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Autore: Megan204    28/08/2014    5 recensioni
C'è un'altra donna nella vita di Quattro.
Non occupa il posto di Tris, né quello di Evelyn.
Un posto tutto per lei.
Quella lei, che forse l'ha salvato, prima di Tris.
Una donna che comunque vada, gli sarà sempre accanto.
La stessa donna che manda il cervello fuori uso ad Eric.
La stessa donna, che con un po' di impegno controlla i due uomini più testardi della fazione.
La stessa donna che diventa amica di Tris, creando un duo micidiale.
La stessa donna che è sostenuta da Shauna e Zeke.
La stessa donna che fa da sorella a Marlene e da amica ad Uriah e Lynn.
La stessa donna che aiuta Tori a nascondere segreti.
Una donna, che legherà tutti con un unico filo.
Una donna, che donna non è, di nome Hayley.
Spoiler Insurgent, Allegiant. Storia riscritta partendo da Divergent, con (qualcosa) di diverso.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Tris, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ultimo giorno di combattimenti, grazie a dio, sono stanca di vedere trasfazione fare a botte, di babysitterare Quattro ed Eric e di vedere la crudeltà di cui certi individui sono capaci.
Quel Peter farebbe davvero concorrenza al nostro Capofazione.
Domani inoltre c’è il Giorno delle Visite che tende a ricordarmi quando io odi la mia famiglia.
Quando apro la porta della palestra tutti i trasfazione sono già lì, osservando Quattro ed Eric.
Il Capofazione mi fissa mentre mi lego i capelli nascondendo un ghigno.
Solo perché abbiamo chiarito non vuol dire che devi fissarmi ogni momento, idiota.
Siamo una causa persa ormai, litigheremo entro domani, di nuovo.
Lancio la solita e ormai consueta occhiata alla lavagna.
Tris questa volta è contro Molly.
Combattono nello stesso modo, quindi ha qualche speranza.
Sta di fatto che stavolta io non bloccherò Quattro, se la veda lui con i suoi sentimenti e con tutto il resto.
L’incontro tra Al e Christina viene vinto dalla seconda, anche se secondo me Al sta fermamente perdendo di proposito, questo le costerà l’ingresso negli Intrepidi.
Eric non approva il suo comportamento, lo noto dal cipiglio che ha assunto sin da inizio incontro.
Al sarà un Escluso, quasi certamente.
L’incontro tra Peter e Edward mi entusiasma molto di più, dato che Peter ne esce bellamente sconfitto.
Edward sarà anche un trasfazione ma ha la preparazione di un interno, probabilmente si sarà allenato nella sua vecchia fazione nel combattimento corpo a corpo, so che i Candidi e gli Eruditi mettono a disposizione questi corsi, al contrario di Abneganti e Pacifici, per ovvi motivi.
Però, ce li vedo i Pacifici a fare combattimenti.
Tris sembra motivata da qualche motivo oscuro, sembra davvero voler vincere questa volta.
Studia attentamente i movimenti di Molly e probabilmente cerca un punto fragile, trovandolo nello stomaco della ragazza.
E poi, come un vulcano scoppia la sua furia, tanto che in quattro e quattr’otto la Candida è a terra coperta di sangue. Sono sconvolta ma soddisfatta dello scoppio d’ira di Tris, come se si fosse svegliata da un sonnellino.
Vedo Quattro afferrarle le braccia e allontanarla da Molly, che geme in preda al dolore.
Sento Quattro dire a Tris, cercando di calmarla:
«Penso che dovresti uscire, fatti un giro.»
Okay, devo prendere in mano la situazione, sento che è il momento giusto per fare questa cosa.
«Forza andiamo, ci facciamo un giro.» Dichiaro afferrandola per il polso, guardandola negli occhi.
Cosa c’è di meglio di una chiacchierata tra donne?
Sembra cedere e si lascia guidare in corridoio da me.
Mentre camminiamo mi sciolgo i capelli e incrocio le braccia al petto, osservando di sottecchi Tris che si massaggia le nocche.
«Ti ha fatto arrabbiare eh?» Chiedo rompendo il ghiaccio.
«E tu come lo sai?» Scatta nervosa, a dimostrazione che ho ragione.
Inarco un sopracciglio per il suo tono e rispondo senza infuriarmi troppo:
«Sai, di solito negli Abneganti non insegnano a infierire su una persona a terra, devi essere spinta da qualcosa, cioè la furia.» La mia semplicità e il mio usare Abnegante al posto di Rigida sembra sorprenderla, infatti si rilassa visibilmente.
Vedo le sue spalle iniziando ad abbassarsi ed alzarsi più lentamente e con movimenti più naturali.
«Beh, mi ha fatta infuriare sì.» Risponde risoluta.
«Allora hai fatto bene, in questo caso.» La osservo mentre si volta lentamente verso di me, come a studiarmi attentamente.
Poi tutt’un tratto sembra ricordarsi qualcosa che le fa abbassare la testa e mordersi il labbro.
Ah, Quattro.
Devo appendere i cartelli che io sono soltanto sua sorella?!
Dirglielo di punto in bianco non mi sembra la mossa più giusta da fare, quindi la lascerò ancora per un po’ con la sua convinzione, prima o poi capirà, spero.
«Se vuoi sopravvivere in questo posto, scegliti bene le amicizie.» È l’unica cosa che mi passa per la mente di dirle.
Stavolta mi guarda davvero stupita, come a chiedersi perché un’Intrepida le dia dei consigli.
Non sono così Intrepida come pensi, cara Tris.
Sembra pensare a lungo ad una risposta, come a soppesare le parole da dire.
«Da quando voi Intrepidi date importanza alle cose come il sangue o i sentimenti?» Risponde in modo stanco.
L’iniziazione è pesante sotto molti aspetti, soprattutto sotto quello psicologico, soprattutto nella seconda fase.
«Non sembra ma la si da importanza a tutte queste cose. È nella natura umana provare sentimenti, come lo è avere attitudine per un certo tipo di comportamento. Il trucco sta solo nel dosare i sentimenti, se provi 10 devi dimostrare 5. Qua funziona così. Se provi qualcosa, come mancanza dei tuoi genitori, quello è meglio non mostrarlo. Non è così difficile essere Intrepidi. Certo, non provare a essere il tipo d’Intrepido che posso essere io, non ti uscirebbe mai.» Concludo con un sorriso accennato.
Vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime e ricacciarle indietro a velocità sorprendente.
«Ti mancano mai i tuoi genitori? Voglio dire, se sei una trasfazione.» Chiede, azzardando. Se ne accorge anche lei, perché sembra mettere qualche centimetro in più tra me e lei.
«Sono morti prima che avessero il tempo di mancarmi.» Rispondo secca, concludendo l’argomento.
Voglio avvicinarmi a lei, ma non toccando questo tasto.
Tuttavia lei sembra sentirsi finalmente a suo agio, per cui osa ancora e mi chiede:
«Ti chiami Ice vero? Ice come ghiaccio, perché?» Curiosa domanda, mi sorprende il suo capire le cose così velocemente.
«Perché durante l’iniziazione, non ho mai ceduto alle lacrime. Sono stata più forte del dolore fisico e del secondo modulo. Non è da tutti.» Rispondo tranquilla, chi se ne importa se gli dico questo?
Sta per pormi un’altra domanda, quando ci ritroviamo di nuovo di fronte alla porta della palestra.
«Sta all’occhio Tris, è meglio.» Le lancio questo avvertimento, prima di varcare la soglia.
Sono sicura che a qualcosa le servirà, anche se devo capire cosa.

***

Odio il Giorno delle Visite.
Lo odio perché molte famiglie non verranno nemmeno, è un metodo da sadici, solo per vedere soffrire questi trasfazione disgraziati che non sanno nemmeno perché sono qui.
Il Pozzo è troppo affollato per i miei gusti e siccome non ho una famiglia proprio numerosa e amorevole passerò la giornata con Quattro.
Proprio quello che ci vuole, lui è in piena crisi ormonale e devo cercare di non dirglielo apertamente.
Come ogni anno la mamma di Marlene mi ha invitato a stare con loro, perché pur essendo Intrepida mi vede anche lei come una figlia.
Quattro lo vede più per quello che è, un Intrepido senza tante paure, ma so che gli vuole bene comunque.
Sono seduta sulla ringhiera che da sullo strapiombo e come dice Quattro, sto flirtando con la morte.
Lui è accanto a me, coi gomiti appoggiati alla balaustra, che si guarda intorno, come se fosse la prima volta.
«Secondo te cosa combinano gli Eruditi?» Esordisce Quattro a voce bassa. Quindi, lui sa.
«Non lo so, sto cercando di capirlo. Centrano.. lo sai chi centra.» Guardandolo dubbiosa.
«Chiederlo ad Eric è un errore, Hayley. Ti farai male.» Perché sa sempre tutto?!
«Eric non mi farà mai male, è l’unica cosa di cui sono certa.» Ribatto fissandolo intensamente.
«Devo ancora capire cosa c’è tra di voi.» Chiede curioso.
Quando deve essere Abnegante non lo è mai. Che strano.
«E tra te e la trasfazione bionda?» Rispondo inarcando il sopracciglio.
La bocca di Quattro si apre in un ghigno.
«Ce li ho sotto controllo, gli Eruditi. Sta tranquilla.» Cambia discorso, oh no, non perderò questa ghiotta occasione.
Gli Eruditi sono intelligenti ma prevedibili, posso pensarci tra cinque minuti.
Sto per sparare l’ennesima battuta velenosa quando mi accorgo di una cosa.
«La tua trasfazione è dietro di noi.» Sussurro sottovoce.
Quattro si volta e con mia grande sorpresa la madre della ragazzina, si rivolge a mio fratello. Lui non sopporta gli Abneganti, io ho un tasso più alto riguardo a loro.
«Ciao, mi chiamo Natalie, sono la mamma di Beatrice.»
E si stringono la mano.
Stringo gli occhi, un’Abnegante che stringe la mano, ah okay.
I Pacifici faranno la guerra ora?
Mentre parlano io osservo la faccia di Tris, che è un misto di incredulità e stupore.
La capisco, la capisco a pieno.
«Non so perché, ma hai un aspetto familiare, Quattro.» Commenta Natalie.
Oh no. Vedo Quattro irrigidirsi, mentre io nascondo il volto tra i capelli.
Una come me negli Abneganti è come una torcia nel buio.
Le spalle di Quattro sono rigide, che gioco di parole idiota.
Perdo le ultime battute del discorso, quando vedo Quattro dirigersi verso la parte alta del Pozzo.
Salto giù dalla ringhiera e con una corsetta sono accanto a lui, appesa al suo braccio.
«Hai conosciuto la tua futura suocera, dovresti essere felice!» Tuono allegra.
«Ti butto nello strapiombo Ice, posso farlo sembrare un incidente.» Ribatte acido.
«Ti mancherei troppo, fratellino.» Sibilo con voce mielosa.
«Non ne sarei così certo, io non mi faccio ingraziare da questi occhi verdi.» Lui non si fa ingraziare.
Quanto vorrei che fosse l’unico.

***

Finalmente sto per diventare Intrepida, ho passato il test.
Otto paure, il doppio di quelle di Tobias ma comunque un buon risultato.
Sistemo le mie cose estraendole dal cassetto una ad una.
Tobias è in giro per la residenza e io sono sola.
Il silenzio accompagna le mie azioni fino a quando Eric entra nella camerata salutandomi con un cenno.
«Hayley, la ragazza che non pianse mai durante l’iniziazione. Coraggioso vero? Di solito una Rigida non è così forte.» Esordisce, in tono quasi gentile.
Punto gli occhi sul suo tatuaggio appena fatto sul braccio per rispondere, increspando le labbra in quello che dovrebbe essere un ghigno.
«L’ultima volta che qualcuno mi ha chiamata Rigida, se non erro, era il tuo amico Clark, che si ricorda bene la rigidità del bastone. Ora se non erro nuovamente, è un Escluso.»
«Touchè.» Risponde divertito.
Il silenzio si propaga per alcuni secondi nella camerata quando la voce di Eric fa di nuovo capolino nei miei pensieri.
«Mi piaci, sai.»
Mi volto lentamente, spalancando gli occhi.
«Come prego?»
«Sì, mi piaci. Sei una bella ragazza e sei forte, mi attrai. So che è strano, ma è vero.»
Sono sorpresa. Davvero posso piacere ad un Erudito, ex Erudito, mi correggo, come Eric?
Cioè stiamo parlando di Eric, una delle persone più crudeli che ci sono tra gli iniziati.
Lo stesso Eric che combattendo mi ha rotto un polso.
Lo stesso Eric che odia a morte mio fratello perché è più forte.
«Buono a sapersi, che ne so, magari potrei ricambiare.» Rispondo alzando le spalle.
Togli pure il potrei, ricambio quasi sicuramente.
Con un lampo la scena cambia, mi ritrovo qualche mese dopo davanti alla porta di Eric, con dei fogli in mano.
Busso e sento un avanti arrivare flebile da dietro la porta.
«Deve piacerti tanto la tua stanza, nuovo Capofazione.» Esordisco entrando nella camera.
«E a te deve piacerti molto il tuo nuovo soprannome, Ice.» Ribatte Eric ghignando.
Poso i fogli su una scrivania e indicandoli mi rivolgo di nuovo a lui.
«Da parte di Max, non so cosa siano. Comunque Ice sono mesi che lo sento, mi annoia già.»
«C’è qualcosa che non ti annoia? Insomma, fai colpo su tutta la fazione, anche Max dice che sei una ragazza intelligente e molto affascinante. Non sei una che si annoia. Insomma hai neanche 17 anni e fai già colpo così?» Chiede ironico, mentre alzo gli occhi al cielo.
«Beh, mi so fare apprezzare.» Rispondo enigmatica, sedendomi sulla scrivania, accavallando le gambe e dimenticandomi di avere un vestito striminzito addosso.
«Certo se vai in giro così scoperta è ovvio che fai colpo, gambe chilometriche, occhi verdi e capelli neri.»
«C’è altro oltre quello, Eric.» Rispondo stringendo gli occhi.
Vediamo se ha ancora il coraggio di dirmi qualcosa.
«Lo so che c’è altro. Dietro quella faccina angelica si nasconde una specie di macchina da guerra. Una donna, cresciuta troppo in fretta anche se non so perché, che mette in ginocchio qualsiasi persona. Una donna forte, che non si spezza mai. Una donna che a differenza mia, sa dare il giusto peso alle persone e al suo lato umano. Una donna che non so come, riesce davvero a fare di tutto, senza sembrare debole. Sei la donna di cui ormai sono convinto di essere innamorato per tutti i motivi che ho appena elencato. E so per certo che sei tanto forte da non scappare davanti a questa patetica scena sentimentale che sta avendo luogo ora, perché non sei meschina. E so per certo che sei stupita da quello che dico, ma per una volta sento di dover essere sincero.»
Il mio cervello è un attimo in stand-by.
Eric, il Capofazione, che dice di essere innamorato di me.
Parliamo dell’Eric che terrorizza tutti con uno sguardo.
Parliamo dell’Eric che non prova sentimenti per nessuno.
Eccetto che per te, dice una vocina odiosa nella mia testa.
«Hai bevuto Eric?» Chiedo aggrottando le sopracciglia, cercando qualche segno dell’alcool o di qualche botta in testa o di che so io.
Tutto ciò non può essere reale. No.
«No Hayley, sono completamente sano, dannazione!» Si lascia cadere seduto sul letto.
È serio.
Mi potrei sentire male. Mi sento una ragazzina alla prima cotta.
Aspetta, lo sono!
Eric sembra piuttosto sconvolto dalla sua confessione.
Okay, parliamo di sentimenti? Tanto vale sganciare la bomba.
«Eric, ascoltami. Non sono l’unica che, come dici te, è piena di pregi. Anche tu hai qualcosa di bello, forse tendi a nasconderlo ma sono comunque brava a capire le persone. Sei disposto a tutto pur di proteggere qualcosa a cui tieni, riesci a spiazzare le persone, perché credimi, mi hai spiazzata. Sei maledettamente crudele è vero, ma riesci anche a essere dolce, so quanto ti schifa questo aggettivo ma non ne trovo di migliori. Sai capire anche le persone e sei intelligente. Davvero non capisco perché mostri il vero te solo a poche persone, cioè solo a me. E neanche sempre. Dici di essere innamorato di me e intanto di notte studi come uccidere Quattro. Ed è il lato che mostri raramente che mi piace di te. Mi piace il tuo tenermi testa e il tuo non sottovalutarmi. Mi piace come mi fai sentire, come se dopo diciassette anni il mio corpo reagisse a stimoli diversi dal dolore. E non so come definire quello che sento per te, ma suppongo sia qualcosa di simile all’amore. Mi rifiuto di crederci ma è così.» Dico tutto d’un fiato.
Se mi fermo a pensare non andrei più avanti.
Tutt’un tratto trovo le mie ginocchia interessanti e il vestito troppo corto.
Sento i suoi occhi grigi addosso, infatti non appena sollevo lo sguardo, lui mi fissa con un sorriso tirato e quasi triste.
Mi alzo dalla scrivania per sistemarmi il vestito mentre lui si alza dal letto e si avvicina, appoggiandosi accanto a me alla scrivania.
«Lo sai che non avremmo mai un futuro vero? Per il mio ruolo di Capofazione, per tuo fratello, per tutta la situazione che abbiamo intorno.» Dice fissandomi.
«Lo so Eric, non ho mai preteso una storia d’amore stile Pacifici sai? Roselline e petali ovunque con sottofondo musicale. A dir la verità non ho mai preteso una storia. Non sono psicologicamente in grado di affrontarla e neanche tu. Lo sappiamo entrambi che siamo in un cerchio senza uscita. Va bene così. Siamo stati sinceri, potremmo anche simpatizzare per i Candidi ma questo non cambia le cose.» Rispondo stanca.
Queste discussioni mi stancano.
Viaggiare nei miei sentimenti mi stanca.
«Ti sta bene il vestito.» Commenta serio.
Ma che diavolo succede?!
«Perché cambi discorso? Grazie comunque.» Dico accigliata, mentre una specie di risata riempie la stanza.
«Perché vorrei provarci, ma non posso. E vorrei eliminare il desiderio di sentirti davvero vicina almeno una volta. Ma non riesco.»
Non appena termina la frase mi si para davanti, appoggiando i palmi accanto ai miei, sempre su questa fantastica ed inutile scrivania.
È come se fossi intrappolata nelle sue braccia. Che immagine schifosamente romantica e lontana dalla realtà.
Sposta la mano solo per toccarmi e mettermi dietro l’orecchio i capelli, sfiorandomi il collo, provocandomi una scarica di brividi.
Devo solo respirare.
Lo fisso negli occhi ed è la cosa più sbagliata che potessi fare.
Quei maledetti occhi grigi mi mandano in tilt il cervello.
Devo articolare una frase con un senso logico.
«Eric, senti…» Mi posa un dito sulle labbra zittendomi.
«Shh, ti prego, non rovinare il momento, solo una volta.»
Non capisco cosa diavolo voglia dire quel solo una volta.
La sua mano si sposta dalle mie labbra alla mia guancia e con un gesto rapido riduce la distanza, la poca distanza, che c’era tra noi.
Sento le sue labbra premere e farsi spazio sulle mie e non capisco se davvero sto sognando.
Ah, questo.
Mi sento in fiamme.
Ma delle fiamme che mi fanno stare benissimo, non come quelle provocate dal dolore che mi faceva provare Marcus.
Mi sento viva, come se bruciassi.
Come se il calore delle labbra di Eric si irradiasse per tutto il corpo, come una scarica elettrica.
Involontariamente sposto il braccio intorno al suo collo, sentendomi per la prima volta in vita mia una normale adolescente.
Si stacca aprendo gli occhi, rimanendo soltanto a pochi centimetri dal mio volto.
Al diavolo, devo prendere in mano la situazione.
Stavolta sono io a ridurre lo spazio tra di noi, senza dargli tempo di parlare, per catturarlo in un altro bacio.
Sembra renderlo più sicuro questo mio gesto, dato che il braccio libero mi afferra per la vita e mi incolla al suo corpo.
Sta mirando a farmi perdere il controllo? No perché ci sta riuscendo.
Mi ritrovo contro il muro, accanto alla porta, sovrastata dal suo corpo.
Sento come in lontananza lo scatto della chiave nella serratura, vedi che ho ragione, non è così stupido.
Sento dei brividi molto più forti quando le mani finiscono a sfiorarmi la spina dorsale, sopra il vestito.
Si stacca nuovamente sussurrando:
«Hayley se andiamo avanti non credo di riuscire a fermarmi.»
«E chi ha detto che dobbiamo fermarci?» Aspetta l’ho detto davvero?
Sì, beh, chi se ne importa, è questo che voglio, credo.
La scintilla che vedo nei suoi occhi mi fa automaticamente sorridere.
Sorriso spento dall’ennesimo bacio, più irruento, più violento.
E giusto per buttare benzina sul fuoco, afferro i bordi della maglia e gliela tolgo, appoggiandogli una mano sul cuore.
Batte più forte del mio, il che è impossibile.
Sorrido di nuovo, mentre lui abbassa la zip del vestito, mettendomi le mani sulla schiena, lasciando lentamente cadere a terra questo coso diabolico, effettivamente indefinibile come vestito, mentre tolgo le scarpe con un calcio.
E l’aria fredda contro la schiena e le gambe sembra ricordarmi che sono seminuda davanti ad Eric, lo stesso Eric che è un Capofazione.
Arrossisco leggermente, abbassando lo sguardo.
«Non dirmi che ti senti in imbarazzo. Guardati. Ti preferisco decisamente senza vestito.» Dice quasi ironico, ora riconosco il vero Eric.
«Sai com’è, forse solo Quattro mi ha vista in queste condizioni. » Ribatto acida, mordendomi un labbro.
«Altro motivo per odiarlo. » Risponde enigmatico.
Non ho tempo per replicare che mi prende in braccio portandomi sul letto. E davvero quello che voglio?
Sì, voglio questo.

Mi sveglio di soprassalto scattando a sedere.
Non questo sogno. Non di nuovo.
Voglio solo dimenticarmi quel giorno, è meglio.
Stringo le labbra, come nella speranza di sentirmi di nuovo viva come un anno e mezzo fa.
No, avevo promesso di soffocare le emozioni.
Tra voi non c’è più nulla Hayley, non c’è mai stato nulla.
Sento il cuore accelerare, come a respingere questo pensiero.
Il nostro problema è questo.
Tra di noi fisicamente non c’è nulla, ma psicologicamente c’è tutto.
Il trambusto che c’è fuori, passi affrettati, mi scollegano un attimo da questi pensieri sbagliati.
Guardo l’orologio sul comodino.
3.38.
Ottimo orario per farsi le scampagnate, davvero.
Mi alzo tremante dal letto e mi avvio verso la porta, pronta a saltare al collo di chiunque abbia solo pensato di poter usare questo corridoio come passeggiata.
Appena apro la porta la poca luce proveniente dai neon d’emergenza mi infastidisce, facendomi stringere gli occhi.
Non appena metto piede al di fuori della porta qualcuno mi piomba addosso come un bue impazzito.
Sto per dare sfoggio alla mia finezza quando riconosco due occhi grigi che mi guardano con disapprovazione.
«Bell’orario per una scampagnata notturna, davvero.» Esordisco scocciata incrociando le braccia.
«Bell’abbigliamento il tuo.» Ribatte squadrandomi.
Oddio.
Sono sempre con la mia tenuta adatta ad ogni situazione, cioè una maglietta che termina appena sotto i glutei.
Prima il sogno, ora questo.
Inarco il sopracciglio, assumendo la mia solita espressione contrariata.
«Cosa diavolo ci fai sveglio a quest’ora? Scuoi agnellini per ammazzare il tempo?» Chiedo sarcastica.
«In realtà dormivo, quando hanno accoltellato un trasfazione, così me ne devo occupare.»
Sento il sangue ghiacciarsi nelle vene.
Dimmi che non è chi penso io.
«Chi è?» Chiedo molto più seria e in apprensione.
«Edward, il primo classificato.» Ah, la classifica.
Tris per ora si dovrebbe essere salvata.
E non è stata accoltellata. Sospiro rumorosamente, guadagnandomi un occhiata inquisitoria.
«Chi è stato?» Chissà perché ma ho qualche idea mia.
«Non si sa, ma sospetto sia stato Peter. È molto competitivo quel ragazzo.» Commenta piatto.
«Mi ricorda qualcuno.» Rispondo secca. È nella mia indole essere così odiosa.
«Non avrei mai accoltellato nessuno.» Ribatte offeso.
Si, ho decisamente esagerato.
Lo vedo andare via, ma lo impedisco afferrandogli il polso.
«Dove vai?» Chiedo cercando di mascherare il mio gesto.
No, non devo rivolerlo accanto. Non posso.
«In infermeria dove vuoi che vada?» Risponde gelido.
Lo posso sciogliere quel ghiaccio, devo scioglierlo.
«Vengo con te.» Dichiaro con un tono che non ammette repliche.
Tuttavia mi punta l’indice sul petto, fermandomi.
«Mettiti un paio di pantaloni, vorrei che la fazione rimanesse all’oscuro delle tue bellissime gambe.» Dice con un ghigno.
Maledette lui e le sue allusioni.
Mi fiondo in camera, infilandomi dei pantaloncini credo da uomo, che coprono fino al ginocchio.
Afferro al volo una felpa nera e mi fiondo al suo fianco.
«Così va bene signore?» Lo provoco mentre camminiamo, facendomi una coda.
«Sì, vanno bene. Mi auguro che tu abbia lo stomaco forte.» Dice prima di aprire la porta dell’infermeria.
Avevo capito che l’avevano accoltellato, non che avesse una lama conficcata nell’occhio.
Il medico Intrepido dice soltanto di stare calmo e di sopportare, prima di tirare fuori la lama con un gesto secco, portandosi via buona parte dell’occhio.
Afferro il braccio di Eric, conficcandoci le unghie. Dio credo di star per vomitare.
L’urlo lanciato da Edward mi scuote le viscere.
Potrei vomitare sul serio.
«Se la caverà?» Chiede Eric in un tono tranquillo.
«Lo portiamo all’ospedale, perderà l’occhio e non potrà continuare l’iniziazione. È un Escluso ormai. Avrai conferma domani sul suo percorso medico.» Risponde professionalmente il medico.
Sento Eric muoversi al mio fianco, cercando di uscire.
Io però, non riesco a muovermi.
È a questo che siamo arrivati?
Siamo arrivati a questo livello di crudeltà anche solo negli iniziati?
Il sistema sta crollando.
E ci faremo tutti del male.
«Ice forza, andiamo. Ti accompagno in camera.» Sussurra Eric, in modo che solo io posso sentire.
Mi trascina come un peso morto sino alla mia stanza ed entra con me.
Mi lascio cadere sul letto, portandomi le ginocchia al petto.
«Cosa succede adesso Hayley?» Tuona furioso dopo qualche minuto di silenzio.
«Succede che stiamo perdendo il controllo di tutto. Iniziati sempre più crudeli. Un giorno noi saremo in mano a loro. Quando ci siamo arrivati noi qua non era così. Ti hanno addestrato con l’odio da usare come combustibile. E tu farai lo stesso con loro. Stai facendo lo stesso.» Rispondo, parlando come una macchinetta. Fredda e vuota, senza sentimenti.
Obbiettivo raggiunto.
«Tu non capisci tante cose Hayley.» Risponde fissandomi a lungo.
Quando sollevo gli occhi trovo la forza per parlare.
«Invece il mio problema è che capisco troppo, Eric. Se Jeanine te lo chiedesse uccideresti qualcuno per le sue idee. Uccideresti anche me.» E la triste realtà è questa.
È destinato a distruggermi, fisicamente e forse anche psicologicamente.
«Non ti ucciderei mai e lo sai.» Risponde alzandosi.
«Lo farai Eric, lo farai.» Commento sicura.
Quanto vorrei sbagliarmi.
Ma purtroppo, come sempre, ho ragione.
Non ribatte stavolta.
Cosa sai che io non so, Eric? Cosa sai che può farmi vivere o morire?
Si alza dalla sedia silenziosamente e si avvia alla porta, quando i sentimenti vincono la lotta.
«Resta, almeno stanotte.» Sussurro appena.
Lo vedo bloccarsi di colpo per poi voltarsi lentamente.
Sembra quasi stia sorridendo.
«Prima dici che ti voglio uccidere e ora questo?» Chiede inarcando il sopracciglio e tendendo la pelle intorno al piercing.
«Se devo morire voglio farlo essendo felice o qualcosa di simile.» Rispondo stanca.
Ho bisogno di sapere che quel calore che mi manca, non ho bisogno di cercarlo in sogno.
Sembro averlo convinto, perche si toglie la felpa e si lascia cadere sul letto.
Lo osservo e sorrido involontariamente.
Odio dirlo, ma solo lui mi rende così felice.
Mi tolgo la felpa e i pantaloncini, spegnendo la luce.
Mi sdraio accanto a lui, fissandolo negli occhi per quanto questo buio lo permetta.
«Dobbiamo mantenere la promessa fatta un anno e mezzo fa.» Mi ricorda a mezza voce.
«Non voglio saltarti addosso né baciarti, voglio solo saperti qui.» Rispondo ridendo.
Il suo braccio mi circonda la vita, avvicinandomi a lui.
Lo sento reprimere un brivido quando le mie gambe nude si avvicinano alle sue.
Appoggio la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.
Domani mattina lui non sarà più qua, mi sveglierò da sola.
Ma è meglio così.
È un nostro segreto, così segreto che è inviolabile anche dalla luce del giorno.
Perché la verità è questa.
Io e lui, non possiamo avere futuro.

***


È mezzogiorno e non ho nuovamente intenzione di alzarmi dal letto.
Come previsto, Eric è sgusciato via all’alba.
Meglio così, svegliarsi insieme è troppo sentimentale per i miei gusti e anche per i suoi.
La porta si spalanca di colpo lasciando spazio alla figura di Zeke.
«Brutto idiota bussare?! Magari ero nuda o con qualche ragazzo.» Urlo incrociando le braccia.
«Se eri nuda, buon per me. E non potevi essere con altri perché beh, ami solo me quindi.» Risponde ridendo.
Non riesco a rimanere seria e scoppio a ridere, lanciandogli un cuscino.
«Cosa vuoi Zeke?» Chiedo più tranquilla.
«Zip Line.» Risponde lui con ghigno furbo.
Zip Line equivale a uscire, senza Quattro ed Eric, libertà, aria fresca.
«Approvato!» rispondo saltando giù dal letto e afferrando il braccio che Zeke mi porge.
Che uomo galante!
«C’è anche Shauna?» Chiedo osservando Zeke.
«Certo che c’è! Vi porto a tutte e due, non sono un uomo geniale?- Risponde sorridendo come un idiota.
«No Zeke, sei un idiota.» Ecco appunto.
Zeke fa una finta espressione offesa, che quasi mi fa pena.
Poi ci penso seriamente e concludo che no, Zeke non mi fa più pena.
«Portate Uriah e Lynn?» Rito di iniziazione stile intrepidi, i fratelli maggiori portano i più piccoli.
«Sì, Marl non è venuta perché la signorina nell’ultimo combattimento ha preso una storta e si è fatta male, anche se poi ha riempito di pugni l’iniziata.»
«La delicatezza di Marl.» Commento ironica.
Con Zeke raggiungiamo in un baleno il binario, saltando sul treno.
Ed ecco la sorpresa.
Uriah si è portato Tris, che in teoria non ha un fratello negli Intrepidi, ma nel caso sorgano problemi suppongo di dover intervenire.
La vedo bene, ma abbastanza sconvolta.
Ah, Edward.
Inarco le sopracciglia e saluto Shauna con un cenno.
La vedo gesticolare in qualcosa di simile a “è lei quella che interessa a tuo fratello”.
Fratello che, se fosse qua, sarei morta.
Rispondo sì con un cenno della testa mentre Shauna riprende a gesticolare. Quello che comprendo è qualcosa di simile a “Le dico che sei sua sorella e tasto il terreno”.
Shauna riesce a essere l’esempio di donna curiosa a pieno in questi casi.
Alzo le spalle, faccia lei a sto punto, così Quattro uccide lei.
Mi lascio cadere accanto a Zeke mentre Shauna inizia a conversare con Tris.
Da qua riesco a sentire la conversazione senza dare nell’occhio, cioè per quanto stare seduta a gambe penzolanti sulla porta aperta di un treno possa non dare nell’occhio.
«Lo so chi sei. Sei la Rigida. Quattro mi ha parlato di te.» Sento Shauna borbottare.
Sì, proprio Quattro le ha parlato di lei.
Mi chiamo Quattro da oggi, è deciso.
Sento Tris ribattere debolmente qualcosa, con la voce docile.
Shauna ha preso il primo tasto bollente.
«Conosci bene Quattro?» Interviene Tris più decisa. Finalmente si espone un po’, santa ragazza.
Immagino il ghigno di Shauna e improvvisamente mi ritrovo a sorridere anche io.
«Sì, abbiamo fatto l’iniziazione insieme e mi ha aiutato, siamo amici.» Risponde Shauna con tono furbo.
Sta preparando la bomba, ne sono certa.
«Chi altro vi addestra?» Chiede indifferente la mia Intrepida troppo furba.
«Eric e lei, almeno è sempre stata presente, con Quattro perlomeno.» Risponde Tris rimanendo vaga.
«Ah Ice. Sì è sempre con Quattro…» Dice Shauna con leggerezza. Cosa diavolo vuol dire che sono sempre con lui?! Ah già, sono la sua babysitter.
Dopo qualche secondo di silenzio la voce di Tris mi fa quasi ribaltare giù dal treno.
«Stanno insieme lei e Quattro?»
Oddio è veramente convinta di questo.
Avevo una minima speranza, ma nulla.
Mi schiafferei una mano in faccia se potessi.
Sento la risata leggera di Shauna e quella più bassa di Uriah, che evidentemente ascoltava il discorso.
«No, è soltanto sua sorella.» Risponde picchiettandosi le labbra, osservandola come se potesse leggerle dentro.
Buona fortuna Shauna.
Mi alzo in piedi e urlo:
«Si scende!»
Lancio uno sguardo a Tris, mentre si avvicina al portellone.
E vedo una scintilla che mi fa sorridere.
Non mi vede più come nemica.
Mi vede come alleata.

La libertà che mi da questo posto mi fa sentire una vera Intrepida.
L’aria fredda e il vuoto sotto i piedi.
L’adrenalina a mille e il sangue che scorre nelle vene come lava.
Shauna che sorride, facendomi l’occhiolino, lasciandosi cadere nel vuoto legata a quelle imbragature che possono tradirci.
Appoggio il mento sulla spalla di Zeke, lasciandomi scompigliare i capelli dal vento.
Quando tocca a Tris le lancio un sorriso sincero, perché se lo merita.
Se lo merita perché è un’Abnegante che ha preso coscienza delle sue scelte e non ci rimugina sopra.
Perché sta crescendo, così velocemente che la potrebbe spaventare.
Mentre Zeke la imbraga sussurro:
«Stringi bene, se si fa male Quattro ti uccide.» Diabolica fino in fondo.
Mi diverto.
«Cosa diavolo centra Quattro?» Chiede corrugando la fronte.
Io alzo le spalle e Zeke sembra capire.
Spalanca gli occhi e sta per urlare.
Con una mano gli tappo la bocca.
La verità dobbiamo dirla agli amici più cari no?



Angolo autrice: Eccoci qua! Scusate il ritardo, ma da ora come minimo pubblicherò un capitolo a settimana.
E verità su Eric e Hayley sia! Ammetto che è OOC Puro ma mi piacciono tanto. Hayley e Tris amiche vi riservano moolte sorprese.

Megan
  
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