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Autore: kessachan    20/08/2014    2 recensioni
Salve!
Ho deciso di cimentarmi di nuovo in una fanfic sul Signore degli Anelli e questa volta ho introdotto un nuovo personaggio: Elanor, sorella di Arwen, che deciderà di intraprendere il viaggio insieme agli altri 9 membri della Compagnia.
Spero di avervi incuriosito almeno un po', detto questo vi lascio alla lettura!
Besos
kessachan
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.
 
-Padre, dovete ascoltarmi. Io non ho intenzione di lasciare la Terra di Mezzo. Il mio posto è accanto a Frodo Baggins e lo seguirò fino alle pendici del monte Fato se sarà necessario.
Re Elrond, alle parole della figlia, si lasciò cadere sconsolato sulla grande sedia finemente lavorata delle sue stanze. Si portò stancamente una mano alla testa, visibilmente preoccupato.
Poco tempo prima Elanor, la sua secondogenita, si era offerta davanti al Consiglio come membro della Compagnia dell’Anello, con il compito di seguire lo Hobbit Frodo Baggins e di scortarlo nella delicata missione per distruggere L’Unico. Compito che l’avrebbe portata dritta a Mordor, nelle cerchie nemiche.
-Il tuo posto è con il tuo popolo. Con me. Con tua sorella. La tua vita non può essere legata al destino dell’Anello. Devi lasciare queste terre come presto faremo tutti noi. Elanor...-
L’elfa non lo fece proseguire, inginocchiandosi ai suoi piedi e prendendogli dolcemente entrambe le mani  tra le sue.
-Lo sapete anche voi che il mio destino non è quello di abbandonare queste terre, nessuna nave potrà allontanarmi né ora, né mai. Vi prego, concedetemi la Vostra benedizione.- Elanor strinse forte le lunghe dita affusolate del padre e non smise un attimo di guardarlo negli occhi, cercando di carpirne un minimo cenno di assenso.
Elrond non poté fare a meno di notare la notevole forza d’animo che la figlia aveva il dono di mostrare con un solo sguardo, una caratteristica che gli ricordava spesso la madre.
Come poteva permetterle di abbandonare Gran Burrone per intraprendere un viaggio così pericoloso? Dove l’avrebbe portata tutto questo?
D’altro canto sapeva che niente e nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea, quindi a lui non restava che concederle la sua benedizione e pregare i Valar perché facesse ritorno a casa sana e salva.
-Da quando sei partita alla ricerca degli Hobbit e hai portato Frodo qui da me così vicino alla morte sapevo che in un certo qual modo ti saresti legata a lui. Hai deciso di unirti alla Compagnia, il tuo sarà un aiuto prezioso per tutti, e io non posso fare altro che attendere il tuo ritorno.- detto questo le accarezzò dolcemente i lunghi capelli corvini e la avvicinò a sé per poterle dare un bacio sulla fronte.
-Che possano i Valar proteggerti e permetterti di tornare a casa da me.- mormorò Elrond prima di allontanarla di nuovo da lui.
-Ti ringrazio, padre. Non mancherò di rendere onore a te e alla nostra razza. Farò ritorno, te lo prometto.
 
Elanor uscì di corsa dalle stanze del padre per raggiungere la sorella che avrebbe sicuramente trovato nei giardini del palazzo.
Quando arrivò nei pressi del piccolo ponte che collegava le stanze di Elrond ai giardini esterni si fermò tutto d’un tratto per la scena che si trovò inconsapevolmente ad osservare.
Vi erano sua sorella, Arwen, e il Ramingo Aragorn che parlavano vicini con le mani teneramente unite. A quella scena sorrise e si allontanò prendendo la strada per i boschi, con Arwen avrebbe parlato più tardi.
Si incamminò per il sentiero che portava al bosco sapendo che avrebbe incontrato qualcun altro che avrebbe voluto salutare prima di partire.
-Gwaihir..-mormorò l’elfa al vento che soffiava da est.
 Arrivò in una piccola radura e si fermò al centro, aspettando e alzando gli occhi al cielo di tanto in tanto.
Pochi istanti più tardi fece capolino da ovest una figura che pian piano si ingrandiva con l’avvicinarsi alla radura. Il sole in procinto di tramontare le conferiva sfumature rossastre che si fondevano al suo color castano.
-Oh Gwaihir, che piacere vederti.- disse l’elfa all’aquila che le atterrò vicino con grazia.
Si avvicinò al grande animale e gli accarezzò dolcemente il fianco, posando poi la testa sotto l’incavo del collo, sussurrandogli tenere parole in elfico.
-Presto partirò per una missione importante, che mi porterà in terre lontane. So che potrò sempre contare su di te, amico mio.- rimasero in quella posizione ancora per qualche istante, poi però la grande aquila alzò di scatto la testa, lanciando uno sguardo interrogativo verso il bosco vicino al Palazzo Reale.
-Sì lo so, è da un po’ che ci osserva.- disse Elanor, voltandosi verso gli alberi.
-Non è il comportamento degno di un Principe di Bosco Atro spiare qualcuno da dietro un albero.- aggiunse rivolta ad un punto non definito del bosco.
-Non volevo interrompervi, Elanor.- disse Legolas, figlio di Re Thranduil, spostandosi da dietro un grande pino per apparire alla vista dell’elfa e dell’aquila.
L’elfo dai lunghi capelli biondi si avvicinò, rivolgendo poi un leggero inchino all’aquila, Re dei Venti.
-Quindi partirai anche tu con noi alla volta di Mordor, ne sono lieto. Anche se la ritengo una missione pericolosa persino per un’elfa con le tue abilità.- disse il Principe ad Elanor, che intanto aveva ricominciato ad accarezzare dolcemente Gwaihir.
-Ebbene sì, mio padre mi ha concesso la sua benedizione. Sono molto emozionata all’idea di aiutare il giovane hobbit nella sua impresa. E poi avere al mio fianco il famoso Principe di Bosco Atro e vederlo combattere sarà altrettanto emozionante.- rispose lei, non lasciandosi sfuggire un ghigno.
-Elanor, io dico sul serio.- l’elfa smise di accarezzare il Re delle aquile e si girò verso Legolas, permettendogli così di prendere delicatamente una mano tra le sue per poi avvicinarla al suo petto come per farle sentire il suo cuore.
I due elfi si conoscevano da molto tempo e una profonda amicizia li legava, sentimento che mai avrebbero pensato potesse sfociare in qualcosa di più profondo, o almeno non era nei pensieri di Elanor permettere un simile cambiamento.
-Legolas..-non seppe come continuare e così lasciò che fosse il suo sguardo interrogativo a parlare per lei.
-Elanor, promettimi che starai attenta e che non farai scelte avventate. Io non sono tuo padre e non mi permetterei mai di costringerti a non partire, ma sappi solo che veglierò su di te e potrai sempre contare sul mio aiuto. Anche se penso che qualche volta sarò io ad aver bisogno di te.- l’ultima frase lo fece ridere, come se sentire dalla sua bocca un pensiero simile lo trovasse d’un tratto divertente e impossibile allo stesso tempo. Per tutta risposta lei allontanò la mano dal suo petto e lo guardò offesa ma sollevata dato che il discorso aveva preso una piega più rilassata rispetto a come era cominciato.
-Gwaihir, possiamo confermare al Principe di Bosco Atro che non avrò bisogno del suo aiuto poiché so che Voi veglierete su di me come nessuno mai potrebbe fare?- la grande aquila roteò la testa quasi come stesse confermando le parole dell’elfa e infatti lei lo prese come un cenno di assenso.
-Ecco, mio Principe. Potete star pur certo che nel caso qualcuno avesse bisogno di aiuto, quel qualcuno non sarò di certo io.- continuò Elanor, senza smettere di sorridere.
Legolas si fermò un attimo a guardare l’amica, come se un incantesimo lo legasse al suo meraviglioso sorriso. Poi però si congedò, rivolgendo un altro piccolo inchino alla grande aquila e infine si allontanò diretto al Palazzo di Sire Elrond.
-Sì, Gwaihir. Avrò sempre e comunque bisogno di lui.- mormorò Elanor all’aquila non appena Legolas raggiunse i primi abeti del bosco, anche se sapeva benissimo che lui l’avrebbe sentita lo stesso non essendo arrivato in un punto troppo distante per non poterla più udire.
E ciò non le importava.
 
 ---

Eccomi qui (per l’ennesima volta)!
Cosa ne pensate di Elanor? Vi gusta come nuovo personaggio?
Questo capitolo è servito un po’ per introdurre il tutto, dai prossimi inizierà la storia vera e propria!
Besos
kessachan
  
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