Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Ever Dream    21/09/2008    6 recensioni
“Cosa sono le fotografie se non frammenti di passato ,attimi rubati al tempo e alla storia della nostra vita?”
- un viaggio nel passato di Jared dall'infanzia ai giorni nostri.
Rating : verde (fino a cap. 5)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2 stwop
Disclaimer:Non conosco Jared Leto nè Shannon, Constance e gli altri personaggi che popolano questa fiction. I fatti narrati non sono reali, sono solo il frutto della mia fantasia e di tanto tempo a disposizione. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

A/N: innanzitutto grazie a linkin park, Ari92 e MiSs_MuSe per le loro recensioni e complimenti ^^ fa sempre piacere poter collegare un nick alle visite.

Per quanto riguarda la tua domanda MiSs_MuSe, si. Pare, visto che Jared e Shannon non ne hanno mai parlato, che il loro padre biologico sia Tony L Bryant che Constance ha sposato nel 1969 (all'età di 17 anni). Poi, poco dopo la nascita di Jared, hanno divorziato e anni dopo si è risposata con Carl Leto, un medico, che ha dato il suo cognome ai due.


Sailing The Waves of Past

Navigando le onde del passato




§

Capitolo II ~ It`s time to cut the rope and fly
(E' ora di tagliare la corda e volare)




ottobre 1985

"Di questo passo morirai di fame" disse Shannon mentre richiudeva la porta della loro camera facendo attenzione a non fare troppo rumore. Si diresse verso i letti e lanciò la mela a pochi millimetri dal volto del fratello che, steso sul letto, lo stava aspettando "Cazzo Shan! la prossima volta tiramela direttamente in fronte" Jared prese la mela e si tirò su a sedere "non è colpa mia se hai i riflessi di un bradipo" ribattè Shannon mentre raggiungeva l'altro e gli si sedeva accanto.

Erano le due passate e Jared si era svegliato affamato, da una settimana mangiava solo la verdura, alle domande di sua madre rispondeva con un vago 'non mi va ' o 'sono sazio'. Aveva cercato di ignorare la fame ma il continuo rigirarsi nelle coperte aveva svegliato Shannon che si era offerto di avventurarsi in cucina a prendere qualcosa per fermargli lo stomaco.

Del piccolo Jared, pallido e ferito , che guardava il paesaggio scorrere veloce dal finestrino della Buick , cercando risposte a domande che non dovevano sfiorare una mente così giovane, non era rimasto nulla..o quasi. Quel periodo era un insieme di volti, città, voci...uniti in quel vortice di colori che formavano i ricordi della sua infanzia. L'unica traccia di quella ferita mai rimarginata erano i suoi occhi, perennemente maliconici e tristi.

Jared aveva capito che tenere lontane le persone era l'unica arma che aveva per proteggersi dal dolore , per questo aveva creato una maschera dietro la quale nascondersi. Non che funzionasse con Shannon, il fratello maggiore poteva vedere ben oltre i mille strati che Jared metteva tra se e il mondo. Ma con gli altri funzionava, ai più appariva pieno di se, freddo e a volte cattivo. Ma quello non era il vero Jared. Il vero Jared era una persona semplice e determinata, che se aveva abbastanza coraggio di aprire il suo cuore sapeva amare come nessun'altro .

"non è più semplice dire : 'mamma ho deciso di diventare vegetariano'?" propose Shannon mentre l'altro osservava assorto la mela nelle sue mani, e aggiunse "così non fai altro che farla preoccupare inutilmente! l'hai vista questa sera?"

Jared sapeva che il fratello aveva ragione. Come sempre. Ma doveva trovare il momento giusto per affrontare l'argomento. Non voleva che la prendessero come una delle sue fissazioni temporanee. Sorrise al ricordo della confusione che aveva creato in tutto il quartiere quando a dieci anni, deciso a diventare uno speleologo, si era calato in una cava abbandonata, armato di un piccone e una torcia delle Tartarughe Ninja.

"Perchè ridi adesso?" Shannon lo guardava incuriosito, "niente niente... comunque sai già che mamma andrebbe in panico. Comincerebbe a farmi domande, mi porterebbe dal medico... comincerebbe a frequentare corsi di cucina vegetariana! " disse tra un morso e l'altro, gesticolando per enfatizzare le parole "..e poi Carl..." lottò alla ricerca delle parole giuste e , non trovandone, si limitò a dire sprezzante " farebbe il Carl !". Diede l'ultimo morso e con ancora il boccone prima che Shannon potesse dire qualcosa aggiunse "ma le parlerò. promesso big bro" gli passò il nocciolo e sorrise " ...sono stufo delle mele" infine si rimise sotto le coperte augurando , per la seconda volta quella sera, una buonanotte al fratello.

Shannon rimase seduto di fianco a lui per un pò, accarezzandogli distrattamente la schiena mentre guardava come la luce dei lampioni in strada filtrasse attraverso le tende leggermente scostate e illuminasse la loro stanza. I poster erano macchie scure sui muri e la piccola sveglia spiccava nella semioscurità con le sue lancette fosforescenti. Si voltò verso il fratello e notò che più passava il tempo più Jared somigliava a loro padre. Sospirò al pensiero di quell'uomo e sentì una vecchia e nota rabbia diffonderglisi per tutto il corpo. Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. Quando il respiro di Jared divenne regolare si alzò e andò a buttare i resti della mela.

Da quando Tony li aveva abbandonati Shannon si era sentito responsabile nei confronti del fratello minore. Nonostante avesse solo un anno circa in più dell'altro era deciso a diventare un modello per Jared. Qualcuno a cui potesse rivolgersi e fare affidamento. Sempre. Mentre tornava a letto ricordò le volte in cui l'aveva abbracciato mentre piangeva perchè si era fatto male, quando cercava di distrarlo raccontandogli storielle inventate sul momento per non fargli pensare che non avevano abbastanza cibo in casa, o le volte in cui l'aveva difeso dai bulli e trattenuto dal picchiare tutti quelli che accennavano qualcosa di cattivo verso loro madre. Si girò verso il letto di Jared e assicurandosi ancora una volta che stesse dormendo tranquillamente chiuse gli occhi e si addormentò.

---

Constance passò il panno umido sulla cornice e si fermò a guardare la foto ingrandita al suo interno: lei e Carl al loro matrimonio.

I primi tempi ad Oakton erano stati difficili. I due lavori che aveva trovato, donna delle pulizie al The Westin Reston Hotel e commessa part time al supermercato della zona, nonstante le portassero via gran parte della giornata, non bastavano a pagare tutte le spese. Fortunatamente la scuola del posto aveva un programma pomeridiano così Jared e Shannon passavano lì , al sicuro, i loro pomeriggi.

Poi arrivo Carl Leto, il medico.

Erano ormai quasi due anni che l'uomo era entrato a tutti gli effetti nella loro vita. All'inizio era stata restia. Non riusciva a fidarsi completamente, ma alla fine aveva ceduto. Carl le era stato amico prim'ancora che amante, spingendola a credere nel suo talento come fotografa, a fidarsi di lui ma soprattutto aveva accolto i suoi due bambini a braccia aperte. Le ripeteva sempre che una parte di DNA non ti rendeva genitore, lo stare accanto al bambino, crescerlo e crescere con lui si. E lui voleva amare e farsi amare come padre dalle due pesti che rispondevano al nome di Shannon e Jared.

Era ancora persa nei ricordi quando sentì la porta sbattere e poi l'allegro vociare dei suoi due ragazzi che risalivano le scale. Alzò lo sguardo e li vide girare l'angolo, accaldati e sorridenti. Sospirò consapevole che da allora in poi la parola pace era bandita dalla casa, era strabiliante vedere come il venerdì fosse rigenerante per i due. Si faceva fatica a riconoscerli rispetto i due fantasmi che si erano recati a scuola immersi in una nuvola grigia per tutta la settimana. La salutarono in fretta ed entrarono di corsa in camera loro. Pochi secondi dopo il suono di una chitarra si diffuse per il corridoio, segnalando l'inizio del lungo weekend. Constance sorrise e scese le scale diretta in cucina. A fine prove i suoi due rocker sarebbero stati affamati.

Quando il suono della chitarra cessò e l'unico rumore che veniva dal piano di sopra erano le risate dei due e qualche botto non definito, Constance prese il pacchetto di Choco Bliss, due bicchieri di spremuta e si diresse verso la loro camera. Arrivata davanti la porta la scostò leggermente con il dorso della mano ma non entrò, rimase ad ascoltare la discussione tra i due fratelli.

"il nome deve essere qualcosa di particolare..di unico" disse Shannon mentre seduto alla scrivania cercava di trovare l'ispirazione per fare i compiti. Jared era steso a terra a leggere un fumetto, i piedi sul letto, perso in un mondo tutto suo "pensi che sia più forte Hulk o Batman?". Shannon rimase perplesso a fissarlo per un attimo. Jared era così, passava da un discorso ad un altro e seguirlo gli era praticamente impossibile "eh?..ehm...non so.. non si sono mai scontrati" la buttò lì e si stupì nel vedere cheil fratello ci stava riflettendo sul serio. Ad un tratto Jared ,uscendo dal suo torpore, alzò il busto in unico fluido movimento ai limiti della fisica e corse verso la sua borsa. Cacciando e lanciando dove capitavano libri e quaderni estrasse un blocco note e si voltò verso il fratello. I suoi occhi luccicavano come sempre quando era eccitato per qualcosa ."Me ne stavo quasi dimenticando! " disse avvicinandosi e posando il blocco note sulla scrivania, "oggi avevamo un'ora libera, visto che quella strega della Madison si è ammalata e sono andato in biblioteca " Shannon lo guardò incredulo, solo Jared avrebbe passato un'ora di relax immerso tra i libri " e ho fatto una ricerca..sai, sulla simbologia e cose varie " sfogliò velocemente le pagine e gli mostrò i vari schizzi "potremmo partire da uno di questi".

Shannon li guardò uno per uno, poi corrugò la fronte e chiese "perchè quella donna ha solo una gamba?" Jared lo guardò confuso "chi?" l'altro girando il blocco note verso di lui puntò uno degli schizzi il fratello gli lanciò un'occhiataccia e visibilmente irritato rispose "questo è un simbolo che rappresenta i 4 elementi" Shannon cercò di rimanere serio ma poi cominciò a ridere "credo che l'unica cosa a cui penserebbero i nostri fan sarebbe il bagno delle donne" Jared sconsolato sbuffò, facendo alzare la frangetta leggermente "sei così superficiale certe volte io mi chie.."

Constance decise di interromperli prima che la discussione diventasse più seria. "Allora ragazzi come è andata la giornata?" i due si voltarono e le sorrisero "mah.. niente di speciale" disse Shannon scartando lo snack . Era la sua risposta standard. Ogni tentativo di sapere di più sarebbe stato inutile. Constance si voltò verso Jared in attesa di essere investita dal fiume di parole sulla giornata del figlio minore ma quest'ultimo si limitò a fare spallucce. La donna e Shannon si guardarono istintivamente. Stava per cercare di estorcere qualche parola in più, incredula che davvero era tutto quello che aveva da dirle ,quando il telefono cominciò a squillare e si diresse verso l'apparecchio nell'ingresso. Shannon rimase a guardare Jared che, a disagio, abbassò lo sguardo "qualcosa che non va?" chiese ma non ricevendo risposta dal fratellino si rassegnò. Sarebbe andato da lui quando era pronto. Come sempre.

---

Il weekend trascorse in una strana, calma, atmosfera. La telefonata aveva confermato i sospetti di Constance: Jared le stava nascondendo qualcosa. Certo, stava crescendo e cambiando, ma negli ultimi giorni stava diventato sempre più sfuggente. Non la preoccupava la fase vegetariana, per quello aveva già comprato un paio di libri di ricette, ma più che altro che di colpo suo figlio non le parlasse. La professoressa al telefono era stata vaga e Constance non sapeva più cosa pensare. Alla fine aveva rinunciato a farsi domande.

Scendendo dalla macchina quel lunedì mattina si preparò ad affrontare la preside. Qualsiasi cosa avesse combinato Jared le sarebbe stato rivelato tra pochi minuti, doveva avere pazienza. Si voltò verso i figli e li guardò mentre fianco a fianco si avviavano verso l'entrata "c'è qualcosa che vuoi dirmi prima che vado?" Jared si fermò e si voltò, per la prima volta da tre giorni la guardò sul serio negli occhi "solo... non costringetemi a fare ciò che non voglio" le sorrise e lei si sentì sciogliere. Non aveva realizzato quanto le mancasse il sorriso del figlio rivolto a lei fino a quel momento. La gioia era tanta che le sfuggì la strana frase di Jared.

"Suo figlio è avanti rispetto alla sua classe, abbiamo pensato che sarebbe più adatto per lui frequentare un istituto che possa valorizzarlo e stimolare le sue capacità." la direttrice guardò la professoressa di lettere e le fece cenno di intervenire "vede signora Leto... Jared è molto intelligente e apprende molto velocemente ..troppo rispetto ai suoi compagni e questo frena il suo sviluppo." Constance ,che per tutto il tempo era rimasta immobile e in silenzio, battè le palpebre leggermente stordita" e cosa consigliate di fare?" riuscì a dire respingendo la voglia di scoppiare a ridere. Lei, che si aspettava di venire a sapere che Jared aveva fatto saltare qualche apparecchiatura nel laboratorio seguendo un esperimento tutto suo o avesse litigato con qualche compagno.

La direttrice aprì uno dei cassetti ed estrasse una brochure passandolo alla donna "la Flint Hill School sarebbe la soluzione migliore per il ragazzo" Constance guardò il pezzo di carta e sospirò "una scuola privata? non abbiamo i soldi per pagare la retta.." la direttrice le sorrise " è qui che entra in gioco Jared. La scorsa settimana gli abbiamo fatto fare un test a sorpresa simile ai test d'ingresso per la Flint Hill e ,signora, l'ha superato brillantemente. Ho visto ragazzi ammessi con punteggi inferiori." Constance inghiottì, era divisa tra la gioia della notizia e la tristezza del non avere i mezzi "ci sono borse di studio che la Flint HIll mette a disposizione per ragazzi particolarmente dotati e noi siamo convinte " continuò la direttrice "che Jared dovrebbe tentare".

Constance guardò le due donne, aveva voglia di mettersi a ballare per la gioia ma decise di darsi un contegno "ne avete già parlato con Jared?" le due si scambiarono una veloce occhiata poi la professoressa si sedette sulla sedia accanto alla sua e lei intuì che stava arrivando la parte sgradevole del colloquio "glielo abbiamo detto dopo il risultato del test e la sua reazione non è stata quella che ci aspettavamo" Constance ripensò alle parole del figlio davanti alla loro macchina e chiuse gli occhi.

---

"Si può sapere perchè non vuoi andare? Questa è un'occasione che non puoi farti sfuggire Jay!" Carl era in piedi davanti al caminetto, il giornale accartocciato in una mano. Cercava inutilmente di parlare a Jared che seduto sulla poltrona si era chiuso in un irritante silenzio. Constance osservava la scena dalla poltrona di fronte a quella del figlio. A differenza di lei e Shannon non aveva ancora chiuso il capitolo Tony. Aveva accettato Carl ma non riusciva a vederlo come suo padre. Anzi, il più delle volte lo sentiva come un intruso.

Carl la guardò spazientito "ma siamo sicuri che non hanno sbagliato il test? un ragazzino tanto intelligente non perderebbe un'occasione simile per un capriccio!" Jared era deciso a non aprire bocca davanti all'uomo ma Constance decise di provare ancora una volta "Jay, tesoro, se tu non dici perchè non vuoi andare come possiamo decidere?" il ragazzo voleva dirle di mandare via Carl, di parlarne insieme da soli, perchè lei avrebbe capito ma il patrigno si intromise "tsk! tu e la tua fissazione di lasciarli liberi di scegliere! non ci serve certo il suo permesso! siamo i suoi genitori sta a noi decidere cosa è meglio per lui!". Jared ridacchiò attirando l'attenzione dei due. Allo sguardo interrogativo di Carl continuò a rimanere in silenzio. Sfidandolo.

Carl aveva provato ad avvicinarsi al ragazzo ma quest'ultimo sembrava rifiutare ogni tentativo. I primi tempi l'aveva ferito, perchè voleva sul serio fargli da padre ma ora lo innervosiva soltanto. Non aveva forse sposato loro madre? -pensò- non li aveva adottati? dato loro un tetto? Cosa voleva da lui? Osservò i suoi grandi occhi azzurri e si stupì di quanto angelico apparisse. Ma era solo apparenza. Constance non lo vedeva perchè era sua madre. Era cresciuta credendo in quelle filosofie hippy, (e a cosa l'aveva condotta se non rimanere incinta a 17 anni?) dava ai ragazzi troppa libertà e questo era il risultato: non riconoscevano le autorità. No, non era giusto parlare al plurale, Shannon era diverso. Di indole era più rispettoso. Era Jared il problema, se avesse potuto educarlo a suo modo forse questo piccolo delinquente avrebbe avuto meno boria.

L'uomo si chinò e avvicinandosi al volto del figlio si accertò di scandire ogni parola per bene "andrai alla Flint. a costo di doverti trascinare per i capelli". Constance si alzò di scatto e allontanò il marito da Jared "Carl! Sono certa che Jay ha le sue ragioni, diamogli del tempo per rifletterci su. Così lo stiamo solo innervosendo! " e una volta controllato che la situazione era di nuovo sotto controllo si diresse in cucina. La discussione era finita.

Jared non perse tempo, si alzò e corse in camera sua mentre Carl seguì la moglie nell'altra stanza "usare il pugno di ferro, ogni tanto, non fa male " la donna si girò e Carl indietreggiò d'istinto "non osare mai più usare quel tono con lui!" sibilò prima di aprire la dispensa e prendere gli ingredienti per preparare il seitan.

---

Shannon alzò la testa dai libri e sospirò. Jared era entrato di corsa e si era accoccolato sul letto senza proferire parola.

Jared che non parlava significava solo una cosa :aveva un problema.

Si alzò e si sedette sul letto. In silenzio allungò la mano e mosse i capelli che gli coprivano gli occhi. "senti genietto non è che verresti ad aiutarmi in geometria?" Jared sorrise debolmente e si tirò su poggiandosi sul gomito. Asciugandosi le lacrime guardò il fratello maggiore. Shannon non lo forzava mai a parlare. Aspettava semplicemente che andasse da lui. "pensi sia stupido non voler andare in quella scuola?" Shannon alzò le sopracciglia sorpreso "è un no per la geometria?" disse parando il pugno del fratellino. Combatterono per un pò cercando di prevalere sull'altro. Shannon ebbe la meglio e bloccò l'altro sul pavimento, dove erano precipitati durante la lotta. Lo guardò mentre si contorceva cercando di liberarsi e glielo domandò "perchè non vuoi andare Jay?" il fratellino smise di agitarsi e lo guardò a lungo prima di rispondere, la voce bassa e insicura "ho paura......non voglio stare lontano da te".

A scuola da sempre erano 'quelli strani'. Durante l'intervallo, le pause tra le varie ore e i pranzi passavano il tempo insieme. Da soli. Si proteggevano a vicenda dagli attacchi dei bulli di turno e Shannon capiva perfettamente la paura di Jared, perchè anche lui l' aveva. Lasciare andare Jared significava rischiare di perderlo, di vedere il loro rapporto mutare. Significava lasciar andare l'unica cosa che gli aveva impedito di abbandonarsi al proprio dolore. Ma doveva farlo. C'era il suo futuro in ballo. Si chiese cosa avrebbe fatto una volta che Jared si fosse staccato da lui, che l'avesse abbandonato per nuovi amici, nuove persone.

Respinse l'istinto di abbracciarlo forte e gli disse cercando di smorzare la tensione "non devi aver paura sciocco. E' una scuola come le altre. Pensi che basti qualche ora passata in un istituto diverso per liberarsi di me?" si alzò e aiutò a rimettersi in piedi anche il fratello "piuttosto vedi di far vedere a quelli lì il tuo valore! Ora asciugati il naso e vieni ad aiutarmi con quel problema.. se no a che servono i fratelli minori intelligenti come te?" detto questo gli arruffò i capelli e tornò alla scrivania.


Stava leggendo di nuovo quelle odiate regole quando sentì le esili braccia avvolgerlo alle spalle in un abbraccio. Jared gli diede un bacio sulla guancia e gli sussurrò un 'grazie'. Shannon si rese conto che stava piangendo solo quando una lacrima cadde sul quaderno sciogliendo l'inchiostro nero sul foglio.

---

dicembre 2007


Shannon richiuse la porta. L'ingresso era avvolto nell'oscurità. Barcollando e zittendo il mobile che aveva colpito con il fianco raggiunse la porta della cucina. Lui era davanti alla finestra, il braccio alzato contro lo stipite. Si voltò e si guardarono nella penombra. Shannon scosse la testa " cosa ci fai a quest'ora in piedi?" poi si mosse verso il tavolino alla ricerca di un appoggio.

"Ti aspettavo. Shan... non puoi andare avanti così" Jared si avvicinò al fratello e alzò il voltò dell'altro "guardati.. non ti reggi in piedi". Lo stesso Shannon si stupì di essere in grado, dopo tutto l'alcol ingerito, di muoversi così velocemente. Un battito di ciglia e Jared si ritrovò contro il muro. I loro volti a pochi millimetri. "aww" disse sarcastico stringendo i polsi dell'altro "il fratellino è preoccupato?" la sua voce era pericolosamente bassa, Jared si dimenò cercando di liberarsi. La presa dell'altro era così forte da far male "Shan.." ansimò "parliamone..vuoi?" la risposta dell'altro fu una risata ,fredda e distante "di cosa Jay?.. di cosa vuoi parlare?" il suo tono faceva più male della stretta ai polsi, Jared lo guardò negli occhi cercando una traccia di suo fratello, "cosa c'è che non va Shan? Cosa ti tormenta?". Shannon rimase in silenzio per quella che parve un'eternità "tu". Jared sentì l'alito di birra dell'altro posarsi sulla sua pelle quando pronunciò le parole che distrussero il suo mondo "sei tu che mi tormenti. Tu sei come lui..e non intendo solo fisicamente" Shannon allontanò la mano dal polso destro per spostarla sul viso dell'altro. Lo guardò attentamente, sembrava di avere davanti Tony. Jared rimase in silenzio, tremante. I suoi occhi azzurri già colmi di lacrime. "Come lui allontani chi ti ama", una volta finito Shannon rilassò la sua presa e sbandando si diresse verso le scale. Gli unici rumori in tutta la casa erano il ticchettio dell'orologio e i singhiozzi di Jared.

tbc


NOTE:

i. Choco Bliss era uno snack degli anni '80
ii. Jared ha frequentato la Flint Hill School nel 1985/86
iii. il seitan è un alimento della dieta vegetariana ottenuto dal glutine del frumento e costituisce una fonte alternativa di proteine.



  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Ever Dream