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Autore: Francy_92    28/08/2014    7 recensioni
Pensavate che il giorno più importante di Andrea e Gaia non sarebbe mai arrivato?!
Ebbene, vi sbagliate!
E' il trentuno ottobre e Andrea e Gaia stanno per convolare a nozze!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie ''A true love story never ends''
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 Buonasera a tutti!
Non so se ne avete le scatole piene di Andrea e Gaia, ma sono ritornata per descrivere il giorno più importante della loro vita. Dopo tutto quello che hanno attraversato e dopo tutte le cose ho scritto su di loro poteva mancare questa one-shot? Ovviamente no!
Sono circa 13 pagine di Word. Ho eliminato molte parti per non rendere il capitolo più lungo di quanto non sia già.
Ho pensato anche che, se dopo aver letto questa one-shot volete anche l'altra parte, la pubblicherò. E' ancora incompleta perchè stava diventando davvero molto lunga, ma cercherò di completarla. Ripeto, pubblicherò soltanto se almeno in cinque mi chiederanno di sapere altro.
Ciò che ho scritto riguarda i momenti dopo aver lasciato il ristorante. Avrei voluto descrivere la loro prima notte di nozze, ma per questa parte mi sembra già eccessivo, quindi... ditemi voi! ;)
Adesso vi lascio al capitolo
Buona lettura <3
Francy <3 <3

PS: troverete anche una canzone da ascoltare. Se cliccate sul titolo della canzone dovreste arrivare al link del video. Vi consiglio di aprire un'altra pagina per il video ;)

-Un giorno meraviglioso-
 
Ci siamo.
Non avrei mai immaginato di trovarmi in un posto del genere con una persona che mi ama incondizionatamente, pronta a fare il passo successivo; quello che coronerà il nostro amore e la nostra splendida vita con Alisea.
Oggi 31 ottobre, giorno del ventiseiesimo compleanno di Andrea, mi sposo.
Io e Andrea ci sposiamo.
Sto per andare all’altare e sposare il mio peggior incubo e nemico del liceo.
Sto per unirmi in matrimonio con la persona che, contro ogni aspettativa, è diventata quella di cui non posso più fare a meno.
Credevo di non sentirmi pronta a sposarmi; credevo stessimo correndo già abbastanza avendo avuto una bambina, ma dopo qualche mese il nostro mezzo fidanzamento ho capito che non avrebbe avuto senso aspettare… ritardare l’inevitabile.
Quindi… eccomi qui, con il mio meraviglioso abito in pizzo e piccoli diamanti su tutto il vestito. A suo tempo, mio padre ha insistito affinché avessi il meglio nel mio giorno più importante, quindi, quando mi ha visto piangere di gioia vedendomi nel riflesso dello specchio ha deciso che, qualsiasi fosse stato il prezzo di quell’abito, io lo avrei avuto.
Il modello che ho scelto lascia le spalle scoperte e la schiena è coperta solo per metà; le maniche di leggero pizzo mi arrivano appena sotto il gomito. Lo strascico non è esagerato, ma la cosa che amo di quest’abito è che completamente ricoperto di pizzo e di minuscole pietre, facendolo brillare.
Adesso, nonostante il nervosismo, non vedo l’ora che Andrea mi veda.
Ci siamo separati ieri mattina perché io avrei trascorso tutta la giornata fra l’atelier per le ultime prove dell’abito e gli ultimi dettagli da sistemare prima del gran giorno.
Alisea ha trascorso la giornata con lui, ma ieri sera ha dormito con me. Dopo oggi, resterà un paio di giorni con Patrizia. Io e Andrea abbiamo deciso che, per comodità, era meglio sposarci in Italia, a casa nostra; tornati a Londra avremmo semplicemente messo le carte in regola.
Ma oggi saremo marito e moglie. Lo saremo davvero e, sebbene io non veda l’ora e sia emozionata, ho anche tanta paura. So che non cambierà molto nel nostro stile di vita, ma il matrimonio è un grande impegno.
«Tesoro, sei pronta?» chiede mia madre bussando alla porta della mia camera.
«Credo di si» mormoro continuando a lisciare la gonna dell’abito con le mani. Mi sono vestita da sola… non ho voluto l’aiuto di nessuno per evitare di farmi mettere ancora più ansia.
«Posso entrare?» mi chiede aprendo piano la porta. Faccio un respiro profondo e annuisco a me stessa nello specchio. Manca poco e andrò da Andrea che probabilmente, adesso, sarà più nervoso di me, chiedendosi se mi incontrerà all’altare o se dovrà rincorrermi per non farmi scappare via a gambe levate. Scuoto la testa e dico di si a mia madre.
«Tesoro, sei meravigliosa» mormora con gli occhi bagnati dalle lacrime. Mi volto verso di lei e le sorrido anche io con gli occhi lucidi.
«Lo sto facendo davvero» le dico.
«Sono molto felice per te, amore. Ti meriti tutta questa felicità» dice e all’improvviso scoppia a piangere. So perché sta reagendo così, quindi cerco di essere forte per lei e mi avvicino per abbracciarla. Lei non ha mai avuto un giorno speciale come quello che io sto vivendo oggi. Mia madre non si è mai sposata e mi si spezza il cuore davanti a questa consapevolezza.
«Mi dispiace tanto, mamma. Anche tu meriti un giorno così»
«Oh tesoro… non dispiacerti per me, d’accordo?! Io sono semplicemente orgogliosa e felicissima di poterti vedere con un abito da sposa»
Sciogliamo l’abbraccio e le sorrido con le lacrime. «Sei meravigliosa e Andrea impazzirà vedendoti all’ingresso della chiesa»
«Credo che sia un fascio di nervi al momento» mormoro ridacchiando e asciugandomi le lacrime con un fazzoletto che mia madre mi porge.
«Ha chiamato Patrizia e ha detto che sta facendo impazzire tutti a casa sua»
Ridacchio e mi volto di nuovo verso lo specchio. Ruoto la testa un po’ a destra e un po’ a sinistra per controllare che l’acconciatura stia al suo posto.
Non ho voluto niente di particolare, ma un semplice chignon, morbido, con delle ciocche che mi ricadono sul viso. Anche il trucco è molto sobrio. Guardo le mie mani e sorrido davanti all’anello che Andrea mi ha regalato.
«Mamma?» mi sento chiamare e di scatto mi volto verso la mia piccola, dolce Alisea. Sono felice che partecipi anche lei a questo giorno. Ha soltanto un anno, quindi non so quanto possa ricordare in futuro, ma è giusto che anche lei, insieme a me ed Andrea, ci sia oggi.
«Amore di mamma» dico vedendola entrare con il suo piccolo vestito da damigella. È bianco come il mio, ha le maniche lunghe ricoperte di un leggero strato di pizzo e la gonna ampia per la sua età e la sua statura. «Ma sei meravigliosa!!» le dico piegandomi sulle ginocchia davanti a lei.
«Sono bella» mi dice sorridendo.
«Si che lo sei»
«Mamma bella» mi dice ancora e si sporge per abbracciarmi.
Oh dio, non credo che riuscirò ad arrivare in chiesa con il trucco intatto. Mia figlia si sta dando molto da fare per farmi piangere.
«Adesso dobbiamo andare» le dice mia madre «Altrimenti papà diventa matto. Tesoro, fra cinque minuti partiamo» aggiunge rivolta a me.
«Avete preso le fedi?»
«Si, ce le ha tuo padre. Speriamo che Alisea non lanci il cuscino tra gli invitati!» esclama prendendo mia figlia in braccio.
«No, la mia piccola principessa si comporterà bene oggi, vero?» le chiedo guardandola e lei comincia a ridacchiare, annuendo. «Perfetto. Adesso, credo di essere pronta per andare in chiesa»
Mia madre annuisce ancora con le lacrime agli occhi e, insieme ad Alisea, scendiamo al piano di sotto, dove Serena, Massimo, mio padre, sua moglie, Charlotte, Brad e il compagno di mamma mi aspettano.
«Sei meravigliosa» dice Serena asciugandosi gli angoli degli occhi con un fazzolettino di carta.
Piego la testa di lato, chiedendole silenziosamente di non farmi piangere, e vado verso mio padre. Da adolescente non avrei mai immaginato che mio padre mi avrebbe accompagnato all’altare e vederlo emozionato in questo momento mi fa desiderare di tornare indietro nel tempo e dargli la possibilità di passare più tempo con me. Ricordo ancora la paura di quando ha avuto quell’incidente e la terribile sensazione di non essere sicura di poterlo abbracciare ancora. Ma sono grata a Dio per avere qui il mio papà.
«Sei meravigliosa, tesoro» mormora lui con gli occhi lucidi.
«Sei bellissima, Gaia» mi dice Charlotte.
«Vi prego, ragazzi, non fatemi piangere»
«No! Niente lacrime!» esclama Serena prendendo mia figlia in braccio. «I bimbi vengono con noi. Andiamo che Andrea avrà sicuramente percorso dieci volte l’intera navata della chiesa» aggiunge mentre con un mano tiene quella di suo figlio Marco. Rido, ma ben presto ci dirigiamo alle macchine.
Io sono un fascio di nervi seduta nel sedile posteriore di una Mercedes che mio padre ha affittato per l’occasione. Alla mia destra è seduta mia madre che non fa altro che stropicciare il fazzolettino che tiene in mano.
«Sto per sposarmi» mormoro sbarrando gli occhi, colpita in pieno dalla consapevolezza di quello che sto per fare.
«Oddio, non starai mica cambiando idea?» mi chiede mia madre voltandosi a guardarmi.
«N-no… è solo che… che sono agitata e sento caldo» mormoro facendo una smorfia di dolore e cercando di spostare il velo da dietro la mia schiena, incastrato fra di essa e il sedile in pelle.
«Vedrai che appena vedi Andrea tutto passa»
«Quanto manca?» chiedo.
Mio padre guarda fuori dal finestrino e poi l’orologio «Cinque minuti, se il traffico ci consente di passare»
«Ok. Ho cinque minuti per rilassarmi» dico a nessuno in particolare. Più che altro sto cercando di rilassarmi da sola.
Inspiro ed espiro come quando dovevo dare alla luce Alisea. Adesso è una situazione totalmente diversa, ma ho bisogno di incamerare più ossigeno possibile così che il mio cervello abbia la possibilità di restare lucido.
Devo restare lucida, altrimenti potrei anche fare dietrofront e andare a nascondermi in camera mia.
Gaia, calmati. Andrà tutto bene. Non è poi tutta questa cosa. Attraverserai semplicemente la navata di una chiesa, in mezzo a centinaia di persone.
Perché i miei hanno voluto invitare tutta questa gente? So che pagano loro e, per questo hanno fatto le cose in grande, ma non ce n’era veramente bisogno.
Quando io e Andrea abbiamo deciso la data del matrimonio, mia madre ha cominciato a snocciolare nomi di parenti che non sentivo nominare almeno da una decina d’anni.
purtroppo non conosco la maggior parte dei parenti di mio padre, ma mia madre ha detto che sono simpatici e che il mio matrimonio sarà l’occasione perfetta per conoscerci tutti. Alcuni li ho già incontrati. Molti sono arrivati da Londra, altri abitano qui in Italia, ma è stato strano… Dopo più di venti anni ho conosciuto la mia nonna paterna.
Oh, accidenti! Perché sto pensando alla nonna paterna quando sono appena arrivata in chiesa? Perché abbiamo scelto quella più in vista? C’è un sacco di gente, estranea al matrimonio, che guarda la macchina salire la piazza di fronte la chiesa.
«Ci siamo, tesoro» mi dice mia madre prendendomi la mano.
Chiudo gli occhi e annuisco. Faccio un altro respiro profondo e nello stesso istante la macchina si ferma.
Apro gli occhi e vedo Serena insieme ad Alisea che aspettano il mio arrivo.
«Ok. Ci siamo» dichiaro decisa. Mio padre apre lo sportello ed esce per primo. Fa il giro della macchina e aiuta mia madre a scendere, dopodiché è il mio turno.
Quando sono fuori alla luce del sole sento diversi commenti positivi al mio vestito e uno sfondo musicale dovuto alle macchine fotografiche che scattano senza sosta. Mia madre mi sistema il velo, mi sorride e il suo sorriso contagia anche me.
«Mamma! Mamma!» urla Maya sventolando il cuscino con le fedi che tiene in mano. Per un attimo divento dello stesso colore del mio abito, per la paura che il cuscino con le fedi finisca chissà dove, ma ben presto Serena la blocca e le dice qualcosa per farla calmare. Dio, forse avrei dovuto fare una scorta di caramelle per tenerla buona.
«Sei pronta?» mi chiede mio padre affiancandomi.
«No, il bouquet. Mi manca il bouquet» dico affannandomi e girando la testa a destra e sinistra. Guardo in macchina ma non lo vedo. Dove cavolo ho lasciato i fiori?
«Ce l’ho io, Gaia. Stai tranquilla» mi dice Serena avvicinandosi.
La mia migliore amica sarà la mia damigella d’onore barra testimone. Una specie di incrocio fra il modo in cui organizzano i matrimoni in Inghilterra e qui in Italia.
«Devo restituirti quello schiaffo che mi ha dato anni fa?» mi chiede sistemandomi il velo sulle spalle.
«Avresti dovuto farlo prima. Forse mi avrebbe aiutata» le dico ridacchiando.
«Sei uno splendore. Vai a sposarti, amica del cavolo!» esclama facendomi l’occhiolino e, prendendo la mano di Alisea, sale la scalinata della chiesa.
«Andiamo» dico, invece, a mio padre. Tutti i parenti che mi aspettavano fuori adesso sono entrati, compresa mia madre.
Adesso siamo soltanto io e mio padre. «E’ un onore per me accompagnarti all’altare» dice mentre saliamo.
«Papà… devi dirmi queste cose proprio adesso? Anche per me è un onore essere accompagnata da te»
«Ti voglio bene Gaia» mi dice guardando davanti a se.
«Anche io» mormoro stringendogli forte il braccio.
Sento il mio cuore battere fortissimo contro la mia cassa toracica, ho i brividi in tutto il corpo e le mani che mi tremano in maniera impressionante.
Davvero ho detto che non sarebbe stato niente di che? Mi sarei dovuta prendere a calci! Non sono mai stata così nervosa in vita mia.
Le porte sono ancora chiuse, ma so che quando si apriranno e io inizierò a camminare vedrò il mio Andrea. Vedrò la sua ansia e la sua preoccupazione svanire di colpo dal suo volto, perché sono sicura che niente e nessuno al mondo mi impedirà di percorrere la navata e andare a sposarlo.
Abbiamo fatto tutto al contrario… abbiamo avuto prima una figlia, che adesso mi sorride come se avesse davanti una principessa, e poi ci siamo uniti in matrimonio. Detto in tutta sincerità, però, non me ne importa proprio nulla.
Ho una famiglia fantastica che non avrei mai pensato di avere. A chi importa fare le cose in ordine quando si è così tanto felici?
A me no.
Ed ecco che arriva il mio segnale. Le prime note della marcia nuziale partono e le porte secondarie della chiesa si aprono, rivelando l’ambiento stracolmo di persone. Accidenti!
Serena e Alisea cominciano a camminare davanti a me, mentre io devo contare fino a cinque per iniziare a procedere.
Uno…
Non ho ancora alzato gli occhi per cercare Andrea.
Due…
Mi aveva promesso di non guardare subito e di stare con le spalle rivolte verso l’entrata.
Tre…
Anche lui avrebbe contato fino a cinque dopo l’inizio della canzone.
Quattro…
Vediamo se siamo coordinati anche oggi.
Cinque…
«Papà, andiamo» dico e alzo lo sguardo. Nello stesso momento in cui cominciamo a camminare, i miei occhi si legano a quelli di Andrea che si è voltato nello stesso istante in cui ho iniziato ad avanzare.
Gli sorrido a trentadue denti. In realtà, vorrei proprio mettermi a ridere perché ci siamo coordinati alla perfezione.
«Ti amo» dice mimando con le labbra.
Annuisco e continuo a camminare attaccata a mio padre.
A malapena mi accorgo dei volti delle nostre famiglie e dei nostri amici, perché per me non esiste altro che Andrea.
Il mio Mr Mi Spoglio Davanti Agli Altri Senza Avvisare.
Il mio meraviglioso Mr Ti Seguo Anche In Capo Al Mondo Perché Ti Amo.
E lo amo anche io. Lo amo da impazzire e mai smetterò di amarlo.
Sento un leggero dolore alle guance e so che è dovuto al sorriso che sto mantenendo sulle labbra praticamente da quando ho cominciato ad attraversare la navata.
Ma adesso sono arrivata da Andrea. Mio padre mi alza il velo dal volto e gli stringe la mano. Basta! Sbrigatevi! Voglio diventare sua moglie! Toglietevi tutti di mezzo!
Scuoto mentalmente la testa e mi rilasso.
Quando la mia mano tocca quella di Andrea, la prendo di scatto e la stringo forte.
«Sei bellissima» mi sussurra all’orecchio.
Soltanto dopo questo commento mi rendo conto del suo abbigliamento. Indossa un completo nero lucido, la camicia bianca e la cravatta nera. L’abito dello sposo non cambia quasi mai, ma il mio Andrea è una visione.
Continuiamo a guardarci negli occhi, fin quando il prete non comincia la funzione, ma per tutto il tempo non ho fatto altro che sbirciare verso l’uomo che ho accanto. Non riesco davvero a togliergli gli occhi di dosso.
Siamo quasi a metà quando mi sento chiedere la famosa domanda se voglio prendere quest’uomo come marito in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi.
Ovvio che voglio quest’uomo come marito. Dio, dopo tutti questi anni? Non me lo lascio più scappare!
«Lo voglio» mi sento dire con una voce che stento a riconoscere. In quel momento arriva Alisea accanto a me con il cuscino dove sono sistemate le fedi.
«Ciao mami. Ciao papi» dice e tutti scoppiamo a ridere.
«Ciao amore» le dice Andrea abbassandosi per prenderla in braccio. Sorrido ad entrambi e, mentre Andrea tiene nostra figlia in braccio, evento completamente fuori programma, io sfilo il nastrino di seta che tiene legato l’anello di Andrea. Con mani tremanti cerco di non farla cadere per terra la fede di platino ricoperta da minuscoli brillantini tutto intono alla circonferenza. Andrea non voleva la solita fede nuziale per me e quando siamo andati a sceglierle, abbiamo deciso di prenderle uguali ma speciali per entrambi. Abbiamo anche richiesto delle incisioni all’interno della circonferenza. “Everything” e la data del nostro matrimonio.
Perché la parola “tutto” in inglese? Perché per me Andrea è tutto. L’inizio e la fine. È tutto ciò che ho sempre voluto dalla vita e perché mi ha dato tutto ciò che io potessi mai desiderare. E io sono per Andrea la stessa cosa. Avremmo dovuto far incidere qualcosa di diverso?
«Ti amo» dico baciando la fede e infilandola all’anulare sinistro di Andrea. L’anello del nostro fidanzamento/non-fidanzamento ce l’ha nella mano destra. Io, invece, li terrò entrambi sull’anulare sinistro.
Sento gli occhi inumidirsi e una lacrima scivolare lungo la mia guancia.
«Mi aiuti?» chiede ad Alisea facendomi ancora sorridere. La nostra bimba sorride, poggia la testa sulle spalle del papà e tutti e tre ci rivolgiamo verso il prete che adesso porge la stessa domanda ad Andrea.
Vuoi avermi come moglie… per sempre? Gli chiedo io nella mia mente, mentre già sorrido come una scema. «Lo voglio» dice Andrea con le lacrime agli occhi e un sorriso ancora più scemo del mio sulle labbra. Vorrei mettermi a saltellare qui, seduta stante. Mentre Alisea gli tiene il cuscino, Andrea sfila la mia fede, la bacia e la infila al mio anulare sinistro. «Ti amo» dice.
«Se la signorina qui presente è d’accordo» riprende il prete rivolgendosi ad Alisea, che arrossisce e nasconde ancora di più il volto nell’incavo del collo di Andrea, mentre noi continuiamo a guardarci. «Dichiaro quest’uomo e questa donna…» continua e si ferma di nuovo per prendere fiato.
Dai, sbrigati… sbrigati… «Marito e moglie»
Si! Finalmente!
«La posso baciare?» chiede Andrea al prete facendo ridere tutti quanti.
«Si, puoi baciarla» gli da il via il prete.
Con la velocità massima consentita, Andrea si avvicina a me e mi lascia un casto bacio sulle labbra. Nello stesso istante la folla scoppia in applauso rumoroso. Sorridiamo entrambi felici e sposati.
Non ci credo ancora.
Quando si stacca si rivolge ad Alisea, ancora tra le sue braccia. «Amore, vai un po’ da Marco?» le chiede e lei annuisce, tentata di andare a giocare con il figlio di Serena.
Appena la bambina è a terra, Andrea mi circonda il volto con le mani e mi bacia in maniera più decisa. La sua lingua è fra le mie labbra, che si schiudono volontariamente.
Adesso non c’è più nessuno intorno a me. Siamo soltanto io ed Andrea nella nostra meravigliosa bolla di felicità. Ci baciamo con passione e dolcezza e a poco a poco la bolla si riduce, fino a farci fermare davanti a tutti i nostri amici e parenti che applaudono con i sorrisi sulle labbra.
Entrambi ci voltiamo e per la prima volta vedo Giorgio, Alessia, i genitori di Andrea, sua sorella Martina e suo marito. Vedo alcune mie compagne di scuole e alcune colleghe del college che sono volate fin qui da Londra.
Saluto Alice, seduta accanto a mio fratello Brian.
«Buon pomeriggio, signora Ferrari» mi dice Andrea prendendomi per mano.
Gli sorrido «Non credevo che l’avrei mai sentito dire»
«Sette anni fa non pensavi che mi avresti sposato, vero?»
«Nemmeno per sogno»
«Eppure eccoci qui. Sei meravigliosa. Quest’abito è sensazionale»
«Anche tu sei meraviglioso. Ti amo tantissimo» gli dico alzandomi sulle punte dei piedi per baciarlo di nuovo.
«Grazie per questo bellissimo regalo di compleanno»
«E’ vero. Auguri amore» gli dico alzando le braccia per abbracciarlo.
«Non so cosa dire per non risultare monotono, ma ti amo davvero con tutto me stesso e sono super felice di averti appena sposato» mi dice accarezzandomi la schiena nuda.
«Per me è lo stesso» mormoro al suo orecchio, baciandogli la pelle dietro.
«Gaia, le foto» mi informa mia madre, mentre il fotografo comincia a sistemare le luci e a mettersi in posizione.
«Oh, fantastico» dico alzando gli occhi al cielo. Andrea mi sorride e, tenendomi per mano, andiamo dietro l’altare per le foto di rito.
 
«Congratulazioni!!» esclama un considerevole numero di gente davanti all’ingresso della chiesa. All’improvviso mi sento investire da una nuvola di riso. Chissà come me ne ritrovo qualcuno in bocca, ma non posso fare a meno di ridere.
Mi volto a guardare Andrea e lo trovo già intento a guardarmi. «Sei bellissima» mi dice e io non posso fare a meno di arrossire. «E sei sempre la solita» aggiunge avvicinandosi per baciarmi dolcemente la guancia.
«Vogliamo la lingua!» urla Giorgio mentre Alessia gli da un pugno sullo stomaco. «Smettila, cretino!»
Andrea ride e, accarezzandomi la guancia, mi bacia sulle labbra. Sento davvero la sua lingua invadere la mia bocca, quindi ricambio anche io, circondandogli il collo con le braccia.
«Grandioso! Queste foto così naturali avranno un effetto spettacolare!» Esclama il fotografo mentre io rido sulle labbra di Andrea.
«Andiamo via per un po’» mormora.
«Dobbiamo seguire il fotografo»
«Lo so. Possiamo seminarlo per qualche minuto» mi dice facendomi l’occhiolino.
«Ragazzi, la vostra intesa è perfetta. Avrete delle foto fantastiche!»
«Grazie. È per questo che l’ho sposata! Per l’intesa perfetta davanti ad una macchina fotografica» gli risponde Andrea e io non posso fare a meno di ridere.
Adesso che siamo fuori dalla chiesa e ci hanno lanciato addosso qualche chilo abbondante di riso tutti i nostri parenti si avvicinano per farci le congratulazioni.
«Auguri tesoro!» esclama Patrizia con le lacrime agli occhi. Mi abbraccia e mi bacia sulla guancia, sistemandomi il velo. «Sei meravigliosa. Mio figlio è davvero un uomo fortunato»
«Grazie. Sono io ad essere fortunata»
Più o meno con le stesse parole, viene a salutarmi anche Stefano e poi, anche i nostri amici, e anche gli amici di Andrea del liceo si fanno avanti.
«Congratulazioni Gaia» mi dice Giorgio venendo ad abbracciarmi. La stessa cosa fa Alessia e, continuando a scherzare mi accorgo anche della presenza di Luigi e sua cugina.
«Ciao» li saluto scusandomi con i ragazzi che mi guardano un po’ preoccupati.
Luigi ed Elena non sono vestiti da cerimonia, quindi penso siano capitati qui per caso o soltanto perché volevano vedere il loro amico sposato.
Quando io e Andrea stilavamo la lista della gente da invitare aveva categoricamente detto di non volere né Luigi né Elena. Avevo provato a dissuaderlo visto che comunque continuano a parlarsi, ma non c’è stato verso «Non voglio che mi portino sfortuna» aveva detto e io non avevo più cercato di fargli cambiare idea.
«Ciao Gaia. Congratulazioni» mi dice Luigi sorridendomi.
«Grazie Luigi» rispondo sorridendole.
«Sei incantevole con questo abito. Complimenti» dice, invece, Elena.
«Grazie» mormoro lisciandomi la gonna.
«Ehi, sei qui» mi dice la voce preoccupata di Andrea. «Ciao» aggiunge rivolgendosi ai suo ex amici.
«Ciao Andrea. Congratulazioni»
«Grazie» risponde lui un po’ imbarazzato. Beh, immagino non volesse incontrarli per affrontare la questione dell’invito. Nemmeno io avrei voluto trovarmeli davanti.
«Beh, vi lasciamo ai festeggiamenti. Ancora congratulazioni» dice Elena prendendo sotto braccio suo cugino e trascinandolo via. Luigi sorride e, insieme, si allontanano.
«Wow. È stato imbarazzante» commenta passandosi una mano fra i capelli.
«Te l’avevo detto che dovevi invitarli»
«No. Resto ancora della mia opinione» mi dice guardandomi serio.
«Siamo sposati da mezz’ora e stiamo già per affrontare la nostra prima lite?» chiedo ridendo e lui scuote la testa.
«Mamma!!» urla la mia piccola bambina.
«Cos’è successo?» chiedo ad Andrea e mi volto velocemente per andare a vedere cos’è successo.
«Amore mio. Sono qui»
«Mamma» si lamenta alzando le braccia per essere presa.
«Tesoro, la mamma non può tenerti in braccio. Vieni dalla nonna» dice mia madre mentre cerca di prenderla.
«No. Voglio mamma!» esclama Alisea cominciando a piagnucolare.
«Oh, piccola mia. Vieni qui» le dico abbassandomi per prenderla in braccio. Non importa se non dovrei.
Subito Alisea mi circonda il collo con le sue piccole braccia. «Ti senti un po’ trascurata, eh amore mio?»
«Che succede?» chiede Andrea raggiungendoci.
«Vuole stare un po’ con noi. Possiamo trascorrere un po’ di tempo con lei invece di seminare il fotografo?» gli chiedo e lui, anche se contrariato, annuisce.
«Secondo te resterà volentieri da mia madre?» mi chiede mentre Andrea mi accompagna alla macchina. E che macchina.
«Dio, è stupenda» mormoro.
«Bella, vero? È una Maserati e ho pensato che la gradissi decappottabile»
«Si, è fantastica» commento sorridendo.
«Amore, ti piace la macchina che ha preso papà? A proposito sei bellissima con questo vestito» dice ad Alisea facendole il solletico.
«Glazie» dice lei animandosi. Comincia a scalciare, segno che vuole scendere.
«Ok, scendi» le dico e, appena la metto giù, corre verso il padre di Andrea.
«Ciao piccola del nonno. Vieni con me e la nonna?» le chiede e lei annuisce. Stefano scambia qualche battuta con i miei genitori, dopodiché io e Andrea siamo liberi.
«A quanto pare possiamo di nuovo seminare il fotografo» mi dice sorridendo.
«Si» rispondo e, con un gesto galante, Andrea mi apre la portiera per farmi entrare.
«Grazie»
Quando anche lui è in macchina, accende il motore e ci dirigiamo verso il traffico di questo pomeriggio stranamente soleggiato.
«Come ti senti?» mi chiede Andrea prendendomi una mano, mentre l’altra è mollemente appoggiata al finestrino aperto.
«Bene. Molto bene, a dire il vero» gli rispondo sorridendo.
«Ne sono felice»
«Hai contato anche tu fino a cinque, vero?» gli chiedo ridacchiando, guardandolo concentrato sulla guida.
Andrea si volta e mi guarda con un sorriso meraviglioso stampato sul volto. «Si. Anche se voltarmi dopo il cinque non è stato facile» spiega.
«Perché? Io pensavo che non avresti resistito e ti saresti voltato prima o che direttamente non mi avresti dato le spalle»
«No. Gaia… il cuore mi andava a mille prima. In realtà, per tutta la cerimonia. Ero… spaventato in un certo senso dei sentimenti che avrei provato vedendoti con l’abito bianco»
«Io ero un fascio di nervi mentre raggiungevamo la chiesa. Quando sono salita mi sono resa conto di quello che stavo per fare»
«Non sei scappata. Mi aspettavo di correrti dietro»
«Nonostante l’ansia, sapevo che non avrei potuto farlo. Ti amo troppo per non voler essere tua moglie»
«Mia moglie» ripete.
«Mi piace come suona» gli dico ridendo e avvicinandomi per dargli un bacio sulle labbra.
«Sei mia moglie. Mia. Moglie»
«E tu sei mio marito. Mio. Marito» dico imitandolo.
Continuiamo a sorriderci come due scemi, fin quando non squilla un telefono da qualche parte nell’auto.
«Oh, accidenti. È il mio»
«Dov’è?» chiedo.
«Dietro» mi indica e io mi volto per recuperare il suo nuovo I-Phone.
«Forse ci siamo messi nei guai con il fotografo» gli dico ridendo e notando che si tratta di quest’ultimo.
«Rispondi»
Striscio sullo schermo e rispondo un po’ spaventata.
«Si può sapere dove siete finiti? Vi stiamo aspettando tutti qui in spiaggia! Muovetevi!»
«Ehm… si, arriviamo» mormoro e riattacco velocemente.
«Sono già in spiaggia, vero?» chiede Andrea.
«Si. Forse è meglio se aspettiamo la fine di questa giornata per restare da soli»
«Ok, andiamo allora. Sarà il servizio fotografico più bello che si sia mai visto!» esclama e accelera.
Stringo forte la sua mano vedendo quanto è felice ed emozionato.
 
«Ti ricordi quella sera a Londra quando mi sono presentato sotto casa tua…»
«Si?» chiedo ad Andrea mentre do una piccola porzione di pesce ad Alisea seduta sulle mie gambe.
Siamo al ristorante e, a parte il momento del nostro primo ballo, Andrea è rimasto calmo e tranquillo per tutto il tempo. Ogni tanto i suoi amici, inglesi e italiani, sono venuti al nostro tavolo per un brindisi e adesso, in effetti, mi sembra un po’ brillo, ma ancora nel pieno delle sue facoltà mentali.
«Beh, mi sembrava giusto ripetere quello che ho fatto quella sera» dice e io divento rossa come un peperone.
«Andrea! Avrai tutta la notte per quello. È ancora troppo presto» dico tappando le orecchie ad Alisea. Lei scoppia a ridere e cerca di togliersi le mie mani dalle sue orecchie. Sorrido e le bacio la guancia.
«Ma cosa hai capito? Non mi riferisco alla nostra meravigliosa prima notte di nozze»
«Ah no?» chiedo guardandolo sorpresa. Pensavo volesse consumare il nostro matrimonio in uno squallido bagno del ristorante.
«No. Cos’altro ho fatto quella sera?» mi chiede appoggiando il braccio sullo schienale della mia sedia e avvicinandosi.
«Ehm…» provo a ricordare, ma davvero non mi viene niente in mente. Andrea mi guarda negli occhi e io ricambio lo sguardo. Sta cercando di farmi ricordare con lo sguardo?
Hm, vediamo… quel giorno abbiamo litigato perché l’ho trovato nel suo vecchio appartamento con Elena… non ci siamo parlati per tutto il pomeriggio. Quella notte abbiamo anche fatto l’amore per la prima volta dopo cinque anni. Cos’è successo nel mezzo?
Oh! La canzone! Lo stereo! Oddio!
Il lampo di sorpresa nei miei occhi, fa sorridere ancora di più il mio dolce maritino.
«Ci sei arrivata?» mi chiede e io comincio a preoccuparmi.
«Che cosa vuoi fare?» gli chiedo a mia volta.
«Adesso lo vedrai» mi dice, guarda qualcuno alle mie spalle, facendogli un cenno e prende Alisea seduta sulle mie gambe. «Andiamo amore. È il nostro momento» le dice.
«Cosa?» chiedo alzandomi a mia volta.
«Cosa succede?» mi chiede Serena che stava venendo al nostro tavolo.
«Credo che Andrea stia per cantarmi una canzone con Alisea»
«Oh, che romantico!»
«Oh, che imbarazzo, vorrai dire!»
«Gaia, è meraviglioso!» mi riprende la mia amica dandomi uno spintone.
Le sorrido e mi avvicino alla postazione dei musicisti. Andrea sta guardando qualcosa al computer e nel frattempo annuisce.
«Si, ok. È quella» gli sento dire. Dopodiché si sistema Alisea fra le braccia e si avvicina il microfono alla bocca. «Ehm… scusate signore e signori. Vorrei per un attimo distogliere l’attenzione dalla vostra deliziosa cena perché vorrei che guardaste tutti la mia meravigliosa moglie arrossire davanti a quello che sto per fare. Non avete idea di quanto sia stupenda mentre si imbarazza anche per le cose più… normali, cose per cui non serve imbarazzarsi. Eppure, a lei succede perché è una donna così sensibile e pura… Dolce e… si, a costo di risultare ripetitivo, meravigliosa. E nonostante quello che abbiamo attraversato in passato oggi ha indossato un abito bianco per me e mi ha fatto lo straordinario onore di diventare mia moglie. Ha messo da parte tutte le sue paure e le sue insicurezze per farmi uno dei regali di compleanno più belli che io abbia mai ricevuto. E questo, amore mio, è già il secondo. Ricordi?» chiede sorridendo a me e poi voltandosi verso Alisea per lasciarle un bacio sulla fronte.
«Papi…» si lamenta lei colpendo il microfono.
«No, aspetta amore. Dobbiamo fare quella cosa per la mamma, ricordi?» le dice e tutti in sala ridacchiano e sospirano “ohh” di tenerezza.
Io faccio entrambe le cose, ma con le lacrime agli occhi, perché il discorso di Andrea sta tirando fuori tutte le lacrime che ho trattenuto nelle ultime ore.
Alisea, sentendo le parole del padre, si volta a cercarmi e, appena mi vede, comincia a battere le mani. Le mando un bacio volante e le sorrido.
«Quindi… adesso io e Alisea, la nostra meravigliosa piccola, furba e monellissima Alisea» dice e io scoppio a ridere scuotendo la testa. «Ti dedichiamo questa canzone, perché tu sei semplicemente… tutto per noi» continua sorridendo dolcemente. «Sei tutto per me» aggiunge serio.
Sento i singhiozzi percuotermi il petto, ma trattengo il pianto anche se le lacrime hanno già cominciato a scendere.
«Ok, sei pronta amore?» chiede guardandomi. Io annuisco e in quel momento parte una melodia che mi sembra di conoscere.
Quando Andrea inizia a cantare, nel modo più intonato possibile, riconosco subito la canzone di Michael Bublé: “Everything”.
«You're a falling star. You're the get away car.
You're the line in the sand when I go too far.
You're the swimming pool, on an August day.
And you're the perfect thing to see.
And you play your card, but it's kinda cute.
Ah, When you smile at me you know exactly what you do.
Baby don't pretend, that you don't know it's true.
Cause you can see it when I look at you
»
Il ritornello arriva presto e io copro la bocca con la mano per trattenere i singhiozzi.
«And in this crazy life, and through these crazy times.
It's you, it's you, You make me sing.
You're every line, you're every word, you're everything
»
Scuoto la testa per ciò che sta facendo, ma nello stesso momento sono felice come non lo sono mai stata. Come non credevo di poter essere
« You're a carousel, you're a wishing well,
And you light me up, when you ring my bell.
You're a mystery, you're from outer space,
You're every minute of my everyday.
And I can't believe, uh that I'm your man,
And I get to kiss you baby just because I can
» continua a cantare mentre io, tra le lacrime, divento davvero rossa per l’occhiolino che mi ha appena fatto. Accidenti! È mio marito. Dovrei cominciare ad abituarmi a questi gesti.
«Whatever comes our way, ah we'll see it through,
And you know that's what our love can do
»
La canzone continua per altre due strofe, continuando a farmi piangere. Questa è la canzone perfetta. È una canzone perfetta. L’avevo già ascoltata prima, ma non avevo mai fatto veramente caso alle parole.
Adesso è tutta un’altra storia. Credo abbia descritto  praticamente tutto quello che io e Andrea proviamo l’uno per l’altra.
Quando le note della canzone terminano gli invitati si lasciano andare ad un fragoroso applauso, mentre Andrea scende dal palchetto, sempre con Alisea in braccio, ancora contenta, e mi raggiunge. «Non dimenticarlo mai… sei la mia unica fra tante e il mio tutto» mormora sulle mie labbra. Ovviamente si riferisce anche alla canzone che mi ha dedicato tempo fa.
«Non dimenticarlo mai nemmeno tu» gli dico tra le lacrime.
«Amore mio…» mormora e mi circonda il collo con un braccio, baciandomi la fronte. Gli circondo i fianchi con le braccia e lo stringo forte.
«Amore, vai un po’ dalla nonna?» chiede Andrea ad Alisea e lei, come se niente fosse, scivola dalle braccia di suo papà e, prima di correre dalla nonna, mi afferra la gonna del vestito e la tira per richiamare la mia attenzione. Abbasso lo sguardo e mi abbasso per abbracciarla. In effetti, anche lei mi ha dedicato questa canzone. «Tu sei l’amore della mamma» le dico baciandole la guancia.
«Tu, l’amore di Ali» mi dice timida e gettandomi le braccia al collo.
Ah ecco. Non bastavano le lacrime per via di Andrea. Anche Alisea contribuisce.
«Vieni, amore. Andiamo» le dice Patrizia sorridendo sia a me che ad Andrea. «Andiamo a ballare» le dice mentre un’altra canzone di Michael Bublè riempie la sala. stavolta si tratta di Hollywood.
Quando io e Andrea restiamo da soli, lo abbraccio forte, stringendolo il più possibile a me. «Non immaginavo di poterti amare di più, invece è così» mormoro continuando a piangere sulla sua giacca.
«Non piangere, Gaia. E’ un giorno troppo bello questo per annebbiarlo con le lacrime»
«Tu mi fai piangere, scemo! Sei un romantico da strapazzo! E io ti amo perché sei il mio romantico da strapazzo»
«Esatto, tuo»
«Grazie per la canzone» gli dico asciugandomi gli occhi.
«Cercherò di dedicartene una ogni anno» mi dice facendomi l’occhiolino.
«Dovrò iniziare a farlo anche io»
«No. Questa è la mia tradizione. Inventane un’altra»
«Beh… potrebbe diventare un’abitudine farti dei regali di compleanno così indimenticabili»
«Sarebbe fantastico. Posso esprimere le mie preferenze per il regalo?»
«Immagino di sapere cosa desideri»
«Davvero?» mi chiede mordendosi il labbro inferiore e attirandomi verso la pista per iniziare a ballare.
«Si, magari un altro paio di scarpette come quelle dello scorso anno?»
«Sarebbe bellissimo» mi dice facendomi l’occhiolino e per poco non svengo.
Io e Andrea volteggiamo per tutta la pista da ballo accompagnati dalla voce meravigliosa di Michael Bublé.
«La prossima canzone ti piacerà» mi dice avvicinandomi al suo corpo e facendomi ondeggiare davanti a lui.
«Forse so di quale canzone si tratta. Il tuo discorso, comunque, è stato bellissimo» gli dico. Forse dovrei farne uno anche io.
Sto per formulare la prima frase, quando le note di Home sostituiscono quelle della canzone precedente. Andrea mi avvicina di nuovo a sé e comincia a farci ondeggiare lentamente.
«Non smetterò mai di sorridere sentendo queste canzoni» gli dico con la guancia appoggiata al suo petto.
«Neanche io. Ti amo tantissimo, Gaia» sussurra baciandomi i capelli.
«Anche io. Grazie per questa giornata fantastica» gli dico stringendolo forte.
«Grazie a te» risponde inspirando il mio profumo. «Passerò tutta la mia vita a dirti quanto ti amo e quanto tu significhi tutto per me»
«Lo so amore. Sono felice che abbiamo fatto scrivere la stessa parola sulle fedi» dico guardando la mia.
«Si. Ne sono felice anche io. Non poteva essere altrimenti»
Sorrido e mi alzo leggermente per lasciargli un bacio dolce sulle labbra. Ci sorridiamo e, in uno degli istanti più romantici che io abbia mai vissuto, la canzone sfuma nelle ultime note.
 
Il giorno del proprio matrimonio è un giorno così atteso… si fa di tutto per organizzarlo e si aspetta un lasso di tempo che sembra non arrivare mai, anche se quando è dietro le porte, avremmo desiderato non arrivasse a causa dell’ansia.
Come dicevo, il giorno del proprio matrimonio è atteso, ma quando arriva è come quando si accende un fiammifero e velocemente la fiamma brucia tutto lo stelo di legno. Inizia e velocemente… finisce.
Mi sembra che solo fino a poco tempo fa ero davanti la chiesa, tutta emozionata e tremante d’ansia, pronta per andare da Andrea che mi aspettava all’altare.
E adesso la giornata sta quasi per finire.
Vorrei poter ricordare questi momenti per sempre.
Vorrei non dimenticare mai le parole di Andrea nel discorso prima della canzone che mi ha dedicato. Ovviamente ricorderò ogni emozione che ho vissuto minuto per minuto. Ogni battito di cuore accelerato per l’amore incondizionato per provo nei confronti di Andrea e ogni bacio, ogni “ti amo” sussurrato e ogni suo sorriso.
Il giorno del mio matrimonio è passato in uno schiocco di dita, ma resterà per sempre impresso nella mia mente e nel mio cuore. Soprattutto lì. Spero che, fra qualche anno, sentirò ancora il cuore colmo di gioia e amore come lo sento adesso.
Si, sono sicura che sarà così. Non si dimentica tanto facilmente una giornata come questa.
Non dimenticherò mai lo sguardo di Andrea quando mi ha visto percorrere la navata. E mai dimenticherò le emozioni che mi hanno attraversata quando ho pronunciato “Si, lo voglio”.
E lo vorrò sempre.
Per sempre.  

 
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Vi giuro che ho pianto dopo aver riletto tutto quanto.
Vi dico anche un'altra cosa. La chiesa che ho menzionato nel capitolo è la Basilica della mia città e, quando oggi pomeriggio, ho percorso la strada che c'è accanto, e ho visto la gente vestita per il matrimonio che era stato celebrato, ho pensato subito a Gaia e Andrea. Ho pianto quando mi sono resa conto che ciò che avevo appena visto sembrava essere uscito direttamente dalla mia storia.
E' stato bello ritornare a scrivere di loro due, ma è stato anche un pò triste.
Non so come spiegare le mie parole, quindi non ci proverò neanche x'D
Spero che quello che ho scritto vi piaccia e che avete ascoltato "Everything" mentre Andrea la canta.
Qui di seguito riporto la foto dell'abito di Gaia e la traduzione della canzone! ;) Io l'ho trovata perfetta. Ditemi se anche per voi è così! <3
Adesso vi lascio. Spero di avere la possibilità di inserire l'altra parte! <3 Un bacio e buona serata <3 <3
Francy <3 <3 <3

 
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Traduzione "Everything" - Michael Bublé
Sei una stella cadente, sei una macchina che va via
sei la linea nella sabbia quando vado troppo lontano
sei una piscina, in un giorno di Agosto
e sei la cosa perfetta da vedere

e tu hai giocato la tua carta, è piuttosto carina
ah quando mi sorridi sai esattamente cosa fare
tesoro non fingere che non sai che è vero
perchè puoi capirlo quando ti guardo

e in questa vita pazza, e attraverso questi pazzi tempi
sei tu, sei tu, che mi fai cantare
sei ogni frase, ogni parola, sei tutto

sei una giostra, sei un pozzo dei desideri
e mi illumini, quando fai suonare la mia campana
sei un mistero, vieni da un altro spazio
sei ogni minuto di tutti i miei giorni

e non riesco a credere che io sia il tuo uomo
e che io possa avere un tuo bacio
qualsiasi cosa arrivi sulla nostra strada
noi la porteremo a termine
e tu sai che è quel che il nostro amore può fare

e in questa vita pazza, e attraverso questi pazzi tempi
sei tu, sei tu, che mi fai cantare
sei ogni frase, ogni parola, sei tutto

e in questa vita pazza, e attraverso questi pazzi tempi
sei tu, sei tu, che mi fai cantare
sei ogni frase, ogni parola, sei tutto
sei ogni canzone, e io continuo a cantare
perchè tu sei tutto per me, si si.
 
(Non so perchè in inglese le parole e i significati rendono sempre meglio xD)

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Ed ecco l'abito da sposa di Gaia! E le loro fedi ;) <3

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