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Autore: SARETTA1985    28/08/2014    1 recensioni
Sara, una 19enne mandata a Vancouver che farà un incontro che le cambierà la vita
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“cosa?” Jensen aveva uno sguardo stravolto
“Mia è tua figlia... noi.... eravamo fidanzati” dissi tirando fuori dalla maglia la collana con l'anello di fidanzamento “dovevamo sposarci...”
“quell'anello........no......non è possibile” disse tenendosi la testa come per un improvvisa emicrania
“è tutto vero.... mi dispiace... non avrei voluto che lo venissi a sapere in questo modo....” dissi mentre mi avvicinavo a lui e gli mettevo le mani sul petto
“lei...noi... cosa??? ” era arrabbiato.... si tolse bruscamente le mie mani di dosso “tutto questo tempo e non mi hai mai detto nulla?”
“Jensen, ti prego,ascoltami..” imploravo
“ doveva essere un grande amore se hai sposato il mio migliore amico!! no, ascoltatemi voi, tutti e due! Dovete starmi alla larga intesi? Non voglio più avere nulla a che fare con voi!Siete solo dei bugiardi!” disse furioso mentre usciva dalla roulotte sbattendo la porta
“o mio dio no... no, no, no, no! Jensen!” lo chiamai rincorrendolo “per favore, aspetta!” cercai di trattenerlo mettendogli una mano sulla spalla
“no! Mi dispiace per come stanno le cose.... ma adesso sto con Danneel e mi rende felice... questo è quanto!” si liberò talmente con foga che caddi per terra
“anche noi eravamo felici insieme” ero disperata e patetica inginocchiata a terra ai suoi piedi
“sarà anche vero ma io non lo ricordo. Tutto quello che so al momento è che mi hai mentito e che non voglio avere niente a che fare con te!” e detto questo se ne andò lasciandomi con il cuore e l'anima nuovamente a pezzi.
Vagai senza una meta fino notte fonda e, alla dine, decisi di tornare a casa sfinita. Betty era sul divano ad aspettarmi
“Sara... ero preoccupatissima! Dov'eri finita? ho provato a chiamarti un sacco di volte ma avevi il telefono sempre staccato”
“lo so era scarico...scusa zia.... ho avuto una giornataccia...”
“si vede...non hai un bell'aspetto...dai, siediti che ti preparo qualcosa da mangiare”
“no, grazie zia... ho solo voglia di andare a dormire. Mia?”
“la piccolina è già a nanna....”
“perfetto....”
“ci vediamo domani” e così dicendo se ne andò.
Salii al piano di sopra....avevo bisogno della mia bambina. Arrivai nella sua cameretta e rimasi un attimo a fissarla dormire... “amore...la tua mamma ha incasinato tutto..... mi dispiace....mi dispiace che il tuo papà abbia reagito male... spero solo che voglia almeno stare vicino a te piccolina.....” sussurrai mettendomi a piangere. Socchiusi la porta della camera di Mia e mi diressi verso quella di Jensen
“Jensen?” chiamai bussando “Jensen lo so che sei arrabbiato ma dammi la possibilità di spiegarti” spinsi la porta ed entrai nella sua camera certa di trovarlo all'interno. Jensen non c'era come del resto tutta la sua roba..... se n'era andato. Tornai frastornata nella cameretta di Mia e la presi delicatamente in braccio; andai a coricarmi nel letto di Jensen con la nostra piccola tra le braccia e, cullata dal respiro regolare della mia bambina e dal profumo di Jensen sul cuscino, mi addormentai consapevole di aver rovinato tutto.
Passai il giorno seguente a letto alzandomi solamente per far mangiare o cambiare Mia; verso sera sentii la porta di casa aprirsi e Jared chiamarmi
“Sara? Ci sei?” non risposi; mi alzai e chiusi a chiave la porta della camera da letto di Jensen.

Sentii Jared che saliva le scale e si fermava fuori dalla porta
“Sara.... senti.....mi dispiace, veramente!...sono solo passato a prendere le mie cose....... torno nella mia roulotte così puoi stare in pace.....”
solo silenzio da parte mia
“ti prego.... dì qualcosa.... qualsiasi cosa.... per favore.......Sara.....tesoro.... per favore......parlami”
non ricevendo risposta se ne andò e la casa ripiombò il silenzio. Anche la piccola Mia era silenziosa...non piangeva e non si lamentava per nulla....sembrava una bambolina.....una bambolina che in quel momento mi fissava con i suoi occhioni verdi, uguali a quelli del suo papà, come a cercare di consolarmi.

Rimasi chiusa in casa da sola con Mia per 15 giorni facendole vedere le foto mie e del suo papà...volevo che sapesse chi era poi, finalmente, riuscii a convincermi che non potevo smettere di vivere e che, se Jensen non voleva avere nulla a che fare con me, non potevo farci nulla e piangermi addosso non sarebbe servito. Presi così Mia e andammo sul set per andare a trovare tutta la crew che mi mancava un sacco. Quando arrivammo tutti sapevano della rottura tra me e Jared ma nessuno mi guardava con pietà o compassione.....erano veramente persone speciali, mi fecero sentire a casa ed amata come non mi sentivo da tanto tempo. Mia, che ormai aveva quasi 6 mesi, non lesinava sorrisi a nessuno ed era la mascotte del team. Ero seduta in sartoria a bere un caffè aspettando mia zia mentre Mia stava seduta per terra giocando con scampoli di tessuto quando arrivarono Jared e Jensen chiacchierando.
-per fortuna tra loro le cose si sono sistemate... o per lo meno si parlano- pensai sollevata osservandoli venire verso di me.
“Ehi sweety!” mi salutò Jared abbracciandomi
“Jared” dissi impacciata e rigida.... non ero ancora pronta a farmi toccare nuovamente da lui
“Mia...tesoro! Ma come sei cresciuta! Stai anche seduta da sola ormai!!” disse prendendo Mia in braccio
“già....fossi venuto a trovarla qualche volta sapresti anche che mangia già le pappe....” dissi leggermente acida mentre le tendevo un biscottino e le facevo il solletico sulla pancia. Era vero che avevamo litigato, che lui se n'era andato di casa e che non ero a mio agio ad averlo intorno ma pensavo ci tenesse alla bambina.La piccola Mia stava studiando attentamente Jared mettendogli le mani in bocca quando girò lo sguardo e si mise a fissare intensamente Jensen che era in piedi immobile dietro Jared; allungò le manine verso di lui e, per la prima volta, disse uno stentato “Dada”.
Jensen sobbalzò poi si avvicinò a Mia e la prese in braccio mentre lei gli metteva una piccola manina sulla guancia perfettamente rasata e sorridendo continuava a dire Dada ogni due o tre gorgoglii incomprensibili e ciucciata di biscotto. Jensen era incantato dalla piccola, ero convinta che, in cuor suo, sapesse che era la sua bambina; rimasi imbambolata a guardarli....era la scena più bella che avessi mai visto. Alla fine Mia mi guardò e con un “mama” scocciato si tese verso di me andando a infilare le manine nella confezione di biscotti che tenevo in mano e infilandosene un'altro in bocca soddisfatta. Era una scena comica infatti Jensen non riuscì più a trattenersi e si mise a ridere seguito a ruota da me mentre Jared ci guardava con un espressione enigmatica.
“dai ora andiamo che è tardi” disse poi Jared interrompendo l'idillio; prese l'amico sotto braccio e insieme si allontanavano
“Jensen!” lo chiamai; lui si fermò e mi guardò interrogativo
“io volevo solo....”
“le cose tra noi non sono cambiate.... “ disse sorridendo a Mia che si stava mettendo un suo dito in bocca sbavando nemmeno fosse stata un San bernardo “ho parlato con i miei e...... mi hanno detto che anche loro sapevano tutto.....”
“mi dispiace, non avrei voluto metterli in mezzo..”
“non importa.....ho capito perchè loro non mi abbiano detto nulla...ma tu...come hai potuto?” aveva una strana disperazione nella voce
“mi spiace...” avevo le lacrime agli occhi...l'avevo ferito
“comunque.... mi hanno aiutato a riflettere ed ho preso una decisione.... non è corretto che Mia ci rimetta per colpa tua... quindi, se per te non è un problema, vorrei passare del tempo con lei...”
ero felicissima “certo che voglio!”
“bene, allora appena riesco a liberami vengo a trovarla” disse poi dando un bacetto sulla testa di Mia che, nel vederlo allontanarsi, si mise a piangere e a chiamarlo.

Passavano i mesi e Jensen, almeno tre volte alla settimana veniva a trovare Mia, passavano le ore a giocare sdraiati sul tappeto del salotto mentre io stavo in disparte per lasciargli spazio: doveva aver l'opportunità di conoscere sua figlia senza me intorno. I nostri rapporti però rimanevamo sempre gli stessi... non mi aveva ancora perdonata e non voleva ascoltare quello che avevo da dire ma, finchè passava del tempo con sua figlia, a me andava bene così.
Una sera Jared si presentò improvvisamente a casa sconvolto, spalancò la porta e fece sobbalzare sia me che Jensen che stava cercando di addormentare Mia.
“è un casino....” disse con foga
“shhhhh! Sveglierai la piccola!” disse Jensen guardandolo storto
“cosa è un casino?” chiesi ad un Jared agitato
“lo sanno...... i media sanno tutto!”
“sanno... cosa?” chiese Jensen
“tutta la storia.... del matrimonio e di Mia...tutto!” spiegò Jared mettendosi le mani nei capelli e andandosi a sedere
“ chi diavolo l'ha raccontato?” chiesi curiosa ma non preoccupata
“non lo so! A parte i nostri genitori” disse Jared indicando tutti noi “ non lo sapeva nessun altro....abbiamo anche fatto bene attenzione che nessuno della crew venisse a saperlo.....”
“non vedo qual'è il problema” dissi calma...non capivo veramente quale fosse il problema
“non vedi il problema? Il problema è che tutti ora sanno che Mia è figlia di Jensen e che poi hai sposato me appena è entrato in coma” mi disse sempre più agitato indicando l'amico
“e quindi??” non capivo veramente
“quindi pensa alla nostra reputazione!” disse avvolgendo con un braccio Jensen
“la rep....no scusa ma questo sarebbe un casino?” chiesi mettendomi a ridere “Jar mi hai spaventata a morte!”
“si amico! Datti una calmata! Non è nulla di grave!” disse Jensen conciliante
“per me è un casino! Tutti i fan...cosa penseranno!oooohhhh.... non voglio nemmeno pensarci!” era veramente agitato e, in quel momento, era tornato il ragazzo di sempre
“tranquillo Jar! I fan ti amano per quello che sei non per quello che fai....devi stare tranquillo....non preoccuparti!” cercai di tranquillizzarlo
“si...hai ragione.....ho esagerato.....ho veramente esagerato.....però....se venisse fuori anche la storia...sai...del....insomma”
“dello schiaffo che mi hai dato?” terminai la frase per lui
“non c'è problema per quello.... nessuno racconterà mai l'accaduto.... io non lo farò, lei nemmeno e neppure Danneel.......te l'assicuro” Jensen aveva un tono rassicurante mentre lo diceva
“si stai tranquillo.... è stato un attimo di.....come dire....bhe, insomma poteva capitare a tutti...” dissi mentre Jensen mi lanciava un occhiata che diceva chiaramente -io non l'avrei mai fatto- “e poi io ti ho perdonato..” dissi infine. Era vero, non so dove avevo trovato la forza per farlo però l'avevo perdonato.
Jared parve tranquillizzarsi e passammo il resto della serata a chiacchierare come ai vecchi tempi quando tutto era semplice.

 

 

   
 
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