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Autore: kessachan    28/08/2014    1 recensioni
Salve!
Ho deciso di cimentarmi di nuovo in una fanfic sul Signore degli Anelli e questa volta ho introdotto un nuovo personaggio: Elanor, sorella di Arwen, che deciderà di intraprendere il viaggio insieme agli altri 9 membri della Compagnia.
Spero di avervi incuriosito almeno un po', detto questo vi lascio alla lettura!
Besos
kessachan
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.


E fu così che il giorno seguente la Compagnia partì alla volta di Mordor.
Gandalf il Grigio era a capo del gruppo, indicando a tutti la strada da percorrere, seguito da Boromir di Gondor, dal nano Gimli, dai quattro Hobbit, Frodo, il fidato amico Sam e i giovani Merry e Pipino, Legolas e infine Elanor che, insieme al Ramingo, completava la spedizione.
L’elfa era silenziosa, ripensava continuamente all’ultimo dialogo che aveva avuto con il padre e la sorella, sperando vivamente che non fosse l’ultimo.
 
Era da poco sorto il sole, e i primi raggi mattutini filtravano dalle tende di seta che adornavano le pareti delle stanze di Elanor. Non aveva dormito. Non ne aveva sentito il bisogno.
Era rimasta seduta sul bordo del suo letto per buona parte della notte, spiegazzando solo lievemente le lenzuola. Aveva fin troppi pensieri che le occupavano la mente.
Poi però sentì un leggero rumore proveniente dalla porta della sua stanza che si apriva piano, e non poté fare a meno di riconoscere subito il profumo della persona che stava entrando. Non le servì nemmeno voltarsi perché la figura si portò velocemente al suo fianco, sedendosi accanto a lei e iniziando ad accarezzarle dolcemente i capelli.
-Avresti dovuto dormire almeno un po’, sorella mia.-
-Non ne sentivo il bisogno, non sono stanca.- rispose Elanor voltandosi, per poi trovarsi faccia a faccia con la sorella, Arwen, che la scrutava pensierosa.
-Ti ho portato gli abiti per il viaggio, di certo non puoi pensare di arrivare a Mordor vestita di seta e soprattutto con un colore così appariscente.- disse l’elfa più grande, senza smettere di accarezzare i capelli alla sorella minore.- E sono venuta anche a sistemarti i capelli, non sei mai stata pratica per questo genere di cose.- aggiunse, sorridendo.
-Perché so che ci saresti stata sempre tu al mio fianco, sorella mia.- le parole le uscirono più malinconiche di quello che si sarebbe aspettata, infatti Arwen, sentendole, non poté fare a meno di prendere tra le braccia la sorella come se dovesse cullarla in seguito ad un brutto sogno.
-Promettimi che non morirai, Elanor.- la giovane elfa alzò la testa e notò che Arwen aveva gli occhi lucidi, in procinto di piangere. Le prese il viso tra le mani.
-Te lo prometto, e tu non abbandonare queste terre. C’è ancora speranza.- mormorò Elanor appoggiando la fronte a quella della sorella.
-Su, ora aiutami e rendimi presentabile.- aggiunse poi, alzandosi dal letto come rigenerata da una nuova forza.
 
Aragorn, che camminava anch’essi silenzioso al suo fianco, era lui stesso in balia di pensieri tormentati, e nondimeno Arwen era al centro di quest’ultimi.
Elanor lo notò e appoggiò una mano sulla spalla del Ramingo.
-Hanta (Grazie), Elanor.- disse l’uomo, appoggiando la sua mano su quella dell’elfa.
-Non so a cosa porterà questa missione, ma sono certa che Arwen farà tutto ciò che è in suo potere per convincere nostro padre a non farla partire. Lei non lascerà mai queste terre finché ci sarai tu nei paraggi, Aragorn.- a quelle parole il Ramingo sorrise, rincuorato dalle parole dell’amica ma allo stesso tempo preoccupato per la situazione in cui si sarebbe trovata Arwen prima o poi: scegliere tra il suo popolo o il suo amore mortale.
-E pensare che io stesso le ho detto di seguire la volontà di Re Elrond.-
-Non ti crucciare troppo, lei non ti avrà di certo dato ascolto. Essere irremovibili presumo che faccia parte delle caratteristiche di famiglia.-
-Io non posso che confermare quello che hai appena detto.- esclamò Legolas, voltandosi verso i due compagni senza smettere di camminare.
-Hai comportamenti piuttosto grossolani per essere un Elfo di Sangue Reale. Origliare e spiare non penso che faccia parte di quello che insegnano a Bosco Atro ai loro Principi.- ribatté Elanor.
-Io non stavo origliando, voi due parlate con un tono di voce che persino il Nano non penso abbia avuto problemi nel sentirvi.- il battibecco tra i due elfi aveva attirato l’attenzione anche degli Hobbit, in particolar modo di Frodo, che si fermò a guardarli e arretrò fino a trovarsi al fianco dell’elfo biondo.
-Da quanto tempo vi conoscete voi due?- chiese il giovane Hobbit, rivolto ai due elfi.
-Sono molti secoli ormai che ho il piacere di conoscere il qui presente Principe, mio caro Frodo.- rispose Elanor con un lieve tono sarcastico che non aveva la minima intenzione di celare, accompagnato poi da un occhiolino ammiccante nei confronti dell’Hobbit.
-Abbiamo combattuto molte volte insieme, Frodo, e mi è anche capitato spesso di salvarle la vita. Di quante volte stiamo parlando, amica mia?- disse Legolas, sarcastico a sua volta.
-Non così tante come credi tu, vecchio e ingrato amico.- rispose l’elfa, per poi avvicinarsi a Frodo per cingergli le spalle e abbassarsi in modo da potergli parlare all’orecchio.
-In effetti mi è capitato un paio di volte di esser salvata da lui in situazioni alquanto pericolose, ma tranquillo, sono più le volte che io sono andata in suo soccorso.- mormorò l’elfa a Frodo, che a stento trattenne una risata.
-Elanor, ti ho sentito.- disse pacato l’elfo, incrociando le braccia al petto.
-Lo so. E poi non venirmi a dire che non origli le conversazioni altrui.- rispose l’elfa, per poi scoppiare a ridere insieme al giovane Hobbit, seguita dal Ramingo e suo malgrado anche da Legolas.
 
La Compagnia proseguiva senza sosta il cammino verso Mordor da giorni, fermandosi di tanto in tanto su supplichevole richiesta degli Hobbit durante il giorno, e la notte accampandosi per poi ripartire alle prime luci dell’alba. Il loro obiettivo era attraversare le Terre Selvagge, varcare la breccia di Rohan e proseguire fino alle più profonde e pericolose schiere nemiche.
-La breccia di Rohan a mio parere non è la via giusta per arrivare a Mordor.- disse Elanor ad Aragorn.
I dieci compagni avevano deciso di accamparsi su di un pendio roccioso in seguito alle disperate richieste di Pipino in quanto, come lui stesso aveva affermato, “Non avrebbe mosso nemmeno un muscolo se prima non si fossero fermati tutti per mettere qualcosa sotto i denti!”.
Gandalf aveva concesso qualche minuto per riprendersi e così Sam ne aveva approfittato per accendere un fuoco e cucinare delle salsicce per tutti.
Elanor era seduta accanto al Ramingo, intenti a guardare Boromir di Gondor che tentava di insegnare ai piccoli Hobbit a maneggiare la spada, sapendo che presto o tardi avrebbero dovuto servirsene.
-Non è la via più sicura, questo è certo. Ma quale strada è adatta o noi oggigiorno? Le spie di Saruman il Bianco sono ovunque.- rispose Aragorn.- Merry, divarica un po’ i piedi, così hai maggior stabilità.- aggiunse poi rivolto all’Hobbit, che stava deviando proprio in quel momento un attacco del Gondoriano.
-Hai ragione, ma non mi sento sicura a passare per quelle terre. Ho sentito strane voci su quello che sta accadendo a Rohan.-
L’elfa alzò lo sguardo dagli Hobbit diretta verso lo Stregone, immerso in una conversazione animata con il Nano Gimli.
Si congedò da Aragorn e si alzò per raggiungere Legolas, che scrutava l’orizzonte in cerca di qualche movimento nemico.
-Di cosa stanno discutendo Gandalf e Gimli?- chiese lei.
-Il Nano pensa che la via più sicura che potremmo prendere è la via delle Miniere. Idea più sciocca di questa non poteva esserci.- commentò l’elfo, senza distogliere lo sguardo dal paesaggio circostante.
-Sei in ansia per qualcosa?- aggiunse lui, voltandosi finalmente a guardarla.
-No, non ti preoccupare.- mentì lei, distogliendo lo sguardo scrutatore dell’elfo.
Legolas fece per alzare una mano per accarezzarle il viso ma l’improvviso scatto in avanti di Elanor lo bloccò, costringendolo a ritrarre la mano.
-Legolas, guarda.- fece l’elfa indicando una macchia scura in avvicinamento.
Il brusco scatto dell’elfa aveva attirato l’attenzione di tutti i compagni, che si erano voltati a loro volta verso il punto da lei indicato.
-Sarà solo una nuvola.- esclamò indifferente Gimli.
-No, va troppo veloce e controvento.- lo contraddì Aragorn.
-Crebain!- esclamò Legolas.
-Presto nascondetevi!- aggiunse Gandalf iniziando a portare gli zaini degli Hobbit sotto dei grossi cespugli.
-Frodo, presto nasconditi!- disse Elanor dirigendosi verso lo Hobbit, rimasto immobile.
L’elfa lo prese di peso e lo portò con sé al riparo appena in tempo, poiché pochi istanti dopo sopra le loro teste fece capolino uno stormo di neri corvi che vennero identificati in seguito come spie di Saruman.
Quando lo stormo si allontanò dai compagni, tutti pian piano uscirono dai loro nascondigli.
-Dove andiamo ora?- chiese Aragorn rivolto a Gandalf.
Lo Stregone rimase un attimo in silenzio, fissò per un attimo lo sguardo preoccupato di Frodo e poi si voltò verso le montagne. Indicando i valichi innevati alle loro spalle.
-Seguiremo la strada per il Passo di Caradhras, prenderemo la via delle montagne.
 
 
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Eccomi qua con questo nuovo capitolo!
Che ve ne pare? Ringrazio chi ha inserito la storia nei preferiti e in quelle seguite e in particolar modo: evelyn80 e Mikasa845 che hanno gentilmente recensito :3
Alla prossima!
kessachan
 
  
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