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Autore: Ashbear    21/09/2008    2 recensioni
Quando cadiamo, chi c'è a prenderci, nel buio? Rinoa perde la vista e Squall impara a vedere cosa dentro il 'suo' stesso cuore ... non possiamo credere negli altri, quando non crediamo in noi stessi.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CASTLES IN THE SKY
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo 8: Crepuscolo ~

Quistis e Zell erano in piedi accanto a Squall, e guardavano i benefattori che arrivavano al ricevimento. Si erano già uniti abbastanza alla folla più importante, secondo l'etichetta. Cosa che nessuno di loro amava fare. Erano guerrieri, non abituati a questi incontri sociali, a differenza della maggior parte degli altri invitati.

Squall si sentì gelare quando sentì una mano ossuta sul sedere. Non ebbe bisogno di voltarsi, e cosa più importante, aveva paura. Sapeva che era lei, Maude McCay, più spaventosa di Artemisia.

"Maude, è così bello vederla di nuovo," disse il SeeD con finto entusiasmo. "Speravo così tanto di incontrarla, stasera. Come stavo dicendo ai miei amici, Quistis e attualmente single Zell, nessun ricevimento sarebbe completo senza una bellissima principessa."

"...e un brutto dragone," sussurrò Zell all'insegnante.

Voltandosi velocemente, Quistis nascose il fatto che non ce la faceva più. Squall si comportava in maniera così dannatamente felice, era la cosa più assurda mai vista dall'umanità. Camminò dietro a una colonna di pietra e quasi cadde a terra per le risate isteriche. Sentì una mano maschile sulla spalla.

"Quistis?" Sembrava ci fosse un po' di apprensione nel tono. "Stai bene? Ti prendo un po' d'acqua, o qualcosa?" Guardando al di sopra della sua spalla, vide che c'era Robert in piedi dietro di lei, accanto a sua cugina. Afferrò Rinoa e la abbracciò stretta, comunque senza fiato. Tra le risate rantolò, "Rin... Squall... Maude McCay... gli toccava il sedere."

Anche Rinoa iniziò a ridere. "Conosco Maude, può davvero creare problemi. Anche se non voglio avere più nulla a che fare con Squall, nessun uomo merita quel destino."

Quistis fece un cenno nella loro direzione; Robert guidò sua cugina in quel senso. L'insegnante si ricompose, e come una vera professionista, tornò sulla scena del crimine. Be', dopo alcuni secondi, dopo averlo visto contorcersi da lontano. Sì, le rivincite possono essere un inferno.

Zell rimase a osservare 'Squall Felice'. Anche lui quasi congelato dalla paura, mentre il suo migliore amico si trasformava nel ragazzo più felice del mondo. Qualcosa che il resto del Garden avrebbe probabilmente considerato uno dei segni dell'Apocalisse.

"Squall, ho davvero bisogno di ridipingere la mia camera da letto. Penso che tu sia perfetto." La signora McCay mise il suo braccio scarno intorno alla vita di Squall, attirandolo vicino. "Sono sicura che una persona del tuo calibro sappia come muoversi in una camera da letto. Ho sempre voluto vedere quanto sai usare bene il tuo pennello." Dando a Squall un lungo bacio sulla guancia, gli lasciò un'impronta di rossetto rosso fuoco sulla faccia.

Non vomitare, Leonhart, si allenava mentalmente alla filosofia dell' 'eccessivamente carino'... che, concluse... faceva veramente schifo. "Maude, sarebbe un piacere dipingere la sua stanza da letto. Ma sfortunamente, per i regolamenti del Garden, non posso accettare altri lavori."

Zell dovette intervenire, visto che il buon senso non era più dalla sua parte. "Certo Squall, è vero... solo se non prendi soldi per il lavoro. Il Garden permette che si faccia servizio alla comunità. Sono sicuro che saresti molto bravo con il tuo... pennello."

Robert e Rinoa avevano ascoltato la conversazione negli ultimi minuti. Sapendo che non poteva ridere, dato che l'etichetta era molto importante per la società di cui Maude faceva parte, Rinoa cercava disperatamente di trattenersi. Si avvicinò a Squall e gli strinse il braccio con le dita. Doveva farcela, anche se fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto. E a questo punto... poteva anche esserlo.

"Sì, signora McCay, il Garden permette il servizio alla comunità, fin tanto che non ci sia un compenso in denaro. Ma dato che Squall è il 'Comandante' del Garden di Balamb, non può essere direttamente coinvolto. I regolamenti gli impediscono di svolgere tali lavori per ragioni politiche e di sicurezza. Ad ogni modo, Zell non deve sottostare a queste restrizioni. Potrebbe dipingere la sua stanza, e mi creda... sa dipingere molto meglio di questo ragazzo." Puntò il dito su Squall, che aveva sul viso un'espressione completamente meravigliata.

La giovane strega si chinò verso la predatrice, cercando di non svenire per l'odore che emanava il suo corpo... Lo sa che il profumo non deve essere usato come crema abbronzante? Pensò Rinoa in silenzio. "Maude, una volta avevo un'amica che usciva con il Comandante Leonhart qui presente... è cosa risaputa, tra le ragazze al Garden, che non è molto bravo con il suo 'pennello'. Triste davvero, che spreco per il genere maschile."

La signora McCay si voltò, guardando in faccia il comandante, ora stupefatto. "Peccato, baciava così bene." Voltandosi afferrò il muscoloso braccio di Zell, e l'altra mano scivolò giù fino al sedere. "Ho sempre avuto un debole per gli uomini vestiti da pinguino. Quindi tu sei bravo col pennello, mmh?" Zell ricambiò lo sguardo, la repulsione che prendeva il posto della sua espressione normalmente tranquilla.

Con un sorriso radioso, e un leggero cenno di saluto, Rinoa aggiunse, "ciao stallone, felice d'averti rivisto." Rinoa ruppe l'ultima barriera, e scoppiò a ridere.

Squall si voltò e rifletté, i suoi sbalzi d'umore erano imprevedibili quanto quelli di Seifer... ed era tutto dire. Alla fine, guardò la donna che stava usando il suo braccio come supporto. "Non so se sentirmi insultato o felice, adesso."

"La seconda, Squall... tutto quello che voglio dirti è... ora ho ricambiato, per quando sei saltato nello spazio. Fidati, il mio destino è stato ben peggiore," disse, giocosa.

Guardò nei suoi occhi bruni, era la prima volta che poteva guardarla così quella sera. Era squisita, esattamente come nei suoi vividi ricordi. Un vestito blu ricamato a mano con le spalline sottili le copriva tutto il corpo, enfatizzando sempre le sue curve. Intorno al collo, indossava una collana di perle color avorio, e un paio di orecchini di perle coltivate completavano la parure. I capelli erano acconciati in un morbido chignon, con boccoli leggeri che scendevano. Le delicate scarpe abbinate accentuavano i piedi che aveva notato solo pochi giorni prima. Senza rendersene conto, le guardò il seno, dannazione a Irvine. Ho mai notato quelle prima d'ora? Pensieri così fisici erano ben lontani dalla sua mente, l'anno prima. In quel momento invece non poteva distogliere lo sguardo da quelle... ehm... da lei.

Quistis scelse quel momento per svoltare l'angolo. Notò il modo in cui Squall stava guardando la donna bruna. Tracciò una linea immaginaria dai occhi a... al seno di Rinoa? Squall stava proprio fissando il seno di Rinoa. Scuotendo la testa, la donna cercò di trattenere di nuovo le risate. "Uhm... uhm, Squall?" Quistis guardò la sua espressione, che sembrava quella di un bambino beccato con le mani nel vaso della marmellata. Squall arrossì in quasi tre sfumature di rosso.

"Oh, ciao Quisty... err, Quistis. Rinoa e io stavamo solo parlando."

"Certo... parlando," rise la bionda insegnante. "Dove è andata la signora McCay, come sei riuscito a perderla così in fretta? Oh... e dov'è Zell?"

Rinoa intervenne, "se ne sono andati, insieme, a discutere del lavoro per 'servizio alla comunità'. Quistis, puoi farti un appunto mentale? Tieni Zell a distanza di sicurezza da me, per un po'."

Robert, che stava parlando con la coppia accanto a lui, si voltò nuovamente verso Rinoa. Mentre stava per aprire la bocca per parlare, una donna giovane e affascinante corse verso Squall. "Oh mio Dio, sei Squall Leonhart! Sono innamorata di te da anni. È grandioso pensare che al mondo ci siano eroi come te. Vorresti ballare?"

Squall era a disagio, questo genere di cose capitavano ogni tanto. Negli ultimi anni, aveva cercato di essere educato. La SeeD aveva una certa reputazione, e lui non voleva che fosse rovinata dal suo tipico comportamento altezzoso. Con tono da vero gentiluomo, rispose, "ora sono in compagnia della signorina Heartilly. Se sarò libero più tardi questa sera, mi piacerebbe ballare con te." La giovane ragazza corse di nuovo dalle sue amiche, puntando verso Squall. Il comandante, in tutta onestà, non intendeva ballare con lei, ma voleva comunque rifiutarla educatamente.

Qualcosa quasi si spezzò in Rinoa, mentre iniziava a pensare. La storia si ripete sempre, dicono. È successo questo quando sono andata da Caraway, un anno fa? Un'impaziente cadetta SeeD è corsa da lui e si è gettata ai suoi piedi? Si è almeno preoccupato di dire, 'non ora, sono con Rinoa, ma più tardi stasera?' O aveva davvero un legame affettivo con lei... o era solo fisico?

Si era già fatta queste domande, più di un anno prima. Quella mattina, ed ogni mattina successiva. Con ogni alba, se lo chiedeva... con ogni tramonto, dubitava. Ora, con lui accanto, si faceva le stesse domande che l'avevano portata sull'orlo della pazzia.

Doveva fermare tutto questo; doveva fermare lui.

A dire la verità, stava già ricominciando a provare qualcosa. Questo le uccideva l'anima. Quanto passerà, prima che se ne vada con un'altra ragazza, una che non debba aiutare per il resto della vita? Una che possa vederlo al loro matrimonio? Una che possa vederlo quando fanno l'amore? Rinoa sentiva che stava per iperventilare... doveva allontanarsi da lui ora. Prima di cadere in una trappola da cui non sarebbe potuta scappare.

"Squall, sono molto occupata, stasera. Ti prego, fammi il favore di starmi lontano. Non mi fa molto bene stare insieme ai SeeD. Qui tutti sanno che sono stati ingaggiati per uccidere soldati galbadiani. Quei membri della milizia hanno amici e familiari che partecipano a questo ricevimento, se sono vista insieme a te ci saranno effetti negativi per Caraway. Come cittadina di Deling, ho responsabilità verso il governo."

Squall rimase completamente spiazzato dal cambio di comportamento di Rinoa. "Rinoa, lo stesso governo che hai accusato due anni fa? Quello contro cui combattevi per la liberazione di Timber?"

"Quello è il passato, Squall. Lascia che stia dov'è. Robert, per favore, accompagnami al tavolo di mio padre. Vorrei dell'acqua." Si voltò verso suo cugino e gli offrì la mano.

Lui era perplesso quanto Squall. Afferrò la mano di Rinoa, guardando il comandante e Quistis con un'espressione di assoluta confusione. Comunque, non disse nulla a nessuno dei due, e guidò la cugina al tavolo del Colonnello.

L'insegnante guardò Squall, "stai bene?"

"Quistis, per te aveva un senso?"

"Be', no. Dalle un po' di tempo, cerca di parlarle ancora dopo la cena. Ora, vorrei che un SeeD molto importante, muscoloso, ed estremamente sexy mi accompagnasse al nostro tavolo. Non farmi richiamare Maude a toccarti il sedere ancora," disse Quistis, ripulendo la traccia di rossetto dal viso di Squall.

"Tutto tranne quello, Professoressa. Preferirei che fosse Irvine a toccarmelo, piuttosto che quella sanguisuga." Squall offrì il braccio a Quistis. Insieme, tornarono al tavolo, camminando con disinvoltura.

*~*~*~*~*

Quando Squall e Quistis arrivarono, erano tutti seduti al tavolo, con un drink. Zell era riuscito a pianificare una coraggiosa fuga dalla predatrice sessuale più insistente e preistorica di Deling. Squall cercò freneticamente di non guardarlo negli occhi, ma Zell, ovviamente, non era felice.

"Dì alla tua ragazza che ho un grosso debito con lei, Squall. La signora McCay mi pietrifica, e io ho visto cose davvero, davvero brutte."

Squall scosse la testa, leggermente rattristato. "Zell, non è la mia ragazza." Il comandante vide, con la coda dell'occhio, Quistis appoggiarsi allo schienale della sua sedia. "Solo qualcuno che spero davvero voglia diventarlo."

Quistis sorrise alla battuta.

La cena era terminata praticamente senza incidenti, a parte della polpa di granchio che era volata, finendo nei capelli di una donna. Irvine non riusciva ancora a guardarla direttamente. Avevano tutti ordinato vari drink. L'eccezione era Squall, al suo secondo bicchiere di vino rosso. Guardava Rinoa il più possibile, che chiacchierava, che sorrideva, e che rideva con vari gruppi di persone. Ragazzi, ha davvero delle gambe favolose. Grandioso, nota mentale: uccidere Irvine.

Suo cugino la accompagnò in giro tutta sera. Il comandante guardava come interagivano con le persone, le sottili sfumature che solo lui, o chi conosceva la verità, poteva notare. Ora Robert le stava sussurrando qualcosa all'orecchio, e la lasciava lì da sola. Questa era la sua occasione, e lo sapeva. Squall si tolse i guanti bianchi che indossava, e si scusò con gli altri per allontanarsi.

*~*~*~*~*

Rinoa era appoggiata ad un muro, in maniera simile a quella in cui si era appoggiato lui la sera del suo diploma SeeD. Tenne alta la testa, ingoiò l'orgoglio, e si avvicinò a lei. Pensando che avrebbe richiamato vecchi sentimenti, lui echeggiò le parole del loro primissimo incontro, "sai che sei la più carina?"

Distogliendo il viso, Rinoa rispose cinica, "non posso saperlo."

Senza permettere che il suo comportamento lo scoraggiasse, Squall si avvicinò di un altro passo. "Scommetto che balli solo con un ragazzo che ti piace."

"Già, non sei tu," dichiarò Rinoa senza emozione.

Allungò una mano a prenderle gentilmente la mano destra. Lei non si divincolò, ma non ricambiò il gesto. Lui si avvicinò di un altro passo, fino a che furono separati solo da pochi centimetri. Portandosi la sua mano alla bocca, la baciò gentilmente. "Ti piaccio... ti piaccio."

Rinoa sentì il suo corpo intorpidirsi, ma cercò di resistere al suo fascino. Perché non si è mai comportato così, prima? Non sarebbe riuscito ad influenzarla. "Niente da fare, non mi piaci e non sai ballare."

"Sto cercando qualcuno, ed è in piedi di fronte a me."

Wow, pensò tra sé, ora inizio a sembrare Laguna, o anche peggio, Irvine. Sembrava una battuta scadente per un bar da rimorchio per single. Eppure, stranamente, era quello che voleva dire. Quella battuta almeno ottenne la sua attenzione. Rinoa si voltò nella sua direzione, e dall'espressione sul suo viso, stava probabilmente pensando che suonava rozzo.

"Aspetta, mi sposto... così puoi vedere meglio chiunque 'lei' sia."

Lui tirò appena la sua mano destra. "Sono qui, Rin, fidati di me."

Lei grugnì appena, "fidarmi di te?" In qualche modo, prima che lei se ne accorgesse, lui la stava guidando alla pista da ballo. Continò a tenerle la mano destra, posizionando attentamente l'altra sulla sua vita stretta. Il tocco era molto esitante, all'inizio, come quando avevano ballato la prima volta. Squall guardò il viso di Rinoa; era semplicemente bellissima. Stupefacente. Per caso, le guardò di nuovo il seno. Alla fine si accorse del passo falso e smise di fissare quella parte del suo corpo, grato che lei non potesse vederlo ipnotizzato dal suo vestito scollato.

Dopo lo shock iniziale, Rinoa iniziò cautamente a rilassarsi. Furono in grado di tenere il passo degli altri ballerini. La fece persino girare e poi la attirò di nuovo al petto, gentilmente. "Hai fatto pratica, Squall."

"No, è che non puoi vedere che pesto i piedi a tutti," replicò l'uomo, con un sorriso sul viso che si sentiva anche nella voce.

"Squall, se indossi l'uniforme, perché non indossi i guanti?"

Strinse più forte le dita intorno a quelle di lei, avvicinandosi e sussurrandole all'orecchio, "ho pensato di fare il ribelle, stanotte. Non osare dirlo a Cid." Non poteva dirle la verità. Non ancora. A dire il vero, voleva sentirla senza barriere materiali, ma voleva fare le cose un passo alla volta.

Anche se il suo cuore si stava tuffando di testa.

Con l'ultimo commento, le fece scorrere con affetto lungo la schiena la mano che era stata intorno alla sua vita. Ogni movimento li faceva scivolare ancora più vicini. Lei non lottava più. Forse era solo per la sensazione di sicurezza. Non l'aveva sentita per oltre un anno, se davvero si era mai sentita così... era incredibile. Di nuovo, il suo corpo faceva cose contro cui la sua mente urlava. Lui era così vicino; Rinoa appoggiò la testa contro il suo petto muscoloso. Era definitivamente nervoso. Alcune cose non cambiano mai, pensò. L'uniforme era molto ruvida contro la guancia, ma a Rinoa in quel momento non interessava. Il suo battito era così rapido, così potente. Ho mai sentito il cuore di un'altra persona? No, di fatto non gli era mai stata così vicina a Balamb. Stavano camminando in un nuovo territorio, e lei ne era spaventata.

Quando la canzone finì, Rinoa realizzò che stava sorridendo senza accorgersene. Per quanto tempo ho sorriso? Cosa più importante, Squall l'ha notato? Non può vedermi così, non può sapere. Alzando la testa verso di lui, Rinoa seppe che doveva scappare, e velocemente. Più gli rimaneva vicino, più sarebbe stato difficile andarsene. Chiuse gli occhi, trattenendo le lacrime; non avrebbe pianto. Fece un respiro, uno dopo il quale, lo sentiva, una parte di lei sarebbe morta... per sempre.

"Addio, Squall. Questo è come ti ho incontrato, ed è adatto che sia anche come ci separiamo. Abbiamo avuto un anno grandioso, e ti ringrazio per tutto quello che mi hai insegnato sulla vita, e su me stessa. Anche se rifiuti di ammetterlo, siamo cambiati. Per favore, non dimenticare gli eventi delle nostre vite... il passato ci rende quello che siamo. Prendi gli errori che abbiamo fatto, e impara da quelli, Squall. Ti ho amato. Volevo solo che lo sapessi, ma è il passato. Tutto quello che puoi essere per me è il passato... un ricordo. Addio."

"Rinoa, non deve esserlo. Per favore non lasciarmi ancora." La sua bocca era vagamente spalancata, mentre la pregava con gli occhi di rimanere. Sapendo che non poteva vederli fisicamente, ma forse spiritualmente poteva sentirlo dentro.

Robert li raggiunse, prendendo Rinoa per il braccio. "È ora di andare sul palco, Rinoa. Il Presidente uscirà tra pochi minuti."

Allungò entrambe le braccia verso Squall. Con le mani, risalì lungo il suo petto fino al suo viso. Posò i palmi su entrambe le guance. In punta di piedi, Rinoa lo baciò gentilmente sulle labbra, "Addio, Squall Leonhart. Addio."

Robert guardò Squall. Uno sguardo che Squall aveva visto anche troppo spesso nel suo gruppo di amici. L'espressione che dice 'mi dispiace... deve far schifo essere te'. Squall rimase in piedi, solo, in mezzo alle altre coppie che ballavano. Un sentimento che somigliava a quello che aveva sentito la prima volta che s'erano incontrati; solo che questo era mille volte peggio. Aveva pensato a lei solo come a una bellissima ragazza, allora, e ora la vedeva come la bellissima donna che amava. Gli aveva spezzato il cuore un'altra volta. Non poté muoversi fino a quando non furono spariti completamente dalla sua vista. Solo pochi momenti prima, Rinoa aveva ammesso di averlo amato. Perché ora? Si smette di amare qualcuno da un giorno all'altro? Addio Rinoa Heartilly, addio.

Questa volta Rinoa non gli aveva detto di andarsene per rabbia, l'aveva detto col cuore. Non era più il benvenuto nella sua vita.

*~*~*~*~*

Gli altri avevano guardato dal tavolo; era più guardare un film tragico che vedere il proprio amico che veniva ferito. Era stata una settimana così strana. Potevano vedere che Squall stava tornando al tavolo. A chiunque altro la sua espressione sarebbe parsa indifferente. Loro lo conoscevano troppo bene. Quando arrivò da loro, afferrò il suo bicchiere di vino e lo vuotò dell'intero contenuto in pochi secondi. "Torno all'hotel. Verrò con voi al Garden domani mattina." Il comandante se ne andò senza un'altra parola, non ne aveva bisogno.

"Mi dispiace, signore, ma non posso lasciarvi uscire fino a quando il Presidente non avrà finito il suo discorso," lo informò l'ufficiale di sicurezza galbadiano alla porta.

"Sono un dannato SeeD!" gridò Squall, puntando alla sua uniforme.

"Sì signore, lo vedo. Grazie per avermi fatto notare l'ovvio. Ad ogni modo, questo mi dà ancora più motivi per dubitare delle sue intenzioni. Né Galbadia, né il reparto sicurezza del Presidente Mitchell, hanno ingaggiato la SeeD per questo evento. I SeeD sono noti come mercenari. Quindi, ora come ora, non posso sapere se qualcuno vi ha ingaggiato. Per quel che ne so, potreste essere pagati dal miglior offerente per uccidere il Presidente. Quindi, per favore, sedetevi finché non vi daremo un segnale."

"Potrei ucciderti in cinque modi diversi, e nessuno ti sentirebbe urlare. Nessuno," sbottò Squall al giovane soldato, prima di voltarsi. Non voleva creare a Cid ulteriori problemi con un conflitto SeeD contro cittadini galbadiani. Decise riluttante di tornare al tavolo e ordinare l'alcolico più forte che avessero.

Tornato dal resto dei suoi amici, notò che Robert aveva già portato Rinoa sul palco. Ora sedeva insieme al gruppo. "Grandioso, di questo ho proprio bisogno," disse ironicamente agli altri.

Squall gettò uno sguardo al palco. C'era un numero sorprendente di persone raccolte là, alcune sedute, alcune che spostavano oggetti, e un paio di tecnici che lavoravano al microfono. Prese un altro bicchiere di vino, gli altri sembravano non dar peso alle sue azioni. Irvine e Selphie guardavano la folla, Zell stava accoltellando quadratini di formaggio con degli stuzzicadenti, e Robert e Quistis erano molto coinvolti in una conversazione sulla pena di morte.

"Guarda Squall, c'è Maude McCay al microfono. Proprio figa stasera, vero Squall?" Irvine gli diede una gomitata, scherzando con fare malizioso.

Squall lanciò un'occhiata a Irvine, e il cowboy tacque immediatamente. La signora McCay prese il microfono e iniziò, "voglio ringraziare tutti i presenti stasera allo spettacolo finale di questa stagione della Compagnia di Danza di Deling. Voglio ringraziare personalmente tutti i giovani e talentuosi ballerini che abbiamo avuto quest'anno. Vorremmo inoltre ringraziare in modo particolare il Presidente Jefferson Mitchell per essere stato presente allo spettacolo d'addio di stasera, e per il suo aiuto nel rivitalizzare la stabilità di Galbadia. Ecco, con una speciale presentazione, la figlia del Colonnello Caraway... Rinoa Heartilly."

Tutti al tavolo guardarono il palco, tranne Squall, che continuò a far girare il contenuto del suo bicchiere quasi vuoto.

"Oh mio Dio!" gridò Robert. Gli altri, incluso, Squall, si voltarono velocemente verso di lui. "Hanno spostato il podio... Non stavo guardando. Quei bastardi hanno spostato il dannato podio." Robert si alzò, muovendosi veloce verso il palco. Quando il significato di ciò che Robert aveva detto colpì Squall, si alzò anche lui dalla sedia e si diresse verso il palco. A metà strada, entrambi sapevano che sarebbe stato troppo tardi.

Squall smise di muoversi. Sapeva che Robert sarebbe stato là, per lei, come era sempre stato per gli ultimi sei mesi. Voleva spaventosamente aiutarla, ma sapeva che Rinoa non voleva nulla da lui. Squall si voltò, e iniziò a tornare indietro. Parte di lui non voleva vedere Rinoa colpire il podio. L'altra parte non voleva vedere che non ci sarebbe stato lui lassù a darle conforto.

Tre scalini, ringhiera a destra, quattordici passi, mano sinistra, afferra il podio. Le parole si ripetevano nella mente di Rinoa. Quattro, cinque, sei... Si sentì colpire il podio. No, non stava camminando veloce, ma le fece comunque perdere l'equilibrio. Cercò di correggersi, ma riuscì solo a incastrare il tacco alto nello strascico del vestito complicato che indossava. Allungò una mano, sperando di afferrare il podio, ma non servì. Cadde rumorosamente a terra. Un suono come nessun altro mai sentito, uno che avrebbe echeggiato per innumerevoli ore nel suo cuore.

Umiliata, sola, e sconcertatamente spaventata.

Tutti erano in silenzio, confusi per ciò che era successo. Robert si fermò un secondo, dopo aver fatto i primi gradini. Rinoa non aveva alzato lo sguardo, ancora seduta per terra con il vestito strappato.

"Squall?" disse in un sussurro quasi teatrale.

Robert, in piedi lì di fianco, fece cenno a Quistis, e lei capì. Si alzò per incontrare il comandante che tornava, e mosse la mano lungo il suo braccio. "Vai da lei Squall, vuole te."

Pensò alle ultime parole di Rinoa per lui, ma ora quelle non contavano. Quindi si voltò e corse sul palco. Vide Robert che stava ancora lì fermo. Perché Robert non è ancora andato da lei? Squall sfrecciò sulle scale e Robert lo guardò dritto negli occhi, "ha chiamato te. Ha bisogno di te."

Perché... ha davvero chiamato me?

Squall si avvicinò a Rinoa, cadendo letteralmente in ginocchio di fronte a lei. Allungò le mani e le toccò gentilmente le spalle nude, "Rinoa... sono qui." Lei non disse nulla, si avvicinò semplicemente e lo afferrò per la vita. Rimasero così sul palco per un tempo che parve durare un'eternità.

Al tavolo, Irvine si chinò verso Quistis, "sembra che i nostri piccoli siano cresciuti."

Quistis sorrise soltanto, appoggiandosi alla sedia, "no Irvine, sono stati costretti a crescere molto tempo fa. Ora lo capiscono."

*****
Nota della traduttrice: al solito, capitolo betato da DefenderX. Alla prossima! -Alessia Heartilly

   
 
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