dolcezza quasi materna. Finalmente riuscii ad estraniarmi di nuovo da tutto quello che mi circondava, compresa quella luce e la sensazione allo stomaco. Tutto ciò che percepivo erano unicamente la musica e il vento leggero, gli occhi sempre chiusi immersi nel buio. Mi girai e mi sedetti per terra con la schiena appoggiata alla ringhiera, mi sarei potuto addormentare da un momento all'altro, ma cercai di evitare, o sennò poi chi lo sentiva il manager, così riaprii gli occhi, giusto in tempo per non credere a ciò che avevo visto. Era li, quella luce era li, sul tetto del loro dormitorio, ma come ero riuscito a vederla quella scomparve dietro la porta per rientrare. Il mio cervello mi stava dicendo di seguirla, ma il mio corpo si era come pietrificato improvvisamente, non riuscivo ad alzarmi, rimanevo seduto con bocca e occhi spalancati sentendo quella strana sensazione allo stomaco più forte del solito. Che quella creatura... stesse cercando me? Ma cosa mai poteva volere da me? Insomma, ero un ragazzo come tutti. Che si sentisse minacciata perché l'avevo vista? Perché l'avevo..., scoperta? Con una mano appoggiata alla ringhiera riuscii ad alzarmi e mi portai istintivamente la mano sullo stomaco. Che fosse paura quella strana sensazione?
Dopo quella notte mi mostravo più inquieto agli occhi di chi mi circondava, tanto che spesso i miei compagni mi chiedevano se fosse successo qualcosa con viso preoccupato, il manager mi aveva anche proposto di prendermi una piccola pausa ma rifiutai fingendo che tutto fosse normale, ma non lo era. Nonostante da quella notte non l'avessi più vista, quella luce mi perseguitava, non riuscivo a pensare ad altro.
-Cheondung! Anche se non vuoi dirci quello che ti è successo, qualsiasi cosa sia, abbiamo parlato tra di noi e oggi passeremo l'intera giornata a fare tutto quello che vuoi.- disse Seungho poggiandogli una mano sulla spalla.
-Troveremo un modo per farti tornare il ragazzo di sempre, e non questa ameba inespressiva.- continuò Joon ridendo. Al momento non avevo alcuna voglia di fare nulla, volevo solo chiudermi in camera al buio, ma non avevo nemmeno voglia di discutere con i miei compagni quindi li accontentai e dissi loro di voler fare un po' di compere al centro commerciale. In mezzo alla gente e alla confusione magari i miei pensieri si sarebbero quietati.
Facemmo tutto il giro del centro commerciale, entrammo in tutti i negozi, anche in quelli più inutili per noi dove vendevano accessori e elettrodomestici per la casa o trucchi e creme varie. Nei negozi di abbigliamento comprammo tutti qualcosa di nuovo, eravamo pieni di buste con pantaloni, scarpe, magliette, erano abbastanza ingombranti.
-Sembriamo armati con tutte queste buste.- disse Mir dandone una addosso a G.O, il quale ricambiò il colpo -Guerra con le buste!-
-Per favore Mir, siamo in un luogo pubblico, non farci fare queste figure.- disse Seungho fulminandolo con lo sguardo -Quando saremo a casa sarà guerra all'ultimo sangue.- concluse ridendo e sentendosi già vincitore.
-Comunque danno parecchio fastidio tutte queste buste.- si lamentò Joon non sapendo più come tenere in mano le sue e portandosene una in bocca.
-Sei tu quello che si è comprato tutta quella roba.- risposi ridendo nonostante anche io mi fossi comprato non pochi vestiti, infatti lo hyung mi rispose con una smorfia e spingendomi con la spalla. Io persi l'equilibrio e mi scontrai con una ragazza facendo cadere entrambi, tutte le buste finirono per terra insieme ai vestiti -Che diavolo fai hyung?- dissi prendendo prima l'unica busta che non era mia e porgendola alla ragazza facendo un inchino per scusarmi -Scusi infinitamente! Non era mia intenzione.- dissi sempre con la testa chinata.
-Non è nulla, stai tranquillo.- disse una voce leggera come un sospiro. Alzai il viso per scoprire di chi fosse quella voce così dolce. La ragazza che avevo urtato si era rialzata e incontrando il mio sguardo sorrise facendo un piccolo cenno di ringraziamento con la testa. La sua corporatura era normale, né troppo magra ma nemmeno troppo grassa, abbastanza alta, da sotto il cappello i capelli di un marrone color cioccolato sfumavano sulle punte in un biondo color del fieno, i suoi occhi marroni sembravano quelli di un cucciolo, la sua carnagione era chiara, e faceva spiccare il colore rosso delle labbra piene -Buona giornata.- disse allontanandosi. Rimasi a fissarla ancora per qualche minuto mentre se ne andava.
-Che avevo detto io?- G.O mi passò le mie buste che aveva tirato su da terra durante quel mio piccolo momento di trance -Serviva una semplice ragazza per sistemare tutto.- e sorridendo mi diede qualche pacca sulla spalla. Semplice? Quella ragazza sembrava tutto fuorché semplice. Scuotei la testa tornando alla realtà e insieme ai ragazzi tornammo al dormitorio per sistemare tutte le spese. Quando entrai in camera mia mi accorsi di tutto il disordine che avevo lasciato in quegli ultimi giorni, così cominciai a mettere in ordine partendo dai vestiti sparsi sul letto e sulla sedia della scrivania. Incredibilmente quella mattina di shopping mi aveva sul serio aiutato a svagarmi un po' da tutto quello che mi stava assillando da giorni. Ripiegando i vestiti ripensai a quella ragazza contro la quale mi ero scontrato per puro caso, la sua immagine si stava sbiadendo piano in mezzo a tutte le altre scomparendo, mentre la sua voce rimase vivida nella mia testa, e ricordandola inizia a canticchiare qualche nota. All'inizio pensai fosse una canzone sentita magari al centro commerciale e che mi era rimasta in testa, invece non era così. Chiesi anche agli altri se per caso avessero sentito una canzone simile canticchiandogliela, ma nessuno la conosceva. Che fosse sparito il blocco dello scrittore? Presi in fretta il mio zaino e uscì dal dormitorio senza dire nulla, non potevo lasciarmi sfuggire quella melodia. Di corsa arrivai all'agenzia ed entrai in sala registrazioni sempre con le stesse note in testa, presi qualsiasi strumento potesse essermi d'aiuto e inizia a scrivere qualche nota preso dall'entusiasmo, avevo superato quel blocco che mi portavo addietro ormai da troppi giorni. Nel mentre in cui stavo per scrivere la ultime note di quella canzone entrò Seungho con un sorriso sorpreso e si avvicinò per leggere lo spartito, gli suonai la canzone con la chitarra aspettando un suo parere.
-Non male, è quella che ci hai canticchiato prima?.- mi chiese lui poggiandomi una mano sulla spalla.
-Si. Pensavo fosse una canzone sentita al centro commerciale, ma nessuno di voi se la ricordava.- risposi mettendo a posto la chitarra e prendendo i fogli sparsi in giro, non ero solito creare confusione quando componevo delle canzoni, ma quella volta era stata un'eccezione.
-E posso chiederti come è spuntata fuori? Magari qualcosa alla quale hai pensato, potrebbe aiutarti per scriverci un testo sopra.-
Ripensai a quei pochi minuti in camera mia, a ciò che stavo facendo, pensando, ed ecco la rivelazione. Era stata quella ragazza, la sua voce mi aveva ispirato quella melodia come se fosse stata lei stessa a cantarmela. G.O aveva ragione, lei era il mio biglietto per uscire da quel blocco momentaneo, e avevo bisogno di lei per finire la canzone. Sorrisi come se avessi scoperto il fuoco.
-So cosa devo fare!- dissi a Seungho prendendolo per le spalle -Hyung, ti offro il pranzo!- continuai preso dalla felicità.
-In realtà noi abbiamo mangiato non appena te ne sei andato, ma visto che offri tu qualcos'altro potrebbe sempre stare nel mio stomaco.- rispose accarezzandosi la pancia pronto a gustarsi un altro pasto.
Per quel giorno c'erano state fin troppe sorprese, quindi sarei andato il giorno dopo in cerca di quella misteriosa ragazza. Ma per ritrovarla mi sarei dovuto affidare alle mani di un professionista incompreso, colui che sarebbe riuscito a condurmi da lei. Fin dall'antica Grecia i poeti, i musicisti, gli attori avevano la protezione delle muse, le dee delle arti. Io forse ero riuscito a trovare la mia per mezzo di un abile gioco del fato.

  
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