Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: miseichan    28/08/2014    0 recensioni
Roberto deve resistere un mese.
Un mese nell'Aia. Un mese a suon di cruciverba.
Peccato che il ventiseiesimo giorno arrivi l'imprevisto: lei con i suoi occhi arrossati e la voglia di cioccolata.
Perché si sa, la cioccolata guarisce tutte le ferite.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Il Diavolo Tentatore

 

 

 

“Preferisco morire.”
Paolo inarcò un sopracciglio, blandamente colpito. 
“La morte, nientemeno?” 
“Assolutamente.”
Roberto annuì con fare sicuro e assottigliò lo sguardo: non era necessario aggiungere altro. 
“Mi sembra una soluzione leggermente drastica, non trovi anche tu?”
“L’Aia, Paolo?” sbottò allora “Sul serio? L’Aia?!”
“E’ un lavoro.”
“Non... non è un lavoro!” saltò in piedi Roberto.
“Ti pagherebbero.”
“Non mi interessano i soldi!”
“Dovrebbero.”
Roberto si passò le mani nei capelli, l’espressione afflitta: “Non può essere il... no.”
“Non ho altro da offrirti.”
“Non ci credo. Cerca meglio.”
“Ho cercato, ti assicuro.”
“Prova ancora, dannazione!” lo fulminò Roberto, il pugno che colpiva la scrivania. 
“Sarebbe inutile.” mormorò Paolo guardandolo negli occhi “Lo so io e lo sai benissimo anche tu: posso cercare ancora ma non troverei comunque niente.”
“Niente?” sussurrò Roberto, reggendo a fatica lo sguardo dell’amico. 
Paolo prese un bel respiro e aprì l’ultimo cassetto alla sua sinistra. Quando un pacchetto di sigarette gli comparve fra le dita Roberto crollò nuovamente a sedere, distrutto da quel semplice gesto. 
“Sei fottuto.” proclamò Paolo, porgendogli una sigaretta “Letteralmente, metaforicamente, allegoricamente e chi più ne ha più ne metta.”
“Fino a questo punto?”
Paolo si sistemò una sigaretta fra le labbra e l’accese. 
“Hai insultato De Gusto.” elencò, aspirando e porgendo l’accendino all’amico “Gli hai quasi distrutto la cucina, gli hai rigato la macchina e...”
“Andava a letto con Sabrina.” lo interruppe seccamente Roberto.
“Potevi limitarti a lasciare lei, non ti pare?”
“Andava a letto con la mia ragazza.” ripeté, sottolineando le ultime parole.
“Lo hai picchiato con una frusta per torte.”
“Ho cominciato a lavorare per lui a dicembre.” contò sulle dita di una mano “Si sono incontrati di nascosto fino a marzo.” 
“Una frusta per torte.” 
“Mi è sembrato il minimo.” si strinse nelle spalle Roberto. 
Paolo lo guardò negli occhi solo per pochi istanti, poi scoppiò a ridere: “Ah, signore.” 
“I coltelli erano troppo lontani.” 
“Ringraziando il cielo.”
Roberto sospirò e poggiò i piedi sulla scrivania: “La galera sarebbe stata meglio dell’Aia.
“Morte, galera... lo sai che non ti sto proponendo l’inferno, sì?”
“Sono un pasticciere.”
Paolo spense la sigaretta nel vaso alle sue spalle e si massaggiò stancamente le tempie.
“Ovviamente.” borbottò “Sei un dannatissimo pasticciere: è colpa tua se ho tre chili di troppo da quando avevo sedici anni.”
“Non puoi mettere un pasticciere a lavorare nell’Aia.
“Posso se il pasticciere in questione si è inimicato De Gusto.”
“Chi se ne fotte di De Gusto?!”
“Tutti i ristoranti della città, ecco chi! Non ti vogliono da nessuna parte, non posso fare il tuo nome senza essere cacciato a pedate e...”
“...e la tua soluzione è spedirmi a lavorare in una casa di modelle?!”
“Quando dici cose del genere mi è davvero difficile non dubitare della tua eterosessualità.”
Roberto reclinò il capo all’indietro, esasperato: “Modelle, Paolo. Modelle!”
“Non vedo il punto.” mentì spudoratamente l’amico.
“Le modelle non mangiano.”
“Non credo sia esattamente così. Dovranno pur nutrirsi, suppongo: non possono certo vivere di sola aria. Sei esagerato come tuo solito e...”
“Non mangiano dolci.” sibilò Roberto “E io, per lavoro, preparo fottutissimi dolci!”
Paolo annuì un’unica volta. 
“Mi stai dicendo che la mia ultima possibilità è andare a nascondermi in una casa dove l’unico ad apprezzare la cioccolata sarei io.” 
Paolo non trovò più la forza per annuire.
“Se non è questo un girone dell’inferno, davvero, non so che cosa lo sia.”
Roberto chiuse gli occhi, dimentico della sigaretta. 
Maledisse per la milionesima volta De Gusto, Sabrina e se stesso; la disperazione aveva annientato anche l’ultima goccia di rabbia quando Paolo, inaspettatamente, parlò.
“Un mese.”
“Cosa?”
“Un mese, Robbie. Provaci solo per un mese.” Paolo si piegò verso di lui “Vediamo come si mettono le cose, se le acque si calmano un po’...”
“Altrimenti?”
“Altrimenti ti cerco qualcosa all’estero.”
Roberto sbatté le palpebre, sinceramente sorpreso. 
“Davvero?”
“Croce sul cuore.”
Un mese. 
Un solo maledetto mese d’inferno. 
“Ci sto.”

 

 

§

 

 

 

Mi scuso per il ritardo.
La storia è scritta, mancano gli ultimi due capitoli, il ritardo è dovuto solo all’assenza di connessione :)
Grazie a tutti per star leggendo, 

alla prossima,
Sara

 

P.s. mi dimentico sempre di farlo, ma se siete interessati c’è un gruppo dove di tanto in tanto segnalo aggiornamenti e vari: https://www.facebook.com/groups/322279614453686/






 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: miseichan