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Autore: SARETTA1985    29/08/2014    1 recensioni
Sara, una 19enne mandata a Vancouver che farà un incontro che le cambierà la vita
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'agitazione di Jared per la faccenda si era rivelata del tutto superflua..... non c'era stata alcuna conseguenza. I fan continuavano ad amare sia lui che Jensen incondizionatamente.... come avrebbero potuto non farlo? Erano dei ragazzi unici e speciali.
Ero andata a mettere a nanna Mia e Jensen era appena andato via, avevo bisogno di un po' di meritato relax ed ero andata a sistemarmi sul divano con le cuffie dell'Ipod nelle orecchie. Avevo bisogno di un po' di tempo per me stessa..... stare nella stessa stanza con Jensen mentre lui faceva finta che io non esistessi era decisamente logorante per i miei nervi ed il mio spirito.
Mi ero appena addormentata quando fui svegliata all'improvviso da qualcuno che mi teneva la mano sulla bocca. Delle mani mi misero una benda, e mi fecero alzare bruscamente...provai a divincolarmi ma uno schiaffo mi fece desistere; mi girava la testa ed ero terrorizzata. Non volevo gridare per chiedere aiuto per non svegliare Mia.......ero sicura che le avrebbero fatto del male se avessero saputo che era in casa. Sentivo voci che discutevano tra di loro ma non riuscivo a cogliere le parole a causa dello shock; mi presero per un braccio e portandomelo bruscamente dietro la schiena per legarmi le mani, mi fecero inginocchiare. Immediatamente un dolore acuto mi salì fino alla spalla.... mi avevano rotto un polso, ne ero certa.
“chi siete? Cosa volete da me? ....” dicevo in lacrime mentre venivo legata
“sei una troia!” mi sibilò una voce femminile all'orecchio.... un alito fetido mi raggiunse e dovetti fare del mio meglio per non vomitare
“cosa volete da me?!”
“non ne hai avuto abbastanza di uno vero?” mi chiese la voce femminile “rispondi!” disse vedendo che esitavo
“non capisco........uno cosa??” non capivo
“perchè te li sei dovuti scopare tutti e due??” continuava la voce con un tono tagliente
“eh?” ero veramente confusa, che cosa volevano quelle persone da me. Un pugno mi raggiunse alla tempia e mi lasciò a terra boccheggiante.
“alzati! Non abbiamo finito con te!” Mi tirai su dolorante e frastornata.
“allora..... sei un ingorda vero?” continuava imperterrita la voce
“no no io-” un altro pugno mi raggiunse alla mandibola spaccandomi di netto il labbro. Un fiotto di sangue caldo mi inondò il petto “cosa volete che vi risponda??” ero arrabbiata e impaurita
“che sei una troia! Come hai potuto fare questo a Jared?”
“voi siete pazzi!” dissi mentre la certezza che ero nelle mani di psicopatici si faceva largo dentro me. Come potevo uscirne senza farmi uccidere? Un altro pugno mi ruppe il sopracciglio...
“adesso basta....” disse mesta una voce maschile
“dico io quando basta.....continua a picchiarla! Deve pagare per quello che mi ha fatto!” Rispondeva la voce femminile
“che ti ho fatto?” chiesi. Cosa avrei mai potuto fare a degli sconosciuti per portarli a farmi quello?
“mi hai portato via Jared brutta stupida troia. Ma non ti bastava...no! Hai anche dovuto farti scopare da Jensen e rimanere incinta!”
a quelle parole la rabbia prese il sopravvento “tu non sai un cazzo di cosa è successo!”.
Nuovamente l'alito impestante mi arrivò alle narici “no...ma adesso so che cosa accadrà” mi disse carica d'odio e poi, rivolta all'uomo che mi teneva ferma “alzala!” ordinò
Mi trascinarono fuori in giardino e sentii che mi portavano verso la piscina....con un calcio mi fecero cedere le ginocchia e, mettendomi un piede in mezzo alle scapole, mi fecero coricare....
“adesso tu pagherai per quello che hai fatto..” disse calma la ragazza togliendomi la benda. Avevo il viso a qualche centimetro dall'acqua della piscina.... un terrore folle prese il sopravvento a ma non riuscivo a divincolarmi perchè forti braccia mi tenevano ferma e avevo la braccia legate dietro la schiena. Mi spinsero la testa nell'acqua..... non respiravo, ero davvero sul punto di morire? Non avevo la forza di oppormi....... poi, tutto d'un tratto sentii la presa allentarsi ma era troppo tardi... non avevo abbastanza forza per tirarmi su.
Dopo un attimo mi sentii afferrare per le spalle e tirare fuori dalla piscina.... calde labbra si posarono sulle mie e mi riempirono i polmoni di aria.... tossii e un getto di acqua mi uscì dai polmoni...ero viva.
Aprii gli occhi con fatica e mi trovai davanti Jensen. Era un sogno? Ero morta ed ero in paradiso?
“sei viva...sei viva!” mi diceva mentre mi abbracciava stretta e mi slegava le mani
“lo sono davvero?......dove sono andati?” chiesi spaventata con la voce roca guardandomi attorno
“sono scappati..... per fortuna sono tornato a prendere il telefono che avevo lasciato qui...appena sono entrato in casa mi hanno sentito e sono corsi via.....non prima però di lanciare questo contro la finestra..” disse tirandomi su e mostrandomi una pietra con avvolto un pezzo di carta. Lo aprii e dentro c'era una frase che mi fece accapponare la pelle “D'ora in avanti guardati le spalle”.
Mi girai verso Jensen e lui mi guardò preoccupato “chiamo un'ambulanza”
“no sto bene....non preoccuparti....vai piuttosto a controllare Mia”
“Mia sta sicuramente bene....ma tu hai bisogno di cure....forza!”
Mi lasciai sollevare di peso da terra e prendere in braccio. Un gemito di dolore mi sfuggì dalle labbra..... ero veramente conciata male.
Jensen mi posò sul divano e corse al piano di sopra a prendere Mia mentre, nel frattempo, telefonava al 911 e, successivamente, a Jared che arrivò dopo pochi minuti.
“Sweety!” chiamò quest'ultimo ,nel momento in cui entrava in casa correndomi incontro . Quando mi raggiunse si bloccò di colpo nel vedermi così mal ridotta. Avevo il viso coperto di sangue che fuoriusciva dal taglio sul sopracciglio e dal labbro e un occhio nero inoltre avevo il polso gonfio e viola. Probabilmente mi sarei spaventata anche io avessi potuto vedermi.
“oh mio dio! Cosa ti hanno fatto?? chi è stato?” chiese apprensivo
Iniziai a raccontare l'accaduto e, man mano che proseguivo, le facce di Jensen e Jared si facevano sempre più cupe
“lo sapevo........lo sapevo che questa storia non sarebbe finita bene!” Jared era veramente agitato. Non feci in tempo a rispondere che arrivarono i paramedici che mi caricarono sull'ambulanza con Jensen che mi teneva la mano e sussurrava di non preoccuparmi,che tutto si sarebbe risolto presto mentre Jared ci seguiva in auto con la piccola Mia ancora addormentata a bordo.

Dopo una notte passata al pronto soccorso a ripetere infinite volte la stessa storia, prima ai dottori e poi alla polizia, tornai a casa accompagnata da Jensen. Ero distrutta e riuscii a trascinarmi con fatica nel letto....quando mi svegliai, molte ore dopo, scesi in cucina e trovai Jensen che, coperto di pappa, stava dando da mangiare a Mia.... era buffissimo.
“buongiorno dormigliona” mi disse con un sorriso quando mi scorse
“ehi......” ero ancora tutta dolorante “grazie...” dissi indicando Mia
“figurati...è un piacere!” disse facendo l'aeroplanino mentre Mia apriva la boccuccia e ingurgitava il contenuto del cucchiaino soddisfatta “senti.... stavo pensando di trasferirmi qui...se per te non è un problema...dopo quello che è successo non me la sento di lasciarvi sole...” disse Jensen timidamente
“Jay...non è il caso, veramente...io e la piccola staremo bene..... ho già deciso di chiamare una compagnia che installa antifurti.... non c'è bisogno che tu stravolga tutto per noi..... e poi Danneel non so se ne sarebbe troppo contenta...” buttai li guardandolo di sottecchi.
“non mi interessa quello che pensa lei...... voi siete la mia famiglia e non vi lascio sole” disse con enfasi per poi bloccarsi di scatto e guardarmi come se si fosse fatto scappare qualcosa di troppo.
“ok...come preferisci” dissi poi con una scrollata di spalle allontanandomi mentre un sorriso enorme si apriva sul mio viso.

Nei giorni che seguirono Jared e Jensen non ci lasciarono sole nemmeno un momento; Jensen si era ripreso la sua vecchia camera e Jared dormiva sul divano. Non volevano sentire ragioni: non potevo assolutamente stare sola in casa, avevano paura che venissi nuovamente aggredita con conseguenze tragiche rispetto alla volta precedente. I primi giorni ero disorientata... avevo passato così tanto tempo sola in quella casa con Mia che avere i due ragazzi in giro mi faceva girare la testa; mi abituai in fretta però..... ero veramente bello averli nuovamente insieme sotto lo stesso tetto.... le cose erano tornate come un tempo a parte il fatto che io e Jared eravamo “novelli divorziati”.
Un pomeriggio ero a casa che giocano sul tappeto del salotto con Mia quando suonarono al campanello...... pensavo che fossero Jared o Jensen che rientravano (per una volta mi avevano lasciata per ben 10 minuti sola a casa!!).
“Avanti!! già di ritorno? ” urlai rivolta alla porta che si stava aprendo “e poi da quando suonate il campanello??” chiesi senza guardare chi fosse
“emh......ciao” mi rispose una voce femminile.
Mi girai di scatto e mi trovai Gen in piedi vicino a me, impacciata e imbarazzata
rimasi un attimo a fissarla
“......Gen? Ciao!” ero stranamente felice di vederla.... dopotutto il nostro primo incontro non era stato proprio idillico ma, nonostante questo, mi aveva fatto subito una buona impressione “che ci fai qui?” chiesi
“scusa...non volevo disturbare ma.... Jared mi ha detto quello che è successo e......niente, bhe, insomma... volevo vedere come stavi...” disse arrossendo e guardandosi i piedi
"Jared?vi vedete ancora? " non c'era accusa nella mia domanda ma solo curiosità; lei parve a disagio così, per spezzare il silenzio imbarazzante che era sceso, continuai 
“comunque.... hai fatto bene a passare....avevo bisogno di un pò di compagnia femminile..” si, mi piaceva davvero quella ragazza
“...poi volevo ancora scusarmi...sai...per.......” Gen prese un profondo respiro e buttò fuori tutto d'un fiato “per essere andata a letto con tuo marito”
Fece un'espressione che mi fece scoppiare a ridere e mi guardò interrogativa
“scusa...scusa....” farfugliai mentre ridevo come una scema. Gen era chiaramente confusa. Dopo un attimo riuscii a calmarmi abbastanza da parlare senza dovermi interrompere ogni tre lettere “senti Gen.... non devi scusarti... veramente... non è successo niente di grave...”
“niente di grave? Sono andata a letto con tuo marito” sicuramente pensava che fossi pazza
“ex-marito.....abbiamo appena divorziato” spiegai
“oh...mi dispiace....spero non sia per colpa mia...io veramente non sapevo che fosse sposato quando ci siamo incontrati.......poi però...bhe.....” era agitata "mi sono innamorata" ammise infine..... sorrisi...era davvero tenera e la capivo perfettamente
“ti capisco......comunque no, non per colpa tua...le cose non funzionavano già da un bel po' di tempo.......e poi, da quando Jensen è uscito dal coma ed è tornato a Vancouver bhe....non potevo certo aspettarmi che le cose continuassero ad andare bene...” spiegai.
Gen si sedette sul divano e mi guardò seria annuendo “si..ho sentito di Mia... che è figlia di Jensen, intendo”. Aveva un tono talmente comprensivo e mi guardava con una dolcezza infinita senza giudicare che mi trovai, mio malgrado, a raccontarle tutta la mia storia.

Era bello parlare con Gen... ascoltava senza giudicare; le avevo raccontato del mio arrivo in Canada, di quando avevo conosciuto Jared e di quando mi ero innamorata di Jensen, della perdita di Saje, dell'incidente....tutto. Lei ascoltava attentamente, rideva e piangeva insieme a me mentre ricordavo i momenti belli e brutti . Ero arrivata al punto in cui raccontavo del perchè io e Jared ci eravamo sposati quanto con la coda dell'occhio colsi un movimento. Mi girai e vidi Jensen che mi fissava immobile come una statua.
“Jensen! Sei tornato!” mi sentivo come una bambina beccata con le mani nel vasetto nella marmellata
“quindi è andata così...” disse piano
“già....” dissi con un sospiro
Gen ci guardava imbarazzata “ok...io vado....ci sentiamo” disse dandomi un abbraccio e uscendo di casa.
Jensen salutò con un cenno distratto della mano Gen che usciva poi si avvicinò a me e si sedette sul divano sorridendo a Mia che, esausta, si era addormentata.
“raccontami tutto....” mi pregò prendendo un lungo respiro “sono pronto” disse poi spostandomi una ciocca che era ricaduta sugli occhi.
Presi un profondo respiro e, per la seconda volta nella giornata, raccontai la nostra storia.

   
 
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