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Autore: The_only_reason    28/08/2014    9 recensioni
Corinna è considerata dai suoi genitori e dalla comunità in cui vive una ragazza ribelle per il semplice fatto che non comprende e condivide alcuni dogmi della sua religione.
Non proprio la sua religione. Sarebbe più corretto dire la religione che i suoi genitori le hanno trasmesso. La religione che è sinonimo di “servo di dio”. La religione islamica.
Cosa succederebbe se incontrasse un ragazzo di origini diverse e si innamorassero perdutamente l’uno dell’altra?
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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From the moment i met you everything changed
I knew I had to get you whatever the pain
I had to take you and make you mine.

 


Chapter one.

When I met you.


Mi sveglio, un giorno come tanti e la solita routine prende il controllo come sempre naturalmente. Mi alzo di malavoglia dal letto e scendo in cucina. Devo fare piano perché sono tutti a dormire, mio padre, mia madre, le mie due sorelle e il mio unico fratello e perché sono le sei e mezza di mattina. Già, siamo una famiglia numerosa perché sono di origine pakistana e di solito la famiglia pakistana tipo è numerosa.
Prendo un biscotto dallo sportello, quindi lo apro, prendo il biscotto e richiudo velocemente lo sportello. Lo mangio a piccoli mozzichi e intanto mi dirigo nella mia camera. Apro l’armadio e prendo un paio di leggins a pinocchietto, una canotta e una felpa perché la mattina fa freddo. Li indosso e vado al bagno per lavarmi la faccia e i denti, mi lego i capelli in una coda, mi infilo le scarpe, prendo l’ipod e sono pronta. Esco e comincio a correre. Faccio il mio solito giro e incontro le solite persone: Mr. e Mrs. Willi che, come ogni mattina mi salutano calorosamente. In effetti non penso mai cosa ci fanno li, soprattutto alle sette di mattina. Incontro la signora Mendes che porta a spasso Minnie, il suo beagle e il mio amico Niall Horan che tutte le mattine è sulla stessa panchina verde. Lo saluto e continuo a correre. Ma oggi vedo un’altra persona correre: un ragazzo moro, con gli occhi azzurri e alto. Non l’ho mai visto prima, ma è carino. È nuovo perché non l’ho mai visto da queste parti prima. Con la coda dell’occhio vedo che cerca di correre alla mia stessa velocità, così rallento per dargli la possibilità di raggiungermi. Sento una mano posarsi sulla mia spalla e mi giro.
-Ciao. Sono nuovo qui e mi stavo chiedendo se tu sai dove sta Starbucks- chiede sfoderando un bellissimo sorriso. Mi perdo in quei suoi occhi color del mare e non capisco più niente. Sono in un brodo di giuggiole e sicuramente sto facendo la mia più grande figura di merda a non rispondergli. Dopo tutto non è molto più alto di me, sarà alto 1.70. Vedo una mano sventolarmi davanti che mi fa risvegliare da quella specie di catalessi in cui sono entrata.
-Ehm, si certo che lo so!- esclamo arrossendo leggermente. Sorride di nuovo e, per evitare nuove figure da cioccolataia, non lo guardo e abbasso la testa.
-Posso offrirti qualcosa? Magari corriamo insieme fino a li- propone. Sto per accettare, ma mi fermo.
“chissà cosa penserà mio padre di questo”
“Fregatene, è un bel ragazzo e poi cosa ti importa? È solo un invito a bere qualcosa, non ti devi innamorare”
Accetto e così corriamo fino allo Starbucks. Mi tolgo le cuffie dell’ipod così non sembro scortese nei suoi confronti. 
Arriviamo ed entriamo.
-Che vuoi?- chiede gentilmente facendo un sorriso. Uffa, mannaggia ai suoi sorrisi che mi uccidono.
-Un cappuccino, grazie- rispondo. Va a fare la fila e io lo aspetto. Prendo il telefono e inizio a trafficare su whatsapp per vedere se qualche mente malata mi scrive a quest’ora. Trovo tre messaggi da mia sorella Stevie.
 
“Cori, sei andata a correre?” ore 7,45.
“Cooorii! Perché hai preso i miei biscotti? Stronza” ore 7,50.
“Cori, mi porti lo Starbucks a scuola alle dieci?” ore 8,03.
 
Le rispondo: “Fattelo portare da Madi o da chi ti pare e non mi chiamare stronza perché lo sei solo tu.”
-Ecco il tuo cappuccino- dice il moro. Lo ringrazio sorridendo e lui ricambia. Bevo a piccoli sorsi perché è bollente e rischierei di ustionarmi il labbro superiore.
-Comunque io mi chiamo Louis e tu?- chiede porgendomi la mano. La stringo forte e un brivido mi percorre tutto il corpo. Ha davvero una bella mano e una stretta salda quel ragazzo.
-Io sono Corinna- rispondo. Mi sorride e continua bere il suo caffe. Guardo l’orologio e vedo che sono le 8,45. Cazzo, devo sbrigarmi. Non ho mai fatto così tardi e sicuramente mio padre vorrà una spiegazione e cosa posso dirgli? Sai papà ho fatto tardi perché uno sconosciuto mi ha chiesto se prendevo una cosa con lui. Non posso, mi ucciderebbe perché lui non vuole che io vada in giro con un uomo da sola, soprattutto se non sa chi è. Già, la mia religione è un po’ strana e una cosa che non sopporto è che le donne non possono sposarsi con chi vogliono e quando vogliono e certi padri su questo sono molto rigidi, ma non penso sia il caso di mio padre. Lui è flessibile su questo, non fa mettere a mia madre il burka da quando si sono sposati e non lo fa mettere neanche a noi ragazze.
-Scusami Louis, ma devo proprio andare. È tardissimo e mio padre e mia madre saranno preoccupatissimi. Mi ha fatto piacere conoscerti- lo saluto. Si alza anche lui e per la fretta gli vado a sbattere e quasi cadiamo. Lui sorride e io arrossisco. Come può sorridere in un momento del genere?
-Oddio scusa, io-io non volevo caderti sopra- dico rossa in faccia. Mi sono alzata e mi dirigo alla porta, con tutti gli sguardi di persone che non conosco traforarmi il petto.
-Non preoccuparti. Ciao Corinna!- esclama salutandomi, ma ormai io sono troppo lontana e non voglio girarmi per guardarlo, altrimenti vorrei rimanere per tutto il giorno con lui.
Comincio a correre molto velocemente verso casa. Ormai le persone che ho incontrato la mattina presto non ci sono più e così non devo fermarmi a salutare e perdere tempo.
Torno a casa che sono stanca morta e non so cosa aspettarmi da mio padre. Entro e lo vedo in cucina con mia madre a sorseggiare il latte caldo, mangiando i biscotti di mia sorella Chloe. Non capisco perché a tutti li fa mangiare e io se ne prendo un mi uccide a sangue e infatti la chiamo stronza per questo.
-Corinna, hai fatto già colazione?- chiede tranquillamente mio padre. Sto per dire che l’ho fatta in compagnia, ma mi fermo. Non voglio scatenare il terzo grado.
-Si, da Starbucks- rispondo sorridendogli. Ricambia il sorriso e continua a mangiare. Non ha fatto domande sul perché sono arrivata in ritardo, grande! Vado al bagno e mi faccio una doccia. Non riesco a togliermi dalla testa quel ragazzo, Louis, è troppo perfetto. Ha degli zigomi che farebbe invidia al miglior modello che sia mai esistito e corre in un modo così aggraziato che Bolt sfigurerebbe in confronto a lui. Quegli occhi che non puoi più smettere di ammirare che persino l’oceano sembrerebbe di un blu sporco comparato ai suoi e quel suo sorriso… oh dio il sorriso! Non credo di averne mai visto uno uguale. Ha un sorriso così splendente che il sole sarebbe una metafora stupida per descriverlo. Ma devo cacciare il suo profilo dalla mia mente. Non può piacermi, non lo conosco nemmeno e non è detto che lo rivedrò e poi mio padre non accetterebbe mai. Anche se penso che non sia il tipo da fidanzamento combinato, non sarebbe molto felice sapere che sua figlia, Corinna Hassan,  si fidanzi con un cattolico protestante.
Esco dalla doccia e mi asciugo con cura il corpo poi vado in camera e mi metto l’intimo con una maglietta da basket di mio fratello. Ritorno in bagno e mi asciugo i capelli mori. Li lascio sciolti e vado in camera.
-Ehi, quella è la mia maglietta. Che stronza, neanche me la chiedi.  E sai che papà non vuole che vai in giro così- dice stendendosi sul letto con me.
-Uno, questa maglie è fighissima e due, non ci vado in giro. Ci sto dentro casa e non provare a dire che è uguale- rispondo ridendo. Ride anche lui e mi abbraccia. Adoro mio fratello, è l’unica persona che potrei salvare se stesse affogando, anche perché non sa nuotare e quindi lo dovrei salvare in qualunque situazione. Rimaniamo abbracciati e piano, piano mi addormento.
 
Mi sveglio con la suoneria del mio telefono vicino l’orecchio. Mio fratello Shawn non è accanto a me. Lo prendo ancora con gli occhi impastati dal sonno, non leggo il nome e rispondo.
 
‘Cori, ma dove sei? Fra mezz’ora devi essere qui con il mio Starbucks altrimenti appena torno a casa ti meno.’
‘Si, te lo porto. Ma non rompere.’
 
Riattacco e di malavoglia, mi alzo dal letto così confortevole che sembra che stai facendo una frode ad alzarmi.  Mi metto un paio di leggins lunghi e una felpa e esco di casa per portare quel fottuto Starbucks a mia sorella. I miei sono al lavoro e quindi devo prendere le chiavi per non rimanere chiusa fuori. Faccio lo stesso percorso di stamattina, sperando di incontrare quel ragazzo così bello. Ma no, Cori no. Non puoi pensare a Louis. Toglitelo dalla testa. Arrivo da Starbucks ed entro. C’è una fila lunghissima, ma per fortuna conosco il cassiere che mi fa passare avanti.
-Un frappuccino, Harry sbrigati che mia sorella m uccide se non sono li fra dieci minuti- gli ordino. Mi sorride e corre a farlo. Aspetto il frappuccino con impazienza. Stevie  fra poco sarebbe uscita per colazione e sarebbe rientrata verso le 10,30 e quindi mi devo sbrigare e Harry si deve muovere a fare quel maledetto frappuccino. Torna con la mia ordinazione, gli lascio e soldi e corro verso il liceo di Stevie. Sono davanti la sua scuola. Mi tremano le gambe perché sono stanca e mi siedo sul muretto dove di solito viene lei. La vedo con il suo fidanzato Liam, che papà ha approvato, venirmi incontro. Non mi alzo neanche se mi dicesse che Connor Ball vuole vedermi per passare un giorno insieme, no in quel caso forse mi alzerei.
-Per fortuna sei arrivata. Dammi quel coso- dice scorbutica prendo di mano il frappuccino.
-Ciao Liam- lo saluto. Mi risaluta sorridendo e poi si siedono vicino a me e parliamo. Non accenno dell’incontro di stamattina e forse mai lo dirò a lei perché ha una linguaccia lunghissima e direbbe tutto a papà e a mamma. Forse lo dirò a Shawn che tiene i miei segreti e io tengo i suoi. Si sicuramente Shawn è quello che preferisco di tutta la mia famiglia. Invento una scusa e me ne vado, voglio lasciarli soli nella loro intimità, se si può chiamare così.
Cammino lentamente verso casa, tanto non ho niente da fare e Madison non so dove sia e non voglio scoprirlo perché adesso non mi importa più di tanto. Nel cielo splende un sole, ma a tratti viene coperto dalle nuvole e non fa abbasta caldo per stare a mani corte. Tipico clima inglese. Mi stringo nella felpa nera e continuo a camminare, ma stavolta veloce perché sento che stia per piovere e non voglio tornare a casa zuppa e farmi un’altra doccia. Arrivo a casa finalmente, quindi apro la porta ed entro e vedo Madi e Shawn seduti sul divano a giocare alla Play di Shawn. Neanche si accorgono di me perché sono troppo concentrati a giocare a Battlefield 4. Li sento dire cose del tipo “muori stronzo, qui comando io!” oppure “ Anche se siamo nel 2020 potrei batterti senza tutta questa storia” e cose così che a me fanno ridere e il bello è che Madi muore quasi sempre per prima e Shawn se la prende con lei perché lui non ce la fa da solo. Mi siedo nella poltrona accanto a loro. Madi mi lancia un’occhiata veloce per poi posare il suo sguardo sullo schermo e continuare a giocare.
-Cori, ma perché non vieni a giocare tu? Madi non è capace fare niente e muore sempre. Almeno tu sei brava e possiamo almeno completare una missione- dice Shawn stoppando il gioco.
-Scusa sorella maggiore, ma io sono più brava di te e quindi ti devi togliere.- mi rivolgo a Madi che mi lancia un’occhiata omicida e mi lascia sedere al suo posto. Prendo in mano il gioistic(?), Shawn mette il gioco e cominciamo. Passiamo tutta la mattinata a giocare a Battlefield 4 e a Watch Dogs. Sinceramente preferisco Watch Dogs perché è più figo e ti diverti di più a comandare un intero paese invece di sparare a destra e a manca nel 2020. Arriva ora di pranzo e Madi prepara un po’ di pasta per tutti e quattro mentre Shawn va a riprendere Stevie. Mangiamo un po’ di pasta al pesto, che faceva letteralmente schifo, e dopo ci ritiriamo tutti nelle nostre camere: io nella mia a non fare niente, Madi nella sua a parlare con le sue amiche, Stevie a fare i compiti e Shawn nella sua al computer. Sento bussare e poi aprire la porta e vedo Shawn. Si distende sul letto accanto, mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla fronte.
-Succede qualcosa Shawny? Magari, che so, hai perso a qualche gioco al computer o ti si è bloccato e adesso non puoi più entrare nei siti porno?- chiedo con ironia.
-No, scema. Ma perché, non posso stare con la mia sorellina intermendia quasi dei mie stessi anni?- risponde con un'altra domanda. Non riesco a capire le sue intenzioni, è talmente bravo a nascondere tutto che perfino per me è difficile scovare i suoi piani.
-Si, ma ti serve qualcosa. Sono sicura di questo quanto sono sicura che mi chiamo Corinna- ribatto guardandolo.
-Ehm in realtà si. Stasera vorrei uscire con la mia ragazza, ma papà non lo sa e vuole che mi fidanzi con quella che dice lui. A me non piace quella tizia e non ricordo neanche il nome- dice sofferente. Cosa vuole che faccia?
-E cosa vuoi che facessi?- chiedo ancora non capendo dove vuole arrivare. Lo vedo irrigidirsi e agitarsi.
-Devi dire a papà che sono uscito con amici e che non mi aspettasse alzato perché farò tardi. Ti prego! Se lo dico a Stevie lo dice a nostra madre e se lo dico a Madi non capirebbe. Solo tu sei normale in questa famiglia- risponde. Mi fa piacere che si fidi di me e che mi confidi tutto.
-Va bene, glie lo dico. Ma mi devi un favore capito? Are you understand?- chiedo scherzando. Lui annuisce e poi mi abbraccia di nuovo. Mi addormento di nuovo.
 
Vengo svegliata di nuovo dalla suoneria del cellulare, ma stavolta è per un messaggio. È di mio fratello. Cosa vuole adesso?, penso.
“Di a papà che sono andato. Sto a cena con la mia bella. A proposito, si chiama Jocelyn e ti saluta e ti ringrazia per quello che fai.  Ti voglio bene <3”
“La saluto anche io e vi dico prego. Ti voglio bene anche io, coglione <3”
 
Scendo a letto e trascino i piedi fino alla cucina dove mia madre sta servendo la cena. Ma quanto ho dormito? Comunque troppo e adesso mi sento tutta stupida.
-Cori, ben svegliata. Ma Shawn?- chiede mia madre.
-E’ uscito con amici e mi ha detto di dirti, papà, che non devi aspettarlo alzato perché fa tardi- rispondo facendo un sorriso nervoso. Ho paura che lo scoprano e sarebbe tutta colpa mia.
-Okay, vieni che stiamo aspettando te per mangiare. Stevie togli il piatto di Shawn- ordina mia madre. Io mi siedo a tavola vicino a Madi e cominciamo tutti a mangiare. Durante la cena io non parlo molto, rischierei di rivelare qualcosa su Shawn e quindi faccio meglio a tacere. Finita la cena io mi ritiro subito in camera mia. Non mi va di rimanere con i miei a vedere uno stupidissimo film sull’amore proibito, perché alla fine vediamo solo quel genere e mi ha rotto non poco. Mi sdraio sul letto, mi sono proposta di stare sul telefono a cazzeggiare un po’, ma appena mi poggio sul letto, cado in un sonno profondo. Manco mi sono messa il pigiama o coperta.
 
Mi sveglio sentendo dei rumori provenienti dalla mia camera. Penso sia un ladro o qualcosa del genere e così prendo qualcosa che non riesco a ricordare e mi avvio verso il rumore. Do una botta a quella persona.
-Cosa fai scema? Sono io!- dice la voce di mio fratello cercando di non urlare.
-Ah io scema? Cosa ne posso sapere che sei tu. Perché sei passato per camera mia?-  sussurro per non svegliare tutti.
-Perché la finestra di camera mia non si può aprire da fuori, mentre la tua si- dice quasi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Cammina e vai in camera. Potevi benissimo passare dalla porta scemo- gli dico cacciandolo dalla mia camera.
-Ti voglio bene-
-Io no. Sono le quattro del mattino e io fra due ore devo svegliarmi. Ti caccio a pedate se non te ne vai immediatamente-
Mi manda un bacio e poi chiude la porta.
Io mi rimetto a letto e mi addormento quasi subito.
 




Raghy.
Aaaaaaaaaaaa! Io urlo!
Ecco la vostra autrice preferita con una nuova fan fiction e devo dire molto diversa dalla prima *prende le rose (spera) che le lanciate*
Okay, abbiamo conosciuto Corinna, almeno un po’ e nei prossimi capitoli conosceremo anche gli altri.
Cori ha conosciuto Louis, avrà un ruolo importante, ma non aggiungo altro.
Ci sono anche Harry che fa il cameriere da Starbucks (è un frappuccino), Liam che è il fidanzato approvato della sorella Stevie e Niall che sta sempre seduto sulla panchina verde. L’ho descritto come un mancato mentale, ma non lo è affatto e l’unica spiegazione che ho è quella che gli piace quella panchina e vuole prendere fresco uu
Okay spero che piaccia questa storia e che riceva tante recensioni come quella precedente.
Baci xx
Eli.
  
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